Libreria G. Traverso - Vicenza

Nuove uscite e Notizie dal mondo del Libro

#IOLEGGOPERCHE’ 2024
"Il futuro inizia con un libro" è il messaggio della nuova campagna. Sono già più di 20.000 le scuole e oltre 3.000 le librerie iscritte alla nona edizione di #ioleggoperché, l’iniziativa sociale di promozione alla lettura. Quest’anno le giornate culminanti vanno dal 9 al 17 novembre, nove giorni in cui tutti saranno chiamati a dare il loro contributo donando uno o più libri alle scuole: un appuntamento ormai attesissimo che coinvolge, oltre a tutti gli italiani, istituti scolastici, mondo del libro, istituzioni e media.
Anche gli editori faranno la loro parte, con ulteriori 100.000 libri, aumentando il monte libri che in otto edizioni ha portato oltre 3 milioni di libri nuovi nelle classi di tutta Italia. Il presidente di AIE, Innocenzo Cipolletta sottolinea che :” Vogliamo mettere in mano alle nuove generazioni la capacità di coltivare e far crescere – grazie ai libri – curiosità, immaginazione e pensiero libero, essenziali per affrontare il domani”. 
VI BIENNALE INTERNAZIONALE EX LIBRIS CITTA’ DI VICENZA
La Biennale Internazionale Ex Libris Città di Vicenza bandisce la sesta edizione del Concorso dedicata a Vicenza UNESCO 2024, per valorizzare la ricorrenza (1994-2024) del 30° anniversario della prima iscrizione del Sito nella W.H.L. (17/12/1994). Entro e non oltre il 31 dicembre 2024 ogni artista deve inviare uno o due ex libris, in 7 esemplari, dopo il versamento dell’iscrizione, a ART GALLERY &, Contrà Frasche del Gambero 17, Vicenza. La selezione di Ex-Libris Vicenza Patrimonio Mondiale 2024 sarà allestita presso Palazzo Cordellina, Biblioteca Civica Bertoliana, dal 18 al 31 gennaio 2025. Per informazioni: www.exlibriscittadivicenza.altervista.org, exlibrivicenza@arteronchin.org 
COME RICORDARE I LIBRI CHE LEGGIAMO?
Lettrici e lettori adorano perdersi in storie dense e ricche di colpi di scena, innamorandosi dei personaggi e sognando di vivere tra ambientazioni straordinarie. Le emozioni durante la lettura sono tante e intense, ma… purtroppo, capita spesso di dimenticare i dettagli di ciò che abbiamo letto. Rimane il ricordo di una lettura piacevole e qualche elemento di trama, ma quando ci viene chiesto di approfondire (come ogni volta che qualcuno ci domanda se ci è piaciuto un certo titolo), possiamo trovarci a corto di risposte, soprattutto se il libro è stato letto tempo fa. Ecco perché i reading journal sono così preziosi.
Questi quaderni non sono solo strumenti utili per tenere traccia delle letture, ma veri e propri compagni di avventure letterarie, diari a cui affidiamo il compito di raccontare la persona che siamo. I social sono pieni di immagini e video di quaderni decorati con appunti, disegni, evidenziature e post-it colorati, testimoniando quanto questi oggetti siano diventati essenziali per chi ama i libri.
Con l’avvento di #BookTok e delle altre community online, sempre più lettori e lettrici desiderano condividere le loro esperienze e impressioni di lettura. Scrivono recensioni, danno voti e discutono nei vivaci bookclub, virtuali e non. Tra i nomi di questo fenomeno in Italia c’è senza dubbio Ilenia Zodiaco (@conamoreesquallore), una delle prime e più amate booktuber.
OGNI LETTORE O LETTRICE L’HA DETTO ALMENO UNA VOLTA...
La passione per la lettura è sinonimo di introversione? Qualcuno potrebbe pensare di sì, ma la verità è che chi ama leggere, di solito, ha una spiccata propensione per la comunicazione. Che peraltro avrà sviluppato e affinato pagina dopo pagina. Nessuno, quindi, sarebbe in grado di mettere un freno a un lettore o a una lettrice che ha intenzione di affrontare un determinato argomento. Specie, poi, se l’argomento in questione sono proprio loro: i libri!
Pensando al book lover che c’è di noi, come anche agli amanti della lettura da cui siamo circondati, la piattaforma Bustle ha pensato a un’ironica rassegna di frasi che ogni lettore e lettrice deve aver pronunciato almeno una volta nella vita. Fra osservazioni solo apparentemente casuali, domande che in realtà nascondono sempre un trabocchetto ed esclamazioni dalle mille conseguenze implicite, ecco quindi cosa avrete di sicuro già sentito dire (o già detto) nella vostra vita di ogni giorno…
1)“No, questo lo devi assolutamente leggere!”
2) “Questo lo hai già letto?“
3) “L’hai poi finito di leggere?“
4) Ci vediamo da… (nome di libreria)“
5) “Stasera non esco“
6) “Il film non era male, ma il libro…“
7) “Niente spoiler!”.
E concludiamo con un’immancabile esclamazione, quel grido disperato che pronunciano lettrici e lettori quando viene nominato anche solo l’incipit di un’opera che non hanno ancora letto. Perché va bene divorare centinaia di pagine l’una dopo l’altra per tutta la vita, ma che gusto c’è a farlo se si sa già come va a finire la storia?
PORDENONELEGGE dal 18 al 22 settembre 2024
“Sfoglia” è l’esortazione che sigla le nozze d’argento di pordenonelegge con il suo pubblico, un invito reso ancora più dolce dalla silhouette di millefoglie che restituisce l’immagine 2024 del festival e sprigiona un imperativo di gustoso “artigianato letterario”.
Sfoglieremo in 43 locations di Pordenone e del Friuli i libri di oltre 60 autrici e autori internazionali, nell’arco di 5 intense giornate ricche di 340 incontri ed eventi, con 58 anteprime letterarie: opere che per la prima volta verranno raccontate alla Festa del libro e della libertà, come da quest’anno, nel suo primo quarto di secolo. Ancora una volta la letteratura straniera è parte primaria del festival, con grandi protagonisti.
Per “sfogliare” tutto il ricco programma basta andare sul sito www.pordenonelegge.it
“CENTO MENO UNO”: le tante iniziative per il centenario di Camilleri
Il 6 settembre 1925 nasceva Andrea Camilleri. Per l’occasione, sono state annunciate le iniziative che anticipano il centenario (che ricorre tra un anno) dell’amato scrittore siciliano, morto nel 2019. Il programma generale verrà annunciato a gennaio dal Fondo Andrea Camilleri – promotore di tutte le iniziative – e vedrà numerose iniziative durante tutto il 2025 e parte del 2026.Il 25 ottobre, su iniziativa della Fondazione per il dramma popolare di San Miniato in collaborazione con Fondo Camilleri è previsto un seminario di studi dedicato agli archivi che conservano la documentazione relativa al lavoro teatrale di Camilleri e alle ricerche di alcuni studiosi.
In occasione della Buchmesse – la Fiera del libro di Francoforte di cui l’Italia sarà quest’anno l’ospite d’onore – verrà dedicato uno speciale omaggio allo scrittore: il 19 ottobre, per iniziativa del suo editore Sellerio, è programmata la lettura in pubblico di alcune pagine delle sue opere.Infine, il prossimo 6 gennaio scade il termine per l’invio delle opere inedite che concorrono al neonato Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori, curato da Arianna Mortelliti (scrittrice e nipote del grande narratore), il cui bando è stato lanciato lo scorso luglio.
PREMIO BANCARELLA
Se il primo premio della stagione letteraria estiva é stato assegnato giovedì 4 luglio, Donatella di Pietrantonio con L’età fragile, ha vinto il Premio Strega, adesso bisogna aspettare il 21 luglio.
A Pontremoli sarà proclamato il vincitore del Premio Bancarella, che riceverà la scultura del 'San Giovanni di Dio' dell'artista Umberto Piombino, che ritrae il protettore dei librai.
I librai indipendenti hanno interpretato il gusto dei lettori e proclamato i sei vincitori del Premio Selezione Bancarella 2024 certi del fatto che un libro è un’ancora di salvezza in grado di far viaggiare con la fantasia e ritornare a vivere emozioni e sensazioni.
La sestina dei titoli è il frutto di una selezione attenta, ricercata, non banale, di autori emergenti, all’esordio, conosciuti, che riprendono storie romantiche, storie di donne, di uomini, di dee, di miti, e che consolidano filoni narrativi graditi ai lettori.
Eccola la sestina: 
‘Il cognome delle donne’ di Aurora Tamigio edito da Feltrinelli;
‘La casa delle Sirene’ di Valeria Galante edito da Mondadori
‘L’Iliade cantata dalle Dee’ di Marilù Oliva edito da Solferino;
‘L’inventario delle nuvole’ di Franco Faggiani edito da Fazi Editore;
‘Selvaggio Ovest’ di Daniele Pasquini edito da NNE;
Tangerinn di Emanuela Anechoum di Edizioni E/O.

Gli autori finalisti in realtà non sono sei ma sette, infatti dietro lo pseudonimo di Valeria Galante si celano gli scrittori Diana e Diego Lama che si sono rivelati in occasione della notizia di essere entrati nella sestina semifinalista.
SHHH! SI LEGGE, VICENZA SILENT BOOK
Giovedì 25 luglio dalle ore 19,00 alle Serre di Parco Querini.
Se sei un lettore e vuoi trovarti con altri per leggere in silenzio, tutti insieme, per un’ora, ecco l’occasione. Alle 19 incontro e presentazione del Silent Book Club, dalle 19,15 alle 20,15 lettura individuale e per finire dalle 20,15 alle 20,45 ci sarà un momento conviviale, per conoscersi e scambiarsi consigli di lettura, con prodotti locali per scelte alimentari consapevoli, in un’ottica di salute e sostenibilità, offerti da Cities2030.
Saranno disponibili delle sedute ma potrai leggere anche accomodandoti sul prato davanti alle Serre portandoti un cuscino o una coperta da casa.
Per informazioni e prenotazioni: consulenza.bertoliana@comune.vicenza.it, oppure 3407824872.
ECCO LA CINQUINA DEL PREMIO CAMPIELLO 2024
A Padova, come di consueto, si è tenuto l’atteso appuntamento con la selezione della cinquina finalista del Premio Campiello 2024, da parte della Giuria dei Letterati.
Ecco la cinquina del Premio Campiello 2024:
– Il fuoco che ti porti dentro (Marsilio) di Antonio Franchini;
– La casa del mago (Ponte alle Grazie) di Emanuele Trevi;
– Locus desperatus (Einaudi) di Michele Mari;
– Alma (Feltrinelli) di Federica Manzon;
– Dilaga ovunque (Laterza) di Vanni Santoni.

Spazio, inoltre, all’annuncio dell’opera vincitrice del Premio Campiello Opera Prima,
La casa delle orfane bianche di Fiammetta Palpati (Laurana Editore).
Gli eventi conclusivi della 62esima edizione si svolgeranno a Venezia e prevedono: venerdì 20 settembre la proclamazione del vincitore del Campiello Giovani in un evento dedicato al Teatro Goldoni a Venezia, realizzato grazie al supporto di Intesa Sanpaolo, partner esclusivo del Campiello Giovani; la mattina di sabato 21 settembre la conferenza stampa conclusiva del Premio Campiello, infine la sera di sabato 21 settembre la finale del Premio Campiello 2024 al Teatro La Fenice con l’annuncio del vincitore scelto dalla Giuria dei trecento lettori anonimi. 
PIRATERIA MANDA IN FUMO UN QUARTO DEL MERCATO DEI LIBRI
Sono pesanti i danni della pirateria al mondo del libro e sono ancora davvero troppo pochi gli italiani, sette su dieci, che pensano che non verranno puniti per i loro atti illeciti. Gli editori perdono 705 milioni di euro di vendite l'anno, più di un quarto del valore complessivo del mercato (il 28%, calcolato al netto di editoria scolastica ed export). Vanno in fumo 4.900 posti di lavoro che diventano 12.000 conteggiando anche l'indotto. "La traduzione in valori della pirateria digitale è impietosa" ha sottolineato Mollicone.
"Insostenibile" la perdita di vendite per Cipolletta e necessaria al più presto per Andrea Riffeser Monti "una grande campagna di sensibilizzazione culturale. Invito anche a valutare un'azione importante per educare dal basso fino alle categorie professionali che sono quelle che più delinquono". Il 78% degli studenti universitari ma anche il 49% dei professionisti, tra cui medici, avvocati, commercialisti, notai, architetti e ingegneri piratano libri a stampa, digitali e banche dati e compie atti di pirateria il 31% della popolazione sopra i 15 anni. La percentuale di chi si dice a conoscenza dell'illiceità/illegalità della pirateria è pari nel 2023 al 79%. Il 70% del campione intervistato ritiene poco probabile essere scoperti e puniti. "Riteniamo fondamentale il lavoro di sensibilizzazione dei cittadini" dice Cipolletta. "Dobbiamo difendere con forza il valore del lavoro di autori, editori, distributori, librerie, biblioteche, traduttori, e di tutta la filiera della carta perché costituisce un patrimonio culturale inestimabile" ha detto Mollicone. Per questo "il Parlamento è intervenuto, con celerità e unanimità, con la legge 93 del 2023 che tutela - ha aggiunto - la proprietà intellettuale ed i relativi soggetti coinvolti". "La rivoluzione digitale non deve spaventare, va regolamentata, non demonizzata. L'intelligenza artificiale generativa può creare contenuti creativi e portare a uno scontro tra Intelligenza umana e artificiale. Noi dobbiamo arrivare a un passo prima. “
MATTARELLA: 'LIBRO È STRUMENTO IRRINUNCIABILE DI CRESCITA'
Perché il libro è strumento irrinunciabile di sapere e di crescita, una fonte di valori, di speranze, di sogni". Lo ha detto in collegamento video dal Quirinale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'apertura oggi della Bologna Children's Book Fair.
"Desidero rivolgere gli auguri di buon lavoro a tutti i presenti: autori, illustratori, editori, librai, visitatori; agli organizzatori della Fiera. E, in particolare alle ragazze e ai ragazzi: i giovani lettori, protagonisti di queste giornate. I libri per ragazzi costituiscono un settore trainante dell'intera editoria, un fenomeno che ha una rilevante diffusione mondiale, attestata dalla presenza a Bologna di un gran numero di espositori provenienti da tutti i Continenti. È quindi importante che anche i bambini si appassionino alla lettura e trovino familiarità con i libri, imparando a conoscere, discutere, rispettare, condividere, iniziando a esercitare la critica e il giudizio. Gli editori, in generale, e quelli per ragazzi in particolare - penso che ne siano pienamente consapevoli - sono portatori di una grande responsabilità nella formazione dei cittadini"."Vanno, quindi, incoraggiate le iniziative, le sinergie per giungere a una vera alleanza per la lettura, tra il mondo dei libri, le famiglie, la scuola, i media, le biblioteche, le nuove tecnologie che, correttamente utilizzate, possono diventare strumenti di diffusione e promozione della lettura e della cultura.
In Italia, il mercato dei libri per bambini e ragazzi è cresciuto rispetto al 2022. È un dato positivo, che fa ben sperare. Ed è confortante che tanti bambini siano lettori robusti. Lo saranno anche domani, da adulti, offrendo il loro contributo alla crescita culturale e civile della società. Si leggono a volte delle analisi superficiali rispetto alle generazioni più giovani, quasi che siano refrattarie al dialogo con gli adulti e impermeabili alle forme tradizionali di conoscenza. Non è così: i ragazzi non aspettano altro che momenti di incontro per essere ascoltati e compresi. L'industria editoriale ne ha le chiavi adeguate. Dispone di un patrimonio inestimabile: quello dei libri". "Care ragazze e cari ragazzi, il libro è un compagno prezioso nel lungo viaggio della vita.
Contribuisce a renderla affascinante. La libertà è il bene più prezioso. Ed è la conoscenza che rende autenticamente liberi. I libri ne sono strumento efficace. Ringrazio quanti attraverso la promozione dei libri, offrono l'occasione per farlo sapere ai giovani e anche agli adulti".
SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO A TORINO 9-13 MAGGIO 2024
Sotto la nuova direzione di Annalena Benini,s’inaugura la 36esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, dal titolo Vita immaginaria. In 137 mila mq espositivi troveranno spazio oltre 800 stand, e in 51 sale e 180 laboratori si terranno quasi 2mila eventi al Lingotto, oltre ai 500 sul territorio torinese con il Salone Off. Si torna agli spazi che da anni caratterizzano il Salone del Libro: i padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere e il Centro Congressi Lingotto a cui si unirà, per il secondo anno consecutivo, anche lo spazio Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli.
Una novità di quest’anno sarà il padiglione 4, uno spazio temporaneo costruito all’esterno, dedicato alla formazione, alla sperimentazione e allo scambio tra generazioni.Per il primo anno l’Auditorium del Centro Congressi Lingotto sarà aperto al pubblico dal venerdì al lunedì, così da avere a disposizione dei visitatori circa 15.000 posti a sedere in più per assistere alla programmazione. Tutto il programma sul sito: www.salonelibro.it
DA 82 A 12: ECCO LA “DOZZINA” DEL PREMIO STREGA
Da 82 a 12… sì perché è il giorno della “dozzina” (in cui non mancano le sorprese) del Premio Strega 2024, giunto alla 78esima edizione.
Il Comitato direttivo del premio – composto da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine – ha scelto i seguenti titoli che si disputeranno l’edizione 2024:
Sonia Aggio, Nella stanza dell’imperatore (Fazi), Adrián N. Bravi, Adelaida (Nutrimenti), Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli), Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi), Tommaso Giartosio, Autobiogrammatica (minimum fax), Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano (Einaudi), Valentina Mira, Dalla stessa parte mi troverai (SEM), Melissa Panarello, Storia dei miei soldi (Bompiani), Daniele Rielli, Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale (Rizzoli), Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori), Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio), Dario Voltolini, Invernale (La nave di Teseo).
EDITORIA DIGITALE: MONDADORI SPERIMENTA LE WEBNOVEL
Da alcuni anni si sta parlando del successo dei “fumetti digitali” nati in Corea del Sud (i Webtoon). In generale, molto si sta dicendo anche dell’ascesa, che parte proprio in Asia, delle webnovel.
Ora il Gruppo Mondadori annuncia l’ingresso in una startup per sviluppare anche in Europa il mercato delle webnovel. Nasce da accordo con Bookrepublic. Entro l’anno avverrà il lancio di una app dedicata – che si chiamerà Narae – a carattere proprietario, sviluppata da un team interno, inizialmente con contenuti in italiano e in francese, ma che potrà ampliare progressivamente il proprio raggio d’azione espandendosi in altri paesi europei.Come si sottolinea in una nota, concepite per essere lette sullo schermo di uno smartphone, le webnovel sono una forma di narrativa seriale “a carattere fortemente innovativo”. Hanno avuto un iniziale grande successo in Corea del Sud, e hanno poi acquisito popolarità crescente anche in Giappone e Cina.
I generi affrontati sono principalmente romance, fantasy e crime – e sono progettati per dare origine ed essere fruiti anche in altri formati. Le webnovel si articolano in un numero elevato di episodi brevi, spesso oltre a cento, e in caso di successo possono prolungarsi per un tempo indefinito. “Il mondo narrativo delle webnovel, nella sua evoluzione, sta dimostrando creatività e capacità di alimentare anche altri media, come il cinema, le serie televisive e in molti casi anche l’editoria libraria stessa”, commenta Enrico Selva Coddè, Amministratore delegato di Mondadori Libri. Dopo il recente lancio negli Stati Uniti e un positivo esordio in Francia, arriveranno anche in Europa, seguendo l’onda della diffusione globale di contenuti di intrattenimento coreani nella musica, nel cinema e nei comics.
“Le webnovel sono un modello di editoria digitale molto interessante e all’avanguardia: si potrebbero definire come la reinterpretazione in chiave digitale dei romanzi d’appendice pubblicati sui quotidiani nell’800 – sottolinea Marco Ferrario, Amministratore delegato di Bookrepublic – e non sorprende che oggi ciò abbia origine in un paese asiatico […]. La nostra sfida sarà quella di trovare la via europea a questo modello”.
DA BOOK PRIDE L'ALLARME DEGLI EDITORI INDIPENDENTI
“I dati di mercato di questo inizio 2024 sono preoccupanti": è l'allarme lanciato a Book Pride da Lorenzo Armando, vicepresidente dell'Associazione Italiana Editori e presidente del Gruppo Piccoli editori, intervenuto all'incontro "Sostenere la lettura, la produzione e la domanda dei libri".
"È un risultato che purtroppo temevamo - ha continuato Armando - e su cui riteniamo incida anche la riduzione delle misure di sostegno della domanda: la fine della 18App, sostituita dalle Carte cultura e del Merito che hanno una platea di beneficiari ben più limitata, e la fine del fondo speciale per l'acquisto di libri da parte delle biblioteche di pubblica lettura". "D'altronde - ha aggiunto - è un momento critico per l'editoria italiana, soprattutto per le aziende di dimensioni medio-piccole. Veniamo da un periodo soddisfacente dal punto di vista delle vendite, ma la congiuntura che si sta delineando, di cui fa parte la forte crescita dei costi di produzione, rimette al centro l'urgenza di un ripensamento del funzionamento del sistema.
Sempre in attesa di riprendere il tema di una nuova legge complessiva, e senza più i sostegni alla domanda, il mercato si sta restringendo e rischiamo che le molte case editrici che negli ultimi anni sono riuscite ad andare avanti in un equilibrio economico fragile non siano più in grado di farlo. È a rischio la pluralità dell'offerta editoriale italiana, caratteristica del nostro settore.
È un tema economico e socio-culturale che non può essere ignorato da governo e Parlamento". Nell'incontro di oggi alla fiera nazionale della editoria indipendente, "si è condiviso l'auspicio - ha commentato Andrea Palombi, presidente di Adei, l'Associazione degli editori indipendenti, che organizza la rassegna - a impegnarsi per chiedere ai rappresentanti politici e istituzionali di definire una politica strutturale per il libro e la lettura".
QUASI LA METÀ DEI LIBRI PIÙ COMPRATI NEL 2023 È DI SCRITTRICI
È marcata la presenza delle scrittrici nelle classifiche di vendita del 2023. Se consideriamo quella generale, sono 48 su 100 i titoli scritti da donne, per un totale di 34 autrici. Tutte assieme hanno generato 4 milioni di copie vendute. Rispetto all'anno precedente ci troviamo di fronte a un incremento del +7,2% a copie: nella top 100 del 2022 avevamo infatti 31 scrittrici con 44 titoli in classifica
È quanto emerge da uno studio pubblicato l'8 marzo, nel Giorno della Festa Internazionale della Donna, sul Giornale della Libreria, la testata quotidiano online dell'Associazione Italiana Editori.
Ecco i Top 10 titoli scritti da donne in classifica generale 2023:
1) La portalettere di Francesca Giannone, Nord
2) Dammi mille baci di Tillie Cole, Always Publishing
3) Tre ciotole di Michela Murgia, Mondadori
4) Come d'aria di Ada D'Adamo, Elliot
5) Due cuori in affitto di Felicia Kingsley, Newton Compton
6) Il vento conosce il mio nome di Isabel Allende, Feltrinelli
7) Fabbricante di lacrime di Erin Doom, Magazzini Salani
8) Accabadora di Michela Murgia, Einaudi
9) Atlas di Lucinda Riley e Harry Whittaker, Giunti Editore
10) It starts with us di Colleen Hoover, Sperling & Kupfer.

Nell'arco di due anni, è aumentato non solo il numero delle autrici presenti nella classifica di narrativa (italiana e straniera), ma soprattutto quello delle autrici italiane, che passano dalle 14 del 2022 alle 21 del 2023, con ben 18 nuove posizioni guadagnate" .
SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISABETTA MAURI
Torna anche nel 2024, dal 23 al 26 gennaio, il Seminario di perfezionamento della Scuola per Librai organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, giunto alla sua quarantunesima edizione, nel tradizionale appuntamento in quattro giornate presso la storica Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
L’annuale Seminario, che coinvolge editori e librai italiani e internazionali, è organizzato con il contributo di Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, e in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, l’Associazione Librai Italiani e il Centro per il Libro e la Lettura. La giornata conclusiva, venerdì 26 gennaio, intitolata “Le nuove sfide”,solitamente attesa dai professionisti di trenta Paesi, potrà essere seguita in collegamento zoom, previa registrazione all’indirizzo https://qrco.de/uem41. Il Seminario è da sempre un importante momento di confronto sul mondo del libro, in cui si prendono in esame i diversi aspetti e le criticità proprie di un’attività affascinante e fondamentale per la diffusione della cultura come quella delle librerie: gestione, organizzazione, distribuzione, commercializzazione e promozione. Un laboratorio, dunque, in cui si vuole progettare, discutere, conoscere le dinamiche di un mondo complesso ma sempre vitale che ha al suo centro il libro.
PREMIO NONINO 2024
Sabato 27 gennaio, alle ore 11, si terrà a Ronchi di Percoto (Udine), presso le Distillerie Nonino, la consegna dei premi e le celebrazioni per i cinquant’anni della creazione del Monovitigno Nonino. La giuria del Premio Nonino, presieduta da Antonio Damasio, e composta da Adonis, Suad Amiry, John Banville, Luca Cendali, Mauro Ceruti, Jorie Graham, Amin Maalouf, Claudio Magris, Norman Manea ed Edgar Morin, ha assegnato i seguenti premi. PREMIO NONINO RISIT D’AUR BARBATELLA D’ORO 2024 ad Angelo Floramo e Cooperativa INSIEME ‘Frutti di Pace’. PREMIO INTERNAZIONALE NONINO 2024 ad Alberto Manguel. PREMIO NONINO 2024 a Rony Brauman, per dodici anni l’anima di Medici senza frontiere. PREMIO NONINO ‘MAESTRO DEL NOSTRO TEMPO’ 2024 a Naomi Oreskes, una delle più importanti intellettuali pubblicamente impegnate sul ruolo della scienza nella società e sulla realtà del cambiamento climatico antropogenico. Autrice di libri scientifici e divulgativi – Perchè fidarsi della Scienza? (Bollati Boringhieri, 2021).
PREMIO CAMPIELLO NOVITÀ IN GIURIA
Novità per il Premio Campiello, istituito nel 1962 dagli Industriali del Veneto, e promosso e gestito dalla Fondazione Il Campiello, composta dalle Associazioni Industriali del Veneto e dalla loro Federazione regionale. Partiamo dalle date della prossima edizione, la 62esima: la finale si terrà a Venezia sabato 21 settembre presso il Teatro La Fenice; riconfermato Walter Veltroni come presidente della Giuria dei Letterati, mentre arriva un nuovo componente nella Giuria dei Letterati, Alessandro Beretta.
Il Comitato di Gestione, a cui sono affidate l’ideazione, la gestione e la programmazione delle attività del Premio Campiello, sarà presieduto anche quest’anno da Mariacristina Gribaudi e composto dagli imprenditori Eugenio Calearo Ciman, Davide Piol e Stefania Zuccolotto. Sono stati inoltre confermati i componenti del Comitato Tecnico del Premio Campiello, l’organo che ha il compito di stabilire la piena corrispondenza delle opere ai requisiti del regolamento del Premio: ne fanno parte i professori Giorgio Pullini (Presidente), Gilberto Pizzamiglio e Ricciarda Ricorda.
Con la definizione della Giuria dei Letterati parte ufficialmente l’edizione 2024 del Campiello, a cui possono partecipare i romanzi pubblicati per la prima volta in volume tra il 1° maggio 2023 e il 30 aprile 2024 e regolarmente in commercio. Al concorso non sono ammessi né saggistica, né poesia, né opere tradotte in italiano da altre lingue.Il 31 maggio 2024 la Giuria dei Letterati si riunirà a Padova per selezionare la cinquina finalista e annunciare il Premio Opera Prima.
IL BILANCIO DI #IoLeggoPerché 2023
Quasi 600mila nuovi libri nelle biblioteche scolastiche italiane, oltre 3 milioni in otto anni: è questo il bilancio dell’ottava edizione di #ioleggoperché, la campagna nazionale organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) per la creazione e il potenziamento delle biblioteche scolastiche.
Sono in totale 582.749 i libri donati (482.749 dai cittadini e 100.000 dagli editori) nelle 3.609 librerie aderenti per le 25.394 scuole e i 330 nidi iscritti al progetto. “È stato raggiunto un risultato davvero eccezionale – ha sottolineato il presidente di AIE, Innocenzo Cipolletta –. Sfiorare i 600mila libri in una sola edizione e tre milioni di libri nuovi in otto anni è la conferma che le scuole italiane hanno sempre più necessità di libri e con #ioleggoperché, edizione dopo edizione, contribuiamo a rispondere a questo bisogno che va di pari passo con il nostro obiettivo di creare nuovi lettori. Lo facciamo con una grande squadra, composta dagli editori e dalla filiera del libro, certamente, ma anche dalle Istituzioni, dai media e ovviamente dalle scuole e dai cittadini tutti. Insieme stiamo cercando di cambiare le cose.“
Quella che si è svolta dal 4 al 12 novembre è stata l’edizione di #ioleggoperché più partecipata di sempre e i numeri lo confermano: le donazioni, infatti, sono cresciute a livello nazionale del 10%circa rispetto al 2022. E sono così suddivise percentualmente tra le varie aree dello stivale: Nord Ovest (31%), Nord Est (27%), Centro (21%), Isole (5%), Sud (16%).Le Regioni in cui si è donato di più sono Lombardia (19,5%), Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Piemonte, Lazio seguite da Puglia, Campania, Marche, Sicilia. Tra le province svettano, oltre a Milano e Roma, Torino, Vicenza, Bologna, Napoli, Firenze, Bari.
GAZA DISTRUTTA UNA BIBLIOTECA PUBBLICA

In queste ore l’attenzione mediatica (e geopolitica) è ovviamente concentrata sulla proroga della tregua nel conflitto tra Hamas e Israele, e sul rispetto degli accordi per la delicatissima liberazione degli ostaggi. Al tempo stesso, ieri le autorità di Gaza City hanno comunicato (e condannato) la distruzione della principale biblioteca pubblica della città, accusando le forze israeliane.
Sono stati distrutti migliaia di libri e documenti storici, e le autorità di Gaza hanno richiesto l’intervento dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. A conferma, però, che nel conflitto in corso in Palestina (e in generale nelle guerre di questi anni) occorre fare molta attenzione alle informazioni che vengono veicolate dalle tutte le parti in causa, Storyful, che riporta la notizia e pubblica un video che mostra l’edificio distrutto, al tempo stesso specifica di non aver potuto verificare in modo indipendente la notizia ad ogni modo, qualche giorno fa avevamo raccontato la distruzione di un’altra biblioteca, in questo caso in Ucraina, da parte dell’esercito russo.
Del resto, purtroppo ogni conflitto ha le sue vittime collaterali, da sempre. Non solo tra uomini e donne di ogni età. Nel corso della storia, infatti, spesso le biblioteche sono state colpite (basti pensare a quello che avvenne nel 1992 alla biblioteca di Sarajevo…).

"LIBRIAMOCI" - NEL SEGNO DI “LO HOBBIT” DI TOLKIEN

Il 2 settembre 1973 moriva lo scrittore John Ronald Reuel Tolkien, nome fondamentale nella storia del genere fantasy e autore del Signore degli Anelli. A 20 anni dalla morte, a Tolkien è stata dedicata una grande mostra a Roma, voluta fortemente dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. 

E la stessa edizione 2023 di Libriamoci – Giornate di lettura nelle scuole, la campagna nazionale promossa dal Ministero della Cultura attraverso il Centro per il libro e la lettura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico, in programma da lunedì 13 a sabato 18 novembre, sarà dedicata a Tolkien. 

Al centro dell’iniziativa, ancora una volta, “la lettura ad alta voce nelle scuole di ogni ordine e grado”. Il 13 novembre, la Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani di Milano, nell’ambito di Bookcity, ospiterà un convegno scientifico, rivolto a studiosi e insegnanti, dedicato proprio al romanzo Lo Hobbit di Tolkien, a 50 anni dalla scomparsa dell’autore e dalla traduzione italiana. 

L’evento darà il via a Libriamoci.Nel comunicato si spiega che “il tema istituzionale scelto per questa decima edizione della campagna è Se leggi ti lib(e)ri“, che sottolinea l’invito del Centro per il libro e la lettura a considerare la lettura come espressione di libertà e il libro come chiave per ottenerla. E del resto, si legge a questo proposito nella nota, “niente più della letteratura fantastica può celebrare questo potere: la libertà di mettere in pausa la realtà per sognare, viaggiare nel tempo per esplorare mondi incantati e, nel frattempo, imparare a pensare”. Il 13 novembre, a Milano, saranno gli esperti della Tolkien Society e dell’Università di Oxford a parlarne, seguiti dai contributi di numerosi studiosi delle Università italiane (Roma, Milano, Cagliari, Trento, Napoli). Interviene, introduce e modera il convegno Oronzo Cilli, scrittore e curatore della seconda edizione de Lo Hobbit annotato (Bompiani, 2004).

NOIR FESTIVAL: A DANIEL PENNAC IL RAYMOND CHANDLER 2023

“Tornando a casa progettate un bel giallo con tanti omicidi: vi farà bene alla salute”. È la ricetta del più amato tra gli scrittori europei, il francese Daniel Pennac, l’autore che con Il paradiso degli orchi ha dato vita nel 1985 al fortunato ciclo di romanzi che vedono protagonista Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, paradossale e divertente investigatore. 

A lui andrà il Raymond Chandler Award 2023 il 1 dicembre, giornata d’apertura del Noir in Festivalnella Sala Rossa di Casa Manzoni a Milano. “Abbiamo inseguito per molto tempo questo straordinario scrittore che al ‘giallo’ ha dedicato una parte significativa della sua opera”, dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, direttori del festival insieme a Gianni Canova (Delegato IULM), “e siamo particolarmente orgogliosi che abbia accettato nell’anno in cui è arrivato in libreria il suo formidabile Capolinea Malaussène (Feltrinelli)”. 

È successo in Brasile, dove per caso Pennac scopre il romanzo di genere mystery o hard-boiled e a questo si appassiona al punto che, usandolo da grimaldello per fantasia e creatività, per oralità e moralità, diventerà un grande scrittore. La prima volta nel 1985, a quattro mani con uno pseudonimo:Binario morto, una sorta di spy-story pubblicata in collaborazione con gli amici Jean Bernard J. B. Pouy e Patric Raynal, arrivato in Italia nel 1997, tradotto da Luigi Bernardi. 

Come si ricorda nella presentazione dell’edizione 2023 del festival, Pouy e Raynal provocano Daniel sostenendo che non è in grado di scrivere da solo un vero e proprio giallo. Pennac raccoglie la sfida, scommette e così nascono, per la Série Noire di Gallimard, Benjamin Malaussène, investigatore involontario, e la sua stramba famiglia, protagonisti delle storie scritte tra il 1985 e il 2023.

#IOLEGGOPERCHÉ 2023
In programma dal 4 al 12 novembre, #ioleggoperché ha rinnovato radicalmente il patrimonio librario delle biblioteche scolastiche italiane con quasi 2,5 milioni di libri nuovi in sette anni in tutta Italia.
Un bisogno più che mai attuale se si considera che più di un quarto delle scuole italiane che hanno partecipato al progetto negli anni scorsi dichiarava di non avere ancora al proprio interno una biblioteca scolastica prima dell’arrivo dei libri di #ioleggoperché. “ L’obiettivo è contribuire a crescere una nuova “generazione #ioleggoperché” che i libri li legge, li usa, li ama. Faremo attenzione ai territori più fragili: capiremo come supportare attraverso #ioleggoperché le scuole recentemente colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna.” “Leggere è un’attività che stimola la creatività ed è indispensabile nella crescita e nella formazione dei ragazzi, fin dalla prima infanzia. Ci fa confrontare con un autore, riflettere, utilizzare l’immaginazione e i dati dimostrano che la consapevolezza degli studenti italiani dell’importanza della lettura è forte e radicata. In un’epoca caratterizzata dalla necessità di governare fenomeni come l’intelligenza artificiale e il digitale, l’iniziativa #ioleggoperché contribuisce a valorizzare questa consapevolezza e a orientare i ragazzi nella straordinaria ricchezza che i libri possono offrirci”, ha sostentuto il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Come tutte le scuole che si iscrivono sul sito www.ioleggoperche.it, anche i nidi selezionati potranno partecipare alla campagna di donazioni nazionale nelle librerie gemellate: dal 4 al 12 novembre, infatti, chiunque potrà donare un libro alle biblioteche delle scuole e degli asili nido iscritti.
CAMBIO DI STAGIONE, 5 LIBRI PER AFFRONTARLO AL MEGLIO
Da qualche giorno, il nord Italia ha accolto il primo freddo e le piogge autunnali. Nel Meridione, sembra che il caldo stia per affievolire la sua morsa. Che stia per arrivare davvero l’autunno foriero di vento e tè caldi sorseggiati quando comincia a far buio? In questo articolo scopriamo 5 libri perfetti da leggere per affrontare il cambio di stagione.
“L’autunno é l’ultima stagione dell’anno” di Nasim Marashi, è un intreccio di storie che vi terranno incollati alle pagine fino all’ultimo; un romanzo che vede nell’autunno una metafora di vita.
“Il senso di una fine” di Julian Barnes,un romanzo introspettivo, che induce a riflettere sul legame che unisce presente e passato.
"Il rosmarino non capisce l’inverno” di Matteo Bussola, per superare la sensazione di fiacchezza che prende sia il corpo che lo spirito.
“Autunno” di Ali Smith, primo romanzo della tetralogia dedicata alle quattro stagioni.
“Troverai più nei boschi” di Francesco Boer, se sentiamo la necessità di riconnetterci con la natura e, attraverso essa, con il nostro io più profondo.
“RECENSORI TRAVISATI”: LA POLEMICA SULLE FASCETTE DEI LIBRI
Più o meno pertinenti, più o meno sensazionalistiche: nel mondo dell’editoria capita periodicamente di discutere di fascette poste sulle copertine delle novità in libreria, ed è un gioco diffuso tra gli addetti ai lavori quello di commentare i “blurb” più esagerati.
Ma se pensate che sia una questione solo italiana vi sbagliate: la polemica dell’estate, infatti, riguarda il Regno Unito. Come ha raccontato The Bookseller, l’ultima discussione è infatti partita oltremanica, quando alcuni giornalisti, tra cui James Marriott, editorialista del Times, Johanna Thomas-Corr, redattrice letteraria del Sunday Times, e Thomas-Corr della rivista New Statesman, si sono pubblicamente lamentati per l’utilizzo fatto da parte della casa editrice di turno (in questo caso Penguin Random House) delle proprie recensioni alla nuova edizione tascabile di Beyond Order: 12 More Rules for Life dello psicologo canadese Jordan B. Peterson. Sì perché i loro articoli non erano certo stati entusiastici, eppure alcuni brevi passaggi, presi fuori contesto e usati nel “blurb”, sembravano esaltare l’opera. In tanti, non solo gli autori dei pezzi, hanno pensato che sia stato “superato un limite“, e non pochi hanno pubblicamente chiesto nuove “regole” per l’utilizzo dei blurb.
A partire dalla Society of Authors (SoA), che si è espressa contro gli editori che travisano le recensioni negative sulle copertine dei libri. Come sottolinea il Guardian, l’Ad Nicola Solomon (un avvocato, che non ha caso ha sottolineato le problematiche legali che si rischiano) ha chiesto maggiore trasparenza da parte delle case editrici: “I lettori e gli autori meritano un marketing onesto ed equo da parte degli editori“. E così c’è poi chi, come Bonnier Books UK, proprio a seguito delle recenti polemiche (di cui ha parlato anche Il Manifesto) ha deciso di preparare una guida di buone pratiche per le future fascette da condividere con i propri dipendenti. Una svolta è vicina?
ECCO LA “MIGLIORE BIBLIOTECA PUBBLICA AL MONDO”
La migliore biblioteca pubblica al mondo? Ha sede a Barcellona, ed è dedicata a Gabriel García Márquez e alla letteratura latinoamericana: a decretarlo, la Federazione internazionale delle associazioni e delle istituzioni bibliotecarie, riunitasi a Rotterdam. Per la prima volta questo speciale riconoscimento va a una biblioteca spagnola. Come racconta il Guardian, la biblioteca in questione, che si sviluppa su sei piani, è stata aperta il 28 maggio 2022 nel quartiere operaio di Sant Martí de Provençals, e ha una capienza di circa 800 persone (e una superficie di circa 4mila metri quadrati).
Dall’architettura alla sostenibilità, fino all’approccio innovativo per avvicinare il quartiere alla biblioteca, sono tanti i punti di forza che hanno portato a questa scelta. Esprime inevitabilmente soddisfazione Neus Castellano, direttore della biblioteca (progettata da Elena Orte e Guillermo Sevillano dello studio SUMA Arquitectura): “È stato premiato il modello che abbiamo adottato, in cui la biblioteca diventa un’estensione della casa“. Non a caso la biblioteca premiata è apprezzata da bambini e anziani, oltre che dagli studenti. Tra i puniti di forza, la presenza di una “stanza dei sensi”, pensata per bambine e bambini con difficoltà di apprendimento. In pochi mesi la biblioteca ha saputo conquistare un ampio pubblico: tra maggio 2022 e luglio 2023, ha infatti ricevuto più di 300mila visite, con una media di più di mille persone al giorno, e ha effettuato quasi 200mila prestiti. Nel corso del primo anno, inoltre, sono state realizzate più di 6mila nuove carte e sono stati ospitati oltre 100 laboratori. Da prendere a modello…
E SE TIKTOK SI METTESSE A PUBBLICARE E VENDERE LIBRI?
Da alcuni anni il mondo dell’editoria, dagli Stati Uniti all’Europa (Italia inclusa), è alle prese con l’impatto (positivo) della piattaforma TikTok sulla comunicazione (e indirettamente la vendita) dei libri, e più in generale sulla condivisione da parte delle nuove generazioni (e ormai non solo) della loro passione per la lettura. Passione che appare molto legata all’oggetto fisico (il libro cartaceo), a determinati generi narrativi (il romance, che a sua volta si ramifica in decine di sottogeneri, il fantasy, i romanzi young adult etc.). In ascesa é #BookTok, sui libri preferiti dalla community (in cui non mancano sorprendenti “riscoperte”) o, ancora, sul nuovo “linguaggio” che viene associato alla lettura, a suon di “aesthetic”, “trend” e “vibes”…
La novità è che la proprietà (cinese) di TikTok, ByteDance, non solo, come ha recentemente raccontato il Sole 24 Ore, si prepara a sfidare Amazon e a testare una piattaforma per l’ecommerce ma, come ha svelato il New York Times, si appresta pure a diventare un editore di libri. ByteDance, consapevole del successo dei video dedicati alla lettura sulla sua piattaforma, sarebbe pronta a lanciare una propria casa editrice. Non una notizia da poco: ci si chiede infatti quale impatto sul mercato librario potrebbe avere un cambiamento di questo tipo e, come sottolinea il NYT, la preoccupazione da parte degli editori (e non solo) appare inevitabile. Il New York Times, sottolinea come a fine aprile ByteDance abbia depositato il marchio 8th Note Press, realtà nata con l’intento di creare un “ecosistema” in cui le persone possano trovare, acquistare, leggere, recensire e discutere di libri.
Non (solo) una casa editrice, quindi. Inoltre, è stata assunta Katherine Pelz, figura da tempo attiva nel mondo editoriale, in particolare in ambito romance, chiamata a occuparsi delle acquisizioni di titoli. Certo, come fa notare anche il quotidiano Usa, gli utenti di TikTok finora hanno mostrato decisamente più interesse (anche su #BookTok) per i video all’insegna dell’autenticità, manifestando al contrario indifferenza per quelli esplicitamente “promozionali”.
TORNA SU RAI3 “PER UN PUGNO DI LIBRI”
Una bella notizia per il mondo della lettura dai palinsesti Rai: a oltre tre anni dall’ultima edizione, chiusa a causa del Covid, torna su Rai3 un programma molto amato come Per un Pugno di Libri: la conduzione della nuova edizione è stata affidata a scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, che prende il posto di Geppi Cucciari (e prima ancora, di Veronica Pivetti, Neri Marcorè e di Patrizio Roversi)
Nel programma, in onda dal 1998, due gruppi di studenti delle scuole superiori si affrontano in un duello letterario che ha per protagonista un classico della letteratura italiana o straniera. “Il programma manterrà la sua vocazione di gara tra scolaresche provenienti da tutta Italia, in un gioco tra giovani lettori nel quale si racconteranno anche storie, pensieri, idee, parole e trame che hanno sempre a che fare con le più stringenti questioni dell’oggi, con una particolare attenzione allo storytelling del mondo social
L’obiettivo è infatti quello di trovare nei grandi classici della letteratura, così come nei libri di più recente produzione, le risposte alle domande eterne dell’essere umano ma anche le soluzioni alle mille contraddizioni di un presente difficile, almeno in apparenza, da decifrare“.
“SETTIMANA DEL LIBRO”
Con piacere aderiamo alla “Settimana del libro” promossa dalla Croce Rossa di Vicenza, vi aspettiamo quindi in libreria numerosi per donare un libro o un buono libro alle famiglie in difficoltà economica che fanno la spesa all’Emporio Solidale di Vicenza, gestita dall’Associazione Diafonia Onlus Vicenza e l’Assessorato ai Servizi Sociali della nostra città. Offrire la possibilità di leggere é altrettanto importante quanto il cibo per alimentarsi, perché anche i libri sono beni di prima necessità. Aiutaci ad alimentare le menti!
E SE GLI ALGORITMI AIUTASSERO A VENDERE MEGLIO?
E se gli algoritmi ci aiutassero a vendere meglio, e per piu’ tempo, i titoli di catalogo?
La vita commerciale di un buon libro potrebbe durare decine di anni, e anche centinaia. Eppure, nella maggior parte dei casi, se ha buona fortuna un titolo riceve un picco d’attenzione al momento della pubblicazione, per poi, più o meno lentamente, scomparire. È una tendenza piuttosto consolidata nei maturi mercati anglosassoni ed europei che, anzi, dalla pandemia in poi si è anche lievemente attenuata.
Il blocco dei lanci novità nei periodi di confinamento, infatti, ha indotto editori e filiera a concentrarsi sulla promozione del catalogo. I lettori hanno fatto il resto:in Italia, ancora nei primi quattro mesi del 2023,la quota dei primi 100 titoli più acquistati non arriva a coprire il 10% del totale di mercato. Parallelamente, il lancio di novità è calato circa del 12% rispetto al corrispondente periodo del 2022. Ma l’«evanescenza» resta una caratteristica costitutiva del nostro mercato. Le vendite di un titolo tendono a sbiadire a pochi mesi dalla pubblicazione, così come la sua visibilità: dagli spazi in libreria a quelli sui media. Salvo che non venga rivitalizzato dalla messa in onda di una trasposizione televisiva o cinematografica,o da un inatteso picco di viralità su tiktok.
Open road ha cambiato i suoi programmi, la digital media company nasce a New York nel 2009 con l’intenzione di pubblicare in formato digitale vecchi romanzi e saggi oramai fuori diritti:il primo Kindle è uscito due anni prima e già suonano le campane a morto per il libro a stampa. Ma la storia é andata in tutt’altra direzione: quasi quindici anni dopo i libri di carta sono ancora vivi, l’e-book non ha portato la rivoluzione che ci si aspettava. Attualmente, la società si occupa ancora di dare una seconda vita ai libri più vecchi, ma lo fa utilizzando algoritmi ad apprendimento automatico per mobilitarne le vendite e quindi allungarne il ciclo di vita: scavando tra le recensioni, i post sui social media, le piattaforme di e-commerce e le librerie online.
Sulla base dei risultati di questo monitoraggio, Open Road propone all’editore una strategia di marketing per mobilitare le vendite di quei libri e – volendo – un pacchetto di azioni «programmatic» per agire con prezzi speciali e promozioni sui siti web di vendita al dettaglio e per potenziare la visibilità del titolo attraverso strategie di SEO. Un altro elemento importante dell'approccio dell'azienda è poter contare sull’esercito di circa tre milioni di utenti che ricevono le newsletter di Open Road: si tratta di una newsletter «di contenuto», rivolta a un target di forti lettori e infarcita di link ai libri che vengono nominati di uscita in uscita. «In media, Open Road riesce a raddoppiare le vendite dei titoli di catalogo che promuove» ha raccontato David Steinberger, veterano dell’editoria e attualmente proprietario della società. Grove Atlantic, editore indipendente che con la piattaforma sta collaborando da qualche tempo affidandole la promozione di circa 1.500 titoli di catalogo, conferma l’ordine di grandezza. «Dopo aver visto i risultati – racconta Morgan Entrekin, l’editore – abbiamo deciso infatti di investire nel progetto».
SALONE DEL LIBRO DI TORINO 18-22 MAGGIO 2023
Il prossimo Salone si terrà da giovedì 18 a lunedì 22 maggio negli spazi che da anni lo caratterizzano: i padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere e il Centro Congressi Lingotto a cui si unirà per la prima volta lo spazio Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli.
Il tema della 35esima edizione del Salone del Libro è Attraverso lo specchio, “non solo un tema ma quasi un motto, un desiderio che porta chi lo esprime a travalicare la quotidianità e la passività per sconfinare in nuovi mondi dove il reale e il fantastico si mescolano, dove tutto è possibile. La meraviglia celata dietro lo specchio viene catturata dal manifesto di quest’anno illustrato dall’artista italiana Elisa Talentino, un manifesto che contribuirà a trasportare i lettori e le lettrici, pronti a raggiungere Torino a maggio, in un universo fatto di carta stampata, di storie raccontate ad alta voce e di immaginazione”, si spiega nella presentazione.
In occasione dell’edizione 2023, il Salone del Libro torna a ospitare sia una regione italiana che un Paese: la Sardegna e l’Albania, presenti con uno stand al padiglione Oval e al padiglione 1, che cureranno nei giorni dell’evento una programmazione dedicata in connessione con la cultura mediterranea che le accomuna. Il programma completo è pubblicato sul sito Salonelibro.it.
LA MILANESIANA 2023
La 24esima edizione de La Milanesiana, rassegna itinerante ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, attraverserà dal 23 maggio al 27 luglio, con un’anteprima il 7 aprile, 23 città italiane in 7 diverse regioni, con oltre 60 incontri ed eventi e più di 200 ospiti italiani e internazionali provenienti da diverse discipline
La manifestazione è organizzata da Imarts International Music and Arts e Fondazione Elisabetta Sgarbi, con il Patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia ed è nata per “promuove il dialogo tra le arti, intrecciando Letteratura, Musica, Cinema, Scienza, Arte, Filosofia, Teatro, Diritto, Economia, Sport e, per il primo anno, Fumetto”. Il tema di questa 24esima edizione è Ritorni, ispirato dallo scrittore nigeriano, Ben Okri. “Un tema-mondo per interpretare la cronaca attuale (chi lascia la propria terra sperando di non farci più ritorno, chi parte sognando di tornarci), che abbraccia anche altri nuclei tematici: il rapporto con la natura, quello con l’intelligenza artificiale e quello tra genitori e figli”, si spiega nella presentazione
Per la sua 24esima edizione, La Milanesiana tocca 23 città in 7 regioni italiane, confermando lo spirito fortemente del Festival. Il 15 luglio al Teatro Olimpico di Vicenza si tiene un concerto dedicato a Battiato “Torneremo ancora. Concerto mistico per Battiato” in cui si esibiscono Simone Cristicchi e Amara, con i solisti della Accademia Naonis di Pordenone. Sempre a Vicenza al Teatro Olimpico il 16 luglio va in scena con letture e dialogo Mircea Cărtărescu Bruno Mazzoni in Time Traveler, Un viaggio attraverso 45 anni di successi della vita di Ute Lemper, un concerto con Ute Lemper (voce) Vana Gierig (pianoforte) Giuseppe Bassi (contrabbasso). Entrambi gli appuntamenti sono introdotti da Elisabetta Sgarbi
PREMIO STREGA 2023: ECCO I 12 SELEZIONATI
Da 80 libri proposti (un record) a 12 opere che si giocheranno l’ingresso nella cinquina (o sarà sestina?) del Premio Strega 2023. E veniamo quindi all’elenco dei libri proposti (in ordine alfabetico)
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu (Laterza)
Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata (Einaudi)
Andrea Canobbio, La traversata notturna (La nave di Teseo),
Ada D’Adamo, Come d’aria (Elliot)
Gian Marco Griffi, Ferrovie del Messico (Laurana Editore),
Vincenzo Latronico, Le perfezioni (Bompiani),
Romana Petri, Rubare la notte (Mondadori),
Rosella Postorino, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli),
Cassandra a Mogadiscio (Bompiani),
Andrea Tarabbia, Il continente bianco (Bollati Boringhieri),
Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco (Marsilio),
Carmen Verde, Una minima infelicità (Neri Pozza).
I 12 libri candidati saranno letti e votati da una giuria composta da 660 aventi diritto. Ricordiamo che la proclamazione della cinquina finalista si terrà il 7 giugno a Benevento, mentre l’elezione del vincitore si svolgerà il 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. E veniamo al Premio Strega Europeo, che compie 10 anni e rinnova la collaborazione con il Salone internazionale del libro di Torino: i cinque libri candidati al Premio Strega Europeo 2023: Emmanuel Carrère, V13 (Adelphi), Esther Kinsky, Rombo (Iperborea), Andrei Kurkov, L’orecchio di Kiev (Marsilio), Johanne Lykke Holm, Strega (NN Editore), Burhan Sönmez, Pietra e ombra (nottetempo). 
DA IVREA IL MANIFESTO PER IL FUTURO DEL LIBRO
Dopo un anno di appuntamenti e iniziative intorno al libro e alla lettura, Ivrea Capitale italiana del libro 2022 ha presentato il Manifesto per il futuro del libro, consegnandolo nelle mani del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano in rappresentanza di tutto il Paese. Il Manifesto per il futuro del libro, suddiviso in 22 punti e 99 parole chiave, è l’eredità di Ivrea Capitale italiana del libro 2022 e “mette al centro i temi più imprescindibili per il mondo editoriale contemporaneo che guarda al futuro della lettura”. Del resto, come si ricorda nel comunicato conclusivo, il documento è stato uno dei temi centrali del progetto di Ivrea sin dalla candidatura, tanto da essere tra i cardini del dossier con cui la Città si è presentata con l’obiettivo di essere, per un anno, una piattaforma nazionale di confronto intorno alla lettura e ai temi del mondo editoriale. Il Manifesto è dunque l’esito finale di un percorso di analisi e confronto che ha coinvolto oltre 150 partecipanti (rappresentanti e professionisti del mondo editoriale e culturale) suddivisi in quattro incontri realizzati in collaborazione con il Salone internazionale del libro di Torino e Ipsos; a questi si sommano gli appuntamenti realizzati per la preparazione del dossier con la partecipazione di 80 rappresentanti delle comunità del libro: editori, scrittori, lettori, librai, bibliotecari, insegnanti e operatori del digitale. La riflessione si è sviluppata intorno a tre linee, già tracciate in fase di candidatura e filo conduttore dell’attività di tutto l’anno: quantità/qualità, fisico/digitale, iconico/didascalico. IL MANIFESTO PER IL FUTURO DEL LIBRO: Da accesso alla lettura fino a welfare culturale passando per dialogo, linguaggi e risorse, il Manifesto per il futuro del libro punta a offrire “un contributo concreto poiché tocca i temi imprescindibili per le politiche del libro e le azioni di coinvolgimento e sviluppo della lettura”. “Leggere è stato a lungo un’azione per pochi, per privilegiati, per uomini, per adulti. Poi la lettura ha preso la strada della democrazia; l’illuminismo e l’enciclopedismo sono stati alla base della rivoluzione francese, e le dittature hanno sempre, per prima cosa, cercato di distruggere la passione per la lettura. Oggi leggere è sinonimo di democrazia e libertà; è lo strumento per crescere umanamente e socialmente, per conquistare la vera indipendenza di sé. Da sempre grazie ai libri e alla lettura apprendiamo, esploriamo nuovi mondi, viaggiamo nella storia, spingiamo il nostro pensiero oltre l’aspettato e ne traiamo piacere. Un piacere più volte raccontato e analizzato, che stuzzica la curiosità, motore per la scoperta del sé e della società, del guardare oltre lo specchio e dentro lo specchio”. Ecco perché Ivrea Capitale italiana del libro “ha creduto fortemente che fosse utile e necessario un manifesto per il futuro del libro e della lettura: per non dimenticare mai quanta libertà e quanta consapevolezza, in maniera unica e non altrimenti paragonabile, ci può dare questo straordinario oggetto e questa azione che ci identifica come esseri umani“. 
PREMIO INGE FELTRINELLI
La prima edizione del Premio Inge Feltrinelli. Raccontare il mondo, difendere i diritti, riconoscimento promosso da Gruppo Feltrinelli e Giangiacomo Feltrinelli “per sostenere la cultura e la parola come veicolo di promozione e difesa dei diritti”si è conclusa. La vincitrice della categoria “Diritti in Costruzione”, dedicata alle opere di fiction e non-fiction, è la scrittrice Wayétu Moore con I draghi, il gigante le donne (Edizioni E/O), “un’opera in cui il crudo realismo della guerra civile in Liberia si intreccia con l’ingenua fantasia di una giovanissima protagonista”.
Tra le inchieste giornalistiche raccolte per la categoria “Diritti Violati”, si è distinta invece La trilogia del confine: vite sospese tra Bielorussia e Polonia di Agata Kubis, “potente ed efficace nella sua capacità di accendere i riflettori sull’esperienza dei migranti intrappolati nelle foreste sul confine tra Polonia e Bielorussia. Infine, tra le sceneggiature di podcast proposte dalle scuole superiori italiane per la categoria “Diritti in pratica”, ad aggiudicarsi il primo posto è PUNTOACAPO, il lavoro curato dalla classe 4D del Liceo Scientifico Pasquale Stanislao Mancini di Avellino “che ripercorre, tra avversità e pregiudizi, il lungo e complesso itinerario di integrazione di donne rifugiate approdate in lrpinia in cerca di libertà”. In aggiunta ai primi premi, per ciascuna delle prime due categorie sono state assegnate dalla giuria internazionale anche due menzioni speciali.
Tra le inchieste giornalistiche, la “Menzione Speciale alle fonti e ai linguaggi innovativi” è stata assegnata a The banality of brutality. 33 giorni sotto assedio a Bucha, in Ucraina di Elena Loginova e Yana Korniychu, mentre l’operazione giornalistica della testata indipendente Mada Masr è stata riconosciuta come il “Miglior progetto editoriale indipendente”. Per le opere di fiction e non-fiction, a salire sul palco è stata Kerri Arsenault con il suo Mill Town. La resa dei conti (Black Coffee), premiata come l’opera capace di mettere al centro il “Tema emergente”. Il “voto del pubblico” ha invece identificato Prostitute in rivolta. La lotta per i diritti delle sex worker di Molly Smith e Juno Mac (Tamu) “come il titolo più capace di accendere la riflessione sulle richieste di riconoscimento e sulle nuove domande di tutela emerse nella società contemporanea”.
PREMIO STREGA 2023
È scaduto il termine per presentare i libri al Premio Strega 2023, il riconoscimento letterario promosso da Roma Capitale, Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega con il contributo di Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con BPER Banca, media partner Rai, sponsor tecnico IBS.it. Gli Amici della domenica, la giuria storica del premio, hanno proposto 80 libri di narrativa in lingua italiana pubblicati tra il 1° marzo 2022 e il 28 febbraio 2023.
Spetta ora al Comitato direttivo del premio – composto da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco (presidente), Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi, Antonio Scurati e Giovanni Solimine – scegliere i 12 titoli che si disputeranno l’edizione 2023. La dozzina sarà annunciata giovedì 30 marzo in una conferenza stampa che si terrà presso la Camera di Commercio di Roma nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano. La proclamazione della cinquina finalista si terrà il 7 giugno a Benevento, al Teatro Romano, alla presenza dei dodici candidati e del pubblico, mentre l’elezione del vincitore si svolgerà il 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. L’immagine che accompagnerà la LXXVII edizione è stata realizzata da Elisa Seitzinger: Protagonista dell’edizione di quest’anno – dichiara l’artista – è una strega ispirata alla figura di Ecate, signora della magia e degli incantesimi.
Divinità psicopompa, in grado di viaggiare liberamente tra mondo reale, degli dei e regno dei morti, come una musa letteraria che ispira scrittrici e scrittori, come la Madonna del parto di Piero della Francesca, dalla cui chioma escono i dodici libri finalisti del Premio Strega 2023.
BOOK PRIDE A MILANO DAL 10 AL 12 MARZO
Più di 180 marchi editoriali presenti, circa 300 tra ospiti e autori, 250 appuntamenti tra presentazioni, eventi e incontri, 3 sezioni (Book Young, Book Comics, Traiettorie Linguistiche), uno spazio dedicato ai mestieri del libro (Book Academy) e un luogo destinato alla poesia (Poet’s Corner), 4 percorsi (Mappe, Rifugi, Fughe, Visioni), 40 laboratori dedicati alle scuole per più di mille studenti iscritti
Al SuperStudio Maxi, in via Moncucco 35, ex industria siderurgica del quartiere di Famagosta”: l’obiettivo è quello di “favorire il dialogo tra centri e periferie e la sperimentazione dei linguaggi, oltre alla trasformazione di una fiera editoriale in un osservatorio da cui seguire i fenomeni culturali, sociali e politici in atto e in divenire”, si spiega nella presentazione. “Leggi con noi”, infine, sono due appuntamenti dedicati alla lettura ad alta, in Auditorium, brani dedicati al tema dei “Luoghi”
Due le anteprime in programma: Sheila Heti, che dopo Maternità presenta con Irene Graziosi Colore puro (Il Saggiatore), e Alicia Giménez-Bartlett, in libreria con La presidente (Sellerio). I luoghi intesi nella loro pluridimensionalità – geografica, fisica, psichica e sentimentale – sono al centro di Book Pride. “Mappe, Rifugi, Fughe e Visioni” sono i quattro percorsi attraverso i quali Book Pride “vuole aiutare ad orientarsi nel presente, spingendo a guardare dove pochi guardano, con il coraggio di sognare quello che ancora non è possibile vedere". 
I LIBRI PIÙ AMATI SU TIKTOK
Quali sono i libri più amati su TikTok in Italia (e non solo)? Quali sono quelli più consigliati dai booktoker? Quali i romanzi e le saghe più apprezzate dal pubblico del social del momento? L’argomento è molto vasto e complesso, e soprattutto in continuo mutamento. Per provare a tracciare una panoramica su questo mondo che sta rivoluzionando l’editoria, abbiamo preparato una selezione dei titoli più amati su #BookTok.

Quelli per piangere: Una vita come tante di H. Yanagihara, Dammi mille baci di T. Cole, Se i gatti scomparissero dal mondo di K. Genki, It ends with us di C. Hoover, Ancora una volta con te di D. Thao, Fabbricante di lacrime di E. Doom, La bambina sputafuoco di G. Binando Melis, Eppure cadiamo felici di E. Galiano,The Truth Untold. La verità nascosta di Rokia

La riscoperta dei bestseller: Dio di illusioni di D. Tartt, La mascella di Caino di Torquemada, La verità sul caso Harry Quebert di J. Dicker, L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello di O. Sacks, Persone normali di S. Rooney, Lolita di V. Nabokov, 4 3 2 1 di P. Auster, Follia di P. McGrath, Un giorno questo dolore ti sarà utile di P. Cameron, Norwegian Wood di Murakami, L'insostenibile leggerezza dell'essere di M. Kundera, Un giorno di D. Nicholls

Retelling mitologici e storie che vengono dal passato: La canzone di Achille di M. Miller, Paolo e Francesca. Romanzo di un amore di M. Strukul, Il cavaliere d'inverno di P. Simons, Le cronache dell’acero e del ciliegio La maschera di No Vol.1 di C. Monceaux

Libri che fanno emozionare: Nel modo in cui cade la neve di E. Doom, Ti aspetto a Central Park di F. Kingsley (all’anagrafe S. Artioli), Facciamo finta che mi ami di E. Armas, Kiss Me Like You Love di K. Shell (pseudonimo di una giovane autrice italiana), Better Collisione di C. Leighton (anche lei è una scrittrice italiana), Dangerously Mine Pericolosamente mio delle autrici italiane sotto pseudonimo, A. J. Foster, I sette mariti di Evelyn Hugo di T. Jenkins Reid, La vita invisibile di Addie LaRue di V. Schwa, Come uccidono le brave ragazze di H. Jackson. E poi quelli fantasy, le storie LGBTQ+ e la rivincita dello Young Adult. 
5 LIBRI DA LEGGERE NELLE FREDDE SERE D'INVERNO
Anche se piuttosto in ritardo, sembra che l’inverno sia davvero arrivato. Temperature fredde, pioggia, nevicate e maltempo ci privano della voglia di uscire e organizzare le nostre serate fuori casa. In questo articolo vi diamo qualche idea per trascorrere le vostre serate invernali in modo piacevole anche stando a casa
Ecco 5 libri perfetti da leggere nelle fredde sere d’inverno
1) “Vite che non sono la mia” di Emmanuel Carrère: siete tipi da letture introspettive ed esperimenti metaletterari? Questa è la lettura invernale che fa per voi
2) “Café Opéra” di Marta Mancuso: se invece avete voglia di trascorrere una serata confortevole sfogliando le pagine di una storia romantica che vi trasporta nella calda Parigi, “Café Opéra” è la lettura perfetta
3) “Diario d’inverno” di Paul Auster : fan della letteratura americana? Come non immergersi nella lettura di “Diario d’inverno”, il libro di memorie di Paul Auster che vi farà restare incollati alle pagine per ore ed ore
4) “Assassinio sull’Orient Express” di Agatha Christie: un grande classico che non ha bisogno certo di presentazioni e che si presta perfettamente ad una lettura serale, sotto le coperte, d’inverno. L’Orient Express, il leggendario treno delle spie e degli avventurieri internazionali, occupa un posto importante nell’immaginario degli appassionati di letteratura. Il merito è di questo libro
5) “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino: uno dei libri più iconici di Italo Calvino. E' un capolavoro di rara bellezza, un gioco letterario che Calvino instaura fra l’autore, il narratore ed il lettore. Se amate la letteratura e non lo avete ancora letto, questo è il libro che svolterà il vostro inverno e la concezione che avete del mondo della lettura.
40 ANNI DELLA SCUOLA LIBRAI UMBERTO ED ELISABETTA MAURI
Dopo due edizioni online a causa dell’emergenza sanitaria, il Seminario di perfezionamento della Scuola per Librai organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, giunto alla sua quarantesima edizione, torna in presenza nel tradizionale appuntamento in quattro giornate presso la storica Fondazione Giorgio Cini di Venezia. La Scuola ha appena perso il suo presidente, Achille Mauri, venuto a mancare l’11 gennaio. L’annuale Seminario che coinvolge editori e librai italiani e internazionali, organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri con il contributo di Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, e in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, l’Associazione Librai Italiani, e il Centro per il Libro e la Lettura, si svolgerà dal 24 al 27 gennaio 2023. La modalità online, che negli anni precedenti è stata occasione di ulteriore apertura internazionale, verrà comunque mantenuta, per consentire agli operatori della filiera editoriale di seguire la giornata conclusiva, previa registrazione. La giornata conclusiva di venerdì 27 gennaio, intitolata "Leggere il cambiamento", si aprirà alle 9.30 con gli Scenari economici di mercato, due incontri introdotti e coordinati da Alberto Ottieri (Messaggerie Italiane e Emmelibri): Proiezioni per il 2023: dove va la spesa delle famiglie italiane? di Angelo Tantazzi (Prometeia) e Il mercato del libro italiano ed europeo di Ricardo Franco Levi. Come di consueto, avverrà la consegna del Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri (giunto alla 17esima edizione) alla Libreria Lovat di Villorba e della Borsa di lavoro Nick Perren (giunta alla 4° edizione), seguita dalla tavola rotonda " Il cambiamento generazionale dei lettori" a cui parteciperanno Michael Busch (Thalia), James Daunt (Waterstones e Barnes & Noble), Sonia Draga (Sonia Draga Publishing Group), Gilles Haéri (Editions Albin Michel), Stefano Mauri (Messaggerie Italiane e Gruppo editoriale Mauri Spagnol), Madeline McIntosh (Penguin Random House), moderati da Porter Anderson (Publishing Perspectives). È atteso infine l’intervento dello scrittore Claudio Magris "I libri e la Memoria"
Il Seminario è da sempre un importante momento di confronto sul mondo del libro, in cui si prendono in esame i diversi aspetti e le criticità proprie di un’attività affascinante e fondamentale per la diffusione della cultura come quella delle librerie: gestione, organizzazione, distribuzione, commercializzazione e promozione. Un laboratorio dunque in cui si vuole progettare, discutere, conoscere le dinamiche di un mondo complesso ma sempre vitale che ha al suo centro il libro. 
Liliana Segre: “IL MIO SOGNO ERA FARE LA LIBRAIA”
“Di libri potremmo parlare per quindici giorni di fila”. Liliana Segre ci accoglie nel suo salottino e ci offre una tazza di tè caldo con un goccio di latte. Sarebbe bello poterlo fare per quindici giorni di fila, ma il tempo che ci ha già dedicato ci sembra prezioso. Quindi iniziamo subito, partendo dalla prima cosa che abbiamo davanti agli occhi: una grande libreria in legno scuro, dove spuntano numerosi volumi antichi. I libri sono perfettamente allineati e ordinati per casa editrice
E, se è vero che la disposizione di una libreria è una questione sentimentale, siamo curiosi di sapere di più su questa scelta. “Questa? Ma no, non è la mia vera libreria, questo è solo un assaggio“, svela Segre, posando la sua tazza di tè sul tavolino e sfiorando con un dito il dorso di qualche volume. Ne estrae uno e lo soppesa tra le mani. È Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Nella prima pagina, con una grafia sottile e appuntita, è segnata a matita la data di lettura: 1959. “È uno dei miei libri preferiti, ricordo di averlo letto subito, appena uscito”. Poi lo ripone, ne cerca un altro con lo sguardo: L’isola di Arturo di Elsa Morante. “L’ho amato tantissimo. È un romanzo stupendo”
Ora che tipo di lettrice è? “Compro tanti libri per il piacere di averli. E ne ricevo anche tantissimi
Ma purtroppo adesso leggo poco. O, meglio, sono obbligata a leggere cose che non leggerei. Però ho sempre amato la lettura. I primi soldi che ho avuto li ho spesi per i libri”.Aveva una libreria del cuore?“In realtà sì. C’era in via San Michele del Carso, angolo Piazza Baracca, una signora libraia, che era la mia fonte principale… Era meraviglioso recarsi dal tuo libraio di fiducia, una persona che aveva letto e che sapeva anche cosa consigliarti”.Oggi da chi si lascia consigliare?“Ho ancora qualche amicizia con i librai. Con uno in particolare. Lavora nella città in cui vado in vacanza d’estate. È un negozio a misura d’uomo e, quando arrivo, andare lì è una tappa d’obbligo. Mi piace farmi consigliare, ma a volte sono perfino io a dare consigli…”. Per esempio?“Se trovo qualche chicca che mi ha colpito la suggerisco sempre. È capitato diverse volte. In fondo mi sento una libraia mancata. La vita mi ha portato verso altre strade, ma avrei desiderato tantissimo avere una libreria. Non tanto per il negozio in sé, ma per il gusto di stare in mezzo ai libri, di toccare i libri. È indescrivibile il piacere di sfogliare le pagine”. Quali sono i suoi autori e le sue autrici di riferimento? “I grandi autori classici. Quelli che si devono leggere. I russi, gli israeliani, ma anche la letteratura moderna americana e quella dell’Europa del Nord. Devo dire la verità, meno gli italiani”. Tra le ultime uscite, una che l’ha particolarmente colpita? “Tre piani di Eshkol Nevo”.
PREMIO WONDY PER LA LETTERATURA RESILIENTE
È stata annunciata sulla pagina Facebook dell’associazione Wondy Sono Io, la sestina finalista della sesta edizione del Premio Wondy per la letteratura resiliente, progetto nato nel 2018 in memoria della giornalista e scrittrice Francesca Del Rosso (1974-2016, nella foto), conosciuta con il soprannome Wondy e autrice del volume Wondy – ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro (Rizzoli, 2014) nel quale ha raccontato con ironia e coraggio come ha affrontato la malattia. Il Comitato Promotore, coadiuvato da un gruppo di lettori dell’associazione Wondy Sono Io insieme ai coordinatori, ha identificato le sei opere finaliste che saranno successivamente sottoposte al giudizio di due giurie, una tecnica e una popolare: si tratta di La bambina sputafuoco di Giulia Binando Melis (Garzanti), La figlia del ferro di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore), Tuamore di Crocifisso Dentello (La Nave di Teseo), Sarà solo la fine del mondo di Liv Ferrachiati (Marsilio), Una vita dolce di Beppe Sebaste (Neri Pozza) e Trema la notte di Nadia Terranova (Einaudi)
In linea con lo spirito che anima questo Premio, “i sei autori sono stati scelti dal Comitato per l’apporto personale e innovativo nella narrazione del concetto di resilienza, raccontato nelle sue varie sfumature e come chiave interpretativa positiva degli accadimenti della vita, personale e collettiva”, si legge nella nota. La premiazione ufficiale si terrà presso il Teatro Manzoni di Milano, il prossimo 13 marzo 2023 nel corso di una serata organizzata dall’associazione, creata insieme a un gruppo di amici da Alessandro Milan, “con l’obiettivo di proseguire la grande eredità umana e intellettuale lasciata dalla moglie Francesca, grande appassionata di libri, che con la sua storia ha saputo insegnare a donne e uomini come nella vita le difficoltà di varia natura possano – e debbano – essere affrontate, possibilmente con il sorriso”.
LE ABITUDINI DI LETTURA DEGLI ITALIANI NEL 2022
Quanto leggono gli italiani? Quali sono le loro abitudini di lettura? Quali letture o ascolti prediligono? In che momento della giornata dedicano tempo alla propria storia preferita? A dare risposta a queste e molte altre domande ci pensa Rakuten Kobo. Dai libri più venduti, all’ora del giorno in cui gli italiani hanno sfogliato il maggior numero di pagine, fino all’impatto degli eventi globali sulle scelte di lettura e ascolto, il Kobo Book Report 2022 ci restituisce una vera e propria istantanea delle ultime tendenze e delle abitudini dei lettori italiani. Anche quest’anno, la lettura – soprattutto quella digitale – ha ricoperto un ruolo da protagonista nella quotidianità degli italiani.
Dopo un significativo incremento di lettori a partire dalla pandemia, anche quest’anno il trend si conferma in forte crescita. Il 2022, infatti, è stato un anno importante per libri e audiolibri: il tempo totale dedicato alla lettura da parte degli italiani ha raggiunto l’equivalente di 1800 anni, registrando un incremento medio del 62% rispetto all’anno precedente. E se dovessimo combinare lettura e ascolto digitale, si arriverebbe a ben 982 Milioni di minuti totali!
Gli ultimi due anni sono stati una corsa sfrenata sia per i lettori che per le librerie. Analizzando i momenti della giornata in cui si legge di più, la situazione varia a seconda della zona d’Italia in cui si vive. E' interessante notare come la tendenza generale sia quella di dedicarsi a questo hobby verso la fine della giornata, momento in cui si registra la maggiore efficienza tra tempo trascorso e pagine sfogliate. A Padova e a Torino si legge di più all’ora del thé (16-17), a Roma e Firenze si preferisce l’orario aperitivo (19-20), e a Milano, Genova e Treviso il momento preferito è quello post cena, prima di andare a dormire (22-23).
Da nord a sud gli italiani stanno riscoprendo il piacere della lettura e non sorprende scoprire che i giorni della settimana in cui si legge di più sono quelli del weekend. Fra i principali fattori che hanno contribuito alle abitudini di lettura degli italiani non possiamo tralasciare l’influenza di Serie Tv e film, che accompagnano le nostre serate e gran parte dei nostri momenti di relax e hanno oggi più che mai la capacità di orientare interessi e consumi.
NEL 2022 CALANO LE VENDITE DI SAGGI

Nel 2022 gli italiani hanno scelto l’evasione, comprando più romanzi e fumetti, mentre segnano una battuta d’arresto i saggi. Nei primi undici mesi, infatti, le vendite dei romanzi di autori stranieri sono cresciute del 9%, quelle degli italiani del 4%, i fumetti del 16%. La saggistica professionale invece cala del 13%, quella generale dell’11%. Sono alcuni dei dati contenuti nella tradizionale presentazione del mercato della varia (vendite di romanzi e saggi nelle librerie fisiche e online e nei supermercati) che apre, il programma professionale di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE). AIE presenterà i dati dei primi undici mesi e le previsioni per fine anno, in collaborazione con Nielsen BookScan, durante l’incontro "Come finirà questo 2022.
Un anno che speravamo normale", alle ore 12 in Sala ALDUS. Interverranno il presidente di AIE Ricardo Franco Levi, il responsabile dell’Ufficio studi Giovanni Peresson, il presidente del Gruppo piccoli editori Diego Guida (Guida editori) e Alessandro Monti (Librerie Feltrinelli), moderati da Paolo Conti (Corriere della Sera).

NASCE MOLESINI EDITORE A VENEZIA, CASA EDITRICE DI POESIA
Una nuova casa editrice dedicata alla poesia. Parliamo di Molesini Editore Venezia, fondata e diretta dallo scrittore, traduttore e poeta Andrea Molesini, con l’ambizione di “rivitalizzare il ruolo della poesia, e della riflessione sulla poesia, nella vita letteraria italiana”. Il motto di Vitruvio Firmitas (solidità); Utilitas (praticità); Venustas (bellezza) è il logo della casa editrice.
L’editore e autore sottolinea: “Passione e rigore, testa e cuore, libertà, tenacia, coraggio… di questo groviglio inestricabile è fatta la poesia di ogni tempo e luogo. Pubblicare libri che onorino intelligenza e coraggio è per me un imperativo morale. Non mi nascondo le molte difficoltà materiali, ma le considero uno stimolo prima che un ostacolo: contribuiranno alla riuscita dell’impresa“.Le uscite previste per il 2022 sono cinque mentre nel 2023 saranno circa dieci.
Tra gli autori pubblicati, classici come Fernando Pessoa e Angelus Silesius, a cui si affiancheranno esordienti italiani e stranieri e autori dimenticati. Attenzione sarà dedicata alla cura della traduzione e all’oggetto libro: carta di qualità, rilegata e cucita a mano, formato tascabile, grafica semplice e netta, colori vivaci, niente immagini (tutte le copertine sono firmate da Giacomo Callo). Anche la scelta del carattere tipografico, Baskerville Original, per l’editore è importante. Le prime uscite in programma sono Messaggio di Fernando Pessoa (introduzione, traduzione e commento di Francesco Zambon) e Il pesce rosso che ci nuota nel petto di Gioconda Belli, poetessa, scrittrice e attivista nicaraguense di origine italiana, classe ’48, che nel 1970 comincia a pubblicare le sue poesie. Altri titoli previsti nei prossimi mesi sono Oscuro come il tempo di Emmanuel Moses; Devozioni domestiche di Bianca Tarozzi; Il tempo degli spaventapasseri di Jozefina Dautbecović; Peltro e argento di Gilberto Sacerdoti; L’iride nel fango. L’Anguilla di Eugenio Montale di Francesco Zambon; L’altra metà del sogno mi appartiene di Alicia Galienne (in tre volumi) e Da una fessura di abbaino di Alfredo Rizzardi.
PREMIO MEMO GEREMIA 2022
Premio Memo Geremia è nato nel 2014 con lo scopo di diffondere e valorizzare gli ideali e la cultura legati allo sport, promuovere la lettura ed infondere i principi di passione e sportività improntati all’esempio nobile di Memo Geremia, grande esponente del mondo dello sport padovano, oltre che grande figura di uomo. E’ Franco Baresi, con "Libero di sognare", Feltrinelli, il vincitore dell'8^ edizione del Premio Letterario Sportivo "Memo Geremia" organizzato dall?ascom Confcommercio di Padova. La consegna del premio nel corso del gala in programma il 20 ottobre alle ore 18, in Aula Magna del Bo per gli 800 anni dell'Ateneo. Con Baresi, ad essere premiati, anche gli autori dei due premi a latere ”dei Librai Ali Confcommercio” e “del Coni” e di quello della categoria “per Ragazzi”. Il premio “Ali Librai” sarà consegnato a Enzo Beretta per “Il re degli ultimi”, edito da Ultra Edizioni, mentre Francesca Porcellato con Matteo Bursi riceveranno il premio “Coni” per il loro “La rossa volante”, edito da Baldini+Castoldi. Il gala vedrà anche Maxime Mbandà, nazionale di rugby, ricevere il premio della speciale sezione dei libri “per Ragazzi”, vinto grazie a “Fuori dalla mischia” edito da Edizioni Piemme, mentre una menzione speciale, sempre per quanto riguarda i libri per ragazzi, sarà riservata a Pierdomenico Baccalario. La serata, presentata dai giornalisti Gianluca di Marzio e Micaela Faggiani, che vedrà la partecipazione delle autorità cittadine, dei vertici dell’Ascom Confcommercio e di personaggi del mondo dello sport e dell’economia, sarà anche il momento per la consegna del “Premio alla Carriera Sportiva”, quest’anno appannaggio di Andrea Borella, olimpionico di fioretto. Per quanto riguarda infine il “Premio Speciale del Presidente Ascom”, quest’anno sarà il Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, sezione di Atletica il destinatario del prestigioso riconoscimento.
10 LIBRI DIVENTATI BESTSELLER GRAZIE A TIKTOK
Per merito della sezione BookTok, i romanzi spopolano su TikTok e nelle classifiche dei libri più venduti. Nell'ultimo anno, in modo simile a quanto succede negli Stati Uniti, il social network ha contribuito a creare numerosi bestseller sul mercato italiano.
L'hashtag di riferimento #booktokitalia ha oltre un miliardo di visualizzazioni; quello internazionale, senza l'indicazione geografica, viaggia oltre i 77 miliardi di views. Numeri da capogiro che non si riferiscono solo a un fenomeno da social o a una tendenza passeggera: TikTok sembra aver sostituito il passaparola riguardante i libri fra i giovani. Per restare aggiornati su questa novità, di seguito una lista dei 10 libri diventati famosi grazie al social network. 1) Colleen Hoover, It ends with us. Siamo noi a dire basta (Sperling e Kupfer)  2)Olivie Blake, The Atlas Six (Sperling e Kupfer) 3)Madeline Miller, La canzone di Achille (Marsilio) 4) Alessia Gazzola, La ragazza del collegio (Longanesi) 5) Roberto Saviano, Solo è il coraggio (Bompiani) 6) TJ Klune, La casa sul mare celeste (Mondadori)  7) Alice Oseman, Heartstopper (Mondadori) 8) Mohamed Ismail Bayed e Raissa Russi, Di mondi diversi e anime affini (DeAgostini) 9) Toshikazu Kawaguchi, Finché il caffè è caldo (Garzanti)  10) Sally Rooney, Dove sei, mondo bello (Einaudi).
10 LIBRI DIVENTATI BESTSELLER GRAZIE A TIKTOK
Per merito della sezione BookTok, i romanzi spopolano su TikTok e nelle classifiche dei libri più venduti. Nell'ultimo anno, in modo simile a quanto succede negli Stati Uniti, il social network ha contribuito a creare numerosi bestseller sul mercato italiano.
L'hashtag di riferimento #booktokitalia ha oltre un miliardo di visualizzazioni; quello internazionale, senza l'indicazione geografica, viaggia oltre i 77 miliardi di views. Numeri da capogiro che non si riferiscono solo a un fenomeno da social o a una tendenza passeggera: TikTok sembra aver sostituito il passaparola riguardante i libri fra i giovani. Per restare aggiornati su questa novità, di seguito una lista dei 10 libri diventati famosi grazie al social network. 1) Colleen Hoover, It ends with us. Siamo noi a dire basta (Sperling e Kupfer)  2)Olivie Blake, The Atlas Six (Sperling e Kupfer) 3)Madeline Miller, La canzone di Achille (Marsilio) 4) Alessia Gazzola, La ragazza del collegio (Longanesi) 5) Roberto Saviano, Solo è il coraggio (Bompiani) 6) TJ Klune, La casa sul mare celeste (Mondadori)  7) Alice Oseman, Heartstopper (Mondadori) 8) Mohamed Ismail Bayed e Raissa Russi, Di mondi diversi e anime affini (DeAgostini) 9) Toshikazu Kawaguchi, Finché il caffè è caldo (Garzanti)  10) Sally Rooney, Dove sei, mondo bello (Einaudi).
USA: STRETTA DELLA CENSURA SULLE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE
Negli Stati Uniti sono in continuo aumento le richieste dei genitori di mettere al bando di libri giudicati sconvenienti nelle biblioteche scolastiche. A riferirlo sono due report stilati dall'American Library Association (ALA) e dall'organizzazione no profit PEN America.
Secondo ALA, tra il 1° gennaio e il 31 agosto 2022 sono stati registrati 681 tentativi di bandire o limitare l'accesso a un totale di 1.651 libri. Se nel 2015 venivano vietati 1-2 testi all'anno, oggi fino a 5-6 al giorno. Stando al rapporto di Pen America, intitolato «Banned in the USA: The Growing Movement to Censor Books in Schools», nell'anno scolastico 2021-2022 quasi 140 distretti scolastici in 32 Stati hanno emesso più di 2.500 divieti sui libri. Le misure hanno riguardato più di 5mila istituti scolastici, per un totale di quasi 4 milioni di studenti e 1.648 testi. Secondo il rapporto di PEN America, il 41% dei titoli vietati (674) trattano esplicitamente temi LGBTQ+ o hanno protagonisti o personaggi secondari di rilievo che appartengono alla comunità LGBTQ+. Il 40% (659) ha protagonisti o personaggi secondari neri. Il 21% dei libri messi al bando (338) affronta direttamente la questione del razzismo.
Tra i testi vietati, anche il Diario di Anna Frank, V per Vendetta, Il racconto dell'ancella, Peter Pan, Il cacciatore di aquiloni, Lolita, Uomini e topi.  Guardando ai singoli Stati, spiega il report, il Texas è al primo posto per numero di divieti (801 in 22 distretti), seguito dalla Florida (566 in 21 distretti) e dalla Pennsylvania (457 in 11 distretti). Suzanne Nossel, CEO di PEN America, ha commentato: «[Assistiamo a] una campagna coordinata per la messa al bando dei libri condotta da organizzazioni sofisticate e ben finanziate. Questo movimento sta trasformando le nostre scuole pubbliche in un campo di battaglia politico, sta creando dei cunei all'interno delle comunità, … e [minacciando] la libertà intellettuale che è alla base di una democrazia fiorente». PEN America ha identificato almeno 50 organizzazioni che si battono per i divieti sui libri. Più del 70% di questi gruppi si è formato dopo il 2021. Uno dei più importanti, Moms for Liberty. In questo contesto, molti stati Usa hanno già approvato leggi che obbligano le biblioteche scolastiche a coinvolgere i genitori degli studenti nel processo di revisione dei libri.
CAMPIELLO 2022: VINCE BERNARDO ZANNONI

Bernardo Zannoni con "I miei stupidi intenti" (Sellerio) è il vincitore della 60 edizione del Premio Campiello. La proclamazione è avvenuta sabato 3 settembre al Gran Teatro La Fenice di Venezia.
Per il giovane scrittore di Sarzana (La Spezia), 27 anni, è stato un trionfo, surclassando con grande scarto gli altri finalisti: ha ottenuto 101 voti su 275 votanti (25 membri della Giuria dei Lettori - 300 in totale - non hanno espresso preferenze).
Zannoni ha ricevuto la 'vera da pozzo', simbolo del prestigioso riconoscimento letterario promosso da Confindustria Veneto. "Ero talmente convinto che non avrei vinto, che non avevo nemmeno preparato il discorso", sono state le prime parole dette con commozione da Zannoni. "Vengo quasi da nulla e ringrazio chi ha creduto in me. E' la mia prima opera pubblicata ed ho già fatto un casino". "La mia vita è cambiata al 100%, sono molto contento - ha aggiunto Zannoni - Ho cominciato a 21 anni a scrivere questo romanzo, dopo varie esperienze di composizione - canzoni, poesie, sceneggiature - ho avuto il coraggio di ritornare alla prosa, più faticosa e complicata. L'Italia può essere un Paese per giovani che hanno voglia di leggere, formarsi e imparare. Studio ed educazione sono fondamentali". A consegnare il premio il presidente della Giuria dei Letterati, Walter Veltroni: "Sono onorato di premiare un giovane di 27 anni in un paese che spesso non è un paese per giovani". Tornerà a Vicenza, ospite di BaldiLibri, il 18 ottobre.

BALDILIBRI  PROPONE  IL CARTELLONE AUTUNNALE

Fra meno di tre settimane riprenderanno gli incontri con gli autori con diverse novità e nuove sedi. Ecco l’anteprima del cartellone autunnale:

martedì 20 settembre, ore 18.30, presso Spazio AB 23 (Contra' Sant'Ambrogio 23) Paolo MALAGUTI, vincitore del Premio Mario Rigoni Stern, presenta IL MORO DELLA CIMA. Modera Loris Giuriatti

mercoledì 28 settembre, ore 18.30, presso Palazzo Bonin Longare ( Corso A. Palladio 13), Francesca VALENTE, vincitrice del Premio Campiello Opera Prima 2022, presenta ALTRO NULLA DA DICHIARARE. Modera Caterina Soprana

mercoledì 18 ottobre, ore 18.30, presso Palazzo Bonin Longare ( Corso A. Palladio 13), Bernardo Zannoni, vincitore del Premio Campiello 2022, presenta I miei stupidi intenti. Modera Gian Marco Mancassola

Gradita sempre la prenotazione o via whatsapp 3383946998 o con mail ad info@baldilibri.it

Per poter continuare ad offrire incontri gratuiti aperti a tutti abbiamo bisogno anche del contributo annuale dei soci.
La campagna tesseramento 2023 si apre oggi ! Grazie alle quote associative, BaldiLibri può continuare ad esistere e a proporre incontri letterari gratuiti con ampiezza di riferimenti culturali. I nostri incontri, quasi tutti a ingresso libero, svolgono un'importante funzione sociale di aggregazione e di confronto tra gli autori, i soci e i partecipanti tutti, Per ulteriori informazioni basta andare sul sito www.baldilibri.it, oppure scrivere a info@baldilibri.it
NUOVO PROGRAMMA DI "APPROFONDIMENTO CULTURALE" SU La7
Tra le novità dei palinsesti della stagione autunnale di La7, trova spazio un format settimanale condotto da Concita De Gregorio che darà molto spazio ai libri, ma non solo, come vedremo. “Abbiamo immaginato un unico blocco informativo, che parte la domenica alle 19, quando molte persone rientrano a casa, con un contenitore dedicato all’approfondimento culturale e alle diverse forme di scrittura artistica. Poi alle 20 ci sarà il tg e, al termine, l’appuntamento, confermato, con In Onda e l’attualità giornalistica. Il pubblico di La7 è più attivo nei giorni feriali, e con questa proposta puntiamo a conquistarlo anche nel finesettimana”. "Non serve un contenitore sofisticato, non sono necessari effetti speciali, o un format complesso. Basta saper selezionare, saper accogliere e ascoltare, per proporre ogni settimana temi che stimolino una riflessione in studio e tra gli spettatori”.
Un programma dedicato “alle scritture”, dunque. “È un work in progress e anche il titolo non è definitivo“. “L’idea è di parlare di libri, dando voce anche a scrittrici e scrittori che trovano poco spazio sul piccolo schermo, ma non solo. Quando parlo di scritture penso anche al teatro, al cinema, alle serie tv, alla musica e ai podcast.
Del resto il tempo in cui viviamo, anche a livello di offerta culturale, è un tempo ibrido, e la scrittura si può declinare in modi molto diversi, che meritano di essere indagati con più profondità.
A questo proposito vorrei raccontare anche i mestieri della scrittura, e chi c’è dietro un libro, una serie, un film, un disco, uno spettacolo, un podcast…”. La conduttrice prosegue soffermandosi su un altro dei suoi obiettivi con questo nuovo progetto: “Questo programma vorrei che desse l’opportunità, rara in televisione, di offrire calma, agli ospiti e al pubblico. Vorrei dare alle autrici e agli autori che coinvolgerò il tempo necessario per esporre un pensiero complesso, per esprimere un ragionamento non scontato”.
LIBRI CHE RACCONTANO IL MONDO DELLE LIBRERIE
I libri che parlano di libri si possono ormai considerare un vero e proprio filone letterario; sono sempre di più, e sempre più apprezzati da lettrici e lettori, i titoli che raccontando storie vere o inventate di librai, bibliotecari, archivisti, e altre professioni legate al mondo del libro si fanno meta racconto del variegato mondo legato alla lettura. Questi titoli (molto spesso romanzi, a volte guide e saggi, ma non mancano anche le poesie e gli ibridi) hanno di solito protagonisti che sono appassionati di libri, o che lo diventano con il tempo, scoprendo tra le pagine delle loro letture un nuovo modo di rapportarsi alla vita, o una soluzione inaspettata ai propri problemi. Altre volte, in queste opere si immagina come sarebbe l’incontro con l’autore o l’autrice dei propri romanzi preferiti, oppure viene aperta una finestra sui retroscena più pratici e meno romantici comportati dal lavoro con i libri, che non è mai solamente lettura e scoperta, per quanto questi ne siano gli aspetti decisamente più apprezzati.
Questo tema non rappresenta comunque una novità letteraria, agli scrittori infatti è sempre piaciuto ragionare sul valore della lettura con le proprie storie. Basti pensare per esempio a classici come Se una notte d’inverno un viaggiatore, di Italo Calvino, o il più drammatico Fahreneit 451 di Ray Bradbury, per capire quanto diversi possano essere i modi di ragionare sulla lettura attraverso la narrativa. Per iniziare a esplorare questo filone, abbiamo raccolto alcune uscite recenti in cui si parla in particolare di libraie e librerie, e del fascino che queste ultime suscitano non solo nei lettori ma anche nelle imprenditrici e negli imprenditori che decidono di cimentarsi nel mestiere nonostante le difficoltà e i cambiamenti in atto nel settore.
E sono: La libraia che salvò i libri, La libraia tascabile, La libreria sulla collina, Le piccole libertà, La libraia clandestina, I miei giorni alla libreria Morisaki, La libraia del Cairo.
GLI ITALIANI ASCOLTANO SEMPRE PIU' AUDIOLIBRI
Crescono ancora gli ascoltatori di audiolibri in Italia: secondo una ricerca di NielsenIQ commissionata da Audible, la piattaforma per i contenuti audio di Amazon, sono 10 milioni, in crescita dell’11% rispetto ai 9 registrati a ottobre. Va precisato che il target della ricerca commissionata è la popolazione di 18 anni e più in possesso di carte di credito e/o Paypal e altri strumenti di pagamento digitali e che tutte le mille interviste sono state realizzate via Internet. Il dato, rilasciato in occasione dei 5 anni di Audible in Italia, confermerebbe che la modifica dei comportamenti dovuti alla pandemia ha instillato nel pubblico nuove abitudini di consumo e che, quindi, i libri ascoltati stanno mettendo radici anche nel nostro Paese dopo Stati Uniti e Nord Europa.
A dimostrazione di ciò, è aumentato l’ascolto medio mensile di audiolibri, pari a 1,8 volte al mese contro le 1,5 del 2020. La ricerca di NielsenIQ analizza anche il «come» della fruizione: il 78% ascolta a casa, il 20% in automobile, il 14% sui mezzi pubblico il 12% mentre fa sport, l’audiolibro è cioè uscito dalla nicchia del commuting, dove inizialmente si è diffuso presumibilmente tra chi già era abituato al consumo di contenuti audio attraverso la radio, per diffondersi negli ambienti domestici, oggi regno principale dei nostri consumi culturali (si spera percentualmente meno nei prossimi mesi con le riaperture di cinema, teatri, concerti). Nel caso di Audible, aiuta la sinergia con l’assistente vocale di Amazon, Alexa, ma più in generale esiste una correlazione positiva tra ore giornaliere trascorse su Internet e ascolto di audiolibri. Il pubblico degli audiolibri è inoltre un pubblico tendenzialmente poliglotta: il 98% degli ascoltatori ascolta in italiano, ma ben il 20% in inglese, il 5% in francese e spagnoli, il 2% in tedesco e portoghese. Peculiare anche il profilo anagrafico e di genere: l’audiolibro prevale tra gli uomini rispetto alle donne (al contrario di quello che succede per i libri di carta), ed è molto diffuso soprattutto tra i Millennial (25-34 anni). Intrattenersi (48%), combattere la solitudine (43%) e l’insonnia (40%) sono i principali scopi con cui si ascoltano gli audiolibri, classici thriller e fantasy i generi più ascoltati. A colpire sono i driver che allontanano da questo formato: se tra coloro i quali non ascoltano audiolibri il 60% continua a preferire la lettura tradizionale, il 28% dichiara di non averci mai pensato: si tratta di un pubblico potenziale a cui poter attingere una volta reso consapevole delle possibilità di questa modalità di lettura. Del resto, non va dimenticato che quella degli audiolibri rimane un’abitudine sorta di recente: in media, si dichiara di essere ascoltatori da 1,5 anni. Un aspetto che lo studio rileva è che le forme di lettura non si cannibalizzano vicendevolmente: i diversi formati sono cioè complementari, il 36% del campione dichiara di usufruire di libri cartacei, e-book e audiolibri.
L’audiolibro, commenta il content director di Audible Italia Francesco Bono, raggiunge momenti nei quali altre forme di lettura sarebbero normalmente escluse: il 13% degli utenti di Audible si dichiara non lettore. Attualmente Audible.it ha una biblioteca di oltre 60 mila titoli, di cui undicimila in lingua italiana, classificati anche in una pagina che raccoglie le migliori recensioni di audiolibri su Audible. Il 60% dei contenuti caricati è un’esclusiva Amazon. Questi i cinque titoli ad oggi più ascoltati: Harry Potter e la pietra filosofale di J.K. Rowling, L’amica Geniale di Elena Ferrante, I Leoni di Sicilia di Stefania Auci, Il colibrì di Sandro Veronesi e Il nome della rosa di Umberto Eco.
IL PIACERE DI RICOMINCIARE A LEGGERE
IL PIACERE DI RICOMINCIARE A LEGGERE (SENZA FRETTA, OBBLIGHI E SENSI DI COLPA)

Non c’è un altro periodo dell’anno in cui, al pari dell’estate, emerga così forte il senso di colpa di chi non è riuscito a leggere con costanza durante l’anno e sente di dover recuperare.
È per questa ragione che mi capita spesso, quando la bella stagione si avvicina, di ricevere domande di questo tipo (sono tutte domande che ho realmente ricevuto): – come si fa a ritrovare la motivazione per leggere? – come si fa a leggere con costanza? – come fai a concentrarti? – usi metodi di lettura veloce per leggere così tanto? – in quale posizione consigli di leggere? in che momento della giornata? – fai delle liste? pianifichi le letture? – leggi un libro alla volta o più libri contemporaneamente? come li abbini? – quante pagine riesci a leggere in un’ora? – ti è mai capitato di perdere la voglia di leggere? Se sì, come l’hai ritrovata? – Qual è il tuo METODO? Simili interrogativi sono spesso carichi di sensi di colpa, perché in questi anni il tempo sembra essere accelerato, ci sono mille altre cose a cui pensare e bisogna tenersi aggiornati su moltissimi fronti. I libri magari vengono comprati, ma spesso finiscono per affastellarsi sul comodino. Immergersi in un libro è sempre di più un lusso di chi ha tempo e riesce a non pensare, mentre legge, a tutte le infinite cose da fare. Ecco perché, insieme alle domande, ricevo anche confessioni di questo tipo: – “ho voglia di leggere ma mi addormento subito” – “ho l’attenzione a 0” – “sono sempre meno brava a concentrarmi, è un dramma” – “ho tanti bei libri sul comodino, ma appena ne prendo uno mi sembra una fatica grandissima e non riesco a cominciare”. Di fronte a questo, mi sento un po’ come quei personal trainer a cui viene chiesto come trovare la motivazione.
Leggere, infatti, è una delle attività che mi riescono più naturali. Un lettore o una lettrice possono suscitare curiosità e condividere un tempo di lettura comune, ma spesso non hanno una tecnica precisa che sia valida per ogni persona. Quando la lettura, infatti, diventa una forzatura, una costrizione e un dovere, dunque smette di essere un’attività immersiva piacevole, quello è il momento in cui si rischia di bloccarsi e di non farcela più. Io suggerisco, più che cercare una risposta e un metodo, di farsi delle domande che riguardano principalmente il tipo di libri, il luogo, il supporto, l’organizzazione della giornata. Se non riesci a leggere adesso, non è detto che tu non possa ricominciare.
È vero che per molte persone in questi anni leggere è diventato più difficile, ma può tornare a essere facile. La lettura deve rimanere un piacere mentre la pratichi, non ha senso cercare di forzarsi, aumentare la velocità, crearsi un piano rigido. I piani di lettura sono un po’ come gli itinerari di viaggio: danno l’idea di un percorso, ma senza l’esperienza che porterà a rimescolare tutte le carte in tavola. In fondo non c’è alcun traguardo da tagliare, e non abbiamo davvero tempo per leggere libri che non ci piacciono.

PREMIO STREGA

In diretta streaming dal Teatro Romano di Benevento è stato annunciato su RaiPlay il risultato della prima votazione del Premio Strega 2022, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega. Hanno espresso la propria preferenza 593 tra voti singoli e voti collettivi, su 660 aventi diritto: a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma. Accedono alla finale del Premio sette libri anziché cinque, due ex aequo al quinto posto, mentre il settimo in virtù dell’art. 7 del regolamento di votazione, che recita: Se nella graduatoria dei primi cinque non è compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo (così definito secondo la classificazione delle associazioni di categoria e le conseguenti valutazioni del comitato direttivo), accede alla seconda votazione il libro (o in caso di ex aequo i libri) con il punteggio maggiore, dando luogo a una finale a sei (o più) candidati.
Il totale dei voti espressi ha quindi determinato i seguenti finalisti alla LXXVI edizione

  • Mario Desiati, Spatriati (Einaudi) con 244 voti
  • Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) con 178 voti
  • Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri) con 175 voti
  • Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi) con 169 voti
  • Fabio Bacà, Nova (Adelphi) con 168 voti
  • Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori) con 168 voti
  • Veronica Galletta, Nina sull’argine, (minimum fax) con 103 voti

  • La finale sarà al Ninfeo di Villa Giulia il 7 luglio.

    TORNA #IOLEGGOPERCHÉ DAL 5 AL 13 NOVEMBRE 2022
    Cresce ancora #ioleggoperché, la grande iniziativa sociale dell’Associazione Italiana Editori (AIE) che punta a donare libri alle biblioteche scolastiche per rafforzare nella quotidianità dei ragazzi l’abitudine ai libri e alla lettura. E torna per la sua settima edizione. “#ioleggoperché in sei anni ha portato quasi due milioni di libri nuovi nelle scuole - ha commentato il presidente Ricardo Franco Levi – Il progetto di AIE cresce ancora, nel 2022, a favore delle biblioteche scolastiche e della crescita dei nostri ragazzi. Vogliamo favorire l’inclusione e la coesione sociale attraverso i libri e la lettura: è con questo spirito che abbiamo impostato #ioleggoperchéLAB, e rafforzato la squadra istituzionale, con l’ingresso del Dipartimento dello Sport”. "La settima edizione di #ioleggoperché – ha sottolineato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini - si arricchisce della partecipazione del mondo sportivo e innova la propria formula attraverso l'introduzione di uno spazio sperimentale, a testimonianza di una intensa vitalità capace di coinvolgere sempre più giovani nella scoperta del libro e della lettura”. #ioleggoperchéLAB è infatti la grande novità di questa edizione: una piattaforma nazionale di sperimentazione attiva durante l’intero anno scolastico, in linea con lo spirito dell’iniziativa madre, ma declinabile in progetti diversificati. Un’area sperimentale, messa a disposizione da AIE e aperta alla collaborazione con soggetti diversi, dentro cui sviluppare nuove attività e campagne, iniziative territoriali, progetti pilota mirati a target specifici, con l’obiettivo comune e condiviso dell’educazione e promozione della lettura nelle scuole. Quest’anno ci si concentrerà su due ambiti territoriali: la Calabria e la Lombardia con una sperimentazione sui nidi. Proprio grazie al supporto del Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, accanto al contest tradizionale che da sempre premia, grazie a SIAE, 10 scuole di ogni ordine e grado, ne nasce nel 3 2022 uno nuovo, rivolto solo alle scuole secondarie di secondo grado, con l’obiettivo di lavorare con loro provocando e stimolando un loro coinvolgimento, in questa età così delicata per il rapporto con il libro e la lettura: #ioleggoperché premia infatti le 10 scuole secondarie di secondo grado che interpreteranno al meglio il tema sport, lettura e inclusione. Le scuole italiane (scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado) e le librerie potranno iscriversi dal 16 giugno seguendo la procedura indicata sul sito.
    A NEW YORK “MULTIPLI FORTI”
    Al via la prima edizione di Multipli Forti, un nuovo festival di narrativa italiana contemporanea che si svolgerà dal 6 all’8 giugno in tre luoghi della cultura italiana a New York: l’Istituto Italiano di Cultura, il Center for Italian Modern Art (CIMA), il Rizzoli Bookstore. Un’iniziativa per la promozione della letteratura italiana, un appuntamento annuale per rafforzare gli scambi letterari tra Italia e Stati Uniti. Avrà anche una parentesi italiana a fine settembre al Festival di Napoli, alla prima edizione del Festival della Lettura e dell’Ascolto promosso dalla Fondazione Campania dei Festival.
    E' “una finestra transatlantica sulle maggiori tendenze della narrativa italiana contemporanea, raccontate con contributi originali dalle autrici e dagli autori che l’hanno scritta e la stanno scrivendo”. Gli ospiti di questa prima edizione ragioneranno e dialogheranno su sei temi portanti della letteratura attuale. Ogni evento delle tre giornate si aprirà con le loro reazioni a questi temi. l primo tema è quello dei destini collettivi e personali, lungo una linea che connette Dante ai tentativi odierni di scrivere in prima persona senza smettere di scrivere di tutto il mondo. Il secondo tema è l’italianità in sé, giacché la letteratura italiana è da sempre innervata di vitali influenze straniere, aliene e anomale. Il corpo a corpo con la realtà costituisce il terzo tema, connettendo il concetto cavalleresco di inchiesta a quello odierno dell’impegno politico e del reportage letterario. Il quarto tema è quello del classicismo, o meglio di come l’idea classica del romanzo sia sopravvissuta anche alla fine della modernità. Il quinto tema è la menzogna romanzesca: autoscopie, auto-teorie, auto-fiction e altri viaggi letterari nella galassia del sé. L’ultimo tema è quello del genio dei luoghi, delle tradizioni vernacolari e locali in una terra di territori orgogliosamente diversi, della sottile linea che separa il familiare dall’estraneo. Saranno presenti tra gli altri:Edoardo Albinati, Teresa Ciabatti, Claudia Durastanti, Alain Elkann, Arianna Farinelli, Teresa Fiore, Jonathan Galassi, Vincenzo Latronico, Giancarlo Lombardi, Carlo Lucarelli, Valerio Magrelli, Michela Murgia, Francesco Pacifico, Lorenza Pieri, Todd Portnowitzs, Minna Proctor, Elisabetta Rasy, Walter Siti, Anthony Tamburri, Chiara Valerio e Sandro Veronesi. Con i contributi in video di Donatella Di Pietrantonio, Melania Mazzucco, Paolo Rumiz, Antonio Scurati, Nadia Terranova, Emanuele Trevi. In uno degli incontri, coordinato da Micahel Reynolds di Europa Editions e da Luca Briasco di Minimum Fax, Beniamino Ambrosi (Liz Chenay agency), Tynan Kogane (editor New Directions), Sarah McNally (McNally Jackson Bookstories) e Dan Simon (publisher, Seven Stories Press) discuteranno su come promuovere la narrativa italiana in America.Un evento speciale sarà dedicato al Premio The Bridge per l’annuncio delle candidature 2022. Saranno presenti membri delle giurie americane e italiane con alcune autrici e autori delle varie edizioni del premio.
    PREMIO CAMPIELLO

    È stata selezionata venerdì 27 maggio a Padova la cinquina finalista della 60^ edizione del Premio Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto. Nel corso di una votazione nell’Aula Magna G. Galilei di Palazzo Bo, Università degli Studi di Padova, la Giuria dei Letterati ha votato tra gli oltre 350 libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico: Antonio Pascale con “La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini” (Einaudi), Fabio Bacà con “Nova” (Adelphi), Daniela Ranieri con “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (Ponte alle Grazie),  Bernardo Zannoni con “I miei stupidi intenti” (Sellerio), Elena Stancanelli con “Il tuffatore” (La nave di Teseo). Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Francesca Valente “Altro nulla da segnalare” (Einaudi). Walter Veltroni, Presidente della Giuria dei Letterati, ha dichiarato: “Felice di aver lavorato con questa Giuria: persone di grandissima capacità e simpatia umana che con grande responsabilità hanno lavorato al Premio. Stiamo attraversando un momento molto difficile, lo è per noi e per tutta la società. Prima la pandemia e poi la guerra ci hanno dato un senso di pesantezza, messo addosso un cappotto pesante. È proprio in questi momenti che la cultura assume un valore ancora più particolare: quello di restituire speranza, perché le parole sono uno strumento essenziale per dialogare e avere rispetto per gli altri. E così, il lavoro di un premio letterario come il Campiello acquisisce un valore aggiunto. Oggi abbiamo selezionato delle opere la cui qualità verrà ora sottoposta al giudizio dei lettori; è proprio il meccanismo della doppia giuria che garantisce ancora di più l’autonomia del Premio.” Enrico Carraro, Presidente della Fondazione Il Campiello ‐  Confindustria Veneto, ha sottolineato: “In questo momento storico in cui sembrano prevalere divisioni, odio e paure, anche la cultura può essere uno strumento di dialogo, di contaminazione e di accrescimento dei popoli. La cultura è un ponte che ci unisce tutti, e dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per favorirla. Questo è ciò a cui mira il Campiello, grazie all’impegno degli industriali del Veneto, che da 60 anni sostengono il Premio con impegno ed entusiasmo. I miei più grandi complimenti ai cinque finalisti, che ora in saranno sottoposti al giudizio della Giuria popolare, che decreterà il vincitore”. Il vincitore della 60^ edizione del Premio Campiello sarà proclamato sabato 3 settembre al teatro la Fenice di Venezia, selezionato dalla votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi. I Giurati vengono selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla serata finale. Ma intanto una tappa del tour arriverà a Vicenza, mercoledì 29 giugno alle ore 18.30 al Teatro Olimpico, grazie ad un'idea di BaldiLibri.

    PREMIO NONINO 2022
    Lo scorso sabato 7 maggio a Ronchi di Percoto, presso le Distillerie Nonino, si è tenuta la cerimonia del premio Nonino Quarantacinquesimo Anno + Due. L’appuntamento ha dato il il via alle celebrazioni per i 125 anni della Famiglia Nonino in distillazione: da Orazio a Benito, da Benito e Giannola a Cristina, Antonella ed Elisabetta.
    La giuria del premio, presieduta da Antonio Damasio, e composta da Adonis, Suad Amiry, John Banville, Peter Brook, Luca Cendali, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea ed Edgar Morin, ha così assegnato il premio internazionale allo scrittore David Almond, con questa motivazione: “Il talento di uno scrittore è un dono degli dei, ma il talento di scrivere per i bambini ed essere capito e apprezzato da loro è un doppio dono. David Almond è uno di quei – rari – scrittori doppiamente dotati. Il suo romanzo classico per i giovani, Skellig (Salani), è stato tradotto in quaranta lingue, è stato adattato per il teatro, la radio e per lo schermo. C’è persino un’opera basata su di esso. Ma oggi vogliamo menzionare soprattutto il suo ultimo romanzo, La Guerra è Finita, un racconto molto commovente ambientato durante quella che veniva chiamata la Grande Guerra – la Prima Guerra Mondiale. Il personaggio centrale, John, non riesce a capire come, essendo un bambino, possa essere “in guerra”, come gli assicura il suo insegnante. Il padre di John sta combattendo in trincea e sua madre lavora in una fabbrica di munizioni.
    Un giorno, John incontra un bambino come lui, solo che Jan è tedesco. È una storia molto commovente, con un ulteriore pathos in questi giorni, quando ogni sera sui nostri schermi televisivi vediamo gli occhi terrorizzati dei bambini dell’Ucraina. Tuttavia La Guerra è Finita è pieno di speranza per un futuro in cui bambini come John cresceranno ancora chiedendosi: Come posso essere in guerra con i miei simili? Come ha detto David Almond, ‘Quando scrivo storie, sento una connessione con i giovanissimi, che costruiranno un domani migliore‘. Le storie di David Almond insieme formano un filo di speranza”.
    PREMIO WONDY DI LETTERATURA RESILIENTE
    La serata, che oltre ai finalisti prevede la partecipazione di numerosi ospiti illustri, è stata inaugurata dalla pianista ucraina Yevheniya Lysohor. Ha seguito anche il ricordo di Andrea Rocchelli, fotoreporter italiano ucciso in Donbass nel 2014.
    Presenti sono stati i genitori Elisa e Rino, accolti dal Presidente della Giuria del Premio Umberto Ambrosoli, Presidente di Banca Aletti e della Fondazione BPM, che ha dichiarato: “È il secondo anno consecutivo che ho il piacere di presiedere la giuria tecnica del Premio Wondy. Come nella scorsa edizione, anche quest’anno ho incontrato autori mirabili e letto opere interessanti e coinvolgenti. Quella della resilienza, che è il tema centrale e ricorrente del Premio, è una competenza che ciascuno può acquisire e rafforzare per affrontare nel miglior modo gli accadimenti che la vita ci pone di fronte. Una resilienza non comune è proprio quella che servirà al popolo ucraino, a cui è dedicata la serata di premiazione di questa edizione, per riappropriarsi un giorno della sua quotidianità, dopo la tragedia che sta affrontando in questo momento. Per il terzo anno consecutivo, il nostro Gruppo sostiene il Premio Wondy poiché crede nel valore della resilienza e nelle opportunità che da essa scaturiscono.”
    Le sei opere finaliste, sono: Cercando il mio nome di Carmen Barbieri (Feltrinelli), Tre gocce d’acqua di Valentina D’Urbano (Mondadori), La tigre di Noto di Simona Lo Iacono (Neri Pozza), Bianco è il colore del danno di Francesca Mannocchi (Einaudi Stile Libero), L’arte di legare le persone di Paolo Milone (Einaudi), Ciao Vita di Giampiero Rigosi (La Nave di Teseo).  “Quest’anno la serata finale del Premio Wondy torna nella sua cornice naturale, la primavera, stagione per antonomasia di rifioritura e ripartenza. Speravamo in una nuova normalità dopo due anni di pandemia, ma non riusciamo a gioire vista la tragica situazione che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina. È nostro dovere tenere comunque alta la testa e pensare che riusciremo a superare anche questo momento di difficoltà. È l’insegnamento che ci ha lasciato Francesca, conosciuta da tutti come ‘Wondy’, ed è il messaggio che vogliamo trasmettere attraverso la letteratura, che è fonte di vita e di emozioni”, ha commentato Alessandro Milan, Presidente dell’Associazione “Wondy sono io”. Il vincitore è "Bianco è il colore del danno"di Francesca Mannocchi.
    DOPO TIKTOK ARRIVA TWIYCH

    Dopo il recente boom di TikTok, e ad anni di distanza dal fenomeno oramai consolidato dei booktuber (gli utenti che utilizzano Youtube per parlare delle loro letture), una nuova piattaforma per contenuti video si propone come canale per la promozione dei libri.
    Stiamo parlando di Twitch, nato nel 2011 e oggi di proprietà di Amazon. Dieci anni fa Twitch era una piattaforma molto specifica rivolta soprattutto ai giovani che volevano condividere video delle loro partite ai videogiochi.
    Da allora però è molto cresciuta e oggi è caratterizzata da un sistema di abbonamenti scalabile che permette agli utenti di approcciarsi ai contenuti caricati sulla piattaforma in maniera graduale, dal «tutto gratis» (con pubblicità), ad abbonamenti a pagamento che consentono un maggior livello di interazioni con chi carica contenuti online.
    Di fatto, un ambiente studiato per consolidare le relazioni con gli influencer. Oggi Twitch si presenta con questi numeri: 2,5 milioni di utenti presenti di media sulla sua piattaforma (in tutto il mondo) e 8 milioni di persone che ogni mese caricano contenuti. Tra questi – annuncia Twitch in un comunicato in occasione della Giornata internazionale del libro – anche molti book influencer. Ecco quali sono gli influencer da tenere d’occhio su questa piattaforma in Italia, o per meglio dire i «BookTwitch»: Ilenia Zodiaco, Marco Cantoni, Julie Demar, Moonlightholmes , Pelatiefumetti.

    SALONE DEL LIBRO DI TORINO DAL 19 AL 23 MAGGIO 2022

    La XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino si aprirà giovedì 19 maggio con la lectio inaugurale dello scrittore indiano Amitav Ghosh sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, in collaborazione con Neri Pozza (alle 10:45 in Sala Oro).
    In contemporanea, nell’Arena, si terrà l’inaugurazione del Bookstock, lo spazio dedicato ai giovani lettori, con l’intervento di Maria Falcone, che racconterà agli studenti le battaglie e il lascito morale del fratello Giovanni a 30 anni dal suo assassinio. Il programma completo e dettagliato sarà disponibile sul sito salonelibro.it nelle prossime settimane; il programma dedicato alle scuole sarà online da giovedì 14 aprile. Anche quest’anno sono numerosi gli autori e autrici provenienti da tutto il mondo che hanno scelto di raggiungere Torino per raccontare le loro storie.
    Dagli Stati Uniti saranno presenti: Miranda Cowley Heller con Il palazzo di carta (Garzanti), bestseller del New York Times; Jennifer Egan con la sua ultima opera La casa di marzapane (Mondadori); Joe R. Lansdale per presentare Moon Lake (Einaudi Stile Libero); ma anche la statunitense naturalizzata canadese Ruth Ozeki autrice de Il libro della forma e del vuoto (Edizioni e/o); e ancora l’antropologo digitale Frank Rose autore de ll mare in cui nuotiamo – Guida pratica al pensiero narrativo (Codice Edizioni) e il premio Nobel per l’economia Joseph E. Stiglitz in collaborazione con Einaudi. È il Friuli Venezia Giulia la regione ospite : un territorio che rappresenta la porta verso l’Europa dell’Est, e che nel tempo ha fatto della sua peculiarità geografica un valore aggiunto, anche in rapporto al suo patrimonio culturale e letterario. Al Salone, scrittori e poeti italiani si confronteranno intorno a temi caratterizzanti della regione, così come ad autori e artisti di rilievo internazionale che in Friuli Venezia Giulia hanno vissuto stagioni importanti della loro vita.
    Tra i tanti autori coinvolti – in collaborazione con Fondazione Pordenonelegge.it – ci sono: Melania Mazzucco; Dacia Maraini, autrice di Caro Pier Paolo (Neri Pozza), che dedicherà un omaggio a Pasolini, formatosi in giovinezza a Casarsa; sempre in connessione con il grande intellettuale, Davide Toffolo, cantautore e fumettista autore del graphic novel Pasolini (Rizzoli Lizard), porterà al Lingotto questo suo ritratto. In programma anche alcuni incontri nel segno della poesia, tra cui quello con il vincitore della seconda edizione del Premio Saba, il poeta Milo De Angelis che presenterà in anteprima la sua traduzione del De rerum natura di Lucrezio (Mondadori).

    CLASSICI CONTRO A VICENZA

    Dopo la pausa imposta dalla pandemia, tornano i Classici Contro e trattano il tema “Oikos. L’uomo e la natura tra Omero e il futuro prossimo” l’8 e il 9 aprile a Vicenza, la città che più di ogni altra li ha visti protagonisti dal 2012 in avanti, con una due giorni ricca di incontri pubblici, di analisi storiche, letterarie, scientifiche sul mondo antico e sul mondo contemporaneo, di riflessioni poetiche accorate e pensose.
    La rassegna è organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza – con i due docenti dell’Università di Venezia che la curano sin dagli inizi, Alberto Camerotto e Filippo Pontani, insieme con Daniela Caracciolo e Dino Piovan – con le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari e la Biblioteca civica Bertoliana. È realizzata in collaborazione con il Liceo “Pigafetta”, presente con i suoi docenti a introdurre gli eventi e con i suoi studenti-lettori e studenti-musicisti. Gli appuntamenti sono quattro in programma in tre sedi cittadine: al Teatro Olimpico, alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari e a Palazzo Cordellina sede della Biblioteca civica Bertoliana.
    La parola chiave della rassegna, oikos, nel greco antico indica la ‘casa’, ed è la parola da cui deriva la prima parte di ‘ecologia’, un composto moderno creato nel 1866. Casa, quindi, non solo come luogo di abitazione ma anche come ambito della nostra autodefinizione di uomini, casa come universo creato dagli dèi ma anche come ambiente segnato dalla presenza e dall’intervento umano. Una casa, un ambiente che sta vivendo una catastrofe da anni preannunciata, con conseguenze già pesanti per molti popoli della terra e destinate peraltro ad aggravarsi. A caratterizzare questa edizione sarà anche la presenza della poesia, anzitutto delle poesie di Oikos. Poeti per il futuro (edito da Mimesis) sono i due volumi curati dal poeta vicentino Stefano Strazzabosco che ha raccolto i testi di centocinquanta poeti da tutto il mondo, in moltissime lingue diverse, sul rapporto tra uomo e natura. Alcuni testi di questi poeti verranno letti nel corso degli eventi dagli studenti del Liceo Classico “A. Pigafetta”, mentre due degli autori saranno presenti in carne e ossa dal palco del teatro Olimpico, Anna Maria Farabbi e Marco Munaro.
    informazioni al sito http://www.unive.it/classicicontro
    prenotazioni al sito: http://virgo.unive,it/flgreca/oikos2022Vicenza.htm

    PREMIO STREGA E PREMIO BANCARELLA 2022

    A un mese dall’annuncio della lista completa dei libri presentati all’edizione 2022 del Premio Strega (ben 74!), arriva l’attesa comunicazione della “dozzina” che si giocherà prima l’ingresso in finale, e poi eventualmente la vittoria nella notte romana del Ninfeo di Villa Giulia nel primo giovedì di luglio.
    Da 74 ne sono quindi rimasti 12, come da regolamento della Fondazione Bellonci, con una novità a sorpresa, la presenza delle autrici e degli autori scelti alla conferenza stampa, che si è tenuta nella Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio di Roma.
    Veniamo all’elenco dei titoli selezionati (in ordine alfabetico): Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri), Fabio Bacà, Nova (Adelphi), Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini+Castoldi), Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori), Mario Desiati, Spatriati (Einaudi), Veronica Galletta, Nina sull’argine, (minimum fax), Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli), Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma), Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani), Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli), Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi), Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie).
    Spiccano le assenze (alcune più sorprendenti di altre) di alcuni nomi importanti (ma era inevitabile, visto l’altissimo numero di titoli proposti). Ora ci sarà tutto il tempo per le analisi, i retroscena e la ricerca di preziosi voti. Prima, però, è il tempo della soddisfazione e della delusione di chi potrà giocarsi l’ingresso in cinquina e chi non avrà questa opportunità.

    Dopo l'annuncio dei libri selezionati per il Premio Strega ecco annunciata anche la sestina dei finalisti del Premio Bancarella 2022. I sei autori, tra i quali verrà nominato il vincitore dell'edizione 2022, sono stati presentati con un evento alla Camera dei Deputati in cui si celebravano i 70 anni del premio letterario. 
    Tra gli autori scelti, il 17 luglio a Pontremoli (Massa Carrara), verrà eletto il vincitore. Sono in gara: Paolo Roversi con "Black Money" (Sem), Melania Soriani con "Bly" (Mondadori), Roberto Tiraboschi con "Il rospo e la badessa" (Edizioni  E/O), Niccolò Palombini con "Io non ho più paura" (Newton Compton Editori), Stefania Auci con "L'inverno dei leoni - La saga dei Florio" (Editrice Nord), Luigi Panella con "Nel nome di Dio" (Rizzoli).
    GLI EBOOK HANNO CAMBIATO LA PERCEZIONE DELLA LETTURA
    Il dibattito tra ebook e libri stampati ha infuocato per molto tempo le discussioni familiari e quelle tra amici insieme alle opinioni scientifiche. In un recente articolo il sito Book Riot riapre questa discussione. Uno studio eseguito all’inizio degli anni ’90, infatti, aveva dimostrato che la lettura sugli schermi era rallentata e meno accurata. Vediamo ora come gli ebook cambiano la percezione che abbiamo di un testo quando leggiamo un libro. Nel 2014 è stato dimostrato che i bambini preferiscono i libri stampati allo schermo di un dispositivo.
    Sia i genitori che gli insegnanti hanno notato come l’attenzione e la curiosità dei più piccoli cresca nel momento in cui interagiscono con un libro cartaceo piuttosto che con uno digitale.
    L’importanza del tatto e della percezione visiva diversa rendono, per un bambino, i libri stampati più attraenti. Sulla stessa linea uno studio norvegese ha preso in esame alcuni bambini delle elementari. Ha dimostrato che i soggetti che leggono sulla carta hanno una maggiore capacità di rispondere alle domande di comprensione del testo. Uno studio della Stavanger University in Norvegia ha dimostrato che dopo aver assegnato a 50 persone lo stesso racconto breve da leggere, metà su ebook e metà su carta, chi aveva letto il libro cartaceo aveva una maggiore empatia e trasporto riguardo al contenuto. Si è notato inoltre che i lettori dell’ebook incontravano più difficoltà nel ricostruire la trama del racconto.
    A 20 anni dalla pubblicazione del primo romanzo in formato digitale, sono quasi la metà gli italiani che preferiscono l’eBook reader alla carta stampata (46,1%) Alcuni ricercatori affermano che le differenze tra i lettori di ebook e quelli di libri cartacei siano dovute alla stanchezza oculare causata dallo schermo, altri dicono invece che la fisicità del libro sia elemento fondamentale per una migliore concentrazione. Il tatto e la manualità con cui ci si rapporta con un libro sicuramente non è la stessa che si ha con un dispositivo di cui non ci poniamo il problema della dimensione o del peso, delle pagine da sfogliare o del segno da tenere. Anche per questo, spesso, chi legge su dispositivi digitali non ha il senso della lunghezza di ciò che sta leggendo.
    “LA BANALITA' DEL MALE". LEGGERE OGGI HANNAH ARENDT
    La banalità del male oggi: come si spiega l’ondata di odio che vediamo nel mondo? Rispondere a questa domanda oggi è difficile e doloroso. La guerra in Ucraina riporta a galla quanto pensavamo di aver sconfitto dopo la seconda guerra mondiale: l’insensatezza del male. O meglio ancora, la sua banalità. Non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo fingere che tutto questo non ci riguardi, che “noi non lo faremmo mai”. Dal fenomeno degli hater sui social all’odio ai conflitti in Ucraina e ancor prima in Afghanistan: tutto ciò è la riprova che Hannah Arendt aveva ragione quando parlava di banalità del male.
    A distanza di 15 anni dal processo di Norimberga, in cui furono condannati ventiquattro dei più importanti gerarchi nazisti, nel 1961 un anonimo tedesco fu catturato in Argentina. Si trattava di Adolf Eichmann, uno degli organizzatori delle deportazioni, che fu processato in Israele nel 1961, attirando l’attenzione dei media di tutto il mondo. Tra i molti osservatori del processo c’era la filosofa Hannah Arendt, che voleva capire come un uomo avesse potuto prendere parte agli orrori dell’Olocausto. Eichmann aveva costretto migliaia di ebrei a fuggire dai paesi occupati. Li aveva privati dei loro beni e aveva organizzato i convogli che deportavano gli ebrei verso i campi di concentramento. Aveva dunque impiegato il proprio ingegno e la propria capacità organizzativa per condannare a morte migliaia di persone. Dalla testimonianza di Eichmann al processo, tuttavia, non emerse il profilo di un uomo crudele e sanguinario. Agli occhi di Hannah Arendt, Eichmann si rivelava banalmente per quello che era: un mediocre burocrate, che nella questione ebraica aveva visto un’occasione per fare carriera. Egli non accettava di essere considerato colpevole “nel senso indicato dall’accusa”, perché non aveva mai materialmente ucciso nessuno. Era stato semplicemente un cittadino ligio agli ordini: un uomo “normale” nella Germania nazista.
    Le azioni criminali di Eichmann e degli altri gerarchi non erano le azioni di uomini mostruosi e demoniaci. Erano uomini normali, Eichmann era un uomo normale, troppo normale. La banalità del male si trovava nell’incapacità di rendersi conto di quello che si stava compiendo. Eichmann era talmente asservito a quella che per lui era normalità da non essere capace di pensare cosa stesse facendo, quali fossero le sue azioni e le conseguenze da esse derivate. Il filosofo francese Jean-François Lyotard, sulla scia delle riflessioni della Arendt, argomenterà successivamente che nella società nazista era mancato il tempo della riflessione e della scelta.
    TESTO [COME SI DIVENTA UN LIBRO]
    Dal 25 al 27 febbraio 2022, alla Stazione Leopolda di Firenze debutta TESTO [Come si diventa un libro], un nuovo evento sull’editoria organizzato da Stazione Leopolda e Pitti Immagine, ideato da Todo Modo, con il patrocinio e la collaborazione di Comune di Firenze, e con il patrocinio di Regione Toscana. TESTO, il cui debutto per due anni è stato fermato dalla pandemia, sarà un appuntamento annuale. Il nuovo festival racconterà il mondo dei libri dal di dentro, rivolgendosi sia al grande pubblico dei lettori (l’ingresso, dalle 11 alle 20) è gratuito, con registrazione obbligatoria su testofirenze.it) sia agli addetti ai lavori, librai, direttori di biblioteche, giornalisti. Il pubblico verrà chiamato non solo a visitare il percorso espositivo, “ma a essere protagonista di esperienze – individuali e collettive – che ruotano intorno alla passione per i libri. Laboratori, narrazioni, incontri, liste di letture da condividere sui social”. “TESTO è un viaggio tra i libri e la bibliodiversità con un’attenzione speciale per la dimensione comunitaria dell’editoria, gli attori, le professioni, le conoscenze e le sensibilità che compongono l’ecologia editoriale”, spiega Agostino Poletto, amministratore unico di Stazione Leopolda e direttore generale di Pitti Immagine. “L’accurata selezione degli ospiti, la presenza paritaria di editori piccoli e grandi, la direzione artistica affidata a una squadra di curatori esperti, il coinvolgimento di un pubblico molto ampio, la rete locale e nazionale di soggetti che vogliamo valorizzare sono le caratteristiche che distinguono il nostro progetto”. Nelle due navate della Stazione Leopolda, ciascuna casa editrice partecipante espone una selezione di titoli: “nessuna sovrabbondanza visiva o affastellamento di volumi sui tavoli. Grazie al confronto con editor, redattori e uffici stampa (e a visite guidate a cura dei librai), i lettori possono immergersi nello spirito delle proposte. Per approfondire il catalogo della casa editrice, altri titoli saranno esposti sugli scaffali, alle spalle dei tavoli”. Alla Leopolda viene poi ricreato il ciclo di vita del libro attraverso un percorso in “sette stazioni”. Ogni stazione – il Manoscritto, il Risvolto, la Traduzione, il Segno, il Racconto, la Libreria, il Lettore – presenta una fase della vita del libro: dal lavoro dello scrittore, a quello degli editor, traduttori, grafici, promotori e librai, fino al lettore. Queste sette tappe costituiscono la guida attraverso cui TESTO presenterà al pubblico “una selezione di titoli e laboratori ideati dai Capistazione in collaborazione con le case editrici e il coordinamento di Pitti Immagine”.
    IVREA E' LA CAPITALE ITALIANA DEL LIBRO 2022

    Ivrea e' la capitale italiana del libro 2022. L’omaggio alla visione comunitaria del periodo olivettiano.
    Un traguardo importante, che segna l’avvio di una nuova fase per la città che potrà aggiungere un significativo tassello alla sua storia millenaria: da prima capitale d’Italia con Re Arduino, fino a divenire capitale della tecnologia, dell’innovazione e laboratorio di futuro grazie alla straordinaria esperienza di Camillo e Adriano Olivetti.
    La visione comunitaria che ha caratterizzato il periodo olivettiano è stato il tema scelto per il dossier di candidatura, che ha coinvolto nella sua elaborazione oltre 50 persone e 7 community del mondo del libro. Inevitabile il richiamo a un oggetto-simbolo: la Lettera 22, la mitica macchina da scrivere portatile ideata dalla Olivetti, divenuta un’icona mondiale. Stefano Sertoli, sindaco di Ivrea, commenta: “Siamo davvero felici di questo riconoscimento… Ivrea potrà condividere con tutta Italia lo straordinario patrimonio culturale che custodisce ed essere per un anno intero il palcoscenico di tutto ciò che ruota intorno al mondo dei libri. Aspettiamo qui i lettori, gli scrittori, gli editori, i librai per creare insieme il Manifesto per il futuro del libro e dare vita a un anno che faccia davvero diventare la lettura patrimonio collettivo…”. Costanza Casali, Assessore alla Cultura di Ivrea, aggiunge: “Un grazie speciale va a tutto il mondo Olivetti, che si è messo a disposizione per questo progetto. Adesso non abbiamo un minuto da perdere perché l’anno è già incominciato. Ci metteremo al lavoro sin da subito con il team che ha realizzato la candidatura per partire quanto prima con il programma presentato nel dossier”. Paolo Verri, coordinatore probono della candidatura: “Ho accolto l’invito di lavorare a questo progetto perché amo Ivrea e sono legato profondamente alla cultura olivettiana. Credo che sia importante mettere a disposizione le proprie competenze per il futuro dei territori, per questo ho accettato l’incarico portando le mie esperienze… Ora, con questo titolo, credo che Ivrea abbia una chance importante, che deve giocarsi al meglio realizzando un programma che a partire dal libro possa creare un volano di attrattività culturale e turistica per l’intero territorio”. Ivrea, la romana Eporedia, centro nevralgico del Canavese, é celebre in tutto il mondo per il suo Storico carnevale, che culmina con la spettacolare battaglia delle arance.  Nei primi decenni del Novecento la città è stata investita da un processo industriale che ha raggiunto l’apice con l’Olivetti e il progetto industriale e socio-culturale di Adriano Olivetti. Riconoscibile nel tessuto urbano, la città industriale è stata progettata dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento. “Ivrea città industriale del XX secolo” è iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2018.

    PREMIO WONDY 2022
    È stata selezionata la sestina finalista della quinta edizione del Premio Wondy per la letteratura resiliente composta da: 'Cercando il mio nome' (Feltrinelli) di Carmen Barbieri, 'Tre gocce d'acqua' (Mondadori) di Valentina D'Urbano, 'La tigre di Noto' (Neri Pozza) di Simona Lo Iacono, 'Bianco è il colore del danno' (Einaudi) di Francesca Mannocchi, 'L'arte di legare le persone' (Einaudi) di Paolo Milone e 'Ciao vita' (La nave di Teseo) di Giampiero Rigosi. Il progetto è nato nel 2018 in memoria della giornalista e scrittrice Francesca Del Rosso (1974-2016), conosciuta con il soprannome Wondy e autrice del volume 'Wondy - ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro' (Rizzoli, 2014) nel quale ha raccontato con ironia e coraggio come ha affrontato la malattia.
    Le sei opere finaliste scelte dal Comitato Promotore, coadiuvato da un gruppo di lettori dell'associazione "Wondy Sono Io" insieme ai coordinatori, saranno successivamente sottoposte al giudizio di due giurie, una tecnica e una popolare. La premiazione sarà al Teatro Manzoni di Milano, il 2 maggio 2022. "Raccontare la resilienza è una sfida per chi si esprime attraverso la scrittura ed è ancora più difficile farlo nel quadro degli eventi globali che hanno caratterizzato gli ultimi due anni. E' proprio in momenti come questo però, che il lavoro di sensibilizzazione che portiamo avanti attraverso il Premio e le attività dell'associazione 'Wondy sono io' diventa più importante. Siamo entusiasti di aver ricevuto così tante proposte valide, testimonianze diverse della possibilità di far fronte in modo positivo agli ostacoli della vita e di trasformare le difficoltà in opportunità" ha detto Alessandro Milan, presidente dell'Associazione "Wondy sono io".
    Annunciata il 14 gennaio anche la nuova giuria tecnica: a presiederla è Umberto Ambrosoli, avvocato e saggista, ed è composta da: Viola Ardone, vincitrice della IV edizione del Premio Wondy; Silvia Avallone, Silvia Ballestra, Jonathan Bazzi, Luca Dini, Chiara Fenoglio, Vittorio Lingiardi, Emanuele Nenna e Gianni Turchetta. Al vincitore decretato dalla giuria tecnica andrà un premio di 5000 euro e una tela dell'artista Luca Tridente. E' prevista anche l'assegnazione di un riconoscimento di 2000 euro al vincitore designato da una Giuria popolare, che potrà esprimere la propria preferenza votando sulle pagine social del Premio fino alle ore 23.59 del primo maggio 2022.
    I DIECI TITOLI PIÙ VENDUTI NEL 2021

    È tempo di stilare classifiche e secondo me questa è molto interessante. Ecco i dieci titoli più venduti nel 2021, da notare che ci sono solo 3 italiani, e solo 2 sono i libri usciti a ridosso del periodo natalizio. La canzone di Achille deve la sua fortuna a Tiktok, mentre Cambiare l'acqua ai fiori era partito in sordina per poi esplodere durante il lockdown.
    1. L’inverno dei leoni, Stefania Auci, Nord (maggio 2021)
    2. Cambiare l’acqua ai fiori, Valerie Perrin, E/O (luglio 2019)
    3. La canzone di Achille, Madeline Miller, Marsilio (gennaio 2019)
    4. Tre, Valerie Perrin, E/O (giugno 2021)
    5. Il sistema, Alessandro Sallusti e Luca Palamara, Rizzoli (gennaio 2021)
    6. Finché il caffè è caldo, Toshikazu Kawaguchi, Garzanti (marzo 2020)
    7. Per niente al mondo, Ken Follett, Mondadori (novembre 2021)
    8. La disciplina di Penelope, Gianrico Carofiglio, Mondadori (gennaio 2021)
    9. Le storie del quartiere, Lyon Gamer, Magazzini Salani (febbraio 2021)
    10. Una vita nuova, Fabio Volo, Mondadori (novembre 2021)

    ARRESTATO DA FBI IL PRESUNTO LADRO DI MANOSCRITTI INEDITI
    Usava tecniche di phishing per ottenere in anteprima dagli autori, ma anche da editor, scout e agenti, bozze e manoscritti di libri in uscita da lì a qualche mese. Romanzi e saggi firmati da grandi nomi (la stessa Margaret Atwood è stata presa di mira, senza dimenticare Ian McEwan), come pure da esordienti. Da anni, nel mondo del libro ci si interrogava sull’identità dell’autore di tali misteriosi (e preoccupanti) furti, e su quale finalità avessero. Anche perché l’autore sembrava conoscere molto bene il mondo degli addetti ai lavori dell’editoria libraria e il loro gergo. Il protagonista, come scrive il New York Times, è stato arrestato dall’FBI con l’accusa di essersi impossessato, con l’inganno, di numerosi inediti. Si tratterebbe del 29enne Filippo Bernardini, accusato di frode telematica e di furto di identità. I furti avvenivano principalmente tramite email (in pratica, si fingeva di volta in volta un personaggio noto nell’ambiente, per ottenere in cambio il pdf di turno, con fare gentile, ingannando l’interlocutore di turno).
    Come ha ricostruito Il Post nel dicembre 2020, “nel 2018 una delle prime vittime della truffa fu l’agenzia londinese di scouting Eccles Fisher: email fasulle attribuite alla sua proprietaria, Catherine Eccles, erano inviate alle agenzie letterarie con la richiesta di manoscritti da visionare, password o dati personali degli autori. Le mail riportavano la firma di Eccles e provenivano da un indirizzo molto simile al suo ma, stando all’agenzia, nessuno ci cascò. Due anni dopo Fisher ha detto al New York Times che ‘sanno chi sono i nostri clienti, sanno come rapportarsi con loro, quando un testo è trattato da un agente e quando da un altro. Sono molto molto bravi‘…”. Eva Ferri di edizioni e/o ed Europa Editions UK, nel dicembre 2020 aveva spiegato a Rivista Studio: “(…) A me è successo solo con Elena Ferrante, noi avevamo questa policy strettissima di non condividere con nessuno il manoscritto fino alla data di uscita, quindi non c’è stata comunque alcuna fuga di materiale”. Negli ultimi anni avrebbe contattato decine e decine di autori, agenti ed editori.
    Resta la domanda: perché? Visto che non è ancora chiaro cos’abbia guadagnato con tale attività, fondata sugli attacchi di phishing. Anche perché, come sottolinea il quotidiano Usa, nessuno di questi testi rubati sembra essere apparso sul mercato nero o sul dark web, e non ci sarebbero state richieste di riscatto. Bernardini lavorava (al momento è stato sospeso) all’ufficio diritti di Simon & Schuster UK. Un portavoce della casa editrice ha spiegato che l’editore è “scioccato e inorridito” dalle accuse: “La salvaguardia della proprietà intellettuale è di primaria importanza per Simon & Schuster e per tutto il settore dell’editoria. Siamo grati all’FBI per aver indagato su questi incidenti e per aver denunciato il presunto autore”.
    COPIE AL MACERO E LO RISTAMPIAMO, O LE TENIAMO COSI'?
    Negli ultimi tempi nel mondo del libro si parla molto, inevitabilmente, di carta, sia in relazione alla sostenibilità e all’utilizzo di fibre riciclate, sia a causa dell‘aumento dei prezzi e alla disponibilità delle forniture (di recente, a questo proposito l’A.I.E. ha chiesto al Parlamento al Governo “di considerare la possibilità di ripristinare il credito d’imposta per l’acquisto di carta per la produzione di libri”). Fatta questa premessa, arriviamo a quanto successo alla casa editrice Ediciclo con la pubblicazione di Dell’andare in montagna e altre amabili ascensioni. Antologia per escursionisti e sognatori (curata da Francesca Cosi e Alessandra Repossi, con la prefazione di Linda Cottino e con le illustrazioni di Giulia Neri), che avrebbe dovuto essere una strenna natalizia, ma che è stata bloccata dopo che la redazione si è accorta di un errore: nella prefazione era infatti presente un ampio pezzo dell’antologia precedente (ne erano uscite già due, nel 2017 e nel 2020).
    La casa editrice non ha tenuto nascosto il problema e ha scelto di raccontare quanto avvenuto sul suo blog, in un post dal titolo “Ops! Cari lettori vi dobbiamo delle scuse. Degli inciampi degli editori e altre storie”: “Ripresi dallo shock abbiamo iniziato a fare tutte le telefonate del caso: le curatrici, l’autrice della prefazione, l’illustratrice, la rete promozionale, la distribuzione, blocchiamo tutto! Addio strenna natalizia”. Spiegando poi: “(…) Dopo tanto discutere in redazione – lo ristampiamo? lo mandiamo al macero? lo teniamo così? beh dopotutto al libro non manca nulla, semmai ha qualcosa in più – abbiamo deciso che non sarebbe stato giusto nei confronti del pianeta sprecare 850 kg di carta dato che tanta ne era servita per questa prima edizione. Così, dopo aver consultato alcuni addetti ai lavori e aver ascoltato le loro preziose opinioni, abbiamo deciso che il volume sarebbe stato comunque distribuito così com’è, unico nel suo essere imperfetto. Abbiamo però optato per l’aggiunta di un bollone removibile giallo in copertina che spiega in modo molto diretto al lettore l’accaduto. Ecco cosa dice: ‘Ops! Cari lettori vi dobbiamo delle scuse. Come tutti i nostri libri anche questo è stato seguito e coccolato, eppure ci è sfuggito un errore. In calce alla prefazione abbiamo lasciato un brano della precedente antologia sulla bicicletta. Avremmo potuto ristamparlo, ma così avremmo sprecato 850 kg di carta. Vi ringraziamo per la comprensione e vi auguriamo buona lettura!.
    IN CALO LE CONSEGNE A DOMICILIO DA PARTE DELLE LIBRERIE
    Crescono i libri acquistati attraverso i siti delle case editrici. Sono un milione i lettori italiani che negli ultimi dodici mesi hanno acquistato almeno un libro attraverso i siti delle case editrici: una cifra raddoppiata rispetto ai dati di maggio 2020 e quadruplicata rispetto a marzo. “Nella rivoluzione della distribuzione e dell’acquisto di libri seguita ai mesi di lockdown non c’è spazio solo per le grande librerie online: l’ecommerce è una realtà che si è imposta a tutti i livelli” ha spiegato il responsabile dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Giovanni Peresson.
    Secondo i dati raccolti da Pepe Research e rielaborati dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori e riferiti a settembre 2021, negli ultimi 12 mesi il 39% dei lettori dichiara di aver acquistato un libro su Amazon, il 7% su Ibs.it/laFeltrinelli, il 5% in altre librerie online, il 4% direttamente sui siti delle case editrici. La progressione degli acquisti sui siti delle case editrici, pur su percentuali ancora piccole, è evidente e costante rispetto all’1% di marzo 2020, il 2% di maggio 2020, il 3% di ottobre 2020. Questo fenomeno si inscrive all’interno della maggiore familiarità che gli italiani hanno acquisito nei mesi di pandemia rispetto all’ecommerce: sono 2,7 milioni le persone che hanno iniziato ad acquistare in rete e che prima non lo facevano, pari all’11% dei lettori. Oggi, così, il 55% dei lettori ha familiarità con gli acquisti in rete e ne ha fatto almeno uno negli ultimi dodici mesi. Le consegne a domicilio da parte delle librerie, invece, dopo aver toccato un picco del 10% a maggio 2020, in pieno lockdown, sono diminuite fino al 3% di settembre 2021.
    IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2022 DAL 19 AL 23 MAGGIO
    L’annuncio delle date ufficiali della prossima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino era atteso. Alla fine la manifestazione è stata posticipata di qualche giorno rispetto alla consueta collocazione di metà maggio, per evitare la sovrapposizione con l’Eurovision Song Contest, che si svolgerà nel capoluogo piemontese dal 10 al 14 maggio 2022. Dopo il successo dell’edizione autunnale, che a ottobre 2021 ha accolto più di 150mila lettrici e lettori, la fiera editoriale ospitata dal Lingotto nel nuovo anno incontrerà la comunità del libro sempre nel mese di maggio: la XXXIV edizione si svolgerà, infatti, da giovedì 19 a lunedì 23 maggio 2022.
    A distanza di soli sette mesi, il Salone, diretto da Nicola Lagioia, continuerà a riflettere sui temi della contemporaneità. Il gruppo di lavoro ha iniziato a contattare partner e editori per avviare le future collaborazioni e il direttore editoriale ha aperto i lavori con i consulenti editoriali: Paola Caridi; Ilide Carmignani; Mattia Carratello; Giuseppe Culicchia; Claudia Durastanti; Lorenzo Fazzini; Fabio Geda; Giorgio Gianotto; Alessandro Grazioli; Helena Janeczek; Loredana Lipperini; Giordano Meacci; Eros Miari; Francesco Pacifico; Valeria Parrella; Alessia Polli; Rebecca Servadio; Lucia Sorbera; Annamaria Testa. Spirito guida, sempre, Alessandro Leogrande. In attesa di maggiori dettagli sull’edizione 2022, sul sito Salonelibro.it e sulle sue piattaforme social, in questi giorni il Salone propone il calendario “letterario” dell’Avvento, fatto di libri e parole: consigli di lettura quotidiani, fino al 24 dicembre, per accompagnare e orientare lettrici e lettori nella scelta delle proprie storie da leggere o dei titoli da regalare e farsi regalare in occasione delle feste. L’iniziativa, si legge nella nota del Salone, accoglie consigli e proposte di diverse realtà che compongono la filiera del libro e che da anni lavorano con e per la manifestazione: dalle case editrici alle librerie, passando per le biblioteche e i consulenti.
    CLASSICI IN CAMMINO, O A RISCHIO ESTINZIONE?
    L’idea centrale di Classici in cammino (Marsilio), di Giorgio Ficara, raccoglie saggi sul Trecento e sulla contemporaneità, su Leopardi e, poniamo, Giuseppe Pontiggia o Marziano Guglielminetti, è una di quelle intuizioni grazie alle quali è possibile un discorso critico e saggistico che, senza rinunciare al rigore accademico, non se ne rende schiavo.
    È il punto di vista di un critico-scrittore: che “guardando anche di sfuggita a Virgilio, poi a Dante e a Boccaccio” propone l’immagine di una “brigata in cammino”. La coppia della Commedia vale come significativa icona di qualcosa che è accaduto e anzi non cessa di accadere: perché, come in una staffetta, “le storie e i miti raccontati lungo la strada dal primo che prende la parola sembrano magistrali e compiuti per anni o per secoli. E lo sono.
    Poi, nella compagnia interviene un secondo”, e “continua quei racconti che, già alle prime battute, si vedeva che non erano conclusi”. "Così, ingrossando le sue fila nel corso del tempo, voltando e rivoltando per strade e stradette, la brigata non si arresta né si zittisce”.
    Questi sono i classici. Una catena ininterrotta nel tempo che tiene conto dei tempi. Sarebbe oggi impossibile “essere Petrarca”, osserva ad esempio Ficara, ma sottolinea come un poeta contemporaneo, Milo De Angelis, “tra gli ultimissimi, nella brigata, a prendere la parola” scrive una poesia ricalcando la stessa “architettura concettuale” del Canzoniere pur essendo pienamente nel nostro tempo, oltre ogni petrarchismo possibile. Si potrebbero citare molte altre situazioni consimili, dato l’ampio orizzonte di letture e analisi, soprattutto quelle centrali sul tema della lontananza sentita spesso come irreparabile dai moderni, e pure non tale da non poter camminare ancora insieme: perché leggendo un classico, “a volte” almeno, “vorremmo essere come lui”. Non ci riusciamo, ma siamo intanto insieme a lui, parliamo con lui, e il lungo lascito si riproduce. La “brigata” si nutre di amore e di rotture, mai di oblio o noncuranza. Ora però qualcosa sembra cambiare ed è a questa contingenza che va la sfida del libro. Si profila infatti qualcosa di radicalmente diverso: non più la critica ma l’indifferenza, che considera persino elegante “l’ignoranza assoluta”; si impone così, per citare una battuta di Giuseppe Pontiggia, una sorta di tradizione americaneggiante secondo la quale “la storia della Grecia e di Roma è un minuscolo precedente della storia dell’Oregon e dell’Ohio”.
    Lo scrittore di I contemporanei nel futuro non prevedeva forse che, pochi anni dopo la sua scomparsa, si sarebbe andati ben oltre, guardano i classici con la lente del gender e riducendoli ai detestati “dead white males”: ma in qualche modo aveva visto lontano, anche se tutto è già stato annunciato e persino è accaduto in altre forme o con altri linguaggi. Forse ci stiamo davvero avventurando in un mondo in cui i classici, che per Francesco De Sanctis “ci innamorano alla vita”, sono destinati a sparire, confinati fra scartoffie polverose, o immolati come capri espiatori.
    I segni dell’autodafé non mancano, persino nelle sedi dove si esibisce il culto del libro come valore supremo. L’ultimo è di pochi giorni fa. Paolo Di Paolo ha innescato infatti sui social una discussione dopo aver notato per primo come, a distanza di un mese, due autori bestseller abbiamo liquidato Marcel Proust con un’alzata di spalle. Interessante coincidenza. Uno è Ken Follet, e l’altra è Valérie Perrin, che al Salone del libro di Torino aveva proclamato “di averlo mollato per noia”: esternazione accolta con un fragoroso applauso. Di questo passo, rischia davvero, la lunga camminata, di arrestarsi in una nuvola di polvere, o di essere poco più che un corteo di fantasmi? Ficara, per buona sorte, e per lucidità di analisi, ancora ne dubita. Anzi, indirettamente ci convince che no, non può proprio finire così.
    L'AVVERSIONE PER I REFUSI E COME ADDOMESTICARLA? 

    Chi lavora con la scrittura arriva a fine giornata con una speranza costante: aver scampato il suo refuso quotidiano. E parliamo al singolare per bontà, dal momento che i refusi in realtà sono come le ciliegie: uno tira l’altro. O come le disgrazie, che non vengono mai sole.
    Considerato sintomo di sciatteria, di superficialità, di disattenzione, ma specialmente – e qui casca “l’asino” – di frettolosità, il refuso fa infatti perdere punti alla cura e all’eleganza, e di conseguenza si annida nella stanchezza di molte giornate frenetiche.
    Da dove derivi questa avversione atavica e totalizzante non sapremmo dirlo con certezza. Forse dall’ipercorrettismo a cui a scuola una volta ci si abituava presto, in nome di un comune approccio grammaticale prescrittivista che non tollerava sbagli o distrazioni di sorta. Forse da una tendenza alla severità linguistica che nel frattempo abbiamo introiettato e trasformato in un fenomeno di snobismo di massa, o forse ancora dalla consapevolezza che – con i nuovi mezzi di comunicazione – a rendere virale e imperituro un refuso bastino giusto un paio di clic. Sta di fatto che, per quanto restino esecrabili e da evitare, i refusi continuano a saltellare tra un carattere tipografico e l’altro nonostante gli strumenti di correzione automatica e le improbabili riletture a cui ci si sottopone modificando famiglia e dimensioni dei font (perché l’occhio vigili sulla forma, spiegano gli esperti).
    Come evitare allora una volta per tutte il doloroso impatto che ne consegue? La risposta risiede in parte nei più lunghi e scrupolosi controlli da effettuare, mentre in parte è forse da individuare in una nuova e necessaria presa di coscienza. “Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare“, sosteneva lo scrittore e filosofo statunitense Elbert Hubbard (1856-1915) e proprio da lui potremmo imparare la lezione più importante sui refusi, e cioè che meno impareremo a temerli e meno loro ci perseguiteranno. Un po’ perché smetteremo di vederli (o di pensare di vederli) ovunque, un po’ perché ne avremo relativizzato la portata e accettato l’inevitabile presenza saltuaria in un universo sempre imperfetto, pur nella consapevolezza che ci siano refusi più gravi di altri e che tutti restino nemici del BGL (Bene Galattico Letterario) di nuovo conio. Benché la strada sia ancora lunga, non è quindi troppo presto per provare a disinnescare una determinata mentalità riscoprendo il potere creativo e liberatorio dei refusi, come già succede da decenni fra chi nel mondo della cultura si espone condividendo le proprie sviste più bizzarre, ormai anche sui social network.
    Da prendere a modello, giusto per citarne due, sono per esempio traduttori e docenti del calibro di Daniele Petruccioli e di Enrico Terrinoni, a cui si devono espressioni immaginifiche come “l’ira del tè” (al posto de “l’ora”), “con gran stipendio di energie” (anziché “dispendio”), “lo spiegamento di forse” (e non di “forze”) o “mi vide e arrostì” (in vece di “arrossì”). Naturalmente si tratta di refusi corretti poi tempestivamente nel testo; nel frattempo, tuttavia, in rete diventano un’occasione per riflettere sui risvolti più imprevedibili di uno scambio di lettere, e per esorcizzare il terrore stesso di sbagliare, guadagnandone in sollievo e accettazione. Insomma, magari non capiremo perché siamo così ossessionati dai refusi e neanche riusciremo a toglierceli di torno.
    Però, se da un lato abbiamo il dovere di onorare al massimo la lingua italiana e chi ne fruisce, dall’altro lato sarebbe sano mettere un limite ai nostri timori. Quantomeno per imparare, nei casi in cui proprio non siamo stati capaci di evitarlo, a farci venire il sangue “amato”, anziché farcelo venire “amaro“. Parola, anche stavolta, di Daniele Petruccioli.

    5 LIBRI DA LEGGERE IN ATTESA DI FILM E SERIE A LORO ISPIRATI
    Libri e cinema, un connubio in costante rinnovamento. Sono diversi, infatti, i film e serie tv usciti negli ultimi anni ispirati a romanzi di successo. In questo articolo vogliamo proporvi 5 libri da leggere prima che escano i film e le serie tv a loro ispirati. Il 2021, infatti,  è stato un anno importante per la ripresa del cinema e tanti film che sono usciti o che sono ancora in produzione sono tratti da libri.
    1. L’evento – Annie Ernaux.  Ottobre 1963: una studentessa ventitreenne è costretta a percorrere vie clandestine per poter interrompere una gravidanza. In Francia l’aborto è ancora illegale. 2) Le assaggiatrici – Rosella Postorino.  È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. 3)L’estate in cui imparammo a volare – Kristin Hannah. Kate e Tully si incontrano, tredicenni, nell’estate del 1974. Sono diversissime, ma si uniranno in un’amicizia che durerà per decenni. Fino a che Tully diventerà una star del giornalismo televisivo e Kate sposerà John, ex corrispondente di guerra e soprattutto ex di Tully. 4) La donna alla finestra – A. J. Flinn. Anna Fox vive rinchiusa nella sua casa di New York e la sola idea di mettere piede fuori dalla porta rischia di provocarle un attacco di panico. Passa le sue giornate vagando da una stanza all’altra con un bicchiere di Pinot in mano, chattando con uomini sconosciuti, guardando vecchi film noir – la sua passione – e soprattutto… spiando i vicini con l’aiuto della sua Nikon D5500. 5)Gli assassini della terra rossa – David Grann. Negli anni Venti del Novecento, la popolazione al mondo con la maggiore ricchezza pro-capite era, abbastanza sorprendentemente, la nazione indiana degli Osage, confinata nei decenni precedenti in una riserva in Oklahoma. Senza più bisonti da cacciare, impossibilitati quasi a parlare la loro lingua e a praticare la loro religione e cultura, improvvisamente si ritrovarono ricchissimi per la scoperta nelle loro terre di giacimenti petroliferi immensi.
    I 17 LIBRI CON I FINALI PIÙ DELUDENTI SECONDO I LETTORI

    Leggere un libro è un’esperienza magnifica. In alcuni casi però, proprio alla fine del "viaggio", ci ritroviamo con l’amaro in bocca per il finale deludente. Ecco una lista dei libri con i peggiori finali secondo i lettori. Onbuy Books ha fatto la ricerca, affidandosi alle recensioni e classifiche di Goodreads, stilando così una classifica dei libri che i lettori considerano “con finali peggiori”. Alla domanda: quale è il finale di un libro che vi ha deluso di più? I lettori hanno risposto con molta sincerità.
    Da Romeo e Giulietta ad Harry Potter, passando per un libro di Nicolas Sparks, ecco per voi la classifica dei libri deludenti secondo i lettori. Con il 57% dei voti , Romeo e Giulietta risulta essere il libro con il finale più deludente. Nonostante la storia sia davvero una storia senza tempo, la potenza emotiva di questo libro non basta a pareggiare un finale tragico che, evidentemente, fa rimanere davvero molto male i suoi appassionati lettori. Al secondo posto c’è Espiazione, di Ian Mcewan con il 52% dei voti. Con il 49% dei voti, al terzo posto, c’è il romanzo di Lauren Oliver ‘’Requiem’’.Libba Bray, con il suo libro ‘’La rivincita di Gemma’’ prende il 37% dei voti. Il signore delle mosche, di William Golding, è il quinto libro con il finale più deludente, votato dal 36% dei nostri lettori. Un ponte per Terabithia, di Katherine Paterson, ha appassionato numerosi ragazzi. Amore, passione e tante lacrime. Così sono le storie che tutti amano di Nicolas Sparks. Ricordati di guardare la luna (Dear Jhon), ha ricevuto ben il 34% di voti. I libri ‘’Harry Potter e i doni della morte’’ e ‘’Harry Potter e il principe mezzosangue’’, risultano essere quelli che hanno portato più delusione. Li hanno votati il 25% delle persone. The Giver- il donatore, un romanzo di fantascienza per ragazzi, ha ricevuto il 24% dei voti. C'è anche Twilight di Stephanie Meyer, Breaking Down risulta essere il libro con il finale meno amato (21%). La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, di Audrey Niffenegger, si  trova in classifica con il 20% dei voti. La custode di mia sorella, di Jodi Picoult, è un libro estremamente commovente. Questo però lo ha portato ad essere votato dal 19% dei lettori. Amabili resti, di Alice Sebold è stato votato dal 17% dei lettori. Il canto della rivolta di Suzanne Collins, dalla saga ‘’Hunger Games’’, anche qui, risulta esserci qualche malcontento da parte del 16% dei fans. Allegiant, altro famoso libro per ragazzi, scritto da Veronica Roth, ha sempre ricevuto il 14% dei voti. Finiamo con Matched (Ally Condie) che si trova alla fine di questa lista dove solo il 10% dei lettori ritiene che il finale sia deludente.

    PREMIO NOBEL LETTERATURA 2021 A ABDULRAZAK GURNAH
    Nato nel 1948 e cresciuto nell'isola di Zanzibar, è arrivato in Inghilterra come rifugiato alla fine degli anni '60, tra i suoi libri più famosi Paradise e By the Sea. La motivazione annunciata dall'Accademia di Svezia è stata "per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti". E' stato professore di inglese al Postcolonial Literatures dell'Università del Kent a Caterburry. "Stavo pensando: 'Mi chiedo chi lo prenderà'", ha affermato il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2021 Abdulrazak Gurnah. "Ho pensato che fosse uno scherzo", ha aggiunto, "È stata tale la sorpresa che ho aspettato fino a quando l'ho sentito annunciare prima di poterci credere", ha detto ancora, in un audio pubblicato nel sito web della Fondazione Nobel. Esule fuggito dalla Tanzania Gurnah invitato Europa a considerare i rifugiati dall'Africa come una ricchezza, sottolineando che non arrivano "a mani vuote". "Molte di queste persone che vengono, fuggono per necessità, e anche francamente perché hanno qualcosa da dare".
    I 6 CAFFÈ LETTERARI PIÙ AMATI DAI GRANDI SCRITTORI

    Da Keats a Hemingway, da Parigi a Londra, ecco il tour dei caffè più famosi ed amati al mondo! Le caffetterie ed i caffè letterari sono storicamente note per aver ispirato artisti e scrittori e per aver offerto ai creativi uno spazio di incontro per discutere e condividere le proprie idee. Quando ci si riferisce al tipico caffè, ci sono diversi rituali sociali che creano un’atmosfera molto particolare. La caffetteria è un posto unico dove ci si incontra e si socializza, si parla dei propri desideri, sogni, idee. Un luogo dove si legge qualcosa o semplicemente si sorseggia una tazza di caffè in solitudine. È in posti come questi che nascono le storie, che la poesia prende vita e i personaggi cominciano a vivere nell’immaginazione degli scrittori.

    LA ROTONDE: A Parigi – Musica Jazz e atmosfera bohèmien caratterizza questo locale amato da autori del calibro di Henri Matisse e Pablo Picasso, qui Hemingway ha scritto il suo primo romanzo.

    VESUVIO: A San Francisco – La fama del locale arrivò nel 1955, quando Neal Cassady, si fermò qui. Poco dopo il bar diventò anche il caffè preferito di molti altri autori come Jack Kerouac, Allen Ginsberg e Dylan Thomas. Per rendergli omaggio, ogni drink ha il nome di un artista.

    ANTICO CAFFE’ GRECO: A Roma – Si tratta del Caffè più antico di Roma, si dice che abbia aperto addirittura nel 1760. A pochi passi da questo locale viveva John Keats e spesso faceva tappa fissa qui, come Lord Byron e Percy Shelley.

    THE EAGLE AND CHILD: A Oxford – Questa taverna del 1650 è stata soprannominata anche ‘The Bird and the Baby’ dai grandi della letteratura che frequentavano le sue sale, come J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis.

    GRAND CAFE’: A Oslo – Ospitato all’interno del più ampio complesso del Grand Hotel di Oslo, ha aperto nel 1874, qui era solito pranzare Henrik Ibsen.

    CAROUSEL BAR: A New Orleans – Fondato nel 1886, l’Hotel Monteleone è sempre stato un punto luminoso nel Vieux Carré, stiloso quartiere francese di New Orleans, ed ha sempre attirato l’attenzione di moltissimi letterati fra cui lo stesso Ernest Hemingway, ma anche Tennessee Williams e William Faulkner.
    Al giorno d’oggi è uno dei posti preferiti di John Grisham e Stephen Ambrose.

    LIBRI DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE DURANTE L'AUTUNNO

    Le strade sono contornate di foglie, le temperature si sono abbassate, le giornate sono bagnate dalla pioggia. Le condizioni perfette per leggere un buon libro mentre sorseggiate qualcosa di caldo. Oltre a segnalarvi i motivi per cui questa stagione è perfetta per gli amanti dei libri, ecco le letture ideali per le vostre giornate autunnali segnalate da bustle.com.
    Le notti di Salem, Stephen King :Dio di illusioni, Donna Tartt
    Abbiamo sempre vissuto nel castello, Shirley Jackson : Le streghe di Eastwick, John Updike
    Rebecca, Daphne du Maurier : Le regole della casa del sidro, John Irving
    L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafon: L'oceano in fondo al sentiero, Neil Gaiman

    A voi lasciamo scoprire perché.

    V BIENNALE INTERNAZIONALE EX LIBRIS CITTA' DI VICENZA

    La V Biennale Internazionale Ex Libris Città di Vicenza © è dedicata all’illustre concittadino Antonio Pigafetta, criado, uomo di fiducia, di Ferdinando Magellano, che cinquecento anni fa fece la prima circumnavigazione del mondo (1519-1522). La Lega Navale Italiana Sezione di Vicenza promuove l’iniziativa con l’obiettivo di incoraggiare la navigazione delle acque interne ed esterne e la tutela l’ambiente marino e acquatico, attraverso la creatività della stampa originale d’arte.
    Questa nuova edizione  propone agli artisti italiani e stranieri di cimentarsi nelle tecniche incisorie e digitali per realizzare dei multipli su carta, di piccole dimensioni e finalizzati a caratterizzare il proprietario del libro, da qui ex libris, ossia «dai libri», segni, immagini, parole che esprimono le caratteristiche del proprietario del libro e committente dell’ex libris. I committenti della V Biennale internazionale Città di Vicenza, sono uniti dall’intenzione di rinnovare l’audace impresa del concittadino Antonio Pigafetta, di navigare idealmente sulle acque fluviali e marittime. La mission è sollecitare la comunità a riflettere sullo stato dei fiumi e dei mari del bacino idrografico veneto e planetario.
    Gli ex libris, letteralmente «dai libri», sono segni, immagini, parole che esprimono le caratteristiche del lettore. Creare l’ex libris significa testimoniare l’appartenenza del lettore al libro e destinarlo a chiunque abbia a cuore il patrimonio culturale dell’umanità; è un’opportunità di classe per designare i committenti sono uniti dall’intenzione di ricordare il concittadino e navigatore Antonio Pigafetta, nei 500 anni della prima circumnavigazione del globo: - La Lega Navale Italiana si rivolge a coloro che s’ispirano ai fiumi, www.leganavale.it/vicenza/attivita  -L’Associazione Grazia Deledda di Vicenza collega i Sardi, che da sempre hanno visto nel mare un ostacolo e un ponte da attraversare, ad Antonio Pigafetta, www.assgraziadeleddavi.it -La Libreria Traverso propone una ricca bibliografia sull’ufficiale di rotta Antonio Pigafetta , e offre la possibilità di confrontarsi nel pieno centro di Vicenza, www.libreriatraverso.it
    PREMIO CAMPIELLO 2021
    Sarà Andrea Delogu a condurre la serata finale del Premio Campiello, giunto alla 59edizione, che si terrà sabato 4 settembre per la prima volta all’Arsenale di Venezia. Un debutto in un luogo iconico. Delogu presenterà per la seconda volta la cerimonia di premiazione del vincitore del Campiello 2021, che verrà trasmessa in diretta televisiva su Rai 5 sabato 4 settembre dalle ore 21:15. La finale sarà inoltre visibile in mondovisione attraverso Rai Italia, il canale Rai che si rivolge a decine di migliaia di spettatori. La cinquina finalista é stata votata dalla “giuria dei letterati”, da quest’anno presieduta da Walter Veltroni, tra circa 300 candidati, ed ecco i nomi delle opere, degli autori e delle autrici in finale (ancora una volta, al Campiello non mancano le sorprese): Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli); l’autore e traduttore Paolo Nori con Sanguina ancora (Mondadori); Paolo Malaguti con Se l’acqua ride (Einaudi); Giulia Caminito con L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) e Carmen Pellegrino con La felicità degli altri (La Nave di Teseo). Sia Bajani sia Caminito hanno concorso anche alla finale del Premio Strega. Il Premio Campiello Opera Prima è invece andato alla raccolta di racconti Dieci storie quasi vere di Daniela Gambaro (Nutrimenti), con la seguente motivazione: “Una scrittura che si fa partecipe, senza mai abdicare al rigore nel modulare gli accenti di commozione, malinconia e ironia propri di ciascuna storia”.
    10 LIBRI E PIÙ DA LEGGERE PER SCOPRIRE IL VENETO

    Quali sono i libri da leggere prima di visitare il Veneto? In questo articolo troverete i 10 libri e più  da leggere per scoprire dal punto di vista letterario il Veneto, consigliati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor.
    I dieci titoli più votati nel sondaggio sono quelli che troverete di seguito. Consigli dei lettori, per lettori. Se dieci libri da leggere prima di andare in Veneto non sono sufficienti e volete saperne ancora di più, basterà andare sulla pagina Facebook di Book Advisor per scoprire quali sono stati gli altri titoli proposti e votati.
    Romeo e Giulietta di William Shakespeare. La trilogia di Umberto Matino, i libri di Paolo Malaguti, i libri di Andrea Molesini. Il prete bello di Goffredo Parise, i libri di Mario Rigoni Stern, La morte a Venezia di Thomas Mann, Libera nos a Malo di Luigi Meneghello. I libri di Giuseppe Berto, Un amore veneziano di Andrea Di Robilant, I quindicimila passi di Vitaliano Trevisan.

    MON CHAT PITRE, LEGGERE IN COMPAGNIA DEI GATTI
    Una libreria da sogno per coloro a cui piace leggere in compagnia. Mon Chat Pitre, infatti, è la libreria ad hoc per gli amanti dei gatti. Si trova ad Aix-en-Provence, in Francia e la sua caratteristica è proprio quella di ospitare i gatti salvati dai rifugi. L’idea della libreria con i gatti nasce da due giornalisti televisivi, Solène Chavanne e Jean-Philippe Doux con il comune amore per la lettura e i gatti. Ispirati ai tanti cafè che nel mondo danno la possibilità di condividere locali ed esperienze con diversi animali, questa volta hanno pensato di concretizzare il connubio vincente di libri e felini, prendendo esempio dai numerosi scrittori amanti di questi stupendi animali.
    In poco tempo la libreria è diventata una richiestissima meta per rilassarsi e immergersi in un’atmosfera unica. La libreria Mon Chat Pitre ospita ad ora sei gatti dal passato randagio. Il locale, inoltre, è previsto sul retro di uno spazio non aperto l pubblico interamente dedicato agli animali con il cibo per quando sono affamati e con le lettiere, ma anche per i momenti in cui ricercano un po’ di privacy lontano dagli occhi dei turisti. La Francia, purtroppo, detiene il primato per quanto riguarda l’abbandono degli animali. Con questa iniziativa Solène e Jean-Philippe offrono un bellissimo esempio per incentivare l’adozione e la salvaguardia degli animali randagi e ospiti di rifugi.
    5 LIBRI DA LEGGERE CON PROTAGONISTE STORIE D'AMORE ESTIVE
    Le storie d’amore estive sono un classico della bella stagione. Complici il caldo, l’allontanamento da casa e dai ritmi quotidiani, la leggerezza e l’abbandono a un momento di riposo, la stagione estiva è l’ideale per storie fugaci, ma intensissime, passioni che si accendono e si spengono nell’arco di poche settimane. Ad esse, è dedicata un’ampia parte della produzione letteraria mondiale. Scopriamo alcuni dei più famosi libri la cui trama vede al centro storie d’amore estive.
    Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare: fate e folletti popolano il mondo fantastico di questa commedia di Shakespeare, lieve e raffinata, in cui amori e tradimenti si susseguono con comicità e grazia incantevole. Una commedia lieve e briosa, ricca di improvvisazioni e colpi di scena.
    Adelmo torna da me di Teresa Ciabatti, questo libro racconta la storia, lunga un’estate, della perdita di innocenza di Camilla. Un coro di voci, di risate, avventure fanno da sfondo alla vicenda, mentre la realtà morde sotto il velo sorridente della commedia. 
    L’amore a due passi di Catena Fiorello, le cui vicende si sviluppano nel Salento in piena estate. Due  vedovi, entrambi sulla soglia dei settant’anni, entrambi abbandonati dai propri figli durante una delle estati più torride di tutti i tempi…
    Le notti bianche
     di Fedor Dostoevskij, quattro notti e un mattino per raccontare una storia che si muove al buio e nella penombra della coscienza. Un giovane sognatore, abituato a nutrirsi di sentimenti e impressioni, incontra nella notte una ragazza piangente e sola che sarà per lui l’appiglio verso il concreto mondo diurno.
    La vampa d’agosto di Andrea Camilleri, siamo in agosto, Mimì Augello ha dovuto anticipare le ferie e Montalbano è costretto a rimanere a Vigàta. Livia vorrebbe raggiungerlo, ma per non restare sola, con Montalbano sempre al lavoro, pensa di portare con sé un’amica (con marito e bambino).
    I COMPITI DELLE VACANZE PER ADULTI SPOPOLANO IN LIBRERIA
    Fra gli adulti per le vacanze sembra essere tornato (o, forse, diventato) un passatempo alla moda.
    Il Quaderno dei compiti delle vacanze per adulti, quest'anno bissa il successo dell'anno scorso, con 150 esercizi nuovi di zecca per trascorrere 120 ore di divertimento durante il solleone, fra riferimenti all’attualità, spunti culturali e tante pagine ricche di illustrazioni a colori e curiosità. Il formato è molto simile a un libro e, soprattutto, ha una ispirazione pop, che attinge al mondo del cinema, della musica, delle serie tv, dei social media e dei libri per suggerire rompicapo freschi e stimolanti, adatti a lettori e lettrici di tutte le età.
    Non stupisce, quindi, venire a sapere che il successo dovuto al passaparola, alle condivisioni sui social, abbia ispirato altre pubblicazioni sulla stessa falsa riga. “Che cos’hanno in comune Cristoforo Colombo e Amanda Lear? Qual è l’anagramma di ‘sonnifero’? Che verso fa il pavone? Esiste un sostantivo italiano composto soltanto da vocali? Come si fa a nascondere un numero di telefono dentro a un racconto?“, sono alcune delle numerose e coinvolgenti domande al centro dell’opera, che a sua volta si basa sui presupposti dell’enigmistica classica per approdare a una sfera culturale recente e da abbracciare a 360°.
    Immaginare dei giochi per adulti di portata simile, d’altronde, non è un’impresa facile per almeno due motivi, oltre a quelli già citati: in primis, perché è opinione comune (ma per fortuna sfatabile) che dopo una certa età divertirsi sia quasi fuori luogo e che, di conseguenza, vada mantenuto pure d’estate il proprio aplomb; in secundis, perché per risultare inclusivi e aggiornati è necessario correre dei rischi e riuscire in un’operazione non solo di piacevole passatempo, ma anche e soprattutto di comunicazione efficace.
    IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO IN PRESENZA: 14 -18 OTTOBRE
    Nel settecentesimo anniversario dantesco e dopo un anno e mezzo senza precedenti nella storia contemporanea, il Salone tornerà ad accogliere grandi nomi della scena culturale globale per ripartire ragionando insieme sulla nuova vita che ci aspetta. È infatti Vita Supernova il tema scelto per quest’edizione. Tutela dell’ambiente, biodiversità, tenuta delle democrazie liberali in un mondo sempre più complesso, ricostruzione economica e giustizia sociale, il rapporto tra individuo e comunità, tra malattia e cura, tra vita e morte (e possibili, improvvise rinascite), la relazione con la scienza e con la tecnologia, le questioni di genere, i diritti delle minoranze, la libertà espressiva, il modo in cui l’Italia e l’Europa stanno ridefinendo il proprio ruolo e la propria identità in uno scacchiere mondiale in rapida trasformazione. Questi saranno alcuni dei temi cardine del Salone. Il programma, in lavorazione, verrà condiviso a settembre, ma intanto qualche anticipazione sugli ospiti del Lingotto è stata già data. André Aciman, Stefania Auci, Javier Cercas, Alicia Giménez-Bartlett, Valérie Perrin, David Quammen, Domenico Starnone, Carlo Verdone e Jeff Kinney: questi i nomi fatti in conferenza stampa. Il Salone ha poi annunciato di aver attivato o rinnovato collaborazioni e sinergie in Italia e all’estero, dalla Frankfurter Buchmesse a Ibby Italia, dalla Biennale Democrazia a Lucca Comics & Games, da pordenonelegge a La Milanesiana.Tra le novità della 33esima edizione, l’ingrandimento dello spazio dedicato ai ragazzi, che occuperà più di un terzo del Padiglione 2. Per i ragazzi più grandi torna poi la libreria dedicata agli adolescenti, uno spazio e una selezione di titoli a cui parteciperanno, tra gli altri, il movimento di Fridays for future con una bibliografia dedicata.
    LE 5 CITTÀ LETTERARIE DA VISITARE IN ITALIA
    Finalmente l’estate si avvicina, e visitare qualche città nuova è sempre bello. Per l’occasione vi propongo cinque città letterarie in giro per l’Italia tratte dai libri.
    1) Palermo, capoluogo della regione Sicilia, è una città stupenda situata all’esatto centro del Mediterraneo. Le origini di questa città sono molto antiche e a testimoniarlo è il ritrovamento di alcune incisioni rupestri che probabilmente risalgono all’età paleolitica. Qui è ambientato il romanzo di Stefania Auci “I Leoni di Sicilia” che racconta le origini della famiglia Florio e del loro successo.
    2) Firenze, è conosciuta in tutto il mondo come centro dell’arte italiana, sviluppata sulle due sponde dell’Arno, è una città ricca di storia. Qui nacque anche la nostra attuale lingua e Forster nel suo romanzo “Camera con vista” racconta le vicende amorose di una giovane inglese in viaggio in Italia insieme alla cugina.
    3) Venezia , città quasi fiabesca, è costituita da un insieme di centodiciotto isole unite da oltre quattrocento ponti e separate dai canali che fungono da strade, percorsi da barche e gondole. Il suo fascino sta anche nei numerosi tesori d’arte che custodisce tra chiese, palazzi e musei. Qui Ian McEwan ambienta “Cortesie per gli ospiti” dove due coppie si incontrano casualmente. Mary e Colin, turisti inglesi legati da un tranquillo rapporto, si imbattono in un personaggio inquietante, Robert e sua moglie Caroline.
    4) Napoli,  la città  domina l’omonimo golfo, che si estende dalla penisola sorrentina all’area vulcanica dei Campi Flegrei ed offre una vista molto suggestiva, con l’imponente vulcano Vesuvio. Elena Ferrante ha scelto di ambientare in questa città la sua fortunatissima quadrilogia de “L’amica geniale” che racconta la vita di due amiche dall’infanzia all’età adulta.
    5) Roma , la città eterna, capitale d’Italia che mostra in tutta la sua bellezza la nostra storia. Roma raccoglie la sovrapposizione di testimonianze di quasi tre millenni ed è espressione del patrimonio storico, artistico e culturale del mondo occidentale europeo. A Roma il Premio Strega Veronesi ha ambientato il libro “Il colibrì”, storia di Marco Carrera la cui vita è fatta di perdite e di dolore; il suo passato sembra trascinarlo sempre più a fondo come un mulinello d’acqua. Eppure Marco Carrera non precipita: il suo è un movimento frenetico per rimanere saldo, fermo e, anzi, risalire, capace di straordinarie acrobazie esistenziali, come un colibrì.
    PASSIONE BICICLETTA, 10 LIBRI DA LEGGERE
    Giugno mese dedicato alla bicicletta: 5 giugno Giornata Mondiale della bicicletta, 19 giugno Giornata Nazionale del cicloturismo e 27 giugno Velocittà a Vicenza. La bella stagione oramai è arrivata e sono sempre di più le giornate di sole che ci accompagnano durante le nostre attività quotidiane. E se poi, il sole c’è anche per tutto il week end, ancora meglio.
    Quale occasione migliore per mettere insieme tutte le vostre passioni e stare di più all’aria aperta? Ed allora eccovi alcune letture:
    1) La bicicletta e l’arte di pensare. Cicloturismo filosofico in Val d’Orcia di Athos Turchi. La bicicletta è simbolo di libertà e indipendenza. Ma cosa ce ne facciamo della libertà se non ci interroghiamo su noi stessi? La bici permette di liberarci degli ingombri materiali per tuffarci nella riflessione, per solleticare e comprendere i pensieri, sviscerare i sentimenti e capire l’essenza stessa dell’esistenza.
    2) Il bello della bicicletta di Marc Augé,
    3) Bella bici. Vita e viaggi in bicicletta di Luigi Bairo,
    4) Parole a pedali | 365 pensieri in bici di Alberto Fiorin,
    5) Più bici, più piaci. Viaggio semiserio alla scoperta della due ruote perfette per te di Federico Del Prete e Paolo Pinzuti. Spostarsi in bicicletta è un toccasana per se stessi, perché permette di fare movimento in modo gratuito, e per l’ambiente.
    6) Pedalo dunque sono. Pensieri e filosofia su due ruote di autori vari,
    7) Piccolo trattato di ciclosofia. Il mondo visto dal sellino di Didier Tronchet. La bicicletta diventa emblema di armonia, specie con il mondo dei pedoni, ma contrasta nettamente con l’universo degli automobilisti, che si distinguono con i loro assordanti clacson e con i loro motori altamente inquinanti. Un libro, insomma, dove poter trovare facilmente tanti buoni motivi per convertirsi al mondo della bicicletta.
    8) Bike snob. Manifesto per un nuovo ordine universale della bicicletta di Eben Weiss,
    9) Lo zen e l’arte di andare in bicicletta. La vita e altre forature di un nomade a pedali di Claude Marthaler,
    10) La macchina perfetta. Teoria, pratica e storie della bicicletta di Giò Pozzo e Adriano Maccarana. Tra aneddoti storici e consigli pratici, i due autori italiani raccontano il mondo della bicicletta a 360 gradi. Partendo dalla storia di questo mezzo di locomozione, rimasto sostanzialmente immutato nei secoli, Pozzo e Maccarana, narrano aneddoti, storie, mode e tendenze sul mondo della bicicletta.
    V BIENNALE INTERNAZIONALE EX LIBRIS CITTA' DI VICENZA ©
    La Lega Navale Italiana, Sezione di Vicenza bandisce il Concorso Biennale Internazionale Ex Libris Città di Vicenza©.
    La V edizione del Premio è dedicata ad Antonio Pigafetta, al fine di valorizzare la ricorrenza (2019 - 2022) del 500° anniversario della prima circumnavigazione del globo. Ogni artista può partecipare con l’invio di uno o due ex libris, in 6 esemplari ciascuno, numerati e firmati; realizzati mediante le seguenti tecniche: calcografia, xilografia, serigrafia, computer grafica e riprodotte nel rispetto delle regole dell'originalità della stampa d’arte, le matrici devono essere incise, disegnate, dipinte con intervento manuale.
    Le opere pervenute saranno acquisite dalla Lega Navale Italiana Sez. di Vicenza, Italy. La misura massima dell’ex libris è di 12 x 9 cm della matrice o della lastra e di 14,5 x 21 cm del foglio. Su ogni opera devono comparire: la dicitura Ex - libris Pigafetta 2022 e il soggetto cui è dedicato. La giuria composta da Anna Maria Ronchin (Storica dell’Arte e Artista), Alessandro Mannoni (Vicepresidente Ass. Grazia Deledda), Valentina Traverso (Titolare Libreria Traverso), Nicola Bertoldo (Gallerista) selezionerà gli ex libris vincitori con giudizio insindacabile, i vincitori riceveranno dei premi. La selezione di Ex Libris Pigafetta 2021- 22 © sarà allestita presso gli spazi espositivi della galleria & ART GALLERY Contrà Frasche del Gambero, 17, Vicenza, Italy,  dal 14 al 29 gennaio 2022  a cura di Anna Maria Ronchin. Il  vernissage si terrà il 14 gennaio 2022 alle ore 18.00 presso lo Spazio espositivo della galleria & ART GALLERY Contrà Frasche del Gambero, 17, Vicenza, Italy e il promo della manifestazione sarà diffuso in comunicati stampa sui quotidiani nazionali e sui siti www.leganavale.it/vicenza/attivita, www.assgraziadeleddavi.it, www.libreriatraverso.it.
    Il regolamento completo ed il modulo per la partecipazione può essere richiesto anche al nostro indirizzo mail: info@libreriatraverso.it
    MARINO SINIBALDI: "VOGLIO RIDARE DIGNITÀ AL LIBRO"
    "La pandemia ha cambiato il nostro futuro, non solo il nostro presente, per cui immagino che per un periodo il Cepell dovrà vivere soprattutto come una struttura che aiuta il mondo del libro a superare questa crisi. Riuscire a erogare velocemente i finanziamenti che non sono stati dati, identificare le zone di sofferenza e poi immaginare progetti vecchi, ma anche nuovi che aiutino a prefigurare il futuro" dice Sinibaldi, ex direttore di Radio3, autore e conduttore di programmi come 'Fahrenheit' e ideatore di 'Libri Come.
    Festa del libro e della lettura' che ancora dirige all'Auditorium-Parco della Musica di Roma. "La pandemia è stata un evidenziatore dei problemi che già avevamo o un acceleratore di processi. In un mercato del libro che ha resistito c'è stato però un spostamento verso il commercio elettronico, verso le piattaforme, Amazon. Questo è stato interessante e anche positivo perchè ha consentito, durante l'emergenza sanitaria, di superare difficoltà logistiche che ci sono sempre in Italia, specie in zone di isolamento del Paese. Però il risultato è quello di mettere a rischio un tessuto, quello delle librerie che è fondamentale. Il mondo del libro vive se regge il suo ecosistema che è fatto del grande festival e della piccola scuola, e la sua rete, quella che in gergo si chiama filiera" spiega il presidente.
    E in questo momento tra le situazioni più fragili Sinibaldi individua le librerie e tutta quella dimensione sociale della lettura e del libro rappresentata dai festival, che sono stati chiusi o semichiusi. "Il Cepell deve aiutarli" sottolinea. Il libro va considerato, secondo Sinibaldi, "come elemento principale di autorevolezza. Usare i libri per raccontare le cose e scegliere le persone come era nella filosofia di Radio3, non una trasmissione di libri ma con i libri" dice. E aggiunge: "vorrei fare il massimo possibile di attività, spero di fare qui più di quello che ho fatto alla radio". Nella realtà cambiata che dobbiamo immaginare con l'uscita della pandemia, "dobbiamo essere - dice - tutti più responsabili, inventare modelli più sostenibili e compatibili e pensare a noi stessi, come persone, approfondire. Se la lettura ha tenuto anche durante la pandemia, in cui siamo stati invasi da altre forme di narrazione, è perchè il libro ha questa profondità". E aggiunge: "l'apertura delle librerie, nel secondo lockdown, simbolicamente è stata molto importante e noi dobbiamo provare a difendere questa centralità simbolica del libro. Bisogna ridare dignità al libro in un modo che non ha avuto nella nostra storia per tante ragioni. L'alfabetizzazione è arrivata quando c'era già la tv. Non mi rassegno al fatto che il libro non sia un oggetto popolare.
    E' l'unico linguaggio all'altezza della complessità dei tempi e rafforza ognuno di noi. I libri aiutano a capire cosa accade nel mondo più dei giornali e della tv. E poi le parole abbiamo capito quanto siano importanti quando, nella pandemia, non le avevamo" dice convinto.

    PREMIO STREGA 2021: I 12 LIBRI FINALISTI (CON ALCUNE SORPRESE)

    Da ben 62 libri proposti a 12 che, come da regolamento, si giocheranno la semifinale e quindi l’ingresso in cinquina. Entra nel vivo il Premio Strega 2021, con la difficile scelta a cui è stato chiamato il Comitato direttivo. Lo Strega – promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega con il contributo di Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e con IBS.it, sponsor tecnico – ha infatti appena annunciato la selezione della “dozzina” della LXXV edizione. Il Comitato direttivo si è riunito per scegliere i dodici candidati tra titoli di narrativa proposti quest’anno dagli Amici della domenica.
    Questi i libri selezionati (7 autrici e 5 autori):
    Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli)
    Edith Bruck, Il pane perduto (La nave di Teseo)
    Maria Grazia Calandrone, Splendi come vita (Ponte alle Grazie)
    Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani)
    Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza (Mondadori)
    Donatella Di Pietrantonio, Borgo Sud (Einaudi)
    Lisa Ginzburg, Cara pace (Ponte alle Grazie)
    Giulio Mozzi, Le ripetizioni (Marsilio)
    Daniele Petruccioli, La casa delle madri (TerraRossa)
    Emanuele Trevi, Due vite (Neri Pozza)
    Alice Urciuolo, Adorazione (66thand2nd)
    Roberto Venturini, L’anno che a Roma fu due volte Natale (SEM).

    A giugno gli autori candidati e finalisti saranno ospiti di festival e manifestazioni culturali in tutta Italia. La prima votazione, che selezionerà la cinquina dei finalisti, si terrà giovedì 10 giugno, mentre l’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 8 luglio.

    LA NASCITA DEL PREMIO CAMPIELLO JUNIOR E LE ALTRE NOVITÀ
    A Villa Necchi, si è dunque tenuto l’appuntamento #CampielloRacconta, durante il quale è stata presentata la 59esima edizione del concorso di narrativa italiana contemporanea organizzato dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto.
    Nel corso dell’evento sono state annunciate le novità del Campiello 2021. Il presidente della giuria Walter Veltroni ha spiegato che 360 sono i libri proposti al Campiello quest’anno, ed ora la giuria sta valutando una rosa ristretta di circa 30 titoli. Sarà Andrea Delogu a condurre la serata finale del Premio, che si terrà sabato 4 settembre per la prima volta all’Arsenale di Venezia.
    E veniamo all’importante novità, che va a inserirsi nell’ambito della collaborazione tra Pirelli e il Premio: da quest’anno nasce il Premio Campiello Junior, un riconoscimento letterario per opere italiane di narrativa e poesia scritte per ragazzi tra i 10 e i 14 anni. Pirelli, si spiega nella presentazione, ha promosso l’istituzione di questo nuovo premio “per incentivare la lettura e contribuire alla diffusione del libro tra bambini e ragazzi nella convinzione che la lettura sia un elemento fondamentale nella formazione delle giovani generazioni”.
    La selezione dei tre libri finalisti sarà affidata a una Giuria composta da esperti di letteratura per ragazzi e specialisti del settore. Lo scrittore Roberto Piumini è chiamato a presiedere la Giuria. I veri protagonisti chiamati a scegliere il vincitore di questa prima edizione del Premio Campiello Junior saranno i giovani lettori di tutta Italia: una giuria popolare composta da 160 ragazzi dell’ultimo anno delle scuole primarie e del triennio delle scuole secondarie di primo grado. Il vincitore sarà annunciato a maggio 2022 e celebrato a settembre durante la Cerimonia di Premiazione del Campiello 2022. Il prossimo appuntamento  è fissato per il 28 maggio a Padova, per la Selezione della Cinquina Finalista da parte della Giuria dei Letterati. In questa occasione verrà anche annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento assegnato a un autore all’esordio letterario.

    QUANTO TEMPO OCCORRE PER LEGGER EI BESTSELLER MONDIALI?

    “Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere” affermava lo scrittore Daniel Pennac. Per comprendere la relatività del tempo, non è necessario approfondire le teorie di Einstein né avvalersi di qualche ingegnosa macchina del tempo. Basta aprire un libro e tuffarcisi a capofitto. Una volta immersi, il tempo comincerà lentamente a svaporare, per dissolversi, infine, in una nebbia leggera, in grado di isolarci dal mondo esterno. Non c’è nulla, al pari di un libro, in grado di fermare il tempo e dilatare la nostra vita, o meglio sospenderla in una dimensione di pura immaginazione. In passato vi avevamo parlato dei romanzi brevi che si possono leggere in un giorno.
    Ma quali sono i bestseller da guinness, i cui temi di lettura sono maggiori rispetto ad altri titoli? I tempi di lettura dei bestseller mondiali: “Cronache del ghiaccio e del fuori” di George R. R. Martin. L’autore non ha ancora pubblicato le ultime due parti. Il viaggio attraverso il mondo della Madre dei Draghi richiede da un lettore medio 87 ore: questo è il tempo più lungo in questa classifica. La serie di Harry Potter è arrivata seconda, con  58,5 ore. Il terzo posto è stato preso dalla saga di  Stephenie Meyer – “Twilight” – 4 parti e 30,5 ore in totale. Ci vuole meno tempo per leggere un bestseller come “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry (1 ora), “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll (1,5 ore) e “L’Alchimista” di Paulo Coelho (2 ore). Ma non diemntichiamo anche “Il nome della Rosa” di Umberto Eco (Italia, 11 ore), “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez (Colombia, 7,5 ore) e “Il maestro e Margherita” di Mikhail Bulgakov (7,5 ore) e “Lolita” di Vladimir Nabokov (7,5 ore), entrambi russi. Se trascorri 8 ore al giorno a leggere, ci vorranno 41 giorni per leggere tutti i bestseller. La classifica dei bestseller mondiali include titoli con oltre 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Prendendo in riferimento lo studio di Marc Brysbaert “How many words do we read per minute?“, il tempo di lettura è stato calcolato assumendo che la velocità media di lettura in italiano sia di 285 parole al minuto.
    PERCHÉ LEGGERE OGNI GIORNO? I 10 BENEFICI DELLA LETTURA
    La lettura rappresenta molto più di quanto in molti immaginano. Leggere un libro non è soltanto un modo per trascorrere il tempo. Le pagine dei libri contengono parole, storie, sentimenti capaci di trasferire nel lettore emozioni, fargli scoprire mondi inesplorati e inimmaginabili. La lettura inoltre, come dimostrato da diversi studi scientifici, ha anche dei benefici per la psiche e la salute delle persone. Oggi, in occasione della Giornata mondiale del libro, abbiamo raccolto per voi i dieci benefici più significativi dovuti alla lettura. Stimola la mente, riduce lo stress, provoca la tranquillità, migliora la memoria, rende più forte la capacità analitica del pensiero, espande il tuo vocabolario e migliora le tue conoscenze.  Mantenere il tuo cervello sempre attivo e impegnato serve a non fargli perdere colpi. Qualsiasi cosa tu legga si aggiungerà al tuo bagaglio culturale, ampliandolo e ti tornerà utile quando meno te l’aspetti. Più conoscenze hai, più sarai pronto ad affrontare le sfide che la vita ti presenta. Inoltre leggere migliora li livello di attenzione e di concentrazione,  quando leggi un libro tutta la tua attenzione si riversa sulla storia. Con la lettura, il resto del mondo appunto, rimane fuori e ti trovi immerso in ogni dettaglio. Prova a leggere 15-20 minuti prima di andare a lavoro (p.s. nel tragitto casa-lavoro, se prendi un mezzo pubblico) e sarai sorpreso dal tuo livello di concentrazione una volta arrivato in ufficio. Migliora le abilità di scrittura: questo punto va di pari passo con l’espansione del vocabolario: esporsi pubblicamente, scrivere bene a lavoro ha un effetto notevole sulla propria capacità di scrittura. Per quanto riguarda la cadenza, la fluidità e lo stile di scrittura di altri autori, la lettura influenzerà il tuo lavoro personale. Nello stesso modo in cui i musicisti si influenzano a vicenda, stabilendo dapprima chi è il maestro, allo stesso modo gli scrittori imparano come scrivere in prosa leggendo le opere degli altri.
    ADOLESCENTI USA E TIKTOK CON I LIBRI CHE LI FANNO PIANGERE
    TikTok si adatta alla promozione della lettura? Sul social cinese molto amato dai più giovani, in cui sono protagonisti video all’insegna dei filtri, delle challenge, dell’ironia e delle coreografie, si può parlare di libri?
    Stando a un approfondimento del New York Times la risposta, al contrario di quello che alcuni potrebbero supporre, è sì, almeno negli Stati Uniti, dove ha successo l’hashtag #BookTok. Digitandolo nell’app, infatti, si accede a un vero e proprio portale letterario virtuale, che ha aiutato migliaia di persone a sentirsi più vicine grazie alla passione per la lettura, specialmente durante i mesi più segnati dalla pandemia. Se n’è accorto quasi per caso il mondo editoriale americano, quando, osservando i dati, ha notato che erano in classifica anche libri pubblicati anni prima (com’è accaduto ad esempio a La canzone di Achille di Madeline Miller, Marsilio, 2019): “Non abbiamo assistito a vendite folli di questa portata – e intendo decine di migliaia di copie al mese – con altri format sui social media”, ha raccontato Shannon DeVito di Barnes & Noble’s. Così, sempre più case editrici e autori stanno puntando sulla comunità di #BookTok, coinvolgendo le nuove generazioni nella condivisione (in tutti i sensi) dei testi. Anche perché,  i contenuti di TikTok sono creati quasi sempre spontaneamente dagli utenti, in genere adolescenti, e parlano di letteratura in modo fresco e immediato: “Non hanno paura di mostrarsi aperti ed emotivi riguardo ai libri che li fanno piangere e singhiozzare, oppure urlare o arrabbiarsi al punto da lanciarli dall’altra parte della stanza“, ha continuato DeVito. E, guarda caso, i video di libri che funzionano di più sono proprio quelli che toccano il cuore, in un universo alternativo rispetto alla scuola o ai canali di promozione più comuni, che permette a ragazzi e ragazze di appassionarsi alla lettura a modo loro, tra collage, canzoni in sottofondo e lacrime versate “senza filtri”.
    IL DIBATTITO SULLA POESIA DI AMANDA GORMAN
    Esce in contemporanea mondiale The Hill We Climb, il primo libro della 23enne Amanda Gorman, l’autrice afroamericana, laureata ad Harvard e certificata National Youth Poet Laureate, che ha accompagnato Joe Biden nel giorno dell’insediamento. In Italia a pubblicare il volume è Garzanti. Non sarà il suo unico testo in libreria quest’anno: a settembre saranno proposti il libro illustrato Change Sings e la raccolta di poesie The Hill We Climb and Other Poems. Nella sua poesia, che esce accompagnata dalla prefazione di Oprah Winfrey, Amanda Gorman, che vive a Los Angeles ed è “un’attivista impegnata nella difesa dell’ambiente, dell’uguaglianza razziale e della giustizia di genere”, racconta la sua storia di “ragazzina magra, cresciuta da una mamma single che sognava un giorno di diventare presidente e oggi recita all’insediamento di un presidente”.La polemica sulle traduzioni si inserisce in un ben più ampio dibattito, che tocca svariati aspetti e problematiche (dall’appropriazione culturale alle nuove sensibilità che fanno sentire la loro voce, dalle polemiche sul cosiddetto ‘politicamente corretto’ al dibattito sull’inclusività della lingua, dall’importanza che le minoranze trovino finalmente sempre più voce a vecchi privilegi e stereotipi razzisti difficili da estirpare). Lo scontro in atto è in parte culturale e in parte generazionale. Prima di schierarsi con decisione da una parte o dall’altra, partendo dalla premessa che non andava certo tutto bene nel “vecchio mondo”, e che limiti e problematicità sono presenti anche nel nuovo corso, per costruire un dialogo proficuo è utile ascoltare i diversi punti di vista. Inoltre, è bene valutare da caso a caso perché, anche se potrebbe sembrare l’esatto contrario, ogni polemica su questi temi è diversa dall’altra, e le letture superficiali delle singole vicende abbondano. Secondo la responsabile della narrativa di Garzanti, Elisabetta Migliava: " Il messaggio che la Gorman ha voluto lanciare al mondo è politico, è volto all’inclusione e alla rappresentanza, è un invito ad accogliere le differenze e valorizzarle, dando spazio e voce anche a chi fino a ora ne ha avuti meno. Il suo poema inaugurale, The Hill We Climb, è soltanto l’inizio di quella che auspico essere una lunga e brillante carriera, non soltanto in campo letterario“.
    PERCHÈ LA LETTERATURA PREFERISCE RAPPRESENTARE IL MALE?
    Nella letteratura degli ultimi due secoli, i casi in cui si è tentato di rappresentare il Bene sono pochissimi; e uno solo è il caso in cui un racconto incentrato sul Bene è risultato un capolavoro: era il 1869, e Fëdor Dostoevskij si era prefisso di scrivere il ritratto di un “uomo assolutamente buono”; quest’uomo, un po’ angelo e un po’ derelitto, è un ingenuo, un Cristo minore incapace di fare il bene davvero.
    Il principe Myškin, protagonista di L’idiota, è un puro e, ciononostante, non è in grado di proteggere chi gli sta intorno dalla morte e dalla disperazione, né tantomeno di salvare sé stesso – il suo destino è infatti quello di sprofondare nella demenza. Guardando alla letteratura del passato, Dostoevskij di fatto salvava soltanto due personaggi “buoni” – Don Chisciotte e il Pickwick di Dickens. Perché chi tenta di rappresentare la bontà fa quasi sempre fiasco? Il Bene, la bontà e la purezza d’animo non sono raccontabili? È molto difficile rispondere a queste domande ma, se la letteratura di ogni tempo è piena di straordinarie figure di cattivi, se il Male ha esercitato sugli scrittori una fascinazione ben più profonda e feconda rispetto a quanto ha fatto il Bene, un motivo ci sarà. Sembra che la letteratura sia più capace di raccontare il Male perché, alla radice stessa dell’arte del raccontare, sta una rottura, qualcosa che va storto: raccontiamo insomma ciò che non funziona. Il Male è qualcosa che, nella nostra percezione, va prima di tutto compreso – e già questa comprensione è motivo di racconto – quindi raddrizzato, redento, sistemato, e questi “aggiustamenti” sono, pertanto, tutti motori di storie possibili. A metà degli anni Cinquanta del Novecento, un grande pensatore francese, Georges Bataille, dedicò a La letteratura e il male un famoso libro costituito da otto ritratti di autori, nella sua prefazione scrive: “La letteratura è l’essenzialità o non è niente… Il Male – una forma acuta del Male – che si esprime in essa, ha per noi, credo, valore sovrano”. Per Bataille, pensatore radicale, la possibilità di accedere al Male è la condizione stessa della libertà umana. Anche senza andare all’estremo, rimane che, tra le pratiche umane, la letteratura ha esplorato in modo molto più proficuo il Male e la cattiveria, anziché il Bene: un altro motivo di questa scelta, forse, è legata a un modello insuperabile – il Nuovo Testamento. Sosteneva Borges che tutta la letteratura occidentale non è che un derivato di tre modelli, tre scritture archetipiche che continuamente gli uomini hanno riletto e riscritto: l’Odissea, l’Iliade e, appunto, il Nuovo Testamento. In quei tre testi sta racchiuso ogni tema possibile: il viaggio, il ritorno, l’amore, la guerra, la morte, la tentazione, la fede, il sacrificio di un dio e, appunto, l’eterna lotta tra Bene e Male. Forse la letteratura ha indagato meno il Bene proprio perché in uno dei suoi tre modelli archetipici esso è rappresentato nella sua forma Somma e inimitabile: vale a dire che la bontà e la santità e la bellezza di Cristo sono insuperabili – dunque chi tenta di rappresentare il Bene sostanzialmente fallisce al cospetto del modello.
    “HOME BODY” DI RUPI KAUR E LA RIVOLUZIONE DELLA POESIA

    Non ha bisogno di presentazioni, Rupi Kaur, l’autrice che negli ultimi anni ha rivoluzionato il mondo della poesia. I suoi libri hanno venduto milioni di copie nel mondo e, se non avete un suo volume nella vostra libreria, è alquanto probabile che vi siate imbattuti nei suoi versi su Instagram.

    Rupi Kaur, é da anni al centro del dibattito: la sua antologia di debutto, milk and Honey, ha scalato le classifiche quando è stata pubblicata nel 2016, e il seguito, the sun and her flower, non è stata da meno. Da sempre appassionata di lettura e disegno, sin da piccola sviluppa una passione per tagliare e incollare parole e immagini, dando vita a collage evocativi che raccontano i suoi stati d’animo. Così, le liriche iniziano a farsi strada nella sua quotidianità: a 17 anni si trova per caso a un recital di poesie e, per la prima volta, legge un suo testo in pubblico. Da subito i suoi versi si contraddistinguono per una semplicità e un’immediatezza davvero rare: sono brevi, freschi, possono essere letti tutti d’un fiato. Quando si ha a che fare con le poesie di Rupi Kaur non sorge mai la domanda – abbastanza comune quando ci si imbatte in un componimento lirico – “che cosa vorrà dire?“, per questo i suoi versi hanno trovato un terreno fertile sui social che, al contrario di quanto si possa pensare, non nascono per Instagram, ma proprio grazie a esso hanno ottenuto estrema visibilità e condivisione. Nel caso di Home body, Rupi Kaur ha deciso intraprendere la strada della familiarità, ritornando su alcuni dei temi che avevano caratterizzato le sue raccolte precedenti, questa volta, però, con una consapevolezza più profonda e vibrante: si parla di depressione, di ansia, di accettazione di sé, di incubi ricorrenti, di violenze sessuali, di paranoie, di masturbazione, di legami, di solitudine.
    Anche questa volta, leggendo le sue parole ci troviamo a compiere un viaggio interiore e intimo, una sorta di flusso di coscienza viscerale dove non esistono punti fermi e maiuscole, ma soltanto quattro sezioni che svolgono la funzione di stelle polari: mente, cuore, riposo, veglia.
    GUARDARE CON OCCHI NUOVI. Idee per capire, idee per cambiare.
    Conversazioni primaverili per promuovere la lettura di libri di divulgazione scientifica.
    È una proposta elaborata da Earth Gardeners e Messaggerie Sarde, con il patrocinio di ALI, indirizzata ai lettori di tutta Italia. Il contatto con scienziati ed esperti che affiancano alle loro ricerche la divulgazione scientifica e il coinvolgimento delle librerie indipendenti, possono rappresentare un'alleanza efficace nella promozione di questo genere di letture per contribuire a spingere il grande pubblico a praticare argomenti di natura scientifica.
    Le conversazioni saranno diffuse via internet, dal 19 marzo al 21 maggio alle ore 18.00, e verranno trasmesse da tutte le librerie aderenti, ed ogni relatore potrà essere "gemellato" con una libreria. Ogni relatore potrà consigliare tre testi suoi e tre di altri autori, che saranno acquistabili nelle librerie indipendenti aderenti.  Alcuni nomi che hanno già confermato la partecipazione, senza svelarvi troppo: Elisabetta Pace, Marianna Usai, Gianfranco Bologna, Angela Nocentini.
    IL SALONE IN VIAGGIO VERSO VITA SUPERNOVA

    Compatibilmente con l’andamento dell’emergenza sanitaria, Vita Supernova si terrà a Torino dal 14 al 18 ottobre 2021. Nel settecentesimo anniversario dantesco, il Salone richiamerà infatti grandi nomi della scena culturale per ragionare insieme sul futuro che ci aspetta. Il Salone Internazionale del Libro di Torino è un punto di riferimento per tutta la filiera del libro.
    Dopo un anno di pandemia, siamo tutti fiduciosi e arriverà presto il momento di ritrovare la comunità del Salone, fatta di editori, librai, bibliotecari, lettori, ma anche delle tante persone che lavorano alla costruzione di un evento così importante. Vita Supernova: Dante da una parte e la più potente fra le esplosioni stellari dall’altra. Un’accoppiata straordinaria per segnare davvero la ripartenza."  “Nell'anno della pandemia i libri si sono dimostrati una risorsa importante per tantissime persone, venendo incontro alla richiesta di complessità, coinvolgimento emotivo, prossimità, capacità di affrontare in modo umano i grandi temi dell'esistenza di fronte a cui con tanta urgenza l'epoca in cui viviamo ci ha rimesso. Gli editori hanno svolto e continuano a svolgere da questo punto di vista un ruolo fondamentale. Il Salone del Libro è al loro fianco come sempre. Insieme daremo vita all'edizione della ripartenza, per incontrare i lettori dal vivo, in presenza, dopo tutto questo tempo.” Nicola Lagioia, Direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino. Dal 21 al 23 maggio Portici di Carta - il progetto della Città di Torino realizzato da Associazione Torino, La Città del Libro e Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte e con la partecipazione dei librai torinesi coordinati da Rocco Pinto; il festival Libri Come - Festa del libro e della lettura - prodotto dalla Fondazione Musica per Roma a cura di Marino Sinibaldi, Michele De Mieri, Rosa Polacco; e la nuova manifestazione Lungomare di Libri - promossa dal Comune di Bari e Regione Puglia in collaborazione con l’Associazione Presìdi del Libro - daranno vita a un’importante e inedita sinergia. Le città di Torino, Roma e Bari costruiranno un ponte ideale che attraversa il paese grazie alla lettura, diventando tre centri di un vero e proprio festival diffuso.
    Le rassegne manterranno la propria identità e i rispettivi palinsesti, ma uniranno le forze per realizzare una programmazione condivisa, con formule ibride tra digitale e presenziale, compatibilmente con l’andamento della crisi sanitaria. Tre eventi, tre città, un’unica grande comunità di lettori che torna a riunirsi intorno alla passione per il libro e la lettura, anche a distanza. La speranza è che questa nuova collaborazione possa diventare un modello sostenibile di sinergia per il mondo dei festival italiani, messo a dura prova dalla pandemia ma da sempre bacino e occasione di occupazione, incontro, dialogo, confronto e arricchimento culturale.  Il Salone per il Dantedì. Anche il Salone del Libro partecipa al Dantedì, la giornata dedicata al settecentenario dell’inizio del viaggio ultraterreno di Dante nell’aldilà. Mercoledì 25 marzo, alle 11:30, il Salone organizza una diretta dal suo canale Instagram, aperta alle scuole e a tutto il pubblico del Salone. Una maratona di lettura realizzata da studenti di tutta Italia, in collaborazione con le scuole dell’Atlante Digitale del Novecento, per sentire dalla voce dei ragazzi le terzine della Commedia.

    SCEGLIERE, ORDINARE, "SGANGHERARE", RIORDINARE
    Dubbi e domande ricorrenti tra lettrici e lettori, a cui ora prova a rispondere proprio un… libro: ci riferiamo a Libri, istruzioni per l’uso – Come scegliere, ordinare, sgangherare e riordinare la propria libreria (Utet), scritto da Alessandro Mari con Ginevra Azzari e Matilde Piran.
    Sì perché la libreria, ciascuna delle librerie che dà forma e personalità alle case in cui viviamo, è lo specchio del nostro modo di vedere il mondo e di come vogliamo che il mondo ci veda. Perciò un libro che racconta l’arte di mettere in ordine una libreria, o sgangherarla, al tempo stesso racconta i nostri numerosi tentativi di mettere in ordine il mondo. Di dare un nome e trovare un posto a tutto ciò che lo abita.
    Il volume punta ad affrontare una serie di questioni aperte. In sintesi: • Trasloco. Tutti i libri sono irrinunciabili? Suddividere, inscatolare e trasportare. • La libreria. I fattori da tener presente nella scelta: dove posizionarla, come iniziare a popolarla. • Ordine. Scuole di pensiero e filosofie sulla disposizione dei libri. • Manutenzione. La pulizia di libri, mensole e scaffali, i nuovi arrivi, i libri dati in prestito. • Condivisione. Unire o non unire due o più librerie quando inizia una relazione? E, se va male, come separarle?
    Ammettiamolo, però: la gran parte di noi, al pensiero di classificazioni complesse basate su categorie e sottocategorie, reagisce con noia e prurito. Che ne è della vertigine di indugiare mezz’ora con in mano il mastodontico Infinite Jest di David Foster Wallace, indecisi se stivarlo tra le distopie o i libri di sport o, chissà, tra quelli di religione o autoaiuto, o insieme alle enciclopedie? Se siete inclini alla vertigine, quella che si prospetta all’orizzonte è una decisione radicale: bando a ogni categoria. Per esempio, Hanya Yanagihara o James Dickey, la prima autrice di Una vita come tante e il secondo autore di Dove porta il fiume (da cui il film Un tranquillo weekend di paura), si sono dichiarati sostenitori della totale assenza di categorie – fiction, non-fiction, qualunque. In favore del solo, purissimo ordine alfabetico. Ordine alfabetico in che senso, però? La lettera che regge il censimento è la prima del titolo o la prima del cognome dell’autore? In altre parole, i nostri scaffali esordiscono con Aaa! di Aldo Busi per salutarci con Zio Vanja di Anton Čechov o Zwingli. Opere scelte, oppure il primo della fila è Abelardo coi suoi trattati e chiudono i fumetti di Zuzu, a loro volta ordinati alfabeticamente secondo il titolo (tra l’altro, si tiene conto degli articoli il lo la e simili?). L’alfabeto potrebbe estendersi persino alle case editrici, dalla A di Adelphi alla Z di Zanichelli, e qualunque sia l’informazione che eleggiamo a principio, ne resteranno sempre fuori due. E cosa accade se, al cospetto di una libreria in ordine alfabetico per autore, abbiamo disperato bisogno di un libro di cui la memoria ci suggerisce solamente titolo e editore? È il bello di prendersi i propri rischi.
    PREMIO STREGA 2021

    Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, è tempo di prime candidature ufficiali al premio Strega. Tra i nomi già circolati pronti a contendersi l’edizione 2021 di uno dei riconoscimenti più ambiti e discussi del panorama letterario italiano, c’era quello di un ex vincitore, Nicola Lagioia, con La città dei vivi, opera di cui molto si è parlato
    Via Facebook, però, stamattina l’autore barese ha comunicato la scelta di non competere, per quest’anno: “Nelle ultime settimane è capitato che su qualche giornale si parlasse della possibilità che La città dei vivi partecipasse al Premio Strega. La notizia è rimbalzata su carta e online. La settimana scorsa un’amica giornalista mi ha telefonato per chiedere cosa volessi fare, ho risposto ‘non mi sono ancora posto il problema’. Subito dopo, su un altro giornale, ho dovuto far cambiare l’intestazione a un’intervista dove si dava per certa la mia partecipazione. Infine un ‘amico della domenica’ mi ha chiesto se poteva candidarmi, così a quel punto ‘non mi sono posto il problema’ non valeva più come scusa. Ci ho pensato, l’ho ringraziato, ho risposto che non avrei partecipato“. La motivazione che avrebbe portato il direttore del Salone a tirarsi fuori dai giochi è presto spiegata: “Temo che tornare a partecipare ora possa essere un gesto di arroganza, non solo verso gli altri, ma (poiché non ci si conosce mai fino in fondo) anche verso me stesso. Sono uno scrittore lento, pubblico un libro ogni cinque o sei anni, è un lavoro a cui dedico tutto me stesso, sono felice per ogni lettore in più che riesco a raggiungere. Però penso anche che fare ogni tanto un passo indietro potendone fare uno in avanti sia un buon insegnamento, un esercizio di misura e (a suo modo) una scommessa“. Inevitabilmente, la sua presenza in gara l’avrebbe resa più equilibrara, riaprendo i giochi. Senza Lagioia la sfida per la vittoria sembra così essere tra Teresa Ciabatti, da poco tornata in libreria con Sembrava bellezza (Mondadori), la cui partecipazione, meglio precisarlo, non è stata ancora ufficializzata, ed Emanuele Trevi, autore di Due vite (Neri Pozza, che per l’occasione lo presenta in una nuova edizione, nella collana Bloom), già proposto da Francesco Piccolo, ex vincitore del premio a sua volta. Per quanto riguarda il primo giro di candidature – che man mano vengono comunicate sui social dello Strega – troviamo tanti altri libri. Nel frattempo sono state ufficializzate le date dell’edizione 2021 dello Strega: il 22 marzo verrà annunciata la “dozzina”, il 10 giugno è prevista la votazione della cinquina, mentre l’appuntamento per la serata finale è fissato per giovedì 8 luglio (si spera in presenza, nella tradizionale cornice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia).

    ALLA SCOPERTA DEL MONDO DEI LIBRI IN 10 PUNTI
    Alcune curiosità del mondo dei libri.
    Origine: La parola libro deriva da «liber»: «Il più interno dei tre strati, ne quali si dive la corteccia degli alberi (scorza, alburno, libro), sul quale, e principalmente su quello del papyrus egiziano, un dì solevano scrivere i nostri antichi: dal quale uso è poi venuta la voce Libro nel significato di qualsiasi materia contenente scritto».

    Titoli
    : I primi libri non avevano un titolo; si usavano le prime parole del testo per individuare questo o quel libro. Di questo uso sono testimoni, ancora oggi, i documenti pontifici il cui titolo è composto dalle prime due/tre parole del testo stesso.

    Capitale mondiale del libro: Ogni anno l’UNESCO sceglie la Capitale mondiale del libro in base alla valutazione di tutta una serie di progetti volti a promuovere la lettura.

    Il libro più rubato: Per molti anni il libro più rubato nelle biblioteche pubbliche degli Stati Uniti d’America è stato il Guinness dei primati.

    Enigma: Gadsby (da non confondere con Il grande Gatsby) è un libro scritto da Ernest Vincent Wright nel 1939. È composto da oltre cinquantamila parole, e nessuna di queste contiene la lettera «e». Rientra nel genere del «lipogramma» (dal greco lèipo = lascio; e gramma = lettera) e ci sono altri esempi di questo genere, sia nell’antichità che nell’era moderna: Georges Perec ha scritto nel 1969 La scomparsa, anche questo senza lettera «e» mentre Mark Dunn che ha dato alle stampe Lettere. Fiaba epistolare in lipogrammi progressivi in cui «man mano che il racconto procede, l’autore smette di utilizzare una a una le lettere dell’alfabeto, fino a giungere ad interi capitoli scritti utilizzandone solo tre o quattro».

    Il romanzo più lungo
    : Henry Darger (1892-1973) è l’autore del romanzo più lungo del mondo. Il titolo è The story of the Vivian girls, in What is known as the Realms of the Unreal, of the Glandeco-Angelinnian War Storm, Caused by the Child Slave Rebellion (anche noto come The Realms of Unreal) e conta sedicimila pagine.

    Egitto: In Egitto le biblioteche erano chiamate: «Il tesoro dei rimedi dell’anima», perché curavano il peggiore dei mali, vale a dire l’ignoranza.

    Biblioteca: La biblioteca più grande del mondo è quella del Congresso degli Stati Uniti d’America fondata nel 1800 a Washington. Conserva 138 milioni di documenti di ogni tipo. La seconda biblioteca è la British Library, a Londra.

    Il primo libro stampato: la Bibbia di Gutenberg o «Bibbia a quarantadue linee».

    L’autore con più libri : Ryoki Inoue, scrittore brasiliano di discendenza nippo-portoghese, è l’autore più prolifico. Ha scritto infatti 1102 libri, molti dei quali sotto pseudonimo.
    10 LIBRI MISTERIOSI DELLA LETTERATURA
    La maggior parte dei libri è destinata a essere letta e compresa senza problema alcuno. Anche i libri antichi – superata la difficoltà (eventuale) della lingua e della contestualizzazione storica, sociale e politica – sono di “facile” lettura. Esistono, però, anche i libri misteriosi.Si tratta di libri che sono volutamente confusi, sia perché nati così dalla mente dell’autore, sia perché scritti in lingue morte o – come nel caso del Il libro rosso di Jung – perché composti in una maniera del tutto particolare. Parliamo di testi religiosi, libri di magia o cifrari incomprensibili.Quella che segue è una classifica dei dieci testi più misteriosi che hanno fatto penare fior fiore di ricercatori e traduttori.

    Il manoscritto Voynich, mai decodificato, forse una truffa ai danni dell'imperatore Rodolfo II.

    I Vangeli gnostici di Nag Hammadi,
    ci tramandano un Gesù completamente diverso da quello che conosciamo.

    Il Libro di Urantia,
    ci informa sulla genesi, la storia e il destino dell’umanità e sulla nostra relazione con Dio il Padre.

    Il Codice di Rohonc, redatto in un insieme di lingue.

    Il libro di Soyga, , è pieno di tavole, nomi angelici, invocazioni, geroglifici, roba cabalistica e alchemica.

    Il Liber Linteus,
    è il più lungo testo in lingua etrusca in nostro possesso.

    Il Codex Seraphinianus, e è stilato in un alfabeto completamente asemico e non trascrive alcuna lingua, esistente o immaginaria. Esistono anche alti scritti che facciamo rientrare nella nostra lista di libri misteriosi anche se non sono proprio libri, ma testi. In ogni caso possono far parte della categoria di libri misteriosi conosciuti al mondo.

    Kryptos, é il nome di una scultura dell’artista statunitense Jim Sanborn posta nel quartier generale della CIA a Langley in Virginia. Il cui testo non è ancora stato decifrato.

    Cifrario Beale è considerato uno dei grandi enigmi crittografici non ancora risolti. Nel 1882 Thomas Jefferson Beale lasciò tre messaggi a un amico con la promessa di utilizzarli nel caso in cui non fosse tornato. I tre messaggi sarebbero la mappa di un tesoro nascosto in Virgini. A oggi è stato interpretato solo il secondo messaggio che ha come chiave la Dichiarazione d’Indipendenza Americana.

    La scrittura antica dell’Isola di Pasqua, Rongorongo o ko hau rongo rongo è la scrittura antica dell’Isola di Pasqua, attualmente solo parzialmente decifrata.
    IL LIBRO È UN BENE ESSENZIALE
    Il Governo ha riconosciuto un principio importante: i libri sono un bene essenziale al pari dei generi di prima necessità. Bisogna fare in modo che il libro non sia solo essenziale, ma anche strategico per il futuro del Paese. Il principio che viene stabilito è che i libri, in Italia, costituiscono un bene essenziale al pari dei generi di prima necessità.La notizia dell'apertura delle librerie nelle regioni sia arancioni che rosse, é salutata con entusiasmo dagli operatori della filiera, dagli editori ai librai, passando per scrittori, traduttori, lettori.
    Anche all'estero, dove in molti casi le nuove misure di lockdown (più o meno light) applicate in questi giorni in diversi paesi europei hanno portato alla chiusura delle librerie, si guarda all'Italia come un modello che ha saputo coniugare il diritto alla salute con quello alla cultura e all'istruzione. Adesso questo lo devono capire anche gli italiani.
    Come ricordano AIE e ALI in comunicato congiunto, tramite i loro rappresentanti istituzionali, Ricardo Franco Levi e Paolo Ambrosini, "con questa decisione si sostengono le librerie che stanno subendo una continua erosione di quote di mercato da parte degli store online, un disequilibrio che mette a rischio non semplici negozi, ma presidi sociali e culturali essenziali per le nostre città e, più in generale, per la vita democratica del Paese". Ecco il punto. Se "l’Italia è cultura e la cultura e il libro possono essere il volano per la ripartenza del Paese” allora dopo aver tenuto aperte le librerie e messo il libro alla stregua del pane e della tachipirina, è arrivato il momento di considerare il libro e tutta la filiera economica e culturale che ruota attorno ad esso, anche "strategico" rispetto allo sviluppo del Paese.
    #ioleggoperché SORPRENDE L'EDIZIONE PIU' COMPLESSA DI SEMPRE
    Un’edizione ben oltre le previsioni. La quinta edizione di #ioleggoperché, la grande maratona nazionale di solidarietà a favore delle biblioteche scolastiche, pur nel difficile quadro della pandemia da Covid – con ben 8 Regioni in regime di “zona rossa”-, ha mostrato non solo la sua tenuta ma una vera e propria affezione di scuole, famiglie, istituzioni, media.
    300mila libri donati da cittadini ed editori (200mila dagli italiani e 100mila dagli editori), 13.109 scuole iscritte omogeneamente tra Nord, Centro, Sud Italia e isole e 2.577 librerie aderenti sono i numeri che testimoniano il bisogno irrinunciabile di libri e di lettura a partire dai primissimi anni di scolarizzazione. Un dato confermato dall’altissima percentuale di iscrizioni, provenienti soprattutto dalle scuole dell’Infanzia (39%) e dalle primarie (37%), seguono le secondarie di primo grado (17%) e secondarie di secondo grado (7%). “È straordinario come anche quest’anno circa un italiano su 300 sia uscito di casa- Riccardo Levi -, nelle zone arancioni e gialle del nostro Paese, e con autocertificazione nelle zone rosse, per donare un libro alle biblioteche scolastiche. L'atto di donare un libro a una scuola è ormai sentito come un dovere civico da parte di tantissimi cittadini che vedono nella lettura un diritto irrinunciabile per i nostri bambini e ragazzi. È una testimonianza bella, la più bella di questi mesi, perché vede concorrere ciascuno di noi alla crescita del paese e dei territori”. Un grande gioco di squadra che ha coinvolto persino Sergio Mattarella, che ha sancito il “valore culturale e civico” di questa iniziativa, e Andrea Martella, che le ha riconosciuto il ruolo di “patrimonio culturale del nostro Paese”. “Nonostante la pandemia – ha dichiarato Dario Franceschini - la risposta alla quinta edizione di #ioleggoperché è stata straordinaria.
    Un segnale importante per il mondo del libro, che conferma la tendenza degli ultimi mesi di un significativo ritorno alla lettura”. “Il successo di #ioleggoperché conferma il grande spirito di solidarietà che anima il nostro Paese – ha commentato Lucia Azzolina - e dimostra quanto sia radicata, per fortuna, la consapevolezza dell’importanza della lettura. Ringrazio tutti coloro che hanno donato alle scuole questi libri. Il successo di questa iniziativa è un grande segnale: promuovere la lettura, in una fase come quella che stiamo vivendo, è ancora più importante.” Le donazioni hanno rispecchiato, in termini di distribuzione geografica, l’omogeneità delle iscrizioni da parte delle scuole: Nord Est (34%), Nord Ovest (29%), Centro (22%), Sud Italia e Isole (15%). Le regioni in cui si è donato di più nell’edizione 2020, nonostante le restrizioni in corso, sono Emilia Romagna (18%), Lombardia (17,9%) e Veneto (11,7%) seguite da tutte le altre. Parte ora inoltre la fase del contributo degli Editori, che doneranno 100.000 nuovi libri alle biblioteche scolastiche. I pacchi del contributo editori 2020 verranno consegnati nella primavera 2021 nelle librerie, destinati alle scuole che ne hanno fatto richiesta entro i termini, insieme a quelli dell’edizione 2019 che, con le scuole chiuse a causa del Covid, non sono stati consegnati a Marzo 2020.
    CHE RUOLO HANNO GLI INFLUENCER DEI LIBRI?

    Durante Bookcity c'è stato un evento, per spiegare chi sono i Book Influencer, cosa fanno e qual è il loro ruolo nel panorama editoriale. Quello dei Book influencer è un mondo che esiste da diverso tempo, ma ha conosciuto nuovo slancio negli ultimi anni grazie ad alcune piattaforme social, soprattutto Instagram. Attraverso i post e le stories, chiunque può condividere le proprie letture, commentarle, interagire con altri lettori e arrivare, a volte, a influenzare le decisioni di acquisto degli utenti. Secondo l'influencer è possibile coniugare i social e la letteratura. Il linguaggio è fondamentale, così come capire la destinazione e improntare il proprio canale in un certo modo, tenendo a mente qual è il tipo di pubblico a cui ci si rivolge. Ci vuole un equilibrio, bisogna sapere dove si è, cosa si fa e a chi ci si rivolge.
    I Book influencer sono stati tacciati di superficialità, accusati di svalutare sui social il mondo della letteratura. Forse perché i vecchi media hanno paura dei nuovi, che sono molto più fruibili e “acchiappano” i giovani, perché è più facile seguire un profilo Instagram che comprare un inserto culturale. La paura, come sempre, porta ad attaccare e svalutare l’altro. L’efficacia dei nuovi canali di comunicazione è dimostrata anche dalle statistiche, sembra che più del 40% dell’aumento delle vendite dei libri deriva dalle suggestioni che arrivano online al lettore, quindi da un canale che non è quello tradizionale. I social danno la possibilità di offrire un primo gancio, andare a prendere quelle persone che magari non leggono neanche un libro l’anno, ma perché vengono da un contesto in cui non hanno accesso a nessun contenuto di questo tipo. Se fanno venire voglia di leggere a qualcuno che non ha mai letto, è una cosa buona.

    PERCHÉ OGGI È IMPORTANTE LEGGERE “LA BANALITÀ DEL MALE”
    Come si spiega l’ondata di odio che vediamo sui social? Rispondere a questa domanda oggi è difficile e doloroso. Riporta a galla quanto pensavamo di aver sconfitto dopo la seconda guerra mondiale: l’insensatezza del male. O meglio ancora, la sua banalità. Non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo fingere che tutto questo non ci riguardi, che “noi non lo faremmo mai”.
    Il fenomeno degli hater e il linguaggio dell’odio che ha travolto i social network sono la riprova che Hannah Arendt aveva ragione quando parlava di banalità del male. In Italia i dati relativi al fenomeno dell’ hate speech, non sono confortanti: xenofobia, islamofobia, discorsi antisemiti e razzisti sono in crescita. Ad aggravare la situazione si aggiunge oggi una crisi sanitaria mondiale, che si è trasformata presto in crisi economica e sociale. A distanza di 15 anni dal processo di Norimberga, in cui furono condannati ventiquattro dei più importanti gerarchi nazisti, nel 1961 un anonimo tedesco fu catturato in Argentina. Si trattava di Adolf Eichmann, uno degli organizzatori delle deportazioni, che fu processato in Israele nel 1961, attirando l’attenzione dei media di tutto il mondo. Tra i molti osservatori del processo c’era la filosofa Hannah Arendt, che voleva capire come un uomo avesse potuto prendere parte agli orrori dell’Olocausto.
    Eichmann aveva costretto migliaia di ebrei a fuggire dai paesi occupati. Li aveva privati dei loro beni e aveva organizzato i convogli che deportavano gli ebrei verso i campi di concentramento. Aveva dunque impiegato il proprio ingegno e la propria capacità organizzativa per condannare a morte migliaia di persone. Dalla testimonianza di Eichmann al processo, tuttavia, non emerse il profilo di un uomo crudele e sanguinario. Agli occhi di Hannah Arendt, Eichmann si rivelava banalmente per quello che era: un mediocre burocrate, che nella questione ebraica aveva visto un’occasione per fare carriera. Egli non accettava di essere considerato colpevole “nel senso indicato dall’accusa”, perché non aveva mai materialmente ucciso nessuno. Era stato semplicemente un cittadino ligio agli ordini: un uomo “normale” nella Germania nazista. Le azioni criminali di Eichmann e degli altri gerarchi non erano le azioni di uomini mostruosi e demoniaci. Erano uomini normali, Eichmann era un uomo normale, troppo normale. La banalità del male si trovava nell’incapacità di rendersi conto di quello che si stava compiendo. Eichmann era talmente asservito a quella che per lui era normalità da non essere capace di pensare cosa stesse facendo, quali fossero le sue azioni e le conseguenze da esse derivate. Il filosofo francese Jean-François Lyotard, sulla scia delle riflessioni della Arendt, argomenterà successivamente che nella società nazista era mancato il tempo della riflessione e della scelta.
    ALCUNI SUGGERIMENTI DI LIBRI IN USCITA IN NOVEMBRE
    Il freddo è arrivato, il buio cala prima e insieme a lui arrivano i momenti per rilassarsi davanti al caminetto o semplicemente bevendo una tazza di tè caldo. In questi momenti di relax, e in un periodo storico dove coccolarsi nelle mura domestiche è diventato quasi un dovere da cittadino responsabile, scopriamo i libri in uscita a Novembre. L’appello di Alessandro D’avenia: viene raccontata la storia di una classe-ghetto dove sono confinati gli alunni più difficili della scuola. Omero, il protagonista, è un professore di scienze, diventato precocemente cieco. Borgo sud di Donatella di Pietroantonio:  la storia di due sorelle, da sempre bambine riottose e complici, figlie di nessuna madre. Gridalo di Roberto Saviano: un libro e una grande avventura attraverso il concetto di “libertà”. Roberto Saviano raccoglie i destini di donne e uomini celebri da sempre o famosi, che per un giorno ci vengono incontro, ci pongono domande ineludibili, ci chiedono di capire: per ritrovare fiducia nella nostra possibilità di alzare la testa e la voce, per gridare che il mondo può ancora cambiare. Così è l’amore di Francesco Sole: Alice ha una rubrica sentimentale “Amore & Rose rosse”, e la cosa che vorrebbe sempre rispondere alle sue lettrici è “le donne non sono materia per uomini stupidi”. Quaranta Giorni di Valerio Massimo Manfredi:  ci sono tre croci sul monte Golgota, a Gerusalemme, e su quella centrale è inchiodato Jeshua, l’uomo che con la sua predicazione, e le sue gesta miracolose, aveva sconvolto la Palestina negli anni precedenti. Contemporaneamente a Capri, l’imperatore romano Tiberio inizia a ricevere strani segnali dalla Palestina. Cambieremo prima dell’alba di Clara Sanchez: a Sonia viene chiesto, di occuparsi della giovane Amina, in visita a Marbella con la sua ricca famiglia. Un giorno Amina le fa una proposta: scambiarsi di ruolo per un giorno. L’ickabog di J.K. Rowling: una fiaba divertente, vivace e incalzante su un terribile mostro. Ambientato nel regno di Cornucopia, che era il più felice del mondo. Una terra promessa di Barack Obama: il libro che raccoglie le memorie presidenziali di Barack Obama. Un libro sincero, profondo, schietto, scritto con grande orgoglio da un uomo che ha segnato la storia.
    PARTE  LA CAMPAGNA DEGLI EDITORI LEGATA AL NATALE
    Levi (AIE) e Ambrosini (ALI): “Nella situazione di incertezza che ci circonda invitiamo gli italiani a non aspettare l’ultimo momento. Novembre è il nuovo dicembre”. Parte la campagna "Pensaci subito, non fare le code". In libreria il Natale è già iniziato. Parte la campagna dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e librai (ALI Confcommercio). L’obiettivo è invitare i lettori ad andare in libreria il prima possibile, senza attendere le code di Natale. "Novembre è il nuovo dicembre, per usare lo slogan di una felice campagna dei librai americani, ripresa anche nel Regno Unito e in Olanda – sottolineano insieme il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi e quello dell’Associazione Librai Italiani (ALI), Paolo Ambrosini. “E questo invito agli italiani è ancora più urgente e sentito in questo momento difficile in cui torniamo a rivolgere il nostro appello a tutte le istituzioni: il libro non può essere considerato alla stregua di un semplice oggetto di consumo il cui acquisto è rinviabile, ma va ritenuto un bene essenziale, come già aveva indicato il governo nei decreti di aprile”. La campagna è fatta propria da tutti gli editori e librai, durerà fino a Natale. Coinvolgerà siti e social degli editori e mobiliterà le librerie italiane.
    L'ARTE DELLA SCRITTURA

    Leggere molto aiuta a scrivere bene. Scrivere non è affatto facile, anzi è un’abilità e un talento, che di certo non si impara: non si esce da un corso di scrittura creativa con il diploma di “scrittore professionista”. Scrivere infatti non significa solo rispettare le regole grammaticali, usare in modo appropriato i segni di punteggiatura, conoscere le tecniche di scrittura. Certo, questo è essenziale per produrre un testo corretto, ma non è tutto. L’unico modo per migliorare la propria scrittura, qualunque siano i nostri scopi, è leggere. Solo leggendo i grandi maestri possiamo provare ad essere buoni scrittori. È un dato di fatto che ogni scrittore scriva per un proprio ideale lettore, che sia un vasto pubblico, i venticinque lettori di Manzoni, o semplicemente se stesso. Come puoi capire se il tuo testo possa piacere al tuo lettore se tu stesso non leggi? Leggere ti procura moltissimi vantaggi, tra cui trovare ispirazione, aumentare la tua conoscenza, conoscere i generi letterari in modo più accurato, allargare il tuo vocabolario, comprendere meglio il linguaggio letterario (da Huffingtonpost). Se non hai tempo per leggere, non hai il tempo per scrivere.” afferma Stephen King. Anche leggere i giornali cartacei o online aiuta a migliorare il proprio scrivere, perché ti rende sensibile alle tematiche attuali e al linguaggio a cui i tuoi lettori probabilmente sono abituati. Le parole che leggiamo più spesso, a prescindere dal loro significato e dal loro contesto influiscono positivamente su noi stessi, ci inducono a fidarci del loro contenuto. Le parole più semplici sono le parole che leggiamo più spesso. Quindi per attirare la maggior parte di pubblico una buona mossa è quella di imparare dai giornali e dai libri un linguaggio semplice, che appunto possono ispirare fiducia.

    BOOK PRIDE
    In tempi di pandemia Book Pride, la fiera dell’editoria promossa da Adei e diretta da Giorgio Vasta, torna in una veste nuova: Book Pride Link, che si terrà da lunedì 12 ottobre a domenica 1° novembre. Il tema scelto per questa edizione è Leggere i Venti, con un programma che avrà il suo epicentro nelle giornate del 22, 23, 24 e 25 ottobre. Il progetto nasce in un’ottica di collaborazione tra librerie, anche la nostra, ed editori indipendenti: un modello che vede da una parte oltre 70 editori che, attraverso una piattaforma digitale e interattiva, espongono libri, diffondono contenuti e parlano ai lettori, dall’altra oltre 100 librerie, presidio fisico della fiera sull’intero territorio nazionale, con uno speciale catalogo Book Pride. Book Pride Link “si propone come il tentativo di ripristinare legami non solo virtuali per creare nuovi nodi che mantengano viva e fertile la connessione tra librerie indipendenti, editori indipendenti e lettori, costruita negli anni attraverso le cinque edizioni della fiera”. Come? Dal 22 al 25 ottobre ogni editore allestirà all’interno della piattaforma un proprio stand virtuale in cui il lettore potrà scoprire le ultime novità e il catalogo, approfondire contenuti inediti, interagire con le redazioni e con gli autori. Gli stand saranno dotati di una sala virtuale in cui proporre presentazioni ed eventi pensati appositamente per la manifestazione intorno al tema Leggere i Venti. Gli incontri – appuntamenti in diretta streaming, ma anche contributi video realizzati ad hoc – saranno trasmessi sulla piattaforma. Nelle stesse date si svolgeranno anche eventi in presenza grazie alla collaborazione tra gli espositori e i librai aderenti alla manifestazione, che li ospiteranno all’interno dei loro spazi, nelle diverse regioni italiane. “Per raccontare la forma di questo Book Pride abbiamo scelto il termine Link. Nell’accezione ormai tradizionale – che rimanda alla connessione digitale – ma soprattutto nel suo significato originario di legame. Un legame, tra editori indipendenti e librai indipendenti, tra scrittori e lettori”, dichiara Giorgio Vasta. "In un anno in cui il mondo dell’editoria si è visto costretto a rinunce e limitazioni, Book Pride ha sviluppato un’idea che coniuga l’offerta culturale indipendente con la dimensione digitale, intesa non come mal tollerato ripiego ma come ambiente che aggiunge e potenzia la dimensione fisica cui siamo abituati: una piattaforma dove i lettori potranno incontrarsi di nuovo, dialogare con autori ed editori e realizzare acquisti in tutta sicurezza, sostenendo una libreria indipendente scelta in base al criterio della prossimità – afferma Isabella Ferretti, direttore generale della fiera. Grazie a una collaborazione innovativa tra librerie ed editori indipendenti, Book Pride Link sarà una grande campagna di promozione della lettura che si connette al nostro passato ma guarda già al futuro".

    In questi giorni  George R.R. Martin, autore della saga fantasy più famosa del momento, Il trono di spade, compie 71 anni. Scrittore, produttore, sceneggiatore, questa personalità poliedrica, ci consiglia dei libri da leggere assolutamente.
    Il signore degli anelli di J.R. R. Tolkien: la storia, per riassumere è la lotta, senza tregua, fra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un’allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi.
    Il Grande Gatsby di Scott Fitzgerald: una descrizione spietata e partecipe del mondo fastoso e frivolo degli anni Venti nelle pagine indimenticabili dello scrittore simbolo della “generazione perduta”.
    Comma 22 di Joseph Heller: pubblicato per la prima volta nel 1963, questo romanzo è stato universalmente riconosciuto come il capolavoro della letteratura antimilitarista di tutti i tempi, per la rappresentazione grottesca della retorica militare della morte.
    Le due città di Charles Dickens: un romanzo storico consacrato al realismo narrativo. “Le due città” mette in scena i destini di personaggi coinvolti nel vortice degli eventi della Rivoluzione francese e del successivo periodo del Terrore.
    Il principe delle Maree di Pat Conroy: è un romanzo che ha il coraggio di raccontare i sentimenti più autentici nascosti di un uomo e dei suoi affetti.
    La collina dei conigli di Richard Adams: Timido Quintilio è un profeta e sa che una terribile minaccia sta per abbattersi sulla sua gente. In compagnia di un gruppo di fidi compagni, intraprende allora un viaggio alla conquista della libertà e di una nuova possibilità di vita. E se questo è lo scopo, che importa che Quintilio e i suoi amici siano conigli?
    La saga di Terramare di Ursula K. LeGuin: nel mondo incantato di Terramare, fatto di arcipelaghi e di acque sconfinate, un ragazzo si mette in viaggio verso l’isola di Roke e la sua Scuola di Maghi.

    LA MAPPA DEI LIBRI

    Arriva la mappa letteraria del mondo, ogni stato ha il suo romanzo. Nella mappa letteraria del mondo ogni stato è rappresentato dal romanzo che più rappresenta la cultura di quella nazione. Un’idea non certamente nuova ma molto interessante quella di Backforward24 (pseudonimo dell’autore), che ha realizzato una mappa della letteratura del mondo.
    Ogni stato è rappresentato attraverso la copertina del libro che, secondo l’autore, rappresenta al meglio la cultura della nazione. Naturalmente le scelte dell’autore sono soggettive e non sono condivise da tutti, ma proprio per questo la selezione è stata in grado di suscitare un dibattito. L’opera di Backforward24 spinge infatti a riflettere su quali siano oggi le opere più rappresentative di un popolo e di una nazione.
    I libri scelti vanno dai classici, come Guerra e pace di Tolstoj per la Russia, a romanzi di autori contemporanei come L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón, che soffia il posto al Don Chisciotte di Cervantes per la Spagna. Anche per l’Italia Backforward24 non ha puntato su un classico ma su un autore contemporaneo: a Dante o gli altri immensi autori della nostra letteratura è stata preferita Elena Ferrante con L’amica geniale, che oggi è forse il libro italiano più letto all’estero.I libri scelti per gli altri paesi, per esempio, sono Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson per la Svezia, Il Dio delle piccole cose di Arundhati Roy per l’India, I miserabili di Victor Hugo per la Francia, Don Casmurro di Joaquim Maria Machado de Assis per il Brasile, Il tunnel di Ernesto Sabato per l’Argentina, Il mio nome è Rosso di Orhan Pamuk in Turchia, Orgoglio e pregiudizio in Gran Bretagna e l’Ulisse di Joyce in Irlanda, L’uccello che girava le viti del mondo di Haruki Murakami in Giappone, Il buio oltre la siepe di Harper Lee per gli Stati Uniti. Per il Canada, infine, è stato scelto un libro per ragazzi che ha appassionato generazioni di lettori: Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery.

    IL VINCITORE DEL CAMPIELLO 2020 A VICENZA IL 15 SETTEMBRE

    Chi sarà il vincitore del Premio Campiello 2020?
    La proclamazione sarà decretata a Venezia il 5 settembre e Vicenza ospiterà la prima uscita ufficiale del vincitore martedì 15 settembre alle 18.30 nell’esclusiva location del Teatro Olimpico.
    I cinque libri finalisti che si contendono il premio sono; Con passi giapponesi di Patrizia Cavalli (Einaudi), Sommersione di Sandro Frizziero (Fazi), Tralummescuro di Francesco Guccini (Giunti), Vita morte e miracoli di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino (Minimum fax) e L’incanto del pesce luna di Ade Zeno (Bollati Boringhieri). Con il vincitore assoluto del Premio sarà presente a Vicenza anche la vincitrice del Campiello Opera Prima, Veronica Galletta, con L’isola di Norman (Italo Svevo).
    L’evento è il risultato della sinergia tra l’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, Confindustria Vicenza e la Biblioteca Bertoliana, Il Giornale di Vicenza e le librerie della città Galla 1880, Traverso, Giunti al Punto, San Paolo, con il sostegno di “Vicenza città che Legge” e “Profumo di carta”, e con il supporto economico di Banca San Giorgio Quinto Valle Agno. La serata del 15 settembre al Teatro Olimpico sarà presentata da Marta Cagnola, giornalista e speaker di Radio24; le letture saranno affidate all'attrice e scrittrice di Arzignano, Anna Dalton. Dopo l'incontro in teatro, tra le 19.30 e le 20, gli autori incontreranno i lettori per un firmacopie nella Loggia del Capitaniato. In preparazione della serata del 15 settembre sono previsti alcuni appuntamenti di “riscaldamento” realizzati in collaborazione con Il GdV, le librerie della città e l’associazione Vetrine del centro storico. Dal 24 agosto al 5 settembre, nelle sedi centrali della Bertoliana di Palazzo San Giacomo e Palazzo Costantini e nelle librerie Galla 1880, Traverso, Giunti al Punto, San Paolo sarà aperto “Il GiocaCampiello”, un sondaggio per sapere chi potrebbe essere per i vicentini il vincitore del Campiello: ci saranno sei urne dove votare la propria preferenza e poi il 7 settembre da ognuna sarà estratto un vincitore che riceverà in dono un libro offerto dalla Bertoliana e un posto riservato alla serata del 15 settembre. Molte vetrine del centro storico ospiteranno dal 31 agosto al 15 settembre l’iniziativa “I Signori del Campiello: scrittori e scrittrici che hanno vinto il Premio”. I loro libri saranno esposti nelle vetrine del centro, un'occasione per ricordare o riscoprire testi che hanno segnato la nostra vita. Infine, per tutta la giornata di martedì 15 settembre, gli esercenti del centro storico di Vicenza aderenti all’iniziativa promuovono “Uno SPECIALE Campiello 2020” proponendo ai clienti che si presenteranno con un libro della cinquina del Campiello 2020 un’offerta speciale a loro dedicata. L’iniziativa del 15 settembre al Teatro Olimpico è a ingresso gratuito su prenotazione. I posti disponibili sono 200.
    Per prenotazioni e informazioni scrivere a
    campiello@comune.vicenza.it

    FESTIVALETTERATURA MANTOVA DAL 9 AL 13 SETTEMBRE 2020
    La scelta fatta per il 2020 è di organizzare un Festival a quattro piste, attraverso la proposta di eventi dal vivo e in streaming all'interno della città, l'apertura di una radio del Festival, la pubblicazione di un almanacco, la creazione di contenuti speciali per il web: quattro "spazi" di incontro e partecipazione, autonomi e interconnessi, capaci di garantire ad autori, lettori e amici del Festival di essere comunque presenti, secondo la propria sensibilità e nonostante i limiti agli spostamenti, e di accogliere anche chi del Festival non aveva mai sentito parlare. Per sostenere questo sforzo di ri-creazione messo in campo in pochissimo tempo servono energie speciali, che solo la comunità del Festival nel suo complesso può riuscire a dare.
    Il Festival lo facciamo insieme è lo slogan della campagna di raccolta fondi che Festivaletteratura lancia congiuntamente alla presentazione della prossima edizione per assicurarne la riuscita in un periodo di grande difficoltà per tutte le realtà culturali. Dalla pagina www.festivaletteratura.it/sostieni si potrà contribuire alla campagna attraverso una libera offerta, che verrà progressivamente "premiata" con vari omaggi in base alla sua entità. Non c'è Festival senza Mantova: la città che ha dato forma e carattere alla manifestazione resta il primo degli "spazi" dell'edizione 2020. A cambiare non sono soltanto le dimensioni complessive del programma "dal vivo", ridotto a un terzo di quello dello scorso anno. Con teatri, musei, sale civiche, piazze di fatto ancora in parte impraticabili, il Festival ha dovuto cercare forme e contesti inediti per riaprire il confronto, far circolare le parole e le idee degli autori, rispondere al desiderio di partecipazione rimasto frenato in questi mesi.
    Una sfida affrontata in poche settimane, che ha portato a diverse novità. L'edizione 2020 apre con le profezie: parole salde, intense, lungimiranti per aiutarci ad attraversare il disorientamento nel quale siamo immersi e a scorgere, sotto le indecifrabili apparenze, quello che sta per accadere o che potremmo far accadere, per amore del mondo. Ogni sera, dall'alto della terrazza che si affaccia su piazza Santa Barbara, un'autorevole personalità del mondo della scienza, della spiritualità, della creatività, rivolgerà un discorso profetico alla comunità radunata in ascolto. Più di strada invece è l'azione del furgone poetico. Prendendo spunto da un'iniziativa di sostegno in rime alla popolazione condotta in un paese del bresciano da un gruppo di giovani nel periodo più severo del lockdown, il furgone poetico s'aggirerà per Festivaletteratura caricando ogni giorno poeti e artisti diversi. Ma non si rinuncia tuttavia a chiamare gli autori al confronto con il pubblico in alcune delle sue sedi storiche, come Piazza Castello, Palazzo San Sebastiano e il Chiostro del Museo Diocesano.
    Nell’anno in cui Tunisi diventa protagonista del progetto “Una città in libri”, sarà la voce della cantante Emel Mathlouthi, voce simbolo della Rivoluzione dei Gelsomini del 2010-11, a portare a Mantova le sonorità della sponda sud del Mediterraneo, così vicina eppure così lontana. Per consultare il programma completo, www.festivaletteratura.it
    IL GIALLO NORDICO E I SUOI DINTORNI
    Cosa rende unico il giallo nordico rispetto al resto della letteratura?
    Alessandro Centonze, appassionato di giallo nordico, ha da sempre seguito da cultore il filone della “letteratura in giallo” propria dei Paesi del Nord Europa. Raccogliendo i brevi e densi studi pubblicati su riviste letterarie nazionali e le recensioni ha dato vita al saggio “Il giallo nordico e i suoi dintorni”. Il volume per la prima volta informa sulla linea del “Giallo Nordico” presentandone evoluzioni e caratterizzazioni. Nella prima parte si occupa dell’origine del giallo nordico, in cui racconta gli autori storici, i padri del giallo onrdico come per Walöö, Maj Siöwall, Henning Mankell e Stieg Larsson. Nella parte centrale del libro raccoglie varie recensioni. La terza parte è dedicata agli eccentrici del giallo nordico, ovvero agli autori non svedesi come il norvegese Jo Nesbø, i cui romanzi sono al limite degli horror, il danese Jesper Stein e l’islandese Ragnar Jónasson. I paesi del Nord Europa sono spesso presi come modello. Gli autori scandinavi utilizzano i loro gialli per evidenziare le crepe sociali della società. Non tutti gli scrittori nordici, però, rispettano questo codice. Alcuni autori, vedi Camilla Lackberg, si sono serializzati, in modo che le loro opere siano predisposte a diventare serie tv viste in tutto il mondo. I gialli nordici si differenziano dagli altri perché hanno delle forti venature sociali, dove il crimine nasce sempre all’interno di crepe sociali, soprattutto in Svezia e in Norvegia. A cambiare è anche l’ambientazione. I romanzi ambientati in Lapponia di Larsson o la Oslo lunare e deserta di Nesbo sono luoghi unici, atmosfere che si colgono vedendo le serie tv ispirate a tali gialli.

    36 CURIOSITA' CHE NON TUTTI SANNO SU HARRY POTTER

    Tutti conoscono Harry Potter, ma siamo sicuri di conoscere tutto sul maghetto più famoso del mondo? Ecco a voi 36 curiosità sul mondo di Harry Potter. Chi di noi non ha letto e/o visto al cinema la saga di Harry Potter? Ma siamo sicuri di conoscere tutto sul maghetto più famoso del mondo? Sapevate che il numero che Arthur Weasley compone nella cabina telefonica che lo porterà con Harry al Ministero della Magia contiene un messaggio? E che la McGranitt era una giocatrice di Quidditch? Il sito BuzzFeed.com ha raccolto curiosità che non tutti sanno sul mondo di Harry Potter.
    1) Quando Voldemort muore, durante la Battaglia di Hogwarts, ha 71 anni. Tom Riddle (vero nome di Voldemort) era nato il 31 dicembre 1926.
    2) Il numero che Arthur Weasley compone nella cabina telefonica che lo porterà al Ministero della Magia con Harry è 6-2-4-4-2. Le lettere che si trovano sotto quei numeri compongono una parola: magia.
    3) Il Quidditch è lo sport più popolare tra le streghe e i maghi d’Europa. In America, invece, è il Quodpot lo sport preferito.
    4) La linea 7½ della King’s Cross Station è il punto di partenza per il treno a lunga distanza che si ferma solo per i maghi nelle stazioni Europee.
    5) Il personaggio del professor Snape è ispirato, in gran parte, dal vecchio maestro di chimica della Rowling.
    6) Dopo Hogwarts, Hermione ha lavorato per il Ministero della Magia presso il Dipartimento per la Regolazione e Controllo delle Creature Magiche per ottenere maggiori diritti per gli elfi domestici e altre creature magiche. Successivamente è passata al Dipartimento Applicazione della Legge Magica.
    7) Harry e Ron hanno completamente rivoluzionato il Dipartimento Auror del Ministero della Magia.
    8) Harry è diventato il capo del Dipartimento Auror e, successivamente, di tutto il Dipartimento dell’applicazione della legge magica. Inoltre, in varie occasioni, ha tenuto delle lezioni sulla difesa contro le arti oscure proprio nelle classi di Hogwarts.
    9) Dopo aver lasciato il suo lavoro al Ministero della Magia, Ron si unisce a suo fratello George nella gestione del Weasley’s Wizard Wheezes.
    10) Dopo Hogwarts, Ginny Weasley diventa una giocatrice professionista di Quidditch. Dopo aver avuto il primo figlio con Harry, entra a far parte della redazione sportiva della Gazzetta del Profeta.
    11) I nomi dei figli di Harry sono in memoria di alcuni dei personaggi: James Sirus, Albus Severus e Lily Luna.
    12) George Weasley ha sposato Angelina Johnson. Insieme, hanno due figli: Fred e Roxanne.
    13) I gemelli George e Fred Weasley sono nati il 1 Aprile.
    14) Harry, Ron ed Hermione  avevano tutte le Chocolate Frogs a loro dedicate. Come Silente, Ron ritiene che questo sia il più grande successo della sua vita.
    15) In una recensione scritta a mano su Harry Potter e l’Ordine della Fenice per Entertainment Weekly, Stephen King  considera la professoressa Umbridge la miglior cattiva immaginaria dai tempi di Hannibal Lecter.
    16) Il motto della scuola di Hogwarts è “Draco dormiens nunquam titillandus”, che significa “Mai solleticare un drago addormentato.”
    17) Quando era giovane, Silente si innamorò di Gellert Grindelwald, prima che lui diventasse il più terribile mago di magia nera (prima di Voldemort).
    18) Minerva McGranitt era infelicemente innamorata di un Babbano in gioventù, ma poi fuggì a Londra per un lavoro presso il Dipartimento di Applicazione della Legge Magica.
    19) Quando era una studentessa la McGranitt era una giocatrice di Quidditch di grande talento. Dopo un grave infortunio, però, rinunciò allo sport.
    20) Harry e la sua inventrice, J.K. Rowling, festeggiano il compleanno lo stesso giorno: il 31 luglio.
    21) Dopo Hogwarts, Luna Lovegood è diventata una naturalista e durante il suo lavoro ha incontrato e sposato Rolf Scamandro. Il nonno di Rolf Scamander è Newt Scamandro, l’eroe del film Animali fantastici: dove trovarli.
    22) Dopo il matrimonio, Neville Paciock e Hannah Abbott si sono trasferiti a Londra. Neville ha lavorato per un breve periodo come un Auror, ma poi è diventato un insegnante di Erbologia a Hogwarts.
    23) Rowling ha modellato la giovane Hermione più o meno su se stessa. Proprio per questo le diede come Patronus il suo animale preferito: una lontra.
    24) Se fosse dipeso da suo padre, Draco Malfoy sarebbe andato a scuola presso l’Istituto Durmstrang. Tuttavia, sua madre non volevo mandarlo così lontano.
    25) J.K. Rowling ha usato la sua depressione (in seguito alla morte della madre) come modello per creare i Dissennatori e la sensazione che scatenano.
    26) Ron, Harry ed Hermione sono arrivati alla scuola di magia nel 1991.
    27) In “Harry Potter e il calice di fuoco“, c’è una scena nell’ufficio di Silente in cui vi è una chiara allusione a “Herry Potter e i doni della morte” insieme ad un dialogo: “Vedi Harry io ho cercato e cercato qualcosa, qualche piccolo dettaglio. Qualcosa che avrei potuto trascurare, qualcosa che spiegherebbe il motivo per cui queste cose terribili sono accadute. Ogni volta che mi avvicino a una risposta che scivola via, è esasperante.”
    28) Anticipatamente alle riprese di “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban“, il regista Alfonso Cuarón ha chiesto ai tre attori principali di scrivere un saggio sui loro personaggi. Emma Watson ha scritto 16 pagine su Hermione, Daniel Radcliffe ha scritto una pagina su Harry, e Rupert Grint non ha mai consegnato il compito.
    29) Prima di essere scelto per interpretare Draco Malfoy, Tom Felton ha letto anche le parti dei personaggi di Harry e Ron.
    30) Durante le riprese di “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban“, le tasche del mantello di Hogwarts mantello di Tom Felton sono stati cucite perché l’attore continuava a cercare di contrabbandare cibo sul set.
    31) Nel corso della ripresa della scena del bacio tra Harry ed Hermione, Rupert Grint è stato invitato a lasciare il set perché continuava a ridere.
    32) Nel cimitero di Greyfriars Kirk a Edimburgo, ci sono tre lapidi con i nomi Thomas Riddle, William McGonagall, ed Elizabeth Moodie. Si dice che J.K. Rowling si sia ispirata proprio a quelle lapidi per dare i nomi ai suoi personaggi.
    33) Poiché i lettori dei libri avevano problemi a pronunciare il nome di Hermione, la Rowling ha scritto una scena in cui ha spiegato il suo nome a Viktor Krum.
    34) J.K. Rowling ha respinto la richiesta da parte di Michael Jackson di produrre un musical di Harry Potter.
    35)Il professor Silente ha una cicatrice sul ginocchio sinistro. La cicatrice ha la forma della mappa della metropolitana di Londra.
    36) J.K. Rowling  aveva deciso che la parola conclusiva della saga del celebre maghetto fosse “cicatrice”. Con il tempo ha poi cambiato idea, optando per un più sereno: “Andava tutto bene”.

    CRISI DELLA LETTURA NEL LOCKDOWN

    In marzo e aprile un italiano su due non ha letto nulla.
    Nonostante quello che si sarebbe potuto ipotizzare, visto il forzato soggiorno in casa, l’emergenza Covid-19 ha provocato un forte calo dei lettori di libri in Italia e ha anche fiaccato la domanda di acquisto, specie da parte di chi prima della crisi leggeva più di 12 libri l’anno, i cosiddetti lettori forti, che nello scenario desolante della lettura nel nostro Paese sono sempre stati una sorta di avanguardia.
    È questo il quadro disegnato dall’Indagine Cepell-AIE. A maggio del 2020 – spiegano dall’Associazione italiana degli editori – la percentuale di italiani (15-74 anni) che dichiarava di aver letto negli ultimi 12 mesi almeno un libro (compresi eBook e audiolibri) è in calo di 15 punti percentuali rispetto al marzo dell’anno precedente, attestandosi al 58%. Il valore scende (50%) quando si prendono in considerazione solo le letture degli ultimi due mesi, ovvero marzo e aprile. Chi non ha letto libri a marzo e aprile è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42 %.
    L’abbandono della lettura da parte degli italiani è un fenomeno di società che va affrontato a tutti i livelli – ha spiegato il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Diego Marani -. Si tratta di una tendenza che era già in atto prima della pandemia e che va contrastata con misure che incidano sui comportamenti della società nel suo insieme. Mirare ai giovani e alle scuole non basta più. Le famiglie, le imprese, le istituzioni a ogni livello devono essere coinvolte, anche con una rivalutazione della parola scritta nei colloqui di lavoro, nelle prove d’esame, nei concorsi pubblici”.
    Leggere un libro è un’attività a cui gli italiani dedicano prevalentemente meno di un’ora al giorno, con valori in diminuzione nell’ultimo anno, mentre la televisione, il telefono, whatsapp, i social network sono tutte attività che mediamente impegnano per più di 60 minuti, con valori in crescita. Quasi la metà di chi non ha letto durante il lock-down (il 47%) dichiara che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news. Il quadro della lettura nel nostro Paese è allarmante. I dati raccolti, infine, ci dicono che si è fortemente ridotto il numero di lettori che hanno acquistato libri nei 12 mesi precedenti (sono il 35% nel 2020, erano il 63% nel 2019) e che il mercato rischia una pesante flessione a causa del comportamento dei forti lettori. Gli acquirenti che si definiscono forti lettori passano infatti da 4,4 milioni a 3,5 milioni, con una flessione del 20%.

    I LIBRI DA LEGGERE PER COMBATTERE IL CALDO
    Con le sue temperature altissime è iniziata la stagione del caldo intenso (e insopportabile) che sì ci permette di vestirci più leggeri, di andare in piscina nel weekend, ma dall’altra, tralasciando le problematiche ambientali, ci sfibra e ci indebolisce, soprattutto se siamo costretti a stare in città tra l’asfalto e i mezzi pubblici. Come al solito i libri sono la nostra salvezza: grazie al loro magico potere di trasportarci in luoghi distanti, possono essere davvero l’antidoto al caldo cittadino.
    Storie di montagna, storie al nord dell’Europa, racconti ambientati al mare o dedicati al mare, atmosfere: ecco i libri che ci permettono di prendere fiato da questo caldo opprimente.
    Ed eccovi alcuni suggerimenti:

    Le fiabe faroesi. Raccontate per secoli attorno al focolare nelle lunghe sere d’inverno, di solito da anziane narratrici nubili e prive di contatti con il mondo esterno, queste fiabe brillano spesso di un’originalità autoctona.

    I misteri della montagna, Mauro Corona.Ci accompagna ancora una volta a scoprirli, ci esorta a giocare con il rimbalzo dell’eco, che vuole sempre l’ultima parola, ad ascoltare la voce del vento, che non sapremo mai da dove nasce.

    Raccontare il mare, Bjorn Larsson.

    Oceano mare, Alessandro Baricco. Usando il mare come metafora esistenziale, Baricco narra dei suoi surreali personaggi, spaziando in vari registri stilistici.

    La verità sul caso Harry Quebert, Joël Dicker. A Marcus il compito di investigare: tra i libri del suo maestro, nel passato degli stimati abitanti di Aurora, con il solo obiettivo di salvare Harry, la propria carriera e forse anche sé stesso.

    Luce rubata al giorno, Emanuele Altissimo. Un romanzo scabro eppure carico di emozione, e mette in scena personaggi in lentissima caduta libera, come fiocchi di neve.
    LEGGERE AD ALTA VOCE AL NIDO SVILUPPA IL LINGUAGGIO
    Leggere ad alta voce ai bambini del nido ogni giorno, per un’ora, apporta numerosi benefici tra cui un importante incremento dello sviluppo del linguaggio, un aumento del 15% rispetto alla crescita regolare dei bambini 0-3 anni. Non solo: aumenta il livello di attenzione, migliora la memoria e sviluppa l’interesse verso i libri.
    A riverarlo, i dati della ricerca condotta dall’Università di Perugia nell’ambito di “Leggere: forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza”, che ha l'obiettivo di inserire la lettura ad alta voce quotidiana nelle scuole di ogni ordine e grado come strumento per il successo scolastico.
    Lo studio ha coinvolto circa 1600 bambini di 80 sezioni di nido sperimentale diffuse in tutto il territorio toscano, monitorati per l’intero campione con rilevazioni e di tipo qualitativo e, per un segmento di campione, ridotto a causa del lockdown, per le rilevazioni e test di tipo quantitativo. I dati dimostrano come la pratica della lettura ad alta voce influisca in maniera significativa sulla crescita della fascia 0-3 anni: i bambini, oltre a incrementare lo sviluppo del linguaggio, aumentano il livello di attenzione e i tempi di lettura, passati da 22 a 59 minuti in cinquanta giorni, migliorano la memoria e sviluppano un interesse verso i libri e la lettura. Il gruppo di lavoro ha somministrato i test pre-sperimentazione a tutto il campione, e successivamente, le sezioni dei nidi sperimentali hanno applicato il training intensivo di lettura ad alta voce, leggendo per 40/50 giorni consecutivi, sino a un’ora al giorno testi diversificati in base all’età e per lunghezza delle storie.
    A fianco del gruppo sperimentale è stato individuato un gruppo di bambini “di controllo” che ha proseguito le normali attività educative. A fine training tutto il campione è stato testato di nuovo. Dai risultati dei test e dall’analisi dei diari di bordo, emerge come la lettura ad alta voce abbia influito positivamente su diversi aspetti della crescita e dello sviluppo, normali nei primi tre anni di vita del bambino: linguaggio, aspetti cognitivi, motori e socio-emozionali. Un incremento statisticamente significativo è quello dello sviluppo del linguaggio che ha velocizzato la crescita del 15%, sia per la comunicazione recettiva (comprensione del linguaggio) che per quella espressiva (produzione del linguaggio).
    NOI PROF E LE LISTE DI LETTURE CONSIGLIATE PER LE VACANZE 
    Lavoravo in libreria, stavo dietro ad un bancone studiando per gli ultimi esami e la tesi. E ai primi di giugno li vedevo arrivare, loro. Li riconoscevo già ad una prima occhiata, perchè esibivano un’espressione piena di sconforto, avevano in mano un oggetto, tutto accartocciato e ripiegato più e più volte, un foglio di carta; ma non era un foglio qualunque.
    Quello era una lista. Anzi, LA lista. La temibile lista dei “libri da leggere durante le vacanze estive”, dettata dall’insegnate di lettere, copiata da una lavagna o fornita direttamente in tante pratiche fotocopie per evitare fraintendimenti o travisamenti dei titoli.
    È un elenco visto e rivisto e corretto e integrato, pensato con cura, trasmesso con amore, affidato con trepidazione. Accolto con terrore. La lista dei libri è una specie di mantra che si tramanda, un elenco che ricorda quelli dei santi a cui rispondere ora pro nobis. Ci sono dentro i classici, libri che bisogna leggere, o che bisogna aver letto, o che bisogna almeno dire di aver letto o che bisogna dire di aver assegnato come letture. Ci sono i capisaldi di ogni genere, perché certo noi prof amiamo moltissimo suddividere la lista in tante sottoliste. E imporre anche. “Leggete almeno uno a scelta tra questi gialli, uno a scelta tra questi romanzi d’avventura”, che poi mica lo so se sia una buona idea. Gli studenti avviliti mi si avvicinavano con fare circospetto, mi sottoponevano la lista come fosse quella dei beni da procacciarsi al mercato nero e poi sussurravano “mi può dare i più corti?”. La brevità, gran pregio. Ne ho stilate tante anch’io di liste, non ci azzecco mai, se non raramente, perché i libri sono come gli abiti, non sai come ti stanno addosso finché non li fai tuoi e comunque devi sentirtici a tuo agio tu. E cambiano, cambiano a seconda dell’età. Proviamo a farci consigliare i libri dai cantanti, dai calciatori, dai famosi, dagli youtuber, dalle influencer. Inseriamo negli elenchi biografie di uomini di successo, storie di scottante attualità, ammiccanti epigoni di successoni del passato. In tanti anni ho imparato a portarli a scuola e lasciarli sfogliare senza impegno, a leggerne dei passi e fermarmi poi sul più bello, a usare tutti i trucchi più biechi. Imporre una lettura. Che tanto poi loro entrano, ti guardano, e ti chiedono “mi dà quelli più corti, per favore?”. Io, da commessa, avevo una tattica. Li guardavo con aria complice. “Ti prendo i più corti e te li faccio trovare alla cassa, tu in cambio però devi fare un giro, non tornare prima di dieci minuti”.
    Non succedeva sempre, ma ogni tanto sì. Ogni tanto arrivavano alla cassa con un libro fuori lista e lo aggiungevano alla pila. Ecco quello, quello era un gran momento. Il momento in cui un libro aveva scelto un ragazzo. Insieme avranno fatto grandi cose.
    21 MODI DI NON PUBBLICARE UN LIBRO

    “Proviamo a fare un calcolo in base alla popolazione attuale della penisola – specie dopo che i talk show televisivi hanno dimostrato che non deve esistere timidezza alcuna, e chiunque è candidato alla gloria… Si può legittimamente ipotizzare che 50 milioni di italiani producano almeno un manoscritto nel corso della loro vita terrena.
    Non calcolo i grafomani, ma sono pur sempre 50 milioni per generazione e cioè ogni venticinque anni”. Lo scrive Umberto Eco nella prefazione a questo divertente pamphlet di Fabio Mauri. Il volume raccoglie le lettere d’accompagnamento ai manoscritti ricevute durante oltre trent’anni di lavoro in una casa editrice.
    Un esilarante distillato di superbia, ingenuità, sogni di gloria che offre uno spaccato irriverente del nostro paese. PER FARE UN PO’ DI BENE (plico)… la mia professione non e` quella di scrittore. Ma da 20 anni sono abbonato al « Messaggero » e all’« Indice della Scuola ».
    Il mio libro si rivolge ai bambini dai 12 ai 60 anni! Diamo da leggere qualcosa di buono! Non esiste soltanto il male! Non sono solo i Moravia e i Pasolini che hanno qualcosa da raccontare! Il bene può fornire egualmente, e più (se no che bene sarebbe?) materia viva per buoni libri… Accludo l’indice del mio manoscritto dal titolo L’Omino di Via Dionigi.
    Segue, in foglio a parte, l’indice del romanzo:
    Capitolo 1°) L’Omino viene promosso in 5a elementare
    2°) L’Omino, dopo anni, si diploma a pieni voti al Liceo Carducci di Forte dei Marmi
    3°) L’Omino si fidanza e un anno dopo sposa Gabriella Pozzati di Marina di Viareggio
    4°) Ha da lei tre gemelli: Cariolino, Baciamanino e Perfettino
    5°) L’Omino entra in Banca, e il Commendator Razzi tiene a battesimo il quarto figlio Primolino e diventa padrino perpetuo della famiglia Olona (cognome dell’Omino) Firmato Giacomino Olonari  CON SCATENATO E INCONSAPEVOLE SESSO (lettera) Dottore, oggi ho deciso, mi sono fatta violenza!
    Mi apro a voi, ricacciando in dentro un pungolo, che mi fa sanguinare intimamente.
    Vi ho spedito La fiorona. Ci sono tutta io, lì. Cose che non mostrerei a nessuno, neanche a me stessa davanti allo specchio, lì sono scoperte, sulle pagine bianche. La dò a voi che non avete nemmeno faccia per me, e mi incutete paura senza occhi, né labbra, con la vostra presenza ritta dentro di me inflessibilmente. Sento che la mia Fiorona è già nelle vostre mani, che la palpate, la sfogliate, creatura viva, a sé stante, e unita a me indissolubilmente.
    Che cosa devo aspettarmi? Tutto, come una donna attende ciò che crede di meritare per averlo desiderato fino allo sfinimento… Vi prego di farvi vivi. Oggi pomeriggio sarò, sola in casa, ad attendere il postino.
    Maddalena Cagliozzi

    LA "SESTINA" DEL PREMIO STREGA 2020

    Una serata dall’atmosfera ineluttabilmente inconsueta per la cinquina del premio Strega 2020, in diretta streaming causa pandemia (alla conduzione, la giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica Loredana Lipperini). Niente assembramenti in Casa Bellonci, niente calca in terrazza, niente buffet. E soprattutto niente polemiche (almeno per ora…), per la 74esima edizione del riconoscimento letterario italiano più ambito e discusso, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci con il contributo della Camera di Commercio di Roma. Ma, le sorprese, quelle sì, non sono mancate… E veniamo infatti all’attesa cinquina. Anzi… sestina!
    Sì perché si è reso necessario applicare l’articolo del regolamento che prevede l’imprescindibile presenza di un piccolo editore tra i finalisti (“La nave di Teseo non è più considerata tale”). Niente cinquina, dunque, ma sestina.

    Con i seguenti protagonisti a sfidarsi a luglio (ben 3 candidati del Gruppo Mondadori…):
    •  Sandro Veronesi, Il colibrì (La nave di Teseo), 210 voti;
    • Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi) e Valeria Parrella, Almarina (Einaudi), 199 preferenze a testa;
    • Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli), 181;
    • Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori), 168;
    • Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango Libri, ) che, pur avendo ottenuto meno voti di Marta Barone, entra in sestina (è giunto settimo con 137 voti)

    "UN ETTO DI RIMBAUD, PER FAVORE": POESIA AL GRAMMO

    Di tutti i settori editoriali, la poesia è senz’altro uno di quelli più particolari. Sembra star prendendo forza negli ultimi anni dai mezzi di comunicazione più disparati (tra cui i social). A volte, infatti, basta cambiare la veste in cui si presenta per aprirle le porte di nuovi lettori: è quello che stanno cercando di fare una libreria francese, Lettres, di recentissima apertura a Parigi, nel V Arrondissement, dove le poesie si vendono anche al grammo. Un intero muro della libreria è dedicato ai singoli fogli con cui si va a creare il proprio bouquet poetico. Il progetto, che ricorda alcune iniziative delle librerie Feltrinelli, a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, non è nuovo per la Francia. Non è infatti la prima volta che le poesie vengono vendute a peso. L' idea è piaciuta talmente a Pascale che ha voluto renderla permanente sui suoi scaffali. Ma come funziona, esattamente? I clienti sono invitati a servirsi da sé, osservando e scegliendo tra i fogli disponibili. Si tratta per lo più di classici fuori diritti, e in caso di poesie non in francese si predilige la lingua originale rispetto alle traduzioni, per mantenere la musicalità e gli intenti degli autori. I testi scelti vengono quindi pesati e infilati in una busta: 8 poesie equivalgono a circa 10 grammi, per un totale di 5,80 euro. «Penso che le persone stiano andando molto di più verso ciò che è leggero, forse anche verso ciò che è fugace. E la poesia continua a vivere e ad affascinare molti» sottolinea Pascale. Ma non solo: a volte una singola poesia può portare a un’intera raccolta, come è già capitato con alcuni clienti, affascinati da un componimento tanto da voler leggere il resto della produzione del suo autore. E le idee per propagare questo amore per la poesia non mancano alla coppia di proprietari: «Le poesie vendute al grammo sono più un piccolo regalo da offrire», afferma Lahzar Nahal. «Abbiamo già l'idea di creare alcuni stalli nei negozi di fiori. Ci piace accompagnare i nostri bouquet con una breve nota, ma spesso non sappiamo cosa scrivere. Una poesia può dire tutto». E ancora, vorrebbero mettere in vendita anche fogli profumati, usando una tecnica di stampa che prevede l'incorporazione del profumo nell'impasto, per renderli ancora più adatti come dono. La poesia, anche nei momenti meno luminosi, continua a fiorire. Un foglio alla volta.

    “L'UMANITA' HA UNA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI REAGIRE"
    A inaugurare l’edizione straordinaria del Salone del Libro di Torino 2020, è lo storico, scrittore e accademico Alessandro Barbero, che ci parla dalla Mole Antonelliana. Raccontando di come, di volta in volta, l’umanità ha reagito alle catastrofi, Alessandro Barbero interroga la Storia dialogando, in questo modo, anche con il nostro presente. Innegabile che il titolo di questo Salone del Libro, “Altre forme di vita“, si sia rivelato sorprendentemente profetico. “Serve a ricordarci – racconta Barbero – che casualmente i profeti ci azzeccano, ma anche che all’uomo non è dato prevedere il futuro e le conseguenze sono sempre inattese”.
    Prevedere il futuro è sempre stato un sogno dell’umanità. “Ma siamo tutti ugualmente indifesi e costernati quando si manifestano le conseguenze che, fino a quel momento, erano nascoste dietro l’angolo”. Alessandro Barbero continua raccontando un recente aneddoto, a testimonianza del fatto che neppure gli storici riescono a prevedere il futuro. “A me è capitato nel mese di febbraio. Mi trovavo all’Università degli Studi di Milano e ragionavo con alcuni studenti sul fatto che nell’arco della loro vita non c’erano stati grandi avvenimenti storici, di quelli memorabili (eccezione fatta per l’11 settembre 2001).
    All’indomani di quell’incontro, ci siamo trovati all’improvviso dentro un grande avvenimento storico. Perché, per la prima volta, tutti i popoli del mondo si sono trovati di fronte a una minaccia comune. Noi abbiamo assistito a una cosa unica nella storia. Una situazione che ricorda alcuni film di fantascienza, quando l’umanità si unisce nella lotta contro le minacce che arrivano dallo spazio. Anche se, bisogna ammettere, rispetto agli ideali che popolano quei film, avremmo ancora molto da imparare, in quanto a solidarietà e cooperazione”.
    Per spiegare come l’umanità reagisca dopo una catastrofe, Barbero ci conduce in un viaggio a ritroso nel tempo. Siamo nell’Impero Romano del II secolo d.C, quando un’epidemia di peste falcia la popolazione in massa, svuotando città, campi e caserme. Ma come reagisce l’Impero Romano? “Si accorge per la prima volta dell’importanza del capitale umano e decide così di aprire le frontiere per far entrare i barbari. Da quel momento l’ingresso di immigrati e l’integrazione diventano uno dei punti di forza dell’Impero. Un altro esempio che Alessandro Barbero chiama in causa è la grande epidemia di peste del 1348, quella che Boccaccio racconta nel Decameron. “La peste del 1348 colpisce una società prospera, florida e vivace, ma che da un po’ di tempo avverte la pressione di una crescita sempre più difficile da gestire. Non si aspettava la peste, come noi non ci aspettavamo il coronavirus, e non sa come reagire”.
    Quali furono dunque le conseguenze inattese? La peste del 1348 passa, ma nel 1361 si ripresenta e continua a farlo ogni dieci o quindici anni. Gli effetti sulla demografia sono spaventosi. “Ci si rende conto che, anche se la peste nessuno la sa curare, si può combattere“. Come? Bisognava monitorare i contagi, chiudere i porti e le città, sbarrare le strade, proprio come abbiamo fatto noi su larga scala. “La popolazione era diminuita in modo drammatico e non c’era più la moltitudine di disoccupati di prima. A fronte della drastica riduzione di popolazione, i lavoratori diventarono una merce preziosa, i salari furono aumentati e la povera gente si trovò, per la prima volta, fra le mani un potere d’acquisto maggiore”. Ma quali saranno le conseguenze inattese per noi? “Continuiamo a chiederci se ci saranno dei cambiamenti di mentalità. Una volta, si tendeva a pensare che fosse quasi automatico. Impossibile che eventi così traumatici non lasciassero una traccia. Eppure, guardando alla storia, ci accorgiamo che i cambiamenti culturali non sono garantiti. Bisogna volerli. Ci vogliono politici che sappiano programmare un nuovo patto sociale, un nuovo modo di fare, come fece Roosevelt con il New Deal. Ma la storia ci insegna anche che l’umanità ha una straordinaria capacità di reagire, di ricostruire, di imboccare strade nuove quando quelle passate si sono rivelate vicoli ciechi. Ed è questa la speranza che abbiamo tutti nel cuore per l’Italia e per il mondo”.
    10 AUDIOLIBRI PER TIRARSI SU DI MORALE E FARSI DUE RISATE

    Audiolibri da ascoltare per ridere un po’ e non pensare troppo alla realtà. In questo periodo caratterizzato da pandemia e restrizioni, in molti saranno giù di morale.
    Per fortuna, come in tante altre circostanze, ci sono le buone letture a venirci in aiuto e farci evadere dalla realtà. In particolare, gli audiolibri possono essere di grande sostegno. Ci sono audiolibri che ascoltandoli ci aiutano a ridere, ritrovare il senso dell’ humour o apprezzare l’ironia e la comicità di scrittori e artisti. Ecco una selezione di audiolibri utili per tirarsi su di morale e farsi due risate.
    1) Affari di famiglia di Francesco Muzzopappa
    2) La sovrana lettrice di Alan Bennett
    3) Lamento di Portnoy di Philip Roth
    4) Benevolenza cosmica di Fabio Bacà
    5) …che Dio a perdona tutti di Pif
    6) Quando siete felici, fateci caso di Kurt Vonnegut
    7) Stupore e tremori di Amélie Nothomb
    8) Volevo solo andare a letto presto di Chiara Moscardelli
    9) Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo
    10) I corti di Sandrone Dazieri Audience

    FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI: EVENTO VIRTUALE IL 4 MAGGIO

    Annullare? No, reinventare e rilanciare in modo diverso. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato nell’emergenza coronavirus è la capacità di innovare, imparando a cogliere opportunità diverse. Anche per quanto riguarda eventi e appuntamenti: certo, molti sono stati annullati, soprattutto all’inizio, ora però si cerca di riprogrammare tutto anche grazie alle nuove tecnologie che ci permettono di sentirci vicini pur mantenendo le distanze.
    È quanto sta facendo Bologna Children’s Book Fair (BCBF) la Fiera per Libro per Ragazzi: organizzata da BolognaFiere, è stata inizialmente annullata a causa della pandemia.
    Poi il cambio di passo con il lancio di BCBF virtuale: una fiera online e a portata di click. La versione virtuale della più importante manifestazione per lo scambio di diritti nel mercato dell’editoria per bambini e ragazzi aprirà i battenti il 4 maggio. Il programma completo degli eventi virtuali sarà annunciato il 23 aprile, in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Copyright, con una speciale esposizione digitale di libri per bambini dedicati al piacere della lettura. Ad attenderci anche un’altra novità: il centro di questa fiera virtuale sarà costituito da Bologna Children’s Book Fair Global Rights Exchange, un hub per lo scambio dei diritti online che rimarrà aperto tutto l’anno.
    La piattaforma (alla quale potranno accedere anche gli editori e agenti letterari che hanno partecipato come visitatori nel 2019 e che si erano già preregistrati per l’edizione 2020) consentirà ai quasi 1500 espositori registrati di presentare i propri titoli, fare e ricevere offerte, programmare video-incontri con altri partecipanti registrati.
    Presentare, dibattere, anticipare le tendenze del mercato editoriale mondiale, i contenuti, i protagonisti: le missioni della Fiera del Libro per Ragazzi rimangono tali e quali al pre-coronavirus. Cambia solo la modalità di fruizione: tutto diventa digitale. I libri, le app, gli editori dei premi della Fiera verranno presentati online, con booktrailer, interviste, webinar e annunci in diretta streaming. Una nuova parte della piattaforma, che comprende il sito, i canali social e l’app, si svilupperà in un blog dedicato, con informazioni continuamente aggiornate sull’evento, inclusi i principali appuntamenti, interviste, rubriche di ospiti, link ad articoli di rilievo. Mostra e Muro degli Illustratori tutto in digitale. Non mancherà poi una speciale versione digitale della Mostra Illustratori, disponibile gratuitamente ai visitatori online dal 4 al 7 maggio, che potranno apprezzare il meglio dell’illustrazione internazionale con le opere dei 76 artisti da 24 Paesi. E anche il Muro degli Illustratori, dove aspiranti illustratori appendono i propri biglietti da visita, cartoline, poster, sarà incluso nell’offerta online.

    DAVVERO NON SAREMO PIÙ COME PRIMA?

    Ossessionato dal virus come tanti, non riesco a uscire dall’argomento e mi sono imbattuto in un bellissimo romanzo breve di grande attualità. È un libro che vorrei consigliare non solo perché parla di noi cent’anni prima, ma perché è un racconto tecnicamente perfetto, quel che si dice grande letteratura, senza gli effetti speciali delle trame irresistibili e dei colpi di scena spettacolari. Si intitola La peste scarlatta e fu scritto nel 1912 da Jack London.
    È un racconto distopico o meglio post apocalittico, che mette in scena, nel nulla, un vecchio alle prese con l’infanzia (dei sedicenti nipotini). Siamo nel 2073 in una California tornata all’età della pietra e un decrepito, sopravvissuto racconta a un gruppo di ragazzini selvaggi e analfabeti (appunto i suoi nipoti) com’è scampato all’estinzione dell’umanità causata da un germe micidiale sessant’anni prima (dunque nel 2013!), quando gli Stati Uniti erano governati da un oscuro Consiglio dei Magnati, incaricato di nominare il presidente, cioè il Sovrano del Mondo. C’è la scoperta improvvisa dell’orrore, l’incredulità, poi l’isolamento, la fuga, il sospetto, la viltà di tanti, l’eroismo di pochi, il cumulo dei cadaveri da seppellire o da smaltire…C’è un uomo, il Nonno, che resta solo al mondo. O crede di restare solo. E come sempre accade nelle narrazioni più o meno fantastiche dell’epidemia, anche London vede nel contagio e nello scatenamento della natura non un banale castigo di Dio, ma un’occasione unica per riflettere sulla condizione umana, sullo sviluppo, sui comportamenti, sulle mentalità, sugli stili di vita.
    Tutti gli scrittori che mettono in scena la peste, lo fanno invitando il lettore a ripensare alla dimensione morale del proprio stare al mondo. Lo fanno sapendo che certe situazioni limite favoriscono una seria rilettura del passato, una svolta critica, il sogno (magari ingenuo) di un futuro diverso da ciò che ci lasciamo alle spalle. Un’occasione per evitare che si ripetano gli errori del passato? Perché no. Tuttavia, la morale del Nonno è assai amara, anzi sconsolata: «La polvere da sparo tornerà. Niente potrà impedirlo… la stessa vecchia storia si ripeterà». Non c’è resilienza. La morale, terribile, è che appunto non sarà sufficiente una catastrofe per spingere l’uomo a ripensare alla propria condotta, a un mondo diviso tra magnati, classe dirigente, ovvero razza padrona di terre e di macchine, e un popolo di schiavi. Prima di dire con certezza: «Non saremo più quelli di prima», potremmo riflettere sulle parole del saggio nonno a proposito della polvere da sparo come metafora della sanità pubblica sacrificata alla sanità privata, dell’equilibrio ambientale sacrificato alla crescita del Pil, dell’armonia economica sacrificata al desiderio di consumo, del pensiero critico sacrificato alla claustrofobia digitale, del tempo sacrificato alla coazione tecnologica, dell’istruzione diventata semplice figura retorica. L’ambizione, usciti dal tunnel dell’epidemia, è tornare al prima? Tutt’altro. Questa è la morale della fiaba, anche se la fiaba somiglia a un incubo.

    25 MARZO DANTEDÌ
    A un anno dal 700esimo anniversario dalla morte del “Sommo Poeta” il Consiglio dei Ministri ha istituito una giornata nazionale dedicata a Dante, il Dantedì, che si terrà il 25 marzo.
    Come mai proprio questa data?
    Secondo gli studiosi, il viaggio di Dante alla volta dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso pare abbia avuto inizio proprio il 25 marzo, quando “Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita”, come scrive il Poeta nel primo canto dell’Inferno. “Una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali. Dante ricorda molte cose che ci tengono insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia”.
    L’appuntamento è fissato per mercoledì 25 marzo, a mezzogiorno in punto: virtualmente tutta Italia si riunirà per leggere i versi della Divina Commedia, capolavoro della letteratura italiana e mondiale scritto da Dante Alighieri. Nonostante le restrizioni e il lockdown in corso in tutto il Paese a causa del Coronavirus, il Dantedì si terrà ugualmente, attraverso gli strumenti di cui in queste settimane il mondo della cultura si sta servendo per continuare a produrre contenuti e a coinvolgere il pubblico: i social network. Questa prima edizione avviene in un momento particolarmente difficile”, ha dichiarato il Ministro Dario Franceschini. “Le tante iniziative già previste si spostano sulla rete. Per questo rivolgo un appello agli artisti: il 25 marzo leggete Dante e postate i vostri contenuti. Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti”.  Sempre alle ore 12 il Ministero dell’Istruzione inviterà docenti e studenti a farlo durante le lezioni a distanza. Le celebrazioni quindi, anche se a distanza, continueranno nel corso dell’intera giornata sui social, con pillole, letture in streaming, performance dedicate a Dante, con gli hashtag ufficiali #Dantedì e #IoleggoDante.
    LEGGE SUL LIBRO APPROVATA DA COMM. CULTURA DEL SENATO
    La commissione Cultura della Camera ha approvato, dopo mesi di incontri e discussioni,  la nuova legge sul libro. La parte più discussa è quella che va a modificare la legge Levi (128/2011) . A questo punto manca solo il passaggio in aula di Palazzo Madama per l’approvazione definitiva del provvedimento. La legge precedentemente in vigore permetteva uno sconto fino al 15% sui volumi, mentre il nuovo Ddl Lettura abbasserà il tetto al 5% sul prezzo di copertina. Lo stesso limite vale per librerie, negozi online come Amazon e per gli stessi editori. Esentati dalle nuove norme i testi acquistati dalle biblioteche per uso interno, mentre per i libri di testo adottati dalle scuole rimane la possibilità di essere scontati fino al 15%. Solo per alcuni periodi dell’anno, stabiliti in concerto con il ministero dei Beni culturali, le case editrici potranno scegliere di scontare al 20% i proprio volumi (ad eccezione dei libri pubblicati nei sei mesi precedenti al periodo promozionale). In quello stesso periodo, le librerie potranno apporre il 15% di sconto sui prodotti sullo scaffale. La reazione dell’AIE: “Di fronte all’approvazione della legge sul libro da parte della Commissione Cultura del Senato, l’Associazione Italiana Editori (AIE), associazione rappresentativa degli editori italiani grandi e piccoli, con tutta l’editoria scolastica, universitaria e professionale e l’80% dell’editoria di varia – dichiara il presidente Ricardo Franco Levi – esprime preoccupazione per il possibile grave impatto che questa avrà sul mercato e su tutti gli operatori. Drasticamente riducendo lo spazio di manovra sul prezzo dei libri a disposizione dei punti vendita, a pagare saranno principalmente i lettori e le famiglie". La posizione dell'ALI:La legge sul libro rappresenta un grande traguardo per le librerie, un’inversione di tendenza rispetto a ciò che in tutti questi anni si è fatto per la promozione della lettura, che non può passare solo dall’applicazione di uno sconto – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Librai Italiani Paolo Ambrosini, in un’intervista a noi rilasciata alcuni giorni fa – Con la volontà le cose si realizzano”. Secondo Ambrosini, dunque, il Ddl Lettura rappresenta un’opportunità per i piccoli librai di riequilibrare il mercato, che al momento li vedrebbe svantaggiati rispetto alla concorrenza delle librerie degli editori.
    UNA SOLA SCRITTRICE SU 42 NEL PORGRAMMA PER IL CONCORSO
    Il caso: una sola scrittrice su 42 nel porgramma per il concorso. “A scuola le donne si impegnano di piu', ma sono le meno studiate e valorizzate".
    Dunque, sono usciti i programmi per i prossimi concorsi per docenti. In pratica una lista di cose che è meglio conoscere bene se si partecipa e si vuole avere qualche speranza di passare. Sono le stesse cose che, si suppone, poi andranno a insegnare: per cui ci sono anche indicazioni piuttosto precise su quali sono gli autori italiani considerati rilevanti. Quelli che è bene studiare per conoscere la letteratura italiana. Bene. Ora la domanda è: secondo voi, in questa lista, quante autrici donne ci saranno? La risposta giusta è: una sola autrice donna su quarantadue autori italiani considerati rilevanti: Elsa Morante. Ci sarebbero molte cose da dire su questa storia. La prima è che, evidentemente, Grazia Deledda, Matilde Serao, Antonia Pozzi, Dacia Maraini, Anna Banti, Anna Maria Ortese, Alda Merini, Fernanda Pivano, Elena Ferrante, Oriana Fallaci, Natalia Ginzburg (e potrei andare avanti chissà quanto) non sono considerate “rilevanti” ai fini dell’insegnamento della letteratura italiana. La seconda è che uno dei temi più importanti che si affrontano a scuola è il tema dell’amore, e con questo quadro di autori quello che i ragazzi leggeranno e impareranno è solo l’amore visto con gli occhi degli uomini. La terza, e forse la più importante, è che questa lista di autori è uno specchio molto preciso di quello che siamo nonostante tutto, di quanto ancora siamo fermi lì, abbiamo fatto il salto dall’universo geocentrico a quello eliocentrico, ma proprio non ce la facciamo ad andarcene da quello maschiocentrico.Un universo in cui le donne non mancano, ci mancherebbe: togli quelle e non avresti né Divina commedia, né Decameron, né Canzoniere, sparirebbe nel nulla D’Annunzio, di Foscolo rimarrebbe ben poco. No, le donne non mancano: manca la loro voce. Poi possiamo anche fare le giornate internazionali, e l’8 marzo si festeggia tutto l’anno, e le quote rosa e quel che volete, per liberare questa voce: ma se le gabbie sono dentro la testa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – anzi di chi non vuol leggere, e quindi ascoltare.
    IL NEGOZIO A TEMA HARRY POTTER PIU' GRANDE DEL MONDO

    La Warner Bros lo ha annunciato tramite un tweet, confermando le indiscrezioni che già avevano allertato gli appassionati della saga nata dalla fantasia di J.K. Rowling: quest’estate, a New York, aprirà il negozio a tema Harry Potter più grande del mondo. Non è stata ancora svelata la data esatta dell’inaugurazione, ma si sa già che lo store si troverà a Manhattan, accanto al celebre Flatiron Building. Al numero 935 di Broadway nascerà quindi un nuovo spazio di ben tre piani dedicato a tutto il mondo immaginario che ruota intorno ai maghi di Hogwarts. Questo accoglierà la più grande collezione di prodotti a tema, compresi quelli legati ad Animali fantastici e dove trovarli. Non mancano le polemiche: il consiglio di quartiere ha infatti contestato il progetto di installazione di dettagli a tema Harry Potter anche sull’edificio storico, ma difficilmente il negozio passerà inosservato. Quel che è certo è che, a distanza di anni dalla pubblicazione (e dalle relative versioni cinematografiche), le storie di J. K. Rowling non passano di moda. E se la passione dei fan per Harry e i suoi compagni di avventura non accenna a diminuire, lo stesso vale per la fantasia del franchising nel trovare nuove forme per continuare a raccontare una storia che ha incantato milioni di persone.

    PER UN PUGNO DI LIBRI

    Il programma cult condotto da Geppi Cucciari e Piero Dorfles, è tornato in onda su Rai3 con la nuova stagione. Un programma longevo, giunto alla 22ma edizione. Un programma molto amato da lettrici e lettori di ogni età: che vede il confronto tra due classi scolastiche su un classico della letteratura. Alla conduzione del programma, per il settimo anno consecutivo, ritroviamo Geppi Cucciari, e Piero Dorfles, vera e propria memoria storica della trasmissione: uno sguardo attento, apparentemente severo, ma sempre pronto a mettersi in gioco e a ironizzare anche su se stesso. Per un pugno di libri in questi anni è diventato un programma cult. Davanti alle sue telecamere sono passate scuole provenienti da tutta Italia che hanno letto, discusso, ma anche criticato i libri di volta in volta oggetto della puntata. A giocare non sono soltanto gli studenti presenti in studio. Da casa, gli spettatori possono partecipare telefonicamente al programma e aggiudicarsi i libri in palio indovinando il titolo di una nota opera letteraria che si nasconde dietro una definizione non di rado bizzarra. Dorfles, “il professore”, costituisce un elemento imprescindibile del programma: ha il compito di tenere alto il nome della Letteratura con la L maiuscola e di difenderla da quanti, spesso, la confondono con i libri di “consumo”. Inoltre, con la sua esperienza, riesce a stabilire un dialogo aperto con i ragazzi. Grazie a Geppi Cucciari si conoscono più da vicino i ragazzi in gara, i loro desideri e le loro aspirazioni. In questo modo, Per un pugno di libri non si esaurisce in un semplice gioco letterario. Diventa invece l’occasione per guardare il mondo degli adolescenti anche al di là delle loro competenze scolastiche.

    I LETTORI? “PIU' SODDISFATTI DELLA LORO VITA”
    Spesso lettori e lettrici sono convinti che leggere migliori la loro vita. Oggi, grazie allo studiocondotto da SuperSummary, risorsa online che fornisce guide di studio approfondite, questa idea diventa quasi una certezza: chi legge è più soddisfatto, afferma l’analisi in questione. Dello studio americano parla Bookriot che riporta alcuni dati:il 75% dei lettori coinvolti dal questionario ha dichiarato di sentirsi appagato della propria vita attuale, mentre non sembra essere così per il 58% dei non lettori (ovviamente si tratta di statistiche).
    La soddisfazione è un tema molto personale, e proprio per questo è stato chiesto un commento su varie componenti (come famiglia, amici, tempo libero, salute e amore). Lettrici e lettori non solo sarebbero più felici della propria vita, ma avrebbero anche abitudini più salutari: supera del 20% la percentuale sul valore della salute,in chi legge. Infatti, tra quest’ultimi, ci sono molte più persone che mangiano in modo sano e hanno orari di sonno corretti. Ma i dati positivi per le persone che amano leggere non finiscono qui: risulta essercene anche uno che riguarda le finanze. Infatti, i lettori hanno un reddito medio più elevato rispetto a coloro che non lo sono. Ma qual è l’incognita da ricercare tra i risultati di questo studio? Mentre leggere è considerato un hobby da molte persone, il “tempo per leggere” è invece concepito ancora come un lusso per altre.
    Le differenze socioeconomiche sono tra le cause principali che definiscono un lettore o un non lettore: coloro che affrontano sfide finanziarie, che lavorano con orari instabili, che hanno un’insicurezza alimentare o vivono altre realtà di disparità economica, difficilmente trovano il tempo o le risorse per la lettura. Va anche specificato che per il sondaggio SuperSummary ha utilizzato Amazon Mechanical Turk, restringendo in modo significativo la diversificazione del campione a una fascia socioeconomica non bassa. Chi ha accesso alle risorse e agli strumenti per essere un lettore può migliorare le sue abilità cognitive ed emotive, avere uno stile di vita più sano e uno stipendio più alto. Ma per poter far si che il numero di lettori, e quindi di persone più soddisfatte della propria vita, aumenti, è importante dedicarsi alla promozione della lettura, anche negli ambienti in cui il “tempo di leggere” e la possibilità di acquistare libri è vista ancora come un lusso.
    "VI AUGURO UN 2020 DIFFICILE."
    "VI AUGURO UN 2020 DIFFICILE. SÌ, AVETE LETTO BENE…”:
    Ecco l'insolito messaggio agli adolescenti di Enrico Galliano:


    Cari ragazzi, vi auguro che il 2020 sia difficile. Sì, avete letto bene.
    Non vi auguro di stare sempre bene, di essere sempre sereni, di vivere in totale tranquillità. Alla vostra età, a sedici, diciassette anni, vivere sempre in tranquillità spesso vuol dire solo una cosa: non vivere. Al massimo, sopravvivere.
    Per cui vi auguro tempeste, non sole battente. Vi auguro vento contrario, non discese.
    Vi auguro di andare a sbattere contro muri duri come non ne avete visti mai.
    Vi auguro di beccarvi sul cammino ostacoli più alti di voi.
    Vi auguro nemici, di quelli tosti, di quelli che non vanno al tappeto mai, perché solo con nemici così si impara a stare in piedi.
    Vi auguro problemi da risolvere, notti da svegli, braccia a pezzi, sudore e lacrime.
    Vi auguro di avere paura, anche. Perché non si dice spesso, in giro, ma la paura può essere buona. La paura può salvarti le chiappe: e di sicuro ti tiene vivo. Occhi aperti, cuore in ascolto.
    Vi auguro di sentirvi piccoli in mezzo al mondo, perché solo così si desidera di diventar grandi.
    Vi auguro sogni così giganteschi e irraggiungibili da far ridere tutti.
    Vi auguro critiche da ogni parte, pioggia battente, fango sotto le scarpe. E lotta, tanta lotta. Battaglie quotidiane. Ferite da toccare fra vent’anni per dirsi “Incredibile, ce l’ho fatta!”.

    Perché c’è solo un modo, uno solo, per diventare grandi, ma grandi davvero: avere qualcosa contro cui lottare. E, soprattutto, aver un motivo per cui farlo.

    LA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO MASTERCARD LETTERATURA
    È stata presentata a Più libri più liberi la prima edizione del Premio Mastercard Letteratura, un nuovo riconoscimento per la narrativa italiana sostenuto da Mastercard, “con l’obiettivo di essere vicini a chi, in Italia, ha la passione per i libri”.
    La giuria, presieduta da Emanuele Trevi, e composta da scrittori, critici letterari, personalità della cultura ed esponenti del mondo letterario, avrà il compito di selezionare i libri finalisti e i vincitori. Il Premio Mastercard si compone di due sezioni: Premio Mastercard Letteratura e Premio Mastercard Letteratura Esordienti.
    A questi si aggiungono altri riconoscimenti (un premio in denaro da destinare in beneficienza e la traduzione dell’opera in una lingua straniera).“Sono molto contento di dare il mio contributo alla nascita di un nuovo premio letterario che si propone di esaltare la qualità ed è anche attento alle opere prime” – spiega Trevi – “sarà un lavoro rigoroso e un’occasione di confronto con colleghi che stimo”.
    Possono concorrere al premio le opere di narrativa italiana pubblicate tra il marzo 2019 ed il febbraio 2020. Le opere possono essere proposte sia da ciascun componente della giuria, sia dalle case editrici, che devono far pervenire alla segreteria tecnica 18 copie del libro, entro e non oltre il 10 marzo 2020 sul sito premiomastercardletteratura.com.
    All’opera vincitrice del Premio Mastercard Letteratura verrà attribuito un premio in denaro del valore di 10.000 €, e un ulteriore riconoscimento del valore di 50.000 € che il vincitore devolverà in beneficenza a un’organizzazione umanitaria di sua scelta fra quelle proposte dal Premio. All’opera vincitrice del Premio Mastercard Letteratura – Esordienti verrà attribuito un premio in denaro del valore di 3.000 €. Mastercard si farà carico inoltre delle spese di traduzione in una lingua straniera.
    NON SONO I QUINDICENNI, MA GLI ADULTI CHE NON LEGGONO
    L’intervento di Enrico Galiano
    Allora, sono usciti anche quest’anno i risultati dei test Ocse-Pisa. È un’indagine annuale che valuta gli allievi a cui manca poco per concludere l’obbligo scolastico, per capire come se la cavano con alcune delle conoscenze e delle abilità essenziali del loro corso di studi. Si effettua in circa settanta Paesi in tutto il mondo. Come ne siamo usciti noi, noi italiani dico, dagli ultimi, quelli del 2018? Come al solito: cioè maluccio. Ma mentre in queste ore sono tutti impazziti e girano su tutti i siti notizie catastrofiche, è bene dire che maluccio non è male e neanche malissimo. E quindi che forse è il caso di spiegare due cosine Primo: la notizia che sta rimbalzando dappertutto, secondo cui solo un quindicenne su venti sarebbe in grado di comprendere un testo scritto, è inesatta. In realtà, il “livello minimo di ‘competenza'” è raggiunto dal 77% del campione italiano. E già qui sorgono i primi dubbi sul livello di competenza in comprensione del testo da parte di chi ha scritto quegli articoli. Secondo: la scuola italiana non è peggiorata. I risultati sono in linea con quelli degli ultimi anni. Quindi al massimo possiamo dire che la situazione è molto statica. Terzo: basta dire che la Cina ci surclassa. Quel Paese viene testato solo in alcune aree, fra l’altro le più ricche. Voglio vedere se facciamo i test solo al San Carlo di Milano o al LeoMajor di Pordenone se vengono fuori risultati attendibili per tutto il Paese. Quarto e ultimo: è vero, non sono risultati positivi, non ci nascondiamo dietro un dito. Ma siamo più o meno a metà classifica su 68 Paesi, il che vuol dire che non è tutto così catastrofico come ci vogliono far credere. Anzi no, qualcosa di catastrofico c’è: i dati sugli adulti. Eh sì, perché oltre ai test Ocse-Pisa esiste anche l’indagine Ocse Piaac, che fa praticamente la stessa cosa del Pisa, solo con gli adulti. E lì come andiamo?Malissimo. Malissimissimo. Lì siamo ultimi, ragazzi. Noi qui a puntare il dito sui nostri quindicenni, ma la situazione del mondo adulto è molto, molto peggiore. I dati sull’analfabetismo funzionale della popolazione adulta sono davvero gravi, e ci parlano di un’emergenza ben più impellente, perché mentre un quindicenne che non capisce un testo è terribile ma può causare danni limitati, un trentenne che non sa capire quello che legge è una persona che vota, che fa scelte di vita importanti, che partecipa attivamente alla vita pubblica, magari proprio decidendo quanti fondi dare alla scuola e all’istruzione. Abbiamo bisogno di sistemare la scuola dei nostri figli, è vero. Ma prima ancora di quella, abbiamo bisogno di far capire ai loro genitori quanto è importante non smettere mai di leggere e di studiare.
    TROVARE IL MOMENTO GIUSTO PER LEGGERE
    Qualcuno potrebbe dire che per leggere il tempo si trova sempre, ma per tanti lettori non è così. Tra il lavoro, le faccende domestiche, le amicizie e le relazioni, a volte non si riesce a trovare il momento giusto per dedicarsi alla lettura. È vero: ci sono certe giornate così piene di impegni che sembra impossibile ritagliarsi un’occasione per leggere, ma se invece fosse solo una questione di abitudini? Se bastasse organizzare un po’ meglio la giornata per continuare a leggere quel romanzo che hai lasciato a metà da settimane? Ecco alcuni consigli per aiutarti a leggere di più.

    Fissa degli obiettivi:
    hai appena comprato un libro e non vedi l’ora di leggerlo. All’inizio è facile immergersi nella lettura, un po’ perché le cose nuove infondono sempre curiosità, un po’ perché la parte più avvincente di una storia, spesso, è proprio il suo incipit. Dopo qualche pagina, però, si corre il rischio di perdere il ritmo, di rallentare e, nel peggiore dei casi, di arenarsi. Per evitare di farti scoraggiare, una soluzione potrebbe essere quella di fissare degli obiettivi giornalieri. Prima di iniziare a leggere, cerca di programmare le tue sessioni di lettura: ti sentirai molto soddisfatto quando riuscirai a rispettarle e, soprattutto, sarai felice di aver finito quei romanzi che, altrimenti, avresti abbandonato sul comodino. Porta sempre un libro con te: Così potrai leggere in qualsiasi momento “vuoto”: sui mezzi pubblici, per esempio, o quando l’amico con cui ti devi vedere è in ritardo per il vostro appuntamento. Vedrai che in questo modo qualsiasi attesa risulterà meno snervante. Spegni il telefono o metti il silenzioso, oppure impostalo in modalità aereo: Basterebbe anche semplicemente lasciarlo in un’altra stanza, con la suoneria alta, così da poter essere reperibile in caso di necessità. Il punto è che se vuoi dedicare un po’ più di tempo alla lettura, dovresti evitare distrazioni. E sappiamo tutti quanto sia difficile non accedere ai social per più di un’ora. Ascolta un audiolibro: Tanti ascoltalettori raccontano di aver iniziato ad ascoltare audiolibri proprio per mancanza di tempo, per poi non poterne più fare a meno. Chissà, se non ci hai ancora provato, potrebbe essere l’occasione giusta per scoprire una nuova passione. Leggi solo quello che ti piace veramente: Sembra scontato, ma a volte non è così: può capitarti di avere tra le mani un libro che ti annoia, o che non riesce a comunicarti quello che dovrebbe. Nessun problema: la buona notizia è che ci sono storie per ogni gusto, per ogni tipo di lettore e per ogni periodo della vita. Non forzarti a continuare una lettura che non ti piace. Quando troverai il libro che fa per te, vedrai che riuscirai a trovare il momento giusto per leggere.
    CI VORREBBE UN'APP DI INCONTRI PER LETTORI
    Complessa la questione dell’anima gemella, non è vero? A volte crediamo che una persona sia perfetta per noi ma, poco dopo, scopriamo di non avere molto in comune e che, forse, sarebbe meglio interrompere la relazione. E poi succede: la storia finisce. Ed è in questo momento che ci accorgiamo improvvisamente di tutte le storture e dei piccoli difetti del rapporto, segnali che avrebbero dovuto farci capire fin dal primo momento che non eravamo poi così perfetti insieme.
    Allora ci si rimette in gioco, alla ricerca della fantomatica dolce metà.
    Ma per fortuna – o purtroppo, a seconda delle prospettive – oggi i modi per incontrare qualcuno si sono moltiplicati: i siti di incontri, prima, e le app di dating, poi, hanno reso l’universo sentimentale decisamente più dinamico, aumentando, in certi casi, il numero di conoscenze e appuntamenti. In questo mondo fatto di match e swipe, ce n’è veramente per tutti i gusti: app per timidi che preferiscono non mostrare subito il proprio volto (Taffy), per amanti di cani (Tindog e Dig), per appassionati di musica (Tastebuds), per giovani professionisti intraprendenti e ambiziosi che si iscrivono tramite il profilo LinkedIn (The Inner Circle) e per fino per sapiosessuali (se lo siete, sembra che dobbiate provare assolutamente Sapio) Ci sono app in cui per ottenere un match bisogna superare una serie di prove (The League – una delle più selettive), altre in cui ci si sceglie in base alla voce (Waving), altre ancora in cui solo le donne possono prendere iniziativa e dare avvio alle conversazioni (Bumble).
    E se in questo panorama così vasto ci fosse anche un’app di incontri per lettori? Potrebbe essere divertente scoprire le nostre affinità elettive grazie a un sistema che seleziona i nostri futuri partner in base alle loro letture preferite. Dopotutto è già stata inventata un’app per trovare l’amore nei musei (Muzing), perché non iniziare a progettarne una per chi ama leggere? Finalmente individuare l’anima gemella potrebbe non essere più un problema: in fondo, si sa, i lettori di Davide Foster Wallace non potrebbero mai andare d’accordo con chi adora Bret Easton Ellis, mentre è molto probabile che chi segue Murakami possa prendersi con chi è fan di Ishiguro.Scommettiamo che funziona?                                                                                            
    LA GUIDA TASCABILE DELLE LIBRERIE ITALIANE VIVENTI
    Edizioni Clichy propone "La Guida tascabile delle librerie italiane viventi", volume in cui i negozi, indipendenti e di catena, si raccontano proponendo ai “viaggiatori letterari“, ma anche ai curiosi e ai lettori, una vera e propria mappatura delle librerie italiane “viventi”, dove l’aggettivo non è casuale e prefigura anche una testimonianza, un’oggettivazione, un mettere un punto su ciò che sopravvive e anche su ciò che purtroppo è scomparso.
    Sul come, sul dove, sul perché si fa, si propone, si costruisce, si presidia la cultura in Italia, attraverso lo strumento principale per poterlo fare: i libri. Il percorso si svolge in senso “inverso”, da Alghero ad Aosta, rovesciando cioè il consueto modo di pensare il nostro Paese, e per ogni libreria si trovano le informazioni di base, lo staff e una risposta personale a queste domande: “La tua storia in 280 caratteri”- “Che libreria sei, in una sola parola?” – “Qual è il libro che identifica la tua libreria?” – “Qual è il personaggio letterario che rappresenta la tua clientela?” – “A chi vorresti vendere un libro? E quale libro?” – “Qual è la domanda più strana che ti è stata fatta?” – “Qual è la tua libreria preferita nel mondo? E in Italia?” – “Usciti dalla tua libreria bisogna andare assolutamente… dove?” – “Cosa trovo da te che non trovo altrove?”. A questo percorso si aggiunge una sezione dedicata ai lettori, che hanno risposto alla domanda: " Qual è secondo te il libro che non dovrebbe mai mancare in una libreria?, in modo da costruire una sorta di "libreria ideale dei lettori".
    FAHRENHEIT PREMIA LA PICCOLA E MEDIA EDITORIA
    Novità per il premio al "Libro dell’anno di Fahrenheit", che da quest'anno premierà il miglior libro della Piccola e Media Editoria. Da quest’anno il premio Libro dell’anno di Fahrenheit cambia, assumendo una connotazione particolare, che esalta l’attenzione del programma di culto di Radio3 verso la bibliodiversità.
    Il Libro dell’anno premierà infatti il “miglior libro della Piccola e Media Editoria”.Come si legge nella presentazione dell’edizione 2019 del premio, “la decisione di dedicare un premio così prestigioso all’editoria indipendente va a colmare un deficit di attenzione verso un territorio attraversato da molte difficoltà, ma anche in continuo fermento, e di fatto rappresenta un caso unico nel vasto panorama dei premi letterari.
    I voti dei 36 giurati decideranno il vincitore del Libro dell’anno 2019, che verrà proclamato domenica 8 dicembre in una puntata dal vivo che Fahrenheit trasmetterà dalla Fiera Più Libri Più Liberi, la casa più naturale di questo nuovo premio. Ecco i libri finalisti:Valerio Aiolli, Nero ananas, Voland, Simona Baldelli, Vicolo dell’immaginario, Sellerio, Jonathan Bazzi, Febbre, Fandango, Adrian Bravi, L’idioma di Casilda Moreira, Exorma, Paola Cereda, Quella metà di noi, Perrone, Alessio Forgione, Napoli mon amour, NN, Matteo Meschiari, L’ora del mondo, Hacca, Andrea Olivieri, Una cosa oscura, senza pregio, Alegre, Leo Ortolani, Cinzia, Bao Publishing, Domitilla Pirro, Chilografia, Effequ, Carola Susani, La prima vita di Italo Orlando, Minimum Fax–, ndrea Zandomeneghi, Il giorno della nutria, Tunuè-

    BOOK PRIZE 2019, DUE VINCITRICI.

    Due primi posti. Quest’anno il Booker Prize 2019 è stato vinto da due scrittrici, la canadese Margaret Atwood, autrice de I testamenti (Ponte alle Grazie), seguito del romanzo cult Il racconto dell’ancella, e l’inglese Bernardine Evaristo con Girl, Woman, Other (Hamish Hamilton). A contendersi l’edizione 2019 del prestigioso Booker Prize c’erano anche l’autrice angloamericana Lucy Ellmann con Ducks, Newburyport (Galley Beggar Press), il nigeriano Chigozie Obioma, con An Orchestra of Minorities (Little Brown), l’angloindiano Salman Rushdie con Quichotte (Jonathan Cape) e la scrittrice angloturca Elif Shafak, con 10 Minutes 38 Seconds in This Strange World (Viking). In palio 50mila sterline (quasi 60mila euro). Lo scorso anno la vittoria era andata ad Anna Burns per Milkman, edito in Italia da Keller.

    LIBRI E DI (E SU) ALDA MERINI A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA

    A dieci anni dalla scomparsa di Alda Merini (21 marzo 1931 – 1º novembre 2009), autrice, tra gli altri, di L’altra verità, Diario di una diversa (Rizzoli, 2007), La Terra Santa (Scheiwiller, 1984) e La volpe e il sipario.
    Poesie d’amore (Rizzoli, 1997), la poetessa continua a essere protagonista grazie ai suoi versi, sempre presenti in libreria, e grazie ai social.
    Una vita travagliata quella dell’autrice, piena di ombre nella sua mente per le quali fu internata più volte in ospedali psichiatrici. Un debutto precoce a soli quindici anni, grazie alla guida di Spagnoletti che scoprì il suo talento e la pubblicò nell’Antologia della poesia italiana contemporanea fino al 1950. Molti i personaggi del panorama letterario e artistico del tempo le furono amici o amanti, come Salvatore Quasimodo a cui dedicò alcune poesie, Giorgio Manganelli con cui ebbe una difficile relazione e Michele Pierri, poeta, nonché medico e suo ultimo marito.
    Tra gli anni ’60 e ’80 Alda Merini attraversò un duro periodo di isolamento, internata in cliniche psichiatriche probabilmente a causa della sua sindrome bipolare. Solo nel 1989 arrivò finalmente la ribalta poetica, grazie a collaborazioni con diversi editori, illustratori e fotografi, che durarono fino alla sua morte, per affezione tumorale. Nella sua carriera ricevette diversi riconoscimenti, fra i quali il Premio Librex Montale (1993), il Viareggio (1996), il Procida-Elsa Morante (1997) e quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri (1999). Molti sono i libri che raccolgono le sue poesie, le sue interviste e la sua biografia.
    L’EDITORIA ITALIANA ALLA BUCHMESSE CON 252 EDITORI

    Si consolida la presenza dell’editoria italiana alla Buchmesse, la principale manifestazione del settore a livello internazionale, in programma a Francoforte dal 16 al 20 ottobre 2019. Saranno 252 gli editori e agenti letterari italiani presenti. Lo Spazio Italia, stand collettivo italiano, riunirà 134 editori in oltre 500 metri quadrati di spazio espositivo e sarà la vetrina tricolore alla 71ma edizione del più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti editoriali e per la promozione della cultura e dell’editoria italiana all’estero. Tra gli editori italiani presenti anche 4 aree regionali: Lazio, Piemonte, Sardegna e Veneto. La Buchmesse attende complessivamente più di 7.300 espositori da oltre 102 paesi, con la Norvegia paese ospite d’onore e un’offerta di circa 4.000 eventi.La tradizionale collettiva italiana - organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), dal Ministero dello Sviluppo Economico e ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - si troverà nella Hall 5.0, stand C37 e C38. All’interno dello stand italiano è stata realizzata un’area incontri di circa 40 metri quadrati grazie al supporto dell’Agenzia Nazionale del Turismo Enit in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura di Colonia e Berlino. In questo spazio si svolgeranno incontri dedicati al pubblico professionale e istituzionale dal mercoledì al venerdì, mentre sarà aperto al pubblico generico nel weekend in un’ottica di avvicinamento al 2023, quando l’Italia sarà l’ospite d’onore. Sarà il Sottosegretario al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo Anna Laura Orrico - accompagnata dal presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi - a inaugurare il padiglione italiano nella giornata di apertura, il 16 ottobre alle 10.30, insieme a tutti gli editori italiani presenti.

    LO SPETTRO DEI DAZI USA SUI LIBRI INGLESI E TEDESCHI

    Dal 2 ottobre, quando l'Organizzazione mondiale del commercio ha autorizzato il governo americano a imporre dazi sulle merci europee per 7,5 miliardi di dollari (6,8 miliardi di euro), l’attenzione dei media del Vecchio Continente è stata catalizzata dalla guerra commerciale fra le due sponde dell’Atlantico. Nella lista dei beni colpiti, alla sezione 4, indica che i prodotti di Germania e Regno Unito saranno colpiti da un innalzamento dei dazi del 25% ad valorem. Di fronte a un grave colpo all’export di libri verso gli Usa (che solo nello Uk vale 128 milioni di sterline, pari a 143 milioni di euro), la Publishers Association, che riunisce gli editori inglesi, ha subito lanciato l’allarme, dichiarando che «è completamente inaccettabile che l’export di libri subisca un danno collaterale da una questione commerciale non connessa». Più tardi, la Publishers Association ha sentito i rappresentanti del governo inglese, ottenendo chiarimenti e – parziale – sollievo. La classificazione usata dal dipartimento del Commercio Usa, nonostante parli di «printed books», non comprende libri in senso proprio (per i quali si usano altre classificazioni), ma materiale stampato non rilegato che può essere suddiviso in fogli singoli. L’associazione degli editori inglesi ha dichiarato che continuerà comunque a vigilare sui dazi voluti da Trump: «il governo degli Stati Uniti può decidere di modificare la lista, aggiungendo o espandendo i prodotti inclusi», fino all’entrata in vigore dei dazi – prevista il 18 ottobre. In ogni caso, come l’imposizione di dazi sui libri sarebbe in violazione dell’accordo di Firenze del 1950, convenzione redatta dall’Unesco per l’importazione di materiale educativo, scientifico e culturale, per favorirne la libera circolazione; l’accordo è stato firmato da 29 nazioni e ratificato da 98, fra cui gli Stati Uniti, come ricorda Anne Bergman-Tahon, Director della FEP. A scanso di sorprese dell’ultimo minuto, insomma, l’editoria tedesca e inglese – ed  europea in generale – dovrebbe uscire incolume dalla guerra dei dazi.

    #ioleggoperché 19-27 ottobre 2019

    Sono  terminate le iscrizioni alla prossima edizione di #ioleggoperchè, iniziativa nazionale promossa dall’Associazione Italiana Editori (AIE) per il potenziamento delle biblioteche scolastiche, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), il Centro per il Libro e la Lettura, l’Associazione Librai Italiani (ALI) e il Sindacato Librai e Cartolibrai (SIL), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), Confindustria – Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo, e con il supporto di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, e sono oltre diecimila le scuole italiane che hanno aderito. Il progetto – che vanta anche il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività culturali (MiBAC) e, per la prima volta, della Banca d’Italia - segna così il sorpasso della già straordinaria edizione passata, che aveva visto il coinvolgimento di 9.195 scuole, e che è destinata a crescere ancora. Anche le librerie non hanno tardato ad aderire, loro che sono co-protagoniste di questa iniziativa dal valore sociale e inclusivo. Sul sito www.ioleggoperche.it le scuole potranno anche raccontare e tenere memoria pubblica delle attività ideate e realizzate grazie ai libri di #ioleggoperché nella sezione “Agorà”.Culmine dell’iniziativa sarà dal 19 al 27 ottobre: chiunque vorrà partecipare donando uno o più libri per le biblioteche scolastiche potrà farlo durante la campagna donazioni. Gli Editori contribuiranno con un numero di libri equivalente al totale di libri donati dai cittadini (fino a 100.000 volumi): “In soli 3 anni, l’impegno delle scuole, delle librerie e degli editori che hanno partecipato a #ioleggoperché ha portato oltre 650.000 libri nuovi nelle biblioteche scolastiche italiane del Nord, Centro, Sud Italia, coinvolgendo più di 2milioni di studenti solo nel 2018, e contiamo con questa edizione di arrivare a quota 1 milione di libri – ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi -. La costante crescita dei numeri del progetto AIE è la riprova di un bisogno cruciale per il Paese”. Si svolge con il sostegno di Mediafriends Onlus, Lega Serie A e Lega B e con il contributo di Pirelli. Mediapartner: Corriere della Sera, Gruppo Mondadori, la Repubblica, La7, TGcom24, Rai, SKY. Aderiscono, oltre alle librerie indipendenti di ALI e SIL: Ancora, LaFeltrinelli, Giuntialpunto, Libraccio, Librerie Claudiana, Librerie Coop, MondadoriStore, Paoline, San Paolo, TCI Touring Club Italiano, Ubik.

    LIBRI PER BAMBINI IDEALI ANCHE PER GLI ADULTI
    Sul "Guardian", la scrittrice Katherine Rundell ha stilato il suo personale elenco di libri per bambini che anche gli adulti dovrebbero leggere, tra cui "Peter Pan" di JM Barrie, "Un cane e il suo bambino" di Eva Ibbotson e la trilogia "Queste oscure materie" di Philip Pullmann. Quando eravamo bambini, i libri ci hanno fatto sognare, ci hanno tenuto compagnia, ci hanno fatto ridere e scoprire aspetti del mondo che ancora non conoscevamo. Poi siamo cresciuti, abbiamo cambiato gusti ed esigenze. E quegli stessi libri che avevamo amato da piccoli, ci sono sembrati da confinare in un periodo preciso della nostra vita: l’infanzia. Ma esistono storie che possono essere lette a qualsiasi età. Infatti, come scriveva il poeta Wystan Hugh Auden a proposito di Lewis Carroll, “ci sono bei libri che sono solo per adulti, perché la loro comprensione presuppone esperienze da adulti, ma non ci sono bei libri che sono solo per bambini“.Anche la scrittrice Katherine Rundell è tornata sull’argomento, raccontando, in articolo pubblicato dal Guardian, cosa voglia dire essere un’autrice per l’infanzia e stilando il suo personale elenco di libri per bambini che anche gli adulti dovrebbero leggere. Il viaggio di Paddington di Michael Bond,  racconta le avventure dell'orsettoi Paddington, alle prese con i preparativi di un importante viaggio all’estero. Queste oscure materie di Paul Pullman, attraverso un racconto fantastico rivolto ai ragazzi, affronta temi come la vita, la morte, l’esistenza di Dio e il libero arbitrio. Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, un libro dalle mille interpretazioni a seconda dell'età del lettore. Un cane e il suo bambino di Eva Ibbotson, è il racconto del viaggio di Hal per ritrovare il suo cane.  Peter Pan di JM Barrie, l’Isola che non c’è  é un luogo dove nessun adulto potrà mai andare, ma dove tutti, da bambini, sono stati almeno una volta. K. Rundell continua: " penso che i libri evochino dentro di noi le parti tumultuose di noi stessi. Penso che, con l’aiuto di Barrie e di quelli che sono venuti prima e dopo di lui, possiamo tornare su quelle coste”.
    MARATONA DI LETTURA

    Il 20 settembre è una data importante per il mondo e per la nostra città: celebriamo la partenza della Spedizione di Ferdinando Magellano e specialmente il nostro Antonio Pigafetta che, con la sua Relazione del primo viaggio attorno al mondo, ci ha permesso di conoscerla.
    Per il 20 settembre l’Associazione Culturale Pigafetta 500 e la Biblioteca civica Bertoliana organizzano una Maratona di Lettura della Relazione che dalla mattina si protrarrà sino a tarda sera, scandita in 10 postazioni del centro della città. Oltre 100 lettori si avvicenderanno nella lettura ad alta voce della Relazione per rievocare quanto vissuto in prima persona da Pigafetta. Il programma completo su www.pigafetta.it

    WORKING TITLE FILM FESTIVAL

    A Vicenza dal 1 al 5 ottobre                                                                                                                  Working Title Film Festival nasce a Vicenza nel 2016 per dare visibilità alla produzione audiovisiva indipendente che racconta con sguardi e linguaggi originali il mondo del lavoro e i molteplici temi che con esso si intrecciano. L’obiettivo è dare visibilità alle opere audiovisive ai margini della distribuzione ufficiale e mainstream, al cinema emergente, creando una rete fra filmmaker indipendenti e pubblico. Il festival vuole portare uno sguardo contemporaneo sui nuovi modelli e condizioni del lavoro, evidenziando non solo gli aspetti negativi, legati alla precarietà, alla frammentazione e alla riduzione dei diritti, ma anche le possibilità creative.
    Direzione artistica: Marina Resta
    Ufficio stampa: Giulio Todescan
    Info www.workingtitlefestival.it

    IN ANTEPRIMA

    Notizie curiose non ne ho trovate ed allora ho pensato, visto che gli editori mi hanno inviato alcune novità che usciranno in autunno, perché non condividerle con voi.
    E allora eccovi quelle lette prima di chiudere la valigia e partire con tante altre buone letture nuove ma non solo.

    Texas blues, Attica Locke, Bompiani. Darren Mathews, il protagonista, capisce in fretta che niente è come sembra, lui che incarna una suprema contraddizione: un ranger nero che deve difendere la legge e dalla legge difendersi. 

    Cambiare l'acqua ai fiori, Valérie Perrin, e/o. Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna,  nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri.

    La parata, Dave Eggers, Feltrinelli. Ancora una volta un'allegoria del ruolo che l'America si è assunta nei confronti degli altri paesi. Quattro e Nove, sono i due protagonisti, due stranieri in una terra devastata dalla guerra. Ma la grande protagonista è l'attesa come in Il deserto dei Tartari.

    La moglie del cacciatore di perle, Roxane Dhand, Piemme. Un romanzo storico ambientato in Australia nell'ambiente dei cacciatori di perle. Un matrimonio imposto ed un amore che riesce a superare ogni ostacolo.

    Archivio dei bambini perduti, Valeria Luiselli, La Nuova Frontiera. Il viaggio verso il confine messicano, alla ricerca dei bambini perduti e dei ricordi dei nativi americani, di una famiglia attraverso citazioni di libri e di canzoni.

    The Good Liar, Nicholas Searle, Rizzoli. Una semplice truffa si trasforma presto in qualcosa di più complesso, ed il protagonista si ritrova ingarbugliato nei ricordi del suo passato che lo riportano fino alla Berlino degli anni ’30.

    Nel segno dell'anguilla, Patrik Svensson, Guanda. Il racconto della relazione tra padre e figlio, e della loro comune passione per la pesca all'anguilla, ma anche un'ode all'anguilla. Un ibrido tra romanzo, memoir, saggio.

    I ragazzi della Nickel, Colson Whitehead, Mondadori. E' la storia del famoso istituto di correzione da cui passarono migliaia di studenti, per la maggior parte afroamericani, tra il 1900 e 2011, quando venne chiuso. Le storie dei sopravvissuti hanno confermato gli abusi mentali e fisici a cui erano sottoposti dallo staff di bianchi sadici.

    Un mare viola scuro, Ayanta Barilli, DeA Planeta. Ayanta parte alla ricerca della storia della propria famiglia, attraverso tre donne ed un secolo di storia.

    Il treno dei bambini, Viola Ardone, EinaudiE' la storia di Amerigo, bambino di strada, partito dai Quartieri Spagnoli di Napoli, per raggiungere il Nord Italia e passarvi alcuni mesi in famiglie affidatarie, negli anni tra il 1946 e il 1952.

    Permafrost, Eva Baltasar, nottetempo. L'esistenza di una donna raccontata con disincanto e fredda ironia. Il permafrost, lo strato di ghiaccio permanente, è quello che copre la vita e l’intimità di una persona che racconta con onestà e coraggio i tentativi di spezzare le false verità del mondo che la circonda.

    CLASSIFICA ESTATE 2019

    Solitamente si copiano le classifiche dei libri più venduti dai giornali e dai siti specializzati, ma stavolta è proprio la nostra e vera classifica. Ovvero ecco quali sono stati i libri più venduti nella nostra libreria quest'estate e come al solito ci sono delle sorprese rispetto ai dati nazionali, se ci conoscete… sapete che a noi piace distinguerci sempre.

    1) Leoni di Sicilia, Stefania Auci
    2) M il figlio del secolo, Antonio Scurati
    3) Pianto dell'alba, ultima ombra per il commissario Ricciardi, Maurizio De Giovanni
    4) Sapiens da animali a dei, Harari Yuval Noah
    5) Amore che dura, Lidia Ravera
    6) Cinquanta in blu, otto racconti gialli
    7) Logica della lampara, Cristina Cassar Scalia
    8) Notte a Caracas, Karina Borgo Sainz
    9) Texas Blues, Attica Locke
    10) Cambiare l'acqua ai fiori, Valérie Perrin
    11) La versione di Fenoglio, Gianrico Carofiglio
    12) Nella notte, Concita De Gregorio
    FLYBRARY, LA NUOVA BIBLIOTECA IN VOLO DI EASYJET

    Avete mai sognato una biblioteca volante? Gli amanti dei libri, si sa, sognano di leggere ovunque...anche ad alta quota! Da questa estate, grazie al progetto Flybrary di Easyjet, sarà possibile farlo sui voli di questa compagnia. Dal 15 luglio e per tutta l’estate, infatti, i voli Easyjet saranno trasformati in vere e proprie biblioteche volanti con una selezione di oltre 60.000 libri tra i quali poter scegliere per bambini e ragazzi. L’idea della biblioteca ad alta quota nasce dalla collaborazione della compagnia low cost con l’editore HarperCollins. I passeggeri di Easyjet avranno a propria disposizione 60.000 titoli per bambini e ragazzi dai 3 agli 11 anni tradotti in sette lingue diverse per far si che il tempo a bordo sia passato in maniera piacevole, divertente e anche formativa. Quali titoli troveranno a bordo bambini e ragazzi? “Animali fantastici e dove trovarli. Notizie da dietro le quinte, i retroscena della magia”, “Rory Branagan detective. I cattivi se li mangia a colazione” e “Fancy Nancy” sono soltanto alcuni dei libri che saranno messi a disposizione di chi vorrà leggere. L’idea che sta dietro questa iniziativa è non solo quella di promuovere la lettura anche ad alta quota ma, così facendo, di favorire il dialogo tra i bambini e i genitori durante il viaggio. In merito all’iniziativa si è espresso anche Lorenzo Lagorio, Country Manager easyJet per l’Italia esprimendo tutto l’orgoglio di Easyjet per questa iniziativa all’insegna del sapere e della diffusione della cultura: “Il volo è un’occasione unica e divertente di condivisione tra genitori e figli e per rendere questa esperienza ancora più speciale per l’estate easyJet ha deciso di trasformare le cabine in vere e proprie biblioteche volanti. I bambini più grandi possono leggere da soli i libri che troveranno nella tasca davanti al proprio sedile, i bambini più piccoli potranno chiedere ai genitori di farsi leggere una delle storie pubblicate dal nostro partner HarperCollins”. Anche il Direttore commerciale e marketing di HarperCollins Italia, Giovanni Dutto, si è detto molto soddisfatto dell’accordo: “HarperCollins è un editore curioso e dinamico, proprio come i bambini. Poter contribuire a questa iniziativa, unica nel suo genere, capace di estendere anche fuori dai canali tradizionali l’amore per i libri, è la cifra del nostro impegno quotidiano: la fantasia, lo scoprire altri mondi sono elementi che uniscono la lettura e il viaggio”. E della partnership con Easyjet nello specifico ha dichiarato che si tratta dell’occasione perfetta per far volare anche con la fantasia lettori di ogni età.

    ANDREA CAMILLERI: I LIBRI CHE VERRANNO PUBBLICATI POSTUMI

    Il mondo intero piange ancora la morte di Andrea Camilleri, uno dei più arguti e saggi intellettuali del nostro tempo. Il Maestro ci ha lasciato innumerevoli testi, ma ci sono ancora alcuni suoi libri ad attendere lettori e fan: si tratta di libri che verranno pubblicati postumi. Scopriamo insieme quali sono e quando usciranno gli ultimi lavori del grande autore siciliano padre di Salvo Montalbano, il commissario più amato d’Italia. Lo scrittore siciliano ci ha lasciati mercoledì 17 luglio 2019, dopo un infarto che ne aveva causato il ricovero al Santo Spirito di Roma un mese prima. Il mondo della cultura è in lutto e piange uno dei più grandi autori italiani contemporanei. Ma i lettori che lo apprezzavano e amavano potranno ancora provare il piacere di immergersi tra alcune pagine scritte dalla sua celebre penna. I libri di Andrea Camilleri che verranno pubblicati postumi sono ben due: un volume che contiene l’uscita di scena del commissario Montalbano e un testo sulla scrittura. Entrambi saranno pubblicati da Sellerio, la casa editrice palermitana con cui Andrea Camilleri ha pubblicato la maggior parte delle sue opere e con cui aveva instaurato un rapporto professionale ma anche di fiducia, rispetto, amicizia e affetto da oltre 30 anni. L’uscita del nuovo libro di Andrea Camilleri era prevista per l’autunno. Si ratta di un testo sulla scrittura per il suo editore di sempre, Sellerio. A seguito dei tristi avvenimenti la pubblicazione potrebbe slittare, ma dovrebbe uscire entro l’anno. Un saggio dunque, di cui, poco prima del malore, l’autore doveva ancora decidere il titolo. Il secondo libro postumo di Camilleri sarà invece un romanzo, attesissimo dai lettori. Non si sa quando potrebbe arrivare in libreria e tra le mani dei sostenitori di Camilleri, ma il testo è davvero imperdibile. Si tratta del famoso Riccardino, come lo aveva ribattezzato il suo autore che ne aveva parlato spesso: il volume che contiene l’uscita di scena del commissario Montalbano, custodito dalla casa editrice palermitana. D’accordo con Elvira Sellerio, Camilleri aveva già stabilito che sarebbe stato pubblicato postumo. I lettori si interrogano sul gran finale da anni e potranno finalmente scoprire come finisce la storia di Montalbano. Nessun altro lo ha letto, Riccardino, neanche gli stessi editori. Tra lettori e fan aleggia la speranza che ci sia, nascosto da qualche parte in redazione, qualche altro capitolo di questa saga che ha appassionato gli italiani, prima di accomiatarci tutti dal commissario Montalbano. Chissà che Camilleri non ci abbia lasciato qualche altro regalo, oltre alla sua immensa cultura, i suoi indimenticabili libri, delle frasi splendide da ricordare e tanta, tanta saggezza?

    LA POSTA DEL CUORE NELL'ERA DI ISTAGRAM

    Quasi niente suscita curiosità come le questioni di cuore: un po’ per l’argomento in sé, un po’ perché si tratta di segreti, confidenze, particolari che fanno venir voglia di scoprire ogni dettaglio della vita degli altri, magari con la speranza riuscire a fare chiarezza nella propria. In fondo, quando si parla d’amore, quello che tutti cercano sono esperienze, punti di vista, consigli. Per questo esistono da tempo immemore le leggendarie poste del cuore: luoghi dove chiunque, quasi sempre in forma anonima, può chiedere aiuto sui problemi amorosi. Dalle crisi matrimoniali alle crush estive: le poste del cuore sono da sempre zone protette, perché danno importanza a qualsiasi dubbio, anche a quello più paranoico e banale, partendo dal presupposto che, in amore, tutte le sofferenze hanno una loro dignità. Ci sono le rubriche storiche, come quella del Venerdì tenuta dalla giornalista Natalia Aspesi, Questioni di cuore, che uscì per la prima volta il 9 ottobre del 1992.
    E ancora quella di Carlo Rossella su Chi, quella di Massimo Gramellini, quella di Barbara Alberti su Gioia!, quella più recente di Ester Viola su Vanity Fair. Insomma: se c’è un format che non tramonta è quello della posta del cuore. Perché per quanto se ne possa dire, anche con il passare degli anni, l’amore rimane sempre lo stesso. Certo, cambiano gli strumenti per conoscersi, i mezzi per comunicare, i tempi e gli stili di vita. Cambiano, di conseguenza, anche le piattaforme di discussione: accanto a giornalisti e scrittori su quotidiani e siti online, si posizionano i cosiddetti influencer che, sui social, rispondono alle domande degli innamorati. Sono tanti. Alcuni lo fanno solo sporadicamente, altri, invece, si dedicano alla causa con più costanza. Si tratta per la maggior parte di donne e ragazze, che oltre a parlare della propria vita e a dare consigli di estetica e moda, si occupano anche di dispensare saggezza in materia sentimentale. In Italia, tra i vari i nomi spicca quello di Giulia Torelli, conosciuta come Rock’n’fiocc (circa 31mila follower).  C’è poi Cronache di una bionda (circa 25mila follower), una “bionda psicoterapeuta”, che più che rispondere alle “lettere” amorose di chi la segue, parla in generale di alcuni dei più frequenti argomenti in fatto di relazioni: infatuazione, innamoramento, crisi di coppia, rifiuto, perdono, tradimento.
    Ed ancora c’è Match and the city (circa 9mila follower). La pagina Instagram (così come quella Facebook e il blog) è gestita da Marvi Santamaria, che su Querty tiene anche un podcast in cui commenta note vocali di donne che raccontano storie di sessualità e dating.

    “SOFFOCA LA CONCORRENZA”: EDITORI USA CONTRO AMAZON
    Monitorare più da vicino, e più attentamente, la posizione dominante assunta dalle piattaforme online, che ormai pervadono ogni aspetto e ogni ambito dell’economia (e il riferimento è in particolare a Google, Facebook e, in particolare, Amazon). Proprio mentre il Congresso Usa è pronto ad avviare una campagna antitrust nei confronti dei giganti di internet (con tanto di audizioni, documenti alla mano), prende posizione anche l’Associazione degli editori americani. Per Maria A. Pallante, presidente e Ceo di The Association of American Publishers, “sfortunatamente, il mercato delle idee rischia danni gravi, se non irreparabili“. La causa? “Il predominio senza precedenti di un numero molto limitato di piattaforme tecnologiche”. ”L’Associazione si rivolge così alla Federal Trade Commission, invitandola a intervenire, in quanto tali piattaforme “soffocano la concorrenza”.
    Come si legge nel documento di 12 pagine inviato dall’Association of American Publishers, “nessun editore può evitare di distribuire attraverso Amazon. Che, a sua volta, detta i termini economici”. Così, “ogni anno gli editori pagano sempre di più per i servizi di Amazon”. E a proposito della (da anni) discussa vendita dei libri su Amazon, nei giorni scorsi ha fatto parlare un’inchiesta del New York Times, che accusa il gigante dell’ecommerce di non verificare l’autenticità dei testi a disposizione degli utenti. Come hanno spiegato diversi editori, in vendita si trovano infatti molte edizioni contraffatte, oltre a edizioni fasulle di manuali tecnici. E come riporta anche il Sole 24 Ore, “compaiono rivenditori che non sembrano esistere se non per l’offerta attraverso Amazon di volumi da dieci dollari per cifre che possono raggiungere anche i cento o i mille dollari, sollevando persino sospetti di operazioni di riciclaggio di denaro“. Tornando all’iniziativa dell’Association of American Publishers, si fa riferimento anche al “dominio completo e intoccabile di Google” nelle ricerche online, giudicato “altamente problematico”.

    LISTE DI LIBRI CHE DANNO LE VERTIGINI

    Gentile bibliopatologo, faccio continuamente liste. Liste di libri interessanti che dovrei comprare, liste di libri che vorrei rileggere, liste di autori su cui focalizzarmi suddivisi per nazionalità e periodi (gli esistenzialisti francesi, i classici russi, una campionatura degli americani), liste di libri da suggerire a mia figlia adolescente. Ho perfino una lista intitolata “da leggere prima di morire”. Alessandra P.

    Cara Alessandra, inerpicati su una scala fino allo scaffale più alto e comincia a compitare tra te e te, mormorando a fior di labbra, tutti i titoli dei libri che trovi. Hai un capogiro? Bene: soffri di vertigini. Tutto sta a determinare se il disturbo è dovuto all’altezza raggiunta o all’elencazione dei libri. Nel primo caso, scendi dalla scala e contatta il tuo medico; nel secondo, resta lì dove sei e controlla se tra i tuoi volumi c’è anche Vertigine della lista di Umberto Eco. Portalo giù scendendo lentamente (non si sa mai) e aprilo a pagina 371, capitolo ventesimo, “Scambi tra lista pratica e lista poetica”. Le liste pratiche per eccellenza sono i cataloghi delle biblioteche, scrive Eco, eppure “il bibliofilo che tentasse di leggere tutti quei titoli e di mormorarli come una litania si troverebbe nella stessa situazione di Omero di fronte ai suoi guerrieri” – sarebbe cioè sopraffatto da un senso di infinito, di incommensurabile, di sublime dismisura. Del resto, le preghiere cantilenanti e le formule incantatorie, dal mantra al rosario, servono a disporre la mente in uno stato diverso dall’ordinario. Il catalogo delle opere di Teofrasto compilato da Diogene Laerzio già alla decima riga ci fa Barcollare; la lista dei libri trovati da Pantagruele nella biblioteca di San Vittore – Il Cul pelato delle vedove, Il Cappuccetto dei monaci, Il Pissipissi dei padri Celestini, e via così per decine di titoli – ci precipita in quell’altro stato di deliquio, potenzialmente letale, che è il riso convulsivo (leggenda vuole che uno dei più celebri morti di risate sia stato lo scozzese Thomas Urquhart, che tra le altre cose, guarda un po’ la coincidenza, è ricordato come il primo traduttore di Rabelais). Ma il catalogo che fa più al caso tuo è quello immaginato da Italo Calvino nel primo capitolo di Se una notte d’inverno un viaggiatore. In libreria, superato il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto, ecco venirti incontro molte altre categorie: S’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo,…. Ed è solo l’inizio, cara Alessandra: Calvino va avanti per altre pagine. Ti consiglio di creare, accanto alla tua sezione “da leggere prima di morire”, una lista dei Libri Che Contengono A Loro Volta Liste Di Libri, e in particolare dei Libri Che Elencano Altri Libri Che È Assolutamente Necessario Leggere Prima Di Morire. Una volta passata dalla lista alla meta-lista alla meta-meta-lista, sono certa che avrai grandiose apparizioni mistiche, e magari vedrai “legato con amore in un volume / ciò che per l’universo si squaderna”. Vertiginoso, vero? Certo, avrai sprecato metà della tua vita di lettrice a compilare liste, ma il passaggio all’altro mondo non ti coglierà impreparata.

    COME INIZIA IL PRIMO ROMANZO INGLESE

    Cioè "Robinson Crusoe" di Daniel Defoe: spacciato per una storia vera, fu pubblicato il 25 aprile 1719, trecento anni fa. "Nacqui nell’anno 1632, nella città di York, da una buona famiglia che però non era del luogo, essendo mio padre uno straniero, di Brema, che si era stabilito originariamente a Hull. Poi si era fatto un buon patrimonio col commercio, e da quando aveva lasciato gli affari viveva a York, dove aveva sposato mia madre, la cui famiglia, un’ottima famiglia locale, si chiamava Robinson di cognome, e perciò a me fu dato il nome di Robinson Kreutznaer; ma, per l’abitudine di storpiare le parole che c’è in Inghilterra, noi siamo ora chiamati, anzi noi stessi ci chiamiamo e ci firmiamo, col nome di Crusoe, e così mi hanno sempre chiamato i miei compagni." Ecco l'incipit di Robinson Crusoe, una storia che quasi tutti conoscono a grandi linee, pur non avendolo letto, se non altro per le altre storie che ha ispirato in cui c’è un’isola deserta, ad esempio quella del film del 2000 Cast Away. Fu uno dei primi bestseller della storia e fu imitatissimo: nel corso del Settecento e nell’Ottocento furono pubblicati più di cento romanzi con protagonisti naufraghi su isole deserte o apparentemente deserte. Il titolo completo del romanzo sarebbe La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe e nella prima edizione non era indicato il nome di Defoe come autore perché si voleva suggerire l’idea che Robinson Crusoe fosse una persona realmente esistente e che la storia raccontata fosse realmente accaduta. Del resto nella prefazione dell’editore, che forse costituisce il vero incipit del libro, c’è scritto: "Chi l’ha data alle stampe è convinto che questa sia una storia vera e realmente accaduta: e che non vi sia in essa la minima traccia di invenzione: comunque, poiché si tratta di cose passate, questo non cambia il valore del racconto, sia come divertimento che come istruzione del lettore. Egli quindi ritiene, senza bisogno di altre giustificazioni verso il pubblico, di rendergli un grande servizio nel farlo stampare." Defoe comunque si ispirò probabilmente ad alcune storie vere per scrivere il romanzo, in particolare a quella del marinaio scozzese Alexander Selkirk, che dopo un naufragio trascorse più di quattro anni su una delle isole Juan Fernández, Más a Tierra, al largo del Cile, prima di essere salvato dal pirata Woodes Rogers. Nel 1966 Más a Tierra fu rinominata isola di Robinson Crusoe dal governo cileno per attrarre turisti. Non c’è unanimità su quale sia il primo romanzo della storia: molti dicono che sia Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, pubblicato a partire dal 1605. Secondo alcuni invece è La storia di Genji, scritto nell’Undicesimo secolo dalla giapponese Murasaki Shikibu, ma c’è anche chi considera nella categoria testi narrativi molto più antichi, scritti nell’Egitto ellenistico prima dell’anno Zero, oppure il Satyricon di Petronio, in latino: Don Chisciotte sarebbe invece il primo romanzo moderno. Sembra esserci più accordo nel definire Robinson Crusoe il primo romanzo inglese. Non c’è proprio unanimità completa, ma di sicuro è il primo romanzo inglese che viene letto tuttora e che ha avuto fin da subito grande successo e influenza.

    CHI INFLUENZA I BOOK INFLUENCER?

    È il 1944 quando Lazarsfeld, Berelson e Gaudet elaborano la two-step flow of communication: una teoria della comunicazione che sottolinea l’importanza dei così detti «opinion leader» nel filtrare e nell’indirizzare il flusso informativo tra i media e il destinatario finale. Un flusso che, solo vent’anni prima, Harold Lasswell immaginava come un ago ipodermico capace di inoculare il messaggio dalla fonte al ricevente senza alcun tipo d’intermediazione terza o di privata decodifica.
    Qualche decennio più tardi il web avrebbe fatto il resto: accorciando le distanze; connettendo le comunità disperse; attualizzando e moltiplicando i leader d’opinione e la dinamica comunicativa che abilitano. E sollecitando gli interessi dei brand, la loro necessità di prendere parte a questo processo, e tutta quella branca del marketing che possiamo definire «di influenza». Anche nelle sue declinazioni editoriali.«Sul web si è sempre parlato di libri, fin da quando sono nati i primi blog, anche quelli generalisti» racconta Paolo Armelli, contributor freelance per diverse testate ed esperto di innovazione digitale, content marketing etc. «Dai primi anni Duemila inizia una certa specializzazione e da lì è un fiorire di community, testate, progetti, riviste. Tutto ovviamente cambia con l’avvento forte dei social media, diciamo con gli anni Dieci: a giornalisti, addetti del settore e grandi appassionati si aggiungono gli amanti di libri diremmo sempre più “dal basso”. Si aprono spazi inediti, voci originali, contaminazioni». Gli influencer possono essere presenti su tutte le piattaforme o solo su alcune più affini alle loro caratteristiche. Facebook è sicuramente la più diffusa e generalista, ma bisogna fare attenzione alla dispersione, funziona più per marchi grandi, autori best seller, generi popolari. Più specifici sono Twitter, dove si favorisce più il senso di dialogo, community e relazione diretta con autori e case editrici, e Instagram, dove ovviamente ci si deve distinguere per impatto visivo (ma anche per una «quotidianità» trasmessa nelle stories). Ma non bisogna dimenticare le videorecensioni e gli unboxing su YouTube, una nicchia fiorente.

    Oggi come oggi gli editori devono essere sui social, l’importante è strutturare una strategia che sia coerente alla propria anima editoriale e al resto della propria comunicazione, senza però risultare troppo freddi o fiscali. Il tema più scottante di tutto l’influencer marketing, non solo quello dei libri, è il ritorno dell’investimento: i risultati sono spesso difficili da quantificare. Probabilmente il numero delle copie vendute non è nemmeno il più significativo. Ma importanti sono anche brand awareness, comunicazione non convenzionale e soprattutto vicinanza dei marchi editoriali alle persone. 
    BIBLIOTECHE NEI LIBRI: ECCO LE PIU' BELLE
    Vi siete mai imbattuti, leggendo un libro, nella descrizione di una biblioteca che vi ha fatto desiderare che fosse vera per poterla visitare? Quali sono le più belle biblioteche nei libri che vorremmo poter davvero visitare se esistessero nella vita vera? Le biblioteche, si sa, sono posti che custodiscono non soltanto migliaia di libri, ma anche un certo fascino. Sono tantissime le storie narrate in film e romanzi in cui l’ambientazione principale è proprio una biblioteca. Ci siamo chiesti quali sono le biblioteche più belle raccontate nei libri e quali vorremmo poter vedere di persona se esistessero nella realtà.
    Dalla biblioteca di Hogwarts creata da J. K. Rowling alla Cittadella de Il trono di spade raccontataci da G. R.R. Martin, passando per il Cimitero dei libri dimenticati di Carlos Ruiz Zafón, scopriamo insieme le biblioteche più belle nei libri. La prima biblioteca letteraria che ci viene in mente e che stuzzica la nostra curiosità è senz’altro la biblioteca di Hogwarts, nella saga di Harry Potter. Come qualunque altra cosa raccontata nei libri dedicati al maghetto più famoso di tutti i tempi anche la biblioteca della Scuola di Magia e Stregoneria più amata al mondo è resa indimenticabile. Più misteriosa e intrigante che mai, la biblioteca si trova al terzo piano del castello ed è sorvegliata dalla bibliotecaria Madama Pince. Ha un Reparto Proibito che ospita temibili libri che contengono i segreti dei più oscuri della potente Magia Nera...
    Trascinati dall’entusiasmo per il tanto atteso finale della serie tv di Game of Thrones tratta dai romanzi di Martin il nostro pensiero corre subito anche alla biblioteca della Cittadella, un complesso di edifici all’interno di Vecchia Città che serve come scuola per l’ordine dei maestri. La Cittadella è una biblioteca vastissima che contiene pesanti volumi, antiche pergamente, codici pregiatissimi e fonti scritte di ogni sorta. Un’altra affascinante biblioteca è quella chiamata Il cimitero dei libri dimenticati, che troviamo in L’ombra del vento, di Carlos Ruiz Zafón. In una decadente Barcellona del 1945 esiste, in questo romanzo, una labirintica e gigantesca biblioteca nella quale vengono conservati migliaia di volumi sottratti all’oblio. Fatalmente attratti dal nome romantico e malinconico del luogo, “moriremmo” dalla voglia di visitarla se fosse vera. Ma ancora, cosa dire della biblioteca dell’abbazia benedettina de Il nome della rosa, celebre romanzo di Umberto Eco? E della biblioteca di Babele, infinita e labirintica, in Finzioni di Jorge Luis Borges? E la biblioteca che conserva tutto il sapere della Terra di Mezzo a Gran Burrone, ne Il signore degli Anelli di Tolkien?
    Se fossero vere non ce ne perderemmo neanche una.

    LETTORI DI LIBRI CHE AMANO LE SERIE TV: LA RICERCA

    Dalla carta allo schermo. Sono lettori abituali, frequentano le librerie e acquistano preferibilmente lì i libri rispetto agli store online: corrisponde a questo il profilo di chi segue le serie tv, come emerge dall’indagine dell’ufficio studi dell’A.I.E. in collaborazione con IE-Informazioni editoriali “La serialità televisiva, la lettura e l’acquisto di libri”. Gli italiani (15-75 anni) dichiarano di usare sempre più “porte” per entrare nei mondi e negli universi narrativi. Non ne escludono nessuno.

    Tutti – o quasi – in crescita tra 2017 e 2018: il cinema di sala, le community on line, i social autoriali, le letture pubbliche, gli audiolibri. Primeggiano però (anche nella crescita) le serie tv in chiaro (dal 75% al 79%), e soprattutto, quelle delle pay tv (Netflix, Sky, Amazon). Anche il libro rivela analoghi segnali di crescita: dal 54% al 58%. L’identikit di chi guarda le serie tv? Coincide con il lettore abituale.
    Chi segue le serie tv legge in genere più della media nazionale (il 65,2%), legge libri ed ebook (mix di lettura) più della media (il 31,9%), frequenta le librerie e usa l’e-commerce più della media. È un lettore abituale, che legge in particolare tra gli 1 e i 6 libri all’anno (il 34,7% contro il 25% della media nazionale nella fascia 1-3 libri e il 17,1% rispetto al 15% di media nella fascia 4-6 anni).
    L’indagine conferma, grazie ai numeri, che le serie tv costituiscono un driver di vendita notevole per i libri. Ma non solo vendono durante tutta la serie tv: l’effetto traino prosegue anche nei mesi successivi. Quasi che finito l’effetto della trasmissione serie tv si andasse in libreria per «vedere» dalla prospettiva della pagina, e non più dell’immagine, la storia.“Assistiamo per ora a una fase di integrazione piuttosto che di cannibalizzazione di queste due forme di narrazione – ha spiegato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi-. Cambia la modalità narrativa ma si mantiene spesso coerente e armonica rispetto al libro da cui deriva e per questo il nostro pubblico coincide spesso con quello." “Questo elemento di integrazione – ha sottolineato il responsabile dell’Ufficio studi, Giovanni Peresson -. viene confermato non solo dal fatto che con l’avvio di una nuova serie tv o di una nuova “stagione” le vendite si impennano, ma anche quando la serie è finita si va in libreria a comprare il libro da cui la serie è tratta e si è appena smessa di seguire. Quasi che si volesse continuare su un’altra piattaforma tecnologica (quella del libro) ciò che si è appena smesso di vedere attraverso l’altra, e mi riferisco a quella dello schermo tv o del dispositivo digitale. Oppure di voler vedere da un’altra prospettiva narrativa ciò che si è appena interrotto. Farsela ri-raccontare con un’altra voce, insomma”.

    SCUOLA ELIMINA I LIBRI CHE "PERPETUANO STEREOTIPI SESSUALI"

    Una scelta destinata a far discutere.
    A Barcellona, la scuola elementare Tàber, dopo un’analisi dei titoli presenti nella biblioteca d’istituto, soprattutto di quelli rivolti ai bambini con meno di sei anni, ha deciso di eliminare oltre 200 libri giudicati non adatti a bambine e bambini, in quanto responsabili di perpetuare stereotipi sessisti.
    Come riporta il sito Open, tra i titoli messi al bando ci sono anche fiabe entrate nell’immaginario(tra cui Cappuccetto Rosso, la Bella Addormentata nel Bosco e Biancaneve). Secondo Anna Tutzò, una delle madri facente parte della commissione che ha analizzato i libri, il problema del sessismo nei libri per bambini non si limita alle fiabe, ma si applica anche ai manuali con cui i piccoli imparano l’alfabeto, i colori e le abitudini. La Tàber non è l’unica scuola spagnola che si sta occupando di questo tema. Estel Clusella, a capo dell’associazione dei genitori di un’altro istituto, ha affermato che “all’età di cinque anni, i bambini hanno già stabilito ruoli di genere, sanno che cosa vuol dire essere un bambino o una bambina. Quindi è basilare lavorare con una prospettiva di genere a partire dall’infanzia”.
    Nel 2015, anche Najat Vallaud-Belkacem, allora ministro dell’istruzione francese, in seguito a uno studio sulla letteratura infantile, aveva sostenuto che spesso nelle fiabe classiche sono presenti “rappresentazioni sessiste”, e “riducono i personaggi femminili a ruoli stereotipati”.

    A SIMONA SPARACO LA 1a EDIZIONE DEL PREMIO DeA PLANETA
    C’era inevitabile curiosità per la serata finale della prima edizione del Premio letterario DeA Planeta, promosso da DeA Planeta Libri, non solo per i 150mila euro in palio, ma anche perché in cinquina erano presenti ben tre autori sotto pseudonimo. Al termine, solo uno è stato svelato, il vincitore. O, meglio, la vincitrice: Simona Sparaco, con l’opera inedita Nel silenzio delle nostre parole, presentato come “un romanzo corale sulle distanze invisibili che spesso ci separano dalle persone che abbiamo accanto”. “Abbiamo letto opere di buon livello e riconosciuto che più di una meriterebbe un futuro editoriale. Volevamo un libro di cui innamorarsi, ricco di emozioni, con una storia universale. Personalmente, ho versato molte lacrime leggendolo, ed è quello che amo di una storia: che riesca a farsi strada nel mio cuore”, spiega Rosaria Renna, portavoce della giuria.

    La vincitrice, non solo si è aggiudicata il premio in denaro, ma anche la pubblicazione in Italia con DeA Planeta e in lingua spagnola con case editrici del Gruppo Planeta, insieme alle traduzioni in inglese e francese.“È una doppia vittoria per me. La stesura di questo libro – racconta Simona Sparaco – mi ha accompagnato durante tutta la gravidanza. E non era un libro facile da scrivere in quelle condizioni. Ma quando ho saputo che la data di consegna dei manoscritti per il bando coincideva con la presunta data del parto, ho letto questa coincidenza come un segno e mi sono fatta coraggio. Tommaso è nato insieme al libro, due mesi fa, e insieme a suo fratello Diego mi ha suggerito il nome da scegliere per lo pseudonimo. " Il libro sarà presentato in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino sabato 11 maggio e sarà in vendita in tutte le librerie e gli store online dal 14 maggio.
    DA APPARTAMENTO CONFISCATO A BIBLIOTECA DI CONDOMINIO
    A Milano, all’ottavo piano di un palazzo di viale Espinasse, tra le mura di un appartamento confiscato a un narcotrafficante più di sette anni fa, nasce una biblioteca di condominio, aperta a tutti gli abitanti del quartiere di Villapizzone.
    Come ha raccontato Repubblica Milano, sono state le associazioni della zona, i residenti e gli istituti scolastici a dare impulso a questa iniziativa, che tra i suoi obiettivi si propone di “ampliare l’offerta libraria e culturale, promuovere il bookcrossing, collaborare con le scuole del territorio, realizzare una banca del tempo che possa incrementare lo scambio di conoscenze e competenze tra condomini e residenti, realizzare corsi autogestiti”. Il progetto ha dunque finalità sociali e intende “migliorare la qualità delle relazioni, creare legami positivi e diffondere un clima di fiducia reciproca”. Infatti, dopo un primo momento di scetticismo, gli abitanti si sono mostrati entusiasti del progetto e molti di loro si sono già offerti per aiutare nella gestione dello spazio. Intanto, mentre il liceo scientifico Cremona ha già dato la disponibilità per inviare una fornitura di libri, si inizia a creare una rete anche con le altre biblioteche civiche, per rendere la neonata biblioteca sociale viale Espinasse un vero luogo di riferimento e d’incontro per chi vive nel quartiere.

    CINQUE TIPI CHE PUO' CAPITARE DI INCONTRARE IN BIBLIOTECA

    Spesso il lavoro di bibliotecaria mi assorbe talmente che non ho il tempo di tirar su la testa. Ma, quando mi capita di uscire allo scoperto, quel silenzio è una stupenda musa ispiratrice che dà libero sfogo ai pensieri. E allora non c’è catena che possa tenermi ferma. Osservo, catalogo, studio. Perché in biblioteca, di interessante non ci sono solo i libri. Ho infatti, individuato cinque tipologie di persone che è possibile incontrare in una biblioteca.

    1. Lo studente universitario scioperato e rivoluzionario: lo si riconosce per la mappa di tatuaggi che ingentiliscono i suoi bicipiti. Arriva ciondolando alle undici di mattina. Tiene a destra un libro pieno di sottolineature di evidenziatori multicolori, alla sinistra il cellulare aperto su WhatsApp. Delle meraviglie che lo circondano sui tanti scaffali non gli può importare di meno, viene in biblioteca solo per convincere la mamma che va a studiare, per il bar che fa il caffè ancora a un euro e per il wifi gratis, a banda larga.

    2. La badante in libera uscita: questo tipo umano non gira mai da solo, si muove in branco e, di solito, non arriva a più di due metri dalla soglia. Il drappello biondocrinito cerca un tavolo da conquistare e lo circonda con meticolosa decisione, soprattutto il mercoledì pomeriggio. Questa e un’utenza stagionale, alle prime avvisaglie della primavera si sposta al parco.

    3. I lettori di giornali: li riconosci dall’età spesso veneranda. Al mattino, a pochi minuti dall’apertura, si fiondano in pole position nell’area emeroteca, sono interessati solo alla cronaca nera, meglio se il fattaccio è avvenuto in provincia e ai guai della politica.

    4. Il ragazzino delle medie che deve fare la ricerca di geografia: anche questa specie non si muove mai da sola. Ne arrivano almeno sei tutti insieme, schiamazzanti, con enormi zaini sulle spalle, trascinandosi dietro una scia di afrore di sudore dovuto all’adolescenza che avanza e a una precedente corsa nel parco.

    5. La donna in carriera, mamma del liceale: la riconosci per il tacco dodici e le meche fresche di parrucchiere, il cellulare fisso all’orecchio, anche se è vietato. Ti guarda come se fossi la prova vivente di un fallimento umano e, con le sue unghie laccate di verde, estrae dalla borsa firmata un bigliettino a quadretti. Masticando un chewing gum, ti domanda “Il libro di quello che si chiama come un animale”. “Leopardi?” azzardi e lei, fissandoti con la bocca semiaperta come er Monnezza, risponde indignata: “Ma no, quell’altro, qui mio figlio ha scritto Gattopardi”.

    GROSSETO: PINI ABBATTUTI DIVENTANO UNA LIBRERIA

    Avete mai pensato di leggere un albero?
    Ad Arcidosso, in provincia di Grosseto, è possibile farlo. L’idea è stata concepita e messa in pratica da Andrea Gandini, giovane scultore romano, che ha scolpito personalmente per quattro settimane gli alberi che sono diventati librerie. I tre pini, che sono stati tagliati per necessità, perché pericolanti, ora sono divenuti tre tronchi da cui attingere libri che raccontano storie diverse per tutti i gusti: un tronco è dedicato ai libri per bambini, ovvero le favole più conosciute e i libri con illustrazioni; il secondo tronco lascia spazio ai grandi classici della letteratura; il terzo tronco, infine, sarà pieno di libri che parlano della storia locale.

    Tutti i frequentatori del parco del Pero possono godersi le librerie sculture create da Andrea Gandini. Su ogni albero sono rappresentate alcune scene: su uno ha inciso la storia di una favola tibetana che parla di un elefante che sorregge una scimmia la quale, a sua volta, dà sostegno a un coniglio e a una colomba; la cima di un altro albero ha preso forma diventando quattro libri, nello specifico Pinocchio, Il piccolo principe, la Divina commedia e i Fratelli Karamazov; il terzo ed ultimo albero è stato tramutato nel profilo della città di Arcidosso con la rocca aldobrandesca che svetta.
    Ognuno di questi tronchi avrà una piccola mensola scavata dove, appunto, saranno riposti i rispettivi libri che tutti potranno leggere e rimettere al loro posto una volta terminata la lettura. Agli studenti della città è stato dato il compito di trovare un nome alla biblioteca che dà la possibilità, al contempo, di leggere un libro nel parco e di ammirare delle opere d’arte. Nel giorno dell’albero, precisamente il 26 aprile, verranno piantati tre nuovi arbusti in sostituzione degli alberi che sono diventati libreria: si tratta di un faggio, un ciliegio e un ginkgo biloba.

    TOKIO: UNA LIBRERIA FA PAGARE IL BIGLIETTO D'INGRESSO

    A Tokio ha aperto Bunkitsu, una libreria dal concept totalmente innovativo che prevede il pagamento di un biglietto di ingresso di circa 12€. La libreria ha aperto da qualche mese, e il suo modello di business sta facendo molto parlare di sé. Bunkitsu sorge nel quartiere Manato Ward di Tokio, nell’esatto luogo dove sorgeva la libreria “tradizionale” Aoyama Book Center, fallita a causa del declino di interesse dei giapponesi nei confronti della lettura che ha causato la crisi di molte librerie. Proprio per combattere questo trend negativo, tre compagnie (Smiles, Morioka Shoten bookstore, e Yours bookstore) si sono unite per creare una libreria diversa, che fosse un ibrido tra una libreria, un museo e un caffè.

    Quando si entra a Bunkitsu ci si trova davanti un’immensa hall colma di riviste e magazines internazionali, consultabili gratuitamente. Se si vuole raggiungere il secondo piano, bisogna pagare un biglietto di 1,620 yen, corrispondenti a circa 12€. In cambio, il visitatore potrà sostare nella libreria tutto il tempo che desidera, sedersi nelle sale di lettura e negli spazi di coworking, consultare volumi a piacimento e visitare l’esibizione artistica presente in una delle sale, godere del Wifi e di caffè e the verde illimitati al bar.
    L’offerta di libri è vastissima: più di 30.000 volumi in svariate lingue disposti in ordine non tradizionale, per consentire ai lettori di scoprire nuovi collegamenti tra generi letterari e argomenti. Dimenticatevi l’ordine alfabetico e la divisione tra narrativa e non-fiction: può capitare di trovare un fumetto di fianco a un saggio, libri accostati per colore o somiglianza di tematiche. Tutti i libri sono in vendita, ma di ognuno esiste soltanto una copia. La selezione è fatta dal personale della libreria, che dichiara di non inseguire i titoli del momento, ma proporre volumi originali, poco conosciuti o difficili da trovare. I curatori di Bunkitsu hanno immaginato la libreria come un luogo dove aggirarsi e lasciarsi sorprendere, un luogo dove ogni giorno si può fare un’esperienza culturale diversa.

    Una scelta interessante, che mira a rivalutare il consumo del libro e collocarlo in uno spazio e in un immaginario differente da quello tradizionale. Se siamo disposti a pagare per entrare in discoteca o in un museo, perché non dovremmo essere disposti a pagare per entrare in una libreria? Per ora Bunkitsu sta avendo successo. Vedremo cosa accadrà.

    HAPPY MEAL READER

    3 milioni di libri per bambini distribuiti in un anno in tutta Italia: questo l’obiettivo di McDonald’s Italia con Happy Meal Readers. Il progetto offre la possibilità di scegliere un libro al posto del classico gioco all’interno dell’Happy Meal. Si tratta di una collana inedita di dodici storie scritte dall’autrice inglese per bambini Cressida Cowell.

    La serie incoraggia i bambini a coltivare il piacere della lettura e a creare momenti di condivisione con le famiglie. Ogni otto settimane saranno disponibili due nuovi titoli tra cui scegliere.“Siamo molto fieri dell’impegno che stiamo portando avanti per le famiglie”, commenta Mario Federico, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia “Vogliamo offrire ai tantissimi bambini e ai loro genitori che ci visitano ogni giorno un’esperienza memorabile all’interno dei nostri ristoranti, con attenzioni pensate per loro come il servizio al tavolo e le aree gioco, una proposta di menu sempre più attenta alle loro esigenze e l’offerta di occasioni per trascorrere del tempo insieme. Ecco perché Happy Meal Readers è un progetto fortemente strategico per McDonald’s e avrà quindi un respiro di lungo periodo.”Il progetto ha anche una seconda anima: fino al 31 marzo sarà infatti possibile partecipare a Che Storia! Festa del libro e della lettura, un ricco calendario di laboratori di lettura gratuiti per bambini, organizzati in tutti i McDonald’s d’Italia.

    Nella prima settimana di attivazione saranno oltre 15.000 i bambini coinvolti.“Apprezziamo molto questa iniziativa, che mostra di condividere l’importanza della lettura come strumento di crescita del patrimonio cognitivo di una comunità e sostiene quindi l’impegno dell’Amministrazione comunale in questa direzione, introducendo il tema in contesti della quotidianità” commenta Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano. La lettura è un momento chiave nella relazione tra i genitori e i loro bambini sin da piccolissimi: è quanto emerge anche da una ricerca commissionata da McDonald’s a Kantar Italia, secondo la quale il 70% dei genitori intervistati legge un libro insieme al proprio bambino almeno ogni 2-3 giorni (il 38% ogni giorno), soprattutto la sera prima di dormire (75%) e al pomeriggio (43%).La ricerca mette in luce anche come quando si parla di libri per bambini ci si riferisca a libri cartacei (nel 93% dei casi), sempre presenti nelle case degli Italiani.
    È importante anche avvicinarsi alla lettura sin da piccolissimi: l’87% dei genitori, infatti, è d’accordo sul fatto che già in età pre-scolare i libri siano un valido supporto per lo sviluppo di capacità di apprendimento ed educazione emotiva nei bambini.
    “CAFFE', CORNETTO E POESIA”: L'INIZIATIVA NEI BAR IL 21 MARZO
    In occasione della Giornata Internazionale della poesia (in programma il 21 marzo) è partita una nuova iniziativa: “Caffè, cornetto e poesia. 50 bar per 50 poesie”. L’idea prende il via da Roma, dal gruppo arti performative di Grande Come una città (“un vero e proprio movimento di persone nato nel Terzo Municipio attorno all’assessorato alla cultura, con il progetto di creare con gli stessi abitanti dei quartieri incontri, eventi, arte e cultura animati dal valore della cittadinanza attiva e dalla convinzione che la cultura sia un preziosissimo strumento per costruire cittadini consapevoli”). La proposta, spiega il comunicato, “mira a contagiare la creatività di chi anima tutti i territori e le città che avranno il piacere di imitarla e farla propria”.
    A Roma sono 50 i bar che hanno già aderito all’iniziativa. Per il 21 marzo riceveranno contenitori con all’interno poesie: i clienti potranno prenderne gratuitamente mentre consumeranno il caffè. Il tema che lega le poesie scelte è l’incontro. “Saranno più di 50 le poesie distribuite con testi di poeti moderni, contemporanei di tutto il mondo e non mancheranno testi di cantautori italiani”: Mariangela Gualtieri, Erich Fried, Leopardi, Pedro Solinas, Franco Arminio, Sylvia Plath, Gianni Rodari, Patrizia Cavalli, Nazim Hikmet, Pierpaolo Pasolini, Charles Bukowski, Alda Merini, Antonia Pozzi, Edgar Lee Masters, Rabindranath Tagore, Michele Mari, Wislawa Szymborska, Guido Catalano, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè. In occasione della Giornata Mondiale della Poesia questi bar saranno animati da letture di poesie sussurrate, musicate, recitate.

    A TORINO UNA LIBRERIA DEDICATA AL GIAPPONE: INARI

    In Giappone Inari è la divinità della fertilità, del riso, dell’agricoltura, delle volpi, dell’industria e del successo terreno, ed è patrona degli spadai, dei mercanti, degli attori e delle prostitute. A Torino, Inari Books and Lifestyle è una libreria completamente dedicata al Giappone, un piccolo angolo dove oltre ai libri si raccontano viaggi, incontri letterari e percorsi culturali dedicati al paese del Sol Levante. Marianna Zanetta è la padrona di casa, antropologa, grafica, illustratrice, ma soprattutto innamorata del Giappone, ha aperto Inari per condividere la sua passione per la cultura, la letteratura e le usanze giapponesi.
    Questa passione è nata quando era bambina, leggendo manga e guardando anime: “Da piccola seguivo senza sosta qualsiasi cartone giapponese poi, con gli anni, ho iniziato ad appassionarmi anche ai romanzi e alla cultura, e ho intrapreso un percorso accademico che mi ha portato fino a un dottorato, grazie al quale ho potuto studiare a fondo le religioni del Giappone e vivere per qualche tempo in terra nipponica
    Quando questo percorso si è concluso, ho sentito il bisogno di condividere il mio amore in qualche modo, ed ecco che è arrivata la libreria Inari“. Per quanto riguarda invece la scelta dei i volumi, “vendiamo prevalentemente saggistica e letteratura giapponese o internazionale che si occupi di Giappone. Abbiamo anche una discreta selezione di guide, letteratura di viaggio, testi per bambini e libri d’arte”. Inari non è solo una libreria, ma un vero e proprio centro culturale dove si svolgono presentazioni, eventi e corsi di cultura giapponese, alcuni dei quali si possono trovare e seguire anche online. L’offerta è ampia: si spazia dagli incontri letterari in cui si parla di Murakami, agli appuntamenti sulla cerimonia del tè in collaborazione con la teieria Camellia di Torino.

    IL BELLO DI ASCOLTARE UN AUDIOLIBRO E ADDORMENTARSI...
    Una delle abitudini più comuni dei lettori è concludere la giornata leggendo un libro. Dopo il lavoro, lo studio, gli impegni familiari e le faccende domestiche, sembra che l’unico momento che resta per dedicarsi alla lettura sia la sera, poco prima di andare a dormire. Spesso, però, accade che appena ci si riesce a sedere sul divano per iniziare a leggere, si viene assaliti da una stanchezza e ci si addormenta lasciando il capitolo a metà, risvegliandosi nella stessa condizione del giorno precedente. In questi casi la soluzione potrebbe essere ascoltare un audiolibro.
    È vero che tanti lettori non rinuncerebbero mai ai loro rituali di lettura (sentire la carta sotto le dita, sottolineare le frasi più memorabili, tornare indietro per rileggere i passaggi cruciali), ma chi ha detto che ascoltare una storia non sia un’abitudine già collaudata? Dopotutto è quello che facevamo da bambini, quando ci raccontavano le favole della buonanotte per farci addormentare. E poi i vantaggi sono moltissimi. Prima di tutto si può anticipare il momento della lettura e iniziare ad ascoltare il libro anche mentre si sta facendo altro, e poi ci si può rilassare in modo totale: stesi sul letto, occhi chiusi, luce spenta. Bisogna solo lasciarsi trasportare dalla storia.
    LA "CLASSIFICA DI QUALITA" DEI LIBRI
    Sono rinate le “Classifiche di qualità” dei libri grazie alla rivista L’Indiscreto, dopo che già dal 2009 al 2013 il festival Pordenonelegge e il premio Dedalus avevano istituito le cosiddette “Classifiche di qualità”, in cui un nutrito gruppo di “grandi lettori” votava periodicamente quelli che a suo avviso erano i migliori libri usciti in un certo lasso di tempo. In questo caso a votare sono 280 tra critici, scrittrici, scrittori, riviste letterarie, librerie indipendenti, giornalisti culturali, editor e altri operatori del settore. Su L’Indiscreto è stata appena resa nota la prima Classifica di qualità dei libri, usciti tra il primo ottobre 2018 e il 31 gennaio 2019.
    Tre le sezioni: narrativa, saggistica e poesia.

    NARRATIVA
    1) Emanuele Trevi, Sogni e favole, Ponte alle Grazie
    2) Tommaso Pincio, Il dono di saper vivere, Einaudi Stile libero
    3) Ezio Sinigaglia, Il pantarèi, TerraRossa
    4) Sergio Nelli, Ricrescite, Tunué

    SAGGISTICA 1) Vanessa Roghi, Piccola città. Una storia comune di eroina, Laterza
    2) Matteo Codignola, Vite brevi di tennisti eminenti, Adelphi
    3) Matteo Marchesini, Casa di carte, Il Saggiatore
    4) Daniela Brogi, Un romanzo per gli occhi. Manzoni, Caravaggio e la fabbrica del realismo, italiano, Quodlibet

    POESIA 1) Valerio Magrelli, Le cavie, Einaudi
    2) Luigi Di Ruscio, Poesie scelte 1953-2010, Marcos y Marcos
    3) Giovanna Frene, Datità, Arcipelago Itaca
    4) Valerio Magrelli, Il commissario Magrelli, Einaudi

    COSA SUCCEDE A UN LIBRO QUANDO LASCIA LA TIPOGRAFIA?

    “La claque del libro” di Ambrogio Borsani ricostruisce e racconta le tappe fondamentali delle operazioni di sostegno al libro intrecciandole con la storia della pubblicità. La claque del libro (Neri Pozza) ricostruisce la storia delle promozioni editoriali nei secoli. A cominciare da Peter Shöffer, collaboratore di Gutenberg che nel 1469 per primo ebbe l’idea di stampare un foglio con diciannove titoli e di affiggerlo ai muri.
    Un saggio che ripercorre le tappe fondamentali delle operazioni di sostegno al libro intrecciandole con la storia della pubblicità. Da Shöffer a Renaudot, primo teorico dello scambio. Da Parmentier a Diderot, infaticabile promotore dell’Encyclopédie. La grande stagione dei manifesti, da Chéret a Depero.Si ricostruiscono i casi di lanci clamorosi come quello di Fantomas (serie di romanzi di Marcel Allain e Pierre Souvestre pubblicati in Francia), l’esempio più sorprendente di marketing tra i libri seriali del primo Novecento, e altri eventi straordinari come Via col vento e Il Piccolo Principe. Storie di grandi scrittori come Mark Twain, Hemingway e Steinbeck che si prestavano volentieri alla pubblicità.
    L’autore, Ambrogio Borsani, che ha fondato e diretto Wuz, racconta il percorso che un libro compie una volta abbandonata la protezione dello stampatore e quello che succede quando si affaccia sul mercato, pronto per essere condiviso con il pubblico.

    WATTPAD PUBBLICHERÀ LIBRI SCELTI TRAMITE I DATI DELL'APP

    Come racconta il New York Times, Wattpad, la piattaforma che unisce giovani scrittori e lettori, permettendo di pubblicare online le proprie opere e di farle leggere e commentare dagli altri utenti, sta per diventare (anche) una casa editrice, Wattpad Books. In passato la società ha collaborato con altre case editrici tradizionali o con produzioni cinematografiche per adattare i testi a libri e film: per esempio, After di Anna Todd (Sperling & Kupfer) è un successo nato proprio su Wattpad, mentre il recente film Netflix The Kissing Booth è basato su un romanzo scritto da Beth Reekles, che ha caricato la storia online nel 2011, quando aveva quindici anni.
    Ma adesso sembra che Wattpad si appresti a dar vita ha un ramo editoriale che, come ha spiegato Allen Lau, amministratore delegato e cofondatore dell’azienda, selezionerà i testi seguendo una sorta di algoritmo che analizzerà le storie presenti sull’app per trovare temi o elementi che potrebbero determinare il successo commerciale di un’opera. In pratica, allo sguardo critico degli editori si uniranno dunque anche le statistiche fornite dai dati tecnologici. Per ora sono già stati scelti sei romanzi, che saranno pubblicati questo autunno: sono tutti young adult, come la maggior parte dei testi della piattaforma, sulla quale, oltre alle idee originali, sono presenti soprattutto numerose fan fiction.

    SERVONO ALMENO 80 LIBRI PER CRESCERE BENE

    Crescere in una casa piena di libri ha un grande impatto sul livello cognitivo che si riuscirà a raggiungere da adulti, è noto. Ma la «biblioteca domestica minima» per avere una marcia in più – tanto nell’area linguistica quanto in quella matematica e tecnologica – non dovrebbe comporsi di meno di 80 titoli: a rivelarlo è uno studio recentemente condotto in Australia. Il gruppo di ricerca, ha analizzato i dati relativi a oltre 160 mila adulti, provenienti da 31 Paesi diversi, che avevano preso parte ad uno specifico programma dell’Ocse tra il 2011 e il 2015. In quell’occasione, a tutti i partecipanti era stato chiesto quanti libri ci fossero nelle loro case quando avevano 16 anni, assumendo che un metro di scaffalatura equivale a circa 40 libri.
    In seguito, erano stati sottoposti a test sul livello di alfabetizzazione, sulle competenze logico-matematiche e informatiche per valutarne le abilità. Mentre il numero medio di titoli della biblioteca domestica differisce da Paese a Paese – i 27 della Turchia contro i 218 dell’Estonia, passando per i 143 del Regno Unito e i 75 dell’Italia – gli effetti che la dimensione di queste biblioteche riverberano sull'alfabetizzazione sono enormi ovunque. «L'esposizione degli adolescenti ai libri è tra quelle pratiche sociali che promuovono l’acquisizione di competenze cognitive a lungo termine: linguistiche, matematiche e tecnologiche» hanno dichiarato i ricercatori.
    «Crescere con biblioteche domestiche ben fornite aumenta le competenze degli adulti in queste aree, rinforzando i benefici derivanti dall’appartenenza a un contesto socio-culturale favorevole e a un buon livello di istruzione». Il gruppo ha scoperto, in particolare, che gli adolescenti cresciuti in una casa con nessun libro a quasi, da adulti hanno raggiunto livelli di alfabetizzazione e di calcolo al di sotto della media. Quelli che hanno avuto modo di accedere a una biblioteca domestica di almeno 80 libri, invece, manifestano – da adulti – tassi di alfabetizzazione via via crescenti al crescere del numero di titoli. Fino alla soglia dei 350, oltre la quale l’ampiezza della biblioteca domestica diventa pressoché ininfluente sui livelli cognitivi raggiunti. Vale a dire che c’è considerevole differenza tra crescere con 8 o 80 libri, mentre la differenza è trascurabile quando i titoli sono 8 mila piuttosto che 800.

    IN ITALIA SI PUBBLICANO PIU' LIBRI MA MANCANO I LETTORI

    Sono usciti i dati Istat più recenti sullo stato della lettura e del mercato del libro in Italia. Si pubblicano più libri, ma il numero di lettori ed editori è rimasto invariato e geograficamente sbilanciato verso il Nord Italia. Nel 2017 si rileva un netto segnale di ripresa della produzione editoriale: rispetto all’anno precedente i titoli pubblicati aumentano del 9,3% e le copie stampate del 14,5%.
    La ripresa, tuttavia, sembra aver interessato esclusivamente i grandi marchi mentre per i piccoli e ancor più per i medi editori si sono riscontrate flessioni. I “grandi” editori, con oltre 50 opere all’anno, rappresentano il 15,1% degli operatori attivi nel settore. Pubblicano più dell’80% dei titoli sul mercato e circa il 90% delle copie stampate.
    L’editoria per ragazzi è in forte crescita rispetto al 2016: +29,2% le opere e +31,2% le tirature, ma è l’editoria educativo-scolastica a incrementare di più la produzione, raddoppiando sia i titoli sia il numero di copie stampate. Le librerie indipendenti e gli store online sono considerati dagli editori i canali di distribuzione su cui puntare per espandere domanda e pubblico dei lettori. Continua a crescere il mercato digitale: circa 27 mila titoli (oltre il 38% dei libri pubblicati nel 2017) sono disponibili anche in formato e-book; la quota supera il 70% per i libri scolastici. Nell’opinione degli editori, i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura nel nostro Paese sono il basso livello culturale della popolazione e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura. Nel 2017, sono il 41,0% le persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro per motivi non professionali (circa 23 milioni e mezzo). Il dato è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.

    LE PAVILLON DES LETTRES, L'ALBERGO PER GLI AMANTI DEI LIBRI

    A Parigi c’è un albergo perfetto per gli amanti dei libri: Le Pavillon des Lettres. In questo hotel si può usufruire della fornitura quotidiana di libri in camera e si può anche cogliere l’occasione per imparare o perfezionarsi nella lingua francese. E' il primo hotel letterario di Parigi, grazie al suo inconfondibile stile che fa immergere immediatamente nell’atmosfera di un caffè francese dello scorso ventesimo secolo, a partire dalla camere da letto. Le camere sono ventisei, come le lettere dell’alfabeto, e ognuna porta il nome di uno scrittore o di una scrittrice della letteratura europea del ‘900: oltrepassando la porta di una di queste, si entrerà nel mondo dell’autore, grazie alle scritte e citazioni lungo le pareti o nel mobilio.
    Poiché in camera si dorme, le citazioni evocano immagini della notte, del sonno e dei sogni. Inoltre ogni mattina si trova sopra il letto un nuovo libro cosicché il vostro soggiorno sia accompagnato dalla lettura e che il vostro viaggio non sia solo fisico, ma anche mentale. Oltre a questi servizi, c'è la possibilità di imparare il francese. Infatti nella struttura é sempre presente un professore o professoressa madrelingua di lingua francese, disponibile ad aiutare chiunque a leggere i testi della letteratura francese in lingua originale.
    Altrimenti, si possono ricevere delle lezioni di francese per migliorare la pronuncia. Insomma, una vacanza all' insegna della cultura, perfetta per gli amanti dei libri!

    ALCUNE SERIE TRATTE DA LIBRI CHE VEDREMO NEL 2019

    A proposito di serie internazionali tratte da libri, a marzo 2019 riprenderanno le riprese, che dureranno sei mesi, della serie L'amica geniale, tratta dagli amatissimi romanzi di Elena Ferrante… Ed ecco la lista, che non ha pretese di essere esaustiva e in cui le serie non sono proposte in ordine di importanza: Una Serie di Sfortunati Eventi, Facciamo ordine con Marie Kondo, The Umbrella Academy, The boys, Catch-22, Little Fires Everywhere (adattamento seriale di Tanti piccoli fuochidi Celeste Ng, Piccole donne, Good Omens (dal romanzo Buona apocalisse a tutti! di Neil Gaiman e Terry Pratchett), Whatchman, Mindhunter ( la serie tratta dai resoconti del libro Mindhunter: la storia vera del primo cacciatore di serial killer americano di John Douglas e Mark Olshaker ), La guerra dei mondi, Pretty Little Liars: The Perfectionists ( in questo spin-off di Pretty Little Liars, ispirato a un nuovo romanzo della scrittrice Sarah Shepard), Midnight’s children (dall’omonimo libro di Salman Rushdie), The Expatriates, The Passage, Roswell New Mexico (dalla saga dei libri di Roswell High di Melinda Metz), Game of Thrones.
    "TEMPO DI LIBRI TORNA A FEBBRAIO 2020". ECCO COME CAMBIERÀ

    Quale destino per Tempo di Libri, la Fiera Internazionale dell’editoria organizzata da Aie e da Fiera Milano, che lo scorso marzo ha visto svolgersi la seconda edizione? Dopo mesi di discussioni (con tanto di trattativa fallita con il Salone di Torino) oggi a Milano i marchi che aderiscono all’Associazione Italiana Editori si sono incontrati per prendere una decisione. Al termine, il presidente Ricardo Franco Levi ha comunicato la scelta: d’accordo con Fiera Milano, nel 2019 la manifestazione prenderà una pausa, per tornare “nel febbraio 2020 (a metà mese, auspicabilmente) con un format della fiera rinnovato”. Entro febbraio 2019 verrà presentato un progetto più dettagliato della nuova versione di Tempo di Libri (che potrebbe anche cambiare nome). E sempre a febbraio sarà delineata la squadra che si occuperà della nuova manifestazione.“I punti  di partenza della nostra riflessione – ha spiegato Levi – sono stati i 100mila visitatori di Tempo di Libri 2018 e il successo del programma. Allo stesso tempo, gli editori sono consapevoli che due fiere generaliste a poca distanza di tempo e luogo comportano costi difficilmente sostenibili”. Non solo, Levi ha dichiarato che “Aie è contraria a una divisione tra case editrici, e a contrapposizioni che non fanno bene al mondo del libro”. Ecco perché l’Associazione ha scelto di “non proseguire sulla strada di una replica di Tempo di Libri nella formula di quest’anno, pur apprezzata”.Il legame societario tra Aie e Fiera proseguirà, e la sede resterà Milano. L’obiettivo – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Italiana Editori – è quello di proiettare Tempo di libri nel futuro, trovando un’identità che la differenzi dal Salone di Torino, da Bologna Children’s Book Fair, da Più libri più liberi e dalla giovane Fiera di Napoli“. Ma cosa significa guardare al futuro? “Puntare sui ragazzi, sugli under 20, che sono i lettori di domani”. Non solo: la nuova manifestazione “avrà al centro il libro, ma vuole allargarsi a mondi come il cinema, la musica, le serie tv, i fumetti, i videogiochi, gli audiolibri”. Molta importanza “avrà l’area dei diritti”, con i sempre più frequenti scambi tra il mondo dell’editoria libraria e le altre industrie creative.Ma dopo la contrapposizione con Torino, ora non si rischia quella con Bologna? Levi lo esclude: “Il nostro obiettivo è collaborare con Bologna Children’s Book Fair. Quella di Bologna è una fiera destinata principalmente agli addetti ai lavori, la nostra sarà soprattutto una manifestazione per il grande pubblico”.

    LA LIBRERIA FISICA È IL LUOGO PREFERITO PER SCEGLIERE I LIBRI

    LA LIBRERIA FISICA E' IL LUOGO PREFERITO DAGLI ITALIANI IN CUI SCEGLIERE I LIBRI:
    MA 7 MILIONI CI ENTRANO PER ISPIRARSI E POI COMPRARE ONLINE


    La libreria si conferma, saldamente, il principale canale di acquisto per i libri. Al punto da orientare le scelte di ben l’81% dei lettori (e rappresentare il 70% del mercato trade): nel dettaglio, 6 italiani su 10 (il 59% per la precisione) dichiarano che i libri letti nell’ultimo anno provengono da librerie di catena, 2 su 10 (il 23%) da quelle indipendenti, gli altri da quelle nei centri commerciali. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori sulle nuove forme di consumo editoriale e culturale, realizzato in collaborazione con Pepe Research, presentata a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria dell’AIE. La libreria è a tal punto il luogo di esplorazione, di informazione, di ispirazione che ci sono oltre 7 milioni di italiani (il 67% dei lettori) che dichiarano che per scegliere cosa comprare si affidano al negozio fisico, dove trovano i giusti stimoli, per poi eventualmente, finalizzare la spesa su Internet. Oltre alle librerie fisiche, sempre più importanza acquistano le librerie online. Gli store online Amazon e IBS sono indicati dal 32% dei rispondenti; se si aggiungono anche gli altri store si arriva al 40% delle indicazioni. Cresce, arrivando a conquistare il 4% dei lettori, anche chi dichiara di aver comprato libri in occasione di Fiere e saloni del libro. I driver di acquisto che influenzano il cliente in libreria: il 28% dei lettori (più di 1 su 4), è motivato all’acquisto di un libro da come è esposto e presentato in libreria (il trovarlo esposto, il consiglio del libraio, la classifica della libreria, la presentazione in libreria). Il valore raggiunge il 40% (quasi 1 su 2) tra i forti lettori. I driver di acquisto in libreria, al netto del prezzo o dello sconto, sono il fatto di conoscere l’autore o il titolo (47%), l’esposizione del titolo (35%), la copertina (per il 21%), i consigli dei lettori e librai (12%) mentre la riconoscibilità del marchio editoriale è un fattore che incide per il 7% (ma che più che raddoppia per i forti lettori: 15%).

    JOE R. LANSDALE CURERÀ COLLANA PER GIULIO PERRONE ED.

    “Non mi era mai capitato di farlo prima, però, quando Seba Pezzani mi ha chiesto di curare una serie di romanzi americani, scegliendo libri mai apparsi in Italia e ripescando vecchi classici ormai spariti da decenni dagli scaffali, non sono riuscito a tirarmi indietro. Ci metto la faccia: sono io a scegliere gli autori e i titoli, sono io a scriverne le prefazioni. Si parte con un mio pallino, con La banda dell’altro mondo, un romanzo on the road, ma invece che su una strada del Texas potrebbe tranquillamente svolgersi sulla Via Lattea, del mio mentore Neal Barrett Jr.
    A seguire, uno splendido romanzo di Lewis Shiner, uno dei miei amici più stretti nella comunità degli scrittori americani contemporanei. Poi, un altro mio conterraneo, Reavis Wortham, che ha dato alle stampe una splendida serie di romanzi ambientati nelle paludi del Texas Orientale a me tanto care e familiari. Il primo capitolo della serie, The Rock Hole, vedrà la luce anche in italiano. E uno dei motivi per cui ho detto subito sì alla proposta di Giulio Perrone Editore è il fatto che a tradurli sia l’amico Seba Pezzani”.
    Joe R. Lansdale, come annuncia lui stesso, curerà dunque una collana per Giulio Perrone Editore.
    Lo scrittore sottolinea: “Oltre a considerare Seba uno della famiglia, è un bravissimo traduttore e non riesco a immaginare nessuno in grado di rendere la vulgata texana meglio di lui. Tra l’altro, ha appena finito di scrivere il primo libro che sia mai stato concepito su di me. Barrett, Shiner e Wortham sono tre ottimi scrittori, ma in futuro ci sarà pure spazio per qualche classico oscuro che ho particolarmente amato.
    Mi viene in mente, soprattutto, They don’t dance much di James Ross, una torbida storia di tradimento e violenza nel Sud flagellato dalla Grande Depressione, una vicenda narrata con altrettanta forza passionale de Il postino suona sempre due volte di James M. Caine. E me ne vengono in mente tanti altri, a partire da Tom Mix died for your sins, un romanzo-biografia sull’eroe dei film western muti, di Darryl Ponicsan. Insomma, ci sarà da divertirsi e, soprattutto, da leggere”.

    IL CONSIGLIO DI PARENTI E AMICI VALE 5 VOLTE DI PIU' DEI MEDIA

    Il consiglio di parenti e amici è cinque volte più incisivo dei media tradizionali per la scelta di un libro: il suggerimento viene dichiarato rilevante per il 27% dei lettori, mentre le recensioni, l’intervista all’autore, o la sua presenza in tv spinge alla scelta e alla lettura del libro (di carta, digitale, o dell’audiolibro) solo il 5% del campione intervistato (4.002 casi).
    Diventa importante il peso di social e blog (le community) come strumenti di comunicazione più significativi nella spinta all’acquisto/scelta di un libro. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori sulle nuove forme di consumo editoriale e culturale, realizzato in collaborazione con Pepe Research.
    Per la scelta di un libro quasi un ragazzo su due (il 47%) tra i 15 e 17 anni ascolta i consigli di insegnanti e bibliotecari. Con il crescere dell’età i riferimenti però cambiano: a 18-24 anni i consigli degli insegnanti e bibliotecari pesano per il 17% mentre cresce l’attenzione alle indicazioni seguite sui social (12%) e quelle delle community (12%). Percentuali che crescono ancora per i giovani tra i 25 e 34 anni, ancora più sensibili sia alle indicazioni dei social (15%) e a quelle della community (15%).
    Resta importante il consiglio del libraio (10%). Sono i forti lettori (chi legge 12 e più libri all’anno) ad essere i più interessati e influenzati dalle indicazioni dei social (14%) e a quelle della community (17%) per scegliere un libro rispetto a chi legge solo 1-3 libri. Il 20% dei lettori ha scelto un libro o un ebook proprio grazie ai consigli raccolti sul web (community, social, classifiche sui siti ecommerce e altro), mentre il 28% si affida alla libreria e il 22% preferisce i media tradizionali.
    Un lettore su due per comprare on line un libro si fa ispirare da informazioni e suggerimenti presenti su internet, su siti e blog dedicati alla lettura: si tratta del 51% dei lettori che comprano on line e si fanno ispirare dalla rete. Social e community non servono solo per cercare un titolo ma sono ormai il canale privilegiato dove trovare informazioni sui contenuti educativi (37%), professionali (community 30% e social 27%) e alla ricerca di utilità pratiche (community 31% e social 45%).

    #StorieInLibreria: LA CAMPAGNA SOCIAL CHE VALORIZZA I LIBRAI
    Una campagna social per sottolineare l’importanza delle librerie fisiche, veri e propri punti di riferimento per i lettori ed i cittadini di oggi, anche nell’era digitale. Parte su Instagram, Facebook e Twitter Storie In Libreria, l’iniziativa inedita lanciata da Libreriamo rivolta agli utenti dei social network, chiamati a celebrare la propria libreria e l’importanza del proprio libraio con foto, video, storie, post e qualsiasi tipo di contenuto multimediale.
    La campagna “Storie In Libreria” è patrocinata dall’Ali, l’Associazione dei Librai Italiani. Partecipare è semplice, basterà pubblicare sui social foto e/o video della propria libreria di riferimento, o insieme al proprio libraio di fiducia, sui diversi canali social l’hashtag #StorieInLibreria e la mention @Libreriamo.
    Chi vuole, potrà inviare direttamente al sito anche un racconto o una lettera che celebri l’importanza delle librerie.“Anche nell’era digitale, le librerie devono mantenere la loro importanza all’interno delle diverse realtà territoriali italiane“, sottolinea Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo – Indipendenti, “ognuna svolge il proprio servizio all’interno della comunità locale in cui si trova.
    Per questo occorre sottolinearne l’importanza e celebrarle, e per farlo chiediamo la partecipazione degli stessi lettori e amanti dei libri, i quali sono invitati a raccontare e testimoniare con immagini e parole l’importanza del proprio libraio di fiducia e della loro libreria di quartiere”.
    QUASI 300.000 LIBRI PER LE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE
    Durante i nove giorni di donazioni targati #ioleggoperché sono stati quasi 200.000 i libri raccolti nelle librerie aderenti per le biblioteche scolastiche di tutta Italia, 85.000 in più rispetto al 2017 (+75,8%). A questi si aggiungeranno i 100.000 nuovi volumi messi a disposizione dagli editori. Le regioni dove si è donato di più sono la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto, seguite da Piemonte, Toscana, Campania e Puglia. Dopo i grandi capoluoghi di regione , le città più prodighe sono state Asti, Parma, Grosseto e Modena. I titoli più donati sono stati: La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, seguito da Il piccolo Principe di Antoine De Saint-Exuperry (nel 2017 era il primo tra i più regalati), e da Wonder di R. J. Palacio.
    Come ricorda il comunicato conclusivo, #ioleggoperché  ha visto il coinvolgimento di 2 milioni di studenti, di oltre 9.000 scuole e di 2.130 librerie. Oltre un migliaio gli eventi organizzati sul territorio da studenti, librai, insegnanti, volontari e famiglie nelle piazze e nelle librerie d’Italia.“Con le donazioni del 2018 sale a oltre 600mila il numero totale di libri raccolti per le scuole nei tre anni di storia di #ioleggoperché– sottolinea Ricardo Franco Levi, Presidente di AIE –, che è il risultato di un lavoro importante di squadra. La stretta collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e il Centro per Libro e la Lettura, il grande lavoro di librerie e biblioteche mettono in luce la generosa risposta degli italiani. Un doveroso grazie va ai ragazzi, alle loro famiglie, agli insegnanti e ai librai, ai nostri ambassador Rudy Zerbi e Luciana Littizzetto e a tutti i partner.
    È una grande squadra, affiatata, che lavora insieme per far crescere nuovi lettori”. “Un libro è una finestra che qualcun altro ha aperto per noi per guardare il mondo da prospettive diverse. Grazie alla generosità e al senso di responsabilità dei cittadini, delle istituzioni e degli editori italiani, – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti – #ioleggoperché porterà quest’anno nelle biblioteche dei nostri istituti scolastici 300mila volumi, che stimoleranno nei bambini e nei ragazzi curiosità, interesse, passione per la lettura."
    SI PUBBLICANO SEMPRE PIU' LIBRI (e cresce il numero degli editori)
    Emergono diversi dati che fanno riflettere dal Rapporto dell’Associazione Italiana Editori presentato alla Fiera del libro di Francoforte. E se, il mercato dei libri in Italia non cresce, a crescere è invece la produzione libraria. All’interno della varia (68.022 novità, +8,7%), crescono la fiction italiana e straniera (+9,6% compresa la narrativa Young Adult) e la non fiction pratica (manualistica: +4,9%); i libri per ragazzi, dopo la battuta d’arresto del 2016, segnano un +13,7%; la non fiction generale (saggistica) registra un + 1,9% e la non fiction specialistica (professionale) un +2%. Il lettore trova oggi a sua disposizione più titoli (di piccoli come di grandi editori), più catalogo, prezzi e formati diversi tra cui scegliere rispetto a quanto non avveniva anni fa. Il catalogo di libri in commercio (i “titoli commercialmente vivi”) – come sottolinea il Rapporto – raggiunge 1,092milioni (+5,7%). Un ruolo importante nel mantenimento di un catalogo di titoli “vivi” lo si deve da un lato agli store di ecommerce, dall’altro alle tecnologie di stampa digitale che permettono all’editore di stampare anche poche decine di copie dei titoli di catalogo e di mantenere in commercio una parte più ampia della propria produzione di un tempo. Più libri pubblicati e più case editrici attive. Sono 4.902 quelle che hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno scorso (+0,5% rispetto al 2016). Rispetto al 2010 sono attive sul mercato 755 nuove case editrici.

    PROMOZIONE DELLA LETTURA: #ioleggoperché EDIZIONE 2018

    Torna #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale dell’Associazione Italiana Editori che punta “a formare nuovi lettori, rafforzando nella quotidianità dei ragazzi l’abitudine alla lettura grazie alla creazione e al potenziamento delle biblioteche scolastiche”.La nuova edizione del progetto – che conferma la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Biblioteche, con Libriamoci! Giornate di lettura nelle scuole e per la prima volta con il Sindacato Librai e Cartolibrai e con il supporto della Società Italiana degli Autori ed Editori, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura – culminerà nel periodo 20 – 28 ottobre. La partecipazione – cresciuta del 133,1% solo nell’ultimo anno, portando il progetto in ben 5636 scuole in tutta Italia – è infatti il primo  tassello di un lavoro di squadra che vede assieme editori, Istituzioni, media e privati cittadini. Solo negli ultimi due anni sono entrati nelle biblioteche scolastiche italiane, grazie a #ioleggoperché, oltre 350mila libri, donati dai cittadini e dagli editori. Un’indagine realizzata sulle scuole aderenti al progetto 2016 ha evidenziato come per l’87,5% abbia soddisfatto “l’obiettivo di promuovere la lettura tra gli studenti” con attività mirate. Una vera e propria operazione di inclusione sociale che ha un grande merito: coinvolgere la collettività di cittadine e cittadini, il comparto del libro, il mondo della conoscenza, le scuole e l’intera comunità educante, tutti insieme per dare alle studentesse e agli studenti pari opportunità di formazione e crescita. I dati della scorsa edizione ci raccontano di un successo superiore a ogni aspettativa: la partecipazione è cresciuta del 133% e solo nello scorso anno sono arrivati nelle nostre biblioteche scolastiche oltre 220.000 volumi”le d’infanzia, che potranno iscriversi dal 23 maggio al 21 settembre e gemellarsi con una o più librerie.
     “Nello specifico nella settimana dal 20 al 28 ottobre si chiederà a tutti gli italiani di acquistare in libreria un libro da donare per contribuire alla biblioteca di una scuola precisa, con cui la libreria è “gemellata”. Il libro sarà marchiato per sempre dal nome del donatore. Sarà possibile per le scuole anche iscriversi al concorso #ioleggoperché, e organizzare insieme alle librerie, durante i nove giorni di campagna in ottobre, un evento o un’attività in libreria per promuovere #ioleggoperché e incentivare le donazioni. Aie, attraverso gli editori associati, contribuirà a donare altrettanti libri alle scuole partecipanti che ne faranno richiesta, fino ad un tetto massimo di 100 mila copie.

    IN ITALIA IL MERCATO DEI LIBRI NON CRESCE.

    IN ITALIA IL MERCATO DEI LIBRI NON CRESCE. IN AUMENTO LA VENDITA DI DIRITTI ALL'ESTERO

    Al via con il ricordo di Inge Feltrinelli la Buchmesse, la Fiera internazionale del Libro di Francoforte, il principale appuntamento mondiale per l’editoria libraria e in particolare per lo scambio dei diritti. E, come di consueto, arrivano i numeri sul mercato. Quello italiano, nonostante la vivacità del settore ragazzi, non cresce, stando al Rapporto dell’Associazione Italiana Editori. Cresce, invece, lo slancio dell’editoria italiana sul piano internazionale, con il peso dell’export in aumento (+6% nel 2017), con una crescente conferma della capacità di proporre e vendere diritti degli autori italiani sui mercati stranieri (+10,1% nel 2017) e di realizzare coedizioni internazionali, soprattutto nel settore bambini e dell’editoria illustrata. Come sottolinea l’Aie, a questo proposito “assistiamo a un progressivo maggior peso, nel mercato domestico, dei titoli di autori italiani rispetto a quelli tradotti: è oggi da notare infatti la lenta ma costante crescita degli autori italiani sul totale delle pubblicazioni, con un 16-17% di titoli tradotti quando nel 2002/2003 erano il 23-24%”. Il Rapporto sullo stato dell’editoria 2018 evidenzia infatti una crescita sostanzialmente piatta per il mercato del libro di varia nei canali trade nei primi nove mesi del 2018. Un andamento che è in linea con quello più generale dei consumi delle famiglie (che si attestano su un +0,1% nel secondo trimestre). Tenendo conto dei dati Nielsen per l’Aie, integrati con una stima delle vendite di Amazon (che continua a non fornire i suoi dati) e di altri canali non monitorati dalle società di ricerca (fiere e saloni, cartolibrerie, librerie specializzate, ecc.), i risultati complessivi per il settore si posizionerebbero infatti in un range tra -0,2% e -0,4%. Quindi con margini (e auspici) di restare anche quest’anno – dopo i tre precedenti – in territorio positivo, tenendo conto del fatto che, da qualche tempo, le politiche editoriali tendono a spostare le uscite più importanti nel secondo semestre dell’anno: ormai circa il 40% delle novità (il 36%, per la precisione) arriva infatti in libreria nel terzo quadrimestre.

    IL FUTURO AVRA' UN VOLTO UMANO?

    Uno storico di solito non si occupa del presente, non direttamente almeno. Ma Yuval Noah Harari non è esattamente uno studioso tipico. Il suo saggio Homo Sapiens: breve storia dell’umanità ha venduto un milione di copie. La sua popolarità è dovuta alla capacità di ricondurre la grande matassa di eventi e fatti della nostra Storia a poche, grandi questioni. Il nostro mondo può apparire come un meccanismo senza scopo, ma l’autore è bravo a fissare ogni vicenda che ha interessato l’umanità in un disegno più grande.
    I suoi libri sono incredibilmente scorrevoli e vanno in una direzione ben precisa. Per alcuni possono essere semplicistici, ma la loro forza sta nella chiarezza espositiva e nella struttura solida: si parte da un circoscritto numero di problemi e si tenta di darne evidenza. Il metodo di Harari, le grandi questioni che il mondo si trova a fronteggiare nel presente (e Harari nel suo libro) sono tre:- la guerra nucleare;- il cambiamento climatico;- la rivoluzione tecnologica (in particolare l’ascesa dell’intelligenza artificiale e della biotecnologia). Tutte queste minacce non possono essere fronteggiate dai sistemi politici attuali né da quelli passati. Sia il liberalismo sia il ritorno a un certo nazionalismo rampante sembrano decisamente insufficienti per mettere un freno al riscaldamento globale. E il motivo è molto semplice: una singola nazione non può niente contro problemi che interessano tutto il mondo. Cosa succede se l’Italia decide di investire in risorse rinnovabili ma la Cina (che nello scacchiere globale ha un maggiore impatto ambientale) invece si rifiuta? La globalizzazione ha reso fallace l’azione delle singole entità. D’altra parte anche la religione non sembra prospettare alcuna alternativa al senso di minaccia che incombe sul nostro futuro prossimo. In altre parole, le grandi narrazioni che hanno accompagnato l’umanità per secoli si stanno sgretolando. C’è il tentativo di riportarle in voga, soprattutto in politica stiamo assistendo a un rigurgito di nostalgia delle destre.
    Ma davvero vogliamo credere che basterà un muro costruito su un confine a fermare l’immigrazione? L’uomo vive di storie, ragiona e impara attraverso di esse, ma questo non significa perdere la lucidità di riconoscere la realtà e di guardarla per quella che è criticato – è deduttivo ma non risulta mai banalizzante o superficiale. L’incertezza sul destino del lavoro umano è quasi scontata, visto che ci troviamo al confine tra presente e futuro, ma forse possiamo fare ancora qualcosa a riguardo. In passato, infatti, il futuro è arrivato di botto, forse non c’è stato modo di vederlo arrivare. Il Novecento è stato definito il secolo breve proprio per la rapidità con cui si sono susseguiti molti eventi. Adesso, invece, non serve essere dei visionari per capire che l’intelligenza artificiale avrà un ruolo cruciale nelle nostre vite.

    LA MARATONA  #ilvenetolegge 28 SETTEMBRE

    Maratona di lettura – Il Veneto legge che si svolgerà il 28 settembre su tutto il territorio regionale, vuole partire da queste esperienze per cercare una formula originale che dia continuità all’azione simbolica della maratona. L’idea è quella di provare a veicolare una campagna di promozione della lettura che abbia come centro, come punto d’arrivo l’evento maratona, ma che possa coinvolgere per un anno il territorio regionale. Scuole, biblioteche e librerie potranno organizzare per il 28 settembre reading, aperitivi, incontri con l’autore, giochi… eventi che abbiamo come tema i libri selezionati.
    Un progetto che ha per protagonista il libro, attorno al quale si cercherà di creare una comunità allargata di lettori in biblioteche e scuole della regione che lo leggeranno, approfondiranno e si eserciteranno nella lettura, per essere pronti, per essere allenati per l’impresa della maratona. Scegliere un libro non è semplice, un libro che possa essere letto con piacere da pubblici diversi, che abbia un autore significativo, una tematica avvincente.
    La proposta è andata sul tema Leggere il paesaggio, con attenzione, ma non solo, per gli autori veneti o di ambientazione veneta: il legame con il territorio aiuta a sentirsi ancora più. In un paese in cui solo quattro italiani su dieci leggono un libro all’anno, che si trova agli ultimi posti delle classifiche internazionale per i consumi culturali e in un contesto sociale in cui gli indicatori economici dicono costantemente che la crescita economica è in stretta relazione con gli indici di alfabetizzazione (anche informatica), educare alla lettura e promuovere un rapporto armonioso con i libri e più in generale con la parola scritta diventa necessario.

    MANTOVA, FESTIVALETTERATURA DAL 5 AL 9 SETTEMBRE
    Festivaletteratura è un appuntamento all’insegna del divertimento culturale, una cinque giorni di incontri, laboratori, percorsi tematici, concerti e spettacoli con narratori e poeti di fama internazionale, saggisti, artisti e scienziati provenienti da tutto il mondo, secondo un’accezione ampia e curiosa della letteratura. Il denso palinsesto di appuntamenti che andrà a distendersi tra piazze, palazzi e altri luoghi della città arriva da un appassionante lavoro di tessitura che ha messo in connessione artisti provenienti da mondi diversi, creato corrispondenze tra scrittori, chiamato all'opera nuovi attori della scena culturale e – in particolare quest'anno – centinaia di adolescenti.
    È per questa strada che la partecipazione di ciascun autore viene a trasformarsi in un "incontro", l’elemento di base della festosa costruzione di Festivaletteratura. Incontrarsi al Festival significa infatti ritrovarsi ad allargare i discorsi avviati, approfondire gli scambi, dare corso alle idee, verificare – nel confronto con il pubblico – quello di cui si è discusso per mesi, al di là dei singoli appuntamenti in calendario, prendendosi il tempo che occorre e trovando la giusta atmosfera.
    Sfogliando il programma ecco alcuni ospiti che animeranno queste giornate: Nicole Krauss, Yan Lianke, Aidan Chambers, Patrick McGrath, Eduardo Mendoza. Sarà Praga, a cinquant'anni dalla sua primavera, la "città in libri" di Festivaletteratura 2018. La capitale ceca, dove "ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Franz Kafka ritorna a via Celetna a casa sua, con bombetta, vestito di nero" come scriveva Angelo Maria Ripellino, sembra essere fatta della sostanza stessa della letteratura. Ed ancora Jhumpa Lahiri, Hans Tuzzi. A Festivaletteratura quest'anno si ride. All'umorismo, uno dei generi letterari più misconosciuti e bistrattati dalla critica, saranno dedicati numerosi e bizzarri eventi, frutto della complicità di scrittori e artisti che hanno coltivato questa passione in semi-clandestinità.
    Tra noir e poliziesco, il programma del Festival riserverà come di consueto un'importante sezione alla letteratura del crimine. Sempre più bambini e ragazzi alla Casa del Mantegna. Stanze, cortili, giardini e varie pertinenze dell'abitazione disegnata dal celebre pittore padovano saranno invase dalla folla festante dei più giovani lettori e dalle loro famiglie.

    PORDENONELEGGE, 58 ANTEPRIME E IL RICORDO DI CAPPELLO

    Dal 19 al 23 settembre.
    È una ciliegia, nella convinzione che "un libro tira l'altro", l'immagine di Pordenonelegge 2018, la festa del libro che s'inaugura il 19 settembre con un ricordo speciale del poeta Pierluigi Cappello, a quasi un anno dalla morte, di cui sarà presentato 'Un prato in pendio. Tutte le poesie 1992-2017' (Rizzoli), l'opera omnia con alcuni inediti. Oltre 600 gli autori tra italiani e stranieri che saranno ospiti della 19/ma edizione del festival, che si fa sempre più internazionale, fino al 23 settembre in 40 location del centro di Pordenone, e 58 le anteprime tra cui spiccano il seguito di 'Ritratto di Signora' di Henry James scritto da John Banville: 'Isabel', in uscita per Guanda, che porterà la protagonista a chiudere i conti con il passato e prendere in mano il proprio destino.
    Tra le star Arturo Perez Reverte , grande attesa anche per Jeffery Deaver, per il grande scrittore egiziano Ala Al-Aswani, che ci riporta in piazza Tahir e per Robert Harris. In arrivo anche Pierre Lemaitre e Lisa Halliday, mentre gli otto anni alla Casa Bianca con Obama vengono raccontati dal giovane ghost writer David Litt. Due celebrati autori anglo-indiani, Abir Mukherjee e Sunjeev Sahota esordiscono in Italia a pordenonelegge dove faranno tappa anche tre grandi voci della narrativa spagnola: Andrés Barba, Juan Francisco Ferrandiz, e l'autore bestseller Javier Serra. E il vescovo cattolico Paul Hinder .Tra le anteprime al festival, Elizabeth McKenzie, Bernie Mcgill e Prabda Yoon. Tante le novità tra gli autori italiani come Michela Murgia che inaugura la nuova collana 'Passaparola' di Marsilio, Antonio Scurati che torna con 'M. il figlio del secolo' (Bompiani), un viaggio attraverso il fascismo e la parabola di una nazione e Valerio Massimo Manfredi con 'Quinto comandamento' (Mondadori), ispirato alla storia vera di un missionario guerrigliero. Carlo Lucarelli, Lilli Gruber e Oscar Farinetti. Spazio anche ai lettori più giovani con pordenonelegge Junior con fra gli altri Geronimo Stilton, Lisa Thompson, Pierdomenico Baccalario e Guido Sgardoli.

    ESTATE, I NOSTRI TOP DA LEGGERE IN VACANZA

    Ovunque si parli di libri in queste settimane si sono stilate classifiche riguardo ai consigli di lettura per l'estate. Questa volta ci siamo messi in gioco anche noi ed allora senza aspettare gli altri o ricopiare elenchi che non ci rispecchiano, ecco le nostre proposte:

    Resto qui, Marco Balzano, Einaudi
    L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni. E' la storia di Trina e della sua famiglia, della guerra e del dopo guerra, della costruzione della diga che inonderà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine. Una storia civile e attualissima, che cattura fin dalla prima pagina.

    Educazione, Tara Westover, Feltrinelli
    In questo memoir l'autrice ha trovato il coraggio di raccontare la sua storia, una giovane cresciuta per 17 anni in una famiglia di mormori estremi, senza essere registrata all'anagrafe, senza andare a scuola. Tara come autodidatta si è iscritta all'università e si è laureata. Scrivere questo libro, "sostenuto dalla famiglia da parte di mia madre, mentre chissà se gli altri familiari l'hanno letto", così racconta, è stato un modo per dare voce a quell'aiuto che lei avrebbe voluto ricevere.

    Un gin tonic per la mamma. Diario di una madre sfinita, Gill Sims, Fabbri
    Ellen oggi compie trentanove anni. I buoni propositi per il suo immediato futuro comprendono "lezioni di yoga avanzato", educati "club del libro" in cui è di rigore fermarsi al primo bicchiere di vino, e scambi di moine ai giardinetti ". Ellen ha due bambini di sei e otto anni, e la sua ambizione è quella di diventare una scintillante mammina modello. Ma l'obiettivo continua a sfuggirle, assomiglia di più a una "mission impossible" che deraglia al primo ostacolo. Perché si sa, la vita in famiglia non è tutta rose e fiori.

    Heidi, Francesco Muzzopappa, Fazi
    Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un'azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre…

    Il lido, Libby Page, La Nave di Teseo
    Rosemary ha ottantasei anni e ha vissuto per tutta la vita a Brixton, ma ogni cosa che Rosemary conosce e a cui è affezionata sta inesorabilmente cambiando, soprattutto il lido, una piscina all'aperto dove adora nuotare ogni giorno, entrato nelle mire di uno speculatore immobiliare per farne una nuova area edificabile. Kale ha vent'anni, si è appena trasferita a Brixton e si sente terribilmente sola, scrive cronache tutt'altro che indimenticabili su un quotidiano locale. Ma quando le viene assegnato un reportage proprio sull'imminente chiusura del lido, non ci vorrà molto perché Kale..

    Volevamo andare lontano, Daniel Speck, Sperling& Kupfer
    Julia, giovane e brillante stilista tedesca, sta per affrontare la sfilata che potrebbe finalmente coronare i suoi sogni. Ma, proprio ora, il passato torna a cercarla nei panni di uno sconosciuto che sostiene di essere suo nonno. Dice di essere il padre di quel padre che lei ha sempre creduto morto, e le mostra la foto di una ragazza che potrebbe essere Julia stessa, tanto le somiglia, se solo quel ritratto non fosse stato scattato sessant'anni prima. Proprio a lei, oggi, viene chiesto da quel perfetto estraneo di ricucire uno strappo doloroso, di ricomporre una famiglia che non ha mai conosciuto.

    La scomparsa di Stephanie Mailer, Joel Dicker, La nave di Teseo
    Il 30 luglio 1994, la sera dell'inaugurazione del festival teatrale, la cittadina balneare di Orphea, viene sconvolta da un efferato, quadruplice omicidio. L'indagine viene affidata ai due agenti Derek Scott e Jesse Rosenberg, che nel giro di qualche mese risolvono il caso, subendo però una serie di tragiche conseguenze che condizioneranno le loro vite e le loro carriere. Vent'anni dopo la giornalista Stephanie Mailer scompare misteriosamente ad Orphea dopo aver comunicato a Jesse, in procinto di andare in pensione, di essere a conoscenza di informazioni importanti che potrebbero riaprire quel caso.      
                                                                       

    Divorare il cielo, Paolo Giordano, Einaudi
    Teresa ha quattordici anni quando conosce i ragazzi. Anche quell'estate è partita col padre per passare le vacanze nella tenuta della nonna a Speziale, che confina con una masseria, abitata da persone che i vicini considerano "gente strana". Teresa, un po' alla volta, estate dopo estate, entrerà sempre più a fondo nella vita singolare di quella piccola comune, ai loro sforzi per realizzare il sogno di un'esistenza completamente autogestita nel rispetto assoluto della natura e dell'ambiente. Fino all'estate fatidica in cui, ormai alle soglie della maggiore età, il suo amore per Bern esplode con una forza sconosciuta.

    Le persiane Verdi, Simenon, Adelphi
    Beh, Simenon non è solo uno scrittore, è una fede.

    Sabbia Nera, Cristina Cassar Scalia, Einaudi
    Mentre Catania é avvolta da una pioggia di ceneri dell'Etna, nell'ala abbandonata di una villa signorile alle pendici del vulcano viene ritrovato un corpo di donna ormai mummificato dal tempo. Del caso é incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. Districandosi tra le ragnatele del tempo, il vicequestore svelerà una storia di avidità e risentimento che tutti credevano ormai sepolta per sempre, e che invece trascinerà con sé una striscia di sangue fino ai giorni nostri.

    Il segretario di Montaigne, Luca Romano, Neri Pozza
    Francia, XVI secolo. In piena guerra fra cattolici e calvinisti, Jean-Marie Cousteau, un ex capitano di cavalleria leggera, chiede ospitalità a un castellano. A riceverlo è un uomo interamente abbigliato di bianco e nero, con un pizzetto ben curato e uno sguardo intelligente e curioso: è il filosofo e scrittore Michel de Montaigne. Deciso a chiudere per sempre con il passato, implora Montaigne di prenderlo come contadino o come guardia, ma al occorre, piuttosto, un bravo, onesto e leale segretario che si occupi, sotto dettatura, delle pagine dell'opera cui sta lavorando, i Saggi.

    Non esistono buone intenzioni, Katarzyna Bonda, Piemme
    Un bel thriller avvincente e convincente, che per temi, ambienti e personaggi può legittimamente ricordare Nesbo.

    Buone letture, grazie ai suggerimenti di Bepi, Franca, Valentina, Cristina, Giovanni e Filippo

    QUANDO I FUMETTI ABBANDONANO LE PAROLE

    Si può parlare di fumetto anche quando manca la sua parte testuale? Questo quesito è alla base di molte riflessioni in merito alla definizione di fumetto stesso e ciò che lo differenzia dalla semplice illustrazione. Ovviamente la narrazione e la storia fanno la differenza, ma non solo. Come spiegava il fumettista e critico Scott McCloud nel suo manuale Capire il fumetto – L’arte invisibile, risalente al 1993, a definire il fumetto non è l’abbinamento di immagine e parola: la sua essenza è la sequenzialità, ovvero l’accostamento di immagini in relazione l’una all’altra, intervallate dal famoso “gutter”, lo spazio bianco che si pone tra due vignette e che rappresenta un passaggio di tempo, di prospettiva, di logica. Una definizione prestata da Will Eisner, ricordato anche come colui che ha inventato il romanzo a fumetti (graphic novel): secondo entrambi gli autori, il compimento della nona arte non risiede in altro che questo.

    I fumetti wordless sono quindi delle storie che si “leggono” come tutti gli altri fumetti, anche se non hanno parole, dialoghi o didascalie di alcun tipo. Se da un lato questa è una tendenza molto forte nella letteratura illustrata per l’infanzia, lo stesso sta accadendo a livello internazionale nel fumetto. Il titolo che ha aperto la strada per questo genere sperimentale è L’approdo di Shaun Tan, Tunuè 2016: la forza di questo libro risiede, oltre alla carica emotiva della storia di separazione e migrazione, nell’alto livello delle illustrazioni.
    È questa una caratteristica fondamentale dei silent book: il disegno riempie la pagina come se si trattasse di un’opera d’arte e abdica ai segni della lingua per lasciare all’immagine il compito di sopperire questa mancanza.

    L’incomprensibilità del linguaggio non a caso è il nodo per interpretare la grandezza di questo titolo: Tan, che è di origine asiatica, ma nato e cresciuto in Australia, ha inventato per questo libro un idioma sconosciuto che il protagonista si trova a decifrare, specchio del mondo immaginifico in cui sbarca. Molto di questo successo è dovuto soprattutto all’influenza orientale, soprattutto di Cina, Coree e Tawain, dove i fumetti hanno una storia parallela a quella europea e nordamericana.
    La casa editrice Oblomov di Igort ha il merito di aver portato le opere e il talento di Zao Dao (Il soffio del vento tra i pini e Carnet Selvaggio) in Italia. Zao Dao (nome d’arte che significa “riso precoce”) è infatti già considerata una gigante dell’illustrazione e del fumetto, sebbene abbia poco più di vent’anni e provenga da un piccolo villaggio cinese, Kaiping. La maggior parte dei manhua cinesi è pubblicata soprattutto a Hong Kong, a Taiwan e nella Cina continentale.
    Per esempio, Crystal Kung, nata in Cina ma residente a Taipei (Tawain), è un giovane talento dell’illustrazione e dell’animazione. Il suo fumetto muto Il piccolo vagabondo (Bao Publishing, 2018) condensa i due aspetti della sua carriera, l’abilità di sintesi di inquadrature e montaggio insieme all’attenzione al dettaglio e soprattutto ai colori, alle atmosfere, che rendono questo libro una storia simile a una favola.
    Al centro, neanche a dirlo, c’è il senso dello smarrimento, in patria ma anche in viaggio, e il senso dell’incomunicabilità. Ma i fumetti muti non sono prerogativa della cultura orientale, anzi le grandi novità editoriali di questo ambito riguardano anche alcuni autori europei, di cui la Eris Edizioni ha curato la pubblicazione: Cappuccetto Rosso Redux e Babylon di Danijel Žeželj, fumettista croato ma trapiantato negli Stati Uniti, e Prosopopus del francese Nicolas De Crécy.

    In questi autori la modalità wordless permette al lettore di entrare in mondi differenti, con atmosfere a metà tra il sogno e l’incubo: che sia il bosco maledetto di Capuccetto Rosso o una metropoli distopica, il disegno di per sé risulta sufficiente a ricreare un intero universo. Tali opere ci ricordano l’esperienza di essere stranieri in una terra sconosciuta, nello stato primordiale di chi si trova a comprendere ciò che esperisce attraverso lo sguardo e ad abbandonare la propria fede incrollabile nel linguaggio. Per conoscere la realtà, la parola non sempre serve, anzi può essere utile spogliarsi dalle riflessioni intellettuali e tornare a fidarsi della propria vista, come se ci immedesimassimo nei panni di un animale metropolitano. Sia Žeželj che De Crécy sono riconosciuti come maestri della narrazione a fumetti, e anche in questo caso, come per i colleghi d’Oriente, dimostrano che l’elemento costitutivo del fumetto è l’immagine, raffinata alla sua estrema potenza, come a dirci che le parole talvolta possono risultare ridondanti. Fatto confermato dall’editor Gabriele Munafò, direttore editoriale di Eris Edizioni: “Per noi non è una discriminante il fatto che i fumetti abbiano parole e dialoghi o no. Amiamo il racconto per immagini e ci interessa scoprirne i percorsi possibili.
    È estremamente interessante, quindi, che questi autori abbiano deciso di tentare una narrazione per immagini pura” I fumettisti italiani non hanno esplorato molto questa modalità, forse anche a causa della reticenza del mercato editoriale e del pregiudizio che fino a qualche anno fa pesava sul fumetto come genere. Solo un grande disegnatore, spesso sconosciuto in Italia al di fuori degli appassionati, si è permesso di percorrere la strada del fumetto muto: si tratta di Federico Bertolucci, che insieme allo sceneggiatore francese Frédéric Brémaud, in arte Brrémaud, ha dato alle stampe la serie Love (Edizioni BD). Avendo come protagonista il mondo animale, la scelta di rinunciare al linguaggio risulta forse inevitabile, riportando però l’attenzione sull’estremo talento del disegnatore, ma anche dello sceneggiatore.
    Come nel cinema, non tutta la scrittura è fatta per essere esplicita.

    MUSICA DURANTE LA LETTURA: SCEGLIERE QUELLA GIUSTA

    Alcuni non si fanno problemi ad ascoltare heavy metal durante una lettura impegnativa, altri ancora esigono assoluto silenzio durante la lettura o lo studio. E dire che, se scelta bene, la musica può creare un sottofondo ideale per la concentrazione, capace anche di creare l’ambiente adatto e amplificare le suggestioni derivate da un buon romanzo. L’idea di questo articolo nasce da qualche consiglio pratico per quei dischi in grado di creare la migliore atmosfera per il momento della giornata dedicato ai libri. Importante è avere bene in mente che sarà il libro il protagonista e che, pertanto, la musica dovrà essere solo un’ideale compagna. Non temete di scegliere generi musicali lontani dalla vostra sensibilità e cercate di evitare canzoni orecchiabili e/o cantate: il linguaggio musicale è più immediato e attirerà la vostra completa attenzione.
    Meglio se la selezione musicale si concentrerà su strumentali e musica d’ambiente:
    Brian Eno – Apollo (1983) Considerato il padre della musica ambient, Brian Eno è tuttora uno dei più geniali e noti compositori e produttori musicali. Apollo è un disco nato per accompagnare le immagini di un omonimo documentario della Nasa. Le atmosfere lunari dell’album, che musicalmente viaggiano tra influenze dark-ambient e rock acustico astratto, ben si legano a una lettura che richiede maggiore concentrazione.

    Symphonies of the Planets 1-5 (1993) A proposito di spazio, una scelta musicale originale e curiosa può essere questo box di cinque dischi, prodotto dalla Nasa stessa. Trattasi di una collezione di registrazioni dal vero del movimento dei pianeti attorno al proprio asse. Ebbene sì, i pianeti compongono la loro musica. E il risultato è sconvolgente, affascinante e, allo stesso tempo, estremamente rilassante. Assurdo pensare che quelle che sembrano lunghe suite ambient uscite da un compositore d’avanguardia esistano già in natura e che si possano ascoltare nello spazio.

    Ryuichi Sakamoto + Alva Noto – Vrioon (2002) Quando due geniali compositori come Ryuichi Sakamoto e Alva Noto si incontrano, il risultato finale non può che essere di grande livello. Vrioon è solo il primo disco che lancia la loro fortunata e duratura collaborazione: i ritmi asimmetrici e glitch di Noto ben si miscelano con le lente note di pianoforte del musicista giapponese. Un disco minimale, malinconico e allo stesso tempo raffinato.

    Aphex Twin – Selected Ambient Works vol. II (1994) Conosciuto per i suoi ritmi spezzati, le strutture elettroniche rischiose e, talvolta, anche per assalti sonori spiazzanti, Aphex Twin è anche un eccellente compositore di musica ambient. Uno dei suoi dischi più noti è, appunto, il doppio Selected Ambient Works vol. II, un’eterea raccolta di brani che rifiuta il ritmo, soffermandosi su affascinati tappeti sonori, amplificati da un uso ingegnoso dei sintetizzatori.

    William Basinski – The Disintegration Loops I (2002) Primo di una serie di quattro album, The Disintegration Loops I è l’affascinante esperimento del musicista avant-garde Basinski, risultato di un loop ambient che, via via, si disintegra mentre i minuti di play scorrono, svelando un paesaggio sonoro d’ambiente da mozzare il fiato. Un disco ipnotico e di sicuro fascino, acclamato dalla critica.

    Eliane Radigue – Transamorem Transmortem (2011) Per i più temerari, gli esperimenti sonori della “madre dell’ambient” Eliane Radigue potranno fare al caso loro. Affascinata dalla musica da meditazione, Radigue si spinge nell’estremo minimalismo con l’annichilente Transamorem Transmortem, un unico fischio di basse frequenze della durata di un’ora. Le variazioni? Pochissime e quasi impercettibili. Eppure, quasi magicamente, è in grado di costruire un’atmosfera scura, soffocante, e allo stesso tempo in grado di spingere l’ascoltatore a un focus assoluto.

    Grouper – Ruins (2014) Da ultimo, per chi ha comunque necessità di melodia, Grouper è la musicista che può venire in aiuto. I suoi brani, in bilico tra ambient e sapore dream-folk, raggiungono un clima di preziosa bellezza in Ruins, album fortemente atmosferico, delicato e dal fascino antico. Su tutti i pezzi, spicca la delicatissima Holding, malinconica e intensa, in grado di far commuovere e, allo stesso tempo, accompagnare le pagine più intense del libro che fino a poco prima era rimasto sul comodino.

    JACK LONDON E IL ROMANZO D’AVVENTURA AMERICANO

    Le sue esperienze sregolate e avventurose, accompagnate, ovunque vada, dalla consapevolezza di poter trovare conforto al tavolo di una locanda, si riflettono in due opere in particolare – oltre che in numerosi racconti: Martin Eden, del 1909, e Quel diavolo di John Barleycorn. Memorie di un bevitore, del 1913.
    Se Martin Eden è un romanzo di avventura e formazione, con protagonista un marinaio nei cui tratti e nelle cui esperienze possiamo riconoscere London, Quel diavolo di John Barleycorn è un vero e proprio memoir, in cui ci dobbiamo affidare all’autore (e fidarci di lui). Sono, come dice il titolo italiano, le memorie di un bevitore, nelle quali cui London parla del suo rapporto con l’alcol (“John Barleycorn” è una sorta di nomignolo con cui in Nord America vengono chiamati gli alcolici prodotti dall’orzo, come birra e whiskey), accusando la società di indurre gli uomini al bere, e racconta episodi della sua vita: sostiene, ad esempio, di aver sedotto, ancora giovanissimo, l’amante del pescatore di frodo che gli aveva venduto la barca con cui andava a caccia di ostriche.
    Gli anni della giovinezza di Jack London sono però anche gli anni della febbrile corsa all’oro: è lo Yukon, regione tra Canada e Alaska, e soprattutto il fiume Klondike, con il ricco terreno delle sue anse, ad attrarre lo scrittore. London resta nell’impervia regione per un anno, in cui ha modo di vedere con i suoi occhi miserie e crudeltà dei cercatori d’oro, ma anche la tempra degli uomini e degli animali che sopravvivono a quella natura selvaggia, che non si piega al progresso ma chiede di essere assecondata nei suoi più antichi istinti. London torna alla civiltà, a San Francisco, senza un soldo, ma nascondendo negli occhi e nella mente immagini e ricordi che daranno forma alle sue opere più evocative, che gli valgono già in vita un buon successo e che rimangono, a distanza di più di un secolo, nel cuore di lettori di ogni età.
    Sono i romanzi Il richiamo della foresta, del 1903, e Zanna Bianca, del 1906.
    Il richiamo della foresta tradotto da Michele Mari. Entrambi i testi sono ambientati nel selvaggio nord, tra distese innevate, crepacci, fiumi in piena e boschi impenetrabili all’uomo. Ed entrambi narrano le storie di due cani che scoprono prima la legge crudele della supremazia dell’uomo, quella che London chiama “della mazza e della zanna”, ma se in Zanna Bianca la vicenda si risolve con la riappacificazione del protagonista canino (metà cane, metà lupo) con gli uomini, per Buck, il cane del Richiamo della foresta, complice un twist di trama finale, ha la meglio la chiamata ai primordi, a una vita antica di lotta per la sopravvivenza e di libertà. Il titolo inglese del romanzo, infatti, è The Call of the Wild, intraducibile in italiano se non per approssimazione, come fa notare Michele Mari nella prefazione della sua traduzione per Bompiani. Quello a cui fa riferimento il titolo originale è il richiamo alla vita selvaggia, a una regressione all’istinto che non è negativa come il termine italiano implicherebbe (“regressione”: che parola infelice!), ma è una vitale e vitalistica liberazione, un percorso di salvezza. Come Buck e Zanna Bianca, Jack London stesso crede, secondo le teorie del darwinismo sociale, all’inevitabilità della supremazia del più forte nei rapporti tra gli uomini. Politicamente socialista fin dagli anni universitari, London è affascinato per contro da dottrine che lungi dall’affermare l’uguaglianza degli uomini, danno ampio spazio alla prevaricazione nel nome di una forza che non è solo bruta ma è frutto di scaltrezza e velocità d’istinto e pensiero. In ogni caso i due libri, Il richiamo della foresta in particolare, pubblicati prima a puntate e dunque in un’unica edizione, sanciscono il successo letterario del loro autore, che, da giovane manigoldo, diventa, alla soglia dei trent’anni, uno scrittore a tutti gli effetti. London pubblica articoli, romanzi, racconti, parte come corrispondente di guerra in Corea e compie numerosi viaggi per mare con Charmian Kittredge, sua seconda moglie e donna a lui affine per indole e tenacia. La morte di Jack London, ad appena quarant’anni nel 1916, è il riflesso di una vita vissuta intensamente ma avviene nella tranquillità del suo ranch californiano.
    Lo scrittore è devastato da una serie di mali, ha la sifilide, un’insufficienza renale e la gotta, ma non sono queste a ucciderlo direttamente: muore per overdose di antidolorifici. Le speculazioni su un suo supposto suicidio si sono sprecate, ma ormai è quasi del tutto acclarato che non sia stata un’azione volontaria, quanto una semplice, tragicamente umana, sfortuna.

    ADDIO AL BONUS CULTURA: STOP PER I 18ENNI GIÀ DAL 2018

    Il bonus cultura per chi compie 18 anni nel 2018 e nel 2019 si dissolve da subito. Per quasi 1,2 milioni di giovani non ci sarà, così, la possibilità di accedere all’app che permette di spendere 500 euro in prodotti culturali, come libri, dischi, teatro o cinema. Lo ha appena deciso il Consiglio di Stato, con un parere depositato venerdì scorso che, oltre a bocciare la misura nella sua ultima versione, rischia di chiudere per sempre il percorso di questo beneficio. Il motivo è che il ministro dei Beni Culturali, Albero Bonisoli ha espresso perplessità verso lo strumento e probabilmente non correrà in suo soccorso, dopo la bocciatura maturata a Palazzo Spada. I giudici sono stati chiamati a esaminare il decreto che, modificando il regolamento attualmente in vigore (Dpcm 187/2016), avrebbe dovuto prorogare il bonus per i diciottenni del 2018 e del 2019: rispettivamente, 592mila e 581mila giovani. Il problema, però, è che l’estensione di altri due anni dei 500 euro poggia su basi troppo deboli, secondo il Consiglio di Stato. Manca, cioè, una norma di rango primario che giustifichi questo allungamento dei tempi. La proroga, infatti, non è stata inserita nell’ultima legge di Bilancio, come era stato negli anni scorsi. Le eccezioni del Consiglio di Stato: La prima versione del bonus era stata regolata dalla manovra del 2016, poi attuata dal Dpcm 187/2016: qui si prevedeva l’agevolazione per chi avrebbe compiuto diciotto anni nel 2016. Con la legge di Bilancio 2017 era stata disposta l’estensione ai diciottenni dell’anno successivo: da qui erano nato un provvedimento di modifica del decreto 187. L’ultima legge di Bilancio, invece, ha optato per una soluzione diversa. E si è limitata a prevedere, nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare l’agevolazione. Confermandola, ma in maniera solo implicita. Per Palazzo Spada, questa soluzione non sta in piedi: i dubbi sono stati oggetto di una corrispondenza con il legislativo di Palazzo Chigi, che non ha fugato le perplessità. Resta, infatti, la «necessità di emanare una norma legittimante di rango primario da porre a base del Dpcm in esame». Quindi, l’unica strada è quella di «procedere in via regolamentare una volta introdotta la fonte normativa primaria legittimante l’intervento in favore della platea dei nuovi beneficiari, in coerenza con la conferma dello stanziamento finanziario». In altre parole, bisognerebbe fare un passo indietro, inserire la proroga in una legge e solo a quel punto procedere attraverso un regolamento di modifica delle norme in vigore. Il governo, però, non sembra intenzionato a correre in soccorso del bonus per i diciottenni.

    I 10 LIBRI CHE HANNO PIU' COMMOSSO I LETTORI

    Hanno emozionato i lettori grazie ai loro personaggi unici, romantici ed eroici e fatto sognare intere generazioni attraverso le loro storie, che spesso non hanno un lieto fine. Non per queste ragioni, rappresentano delle vere e proprie pietre miliari della letteratura mondiale, racconti che continuano a commuovere e far riflettere generazioni di lettori. Sono i libri che hanno fatto commuovere e piangere i lettori di tutto il mondo. Storie uniche, di fantasia o ispirate alla realtà, che rivivono con rinnovata emozione ogni volta che un lettore le prende in mano per leggerle. Da un monitoraggio di siti e testate internazionali che si occupano di lettura, abbiamo selezionato la top ten dei libri che hanno commosso e fatto piangere intere generazioni di lettori.
    Al primo posto troviamo una pietra miliare della letteratura mondiale: “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare. Una delle storie d’amore più popolari di ogni tempo e luogo, che ha fatto commuovere i più per il suo finale tragico.
    Al secondo posto “Via col vento” di Margaret Mitchell, storia che vede la protagonista Rossella O’hara divisa tra due uomini, Ashley e Rhett, abbandonata però da quest’ultimo proprio quando si rende conto di amare solo lui.
    Sul terzo gradino del podio troviamo lo struggente “Diario di Anna Frank”, opera che rappresenta un’importante testimonianza delle violenze subite dagli ebrei durante l’occupazione del nazismo.
    Sotto il podio, troviamo la storia della coppia tra Elizabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy, i protagonisti di “Orgoglio e pregiudizio”,  protagonisti del romanzo della scrittrice inglese Jane Austen. Una storia d’amore densa di difficoltà ed ostacoli, ma che si concluderà in maniera positiva.
    Al quinto posto “Anna Karerina”, la sfortunata eroina di Tolstoj, divisa tra suo marito Karenin ed il conte Vronskij, con il quale intrattiene una relazione. L’amore tra Anna e Vronskij deve affrontare una serie di difficili prove, e inizia a logorarsi infine a causa dell’ingiustificata gelosia di lei, fino al tragico epilogo finale.
    Al sesto posto “Cime tempestose” di Emily Brontë, che racconta la passione distruttiva di Heathcliff per Catherine, che porterà alla rovina entrambi e due intere famiglie, gli Earnshaw e i Linton.
    Settimo posto per “L’amico ritrovato” dello scrittore tedesco Fred Uhlman. Una breve storia ispirata ai ricordi personali dell’autore, ebreo tedesco, con il protagonista Hans Schwarz che vede finire la sua amicizia con il compagno di scuola Konradin von Hohenfels a causa della sua adesione al partito nazista. Fuggito negli Stati Uniti per scampare alla Shoah, a distanza di molti anni il protagonista viene a sapere della sua sorte e ne rilegge il passato e le scelte alla luce dell’umana pietà e comprensione.
    Seguono l’amore struggente di Florentino Ariza per Fermina Daza raccontato dal premio Nobel Gabriel Garcia Marquez in “L’amore ai tempi del colera”, il romanzo di Tracy Chevalier “La ragazza con l’orecchino di perla”, quindi “Notre dame de Paris” di Victor Hugo e l’amore infelice di Quasimodo, il campanaro della cattedrale, sordo e deforme ma dall’animo buono, per la bella Zingara Esmeralda.

    1.    William Shakespeare – Romeo e Giulietta
    2.    Margaret Mitchell – Via col vento
    3.    Anna Frank – Diario di Anna Frank
    4.    Jane Austen – Orgoglio e pregiudizio
    5.    Lev Tolstoj – Anna Karenina
    6.    Emily Brontë – Cime tempestose
    7.    Fred Uhlman – L’amico ritrovato
    8.    Gabriel Garcia Marquez – L’amore ai tempi del colera
    9.    Tracy Chevalier – La ragazza con l’orecchino di perla
    10.  Victor Hugo – Notre Dame de Paris

    Ad aggiornare questa classifica ci ha pensato Buzzfeed, proponendoci in alternativa a questi 10 titoli altri 2 libri capaci di far piangere un lettore per la loro trama e per i loro personaggi indimenticabili. Il primo è  “Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro, il secondo invece é, “Ti amerò sempre” di Robert Munsch.

    NEL 2019 TEMPO DI LIBRI CI SARÀ
    La 31esima edizione del Salone del libro di Torino è stata appena archiviata con successo, ma già si pensa al 2019, sia in riferimento alla rassegna torinese, sia a Tempo di Libri, la fiera milanese nata tra le polemiche due anni fa, con il sostegno dell’Associazione Italiana Editori. Aie si è riunita oggi, tra i temi in discussione, inevitabilmente, anche il futuro della fiera di Milano. Al termine del consiglio, il presidente dell’associazione Ricardo Franco Levi ha parlato con i giornalisti ricordando la missione dell’Aie, che non è solo la tutela degli interessi degli associati: “È fondamentale contribuire alla promozione della lettura, sia perché la crescita degli indici di lettura è una precondizione perché il mercato librario si allarghi sia, soprattutto, per l’interesse generale del Paese. Il progresso dell’Italia passa anche dallo sviluppo della propensione alla lettura”. Levi ha poi specificato quali sono gli ambiti in cui opera Aie, a partire dalla scuola e dall’università, ribadendo il ruolo della campagna #ioleggoperché a sostegno delle biblioteche scolastiche. Ed è dunque arrivato a dire la sua sui festival e le manifestazioni letterarie. Si è così giunti all’argomento più atteso della conferenza stampa: le fiere. Per Levi “compito dell’Associazione Italiana Editori è contribuire affinché le fiere editoriali compongano un quadro armonioso e coerente“. Il presidente degli editori ha citato Napoli, Più libri più liberi a Roma, gestita proprio dall’Aie, Bologna Children’s Book Fair, fino ad arrivare a Torino e Milano: “In questi giorni ho letto molti articoli che parlavano di una vittoria del Salone di Torino ma, come ho detto sin dall’inizio della mia presidenza, non si tratta di un derby. Continuo a respingere l’idea di una contrapposizione tra le rassegne del capoluogo piemontese e del capoluogo lombardo”. Per Levi “hanno vinto sia Torino sia Milano. Il Salone ha registrato un indubbio successo di pubblico, senza dimenticare la qualità del programma. Allo stesso tempo, come sottolineato dai giornali all’indomani, anche la seconda edizione di Tempo di Libri è stata una vittoria, sia per le presenze in forte crescita sia, anche in questo caso, per la qualità del programma. Ciò dimostra che due fiere hanno tutto lo spazio per crescere e coesistere”.A questo punto Levi, riferendosi a Torino, ha argomentato: “In questo momento, a differenza di due anni fa, il futuro del Salone è garantito. E non si può negare che Tempo di Libri abbia dato una scossa positiva. Non c’è dubbio che Torino abbia espresso un grande orgoglio, in particolare dopo la nascita della fiera milanese, ma ci tengo a ricordare che al Salone ci sono voluti anni e anni per sviluppare questo rapporto tra la città. Milano è solo alla seconda edizione, e ha grandi potenzialità di crescere“.“Fatte queste premesse – ha proseguito il presidente dell’Aie – ora il tema è come rendere compatibili, anche per gli editori, Torino e Tempo di Libri. Tra l’altro, l’Associazione Italiana Editori ha un grande e importante socio, Fiera Milano, con cui siamo d’accordo di valutare le modalità più appropriate per far crescere la fiera. Ci siamo dati due settimane di tempo per studiare tutte le opportunità per far crescere Tempo di Libri“, che è dunque confermata anche per il 2019 (“Le fiere non si sospendono mai, non è all’ordine del giorno uno stop per Tempo di Libri l’anno prossimo. L’intento della riflessione è trovare la formula – e la collocazione temporale – che consenta lo sviluppo più adeguato”, ha aggiunto Levi).“Oggi abbiamo due fiere molto vicine nel tempo e nello spazio, vedremo come renderle compatibili, ben sapendo che Torino resta a maggio”. L’obiettivo di Tempo di Libri “è raggiungere il pareggio al terzo anno, siamo sulla buona strada”.Va detto che negli incontri di ieri in Aie non sono mancati i punti di vista critici nei confronti di Tempo di Libri. Di certo, per Levi e Fiera Milano non sarà facile individuare una nuova identità, come pure una nuova collocazione temporale per la fiera, che non porti a scontri con gli organizzatori di Bookcity, Più libri più liberi o dei principali festival. E che, soprattutto, sia sostenibile logisticamente ed economicamente per le case editrici grandi e piccole. Sulla possibilità che Aie venga coinvolta nella gestione futura del Salone, Levi si è limitato a dichiarare: “Valuteremo se e quando ci saranno concrete proposte da parte delle istituzioni”.
    "PROF, ME LO DICA LEI; COME FACCIO A FAR LEGGERE MIO FIGLIO?"

    I CONSIGLI DI GALIANO, PROF-SCRITTORE AI GENITORI PREOCCUPATI
    Arrivano con la faccia di chi le ha provate tutte. L’occhio disperato di chi ha scongiurato e pregato, e poi ne è uscito sconfitto. Alla firma dei libri, a scuola a ricevimento, a volte anche fra le corsie del supermercato: “Prof, me lo dica lei: come faccio a far leggere mio figlio?”. Eccolo, il dilemma più grande, la prova più difficile, la balena bianca contro cui naufragano nove decimi dei genitori: far tenere al proprio pargolo un libro in mano per più di dieci secondi. In effetti la sfida non è da poco: qua è già tanto trovare esseri umani che entrano in una libreria non per chiedere indicazioni, figuriamoci spingerci dentro delle tempeste ormonali ambulanti di cui il cellulare non è più una parte esterna ma un’appendice della mano! Per questo in molti ormai già ci hanno rinunciato. Eppure è importante dire questo, e dirlo anche a voce alta: non esiste nessuno a cui non piaccia leggere per natura. Vi confido un segreto: fino a diciotto anni – sì, diciotto – odiavo leggere. Tolti naturalmente i ragazzini con disturbi specifici dell’apprendimento o con altri tipi di difficoltà (e comunque, opportunamente sostenuti e aiutati, poi saranno quelli a cui i libri piaceranno di più), leggere è una cosa che può piacere a tutti. Sì, anche a tuo figlio, quello lì che quando gli metti un libro in mano fa la stessa faccia che farebbe se gli mettessi una lettera di condanna a morte. Il problema non è lui, non è il tuo ragazzo. Per risolvere questa situazione che ti sta mandando ai pazzi devi fare una specie di rivoluzione copernicana e capire che la colpa, beh, è del libro. Sì, è il libro che non è il libro giusto. Coi libri non è tanto diverso che con l’amore: come in amore, non è assolutamente facile trovare i libri che ti piacciono. Ma una volta trovati, non ne puoi più fare a meno. Quindi ecco qui di seguito alcuni consigli per insegnare al tuo ragazzo ad amare la lettura!

    #1 Fin da piccolissimo, leggergli storie, fargli compagnia coi libri, e farsi vedere con i libri in mano. All’inizio la forza dell’imitazione è potentissima. Ma siccome non è sempre possibile ricorrere a questo metodo, oppure è ormai già alto 1.85 e quindi è un po’ tardino, passiamo direttamente al punto
    #2 Insegnagli fin da subito che non è colpa sua se non riesce a superare pagina 10 di un libro: primo perché non deve mai associare alla lettura il senso di colpa, secondo perché non è vero che è colpa sua.
    #3 Non costringerlo a leggere i libri che sono piaciuti a te. Ricordati che avete età diverse, gusti diversi: è un po’ difficile che ami le stesse cose che ami tu ora o che tu hai amato alla sua età. I tempi cambiano.
    #4 I libri li deve scegliere lui. Da solo. E deve poter scegliere anche libri che poi scopre che non gli piacciono e poterli lasciare lì senza averli finiti. All’inizio la ricerca sarà lunga, e ne passeranno a decine sotto le sue mani senza successo, ma è un po’ come in amore: devi sbagliare tanto prima di esser sicura di aver trovato quello giusto. Ovviamente questo potrebbe costarti la bancarotta, quindi
    #5 All’inizio, portalo in biblioteca. Perdi anche due ore – se puoi – insieme a lui, lascia che inizi a leggere lì e fa’ in modo che si porti a casa tutti i libri che può. Così almeno se poi non ne legge nessuno non avrete speso un capitale per niente. Inoltre, beh, lo sai anche tu, che uno dei posti migliori per rimorchiare è la biblioteca.
    #6 Non ti spazientire se sceglie l’autobiografia di Ibrahimović o solo libri di fumetti. Ricorda che da qualche parte bisogna cominciare e, soprattutto, che non importa che sia Tolstoj o Chi nasce tondo non muore quadrato di Ringhio Gattuso: l’importante è che lui scopra che leggere può anche essere piacevole.
    #7 Non è vero che l’obbligo è nemico della lettura. La scienza ci dice che smettere di leggere per troppo tempo può recare gravi danni alla capacità di farlo in seguito. È un muscolo che va allenato. Per cui: ok al non costringerlo a leggere quello che vuoi tu, ma è una cosa troppo importante per dirgli “Va bene, se non ti va non leggere niente”. Un libro al mese, non di più. Che lo scelga lui. Ma non mollare. All’inizio sarà dura, ma poi ti ringrazierà.

    LO STATO DELL'EDITORIA ITALIANA OGGI

    Il mercato dell’editoria è in crisi e in Italia il numero di lettori precipita ogni anni di più. Sebbene l’amore per il cartaceo sia incondizionato il mercato digitale è in leggero rialzo, ma non sufficienze a salvare l’Italia dall’oblio dell’ignoranza in cui placidamente si ritrova ad ozia. Sono questi i dati che emergono dallo studio dell’ecommerce per la stampa online Minimeraprint. Un mare di libri ma pochi lettori. In Italia, anno dopo anno, vengono scritti e pubblicati sempre più libri. Il problema, purtroppo, è che i lettori sono in costante diminuzione. Probabilmente, questo accade perché la gran parte della pubblicazione di titoli è in mano ai grandi editori, mentre i piccoli editori si concentrano su pubblicazioni più settoriali e a tiratura limitata. Grandi e piccoli editori. Prima di tutto si parla degli editori, che in Italia sono 1500, quelli attivi, divisi in tre gruppi:
    piccoli editori, 625 (54.8%), che pubblicano meno di 10 titoli all’anno (5,5%)
    medi editori, 476 (31.6%), che pubblicano dai 10 ai 50 titoli all’anno (18.4%)
    grandi editori, 204 (13.6%), che pubblicano più di 50 titoli all’anno (76.1%)

    Gli editori in Italia si dividono così: al Nord il 50%, al Centro il 30% ed al Sud il 20%. La peculiarità del mercato editoriale italiano è che i piccoli editori, che pubblicano pochissimi titoli, sono numericamente molti di più rispetto ai grandi editori (825 contro 204). Nonostante questo, i grandi editori pubblicano oltre il 76% dei titoli totali pubblicati in un anno in Italia. Come detto in precedenza, infatti, i piccoli editori si concentrano su una produzione più di nicchia e a tirature limitate, principalmente per motivi economici e legati alla distribuzione. I generi. Solo nel 2017, infatti, sono stati pubblicati 61.188 titoli e stampate 129 milioni di copie, più di 2 a persona. Il prezzo medio di copertina è 20.21 €. Nonostante un grandissimo numero di libri, i generi principali nei quali possono rientrare tutte le pubblicazioni sono pochissimi:
    l’85% fa parte della categoria “adulti”, che comprende romanzi (16%), avventura e gialli (7.7%), poesia e teatro (3.3%), titoli pubblicati 51.860
    l’8% fa parte della categoria “ragazzi”, titoli pubblicati 4669
    il 7% della categoria “libri scolastici”, titoli pubblicati 4659

    L’identikit dei lettori. Per quanto riguarda i lettori, in Italia legge il 40,5% della popolazione totale, pari a 23,3 milioni di persone divisi tra lettori forti (il 14,1%), che leggono più di 12 libri all’anno, e lettori deboli (il 45,1%), che leggono meno di 3 libri all’anno. Nonostante si continui a preferire il formato cartaceo (62%), il formato digitale è in crescita (27%), mentre gli audiolibri anche crescono (27%). Su 61.188 titoli, infatti, il 35,8% (22.000 titoli) è stato pubblicato anche in ebook. Rispetto al 2015 si attesta al +29%, per il 94% degli editori i prodotti digitali rappresentano meno del 10% del fatturato complessivo. Nell'indagine si è approfondito l'identikit del lettore: secondo il titolo di studio le percentuali sono 73.6 % laureati, 48.9% diplomati e 23.9% con licenza elementare. Il sesso che legge di più resta quello femminile in qualunque fascia di età, netto divario tra i 6 ed i 64 anni, per poi quasi equipararsi. Le tre regioni in cui si legge di più sono: Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta. Le tre regioni in cui si legge meno sono: Calabria, Sicilia e Campania.

    NELL'ERA WEB LIBRAI E LIBRERIE SERVONO ANCORA DI PIÙ

    È vero: a un libraio qualche volta succede. Capita che ci si senta chiedere: “Scusi, commesso, dove posso trovare il Visconte di Mezzate?” e di volersi strappare i capelli in difesa di Italo Calvino. O che ci si senta interrogare circa l’autore del famigerato “Sequestro un uomo” e ci si ritrovi ad affondare gli incisivi nella lingua per non rispondere: “Deve essere un’anonima sarda, io credo”.
    E persino capita, e non dimenticherò mai l’espressione confusa che consegnai in risposta a questa richiesta, di sentirsi chiedere: “Avete un’edizione economica del fumetto Pascal?” Silenzio: occhi sgranati. “Di Pirandello”. Silenzio: occhi chiusi. “Ha presente?” Silenzio: lacrime. È vero. Succede. Ed è anche vero che, quando accade, all’interno della libreria alcuni libri non reggano lo shock e si lancino dagli scaffali cercando il vuoto. (Ho visto con i miei stessi occhi certi tuffi carpiati di Umberti Echi da far invidia ai tuffatori cinesi).
    Eppure, dopo il primo iniziale spaesamento, è quando capita una cosa del genere che mi convinco del perché le librerie vinceranno sempre: su tutto. E di quanto ne abbiamo bisogno. Di librerie, di librai, e anche di domande così. Perché la libreria è il luogo dove si incontra, e si conosce, il mistero più profondo: ciò che non si sa di non sapere. La libreria è quasi l’unico luogo in cui questo accade. Ed ecco perché è un luogo magico. È una porta per l’invisibile che porta al visibile. Mi spiego: davanti a un libro ci si può trovare solo in una di queste due condizioni, o si sa di averlo letto o si sa di non averlo letto.
    Fin qui è tutto facile. Hai letto Moby Dick? Benissimo. Non l’hai letto? Non è un problema: se vuoi lo leggi.
    Puoi farlo perché sai che quel libro esiste. Sai che quella balena è lì e ti spetta per affondarti la baleniera o per sconvolgerti le notti e i sogni. Anche se di lei non sai nulla, o al limite sai che è bianca, sai che se vuoi lei ti aspetta. E lo sai, perché sai di non aver letto quel libro. Ma che ne sai di tutte le storie che non sai di non sapere? Cioè non dei libri che non hai letto, ma di quelli che non sai nemmeno che sono stati scritti! Che ne sai!? Non ne sai nulla, e non sai nemmeno come saperlo perché è impossibile avere notizie su quello che non sai di non sapere. Internet, ad esempio, è un’invenzione meravigliosa, veloce e molto spesso efficiente, ma è in grado di restituire come risultato delle ricerche che le fai fare solo lo specchio allargato delle tue stesse conoscenze: il riflesso di ciò che sai o di quello che sai di non sapere.
    La libreria è altro. È anche altro. La libreria è una porta sulle storie che non sai di non sapere. È il libraio che tiene aperte quelle porte, perché lui, il libraio, è il primo a volerci entrare in quelle porte e a cercare di scoprirne di sempre di nuove. È lì per quello. È il custode di quella miniera di testi in cui scava e cerca. E trova. E consegna al lettore. Anche a quello che gli chiede il visconte di mezzate e a cui dà Il Visconte dimezzato. Le cose che non sai di non sapere, quando le trovi, spesso sono le migliori. Sono le più belle. Sono quelle che ti fanno aprire gli occhi su qualcosa che prima neppure immaginavi potesse essere osservato. E voi direte: “Certo, come no, ora un libraio viene a dirci che un libraio può fare tutto questo?”Un libraio solo no, è per questo che ce ne sono tanti ed è per questo che ce ne vorrebbero di più. Sempre di più.Un libraio per ogni libro. Alla fine, un lettore, questo è: il libraio del libro che legge.
    Ecco perché le librerie vinceranno sempre, io credo, perché sono fatte dei loro lettori. E i lettori, e se queste parole finiscono dentro l’occhio di qualcuno significa che i lettori ci sono, fanno la cosa più bella del mondo: leggono. E mandano avanti il mondo. Io ne sono certo.

    UN ATTIMO PRIMA CHE SI ACCENDA LA LUCE

    UN ATTIMO PRIMA CHE SI ACCENDA LA LUCE:
    LO STRANO PIACERE DELLA LETTERATURA FANTASTICA

    Quando avevo tredici o quattordici anni, mi spedirono in vacanza studio a imparare il francese. Il collegio era grande e molto bello, sulle montagne svizzere, fra pascoli verdissimi e mucche ben pasciute; c’erano stanzone enormi tutte a vetrate, come serre, dove si giocava a biliardino, lunghi balconi e corridoi ampi su cui si aprivano le porte delle camere. In ogni stanza due letti, ma le porte di comunicazione fra una cameretta e l’altra non erano state murate e così la sera, dopo il coprifuoco che tutti aggiravano, era ancora più facile ritrovarsi insieme, a sgranocchiare schifezze introdotte di contrabbando, bere l’alcol adulterato da sciroppi alla frutta che veniva rifilato agli adolescenti dei primi anni Duemila – non sarò solo io a ricordarmi, con tenerezza e un po’ di ribrezzo, del Bacardi Breezer? – e a chiacchierare, perché non è che ci fosse poi molto da fare.
    Uscire era fuori discussione, intorno c’erano solo grandi prati bui sotto la luna. Qualcuno mormorava che il collegio era un vecchio sanatorio, e pur non sapendo esattamente che cosa mai fosse un sanatorio, la parola suonava stranamente magnetica proprio perché aveva un’aria così lugubre. Mi piaceva lasciarmi impressionare da fantasticherie che nemmeno io sapevo dove andassero a parare. Una sera, imitando chissà quale film, nel buio di una delle stanze in cui eravamo stipati in troppi, qualcuno propose di giocare a fare una seduta spiritica e tutti aderimmo entusiasti. E quando furono pronunciate, in una lingua che probabilmente era esperanto, le parole fatidiche, ‘Se ci sei batti un colpo’, io sentendomi estremamente spiritosa, nella camera scura in cui tutti trattenevano il fiato, con il pugno chiuso feci appena appena suonare il legno della testiera del letto. Era notte fonda, stavamo in un sanatorio pur senza sapere cosa fosse e forse avevamo contrabbandato troppi Bacardi Breezer per essere immuni al rischio del picco glicemico: a quel rintocco lieve che, senza l’ardire di esagerare, avevo impresso al legno del letto, pensando che forse non l’avrebbe sentito nessuno, si scatenò un parapiglia. Urla improvvise, e tutti fummo terrorizzati di colpo, compresa me, che sapevo benissimo che era solo colpa mia. Fino a quando qualcuno all’improvviso riaccese le luci.
    Quando penso a cosa rappresenta, per me, la letteratura fantastica, il formicolare indeciso di ipotesi che si affacciano alla vertigine di mondi impossibili, penso ancora oggi al breve atterrito momento di sospensione che precedette le doverose spiegazioni (e il biasimo che mi presi poi, quando tutti ormai minimizzavano il loro spavento). Penso a quell’attimo delizioso in cui nemmeno io, che pure avevo provocato quella strana reazione, sapevo più a cosa credere, al minuto in cui ogni fantasticheria appena abbozzata sembrava stranamente viva. Non c’era niente di definito da temere, niente di cui si potesse davvero aver paura, solo un urlo e un sanatorio, e chissà poi cos’era. Un attimo dopo era tutto finito, e tutti mi davano della scema. Ma in quel momento, in quel preciso momento l’incantesimo – della mia stupidità, della suggestione collettiva – ci aveva tenuti sospesi nell’incertezza che forse – forse – quello che ci rifiutiamo ostinatamente di credere, quello che c’è di serio e di spaventoso oltre l’orlo del gioco, non fosse poi così lontano; ma che al confine con il nostro mondo di adolescenti fortunati, in vacanza-studio in un posto un po’ monotono, con i pacchetti di patatine, le dita unte e gli effluvi di bibite che ci illudevano di inebriarci pur non essendo molto diverse da succhi di frutta effervescenti, molto vicino a quella banalità rassicurante e qualche volta struggente ci fosse qualcos’altro; un mondo nemmeno intravisto, solo sospettato per un attimo.
    Con la luce accesa, era fin troppo facile poi rinnegarlo, tornare in noi, nasconderci il brivido delizioso di quella strana paura senza nome.Eppure, nonostante gli epiteti ingiuriosi che mi piovvero addosso quella sera non appena ci fu abbastanza silenzio perché tutti mi sentissero dire che ero stata io, non ho dimenticato la pelle d’oca che avevo avuto anch’io quando tutti gridavano, quando avevo scordato per un istante che c’era una spiegazione razionale per quel che succedeva – quando ero stata dentro l’incantesimo. Era stato bello, quel breve momento di esaltazione, e volevo a tutti i costi ritrovarlo. Dovevo riprovare quel formicolio, così indefinito, eccitante, che nasce nello sfregarsi di due mondi, come pietre focaie. Volevo vedere il mondo solito, il mondo di tutti i giorni, quello familiare, rassicurante, noioso addirittura, che al contatto anche lievissimo con quell’altro – con il mondo di cui si esita a pronunciare il nome, il mondo dei sogni che ci si dimentica al risveglio perché ricordarli è spaventoso: nientedimeno, perché se non fa paura l’incantesimo non funziona – si incendia immediatamente, e riverbera una luce nuova, in cui niente di quel che sembrava familiare, rassicurante, solito, sarà mai più noioso. E l’ho ritrovato, quel brivido, l’ho ritrovato eccome. Nella Caduta della casa Usher, che scoprii quell’estate, assaporando riga per riga l’allargarsi silenzioso della crepa nel muro di una casa insieme reale e irreale; l’ho ritrovato nei sorrisi enigmatici delle morti viventi di Poe, e qualche anno dopo negli occhi inespressivi e fissi di Coppelia, nell’amore ossessivo che quegli occhi ispirano, nel terrore cieco che prende il protagonista dell’Uomo della sabbia solo a ripensare a una favola che gli veniva raccontata da bambino, una favola nera che stravolge ogni zuccherosa fantasia infantile in sgomento, e soprattutto, in una lunga titubanza sull’orlo della follia. Quando poi, qualche anno dopo, ho scoperto Stephen King, è stata una rivelazione: romanzi lunghi, a volte lunghissimi, che riuscivano ad abitare, dalla prima all’ultima pagina, quell’esitazione deliziosa che precede il terrore. Ho iniziato a centellinarli, a leggerne uno per premio ogni volta che voglio concedermi di tornare, di nuovo, a sentire quel formicolio. Come un attimo prima che si riaccenda la luce.


    10 LIBRI DA LEGGERE PER TIRARSI SU QUANDO SI È TRISTI

    Può capitare a tutti di attraversare un periodo non particolarmente felice, di essere tristi. In questi casi c’è chi tende a crogiolarsi nella malinconia e chi invece cerca di rispondere con il sorriso, di risollevarsi il prima possibile. Per gli uni e per gli altri, ecco una selezione di libri da leggere quando si è giù. Ce n’è per tutti i gusti. Romanzi che aiutano a fronteggiare il malumore ridendo; libri più seri che, attraverso la riflessione, aiutano a guardare oltre il presente; storie cosiddette per bambini, per dimenticare i dolori volando con la fantasia. Ridi che ti passa.
    Pensate che non ci sia niente di meglio di una bella risata, per scacciare la tristezza? Allora lasciatevi conquistare dalle avventure strampalate e divertentissime di Bridget Jones (“Il diario di Bridget Jones” di Helen Fielding) e Rebecca Bloomberg (“I love shopping” di Sophie Kinsella). La prima mangia, beve e fuma troppo, ha una mamma troppo invadente, un uomo troppo sposato e troppo pochi pretendenti; la seconda si inventa giornalista economica per entrare nel mondo della moda e non sa proprio resistere a comprare abiti, accessori e quant’altro. In entrambi i casi il risultato sono disavventure, equivoci, e soprattutto tanto buonumore.
    Se cercate una lettura meno in rosa, “La versione di Barney” di Mordecai Richler è quello che fa per voi. Approdato a una tarda, rissosa età, Barney Panofsky impugna la penna per difendersi dall’accusa di omicidio, e da altre calunnie non meno incresciose, diffuse dal suo arcinemico. L’uomo finisce per ripercorrere la sua vita dissipata e scorretta, che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada. Cosa dire di “Zia Mame” di Patrick Dennis? Dopo la morte del padre, l’undicenne Patrick viene affidato alla zia, che non conosce affatto. La gran dama si rivelerà essere una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto al ragazzo non restano che due scelte: fuggire o affidarsi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile e attraversare insieme a lei l’America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia.
    Libri per riflettere. Alla malinconia si può anche rispondere con la riflessione. Impegnarsi in una lettura profonda, coinvolgente, può servire a superare la tristezza. Per questo, tutti i classici sono adatti. La scelta è caduta su “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway perché è una lettura veloce, ma che al contempo offre spunti. “Il giovane Holden” di Jerome Salinger, invece, unisce in sé profondità e freschezza ed è adatto a un pubblico di tutte le età. Per finire, se cercate qualcosa di più attuale, non potete perdere “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini. Per Amir il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati.
    Vola con la fantasia. Ma i momenti no si possono superare anche staccando la spina e volando con l’immaginazione. Cosa c’è di meglio di un “libro per bambini” per lasciarsi alle spalle i problemi? Unitevi a Peter Pan, ai bimbi sperduti e ai fratelli Darling nella lotta contro Capitan Uncino e la sua ciurma di pirati (“Peter Pan” di James Barrie); seguite Alice nella tana del coniglio (“Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll). Oppure, tornando alle letture per adulti, saltate sul tappeto volante alla scoperta di un Oriente magico e di personaggi incredibili (“Le mille e una notte”).

    LEGGERE È DONNA

    La lettura di libri non è sempre stata «femminile» come e quanto lo è oggi. Le bambine leggono più libri rispetto ai loro coetanei maschi e la differenza si conserva al crescere dell’età. Lo ha sempre indicato Istat e lo confermano – con numeri e percentuali diverse, ma diverso è il modo di osservare il fenomeno lettura oggi – i dati dell’Osservatorio sulla lettura e i consumi culturali (Olcc) che l’Ufficio studi dell’Aie ha realizzato nel 2017 (anno uno) con Pepe Research. Il passaggio avviene negli anni Ottanta.
    Nel 1988 (dobbiamo per ragioni «storiografiche» far ricorso ai preziosi dati di Istat) ci sono già sei punti percentuali di differenza a favore del pubblico femminile, quando 15 anni prima se ne avevano quasi quattro a favore del mondo maschile. La reale applicazione dell’obbligo scolastico, la scuola media unica, l’ingresso delle ragazze in quote crescenti nelle scuole superiori e poi all’università, le lotte sociali e la contestazione sono alla base di questo processo, che sottolinea un aspetto importante. I cambiamenti nei modi di leggere sono sempre legati alle grandi trasformazioni sociali. Dal boom economico all’ingresso delle donne nel mondo produttivo fino allo sviluppo di tecnologie che affiancano la lettura tradizionale del libro di carta.
    A quella trasformazione si accompagna, e non poteva essere altrimenti, uno sviluppo di una produzione editoriale per questo nuovo pubblico. Magari più per l’edicola che per la libreria: i settimanali come «Intimità» o «Confidenze», le collane rosa della Curcio o della Fratelli Fabbri. Solo più tardi ,nel 1982, arriverà Harmony e sarà poi un’altra storia che inizierà a propagarsi anche in edicola (la collana Pandora di Sperling & Kupfer) e su banchi libri della Gdo. Oggi se consideriamo la lettura di libri nel senso più esteso e chiaro per chi deve rispondere se ha letto o no («Parliamo ora in particolare di libri. Pensando agli ultimi 12 mesi le è capitato di leggere anche solo in parte un libro di qualsiasi genere, come ad es. un romanzo, un giallo, fantasy, un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina…») la differenza di genere è di 10 punti. La serie storica di Istat che imposta la rilevazione quinquennale più o meno nello stesso modo, era di 9,7 punti nel 2009, di 9,2 nel 205, di 11,8 nel 2015 (ultimo dato rilasciato lo scorso anno). Differenza di genere che è diversa per i format di lettura, rispettivamente, tra uomini e donne (dato 2017): libri: 56% vs 69%, e-book: 29% vs 26%, audiolibri: 12% vs 10%. In totale: 59% vs 71% (erano possibili più risposte). Non facciamo fatica a immaginare a breve un «sorpasso» anche per gli ebook, nonostante le donne emergano come più fedeli alla lettura sui libri: il 65% legge solo ed esclusivamente su questo formato. Anche qui, crediamo che la spiegazione vada ricercata in un avvicinamento al mondo delle tecnologie (in senso ampio) più tardo e più lento da parte del mondo femminile, come le indagini sull’uso/presenza delle tecnologie in famiglia hanno mostrato. In ogni caso hanno nell’e-reader (37% vs 30%) e nello smartphone (30% vs 23%) i loro device di lettura di contenuti editoriali preferiti. Per di più, quel 71% di donne che legge libri, ebook e ascolta audiolibri è costituito da lettrici qualitativamente più solide rispetto al mondo della lettura maschile: il 23% legge più di 12 libri all’anno rispetto al 18% degli uomini. L’acquisto: comportamenti diversi e benefit cercati altrettanto diversi. Donne e uomini  hanno una diversa considerazione dei canali di vendita. Le differenze sono minime, ma esistono. Le donne preferiscono le librerie di catena (56% vs 54%), quelle nei centri commerciali (23% vs 22%), gli store on line, ma (curiosamente, considerando le altre merceologie in offerta) non Amazon (14% vs 13%). Gli uomini, a loro volta, le librerie indipendenti (18% vs 11% delle donne), le librerie che trattano l’usato (18% vs 16%), l’edicola (16% vs 15%), e Amazon (26% vs 23%). E nel modo di procurarsi i libri legati al prestito/regalo le donne sopravanzano sempre la componente maschile. Come nei benefit percepiti, tra le donne emerge quello dell’impulso nell’ingresso casuale ed esplorativo della libreria (45% vs 40% degli uomini), l’atmosfera (33% vs 28%), la maggiore possibilità di scelta (22% vs 20%). E in tutti i canali la leva della convenienza: in libreria, nella GDO, negli store on line. Le cose cambiano se si guarda alla filiera. Le donne leggono di più ma – può sembrare curioso o paradossale – scrivono di meno. Grazie a informazioni Editoriali nel 2017 (e prima a Istat che aveva abbandonato questa rilevazione) fatto pari a 100 la produzione editoriale di libri di narrativa pubblicati (al netto di opere plurime o di nomi di difficile disambiguazione) il 61,7% dei romanzi pubblicati sono scritti da uomini, il 38,3% da donne (purtroppo la possibilità di attribuire tra i metadati descrittivi del libro il sesso di chi scrive, viene poco o nulla usato nonostante l’Onix for Books lo permetta). Il trend sembra in crescita, visto che nel 2005 le scrittrici erano il 29,7% e gi autori uomini il 70,3%. Probabilmente questo rapporto è diverso tra i generi.  Già nel 2005 su 2.757 autori di libri per bambini il 35% erano scrittrici (5 punti in più rispetto alla narrativa). L’interpretazione che se ne può dare credo porti con sé una riflessione più generale sulla filiera. Una riflessione in qualche misura analoga (qualitativamente) a quella che abbiamo fatto sulle ragioni che portano le donne a superare a un certo punto gli uomini nella lettura: cambiano le regole del gioco sociale. La filiera editoriale è ancora in larga parte maschile, anche se meno rispetto a quella manifatturiera nel suo complesso (4%). Vuoi anche perché molte posizioni di vertice in casa editrice sono occupate da donne. Che sia in atto una trasformazione lo si vede molto bene quando si va a osservare la composizione del parco allievi dei master in editoria: dal 2010 a oggi il rapporto (stabile) è di un 65%-66% di ragazze (24-28 anni) e un 34%-35% di ragazzi.

    DAMMI TRE PAROLE: LETTURA ED EMOZIONE

    Quali sono le parole che un campione rappresentativo della popolazione italiana – fatta di lettori e non lettori – associa alla parola «lettura»? È una domanda molto semplice a cui l’intervistato poteva rispondere dando liberamente tre indicazioni, posta nell’ambito dell’Osservatorio sulla lettura e i consumi culturali realizzato da Aie e condotto da Pepe Reserch. Una domanda che permette di scandagliare (e poi monitorare nelle rilevazioni successive) quelli che sono i «vissuti» della lettura, sia tra chi legge libri, e-book e audiolibri, sia tra chi non legge affatto. 
    Perché la lettura sta cambiando. Lo rivelano i numeri: nel momento in cui si pone la domanda più diretta e generica – se si è letto «almeno un libro» nei 12 mesi precedenti – risponde affermativamente secondo Istat il 40-42% degli italiani 6+. Ma se si chiede di considerare altri generi di lettura: i manuali, la romantic fiction, le guide, i libri a fumetti… già per Istat – negli stessi anni – questo valore saliva al 59-60%. Per l’Osservatorio Aie i valori sono in linea, collocando la lettura in Italia «più elasticamente intesa» al 62%. 
    Se si considerano anche le forme di lettura che passano per gli e-book o gli audiolibri, il valore sale ancora di un poco, toccando il 65%. Sale, certo, con tutte le sovrapposizioni possibili, perché per chi legge è (relativamente) indifferente il supporto su cui si fruisce una narrazione.
    In realtà, più che il numero di libri letti, per definire dove va a posizionarsi la lettura in questi anni conteranno sempre più altre variabili: il tempo dedicato: a fine 2017 solo il 38% degli intervistati (e lettori) dedica più di 30 minuti alla lettura di libri (o e-book e audiobook); il numero di libri letti perde significato: non è più l’indicatore principe della qualità della lettura se, tra i 15-17enni che dichiarano di leggere un libro, solo il 5% ammette di dedicare almeno un’ora al giorno alla lettura.
    La lettura si fa pulviscolare, intermittente, randomica, parziale. Non si «sceglie» più di interrompere la lettura, diritto che Pennac sanciva nel suo decalogo del lettore, ma si viene portati a interrompere e a frastagliare ciò che si sta leggendo, per poi magari riprendere in un altro tempo e su un nuovo dispositivo. Da questi comportamenti conseguono anche scritture diverse? Unità narrative minime? Personaggi puntiformi? Potrebbe crescere il ruolo dell’infografica, delle immagini, della grafica della messa in pagina in un panorama di fruizione simile?  

    È in questo quadro che si è inserita una domanda (a risposta libera) sulle «prime tre parole che le vengono in mente pensando alla lettura». Parole che descrivono il mondo evocato dalla lettura; permettono di far emergere le differenze tra le immagini associate da diversi target; offrono spunti utili alla comunicazione del libro, intercettando le associazioni mentali degli individui di fronte a messaggi che, in un modo o nell’altro, ruotano attorno alla «lettura».
    «Cultura» e «relax» sono le parole che vengono citate più spesso e risultano trasversali a tutti i target (tanto che proprio per questa loro trasversalità non verranno poi più prese in considerazione). I mondi della lettura (attorno a cui cioè possiamo aggregare delle parole tra loro omogenee) finiscono così per essere sei. Il primo (in ordine di importanza) – con il 90% degli individui che a questo fanno riferimento – è quello della «cultura/conoscenza».  A cui segue l’area semantica (con il 65% delle persone che vi associano la «lettura») dello «svago/relax»: un mondo in cui stanno parole come fantasia, viaggio, curiosità, interesse, passatempo, evasione. Parole in qualche misura «calde» e relazionali. Come per la terza area semantica più numericamente rappresentata (e non a grande distanza dalle altre): quella delle «emozioni» (39%),  dominata da «piacere», «passione», «divertimento», «sognare», «felicità» e «libertà». Ma non mancano parole più concrete da associare alla lettura: quelle del «formato» su cui si legge (25%: «carta», «libro»), del «genere» letterario (22%) o delle ragioni pratiche della lettura  (lo «studio»  è il mondo associato alla lettura dal 14% degli intervista). È comunque nella successiva segmentazione che emergono gli aspetti più interessanti. Ne segnaliamo due. Tra i forti lettore (12+ libri, e-book o audiolibri nel corso dell’anno precedente) la nuvola di parole è molto più ricca e variegata, piena di rimandi a dimensioni del leisure del leggere. E anche tra chi dispone di un’alta dotazione tecnologica, parole come «passione», «libro», «carta», «sognare», «evasione», «avventura», «viaggio» non scompaiono, anzi! Il paesaggio che si delinea pur nella prossimità alla smaterializzazione dei contenute rimane da un lato vicino a dimensioni tangibili, dall’altro a mondi (o sottomondi) fortemente ancorati alla libertà della fantasia e delle emozioni

    AUDIOLIBRI IN VINILE? IN USA CI PROVA HARPERCOLLINS

    Negli ultimi anni l’ascesa degli audiolibri è passata per il formato digitale, surclassando di fatto quelli su supporto fisico. Detta altrimenti, è il formato digitale ad averne guidato la ribalta, contribuendo in maniera significativa alla loro diffusione e a quella del consumo editoriale che li sottende.
    Un altro trend al quale abbiamo assistito in tempi recenti – solo in parte ascrivibile a una più diffusa attenzione dedicata al vintage – è il «ritorno» del vinile nel mercato discografico. Nel 2016, in particolare, complice la scomparsa di alcuni artisti di fama globale, le vendite sono cresciute del 53% rispetto all’anno precedente, facendo registrare la performance di mercato migliore degli ultimi 25 anni. In Italia, stando ai dati Fimi, il vinile arriva a rappresentare una quota di quasi il 10% nel primo semestre 2017, con una crescita del 44% rispetto allo stesso periodo del 2016. Cosa lega il vinile all’audiobook? Sicuramente il percorso evolutivo di quest’ultimo che, più di 80 anni fa, cominciava la sua storia proprio dal 78 giri, come alternativa alla lettura in braille. Poi, l’introduzione delle audiocassette negli anni ’70, dei cd nel corso del decennio successivo e dell’Mp3 nei primi anni 2000, lo hanno fatto sparire dal novero dei supporti utilizzati. D’altronde, si dice che occorrano 119 vinili per accogliere la versione sonora di Guerra e pace, 45 audiocassette, 50 compact disc e un solo file digitale. Eppure il vinile, tornando al campo discografico, non ha mai smesso di esercitare il suo fascino presso un pubblico di nicchia, anche prima dell’exploit del 2016 e al netto dell’evidenza che la produzione di massa sia cessata con l’arrivo degli anni ’90. Una tendenza che può trovare corrispondenza anche in ambito editoriale?
    Sembrerebbe di sì.
    La statunitense HarperCollins ha annunciato l’arrivo di una collana di audiobook in vinile per la prossima primavera. La prima uscita, attesa per il 18 aprile, sarà il racconto breve Wild Horses di Joe Hill letto dall’attore Nate Corddry. L’aspetto interessante dell’operazione, in anni in cui l’editoria s’interroga sull’opportunità di rivedere i propri flussi di lavoro alla luce del digital first, è che il racconto edito da HarperCollins sarà vinyl first. Il prodotto, insomma, è stato concepito in vinile e per il vinile. Nel 2018 altri autori e altre narrazioni troveranno spazio nella collana in vinile di HarperCollins. Dalla prima puntata del ciclo per ragazzi A series of unfortunate events di Lemony Snicket ai racconti brevi di Neil Gaiman, che fanno da sequel al romanzo fantasy American gods; fino alla raccolta Love poems della poetessa Nikki Giovanni. Con l’acquisto di ciascun vinile, il lettore potrà scaricare il corrispondente file digitale, più comodo per un ascolto in mobilità.

    LA  «TURTLE HOUSE» DI TERZANI VERRA' DEMOLITA A BANGKOK

    Dopo aver ospitato la famiglia dello scrittore, divenne un ristorante. La Società Dante Alighieri thailandese ha avanzato un’offerta di acquisto, non andata a buon fine.  «Ci installammo a Bangkok nella casa più bella e fatata in cui abbiamo mai vissuto, un’oasi di vecchio Siam in mezzo all’orrore del cemento. Turtle House era splendida la notte. I grattacieli che ci crescevano attorno ci toglievano ogni giorno più sole, ma quando calava la sera la casa tornava ad avere quella calda, quieta magia tropicale».
    Tiziano Terzani descriveva così la lussureggiante casa tailandese in cui visse negli anni Novanta con la famiglia. Chissà cosa penserebbe oggi, a vedere gli operai che stanno portando via gli ultimi oggetti, compreso quella pietra mezza distrutta su cui incise il nome della casa. Turtle House, così chiamata in onore della tartaruga che viveva nel laghetto, è stata venduta a un imprenditore edile asiatico, che costruirà un grande palazzo. Il cemento tanto osteggiato dallo scrittore fiorentino potrebbe ricoprire per sempre una delle ultime aree verdi di Bangkok. Lo storico custode Kamsen, amico e collaboratore di Terzani, era rimasto lì per decenni, a guardia della casa. Adesso sta per andarsene. Una storia lunga, quella di Turtle House. Dopo aver ospitato i Terzani divenne un ristorante. Seguirono anni di abbandono. Per scongiurarne la demolizione, l’anno scorso è stata lanciata una petizione che ha raccolto oltre 23 mila firme. La Società Dante Alighieri di Bangkok aveva avanzato un’offerta per acquistare la casa e realizzare qui la propria sede, oltre che un piccolo museo dedicato al giornalista e alla cultura italiana. L’affare però è definitivamente saltato nei giorni scorsi, come raccontato su Facebook dalla Società Dante Alighieri: «Con una grande tristezza nel cuore vi comunichiamo che le proprietarie hanno accettato l’offerta del costruttore». Gli appassionati di Terzani sperano che la nuova proprietà scelga di non demolirla completamente, ma gli operai sono già al lavoro. Non trattiene l’amarezza la moglie dello scrittore, Angela Terzani: «Peccato, una grande occasione persa per l’Italia, una possibilità sprecata per la cultura italiana nel mondo, Tiziano ne sarebbe profondamente addolorato. Forse si poteva fare qualcosa di più per salvarla». Una notizia che arriva a pochi giorni di distanza dall’inaugurazione, sempre a Bangkok, della biblioteca italiana intitolata proprio a Terzani.

    5 CONSIGLI PER SBARAZZARTI DEI LIBRI IN ECCESSO

    Buttare i libri lo consideri un peccato, però allo stesso tempo la tua libreria sta esplodendo per i troppi volumi? È giunto il momento di fare una selezione dei libri da tenere: è inutile continuare a conservare libri che non hai mai aperto e che sai che non leggerai mai. Grazie ad alcuni consigli di Bustle possiamo aiutarti in questa difficile impresa!

    1. Stabilisci un numero: Questo è sicuramente il modo più facile per eliminare i libri indesiderati. Definisci da subito un limite massimo di volumi che potrei tenere sul tuo scaffale e, una volta stabilito il numero, devi assolutamente rispettarlo. Inizia quindi con calma e pazienza a eliminare tutti i libri in eccesso, senza superare il limite prestabilito.

    2. Rifletti sul formato di lettura: Certo i libri cartacei hanno un loro valore unico. Ma prova a pensare bene se non ci sono anche altri formati di lettura che ti possono interessare, come gli ebook o gli audiolibri. Alcuni libri potresti tenerli in un formato diverso, in modo da non appesantire troppo lo scaffale. Elimina quindi tutti quei libri che puoi conservare in altri formati.

    3. Butta i libri che hanno finito il loro compito: Ci sono libri che magari abbiamo comprato durante il percorso di studi, come tomi e volumi accademici. Magari li conserviamo per ricordarci la fatica passata, gli esami studiati con gli amici. È il momento di ammettere che quei volumi non ci serviranno più, perché tanto non torneremo a studiare quelle materie.

    4. Vai in biblioteca: Imponiti di andare in biblioteca almeno una volta al mese. Non serve comprare sempre nuovi volumi, in biblioteca potrai prendere in prestito molti più libri e inoltre, una volta restituiti, avrai più spazio libero sul tuo scaffale. E non dimenticare la questione più importante: andando in biblioteca farai un favore al tuo portafoglio!

    5. Non è un addio: I libri che decidi di eliminare non se ne andranno per sempre. Non è un addio definitivo. Se ti dovessi pentire di un libro che hai eliminato, non è la fine del mondo; Puoi sempre ricomprarlo di nuovo, magari in un formato più leggero e meno ingombrante come un ebook, o puou semplicemente andare a cercarlo in biblioteca.

    PERSONAGGI: DIMMI CHE UOMO TI PIACE E TI DIRO' COME SEI

    L’amore si sa, è il protagonista indiscusso di questo mese di Febbraio. San Valentino si avvicina, per la felicità di chi lo trascorrerà con la sua dolce metà e nell’amarezza di chi ancora non è riuscito a trovare la sua anima gemella. Cosa c’è di meglio allora, nell’ultimo caso, che trascorrere la serata in compagnia di un buon libro? Magari per molte di voi è una tradizione consolidata già da diverso tempo ed è proprio tra le righe dei romanzi, che vi siete infatuate di qualche personaggio letterario. Perchè se la realtà continua a deludere le nostre aspettative, il mondo dei libri offre una straordinaria varietà di uomini di cui innamorarsi. Ecco allora una lista stilata dall’ Huffington Post.

    Gilbert Blythe, Anna dai capelli rossi: Il senso dell’umorismo è importante per te e vuoi un partner che ti faccia sentire a tuo agio, proprio come la tua vecchia maglietta preferita. Quando Anna fantastica su un tipo malinconico e problematico, non potete fare a meno di biasimarla, perché così facendo si lascia scappare Gil, un ragazzo piacevole e socievole in grado di farla ridere. Nella tua fantasia, ti innamorerai del tuo migliore amico, che è anche incredibilmente bello, birichino e pazzo di te.

    Laurie, Piccole donne: Non puoi resistere a una buona dose di fascino, anche se questo significa che devi scendere a compromessi con tutto il resto. Sei una brava ragazza e hai bisogno di un ragazzo carismatico al tuo fianco. Potrebbe non essere il tizio più profondo o dedito al lavoro ma non è un cattivo ragazzo. E per certi versi vi va bene così.

    Atticus Finch, Il buio oltre la siepe: Il dovere e il forte senso di giustizia sociale rendono Atticus ai vostri occhi un uomo irresistibile. Cosa c’è di meglio di un avvocato con un cuore d’oro, un padre single premuroso e un difensore dei diritti civili? Non vi spaventa il fatto che il vostro uomo abbia un passato perchè il senso della famiglia vi porta ad apprezzare una persona che ha già costruito qualcosa in precedenza. Non siete propense a drammi e colpi di testa, ragion per cui preferite aiutare gli altri.

    Mr. Darcy, Orgoglio e pregiudizio: Siete donne sarcastiche e orgogliose della vostra pungente ironia.  Avete sempre bisogno di sfide e se andate troppo d’accordo con un uomo, questo viene subito considerato da voi solo come amico. Vi capita spesso di perdere la testa per persone non proprio raccomandabili. Questo perché le litigate c vi conducono a pensare che tra voi nascerà un sentimento profondo e indissolubile. Non è detto però che questo possa sempre accadere.

    Mr. Knightley, Emma: Segretamente hai sempre avuto una grande cotta per l’amico di tuo fratello maggiore o per il ragazzo più grande a scuola. Knightley ha l’aria distinta di un uomo più maturo, ma allo stesso tempo sembra ancora un vecchio compagno socievole. Gli anni in più gli danno la maturità che potrebbe mancare ai ragazzi della tua età. Con la vostra precocità, insomma, avete bisogno di un ragazzo con un po’ più di esperienza.

    Heathcliff, Cime tempestose: Sei attratta da uomini tormentati e anche pericolosi. Forse è solo la tua paura di cadere nella noia, forse è un desiderio segreto di essere la donna che cambierà la loro esistenza. Se riuscirete o meno nell’impresa, preferisci correre il rischio di essere catapultata nei loro tormenti piuttosto che trascinarti in una routine noiosa con un ragazzo più stabile. Ad ogni modo, cosa c’è di più romantico dell’amore di un uomo che per te esce anche un po’ fuori di testa?

    Dean Moriarty, Sulla strada: Sei anticonvenzionale e spensierata, oltre che rilassata nei confronti degli uomini. Fareste crollare senza pensarci troppo la vostra stabilità per partire all’avventura con un uomo affascinante e irraggiungibile, che è ancora alla ricerca del suo posto nel mondo.

    Rochester, Jane Eyre: Amate farvi tentare dal melodramma. Se uscite con un ragazzo gentile e carino, siete sicure che finirete per annoiarvi a morte. Preferite conoscere un uomo cupo e pensieroso che nasconde un tragico segreto. Con un Rochester come fidanzato, sarete sempre il centro di ogni serata tra ragazze. E ogni qual volta vi dirà di essere troppo tormentato per impegnarsi davvero con qualcuno, voi non potrete che amarlo ancora di più.

    Levin, Anna Karenina: Sei una tipa tranquilla e spesso ti sottovaluti, quindi guardi Levin come un tipo gentile. Apprezzi il suo buon carattere e il suo stile di vita semplice. Non hai visioni azzardate di passione e romanticismo. Vuoi solo stabilirti con un uomo gentile e premuroso e goderti gli appuntamenti.

    Quattro, Divergent: Autostima e padronanza di sé non sono caratteristiche solo da maschi. Siete ragazze piene di grinta, che si permettono di dire la loro in ogni occasione e pretendono dagli altri il rispetto che meritano. Essere trattate come bamboline di porcellana vi fa infuriare. Siete toste e indipendenti, ragion per cui ciò di cui avete davvero bisogno non è un protettore ma un degno compagno che sia capace di stare al vostro fianco e affrontare la vita insieme a voi.
    SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISABETTA MAURI  2018

    I protagonisti del seminario di Venezia

    Dal 23 al 26 gennaio 2018 si terrà a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore, il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, consueto appuntamento organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la Lettura. Nella giornata conclusiva, il 26 gennaio, interverranno sui rapporti tra gestione della cosa pubblica e mondo della cultura il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il Seminario è un atteso appuntamento in cui l’editoria italiana e internazionale si confrontano sul presente e sul futuro del libro.
    I lavori del Seminario prevedono l’intervento, a fianco dei manager delle principali catene librarie europee e dei vertici dell’editoria italiana, di figure professionali e di personalità di altri settori per ampliare con i loro contributi l’orizzonte del dibattito. L’intento – come sottolinea il comunicato di presentazione – è quello di “ridefinire e formare attraverso strumenti di analisi e conoscitivi sempre aggiornati la figura professionale del libraio che, senza perdere la sua identità di fondo, venga messo in condizione di riconoscere e anticipare i nuovi ritmi della produzione e della circolazione del libro”. Essere librai significa anche e soprattutto avere la capacità di trasmettere la curiosità e la sensibilità per un mondo fatto di storie che rimandano ad altre storie senza soluzione di continuità. Per essere librai non basta dunque essere delle persone colte o degli abili commercianti o dei manager accorti. Bisogna essere un concentrato di tutte queste qualità e la Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri ha l’ambizione di fornire a chi ha scelto questo mestiere gli strumenti tecnici, organizzativi e conoscitivi per muoversi con consapevolezza in un settore che oggi forse più di altri è in continua trasformazione. La Scuola, primo esempio in Italia, dal 1984 promuove un confronto fecondo all’interno dell’universo librario che non rimane circoscritto all’organizzazione e alla gestione del punto vendita, ma analizza tutti gli aspetti che riguardano l’attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione. Un laboratorio di sperimentazione e discussione che ha come centro il libro, il suo percorso, la sua trasformazione.

    PREMIO NONINO, ECCO I VINCITORI DELLA 43esima EDIZIONE

    La cerimonia di premiazione si terrà sabato 27 Gennaio 2018, alle 11.00, nelle Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, in provincia di Udine, in prosieguo delle celebrazioni per i 120 anni delle Distillerie Nonino. La Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, ha così assegnato i Premi Nonino Quarantatreesimo Anno: Premio Nonino Risit d'Aur (Barabatella d'oro 2018) a P(our). Nel nome, unione delle parole OUR e PURE, cioè nostro e puro, si sottolinea la missione del gruppo, che ricerca la “purezza” del prodotto, non contaminato, e del “nostro” inteso come passato condiviso in ogni angolo della terra.
    Tre sono i paradigmi imprescindibili di P(our): conoscenza, sostenibilità e crescita. Sette sono i giovani bartender che si sono lanciati nella non facile impresa di rilanciare i valori fondanti di ogni società, gli stessi alla base del Premio Nonino. Il loro progetto più significativo è PourProject Progetto Amazzonia, ideato per salvare l’Ajè Negro, una salsa fermentata di manioca amara, frutto di una cultura millenaria preparata dalle tribù indigene della Foresta fluviale amazzonica. Esploratori del passato, immersi nel presente e proiettati nel futuro, ogni anno, organizzano il Symposium, un incontro internazionale per affrontare e approfondire temi fondamentali della società, come la questione del Gender, anche nel settore della bartender community.

    Premio internazionale Nonino 2018 a Ismail Kadare. Poeta, romanziere, autore di saggi e sceneggiatore nato in Albania. Aedo innamorato e critico del suo popolo, tra realtà storiche e leggende, che rievocano grandezze e tragedie del passato balcanico e ottomano, ha creato grandi narrazioni. Esule a Parigi dal tempo della dittatura “per non offrire i suoi servigi alla tirannide”, ha rifiutato il silenzio, che è la metà del male, immergendo spesso il suo raccontare in mondi immaginari, divenendo testimone degli orrori perpetrati dal totalitarismo e dai suoi inquisitori. Ha fatto della tolleranza religiosa uno dei cardini della sua opera.

    Premio Nonino 2018 - Maestro del nostro tempo a Giorgio Agamben. Le sue indagini, sempre in cerca delle fonti, spaziano dal linguaggio alla metafisica e dall’estetica all’etica. Giorgio Agamben si definisce un epigono, considerate le sue intense esperienze con il fiorire del libero pensiero; costruisce sull’esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, una biopolitica e crea il concetto dell’Homo Sacer, un essere umano la cui vita è sacra, il che significa che può essere ucciso ma non sacrificato; traccia un’evoluzione, da un uomo antico che “poteva” a un uomo moderno che “vuole”, e si pone al di sopra sia delle leggi umane sia di quelle divine, aprendo la strada a un’età di olocausti. Per rendersi visibili, le società devono lottare fra due opposti principi: quello dei diritti legali e quello dell’anomia. Agamben spesso traduce la sua filosofia in pura poesia immersa nella natura; ascoltate la sua mirabile descrizione tratta dal suo ultimo libro, Autoritratto nello studio: “L’erba è Dio. Nell’erba – in Dio – sono tutti coloro che ho amato. Per l’erba e nell’erba e come l’erba ho vissuto e vivrò”.

    IN ITALIA I LETTORI CALANO ANCORA. ULTIMI DATI ISTAT
    In Italia i lettori di libri continuano a calare. Sono infatti disponibili gli ultimi dati Istat, che fanno riferimento al 2016, e che parlano di un calo: l’anno scorso i lettori (da sei anni in su) sono solo il 40,5% della popolazione, contro il 42% del 2015. Sono dunque solo circa 23 milioni gli italiani che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali. Solo il 14,1% degli italiani intervistati si annovera tra i “lettori forti”, avendo dichiarato di averne letti almeno 12 nell’ultimo anno (13,7% nel 2015). Leggono di più i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%) rispetto a tutte le altre classi di etàCome già si sapeva, l’effetto della familiarità è forte nell’abitudine alla lettura: legge libri il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 18 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 30,8% tra i figli di genitori che non leggono libri. Sempre secondo l’Istat, persiste il divario territoriale anche nella lettura.
    Come sintetizza l’agenzia Radiocor, legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (27,5%) mentre in quelle del Nord-Est si raggiunge la percentuale più elevata (48,7%). Altra conferma: le donne leggono di più. In particolare, il 15% delle donne dichiara di leggere in media un libro al mese contro il 12,6% degli uomini. La popolazione femminile continua quindi a mostrare una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 33,5% dei uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell’anno. Ancora un dato che si conferma, ormai da circa 20 anni: nel 2016 circa una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa (il 28,2% delle famiglie possiede non più di 25 libri e il 63,2% ha una libreria con al massimo 100 titoli). A proposito di dati già noti, anche nel 2016 la condizione economica delle famiglie di “non lettori” risulta relativamente peggiore rispetto a quelle dei lettori. Allo stesso tempo, cresce la produzione di libri, pari al 3,7%, con un’inversione di tendenza dopo due anni di calo. Sono circa 1.500 gli editori attivi censiti, che hanno pubblicato 61.188 titoli e hanno stampato quasi 129 milioni di copie. Cresce anche il mercato ebook, in particolare per la scolastica.
    CHIUSURA LIBRERIE: NON AMAZON, MA INDUSTRIA EDITORIALE
    Il gesto coraggioso di Edizioni e/o che rifiuta le condizioni di Amazon e si vede tornare indietro tutti i libri ha fatto emergere una dinamica che alla lunga uccide gli editori, eppure se le librerie chiudono più che del colosso americano, la colpa è proprio dell'industria editoriale.
    Quando un Davide sfida un Golia, almeno per chi scrive, è sempre una bella notizia. E a leggere il comunicato diffuso da Edizioni e/o il 21 dicembre, con il quale l'editore romano ha comunicato la sua decisione di non aver accettato le condizioni capestro imposte da Amazon, l'impressione deve essere molto simile a quella degli ebrei che videro il piccolo Davide avvicinarsi al gigante Golia con in mano una fionda e cinque sassi. Le accuse che e/o muove al gigante del retail online sono molteplici: vanno dalle condizioni di lavoro imposte ai dipendenti (se n'è occupata su queste stesse pagine la collega Lidia Baratta un annetto fa), alla concorrenza sleale verso le librerie indipendenti, dalla politica societaria “al limite del dumping” e dall'elusione delle tasse italiane fino a, per l'appunto, alle condizioni economiche esose imposte agli editori per vendere sulla sua piattaforma. Tutte accuse vere, tranne una, che è vera solo in parte. Sì, perché la relazione tra il successo di Amazon e la chiusura delle librerie indipendenti c'è, assolutamente, ma diamo a Golia quel che di Golia: Amazon c'entra relativamente. E il suo peso in questa dinamica non è comparabile ad altre cause che in questi ultimi due decenni hanno strangolato e reso asfittico il campo da gioco dei librai, soprattutto quelli indipendenti. Che le librerie in Italia stiano chiudendo è un fatto incontrovertibile. I dati dell'Aie parlano di un tasso di chiusura che negli ultimi anni è quasi del 30% — in questo articolo di Gea Scancarello per Business Insider trovate i dati relativi agli anni 2010-15 — e, seppur nell'ultimo biennio le mono-librerie abbiano fatto segnare numeri molto positivi e in crescita, questa dinamica purtroppo non si è di certo fermata.

    Di chi è la colpa se le librerie chiudono? La risposta non è molto piacevole, perché una parte e pure grossa della colpa di questo costante moria di librerie è dell'industria editoriale. Ma se Amazon c'entra poco, di chi è la colpa se le librerie chiudono? La risposta non è molto piacevole, perché una parte e pure grossa della colpa di questo costante moria di librerie è dell'industria editoriale. L'aumento dei volumi di produzione, arrivati ormai a dei livelli ingestibili — 66mila novità all'anno, permanenza sullo scaffale di poche settimane, meno di 100 copie di venduto medio —, la concentrazione della distribuzione nelle mani di un solo attore e ancora, la folle politica dei resi che sta creando una gigantesca bolla che prima o poi scoppierà in faccia a tutti. Sono queste le frecce che stanno dissanguando come un san Sebastiano il corpo dell'editoria italiana e il tessuto commerciale librario del nostro paese. Ricordiamo qualche numero: l'Italia è un paese in cui circa 6 cittadini su 10 non leggono nemmeno un libro all'anno; in cui circa il 20 per cento della popolazione — 13 milioni di persone circa — non ha accesso a una libreria; in cui la percentuale di lettori forti, vero business core dell'editoria in tutto il mondo, si abbassa sempre di più ed è ormai ridotta al lumicino. E purtroppo accusare di tutto ciò Amazon non serve. Ribadiamolo: la decisione di e/o è di quelle coraggiose, ma per fare in modo che non sia solo il sacrificio di un singolo che, disperato dall'esito della battaglia, va a morire cercando di portarsi dietro più nemici possibili, deve essere strutturato. Resistere ad Amazon è possibile. E anche vincere. Basta che ci decidiamo una volta per tutta a unirci prima che a dividerci; basta che cominciamo a progettare una resistenza invece che improvvisare una ribellione; che torniamo a lavorare come un organismo, tutti insieme e per il bene di tutti, piuttosto che come un'industria, in competizione gli uni con gli altri. Perché vendere libri non è uguale a vendere frigoriferi e nel farlo i librai sono ancora talmente più bravi di Amazon che se la sfida fosse realmente un campo di battaglia, contro l'arrogante Golia avremmo a disposizione un intero esercito di Davidi.

    "LA CAMERA AZZURRA" DI SIMENON ATTRAVERSO I TAROCCHI

    La scrittrice Maria Giovanna Luini alla formazione chirurgica affianca l’esplorazione dell’energia umana e dei suoi misteri. Allieva di Alejandro Jodorowsky, gioca con i Tarocchi per leggere la realtà: tutto è immagine ed emozione, libri compresi. Qui "rilegge" il romanzo di Simenon. Dei Tarocchi amo lo stupore, la sensazione che siano capaci di smontare i miei dubbi dimostrando di essere veri. Veri nel gioco, nella leggerezza ironica di un nulla che, proprio perché vuoto, crea ogni possibile pieno. Per La camera azzurra ho giocato con gli Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia restaurati da Jodorowsky e Camoin. Il Maestro che mi ha insegnato a intuirne la magia, li estrae da una tasca dei pantaloni ridendo e, suadente, propone: “Prendi tre carte”.

    Le regole dei Tarocchi sono semplici. Sono progressivi: non stanno fermi, iniziano da un passato e vanno verso un futuro tra i tanti possibili, è impossibile ridurli a un elenco rigido di significati. Un gioco di Tarocchi è un canto le cui parole vanno intese nel momento e nel luogo, e per la singola persona. Ci si serve degli Arcani per leggere l’interiorità e gli eventi, gli archetipi del momento e le teoriche evoluzioni: niente a che vedere con un’improbabile divinazione. La camera azzurra ha un tocco magico: senza mezzi termini la carta sotto il mazzo lo dichiara.
    È la Temperanza, caratteristica non propria di Simenon che permea la perfezione della scrittura di uno dei romanzi-romanzi più riusciti: è un Angelo con due coppe in mano, versa acqua (cioè emozione ed energia) da destra a sinistra e viceversa, è vigile e amorevole nella dualità terrena e divina (la veste per metà ha il colore rosso ma le ali sono azzurre).
    Quando la Temperanza esce, la protezione di un tocco magico è garantita: in questo caso la troviamo addirittura sotto il mazzo, la base di tutto il gioco. Per ribadire il successo dell’opera, l’Arcano chiamato “il suggerimento di Dio” e che si posiziona sopra gli altri è l’Imperatore: chi se non l’Autore? L’Imperatore è l’energia maschile che ha raggiunto la maturità: c’è ricchezza, c’è capacità di gestione e dominio dei propri strumenti creativi, c’è erotismo vivace, c’è il piglio del comando (lo scettro e lo scudo). “Eccellente lavoro, Georges”: con un piccolo ghigno questo Imperatore sussurra così. Dal passato al futuro vediamo quali Tarocchi commentino il percorso di vita del libro. Il passato: l’Eremita sta sopra il Giudizio Universale.
    L’Eremita è un uomo solitario ma potentissimo, cammina a ritroso e con la lampada nella mano destra indica la via ai tanti che lo seguono: nella sinistra ha un bastone rosso che lo radica a terra e gli conferisce un potere terreno, ma la mano è azzurra quindi connessa con la magia e l’intuito, il cosiddetto “divino”. È la solitudine dello scrittore e la sua capacità affabulatoria, reca la lampada che attrae e mostra la via ai lettori: si incammina a ritroso avendo come nucleo (sotto) nientemeno che la carta  definita “la rinascita al successo”. Il Giudizio Universale è resurrezione, la tromba dell’Angelo ha squillato: il successo è nel DNA del romanzo nel momento stesso della sua scrittura. Un’altra interpretazione attribuisce a Tony, il protagonista, il ruolo dell’Eremita: chi più solo di lui, che all’inizio della storia ha il Giudizio Universale nel corpo nudo, esausto e sensuale di Andrée e nelle sue domande che prefigurano una morte? Tony sa camminare solo indietro: immobile alla finestra asseconda le fantasie amorose dell’amante con l’indolenza incauta del solitario, mai realmente in contatto con la verità. Il presente: ecco che gli Arcani si infilano nella trama.
    Con gli Amanti è troppo facile, o forse no. In effetti “gli Amanti” è la carta più densa di mistero e domande senza risposta perché è amore, ma anche una relazione affollata, identità non chiare che agiscono spinte da sentimento e mai dalla ragione. Gli Amanti qui sembrano Andrée e Tony, e Gisèle è la terza figura. Cupido non sa dove scoccare la freccia, i ruoli e i desideri sono troppi e confusi: Tony non sa staccarsi dal corpo di Andrée ma non vuole abbandonare la pacata quotidianità con Gisèle. È la storia del mondo, il più classico dei tormenti, e la verità si nasconde in un altro significato degli Amanti: l’amore c’è, ma non è unico ed esclusivo. Tony ama due donne, e il Sole è la potenza di un fervore che, a volte, abbaglia. Il Sole indica la fortuna piena del romanzo, ma anche la violenza incendiaria dei sentimenti che possono togliere la vista, la mente, il giudizio. Il Sole scalda ma acceca. Sono consapevoli, i protagonisti, di ciò che sta per accadere?

    FORD, CIABATTI, HARUF: I LIBRI DEL 2017 DE "LA LETTURA"

    Alla sua sesta edizione, la Classifica di Qualità de la Lettura premia quest’anno come migliore libro del 2017 Richard Ford con Tra loro, edito da Feltrinelli. Secondo classificato è il romanzo di Teresa Ciabatti La più amata (Mondadori); terzo Le nostre anime di notte (NN Editore) di Kent Haruf.
    Tra loro di Ford (Jackson, Usa, 1944) racconta la storia dei genitori Parker e Edna, lui commesso viaggiatore e lei casalinga, che si sposarono nel 1928. Sedici anni dopo nacque il loro unico figlio, Richard. Il libro è uscito negli Usa il 2 maggio e in Italia il 18 dello stesso mese per Feltrinelli. Come sottolinea il comunicato, la giuria della Classifica di Qualità, presieduta da Marzio Breda, è quest’anno composta da 300 membri, redattori, collaboratori e amici de la Lettura: ciascun partecipante è stato chiamato a esprimere un massimo di tre preferenze tra tutti i libri usciti in Italia nel 2017.
    Il vincitore riceverà un’opera realizzata dall’artista Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940). La Classifica di Qualità è nata nel 2012 e nelle edizioni precedenti ha premiato Jonathan Safran Foer con Eccomi (Guanda), Claudio Magris con Non luogo a procedere (Garzanti), Donna Tartt con Il cardellino (Rizzoli), Joël Dicker con La verità sul caso Harry Quebert (Bompiani) e – alla sua prima edizione – Emmanuel Carrère con Limonov (Adelphi). L’edizione 2017 vede inoltre la nascita di una nuova iniziativa: la Classifica della Traduzione, che premia la qualità delle versioni dalle lingue straniere, raccogliendo i voti di 208 giurati presieduti da Antonio Ferrari. Il vincitore è Fabio Cremonesi per la traduzione di Le nostre anime di notte (NN Editore) di Haruf.
    Al secondo posto pari merito Susanna Basso per Nel guscio (Einaudi) di Ian McEwan e Martina Testa per La ferrovia sotterranea (Sur) di Colson Whitehead. Il vincitore Fabio Cremonesi riceverà un’opera del fotografo Franco Fontana (Modena, 1933). La top ten e tutti i libri votati in entrambe le Classifiche sono pubblicati – completi di autore, titolo e casa editrice, e preferenze ottenute – sul numero #315 de la Lettura, che riporta inoltre tutti i nomi dei giurati dell’edizione 2017.

    LIBRI CON TITOLI COMPLETAMENTE DIVERSI IN ALTRE LINGUE  

    La traduzione è un’arte sottile e delicata, specialmente quando si tratta di libri. In alcuni casi, ciò che funziona in una lingua non funziona in un’altra. I libri, infatti, vengono spesso pubblicati con titoli diversi nei vari paesi, in base a ciò che l’editore pensa che potrà attrarre i lettori. Nella traduzione francese della serie di Harry Potter, ad esempio, il secondo nome di Voldemort è stato cambiato da “Marvolo” a “Elvis” per far funzionare l’anagramma “I am Lord Voldemort”. Ma a volte è il titolo del libro che viene completamente cambiato perchè suoni meglio in una nuova lingua. Ecco a voi titoli di libri, stilati da Bustle,  molto diversi dalla loro stesura originale.

    “The Great Gatsby” (Il grande Gatsby) La Svezia è andata verso un’altra direzione con la loro traduzione di The Great Gatsby. La versione svedese si chiama En Man Utan Skrupler, o A Man Without Scruples. Ciò significherebbe che Gatsby sia un uomo senza scrupoli? Un appellativo un pò duro quello che gli editori svedesi hanno voluto dare al protagonista.

    “The Fault in Our Stars” (Colpa delle stelle) La traduzione in macedone di “The Fault in Our Stars" e che noi come conosciamo come “Colpa delle stelle” sarebbe “The World is not a Factory for Fulfilling Wishes”, ovvero “Il mondo non è una fabbrica per soddisfare i desideri” Un titolo che sicuramente ha una visione molto più pessimista del titolo originale di John Green.

    “Twilight” o “Fascination” La traduzione francese di “Twilight” è semplicemente intitolata “Fascination”. Probabilmente perchè voglia far riferimento al fatto che i protagonisti Bella ed Edward siano sicuramente affascinati l’uno dall’altra. D’altronde se ci si fa caso, in francese il resto dei libri della serie si chiama Tentation, Hésitation e Révélation. Parole che inducono a pensare che i titoli francesi siano in qualche modo molto più sessuali di tutti i contenuti dei libri in inglese.

    “Animal Farm” (La fattoria degli animali) La Francia ha optato per un percorso un pò meno elegante nella traduzione del titolo “La fattoria degli animali”di George Orwell. “Les Animaux Partout!” tradotto letteralmente in “Animali ovunque!”  di certo non fa pensare al titolo di un affascinante libro per bambini.

    “Catcher in the Rye” (Il giovane Holden) La traduzione russa di “Catcher in the Rye”  è stata un enorme successo in Unione Sovietica, anche se il titolo è stato letteralmente tradotto in “Over the Abyss in Rye”. Basti pensare al fatto che, nel 2008  Max Nemstov ha cambiatola traduzione del titolo in “Catcher on a Grain Field”, le persone erano sconvolte dal fatto che il nuovo titolo fosse sbagliato.

    “IL CONGIUNTIVO", LA CANZONE A FAVORE DELLA GRAMMATICA

    Lorenzo Baglioni è un ragazzo di trent’anni che dopo una laurea e un dottorato in matematica, si è dato a quello che potremmo definire il mondo dell’arte. Oltre a calcare i palchi teatrali di alcune città d’Italia, Lorenzo si è dato anche alla via del canto. Ed è seguendo questa strada e armato di sorrisi, che il video della sua “Il Congiuntivo”, da poco pubblicato in rete, vuole spronare i ragazzi una volta per tutte a un corretto uso del congiuntivo. Lorenzo aveva fatto parlare di sè già un anno fa, come ricorda il Corriere, con la canzone “Le leggi di Keplero”, canzone ritmica volta a spiegare le leggi dell’astrofisica. Ma questa volta “Il Congiuntivo” dopo essere diventato un video virale con oltre 900 mila visualizzazioni nell’arco di un solo giorno, sta puntando al festival della canzone nazional popolare sanremese. Per ora il brano ha superato i due livelli di selezione per “Sarà Sanremo”, l’anteprima del festival che si svolgerà in diretta il 15 Dicembre e dove verranno proclamati i giovani che passeranno le selezioni finali. Non solo musica e festival. Il brano, come spiega lo stesso Lorenzo, vuole dire basta al corretto uso della grammatica in un paese in cui ogni secondo vengono sbagliati 79 congiuntivi. Un testo il suo che ha attirato anche l’attenzione dell’Accademia della Crusca dalla quale Lorenzo ha ottenuto un riconoscimento. Con un post su Facebook, l’Accademia ha citato il cantante con gli hastag #LaCruscarisponde e #repetitaiuvant.

    SABATO 25 NOVEMBRE - INCONTRO CON L'AUTORE

    Sabato 25 novembre alle ore 15.00, in Saletta Lampertico: incontro l'autore Davide Vecchi e con il deputato Emanuele Cozzolino. letture di brani tratti da "Il caso David Rossi il suicidio imperfetto del manager Monte Paschi di Siena", e dibattito con il pubblico.
    Ingresso libero con posti limitati, prenotazioni: suicidioimperfetto@gmail.com.
    A seguire l'autore sarà nella nostra libreria a firmare le copie del suo libro.

    5 LIBRI PER FAR INNAMORARE I BAMBINI DELLA LETTERATURA

    Il dilemma è sempre lo stesso: “Lettori si nasce, o si diventa?”.
    Nessuno è mai riuscito a trovare risposta ma la questione, ancora oggi, divide moltissimo: gli appassionati di lettura che non si capacitano di come mai il numero delle persone che non leggono continuano ad aumentare, e dall’altra parte, i non-lettori che non comprendono cosa ci possa essere di cosi fantastico nel mondo dei libri. Sono state fatte molte indagini a riguardo e alcune hanno appurato che il fatto che molti adulti non leggono è da ricollocarsi ai tempi della scuola quando si veniva ‘costretti’ a leggere libri. Che sia vero oppure no, forse, come in tutti i rapporti, è solo questione di feeling. Magari bisogna trovare il libro giusto. Ecco alcuni libri che hanno fatto innamorare i bambini della lettura facendoli diventare, poi, grandi lettori in età adulta. E voi, vi ricordate qual è il vostro libro di esordio?

    CUORE di Edmondo De Amicis.
    Il libro, anche se ricco di quel buonismo tanto caro alla retorica risorgimentale, risulta scorrevole alla lettura e la motivazione è che il narratore è rappresentato da un bambino di scuola elementare che riporta in forma diaristica episodi separati tra loro, e dunque molto brevi e agevoli per chi si presta per la prima volta alla lettura, e di facile comprensione, per via del linguaggio adatto ai più.

    IL MAGO DI OZ di Lyman Frank Baum.
    Forse l’atmosfera sognante e fantastica o forse i personaggi che popolano questo romanzo sono le cause dell’enorme successo e degli innumerevoli apprezzamenti espressi.

    IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupéry.
    Un’opera che affronta temi importantissimi come il senso della vita, l’amicizia e l’amore, ma che grazie alle tenere immagini e grazie all’abilità dell’autore non risultano noiosi o di difficile comprensione. Le numerose allegorie della società moderna vengono adattate ad un linguaggio semplice immediato, capace di generare spunti di riflessione soprattutto negli studenti più piccoli. Un racconto fantastico che costituisce una sorta di educazione sentimentale.

    DIARIO DI UNA SCHIAPPA di Jeff Kinney.
    Questo romanzo per ragazzi racconta le disavventure di Gregory Heffley, un ragazzo di undici anni. E’ lo stesso protagonista a raccontare le sue sfortunate avventure in un diario che definisce “giornale di bordo”. Gregory ha un piano ben preciso, infatti, decide di scrivere il suo diario perché è sicuro che da grande sarà ricco e famoso, ed è anche sicuro che prima o poi verrà intervistato e dovrà rispondere a quelle noiose domande sull’infanzia  che i giornalisti rivolgono sempre  alle persone importanti.

    HUNGER GAMES di Suzanne Collins.
    Questo ciclo di romanzi di fantascienza è ambientato in Nord America in un futuro post apocalittico. In questo mondo malato, la protagonista del primo libro della serie si offrirà volontaria per partecipare alla settantaquattresima edizione dei giochi. Una trilogia distopica e appassionante, che ha incuriosito e intrattenuto tantissimi ragazzi di tutte le età.

    COSE CHE CAPITANO A CHI È ABITUATO A LEGGERE VELOCEMENTE

    Ci sono cose che capitano soprattutto a chi è abituato a leggere velocemente. Ogni “metodo” di lettura ha i suoi pro e i suoi contro: dal farlo lentamente al rileggere i volumi amati, fino al decidere di smettere quando un libro ci annoia.
    Ecco allora che Bustle elenca momenti positivi e negativi che chi ama leggere velocemente si trova ad affrontare.
    Le persone non credono che abbia davvero letto così tanto: capita, in particolare a chi è abituato a leggere velocemente da anni, che i suoi interlocutori non riescano a prendere sul serio il numero spropositato di libri che dice di aver divorato.
    Finisce di leggere per primo: a scuola chi è abituato a leggere velocemente è sempre il primo a finire. E per questo deve restare ad aspettare che anche gli altri abbiamo concluso.
    Qualche volta rischia di perdere i dettagli: chi legge velocemente, magari senza neanche accorgersene, salta qualche parola o sorvola alcuni dettagli che potrebbero invece essere ricordati da un lettore più lento.
    La sua casa trabocca di libri: ha bisogno di un grande numero di libri per tenersi occupato e questo, spesso, significa anche che possiede librerie stracolme di volumi.
    Ha un occhio speciale per gli affari: dai negozi di libri usati fino agli sconti in libreria e alle biblioteche, al lettore non sfugge nessuna possibilità di leggere di più spendendo di meno.
    Non si spaventa davanti ai “libroni”: raro che un lettore vorace si faccia intimorire da un volume di cinquecento pagine. Per chi legge velocemente non è difficile apprezzare perfino i classici più temuti per la lunghezza, o le serie composte da decine di volumi.
    Leggere velocemente gli ha risparmiato dello stress: e, soprattutto, per i lettori veloci che studiano non esiste il rischio di stressarsi per finire un libro in tempo per un’interrogazione o un esame.

    IL MAN BOOK PRIZE 2017 A GEORGE SAUNDES

    Il Man book Prize 2017 va a George Saunders con il romanzo "Lincoln nel Bardo", ispirato a un aneddoto sul presidente americano Lincoln. Ogni anno il Man Booker Prize premia la migliore opera in lingua inglese pubblicata nel Regno Unito e riconosce al vincitore 50.000 sterline oltre a grande riconoscimento, non solo in Gran Bretagna.
    L'opera ha sbaragliato gli altri candidati, annunciati nella shortlist il 13 settembre: 4321 di Paul Auster, History of Wolves di Emily Fridlund , Exit West di Mohsin Hamid, Elmet di Fiona Mozley, e Autumn di Ali Smith. Lo scrittore ha definito la sua scrittura frutto di un processo "irrazionale": “Un’opera d’arte si può vedere come un movimento in tre tempi: un giocoliere raduna i birilli, li lancia in aria e li acchiappa”. “Subito mi è apparsa l’immagine di Lincoln che tiene in grembo il figlioletto. A generare il romanzo è dunque stato un impeto. Avevo questa idea nella testa e ho cercato di resistere alla tentazione di scriverne, perché mi sembrava troppo difficile o forse troppo noiosa o troppo classica". Lincoln nel Bardo, è un unicum: ambientato in una sola notte, nel febbraio del 1862, mentre da un anno imperversa la Guerra Civile, narra di come il Presidente Abramo Lincoln venga scosso da una tragedia personale, quella della morte improvvisa del figlio undicenne, Willie. Il legame tra i due è talmente forte che il padre non può fare a meno di visitare la cripta per riabbracciare un’ultima volta il ragazzo. Il distacco sembra così impraticabile che il piccolo Willie resta bloccato nel Bardo, una sorta di limbo e la sua anima vaga per il cimitero di Georgetown popolato da fantasmi vittime dello stesso attaccamento alla propria esistenza terrena.

    TERAPIA DELLA LETTURA: QUANDO UN LIBRO CI "PARLA"

    IL POTERE TERAPEUTICO DELLA LETTURA E LE VOLTE IN CUI SENTIAMO CHE UN LIBRO CI STA "PARLANDO".
    Che la cultura in generale, e l’esercizio della lettura in particolare, abbiano un benefico influsso e siano spesso dei toccasana che ci rischiarano l’esistenza, è verità ben nota ai lettori “forti”. Si tratta di persone che hanno optato, per gusto, interesse o inclinazione naturale, per l’abitudine quotidiana e il contatto diretto con i libri, un momento irrinunciabile della loro giornata al quale pensare con un senso di gratitudine e di sollievo magari mentre si è immersi nel lavoro, come se si trattasse di un giardino segreto e personale che ci aspetta; una specie di dipendenza, si sostiene, senza effetti collaterali, anzi con ricadute senz’altro positive sull’equilibrio e sull’umore. Tuttavia talvolta sono le stesse circostanze della vita a spingerci verso i libri pur senza essere, di partenza, dei “lettori forti”, e a farci scoprire quanto essi possano contare nel nostro equilibrio mentale, anzi addirittura nel ricostruirlo.
    Sul sito americano Bustle, sempre all’avanguardia e attento alle tendenze e agli umori del mondo contemporaneo, si trova la toccante testimonianza di Alexandra Weis (“Alex”), giornalista e autrice, che ripercorre all’indietro il suo intenso rapporto con la lettura, non “sbocciato”, come succede a molti, durante l’infanzia oppure trasmessole dalla famiglia; piuttosto, sorto successivamente. Da ragazzina, scrive Alex, la sua libreria era piena dei libri tipici per l’adolescenza, da quelli sul primo amore ai manuali che insegnavano a farsi nuovi amici, ma non ce n’era nessuno che affrontasse tematiche relative alla morte e alla possibilità di incontrare il male e il dolore a qualunque età.
    Nel giro di sei mesi, tuttavia, la scomparsa di un suo carissimo amico teenager in seguito a un incidente stradale, e quella di una nonna molto amata, per malattia, la colmarono di angoscia e le scavarono dentro un buco nero di paure e di dilemmi esistenziali, per i quali non pensò di poter trovare un qualche conforto nei libri: nessuno avrebbe potuto capire quel che provava. Eppure, tempo dopo, per tentare di sentirsi meglio, la giovane Alex entrò in una libreria e acquistò dei libri in maniera del tutto casuale (fantascienza, problemi coniugali e così via), scoprendo, inequivocabilmente, e malgrado gli argomenti senza alcuna attinenza col suo stato d’animo, di sentirsi meglio. È dal quel giorno, confessa Alex, che non ha potuto più fermarsi, come se fosse stata illuminata da una grande verità: i libri non sono solo un intrattenimento o una fuga: servono per la stessa sopravvivenza. I libri aiutano in ogni caso: a guarire, a evolversi, a decidersi per una svolta, a diventare più consapevoli, a non sentirsi soli, a conoscersi meglio. “I libri, sostiene J. K. Rowling, “sono come specchi”, e comunque parlano sempre di noi.
    Anche se il nostro protagonista non vivesse esattamente le nostre vicende, la sua psicologia, i suoi dubbi, i suoi tentennamenti, le sue emozioni e il suo scavarsi dentro avranno, senza dubbio, dei punti in comune con il nostro travaglio, il nostro modo d’essere e di vivere una circostanza. E i libri, scrive ancora Alex, senza i quali non riesce più a immaginarsi, i libri che riassumono esperienze e ci mostrano quanto tutti noi siamo contemporaneamente attraversati da sentimenti contrastanti, impulsi, desideri e aspirazioni, ci insegnano a elaborare le emozioni; che ogni vita ha significato al di là della sua lunghezza o brevità – quel che conta è come si è vissuto – ; che esistono molteplici possibilità di ricominciare; che i percorsi da intraprendere sono infiniti; i libri ci spingono a trovare, ogni giorno, una ragione per sorridere, e per cercare il bene nel mondo. Soprattutto, ci insegnano che esistono molte cose per le quali vale la pena di vivere.

    #IOLEGGOPERCHÈ2017

    L'iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura, organizzata dall'Associazione Italiana Editori, fondata sulla passione dei lettori di ogni età ed estrazione è giunta alla terza edizione. Dopo i risultati raggiunti nel 2016, in cui le biblioteche delle scuole di tutta Italia hanno ottenuto in dono ben 124.000 LIBRI NUOVI per i loro studenti, #ioleggoperché riparte anche quest’anno con l’obiettivo di far crescere nuovi appassionati lettori. Da sabato 21 a domenica 29 ottobre 2017 tutti i cittadini potranno recarsi nelle Librerie aderenti e acquistare libri da donare alle Scuole iscritte a #ioleggoperché. La novità di quest’anno è che, oltre alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado (pubbliche e paritarie), anche le scuole dell’infanzia potranno partecipare all’iniziativa per promuovere la lettura tra i piccolissimi. 
    Non solo. Gli editori raddoppieranno i libri acquistati dagli italiani, mettendo a disposizione degli istituti un numero pari di volumi (fino ad un massimo di 100.000 volumi), suddividendoli secondo disponibilità tra tutte le scuole iscritte che ne faranno richiesta attraverso il portale.  L’obiettivo comune è di popolare di migliaia di testi le biblioteche degli istituti scolastici che avranno aderito al progetto e ne avranno fatto richiesta. I messaggeri di #ioleggoperché anche quest’anno sono il cuore pulsante dell’iniziativa, ognuno con la propria motivazione e la libertà di scegliere il grado di coinvolgimento, porteranno #ioleggoperché nelle librerie, nelle scuole, sul web e ovunque sarà necessario supportare e incentivare la raccolta. Portavoce dell’iniziativa, promotori di eventi, i Messaggeri  potranno,  dal 21 al 29 ottobre 2017, affiancare i librai nei punti vendita, diffondere l’iniziativa e consigliare i clienti donatori nelle loro scelte, incentivare le donazioni di libri per le Scuole. Per maggiori informazioni www.ioleggoperche.it Sono già tantissime le scuole che stanno organizzando eventi dal 21 al 29 ottobre in Libreria. Se sei una Scuola iscritta a #ioleggoperché2017, organizza dal 21 al 29 ottobre un evento insieme a una Libreria per promuovere la lettura e soprattutto per incrementare le donazioni alla tua biblioteca scolastica. Letture ad alta voce, incontri con l’autore, flash mob letterari, lezioni in libreria, gare di abilità, spettacoli o rappresentazioni musicali, installazioni in vetrina: non c’è limite alla fantasia! L’importante è iscriversi al contest insieme a una Libreria con cui hai stretto un gemellaggio, coinvolgere tante persone e aumentare così le donazioni di libri per la tua biblioteca! Le cinque Scuole che avranno organizzato gli eventi più originali e coinvolgenti riceveranno in premio un buono acquisto del valore di 2.000 Euro da spendere in libri per rifornire e aggiornare la propria biblioteca scolastica.

    Questi sono gli eventi che ci coinvolgono:

    Martedì 24 ottobre ore 16.00
    #ilFogazzarolegge

    Le fiabe non sono solo per i bambini, hanno sempre qualcosa da dirci...Il piacere di leggerle ed ascoltarle non ha età. I quattro indirizzi del Liceo hanno scelto fiabe/filastrocche/racconti brevi (e un oggetto simbolico) che li rappresenta e le leggeranno ad alta voce. Le scienze applicate si cimenterà con la fantascienza, le scienze umane con il latino e l'educazione, il LES con l'importanza dell'economia, il linguistico con letture in lingua (russo, tedesco, spagnolo e francese) e traduzione italiana. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale regalato da alcuni compagni che studiano anche al Conservatorio.

    Sabato 28 ottobre ore 10.30
    Lettori alla riscossa, Galilei G. di Arzignano

    Lettori alla riscossa. Contenuti e prospettive del decalogo dei “diritti imprescrittibili del lettore” Perché se a scuola si impara a leggere, nella scuola il più delle volte si diventa allergici alla lettura? Semplice: alcuni verbi non sopportano l’imperativo e leggere è proprio uno di questi. Gli studenti e le studentesse lo sanno bene, la lettura come obbligo (imposto da insegnanti e famiglie) ha quasi sempre come risultato quello di trasformare il libro in un macigno sul comodino. A partire dalle riflessioni contenute nell’intramontabile saggio di Daniel Pennac, COME UN ROMANZO, i ragazzi e le ragazze del "Galilei" cercheranno di scoprire cosa ne pensano lettori accaniti, lettori saltuari, lettori pentiti ma anche e soprattutto i non lettori. Che tipo di rapporto hanno con i libri? A quali cause lo riconducono? Chi davvero può definirsi Lettore? Se l’autore ha la libertà di scrivere, ha senso parlare di dovere di leggere? Non è forse anche quello di non leggere un diritto? Questo e molto altro ancora per promuovere la lettura come attività libera, individuale, come modo di essere, come atto d’amore che non chiede nulla in cambio. E per chi ama sentirsi "dire" le storie, c'è sempre la possibilità, in un angolo tranquillo, di ascoltare qualcuno che ce le legge.

    Sabato 28 ottobre ore 16.30
    RACCONTI IN TEATRO, Inf. "Sacro Cuore" Barbarano

    Hai mai assistito ad un racconto con l'uso del teatrino Kamishibai? Allora questa è l'occasione giusta da non perdere. Bambini della scuola dell'Infanzia e del primo anno della scuola Primaria venite in libreria ad assistere al racconto di due bellissime storie. La prima, liberamente tratta dal testo di Isabelle Carrier "IL PENTOLINO DI ANTONINO", racconta di un bambino speciale e ci insegna che cosa sia l'INCLUSIONE. Saranno proprio le voci dei bambini della scuola dell'Infanzia "Sacro Cuore di Ponte di Barbarano Vicentino a scandire i tempi di questa prima narrazione. Il secondo racconto, liberamente tratto dal libro "SONO IO IL PIU' FORTE" di Mario Ramos, parla di un lupo molto ma molto PREPOTENTE che spadroneggia per tutto il bosco, finché un bel giorno succede che...che cosa? Corri in libreria sabato 28 ottobre alle ore 16.30 e lo scoprirai...Ti aspettiamo!!!

    IL PAPA, UMBERTO ECO, DONNE 

    A Francoforte si compra italiano.
    I nostri editori alla Buchmesse confermano la tendenza. I titoli di punta sono il libro del Pontefice e un volume del semiologo Eco. La novità è l’interesse per le nostre scrittrici. Gli editori presenti alla Buchmesse confermano la tendenza registrata dall’Aie per l’anno scorso: continua l’interesse per i libri italiani all’estero. Anzi sembra in crescita, oltre l’11% di diritti venduti dichiarato dall’Associazione editori. A dare il via fu, anni fa, il noir italiano (Camilleri, Lucarelli, De Cataldo, Manzini, Carlotto, Malvaldi), venduto bene in Germania e Francia. E che oggi continua ad avere i suoi successi.

    Padri nostri.
    In un bilancio della Fiera, il primo posto spetta a papa Francesco: Image Books del gruppo Random House Penguin ha appena acquistato i diritti mondiali per la versione inglese del Padre nostro di papa Francesco, coedizione Rizzoli-Libreria Editrice Vaticana, in uscita in Italia il 23 novembre. Il Pontefice commenta versetto per versetto la preghiera che Gesù regalò ai suoi discepoli, convinto com’è che anche oggi abbiamo bisogno di imparare a pregare. Un altro nome ecumenico, internazionale, è quello di Umberto Eco. Per il suo Sulle spalle dei giganti (La nave di Teseo, in uscita il 19 ottobre) si sono già mossi 12 editori, circa gli stessi che negli anni avevano pubblicato i saggi Storia della bellezza, Storia delle terre e dei luoghi leggendari eccetera. Il libro postumo (Eco morì nel febbraio 2016) raccoglie le 12 lezioni tenute al Festival della Milanesiana dal 2001, con le illustrazioni scelte dallo stesso Eco.

    Cercando un’altra Ferrante.
    La «novità» sul mercato internazionale sono le donne. Forse, si sente dire in giro, nella speranza di trovare un’altra Elena Ferrante, che ancora oggi è presente nelle classifiche. Ilaria Tuti, Paola Peretti e Letizia Pezzali — assolute debuttanti le prime due, la Pezzali è invece al secondo romanzo — sono per la fiction i veri casi italiani della Buchmesse 2017. Per tutte e tre si sono scatenati gli acquisti stranieri già prima dell’inizio: i diritti di Fiori sopra l’inferno di Ilaria Tuti (esce da Longanesi a gennaio) sono già stati venduti a Spagna (Alfaguara), Germania (Penguin Vlg) e Francia (Laffont). «Publisher Weekly» l’ha segnalato come uno dei libri caldi della Fiera e ieri l’inglese Orion se n’è aggiudicata i diritti. Noir ambientato in Friuli, nei luoghi dove vive la scrittrice, racconta la caccia a un serial killer condotta dal commissario Teresa Battaglia, una donna sola, coraggiosa e all’apparenza molto dura, che però scopre di soffrire dei primi sintomi di una malattia devastante. I diritti mondiali de La distanza tra me e i ciliegi di Paola Peretti (Rizzoli, autunno 2018) se li è aggiudicati la Hot Keys Books, settore libri per ragazzi del gruppo inglese Bonnier Publishing. È la storia di Mafalda, 9 anni, che sta diventando cieca. Anche la scrittrice ha dichiarato di essere affetta da cecità progressiva. Sette Paesi, infine, hanno comprato La lealtàdi Letizia Pezzali (Einaudi Stile libero, gennaio 2018), fra cui la Spagna, Alfaguara. Siamo nel mondo della finanza, delle banche d’affari di Londra dove lavora Giulia, la protagonista. Nei mesi della Brexit Giulia torna a Milano e ricerca l’uomo sposato per cui molti anni prima aveva nutrito una fortissima ossessione erotica. Forse vuole trovare una conclusione di quell’amore impossibile, di certo dovrà provare passione e dolore, quei sentimenti umani che il mondo dei broker non conosce. Le signore di Hitler. Ancora donne: L’Arminuta (Einaudi) di Donatella Di Pietrantonio, premio Campiello 2017, è già stato venduto in 10 Paesi. Infine, un record: il nuovo romanzo di Rossella Postorino (Feltrinelli, ancora senza titolo: racconta le vicende delle «assaggiatrici» di Hitler), è stato acquistato in Spagna, Francia, Olanda e in America che ha pagato 125 mila euro sull’«assaggio» di solo 14 pagine.

    LA MARATONA REGIONALE DI LETTURA DEL 29 SETTEMBRE 2017

    #ilvenetolegge
    In un paese in cui solo quattro italiani su dieci leggono un libro all’anno, che si trova agli ultimi posti delle classifiche internazionale per i consumi culturali e in un contesto sociale in cui gli indicatori economici dicono costantemente che la crescita economica è in stretta relazione con gli indici di alfabetizzazione (anche informatica), educare alla lettura e promuovere un rapporto armonioso con i libri e più in generale con la parola scritta diventa necessario.

    L’educazione alla lettura ha come fulcri la famiglia e la scuola che sono sollecitate a far incontrare i libri fin dalla primissima infanzia, le biblioteche e le librerie. Accanto all’azione continuativa di scuole e biblioteche e librerie è importante promuovere anche alcuni eventi che possano raggiungere un pubblico più ampio, nell’idea di incidere sull’immaginario che vede ancora la lettura come sinonimo di pesantezza, noia e retaggio scolastico. I singoli eventi però si risolvono nell’arco effimero del loro svolgimento e spesso non riescono ad incidere sulle statistiche. C’è bisogno di manifestazioni che possano unire una visibilità a livello sociale e mediatico, ma che diano anche continuità all’azione di promozione della lettura esistente, consolidando le abitudini di lettura dei cittadini. Tra gli eventi praticati di più in questi anni ci sono senz’altro i festival, kermesse che vedono al centro gli incontri con autori ed editori, organizzati per rassegne tematiche o generalisti. In Italia esiste una piccola tradizione di maratone letterarie in cui nell’arco di una giornata si legge un libro collettivamente, spesso coinvolgendo insieme attori e lettori improvvisati in una kermesse festosa.

    Maratona di lettura – Il Veneto legge che si svolgerà il 29 settembre su tutto il territorio regionale, vuole partire da queste esperienze per cercare una formula originale che dia continuità all’azione simbolica della maratona. L’idea è quella di provare a veicolare una campagna di promozione della lettura che abbia come centro, come punto d’arrivo l’evento maratona, ma che possa coinvolgere per un anno il territorio regionale. Scuole, biblioteche e librerie organizzeranno per il 29 settembre reading, aperitivi, incontri con l’autore, giochi… eventi che abbiamo come tema i libri selezionati. Scegliere un libro non è semplice, un libro che possa essere letto con piacere da pubblici diversi, che abbia un autore significativo, una tematica avvincente. La proposta è caduta su libri di autori veneti o di ambientazione veneta: il legame con il territorio aiuta a sentirsi più coinvolti in un'avventura collettiva. Un progetto che ha per protagonista il libro, attorno al quale si cercherà di creare una comunità allargata di lettori. Il programma di Vicenza, che coinvolgerà studenti di ogni scuola di ordine e grado prevede un'invasione del territorio: gli alunni con i loro libri saranno impegnati a leggere anche per i passanti, poi si raduneranno per un Flash Mob davanti a Palazzo Chiericati, quindi continueranno in fila lungo Corso Palladio per giungere in Palazzo Cordellina presso la Biblioteca Bertoliana e concludere la manifestazione.
    Lungo il percorso incontreranno le librerie del centro storico, che accoglieranno alcune classi ma soprattutto raccoglieranno gli slogan e le citazioni dai libri preferiti dagli alunni. Lo slogan e la citazione ritenuti più accattivanti saranno esposti in libreria, i primi 3 slogan selezionati verranno premiati.

    ROMANZI DISTOPICI: DAI CLASSICI AI CONTEMPORANEI

    Quando si parla di romanzi distopici la scelta è ampia, e non mancano i classici del genere, per riflettere sul presente e il futuro e per capire meglio le origini di una diramazione della letteratura che sta tornano al centro dell’attenzione. Negli ultimi anni, infatti, si è vista la rinascita delle distopie, soprattutto grazie a serie di romanzi poi trasformate in serie tv e film di successo (qui ne abbiamo raccolti alcuni pubblicati di recente). Quali sono, quindi, i grandi classici della distopia che non possono mancare nella libreria di un lettore? E quali alcuni tra i migliori romanzi distopici contemporanei?

    Ecco una selezione (i titoli qui di seguito non sono proposti in ordine di importanza e questa lista non ha la pretesa dell’esaustività). Alcuni classici (e non solo) della distopia…

    Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (1953) Scritto nel 1953 e ambientato nel 1960 (e portato al cinema dal grande regista francese François Truffaut), racconta di una società in cui è proibito possedere e leggere libri. Per contrastare le numerose effrazioni, i vigili del fuoco sono incaricati di bruciare i volumi…

    Arancia Meccanica di Anthony Burgess (1962) Pietra miliare del genere, narra le vicende di Alex, adolescente disadattato ma più intelligente della media, che trascorre il tempo compiendo reati e della “cura Ludovico” che gli viene applicata in carcere per redimerlo dai suoi delitti. È stato portato al cinema da Stanley Kubrick.

    1984 di George Orwell (1949) Il partito socialista ha preso il potere e il Grande Fratello controlla che ogni cittadino rispetti le regole del regime totalitario che è stato istituito. Siamo nel 1984, gli oceaniani odiano i dissidenti, sono dissuasi dal pensiero libero e idolatrano il regime.

    Il mondo nuovo di Aldous Huxley (1932) La produzione in serie è applicata anche alle nascite nel nuovo mondo, appena liberatosi dopo una guerra decennale. La comunità è divisa in caste, le famiglie sono ormai superate e fin dal concepimento ogni individuo è sottoposto a un condizionamento psicofisico.

    La strada di Cormac McCarthy (2006) Il mondo come lo conosciamo è tramontato, non restano che terre inospitali e gelide. Un padre e un figlio percorrono la strada verso sud per scampare all’inverno (l’opera è diventata anche un film, da cui è stata tratta l’immagine in copertina all’articolo).

    Il racconto dell’Ancella di Margaret Atwood (1985) Ritornato in auge negli ultimi tempi (è stata tratta una serie tv di successo), il romanzo è ambientato nella teocrazia di Gilead, dove le donne ancora fertili sono ancelle incaricate di generare i figli della classe dirigente, le cui mogli sono ormai sterili.

    Il complotto contro l’America di Philip Roth (2004) Entra in gioco l’ucronia. Cosa sarebbe successo se i nazisti avessero vinto la Seconda Guerra Mondiale e l’America fosse una colonia tedesca…

    La svastica sul sole
     di Philip K. Dick (1962) Altra ucronia, sempre sulla Seconda Guerra Mondiale, quella del grande maestro della fantascienza: Hitler è al potere e tutto il mondo è il suo Reich.

    Il signore delle mosche di William Golding (1954) L’infanizia è davvero l’età dell’innocenza? Violenze e soprusi nella società di ragazzini scampati a un disastro aereo su un’isola paradisiaca dopo.

    Sottomissione di Michelle Houellebecq (2015) E se l’Europa e tutto l’Occidente fossero ormai al capolinea e l’Islam prendesse il potere anche nell’Antico Mondo?

    La macchina del tempo di H. G. Wells (1895) Grazie a una macchina del tempo un inventore dell’Ottocento finisce in un futuro in cui le viscere della terra sono abitate da strani esseri notturni…

    Le meraviglie del Duemila di Emilio Salgari (1907) Un viaggio nel tempo porta due scienziati nel Terzo Millennio, in una società super tecnologica, ma i cui abitanti sono alienati.

    Il cerchio di Dave Eggers (2013) Oltre 1984 di Orwell. Oltre le polemiche sulla privacy che coinvolgono i nuovi giganti della rete… L’inquietante romanzo di Dave Eggers è diventato anche un film (poco riuscito…)

    Fiori per Algernon di Daniel Keyes (1959) Grazie a una nuova cura è possibile rendere intelligentissimo un uomo, ma quali sono gli effetti collaterali di un tale acume?

    Da poco in libreria The Store, il thriller distopico di James Patterson:cosa significa lavorare per un’azienda fantastica e super tecnologica? I due protagonisti ne conoscono tutti i lati negativi e in segreto li stanno raccogliendo in un libro….

    Ragazze elettriche 
    di Naomi Alderman Cosa succederebbe se le donne avessero un super potere capace di sbaragliare gli uomini?

    I CLASSICI CHE POSSONO ANCORA CAMBIARE IL MONDO

    I libri, se non altro quelle opere che si meritano il nome di classici, da sempre sono un nutrimento per l’anima, e in certi casi possono anche rivelarsi utili per nutrire i corpi o comunque per aiutare a vivere una vita più dignitosa. È quanto ha sperimentato lo scrittore e critico Alessandro Zaccuri nei suoi incontri pubblici, intitolati “Come non letto”, che sanciscono una positiva alleanza tra letteratura e solidarietà. Basta avere un concreto progetto di assistenza per i bisognosi, beni (non soldi) da raccogliere e un libro di cui parlare: Zaccuri racconta e interpreta, il pubblico porta in cambio la sua offerta materiale. “Come non letto è nato così”, ma adesso è cresciuto a sua volta in un libro (10 classici +1 che possono ancora cambiare il mondo, Ponte alle Grazie), i cui diritti saranno devoluti all’Associazione Nocetum di Milano.

    Suddiviso in dieci capitoli più uno, affronta altrettanti capolavori della narrativa, soprattutto grandi romanzi dell’Ottocento, individuandone le rispettive tematiche fondamentali: il sogno per Don Chisciotte, la vendetta per Il conte di Montecristo, il mistero per Moby Dick, il male per Dracula e così via. Offre in questo modo un’originale chiave di lettura e suggerisce impreviste prospettive per accostarsi alle opere, e intanto incoraggia il lettore a darne una propria interpretazione (e ovviamente a leggerle o rileggerle). La grande letteratura dimostra di non solo per il piacere del singolo lettore, ma per il bene della società nel suo complesso. E se anche non vogliamo più chiamarla “impegnata”, resta capace di dare il suo piccolo contributo per rendere il mondo un posto migliore. Ecco i libri “analizzati”: Don Chisciotte: il sogno,Robinson Crusoe: il mondo,Oliver Twist: la città,I Promessi Sposi: l’Italia, Il conte di Montecristo: la vendetta, Moby Dick: il mistero, I miserabili: la giustizia, Guerra e pace: la storia, L’idiota: la santità, Dracula: il male, +1. La vita istruzioni per l’uso: il destino.

    TENDENZA ASIA IN LIBRERIA

    Era il 2009: nel panorama editoriale italiano si affacciava una nuova piccola casa editrice, Metropoli d’Asia, fondata da Andrea Berrini con l’intento di proporre romanzi contemporanei provenienti dai paesi asiatici. Meno di dieci anni fa, evidentemente, non erano molti gli scrittori (ad eccezione dei tanti classici e dei pochi autori contemporanei di fama, compresi la giapponese Banana Yoshimoto , e Haruki Murakami (altro bestseller giapponese, in odore di Nobel) tradotti in italiano. A fare eccezione era principalmente la letteratura indiana, già allora apprezzata da editori e lettori nostrani. Oggi le cose sembrano cambiate, e negli scaffali delle nostre librerie il numero di libri contemporanei (narrativa, ma non solo) provenienti dal vasto continente asiatico appare in significativa crescita.

    Dalla Corea del Sud alla Cina, dal Giappone all’Indonesia, anche le grandi case editrici guardano con attenzione alle produzioni editoriali di questi paesi. All’ascesa economica del continente asiatico si associa anche una crescita editoriale, e una maggiore attenzione da parte dell’editoria occidentale. Non si tratta di una tendenza solo italiana: anzi, da noi si avverte meno che altrove, soprattutto nei piani alti delle classifiche, se si escludono i “soliti” pochi (per ora?) nomi. Non va però dimenticato il fatto che molti degli autori pubblicati sono nati, o si sono trasferiti da piccoli, negli Usa o in Europa e, a volte, non scrivono nella loro lingua d’origine.

    Gli esempi che si possono fare sono diversi, e ci limiteremo a indicarne solo alcuni: in questi giorni Marsilio pubblica La bellezza è una ferita dell’indonesiano Eka Kurniawan, libro finalista al Man Booker International Prize: una fiaba nera, in cui i generi si ibridano, che ripercorre gli eventi che hanno segnato il ‘900 nell’isola di Giava. Kurniawan, che ha scritto romanzi, racconti, saggi, sceneggiature e graphic novel, è considerato uno dei più originali autori del Sud-est asiatico. Dopo aver fatto molto parlare con La vegetariana (opera vincitrice del Man Booker International Prize), Han Kang (nata nel 1970 a Gwangju, in Corea del Sud, e che con la sua famiglia si è trasferita a Seoul nel 1979, pochi mesi prima del massacro del maggio 1980) torna in libreria con Atti umani, sempre proposto da Adelphi, un romanzo in cui fa i conti con la pagina più cruenta del recente passato coreano. “Non mi sento di appartenere a Seoul, ma neanche agli Usa. Il mio bagaglio culturale oscilla tra l’Occidente e l’Oriente”, ha spiegato Krys Lee, coreana-americana, autrice del romanzo Come siamo diventati nordcoreani (Codice),. Lee è nata a Seul in una tradizionale famiglia coreana. Aveva all’incirca quattro anni quando i suoi fuggirono negli Stati Uniti. Restiamo in Corea, ma cambiamo genere: La guardia, il poeta e l’investigatore (Sellerio) di Jung-myung Lee (che con questo libro in patria ha venduto oltre un milione di copie, e che da noi è stato finalista al premio Bancarella 2017), è un romanzo ambientato in un campo di prigionia giapponese durante la seconda guerra mondiale: al centro della trama un omicidio, un’intricata cospirazione, due guardie, un giovane poeta e i suoi versi clandestini.
    Dello stesso autore nel 2016 Frassinelli ha pubblicato La regola del quadro. A proposito di autori asiatici, sempre Sellerio nel 2014 ha pubblicato Le tre sorelle del cinese Bi Feiyu: scandito dai proverbi di Mao, dal ritmo della vita dei campi giustapposta alla frenesia delle grandi metropoli, il libro racconta la storia di tre donne che cercano di cambiare il proprio destino. Restiamo in Cina: è in uscita per Feltrinelli Ilsettimo giorno, nuovo romanzo di Yu Hua, classe ’69, una critica alle contraddizioni del capitalismo socialista: in un Paese dilaniato dal potere e dalla politica, ogni cosa e ogni strada possono avere una sola via di fuga, l’amore, inteso in tutte le sue forme.

    A inizio ottobre sarà in libreria per Ponte alle Grazie La famigliaWang contro il resto del mondo di Jade Chang, saga familiare ambientata tra la Cina e gli Usa, che ricorda le atmosfere di Ogni cosa è illuminata di Foer e del film Little Miss Sunshine. L’autrice, asioamericana, è al suo (già apprezzato oltreoceano) debutto letterario. Giornalista, Chang è stata anche editor di Goodreads. Quando si parla di letteratura cinese contemporanea non si può non citare Mo Yan, premio Nobel per la Letteratura nel 2012, i cui libri sono pubblicati in Italia da Einaudi: l’ultimo è stato Quarantuno colpi, nei mesi scorsi. Memorie di un’orsa polare, che sarà in libreria per Guanda a metà ottobre, segna il debutto italiano della scrittrice giapponese Yoko Tawada. Tre generazioni di orsi polari sono gli inusitati protagonisti del libro, in cui il realismo e la favola si fondano. Tawada è nata a Tokyo nel 1960, si è trasferita ad Amburgo a 22 anni e quindi a Berlino nel 2006. Scrive sia in giapponese sia in tedesco e ha pubblicato numerosi (premiati) libri, di narrativa, poesia e saggistica, in entrambe le lingue.
    Il romanzo Il giovane robot (in uscita per e/o) è ispirato alle vita del suo autore, il giapponese Sakumoto Yōsuke, colpito appena maggiorenne da una forma di schizofrenia. Nella sua lotta con la malattia si avvicina alla scrittura, fino alla pubblicazione de Il giovane robot, un bestseller nel paese del sol levante. Protagonista del libro è l’adolescente Tezaki Rei, un robot in incognito progettato per portare felicità agli esseri umani.

    Sono moltissimi i filippini che scelgono di emigrare verso il Medio Oriente, gli Stati uniti o l’Europa in cerca di un futuro migliore: nei nove racconti di Famiglie ombra (Racconti edizioni), Mia Alvar, che ha vissuto un’esperienza simile, descrive le loro storie. L’autrice, nata a Manila, capitale delle Filippine, è cresciuta in Bahrein e si è poi trasferita negli Stati Uniti. I suoi racconti d’esordio sono stati scritti in inglese. Da segnalare anche il lavoro della casa editrice Atmosphere, che nella collana Asiasphere propone narrativa classica e contemporanea, con titoli come Ritorno a casa, della giornalista e scrittrice indonesiana Leila Salikha Chudori, e Stella stellina, della giapponese Ekuni Kaori. Dalla narrativa alla poesiaCielo notturno con fori d’uscita (pubblicato dalla Nave di Teseo) raccoglie 35 poesie di un giovanissimo autore vietnamita, emigrato negli Usa ancora bambino: Ocean Vuong, classe ’88, vincitore del Whiting Award con la sua antologia d’esordio, apprezzato dai critici, racconta nei suoi versi il Vietnam dilaniato dalla guerra e dal comunismo, ma anche l’intolleranza nella quotidianità di New York, come pure l’omosessualità. Passando rapidamente ai graphic novelBao Publishing ha appena fatto debuttare una collana dedica al fumetto cinese moderno (i primi libri in uscita sono stati I racconti dei vicoletti di Nie Jun e Reverie di Golo Zhao). Come logo è stato scelto l’ideogramma Bao, che in cinese significa “tesoro”. In questo contesto va citata la collana “Asia” dell’editore Add, che “propone storie e saggi per avvicinarsi a regioni del mondo che stanno vivendo una trasformazione accelerata e travolgente”. Il progetto, curato da Ilaria Benini, ha visto la pubblicazione, tra gli altri, de Il tempo del Partito, secondo volume di Una vita cinese, trilogia in cui l’artista Li Kunwu racconta la sua vita, firmando i disegni co-sceneggiati da P. Ôtié (il terzo e ultimo volume sarà in libreria a fine anno) e il saggio Myanmar. Dove la Cina incontra l’India, dello storico birmano Thant Myint-U. Spostandoci alla varia, Vallardi negli ultimi anni ha puntato molto sul Giappone: dai bestseller di Marie Kondo (Il magico potere del riordino e 96 lezioni di felicità) a libri come Manuale di un monaco buddhista per abbandonare la rabbia e  Lo zen e l’arte di mangiar bene, per fare solo due esempi. E altre novità nipponiche sono in arrivo…5.Lo sguardo dell’editoria nostrana non è più rivolto quasi esclusivamente a Occidente.

    PERCHÉ "LOVE OF MY LIFE" DI FREDDIE MERCURY È POESIA

    Avrebbe compiuto 71 anni Freddie Mercury. Il celebre cantautore britannico leader dei Queen è nato il 5 settembre 1946 a Zanzibar. Amato da intere generazioni per il talento vocale e la sua esuberante presenza scenica sul palco, è considerato uno dei più celebri e influenti artisti nella storia del rock. Di lui si ricordano pietre miliari della musica mondiale come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions.

    Per ricordare la sua vena poetica, il romanticismo e la dolcezza della sua opera musicale, vogliamo analizzare il testo di “Love of my life”, singolo uscito con l’album Live Killers dei Queen del 1979. La versione più celebre non è l’originale del disco A Night at the Opera del 1975, ma è la versione live cantata nel concerto svoltosi a Francoforte in Germania durante il Live Killers Tour.

    L’APPELLO – “Amore della mia vita – mi hai fatto male / Mi hai spezzato il cuore e ora mi lasci / Amore della mia vita non riesci a capire”. Inizia con uno straziante appello alla propria amata la prima strofa del brano.
    Versi di un amore perduto la cui emozione e dolcezza sembrano molto vicini ad alcuni versi del repertorio poetico classico. Insicurezza, dolore e disperazione vengono tramutati in musica e parole da Freddie Mercury. Appello straziante ripreso anche nella seconda strofa “Amore della mia vita, non lasciarmi / Hai preso il mio amore, e ora mi abbandoni” e rinforzato dal coro “Riportalo, riportarlo / Non portarlo via da me, perché non lo sai, cosa significa per me”.
    AMORE INFINITO – Un appello a riavere indietro quella persona che dà significato alla sua vita e al tempo stesso una promessa d’amore incondizionato quello che il cantautore britannico canta nella terza strofa “Ricorderai / Quando questo sarà finito / E ogni cosa sarà andata / Quando invecchierò / Sarò lì al tuo fianco per ricordarti quanto ti amo ancora – ti amo ancora”. Versi emozionanti che parlano di un amore forte e duraturo, che va ben oltre le “volontà terrene” dei due amanti.
    “Love of My Life” ha rappresentato uno dei capisaldi del gruppo nei concerti con ampia partecipazione del pubblico, durante i quali spesso musica e voce si fermavano per lasciar spazio al solo canto del pubblico. In molti attribuiscono la dedica di questi versi da parte di Freddie Mercury a Mary Austin, per molti l’unico e vero “amore della vita” del leader dei Queen, un vero e proprio punto di riferimento per lui, tanto da confidare per prima a lei la propria malattia e da assegnarle la gestione delle proprie ceneri con collocazione in un luogo segreto al pubblico.

    IL DJ BOOK TEAM PER PROMUOVERE LA LETTURA SUI SOCIAL

    Nel 2016 in Italia quasi 6 persone su 10 e non hanno letto nemmeno un libro. Un dato allarmante se si considerano le conseguenze sociali e civiche di una Nazione che ha pure uno dei tassi di scolarizzazione più bassi al mondo. Da qui l’idea di formare un vero e proprio team di 11 DJ italiani, i quali hanno deciso di scendere in campo mettendoci la faccia e utilizzando le loro doti migliori, ovvero voce e parole, per sostenere la lettura in maniera pop e originale. Il tutto utilizzando Facebook, il canale social più diffuso al mondo.

    L’iniziativa che prende il nome di “DJ4BOOKS” (con l’hashtag dedicato #DJ4BOOKS), campagna social firmata Libreriamo, la piazza digitale di chi ama la cultura e sostenuta da CEPELL, ALI , AIB e Triboo Media, vede impegnati Rudy Zerbi, Laura Antonini e Sarah Jane di Radio Deejay, Ringo di Virgin Radio, Mauro Coruzzi alias Platinette di RTL 102.5, Rosaria Renna di Radio Monte Carlo, Daniele Battaglia di Radio 105, Petra Loreggian di RDS, Betty Senatore  e Giancarlo Cattaneo di Radio Capital e Fabio Marelli di Discoradio. “La Radio e i DJ sono un veicolo straordinario per la comunicazione – afferma Saro Trovato, fondatore di Libreriamo – soprattutto in occasione della stagione estiva. Ecco perché abbiamo chiesto ad alcuni dei principali DJ italiani di dare il loro contributo per sostenere un fine sociale così importante, qual è appunto il leggere. Uno Stato che legge poco può avere gravi problemi sociali e sociologici, primi fra i quali la mancanza di senso civico e poco senso della legalità. Non solo, una nazione che legge poco, in genere, si caratterizza anche per una carenza dal punto di vista dello sviluppo economico. Guarda caso, l’Italia sembra manifestare in pieno questi problemi.”

    Ma come si svolge l’iniziativa? Ogni DJ ha realizzato un proprio video-annuncio sull’importanza e sull’emozione per la lettura e per i libri. Tutti coloro che si collegheranno sul canale Facebook di Libreriamo e andranno sulla pagina evento legata all’iniziativa potranno sostenere i video preferiti semplicemente mettendo “Mi Piace” o condividerli inserendo nel post una loro frase, un aforisma, una poesia. In tal senso, non sarà solo il “DJ Book Team” ad impegnarsi a favore di un tema così importante per la nostra Italia, ma ogni partecipante. In questo modo anche ciascun italiano può dare il contributo attivo alla campagna, contribuendo a sensibilizzare su un tema così importante per il nostro futuro e quello delle nuove generazioni. I video saran visibili oltre che sulle pagine social di Libreriamo anche sull’apposita pagina dedicata sul sito Libreriamo. Secondo l’Istat, nel 2016 in Italia circa 33 milioni di persone non hanno letto nemmeno un libro di carta in un anno, pari al 57,6% della popolazione. Quasi 6 italiani su 10 quindi non leggono, confinando il nostro Paese negli ultimi posti per quanto riguarda la lettura tra le nazioni maggiormente sviluppate. La radio, invece, si conferma un mezzo in ottima salute: secondo la rilevazione Eurisko Radio Monitor (anno 2016) il totale degli ascoltatori giornalieri delle emittenti radiofoniche italiane supera i 35,5 milioni, in crescita rispetto ai 35,0 milioni (+1,4%) dell’anno precedente.

    COME FAR CAMBIARE IDEA A CHI DICE DI NON AMARE I LIBRI

    Non sempre è facile far cambiare idea a chi dice di non amare i libri e la lettura, in particolare se si tratta di bambini e adolescenti. Se si è un genitore, ma anche un insegnante, un bibliotecario o un libraio, non si può fare marcia indietro dopo il primo rifiuto. Anzi, bisogna capire se il rifiuto per la lettura non nasce forse dal fatto che i libri letti finora non rispecchiano davvero i gusti della persona.

    Recentemente, su Bookriot, una bibliotecaria ha raccontato la sua esperienza con ragazzi che dicono di non amare la lettura e ha riportato alcuni dei suoi trucchi per trovare libri interessanti per diversi tipi di lettori. La scrittrice e insegnante Giusi Marchetta ha segnalato sia consigli di lettura per ragazzi, sia una serie di spunti per rendere le scuole luoghi in cui far appassionare i ragazzi ai libri. Ecco allora altri consigli per avvicinare i vostri figli, studenti, clienti, alla lettura, ma applicabili anche a chi ormai a scuola non ci va più. Capire i gusti di chi ammette di non amare i libri: Non è così facile né scontato: infatti, è meglio non usare come termini di paragone altri libri o autori, potrebbe darsi che le risposte siano sempre negative. Piuttosto può essere più efficace partire da un territorio neutro, come la tv: chiedere quali serie tv ama, vi permette comunque di capire che genere di narrazione preferisce la persona. Sapere se guarda commedie, o invece se apprezza le serie sugli zombie già vi dà l’opportunità di comprendere meglio i suoi gusti. A questo punto si può partire con un romanzo adatto all’età e con tematiche che possono incuriosire il lettore riluttante.Se l’ostacolo sono le parole: Capita, in particolare ai lettori meno esperti, di essere intimoriti dal numero di pagine.

    Per iniziare, una buona idea è partire con romanzi non troppo lunghi, ma anche con fumetti. Ce ne sono davvero tantissimi, avvincenti quanto romanzi non illustrati. E infine… ricordarsi, sempre, che il processo potrebbe essere lungo e faticoso, ma con un po’ di pazienza e immaginazione potrebbe dare risultati davvero inaspettati e gratificanti.

    STAMPARE I LIBRI... E POI BRUCIARLI. UN PROGETTO ISLANDESE
    Libri da stampare sempre in 69 copie precise, vendere nel corso di una notte di luna piena e poi… bruciare, se invenduti. Sembra un rituale particolarmente strano, ma non di meno è quanto effettivamente fanno i tipi di Tunglið, casa editrice islandese che prende proprio il nome della luna (Tunglið, in islandese, è il nome del nostro satellite). E non è questa l’unica particolarità di un editore che si sta facendo conoscere entro i propri confini nazionali per alcune pratiche molto particolari.

    Specializzata nella pubblicazione di volumi di poesie e di prosa di autori islandesi del passato, Tunglið nasce dalle menti dello scrittore Dagur Hjartarson (nominato per l’European Union Literature Prize) e l’artista Ragnar Helgi Ólafsson. L’idea di una collana «effimera» è stata concepita circa tre anni fa, con l’intenzione di «formulare un piano per far apparire» alcuni dei libri inediti che avevano ricevuto e che avevano intenzione di pubblicare; e il progetto si è paradossalmente sviluppato in qualcosa che «deve coinvolgere la loro sparizione». I titoli stampati vengono presentati durante un evento (che ha luogo, come si diceva, solo quando c'è la luna piena), venduti ai partecipanti che desiderano comprarne una copia, e poi il tutto finisce con un falò («fatto solo con cognac francese di ottima qualità», ci tengono a sottolineare gli editori) con cui si salutano e si eliminano le copie invendute. «Per una sola sera gloriosa, il libro e il suo autore sono pieni di vita. E poi, la mattina dopo, tutti possono tornare a vivere la propria vita». Sebbene la connotazione legata ai libri bruciati sia soprattutto politica, e mai particolarmente positiva – per usare un eufemismo – Hjartarson e Ólafsson ci tengono a sottolineare che questi eventi non hanno alcun obiettivo di questo tipo; anzi, sono da considerarsi un «atto poetico». Quello che invece non viene mai detto, e che pure è una parte non indifferente del processo, è che questo atto poetico fa anche da cassa di risonanza e non ha nulla da invidiare ad altre strategie di marketing: tant’è che nel corso delle ultime notti di luna piena è capitato di non concludere affatto con il falò, perché tutte e 69 le copie stampate erano state vendute.
    D’altronde, il mercato editoriale islandese è florido, ma non privo di competizione; i dati di qualche anno fa sottolineavano come l’Islanda fosse il Paese in cui vengono prodotti in proporzione più libri per persona. Per un editore che produce contenuti più di nicchia, dunque, diventa necessario farsi vedere (anche in maniera un po’ bizzarra, come in questo caso). E i libri in edizione «ultra limitata» non sono l’unico progetto particolare della Tunglið. L’ultima iniziativa della casa editrice è, ad esempio, l’invio di poesia per posta.

    Ovviamente la periodicità è legata alle fasi lunari: i plichi vengono inviati per la seconda luna piena dell’anno. «Abbiamo pensato che sarebbe bello, un noioso lunedì mattina, uscire per prendere il giornale e trovare una busta piena di poesia» spiegano gli editori. Ci si può abbonare iscrivendosi attraverso un modulo sul loro sito, per un costo di 3.000 corone islandesi, pari a circa trenta euro. Un modo per raggiungere i lettori dentro casa, letteralmente. D’altronde la promozione editoriale e libraria sta prendendo strade sempre più varie: e se la lettura sta diventando solo una delle tante facce della riflessione e dell’intrattenimento odierno, è normale che si cerchi di mantenere il proprio spazio. Che si tratti di atti poetici o anche solo di una buona campagna promozionale.
    I 10 BOOK BAR ITALIANI ASSOLUTAMENTE DA VISITARE

    Da un’idea tutta americana, direttamente da New York, sono arrivati anche in Italia: book bar. Locali che sono un po’ una via di mezzo tra librerie e locali dove si possono gustare non solo pietanze dolci ma anche ben più complesse, arrivando al livello di bistrot e in alcune occasioni alla vera e propria ristorazione. La moda dall’America è passata all’Europa fino a raggiungere anche l’Italia; ve ne proponiamo alcuni assolutamente imperdibili.
    La Passeggiata librocaffè di Genova – Antica chiesa del 1300 sconsacrata con sguardo sul porto dove si respira un’atmosfera quasi magica tra scaffali di libri e buon cibo. Nel locale vengono effettuati incontri letterari, presentazioni di libri e altri interessanti eventi culturali.
    Biblios cafè di Siracusa – Posticino accogliente in cui trovare libri introvabili ed indipendenti. Un angolo per dedicarsi alla lettura, navigare su Internet, ascoltare buona musica e gustare il meglio dei vini siciliani o una buona cioccolata calda?
    Tra le righe di Roma – Nel vivo del Quartiere Africano, a Roma, nato dall’incontro di sei amici che proprio non riuscivano a far a meno dei libri nella loro vita. Punto di ritrovo che accetta suggerimenti sui libri da aggiungere anche ai clienti e organizza anche eventi musicali e per bambini. Oltre a tenerci particolarmente ai prodotti equo e solidali.
    Salotto 42 di Roma e Capri – Damiano Mazzarella, il fondatore, ha portato un nuovo modo di trascorrere le serate in un’atmosfera unica. Gli interni, il personale, i cocktail e soprattutto la musica, hanno reso questo posto un po’ di un genere. Questo marchio accogliente e appagante ha riunito la folla cosmopolita che ama trascorrere il tempo in un ambiente fresco.
    Nouvelle Vague di Genova – Tutti i volumi presenti nel locale sono di libera consultazione.
    La libreria, nell’arco della stagione, propone, a ciclo continuo, presentazioni di nuovi testi, con la presenza dell’autore, oltre a reading letterari, forum e dibattiti. Oltre alla normale classifica dei libri più venduti, la Nouvelle Vague propone la “specialissima” classifica del libraio, dove lo staff della libreria inserisce i libri che più ci hanno colpito tra i classici e le novità.
    Zoo di Bologna – ZOO è un locale unico. Non è solo ristorazione ma anche creatività e design. Il locale rimanda ad atmosfere nordiche, le proposte culinarie varie, particolari e pensate per palati diversi.
    Da ZOO si mangia (molto bene) ma si respira anche arte e buon gusto attraverso arredamento, mostre e iniziative dei gestori. Frequentato molto da studenti.
    Gogol e company di Milano – E’ venuta alla luce il giorno del solstizio dell’estate 2010 dopo quasi 10 anni di incubazione. Nata dall’idea di un gruppo di amici accomunati da un grande bisogno di condivisione. Si tratta di una libreria indipendente, un luogo amichevole, di ritrovo per persone di tutte le età, dove è possibile soddisfare la propria fame di sapere e la propria curiosità, dove regalarsi del tempo di qualità senza obbligatoriamente spendere dei soldi.
    Open – More than book di Milano – Uno spazio polifunzionale in cui rilassarsi. Questo spazio è una buona soluzione in mancanza di biblioteche aperte, magari nel weekend. Il prezzo di ingresso per la giornata (6€ coworking – 8€ area business) è giustificato, soprattutto nell’area business, dalla tranquillità che permette davvero di lavorare proficuamente.
    Il caffè dei libri di Udine – Al Caffè dei Libri troverai personale di piacevole compagnia. Avrai la possibilità di stare seduto con il tuo giornale, acquistare un libro, conoscere persone simili a te. Potrai godere di un buon aperitivo, imparare cose nuove, interessanti, utili; riempire lo sguardo di arte, inebriarti di buoni odori.
    Caffè San Marco di Trieste – Location molto particolareggiata, si respira aria di altre epoche. Non è chiaro se sia un ristorante con all’interno una libreria o viceversa e questo a dimostrazione di quanto i due ambienti siano perfettamente fusi insieme.

    LA LETTURA È UNA MAGIA (CHE CI FA STARE MEGLIO)
    Il sito americano Bustle, incentrato sull’attualità, la cultura, la società, lo stile e le celebrità, ha pubblicato un bell’articolo, a firma Jayson Flores, sui benefici della lettura ( lo spunto è stato offerto da una ricerca universitaria). La lettura viene paragonata all’assunzione di farmaci per ristabilire l’equilibrio psichico e innalzare il tono dell’umore, insomma viene considerata una cura per la salute mentale. Le differenze  tra l’assumere uno psicofarmaco e leggere un libro risultano tutte a favore della lettura: i libri non hanno controindicazioni o effetti collaterali; costano assai di meno delle medicine e, sebbene questo non sia sempre vero soprattutto per alcuni tipi di testi, esistono pur sempre le biblioteche, delle quali usufruire gratuitamente, oppure il prestito tra amici; i libri si possono riutilizzare più e più volte, e non scadono mai; li si sceglie liberamente e senza ricetta; la scelta è pressoché infinita e adatta a ogni caso, insomma, a ben cercarlo, c’è sempre un libro che sembra scritto appositamente per noi, per il nostro caso. Ed ecco il “penta farmaco” secondo Bustle: La lettura ci rende più empatici, immedesimarci nei protagonisti di un romanzo, e nelle loro vicende, ci fa indossare di volta in volta i panni di una donna, di un uomo, di un bambino, di un anziano; ci fa partecipare alle emozioni e ai turbamenti di un adolescente e a una crisi di mezz’età . Per di più, quando siamo coinvolti da una storia, diventiamo noi stessi medici assieme a un medico, e così archeologi, reginette di bellezza, magari un bieco manager o uno spietato agente segreto. Apprendiamo spesso nuove nozioni di storia o di geografia immergendoci magari nell’Antica Roma, nei tempi della colonizzazione inglese dell’India o nell’attuale America latina. Viaggiamo mentalmente, ci trasportiamo di qua e di là, assumiamo punti di vista diversi, scaviamo nella psicologia dei protagonisti e di conseguenza comprendiamo meglio le persone in carne e ossa. Probabilmente impariamo anche a farci comprendere meglio dalle persone, perché, con tutti gli Alter ego che abbiamo incontrato nel mondo di carta, che prende origine e spunto da quello reale, siamo abbondantemente usciti dai nostri confini naturali, e ne siamo anche rientrati. La lettura favorisce il (buon) sonno, lo si direbbe un consiglio della nonna, ma perché mai dovrebbe aver perso la sua validità, come la borsa dell’acqua calda in caso di raffreddore? Sarebbe preferibile, tuttavia, che una lettura serale con fine soporifero non sia troppo eccitante. Perciò sarebbe il caso, se desideriamo che le nostre palpebre si chiudano dolcemente e che Morfeo ci accolga, di evitare thriller, pulp e horror, e preferire un libro in cui si possa terminare un capitolo, prima di spegnere la luce, senza troppa ansia, anzi un libro con la giusta dose di descrizioni, minute e particolareggiate, con un ritmo blando, che funzionino come le tante pecorelle che, una volta,  dovevano saltare al di là del recinto. La lettura può aiutarci a fuggire dal mondo, la  protagonista di un romanzo di Tom Mc Neal dice: “A volte la copertina di un libro mi sembra la porta di un altro mondo…altre volte la botola per evadere da questo..e forse è la stessa cosa”. Perché un libro che ci piace è anche sicuramente un’evasione, è un portale spalancato su uno altro spazio e un altro tempo, è una sosta, è una pausa, un’avventura tutta nostra, una second life. La lettura ci rende più intelligenti, l’intelligenza non è solamente una facoltà e una potenzialità, bensì una specie di macchina che va oliata e nutrita con il giusto combustibile affinché proceda speditamente e non si accartocci su se stessa. Una macchina che dovrebbe percorrere continuamente nuove strade e tipi di tragitto, sperimentare diverse velocità e soluzioni perché il suo fine è produrre un comportamento adattivo  e insieme  attivo,  in grado di scegliere e non solo di subire. La lettura favorisce la nostra elasticità mentale perché ci fa appropriare di esperienze altrui le quali, interiorizzate, diventano le nostre e stimolano la nostra reattività. La lettura può aiutarci a rielaborare esperienze passate e a ottenere nuove prospettive, possiamo acquistare o prendere in prestito il libro più adatto ai nostri interessi  e al nostro vissuto del momento. Se siamo reduci da una delusione d’amore, tema frequentatissimo dagli autori, possiamo vedere come se la sono cavata gli altri, rispecchiarci negli stati d’animo della nostra eroina o del nostro eroe. Dare corpo ai nostri sentimenti attraverso l’espressione di quelli altrui ci aiuta ad esprimerli con le parole più adatte, a chiarificarli, e, se  un romanzo d’amore ci tocca il cuore,  ciò significa che quella lettura  ha già dato inizio a un processo di guarigione, perché,  col portare a galla esplicitamente quel che in noi si agita scompostamente, ne sta stimolando la  cicatrizzazione. In infiniti altri casi in cui ci sembra di oscillare, di sentirci scettici o disincantati, rassegnati o passivi, delusi o adirati, tristi o amareggiati,  il libro che fa al nostro caso ci offre la possibilità di una auto- analisi e di una meditazione profonda, di un contatto con il nostro “io” più riposto. Leggere di chi, benché nella finzione letteraria, ha vissuto esperienze simili alle nostre, le ha affrontate e magari le ha risolte, ci dà la confortante impressione che non siamo soli, che in fondo noi esseri umani ci somigliamo un po’ tutti, che gli aspetti che ci affratellano sono assai  più numerosi rispetto a quelli che ci dividono. Per di più, proprio perché le motivazioni  che spingono  le azioni umane si somigliano così tanto, la lettura può aiutarci anche a prevedere e anticipare gli sviluppi e gli esiti di un caso, e guardarlo da molteplici prospettive. Aggiungerei che la lettura è, oltretutto, un miracolo e una magia. Perché  dalle pagine di un romanzo,  magari composte venti, cinquanta o addirittura due secoli fa, ci proviene il calore delle  voci di uomini e di donne come noi, voci che ascoltiamo, con le quali conversiamo: e questo è il miracolo. E che dire della magia? Eccola: ciò che è scritto su di un libro è morto e muto, fin quando qualcuno non lo spalanca, e gli ridà vita e senso.

    17 SERIE TV CHE AVRAI SICURAMENTE VISTO ISPIRATE AI LIBRI

    Le serie TV appassionano da tempo il pubblico italiano sia maschile che femminile e di ogni età. Molti però ancora non sanno che molte delle serie a cui ci siamo affezionati prendono spunto da alcuni libri.  Puoi aggiungere alla tua lista i titoli riportati di seguito da Buzzfeed.

    Big Little Lies – Piccole grandi bugie. La Serie TV si ispira all’omonimo libro di Liane Miorty, tra i più venduti nel 2014.

    House of cards – Gli intrighi del potere. La miniserie britanica House of Cards si basa su un libro che riporta lo stesso titolo.

    Dexter. La serie si basa sul libro Darkly Dreaming Dexter, il primo di una serie di romanzi di Jeff Linsday.

    Tredici. La serie Netflix di successo è basata sul romanzo di Jay Asher del 2007.

    Orange Is The New Black. La serie si basa sulla vita di una donna di nome Piper, che a seguito di una condanna per traffico di droga e reato di riciclaggio di denaro, si trova a trascorrere un anno in prigione.

    Il mago. Il libro di Lev Grossman, al quale si ispira la serie, ripercorre le vicende dei personaggi negli anni Trenta.

    The Vampire Diaries ed  iZombie, dagli omonimi libri e fumetti.

    Outtlander. Il libro Otlander è stato pubblicato per la prima volta nel 1991.

    Giovani, carine e bugiarde. Il teen drama è basato su una serie di giovani romanzi adulti di Sara Shepherd che coprono sedici libri.

    Boardwalk Empire. Boardwalk Empire è in realtà basato su un libro, L’impero Boardwalk.

    True Blood. Lo spettacolo è basato sulla serie di libri di Sookie Stackhouse.

    Lucifero. Lucifero si basa sul personaggio Lucifer Morningstar nella serie di Neil Gaiman The Sandman.

    The 100. Il libro si è adattato alla serie Tv prima di essere rilasciato.

    Sex and The City. La serie è ispirata da una serie di vicende che Candace Bushnell ha scritto sulla vita a New York.

    Hemlocke Grove.  L’adattamento di Netflix del thriller horror di Brian McGreevey è abbastanza vicino al libro.

    I Leftovers. I Leftovers non è considerato un grande libro.

    LIBRI FUORI-CLASSE. IL LIBRO PER L'ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

    «Una straordinaria occasione di sviluppo del settore e uno strumento importante per consentire a ragazze e ragazzi di conoscere il mondo del libro». Con queste parole Roberto Gulli, referente Aie per l’Alternanza Scuola Lavoro e presidente di Pearson Italia, commenta gli obiettivi del progetto Libri Fuori-Classe, promosso dall’Associazione italiana editori, dall’Associazione librai italiani e dall’Associazione italiana biblioteche per rispondere alle nuove esigenze nate dall’introduzione, con la legge 107 del 2015, dell’Alternanza Scuola Lavoro.

    L’obiettivo è infatti quello di supportare le scuole e le aziende del settore, grazie a una serie di strumenti che consentano agli studenti di prepararsi per un’esperienza di lavoro in una casa editrice, in una libreria o in una biblioteca. Un aspetto importante da sottolineare è che Libri Fuori-Classe rappresenta il primo progetto di filiera sviluppato per l’Alternanza Scuola Lavoro. Coinvolgerà infatti il settore in tutte le sue articolazioni: gli editori attivi in ogni segmento del mercato, le librerie e le biblioteche. In questo modo, si darà la possibilità agli studenti di avere una visione organica del settore e dei diversi soggetti che vi operano, sperimentando processi di apprendimento attivi e facendo esperienze dirette nei mestieri del mondo del libro.

    L’elemento centrale del progetto è la piattaforma www.librifuoriclasse.it, che sarà online in concomitanza dell’avvio del prossimo anno scolastico, dove saranno resi disponibili e liberamente scaricabili i materiali che potranno essere utilizzati a scuola e in azienda nell’ambito delle attività dell’alternanza (kit per gli editori, i librai e i bibliotecari, kit per le scuole, moduli e video appositamente selezionati che possono diventare il punto di partenza per la trattazione dell’argomento, grazie a un linguaggio vicino a quello dei ragazzi e a un approccio coinvolgente). Sul sito saranno disponibili 6 percorsi di apprendimento legati ai diversi aspetti del mondo del libro e saranno pubblicati gli elenchi delle case editrici, delle librerie e delle biblioteche dove sarà possibile svolgere i percorsi di alternanza. L’Alternanza Scuola Lavoro è un vero e proprio patto formativo tra scuola e azienda che prevede la possibilità per i ragazzi di fare un’esperienza concreta di lavoro in azienda e di applicare sul campo concetti appresi solo teoricamente. E non riguarda solo le Academic Skills, ovvero le competenze specifiche di ogni indirizzo scolastico.
    Uno dei principali obiettivi dell’alternanza infatti è quello di consentire ai ragazzi di sviluppare quelle che ormai sono conosciute come Soft Skills, le competenze trasversali, fondamentali per un corretto approccio al mondo del lavoro: dall’autonomia al rispetto delle regole aziendali, dalla flessibilità alla capacità di lavorare in team. A regime, l’alternanza interesserà tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole secondarie di secondo grado, stimati in circa un milione e mezzo ogni anno e a partire dal 2018 l’aver partecipato a uno di questi progetti diventerà per gli studenti un requisito di ammissione agli Esami di stato. «Proporremo anche un modulo di impresa simulata legato alle biblioteche – aggiunge Gulli – perché la biblioteca scolastica è il luogo più naturale all’interno di una scuola per sviluppare un’esperienza in questo senso e può diventare il punto di riferimento del rapporto con il territorio».

    ILLUSTRI FESTIVAL dal 26 maggio al 24 giugno

    Associazione Illustri riunisce illustratori professionisti, artisti affermati, giovani emergenti, talenti che si stanno formando, illustratori alle prime armi, appassionati di questa forma d’arte. Un punto di riferimento che mette in relazione le professionalità, crea occasioni di incontro e propone mostre ed esposizioni per ammirare le eccellenze e le nuove tendenze. Il calendario di attività di Associazione Illustri prevede esposizioni personali e collettive, talk e incontri con gli artisti, letture di portfolio e il Forum, una grande rete di comunicazione dove i tesserati possono confrontarsi sui problemi e le opportunità che un illustratore incontra ogni giorno: tariffe, budget, rapporti coi clienti, strumenti di lavoro, nuove applicazioni, portfolio. E naturalmente Illustri Festival, la biennale di illustrazione che si svolge a Vicenza e che rappresenta la grande vetrina dell'illustrazione italiana. Il programma completo è su www.illustrifestival.org, ma vi segnalo oltre alla mostra:
    Illustrilab, l'illustrazione sale in cattedra

    Un ciclo di laboratori inediti con alcuni dei protagonisti del festival per approfondire la professione di illustratore e i processi creativi che la compongono. Un percorso didattico realizzato anche  in collaborazione con Gallerie d’Italia e pensato per stimolare gli addetti ai lavori e incuriosire semplici appassionati. Due diverse le sedi degli incontri: le sale di Palazzo Leoni Montanari in Contrà Santa Corona e i laboratori del Polo Giovani B55 in Contrà delle Barche 55 a pochi passi da Palazzo Chiericati

    Salotto Illustri, Non solo illustrazione
    Salotto Illustri è aperto a tutti. All'ora dell'aperitivo accomodiamoci nel salotto di Vicenza, piazza dei Signori, e incontriamo art director, artisti, manager di aziende di successo per comprendere lo straordinario contributo che l'illustrazione dà alla comunicazione visiva, alla pubblicità, al design, all'editoria.
    Illustrioff

    Un ricchissimo calendario di eventi OFF che arricchiscono il programma di ILLUSTRI Festival per tuffarsi in un mese di mostre, eventi, live performance, workshop ospitati da gallerie, laboratori e locali del centro storico di Vicenza che si conferma essere capitale italiana dell'illustrazione.

    FESTIVAL BIBLICO  a Vicenza dal 18 al 28 maggio

    Perché un festival sulla Bibbia? Un pomeriggio di primavera del 2002, il titolare della libreria San Paolo che affaccia sul centralissimo corso Palladio di Vicenza notò che, sebbene i passanti non mancassero, solo una piccola parte entrava nella libreria o si fermava a curiosarne la vetrina. Si domandò come mai accadesse questo e che cosa potesse fare lui per cambiare le cose. Gli venne un’illuminazione: cambiare la prospettiva. Perché non uscire dal negozio e andare incontro alla gente? Nello stesso periodo, alcuni parroci vicentini notavano che il sagrato e il patronato erano molto più frequentati di quanto non fosse la chiesa; conclusero che non era sufficiente rimanere fermi ad attendere le persone e che sarebbe stato più interessante e costruttivo spostarsi, mettersi in movimento. Il Festival Biblico è nato così: dall’idea di uscire e incontrare. Incontrare e confrontarsi con chiunque, credenti e non credenti, laici e religiosi, cattolici e persone che professano altre religioni. È nato dall’idea di portare la Bibbia nel mondo, di sfogliarne le pagine e le storie, di declinarne il profondo significato spirituale e la grande umanità nei linguaggi contemporanei: animazioni e performance artistiche, concerti, letture, oltre a conversazioni e approfondimenti. L’idea della Bibbia che si fa festival popolare e che nei luoghi di incontro delle città invita famiglie, giovani, imprese, istituzioni, comunità (anche religiose) e organizzazioni culturali per una festa gioiosa.

    L’idea del Festival Biblico che, attraverso un tema diverso ogni anno, fa da filo conduttore tra le pagine della Bibbia e fa dialogare “il libro dei libri” con una società in continuo mutamento. Il Festival Biblico si rinnova e si mette… in cammino. Perché, come dicevano gli antichi Romani, “vivere non è necessario, ma se vuoi vivere è necessario viaggiare”.La tredicesima edizione del festival ha per tema il viaggio nelle sue numerose declinazioni, reali e metaforiche, esplorate attraverso conferenze, spettacoli, musica e reading.
    Gli appuntamenti del festival a loro volta “viaggeranno”: saranno ospitati in luoghi diversi e a volte inconsueti del territorio veneto. Il titolo che abbiamo scelto per il percorso culturale di quest’anno è una traduzione non letterale del Salmo 84:
    Felice chi ha la strada nel cuore


    Vi aspettiamo tutti al DABAR per scoprire tanti libri ed incontrare tanti autori. Per maggiori informazioni: www.festivalbiblico.it
    UOMINI E DONNE SCRIVONO DAVVERO DIVERSAMENTE?

    Il maschilismo nel mondo letterario non è una novità e negli ultimi anni se ne sta discutendo sempre di più anche grazie a molti nomi della cultura che si stanno esprimendo sul tema. Negli Stati Uniti anche la statistica, si è recentemente occupata di questo argomento: il giornalista e statistico Ben Blatt, infatti, ha pubblicato Nabokov’s favourite word is mauve, un’opera in cui la letteratura viene analizzata attraverso i numeri.

    L’autore ha applicato la statistica e i numeri alle opere letterarie più influenti degli ultimi secoli e le scoperte non sono mancate. Prima fra tutte quella che ha dato il nome al libro: la parola usata più frequentemente da Nabokov, infatti, risulta essere proprio “malva”. L’analisi, però, non si è fermata alle parole più frequenti nei romanzi, ma ha anche messo a confronto le opere di autori uomini con quelle di donne, proprio per capire se esiste una differenza qualitativa da far risalire al genere dello scrittore. Per prima cosa Blatt ha scoperto che nei libri scritti da donne la presenza di personaggi maschili e femminili, e di conseguenza dei pronomi “lui”, “lei”, era uguale. In quelli scritti da uomini, invece, i pronomi maschili la fanno da padroni, con un rapporto di tre per ogni “lei” utilizzato. Inoltre, gli autori di classici (uomini) descrivono molto più spesso i personaggi femminili con l’aggettivo “perduto”, rispetto a quanto non lo facciano con quelli maschili. Ritornando alle parole preferite dagli autori, cioè a quelle utilizzate almeno in metà delle opere scritte da quello scrittore e presenti almeno una volta ogni 100.000 parole, non si nota una differenza tra uomini e donne. Si passa dal “malva” di Nabokov a “bacchette” di J.K. Rowling, fino al “marmorizzato” di Virginia Woolf.

    Per quanto riguarda l’utilizzo dei punti esclamativi, invece, risulta che sono gli uomini a farne un uso smodato: su 100.000 parole James Joyce ne utilizza in media 1.000. E lo stesso vale per i cliché. Gli autori che invece usano meno frasi fatte e modi di dire sono tutte donne: Jane Austen, Edith Wharton, Virginia Woolf, Willa Cather e Veronica Roth. Anche se Danielle Steel è l’autore che più spesso menziona il clima in apertura ai suoi romanzi. Ricordando che il libro non si pone l’obiettivo di riconoscere chi siano gli autori più meritevoli, ma quello di analizzare con la matematica e la statistica le opere più famose e più lette, tuttavia colpisce come, spesso, le autrici, nonostante i pregiudizi nei confronti della cosidetta “letteratura femminile”, siano le più attente a dettagli come la punteggiatura e l’utilizzo di frasi fatte.

    DAVID GROSSMAN, “L’indifferenza è il male della società di oggi”

    “Voltare le spalle nei confronti del prossimo è il vero problema della società di oggi. non possiamo essere indifferenti di fronte a tragedie come quella in Siria. Parla così David Grossman, celebre scrittore e saggista israeliano, protagonista a Milano di un incontro che ha avuto un gran seguito di pubblico, durante il quale ha affrontato diversi temi di attualità e di scrittura con Wlodek Goldkorn e Caterina Bonvicini.

    L’autore del libro “Applausi a scena vuota” esordisce precisando la sua “non fede”, senza rinnegare per questo le proprie origini. “non mi considero religioso, sono un non credente, ho comunque delle radici ebraiche, ed è importante affermarlo: ciò permette di assumersi la responsabilità del modo in cui viviamo”. Secondo Grossman Dio è un’entità “non politicamente corretta”, che si trova di fronte a contraddizioni. “Dio ha voluto il diluvio universale, punendo tutti a causa di un pugno di peccatori. L’origine dell’umanità è cattiva: il cuore umano può diventare buono se si nutre nella maniera corretta, se il bene prevale sul male”. Il focus dell’intervento di Grossman, profondo conoscitore dell’animo umano ben analizzato nei suoi libri, riguarda l’indifferenza che c’è tra gli uomini oggi. “La realtà è troppo carica di cose – afferma l’autore – Occorre fare ordine e ribellarsi, chiamando le cose con il proprio nome. Per questo uno strumento fondamentale è il linguaggio: più una lingua è ricca di vocaboli e definizioni, più la vita ne guadagna”.

    Nel mondo di oggi, secondo Grossman, sono pochi coloro che vivono all’insegna del bene, decidendo di condividere i sentimenti e gli stati d’animo degli altri, mentre molti trovano piacere nel male. “Il male oggi è l’indifferenza, voltare le spalle nei confronti del prossimo. non possiamo restare indifferenti di fronte alle tragedie che avvengono nel mondo, come ad esempio ciò che sta succedendo in Siria. E’ difficile scegliere di soffrire.”Considerato uno degli scrittori e saggisti israeliani più importanti e significativi in tutto il mondo, David Grossman ha infine parlato della scrittura come un’opportunità per la sua vita. “Scrivo sempre libri corposi. Per me scrivere è un privilegio: grazie ai personaggi che creo per i miei libri ho la possibilità di esplorare la vita degli altri esseri umani.”

    CLASSICI CONTRO A VICENZA 7-8 APRILE

    UTOPIA (EUROPA)
    Ovvero del diventare cittadini europei


    Classici Contro è un’idea che nasce dal contatto inedito tra due parole che non stanno di solito insieme. Suonano un po’ come un ossimoro o un paradosso, perché i nostri Classici li sentiamo come l’istituzione, come un qualcosa di immobile, un punto di riferimento sicuro. E invece i Classici, con un rovesciamento delle credenze e degli stereotipi, sono motore potentissimo del pensiero, ci aiutano (o ci obbligano) a metter in discussione tutto, e tramite il loro sguardo critico possono contribuire a rivoluzionare la nostra visione del presente. Lo fanno sempre, ma soprattutto nei tempi difficili i Classici mettono in gioco il loro pensiero libero che viene da lontano, un pensiero controcorrente, sicuramente diverso, che ci permette di superare le semplificazioni, di andare oltre le rigidezze dell'abitudine, per guardare meglio, con una prospettiva più ampia e anche più saggia, al nostro futuro, con spirito critico e costruttivo.

    Abbiamo scelto i teatri più belli e i luoghi simbolo della cultura italiana ed europea, a partire dal Teatro Olimpico di Andrea Palladio a Vicenza: questo pensiero ci vien da lontano, perché nel teatro di Dioniso attorno ai miti, alle idee e alle parole gli Ateniesi insieme diventavano cittadini. Così a teatro i Classici Contro ci parlano ciascuno di un tema, di un’idea, di una parola che provenendo dal mondo antico possa essere di aiuto contro la deriva etica, estetica, civica e culturale del nostro proprio universo. Con i miti e le storie, ma senza nessuna mitizzazione. I Classici Contro dell'Università Ca' Foscari, in collaborazione con le Università e i Licei portano come sempre la ricerca e la parola dei classici antichi nei teatri di fronte ai cittadini per un contributo di pensiero sui problemi più scottanti del presente. In una prospettiva europea che guarda al futuro, con la consapevolezza culturale di tremila anni di pensieri e di storia che ci viene dai classici. Una risorsa da condividere tra tutti i cittadini. Questo anno i Classici Contro, dopo Xenia, hanno scelto il tema Utopia (Europa). E per questo prendiamo come spunto il cinquecentenario dell’Utopia di Thomas More: sarà un buon libro per meditare sulla nostra utopia europea. E, naturalmente, i nostri tremila anni di pensieri, proprio a cominciare dai classici antichi, forse possono aiutarci.

    Nella parola "utopia" c'è una prospettiva aperta, molteplice, anche problematica: contiene un desiderio, ma c'è in essa anche il dubbio socratico dell'incertezza e la consapevolezza dei limiti. “L'Europa c'è, ma forse ciò che manca sono i cittadini. Ai cittadini europei del presente e del futuro proviamo a pensare col progetto Classici Contro 2017 Utopia (Europa) - ribadiscono il grecista Alberto Camerotto e il filologo classico Filippomaria Pontani dell'Università Ca' Foscari. Accettiamo questa sfida, con fiducia. Ma anche con attenzione, se non – almeno negli ultimi tempi – con allarme. Perché la storia qualche volta fa presto a tornare indietro ai suoi momenti peggiori. Le difficoltà che tutti abbiamo davanti agli occhi mettono in evidenza i problemi e le prospettive. Abbiamo visto l'Europa di fronte alla crisi economica, i paesi d'Europa chiudersi, incapaci di trovare una via per sostenere se stessi e per aiutare il paese più in difficoltà di tutti, proprio la Grecia.

    Abbiamo visto l'Europa al collasso di fronte alla marea dei migranti e dei profughi. Ognuno per sé, muri, barriere, fili spinati: i confini sono tornati all'improvviso a innalzarsi e a dividere l'Europa. Soprattutto nei pensieri collettivi. Nessuno vuole condividere il fardello, meglio che ognuno si salvi come può per conto proprio. Vogliamo guardare al futuro, e lo facciamo a partire dai pensieri più antichi, dai nostri classici. E lo facciamo con i nostri giovani, per la nostra generazione Erasmus. Il pensiero di un’Europa unita è un’idea straordinaria, ma un’Europa dell’economia non basta, un’Europa del privilegio non ha senso. Ci vuole un’Europa dei pensieri, un’Europa dei cittadini. E, allora, ricominciare dai classici, dall'inizio della democrazia e della nostra vita insieme, ma anche dal mito di un'Europa che viene da oriente, può essere una buona via. Che sa guardare alle difficoltà senza nascondersi nulla”. Il programma di Vicenza è il seguente:

    GALLERIE D'ITALIA – PALAZZO LEONI MONTANARI Venerdì 7 aprile 2017, ore 17.00
    Introducono Daniela Caracciolo e Alessandra Moscheni

    FEDERICA GIACOBELLO, ALICE BONANDINI fulmen in clausula LUIGI SPINA

    TEATRO OLIMPICO Venerdì 7 aprile 2017, ore 20.30
    Introducono Dino Piovan e Francesca Romana Berno

    FILIPPOMARIA PONTANI, SOTERA FORNARO, CARLO GINZBURG
    Interventi musicali a cura del Liceo Antonio Pigafetta Direzione di Michele Bettinelli

    GALLERIE D'ITALIA – PALAZZO LEONI MONTANARI Sabato 8 aprile 2017, ore 17.00
    Introducono Valeria Stocchiero e Nicola Curcio

    ANNA TIZIANA DRAGO, RENATO CAMURRI fulmen in clausula CARMINE CATENACCI

    TEATRO OLIMPICO Sabato 8 aprile 2017, ore 20.30
    Introducono Andrea Rodighiero e Giuseppe Longo

    MARCELLA FARIOLI, MAURO BONAZZI, GIOVANNI BIETTI con FEDERICA LOTTI
    Per sempre Lisistrate, Azione teatrale del Liceo Antonio Pigafetta, a cura di Daniela Caracciolo con gli interventi musicali a cura di Antonio Graziani e Anna Maria Di Filippo

    Ricordiamo che a Palazzo Leoni Montanari l'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti, mentre per il Teatro Olimpico è obbligatoria la prenotazione al seguente indirizzo: dani.caracciolo@gmail.com

    NON TI RICORDI QUELLO CHE LEGGI? ECCO 10 CONSIGLI!

    Come tutte le passioni, la passione per i libri e la lettura può avere delle derive estremiste. Siamo in molti, infatti, a leggere in maniera compulsiva, sfruttando ogni secondo disponibile e rubando il tempo alla famiglia e al lavoro. Passiamo da una storia all’altra senza lasciar loro il tempo di sedimentare dentro di noi, tanto che le confondiamo e il più delle volte le dimentichiamo. Spesso, l’unica cosa che sappiamo dire di un libro che abbiamo letto è la sensazione che ci ha fatto provare. Nulla sulla trama, le ambientazioni, i personaggi e le relazioni che intercorrono tra loro. Ecco allora 10 consigli per leggere più consapevolmente.

    1. Leggi ad alta voce.  Da quando si è diffusa la lettura silenziosa abbiamo cominciato a leggere molto più velocemente rispetto a prima. Le lettura ad alta voce ha tempi più distesi e permette di dare più valore alle parole. Naturalmente non è sempre possibile, considerato che spesso leggiamo in pubblico o a letto mentre le persone che vivono con noi dormono. Prova allora a compitare le parole.

    2. Sottolinea. Le storie ci inghiottono e ci spingono a divorare i libri. Leggere con una matita in mano può essere utile per sottolineare le frasi più belle, i passi più significativi. Il gesto di sottolineare – come sa bene chi ha imbrattato e reso invendibili i libri su cui ha studiato – porta la mente a prestare più attenzione, a selezionare cosa vale la pena ricordare e cosa no.

    3. Trascrivi. Una volta che abbiamo sottolineato e selezionato i passi più belli e avvincenti, un esercizio utile (che può fare molto bene alla nostra memoria) consiste nel trascrivere su un quaderno o su un blocchetto proprio quelle frasi che ci hanno emozionato di più.

    4. Racconta. La sera, al pub, o al pomeriggio, al bar, o a pranzo, in mensa, parliamo con chi ci circonda di ogni cosa. Ecco, un altro esercizio utile è quello raccontare la storia che stai leggendo e spiegare perché un libro ti piace o meno. Enfatizzare poi i temi che tocca può dare alla tua lettura un respiro diverso.

    5. Respira. Respira, appunto. Dal romanticismo abbiamo ereditato, tra le tante cose, una modalità di lettura appassionante. Non a caso, siamo sempre alla ricerca di libri che ci appassionano e dai quali non riusciamo a staccare gli occhi. Una modalità di lettura tanto affascinante quanto nociva per la nostra memoria. Poi, naturalmente, c’è chi legge un libro in una notte e se lo ricorda per filo e per segno, attirando così l’invidia di chi questa fortuna non ce l’ha.

    6. Non comprare altri libri. Un’altra delle ragioni che ci spinge alla lettura veloce sta nella mole di libri che abbiamo sul comodino e nell’infinita estensione della nostra “lista dei desideri”. D’altra parte, l’editoria moderna sforna centinaia di titoli al mese e chi ama leggere vorrebbe non perderne neanche uno. Naturalmente siamo tutti consci di questo fatto ma nella pratica è difficile evitare la frenesia. Ecco, un consiglio che possiamo dare è quello di cercare di evitare di comprare nuovi libri se la tua libreria contiene già centinaia di volumi che non hai letto.

    7. Rifletti. Oltre alle storie, i libri mandano un messaggio, trattano di un tema sul qualche vogliono far riflettere il lettore. Leggere consapevolmente significa innanzitutto prestare attenzione al tema centrale della narrazione e riflettere – come su consiglio dello scrittore – su qual è il nostro rapporto con la questione.

    8. Rileggi. Naturalmente, con una libreria sovraffollata di libri letti e di nuove uscite anche solo ipotizzare di avere il tempo di rileggere un libro o anche solo un passo di un volume diventa utopico. Eppure ne vale la pena, perché una rilettura sposta l’attenzione dalla storia – che dovremmo già conoscere – allo stile e agli altri aspetti che a una prima e rapida lettura possono sfuggire.

    9. Respira (Parte 2). Torna a respirare. Tra un libro e l’altro. Molti di noi terminato un libro ne cominciano subito un altro. Non c’è tempo da perdere, pensiamo. La vita è breve e i libri sono tanti. Ma respirare fa bene, perché oltre ad accumulare ossigeno nei polmoni ci permette di valorizzare il libro che abbiamo letto, dargli il giusto spazio.

    10. Scrivi una recensione. Una volta terminato il libro, puoi impugnare la penna e cominciare a scrivere una recensione del libro. Puoi darne un giudizio di valore, accennare alla trama, affrontare e sviscerare il tema attorno al quale la storia si sviluppa, raccontare cosa ha scritto prima l’autore e quindi come si inserisce questo nuovo libro nella sua carriera, consigliare libri simili o affini. Un’attività affascinante che consigliamo a tutti di provare.

    QUANTE SONO LE TRAME DEI LIBRI INVENTATE FINO AD OGGI?

    Le trame dei libri sono lo scheletro cui ogni scrittore costruisce attorno la storia vera e propria. Alcune si somigliano tra loro, altre non potrebbero essere più spiazzanti e innovative. Ma quante sono le trame dei libri inventate fino a oggi? Si potrebbe pensare siano un numero vastissimo, ognuna per ogni libro scritto nella storia dell’umanità: invece un gruppo di ricercatori dell’Università del Vermont ritiene esistano solo sei trame nella letteratura inglese. Lo studio, recentemente riportato da Bustle, è stato svolto lo scorso agosto e, tramite un algoritmo che filtra i testi in base alle parole che li compongono, ha confrontato 1700 classici della letteratura anglosassone. I filtri utilizzati per sondare le storie sono tre: il primo, tramite l’analisi e il rilevamento di alcune parole, è in grado di definire la direzione emotiva del testo. Ad esempio se la scena analizzata è drammatica, comica, oppure felice. Il secondo filtro permette di distinguere tra loro le scene simili. Infine la storia vera e propria viene estrapolata, privata dai “rumori di sottofondo”, dal terzo filtro. In questo modo i ricercatori si sono trovati con i sei modelli di trama, riassumibili in questo modo: storia ascendente, storia discendente. Due strutture più complesse sono: caduta e ascesa e il suo contrario, ossia ascesa con ricaduta. Vi è poi la struttura della fiaba, a suo tempo analizzata e schematizzata da Propp: ascesa –  caduta – risalita. E lo scheletro delle tragedie classiche e shakespeariane: caduta, ascesa e ricaduta. Lo studio si è ispirato a una teoria sviluppata dall’autore Kurt Vonnegut che, ai tempi della sua laurea all’Università di Chicago, aveva proposto una tesi secondo cui alla base della letteratura esistono solo un numero limitato di storie. Allora la sua teoria venne rifiutata e ancora oggi la ricerca dell’Università del Vermont suscita qualche perplessità. A partire da alcuni limiti dello studio. Per prima cosa, i testi presi in considerazione provengono tutti dal Progetto Gutenberg, un catalogo fruibile online di testi i cui diritti sono ormai decaduti. Inoltre tutti i libri analizzati sono opere della letteratura inglese. Che in futuro lo studio si apra anche ad altri testi provenienti da diverse letterature?

    L'IMPORTANZA DELLE MANI, NEL TEMPO, NON CAMBIA.

    Il saggio Mani. Come le usiamo e perché (Ponte alle Grazie) di Darian Leader  racconta la storia dell’uomo a partire dal ruolo delle mani, raccogliendo numerosi esempi e aggiornate teorie sul loro uso, sui loro significati simbolici e sul rapporto tra gestualità e nuove tecnologie.
    A quanto si dice, la nuova era di Internet, degli smartphone e dei personal computer avrebbe determinato cambiamenti radicali nella nostra identità e nel modo in cui entriamo in rapporto con gli altri. Gli antichi vincoli di spazio e di tempo sembrano sciolti grazie alle tecnologie digitali, che strutturano la nostra vita quotidiana. Possiamo comunicare all’istante a distanze remote e minime: parlare su Skype con un parente oltreoceano o chattare con un compagno di classe seduto al banco accanto. Video e foto scorrono attraverso il Web con un tocco di schermo, e le reti sociali trasmettono quisquilie di ogni vita pubblica e privata. In treno, sull’autobus, al bar e in automobile, nessuno fa altro: digitare e parlare, navigare e cliccare, scrollare e chattare. I filosofi, i teorici sociali, gli psicologi e gli antropologi si sono tutti espressi sulla nuova realtà che oggi, nel ventunesimo secolo, abitiamo come conseguenza di questi cambiamenti. Le relazioni sono, così si dice, più superficiali o invece più profonde, più durature o più passeggere, più fragili o più radicate. Per molti il luogo di lavoro si fa virtuale, ed emergono nuove possibilità di costruirsi la vita al di fuori del paradigma “dalle nove alle cinque”.

    Possiamo usare questi cambiamenti in un modo o nell’altro: ma siamo tutti d’accordo che di cambiamenti si tratta, che il mondo è un posto diverso, che l’era digitale è, incontestabilmente, qualcosa di nuovo. Se provassimo, però, a osservare questo capitolo della storia umana attraverso una lente appena diversa? Se, anziché concentrarci sulle nuove promesse o i nuovi scontenti della civiltà contemporanea, vedessimo i mutamenti in corso innanzitutto come i primi e i principali che siano mai avvenuti nel modo in cui l’uomo utilizza le sue mani? L’era digitale ha certamente trasformato molti aspetti dell’esperienza, ma la sua caratteristica più evidente, e più trascurata, è che consente di tenere le mani occupate in molti modi inediti.

    L’uso delle mani, non c’è dubbio, sta cambiando. Il proprietario della Shakespeare and Company, la famosa libreria parigina, racconta di come i suoi giovani clienti tentino di voltare le pagine facendole scorrere; la Apple ha persino fatto domanda di brevetto per alcuni gesti delle mani. La domanda 7844915, presentata nel 2007, riguarda lo scorrimento dei documenti e il gesto del pizzico per zumare; la 7479949 del 2008 riguarda vari gesti multitocco. Entrambe sono state giudicate inammissibili: non perché sia impossibile brevettare questi gesti, bensì perché erano già coperti da altri brevetti. I medici, allo stesso momento, osservano una crescita spaventosa di disturbi manuali legati all’uso di computer e telefoni: alle dita e al polso imprimiamo movimenti cui sono del tutto impreparati.

    Si prevede che queste nuove abitudini comporteranno persino modifiche tanto nei tessuti duri quanto in quelli molli della mano. Finiremo per avere mani diverse, proprio come l’uso delle posate, così si sostiene, ha alterato la struttura della bocca, modificando la topografia del morso. Il morso aperto, che avevamo fino a circa duecentocinquanta anni fa, è stato sostituito dal sovramorso: grazie ai nuovi modi di tagliare il cibo che il coltello da tavola ha reso possibili, gli incisivi superiori sopravanzano l’arcata inferiore. Che il corpo sia subordinato alla tecnologia, ha un riscontro nel nome di alcuni prodotti contemporanei: in “iPad” e “iPhone” sono il pad e il phone a ricevere la maiuscola, e non l’”I”, l’io dell’utente.

    Eppure, se è vero che il modo di usare le mani sta cambiando, non c’è nulla di nuovo nel tenerle impegnate. Tessere, filare, lavorare a maglia, scrivere sms: le mani hanno sempre avuto molto da fare. Al parco giochi, un tempo i genitori lavoravano a maglia o leggevano il giornale, oggi mandano messaggi o navigano. A casa, a occupare mani e dita sono i videogiochi, e nel gioco più diffuso al mondo, Minecraft, una mano sullo schermo accompagna il giocatore ovunque vada. L’incredibile popolarità del Lego non è neppur essa dovuta alle astuzie del marketing ma alla sua funzione di base: dare da fare alle mani. Una volta riconosciuta l’importanza del tenere le mani occupate, possiamo cominciare a considerare le ragioni di questa strana necessità.

    Che pericolo corriamo se le mani se ne stanno senza far niente? Che funzione ha davvero la loro incessante attività? Che ruolo hanno le mani nella vita di un neonato e come cambia durante l’infanzia? Che rapporti esistono fra mani e bocca? E che cosa accade se qualcosa c’impedisce di usare le mani? Gli stati d’ansia, irritazione e persino disperazione che potremmo sperimentare in quel caso ci dimostrano che tenere le mani occupate non è questione di svago o capriccio, ma riguarda un aspetto profondo della nostra esperienza corporea. E questo ci conduce a un paradosso che attraverserà tutte le pagine che seguono. La risposta più ovvia alle domande che ci siamo appena posti è che per fare qualsiasi cosa abbiamo bisogno delle mani.
    Le mani ci servono. Sono gli strumenti dell’azione esecutiva, i nostri utensili. Ci permettono di manipolare il mondo in maniera da realizzare i nostri desideri. Per votare, stipulare un accordo, confermare un’unione, mostriamo le mani, in tal misura che la mano spesso simboleggia l’agente umano cui appartiene. Nei film, gli zombie o Frankenstein camminano con le mani tese davanti a sé: non è segno di problemi alla vista, bensì di pura intenzionalità. E tuttavia, al contempo, sono proprio le mani a disubbidire. Esistono racconti e film in cui ad animarsi o indemoniarsi sono gli occhi, i piedi, persino le orecchie, ma sono di gran lunga più numerosi i casi in cui le mani – unite al corpo o recise da esso – cominciano a funzionare per conto proprio, e quasi sempre con intenzioni omicide.

    Quando nei film d’orrore – da Le mani dell’altro a La casa – una parte del corpo s’indemonia, si tratta quasi sempre delle mani, controllate da una forza maligna, e non dei piedi, degli occhi o della bocca. Nella maggior parte delle opere di fantasia, le mani agiscono contrapponendosi alle volizioni coscienti dell’individuo. Compiono l’omicidio che segretamente desidera, ma che la società o l’immagine di sé gli proibiscono di compiere. Ne La mano, il fumettista interpretato da Michael Caine scopre che il massacro inflitto a coloro che l’hanno offeso è opera della sua stessa mano recisa. In altre sceneggiature, capita che le mani eseguano i voleri di un terzo, ad esempio uno spirito, o il donatore della mano trapiantata chirurgicamente. In tutti i casi, esse manifestano una divisione, una scissione, e allo sfortunato protagonista tocca combattere contro il proprio corpo. Ma scissioni del genere non si verificano nella vita di tutti i giorni? Mentre ci sforziamo per concentrarci su quello che la nostra compagna o il nostro amico ci dicono, le mani fremono dalla voglia di scrivere un sms, di controllare la posta, di pubblicare uno status su Facebook. Tutti si lamentano di essere troppo dipendenti dai telefoni, dai tablet, dagli iPad, come se le mani non potessero smettere di toccarli. La mano, la parte di noi che è simbolo dell’azione umana e della responsabilità personale, al contempo ci sfugge. Frozen, il film Disney – uno dei prodotti culturali di maggior successo di tutti i tempi –, descrive i dilemmi di una ragazza le cui mani fanno cose che lei non vuole facciano. Le mani di Elsa trasformano in ghiaccio tutto quel che toccano, e la storia racconta dei suoi sforzi per censurare, controllare e forse accettare questa parte di sé che, per parafrasare sant’Agostino, è “in lei più di lei stessa”.

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