In queste ore l’attenzione mediatica (e geopolitica) è ovviamente concentrata sulla proroga della tregua nel conflitto tra Hamas e Israele, e sul rispetto degli accordi per la delicatissima liberazione degli ostaggi. Al tempo stesso, ieri le autorità di Gaza City hanno comunicato (e condannato) la distruzione della principale biblioteca pubblica della città, accusando le forze israeliane.
Sono stati distrutti migliaia di libri e documenti storici, e le autorità di Gaza hanno richiesto l’intervento dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. A conferma, però, che nel conflitto in corso in Palestina (e in generale nelle guerre di questi anni) occorre fare molta attenzione alle informazioni che vengono veicolate dalle tutte le parti in causa, Storyful, che riporta la notizia e pubblica un video che mostra l’edificio distrutto, al tempo stesso specifica di non aver potuto verificare in modo indipendente la notizia ad ogni modo, qualche giorno fa avevamo raccontato la distruzione di un’altra biblioteca, in questo caso in Ucraina, da parte dell’esercito russo.
Del resto, purtroppo ogni conflitto ha le sue vittime collaterali, da sempre. Non solo tra uomini e donne di ogni età. Nel corso della storia, infatti, spesso le biblioteche sono state colpite (basti pensare a quello che avvenne nel 1992 alla biblioteca di Sarajevo…).
Il 2 settembre 1973 moriva lo scrittore John Ronald Reuel Tolkien, nome fondamentale nella storia del genere fantasy e autore del Signore degli Anelli. A 20 anni dalla morte, a Tolkien è stata dedicata una grande mostra a Roma, voluta fortemente dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
E la stessa edizione 2023 di Libriamoci – Giornate di lettura nelle scuole, la campagna nazionale promossa dal Ministero della Cultura attraverso il Centro per il libro e la lettura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico, in programma da lunedì 13 a sabato 18 novembre, sarà dedicata a Tolkien.
Al centro dell’iniziativa, ancora una volta, “la lettura ad alta voce nelle scuole di ogni ordine e grado”. Il 13 novembre, la Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani di Milano, nell’ambito di Bookcity, ospiterà un convegno scientifico, rivolto a studiosi e insegnanti, dedicato proprio al romanzo Lo Hobbit di Tolkien, a 50 anni dalla scomparsa dell’autore e dalla traduzione italiana.
L’evento darà il via a Libriamoci.Nel comunicato si spiega che “il tema istituzionale scelto per questa decima edizione della campagna è Se leggi ti lib(e)ri“, che sottolinea l’invito del Centro per il libro e la lettura a considerare la lettura come espressione di libertà e il libro come chiave per ottenerla. E del resto, si legge a questo proposito nella nota, “niente più della letteratura fantastica può celebrare questo potere: la libertà di mettere in pausa la realtà per sognare, viaggiare nel tempo per esplorare mondi incantati e, nel frattempo, imparare a pensare”. Il 13 novembre, a Milano, saranno gli esperti della Tolkien Society e dell’Università di Oxford a parlarne, seguiti dai contributi di numerosi studiosi delle Università italiane (Roma, Milano, Cagliari, Trento, Napoli). Interviene, introduce e modera il convegno Oronzo Cilli, scrittore e curatore della seconda edizione de Lo Hobbit annotato (Bompiani, 2004).
“Tornando a casa progettate un bel giallo con tanti omicidi: vi farà bene alla salute”. È la ricetta del più amato tra gli scrittori europei, il francese Daniel Pennac, l’autore che con Il paradiso degli orchi ha dato vita nel 1985 al fortunato ciclo di romanzi che vedono protagonista Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, paradossale e divertente investigatore.
A lui andrà il Raymond Chandler Award 2023 il 1 dicembre, giornata d’apertura del Noir in Festivalnella Sala Rossa di Casa Manzoni a Milano. “Abbiamo inseguito per molto tempo questo straordinario scrittore che al ‘giallo’ ha dedicato una parte significativa della sua opera”, dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, direttori del festival insieme a Gianni Canova (Delegato IULM), “e siamo particolarmente orgogliosi che abbia accettato nell’anno in cui è arrivato in libreria il suo formidabile Capolinea Malaussène (Feltrinelli)”.
È successo in Brasile, dove per caso Pennac scopre il romanzo di genere mystery o hard-boiled e a questo si appassiona al punto che, usandolo da grimaldello per fantasia e creatività, per oralità e moralità, diventerà un grande scrittore. La prima volta nel 1985, a quattro mani con uno pseudonimo:Binario morto, una sorta di spy-story pubblicata in collaborazione con gli amici Jean Bernard J. B. Pouy e Patric Raynal, arrivato in Italia nel 1997, tradotto da Luigi Bernardi.
Come si ricorda nella presentazione dell’edizione 2023 del festival, Pouy e Raynal provocano Daniel sostenendo che non è in grado di scrivere da solo un vero e proprio giallo. Pennac raccoglie la sfida, scommette e così nascono, per la Série Noire di Gallimard, Benjamin Malaussène, investigatore involontario, e la sua stramba famiglia, protagonisti delle storie scritte tra il 1985 e il 2023.
Nel 2022 gli italiani hanno scelto l’evasione, comprando più romanzi e fumetti, mentre segnano una battuta d’arresto i saggi. Nei primi undici mesi, infatti, le vendite dei romanzi di autori stranieri sono cresciute del 9%, quelle degli italiani del 4%, i fumetti del 16%. La saggistica professionale invece cala del 13%, quella generale dell’11%. Sono alcuni dei dati contenuti nella tradizionale presentazione del mercato della varia (vendite di romanzi e saggi nelle librerie fisiche e online e nei supermercati) che apre, il programma professionale di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE). AIE presenterà i dati dei primi undici mesi e le previsioni per fine anno, in collaborazione con Nielsen BookScan, durante l’incontro "Come finirà questo 2022.
Un anno che speravamo normale", alle ore 12 in Sala ALDUS. Interverranno il presidente di AIE Ricardo Franco Levi, il responsabile dell’Ufficio studi Giovanni Peresson, il presidente del Gruppo piccoli editori Diego Guida (Guida editori) e Alessandro Monti (Librerie Feltrinelli), moderati da Paolo Conti (Corriere della Sera).
Bernardo Zannoni con "I miei stupidi intenti" (Sellerio) è il vincitore della 60 edizione del Premio Campiello. La proclamazione è avvenuta sabato 3 settembre al Gran Teatro La Fenice di Venezia.
Per il giovane scrittore di Sarzana (La Spezia), 27 anni, è stato un trionfo, surclassando con grande scarto gli altri finalisti: ha ottenuto 101 voti su 275 votanti (25 membri della Giuria dei Lettori - 300 in totale - non hanno espresso preferenze).
Zannoni ha ricevuto la 'vera da pozzo', simbolo del prestigioso riconoscimento letterario promosso da Confindustria Veneto. "Ero talmente convinto che non avrei vinto, che non avevo nemmeno preparato il discorso", sono state le prime parole dette con commozione da Zannoni. "Vengo quasi da nulla e ringrazio chi ha creduto in me. E' la mia prima opera pubblicata ed ho già fatto un casino". "La mia vita è cambiata al 100%, sono molto contento - ha aggiunto Zannoni - Ho cominciato a 21 anni a scrivere questo romanzo, dopo varie esperienze di composizione - canzoni, poesie, sceneggiature - ho avuto il coraggio di ritornare alla prosa, più faticosa e complicata. L'Italia può essere un Paese per giovani che hanno voglia di leggere, formarsi e imparare. Studio ed educazione sono fondamentali". A consegnare il premio il presidente della Giuria dei Letterati, Walter Veltroni: "Sono onorato di premiare un giovane di 27 anni in un paese che spesso non è un paese per giovani". Tornerà a Vicenza, ospite di BaldiLibri, il 18 ottobre.
Fra meno di tre settimane riprenderanno gli incontri con gli autori con diverse novità e nuove sedi. Ecco l’anteprima del cartellone autunnale:
martedì 20 settembre, ore 18.30, presso Spazio AB 23 (Contra' Sant'Ambrogio 23) Paolo MALAGUTI, vincitore del Premio Mario Rigoni Stern, presenta IL MORO DELLA CIMA. Modera Loris Giuriatti
mercoledì 28 settembre, ore 18.30, presso Palazzo Bonin Longare ( Corso A. Palladio 13), Francesca VALENTE, vincitrice del Premio Campiello Opera Prima 2022, presenta ALTRO NULLA DA DICHIARARE. Modera Caterina Soprana
mercoledì 18 ottobre, ore 18.30, presso Palazzo Bonin Longare ( Corso A. Palladio 13), Bernardo Zannoni, vincitore del Premio Campiello 2022, presenta I miei stupidi intenti. Modera Gian Marco Mancassola
Gradita sempre la prenotazione o via whatsapp 3383946998 o con mail ad info@baldilibri.it
Non c’è un altro periodo dell’anno in cui, al pari dell’estate, emerga così forte il senso di colpa di chi non è riuscito a leggere con costanza durante l’anno e sente di dover recuperare.
È per questa ragione che mi capita spesso, quando la bella stagione si avvicina, di ricevere domande di questo tipo (sono tutte domande che ho realmente ricevuto): – come si fa a ritrovare la motivazione per leggere? – come si fa a leggere con costanza? – come fai a concentrarti? – usi metodi di lettura veloce per leggere così tanto? – in quale posizione consigli di leggere? in che momento della giornata? – fai delle liste? pianifichi le letture? – leggi un libro alla volta o più libri contemporaneamente? come li abbini? – quante pagine riesci a leggere in un’ora? – ti è mai capitato di perdere la voglia di leggere? Se sì, come l’hai ritrovata? – Qual è il tuo METODO? Simili interrogativi sono spesso carichi di sensi di colpa, perché in questi anni il tempo sembra essere accelerato, ci sono mille altre cose a cui pensare e bisogna tenersi aggiornati su moltissimi fronti. I libri magari vengono comprati, ma spesso finiscono per affastellarsi sul comodino. Immergersi in un libro è sempre di più un lusso di chi ha tempo e riesce a non pensare, mentre legge, a tutte le infinite cose da fare. Ecco perché, insieme alle domande, ricevo anche confessioni di questo tipo: – “ho voglia di leggere ma mi addormento subito” – “ho l’attenzione a 0” – “sono sempre meno brava a concentrarmi, è un dramma” – “ho tanti bei libri sul comodino, ma appena ne prendo uno mi sembra una fatica grandissima e non riesco a cominciare”. Di fronte a questo, mi sento un po’ come quei personal trainer a cui viene chiesto come trovare la motivazione.
Leggere, infatti, è una delle attività che mi riescono più naturali. Un lettore o una lettrice possono suscitare curiosità e condividere un tempo di lettura comune, ma spesso non hanno una tecnica precisa che sia valida per ogni persona. Quando la lettura, infatti, diventa una forzatura, una costrizione e un dovere, dunque smette di essere un’attività immersiva piacevole, quello è il momento in cui si rischia di bloccarsi e di non farcela più. Io suggerisco, più che cercare una risposta e un metodo, di farsi delle domande che riguardano principalmente il tipo di libri, il luogo, il supporto, l’organizzazione della giornata. Se non riesci a leggere adesso, non è detto che tu non possa ricominciare.
È vero che per molte persone in questi anni leggere è diventato più difficile, ma può tornare a essere facile. La lettura deve rimanere un piacere mentre la pratichi, non ha senso cercare di forzarsi, aumentare la velocità, crearsi un piano rigido. I piani di lettura sono un po’ come gli itinerari di viaggio: danno l’idea di un percorso, ma senza l’esperienza che porterà a rimescolare tutte le carte in tavola. In fondo non c’è alcun traguardo da tagliare, e non abbiamo davvero tempo per leggere libri che non ci piacciono.
In diretta streaming dal Teatro Romano di Benevento è stato annunciato su RaiPlay il risultato della prima votazione del Premio Strega 2022, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega. Hanno espresso la propria preferenza 593 tra voti singoli e voti collettivi, su 660 aventi diritto: a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma. Accedono alla finale del Premio sette libri anziché cinque, due ex aequo al quinto posto, mentre il settimo in virtù dell’art. 7 del regolamento di votazione, che recita: Se nella graduatoria dei primi cinque non è compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo (così definito secondo la classificazione delle associazioni di categoria e le conseguenti valutazioni del comitato direttivo), accede alla seconda votazione il libro (o in caso di ex aequo i libri) con il punteggio maggiore, dando luogo a una finale a sei (o più) candidati.
Il totale dei voti espressi ha quindi determinato i seguenti finalisti alla LXXVI edizione
La finale sarà al Ninfeo di Villa Giulia il 7 luglio.
È stata selezionata venerdì 27 maggio a Padova la cinquina finalista della 60^ edizione del Premio Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto. Nel corso di una votazione nell’Aula Magna G. Galilei di Palazzo Bo, Università degli Studi di Padova, la Giuria dei Letterati ha votato tra gli oltre 350 libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico: Antonio Pascale con “La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini” (Einaudi), Fabio Bacà con “Nova” (Adelphi), Daniela Ranieri con “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (Ponte alle Grazie), Bernardo Zannoni con “I miei stupidi intenti” (Sellerio), Elena Stancanelli con “Il tuffatore” (La nave di Teseo). Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Francesca Valente “Altro nulla da segnalare” (Einaudi). Walter Veltroni, Presidente della Giuria dei Letterati, ha dichiarato: “Felice di aver lavorato con questa Giuria: persone di grandissima capacità e simpatia umana che con grande responsabilità hanno lavorato al Premio. Stiamo attraversando un momento molto difficile, lo è per noi e per tutta la società. Prima la pandemia e poi la guerra ci hanno dato un senso di pesantezza, messo addosso un cappotto pesante. È proprio in questi momenti che la cultura assume un valore ancora più particolare: quello di restituire speranza, perché le parole sono uno strumento essenziale per dialogare e avere rispetto per gli altri. E così, il lavoro di un premio letterario come il Campiello acquisisce un valore aggiunto. Oggi abbiamo selezionato delle opere la cui qualità verrà ora sottoposta al giudizio dei lettori; è proprio il meccanismo della doppia giuria che garantisce ancora di più l’autonomia del Premio.” Enrico Carraro, Presidente della Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto, ha sottolineato: “In questo momento storico in cui sembrano prevalere divisioni, odio e paure, anche la cultura può essere uno strumento di dialogo, di contaminazione e di accrescimento dei popoli. La cultura è un ponte che ci unisce tutti, e dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per favorirla. Questo è ciò a cui mira il Campiello, grazie all’impegno degli industriali del Veneto, che da 60 anni sostengono il Premio con impegno ed entusiasmo. I miei più grandi complimenti ai cinque finalisti, che ora in saranno sottoposti al giudizio della Giuria popolare, che decreterà il vincitore”. Il vincitore della 60^ edizione del Premio Campiello sarà proclamato sabato 3 settembre al teatro la Fenice di Venezia, selezionato dalla votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi. I Giurati vengono selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla serata finale. Ma intanto una tappa del tour arriverà a Vicenza, mercoledì 29 giugno alle ore 18.30 al Teatro Olimpico, grazie ad un'idea di BaldiLibri.
Dopo il recente boom di TikTok, e ad anni di distanza dal fenomeno oramai consolidato dei booktuber (gli utenti che utilizzano Youtube per parlare delle loro letture), una nuova piattaforma per contenuti video si propone come canale per la promozione dei libri.
Stiamo parlando di Twitch, nato nel 2011 e oggi di proprietà di Amazon. Dieci anni fa Twitch era una piattaforma molto specifica rivolta soprattutto ai giovani che volevano condividere video delle loro partite ai videogiochi.
Da allora però è molto cresciuta e oggi è caratterizzata da un sistema di abbonamenti scalabile che permette agli utenti di approcciarsi ai contenuti caricati sulla piattaforma in maniera graduale, dal «tutto gratis» (con pubblicità), ad abbonamenti a pagamento che consentono un maggior livello di interazioni con chi carica contenuti online.
Di fatto, un ambiente studiato per consolidare le relazioni con gli influencer. Oggi Twitch si presenta con questi numeri: 2,5 milioni di utenti presenti di media sulla sua piattaforma (in tutto il mondo) e 8 milioni di persone che ogni mese caricano contenuti. Tra questi – annuncia Twitch in un comunicato in occasione della Giornata internazionale del libro – anche molti book influencer. Ecco quali sono gli influencer da tenere d’occhio su questa piattaforma in Italia, o per meglio dire i «BookTwitch»: Ilenia Zodiaco, Marco Cantoni, Julie Demar, Moonlightholmes , Pelatiefumetti.
La XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino si aprirà giovedì 19 maggio con la lectio inaugurale dello scrittore indiano Amitav Ghosh sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, in collaborazione con Neri Pozza (alle 10:45 in Sala Oro).
In contemporanea, nell’Arena, si terrà l’inaugurazione del Bookstock, lo spazio dedicato ai giovani lettori, con l’intervento di Maria Falcone, che racconterà agli studenti le battaglie e il lascito morale del fratello Giovanni a 30 anni dal suo assassinio. Il programma completo e dettagliato sarà disponibile sul sito salonelibro.it nelle prossime settimane; il programma dedicato alle scuole sarà online da giovedì 14 aprile. Anche quest’anno sono numerosi gli autori e autrici provenienti da tutto il mondo che hanno scelto di raggiungere Torino per raccontare le loro storie.
Dagli Stati Uniti saranno presenti: Miranda Cowley Heller con Il palazzo di carta (Garzanti), bestseller del New York Times; Jennifer Egan con la sua ultima opera La casa di marzapane (Mondadori); Joe R. Lansdale per presentare Moon Lake (Einaudi Stile Libero); ma anche la statunitense naturalizzata canadese Ruth Ozeki autrice de Il libro della forma e del vuoto (Edizioni e/o); e ancora l’antropologo digitale Frank Rose autore de ll mare in cui nuotiamo – Guida pratica al pensiero narrativo (Codice Edizioni) e il premio Nobel per l’economia Joseph E. Stiglitz in collaborazione con Einaudi. È il Friuli Venezia Giulia la regione ospite : un territorio che rappresenta la porta verso l’Europa dell’Est, e che nel tempo ha fatto della sua peculiarità geografica un valore aggiunto, anche in rapporto al suo patrimonio culturale e letterario. Al Salone, scrittori e poeti italiani si confronteranno intorno a temi caratterizzanti della regione, così come ad autori e artisti di rilievo internazionale che in Friuli Venezia Giulia hanno vissuto stagioni importanti della loro vita.
Tra i tanti autori coinvolti – in collaborazione con Fondazione Pordenonelegge.it – ci sono: Melania Mazzucco; Dacia Maraini, autrice di Caro Pier Paolo (Neri Pozza), che dedicherà un omaggio a Pasolini, formatosi in giovinezza a Casarsa; sempre in connessione con il grande intellettuale, Davide Toffolo, cantautore e fumettista autore del graphic novel Pasolini (Rizzoli Lizard), porterà al Lingotto questo suo ritratto. In programma anche alcuni incontri nel segno della poesia, tra cui quello con il vincitore della seconda edizione del Premio Saba, il poeta Milo De Angelis che presenterà in anteprima la sua traduzione del De rerum natura di Lucrezio (Mondadori).
CLASSICI CONTRO A VICENZA
Dopo la pausa imposta dalla pandemia, tornano i Classici Contro e trattano il tema “Oikos. L’uomo e la natura tra Omero e il futuro prossimo” l’8 e il 9 aprile a Vicenza, la città che più di ogni altra li ha visti protagonisti dal 2012 in avanti, con una due giorni ricca di incontri pubblici, di analisi storiche, letterarie, scientifiche sul mondo antico e sul mondo contemporaneo, di riflessioni poetiche accorate e pensose.
La rassegna è organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza – con i due docenti dell’Università di Venezia che la curano sin dagli inizi, Alberto Camerotto e Filippo Pontani, insieme con Daniela Caracciolo e Dino Piovan – con le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari e la Biblioteca civica Bertoliana. È realizzata in collaborazione con il Liceo “Pigafetta”, presente con i suoi docenti a introdurre gli eventi e con i suoi studenti-lettori e studenti-musicisti. Gli appuntamenti sono quattro in programma in tre sedi cittadine: al Teatro Olimpico, alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari e a Palazzo Cordellina sede della Biblioteca civica Bertoliana.
La parola chiave della rassegna, oikos, nel greco antico indica la ‘casa’, ed è la parola da cui deriva la prima parte di ‘ecologia’, un composto moderno creato nel 1866. Casa, quindi, non solo come luogo di abitazione ma anche come ambito della nostra autodefinizione di uomini, casa come universo creato dagli dèi ma anche come ambiente segnato dalla presenza e dall’intervento umano. Una casa, un ambiente che sta vivendo una catastrofe da anni preannunciata, con conseguenze già pesanti per molti popoli della terra e destinate peraltro ad aggravarsi. A caratterizzare questa edizione sarà anche la presenza della poesia, anzitutto delle poesie di Oikos. Poeti per il futuro (edito da Mimesis) sono i due volumi curati dal poeta vicentino Stefano Strazzabosco che ha raccolto i testi di centocinquanta poeti da tutto il mondo, in moltissime lingue diverse, sul rapporto tra uomo e natura. Alcuni testi di questi poeti verranno letti nel corso degli eventi dagli studenti del Liceo Classico “A. Pigafetta”, mentre due degli autori saranno presenti in carne e ossa dal palco del teatro Olimpico, Anna Maria Farabbi e Marco Munaro.
informazioni al sito http://www.unive.it/classicicontro
prenotazioni al sito: http://virgo.unive,it/flgreca/oikos2022Vicenza.htm
A un mese dall’annuncio della lista completa dei libri presentati all’edizione 2022 del Premio Strega (ben 74!), arriva l’attesa comunicazione della “dozzina” che si giocherà prima l’ingresso in finale, e poi eventualmente la vittoria nella notte romana del Ninfeo di Villa Giulia nel primo giovedì di luglio.
Da 74 ne sono quindi rimasti 12, come da regolamento della Fondazione Bellonci, con una novità a sorpresa, la presenza delle autrici e degli autori scelti alla conferenza stampa, che si è tenuta nella Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio di Roma.
Veniamo all’elenco dei titoli selezionati (in ordine alfabetico): Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri), Fabio Bacà, Nova (Adelphi), Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini+Castoldi), Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori), Mario Desiati, Spatriati (Einaudi), Veronica Galletta, Nina sull’argine, (minimum fax), Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli), Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma), Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani), Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli), Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi), Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie).
Spiccano le assenze (alcune più sorprendenti di altre) di alcuni nomi importanti (ma era inevitabile, visto l’altissimo numero di titoli proposti). Ora ci sarà tutto il tempo per le analisi, i retroscena e la ricerca di preziosi voti. Prima, però, è il tempo della soddisfazione e della delusione di chi potrà giocarsi l’ingresso in cinquina e chi non avrà questa opportunità.
Ivrea e' la capitale italiana del libro 2022. L’omaggio alla visione comunitaria del periodo olivettiano.
Un traguardo importante, che segna l’avvio di una nuova fase per la città che potrà aggiungere un significativo tassello alla sua storia millenaria: da prima capitale d’Italia con Re Arduino, fino a divenire capitale della tecnologia, dell’innovazione e laboratorio di futuro grazie alla straordinaria esperienza di Camillo e Adriano Olivetti.
La visione comunitaria che ha caratterizzato il periodo olivettiano è stato il tema scelto per il dossier di candidatura, che ha coinvolto nella sua elaborazione oltre 50 persone e 7 community del mondo del libro. Inevitabile il richiamo a un oggetto-simbolo: la Lettera 22, la mitica macchina da scrivere portatile ideata dalla Olivetti, divenuta un’icona mondiale. Stefano Sertoli, sindaco di Ivrea, commenta: “Siamo davvero felici di questo riconoscimento… Ivrea potrà condividere con tutta Italia lo straordinario patrimonio culturale che custodisce ed essere per un anno intero il palcoscenico di tutto ciò che ruota intorno al mondo dei libri. Aspettiamo qui i lettori, gli scrittori, gli editori, i librai per creare insieme il Manifesto per il futuro del libro e dare vita a un anno che faccia davvero diventare la lettura patrimonio collettivo…”. Costanza Casali, Assessore alla Cultura di Ivrea, aggiunge: “Un grazie speciale va a tutto il mondo Olivetti, che si è messo a disposizione per questo progetto. Adesso non abbiamo un minuto da perdere perché l’anno è già incominciato. Ci metteremo al lavoro sin da subito con il team che ha realizzato la candidatura per partire quanto prima con il programma presentato nel dossier”. Paolo Verri, coordinatore probono della candidatura: “Ho accolto l’invito di lavorare a questo progetto perché amo Ivrea e sono legato profondamente alla cultura olivettiana. Credo che sia importante mettere a disposizione le proprie competenze per il futuro dei territori, per questo ho accettato l’incarico portando le mie esperienze… Ora, con questo titolo, credo che Ivrea abbia una chance importante, che deve giocarsi al meglio realizzando un programma che a partire dal libro possa creare un volano di attrattività culturale e turistica per l’intero territorio”. Ivrea, la romana Eporedia, centro nevralgico del Canavese, é celebre in tutto il mondo per il suo Storico carnevale, che culmina con la spettacolare battaglia delle arance. Nei primi decenni del Novecento la città è stata investita da un processo industriale che ha raggiunto l’apice con l’Olivetti e il progetto industriale e socio-culturale di Adriano Olivetti. Riconoscibile nel tessuto urbano, la città industriale è stata progettata dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento. “Ivrea città industriale del XX secolo” è iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2018.
È tempo di stilare classifiche e secondo me questa è molto interessante. Ecco i dieci titoli più venduti nel 2021, da notare che ci sono solo 3 italiani, e solo 2 sono i libri usciti a ridosso del periodo natalizio. La canzone di Achille deve la sua fortuna a Tiktok, mentre Cambiare l'acqua ai fiori era partito in sordina per poi esplodere durante il lockdown.
1. L’inverno dei leoni, Stefania Auci, Nord (maggio 2021)
2. Cambiare l’acqua ai fiori, Valerie Perrin, E/O (luglio 2019)
3. La canzone di Achille, Madeline Miller, Marsilio (gennaio 2019)
4. Tre, Valerie Perrin, E/O (giugno 2021)
5. Il sistema, Alessandro Sallusti e Luca Palamara, Rizzoli (gennaio 2021)
6. Finché il caffè è caldo, Toshikazu Kawaguchi, Garzanti (marzo 2020)
7. Per niente al mondo, Ken Follett, Mondadori (novembre 2021)
8. La disciplina di Penelope, Gianrico Carofiglio, Mondadori (gennaio 2021)
9. Le storie del quartiere, Lyon Gamer, Magazzini Salani (febbraio 2021)
10. Una vita nuova, Fabio Volo, Mondadori (novembre 2021)
Chi lavora con la scrittura arriva a fine giornata con una speranza costante: aver scampato il suo refuso quotidiano. E parliamo al singolare per bontà, dal momento che i refusi in realtà sono come le ciliegie: uno tira l’altro. O come le disgrazie, che non vengono mai sole.
Considerato sintomo di sciatteria, di superficialità, di disattenzione, ma specialmente – e qui casca “l’asino” – di frettolosità, il refuso fa infatti perdere punti alla cura e all’eleganza, e di conseguenza si annida nella stanchezza di molte giornate frenetiche.
Da dove derivi questa avversione atavica e totalizzante non sapremmo dirlo con certezza. Forse dall’ipercorrettismo a cui a scuola una volta ci si abituava presto, in nome di un comune approccio grammaticale prescrittivista che non tollerava sbagli o distrazioni di sorta. Forse da una tendenza alla severità linguistica che nel frattempo abbiamo introiettato e trasformato in un fenomeno di snobismo di massa, o forse ancora dalla consapevolezza che – con i nuovi mezzi di comunicazione – a rendere virale e imperituro un refuso bastino giusto un paio di clic. Sta di fatto che, per quanto restino esecrabili e da evitare, i refusi continuano a saltellare tra un carattere tipografico e l’altro nonostante gli strumenti di correzione automatica e le improbabili riletture a cui ci si sottopone modificando famiglia e dimensioni dei font (perché l’occhio vigili sulla forma, spiegano gli esperti).
Come evitare allora una volta per tutte il doloroso impatto che ne consegue? La risposta risiede in parte nei più lunghi e scrupolosi controlli da effettuare, mentre in parte è forse da individuare in una nuova e necessaria presa di coscienza. “Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare“, sosteneva lo scrittore e filosofo statunitense Elbert Hubbard (1856-1915) e proprio da lui potremmo imparare la lezione più importante sui refusi, e cioè che meno impareremo a temerli e meno loro ci perseguiteranno. Un po’ perché smetteremo di vederli (o di pensare di vederli) ovunque, un po’ perché ne avremo relativizzato la portata e accettato l’inevitabile presenza saltuaria in un universo sempre imperfetto, pur nella consapevolezza che ci siano refusi più gravi di altri e che tutti restino nemici del BGL (Bene Galattico Letterario) di nuovo conio. Benché la strada sia ancora lunga, non è quindi troppo presto per provare a disinnescare una determinata mentalità riscoprendo il potere creativo e liberatorio dei refusi, come già succede da decenni fra chi nel mondo della cultura si espone condividendo le proprie sviste più bizzarre, ormai anche sui social network.
Da prendere a modello, giusto per citarne due, sono per esempio traduttori e docenti del calibro di Daniele Petruccioli e di Enrico Terrinoni, a cui si devono espressioni immaginifiche come “l’ira del tè” (al posto de “l’ora”), “con gran stipendio di energie” (anziché “dispendio”), “lo spiegamento di forse” (e non di “forze”) o “mi vide e arrostì” (in vece di “arrossì”). Naturalmente si tratta di refusi corretti poi tempestivamente nel testo; nel frattempo, tuttavia, in rete diventano un’occasione per riflettere sui risvolti più imprevedibili di uno scambio di lettere, e per esorcizzare il terrore stesso di sbagliare, guadagnandone in sollievo e accettazione. Insomma, magari non capiremo perché siamo così ossessionati dai refusi e neanche riusciremo a toglierceli di torno.
Però, se da un lato abbiamo il dovere di onorare al massimo la lingua italiana e chi ne fruisce, dall’altro lato sarebbe sano mettere un limite ai nostri timori. Quantomeno per imparare, nei casi in cui proprio non siamo stati capaci di evitarlo, a farci venire il sangue “amato”, anziché farcelo venire “amaro“. Parola, anche stavolta, di Daniele Petruccioli.
Leggere un libro è un’esperienza magnifica. In alcuni casi però, proprio alla fine del "viaggio", ci ritroviamo con l’amaro in bocca per il finale deludente. Ecco una lista dei libri con i peggiori finali secondo i lettori. Onbuy Books ha fatto la ricerca, affidandosi alle recensioni e classifiche di Goodreads, stilando così una classifica dei libri che i lettori considerano “con finali peggiori”. Alla domanda: quale è il finale di un libro che vi ha deluso di più? I lettori hanno risposto con molta sincerità.
Da Romeo e Giulietta ad Harry Potter, passando per un libro di Nicolas Sparks, ecco per voi la classifica dei libri deludenti secondo i lettori. Con il 57% dei voti , Romeo e Giulietta risulta essere il libro con il finale più deludente. Nonostante la storia sia davvero una storia senza tempo, la potenza emotiva di questo libro non basta a pareggiare un finale tragico che, evidentemente, fa rimanere davvero molto male i suoi appassionati lettori. Al secondo posto c’è Espiazione, di Ian Mcewan con il 52% dei voti. Con il 49% dei voti, al terzo posto, c’è il romanzo di Lauren Oliver ‘’Requiem’’.Libba Bray, con il suo libro ‘’La rivincita di Gemma’’ prende il 37% dei voti. Il signore delle mosche, di William Golding, è il quinto libro con il finale più deludente, votato dal 36% dei nostri lettori. Un ponte per Terabithia, di Katherine Paterson, ha appassionato numerosi ragazzi. Amore, passione e tante lacrime. Così sono le storie che tutti amano di Nicolas Sparks. Ricordati di guardare la luna (Dear Jhon), ha ricevuto ben il 34% di voti. I libri ‘’Harry Potter e i doni della morte’’ e ‘’Harry Potter e il principe mezzosangue’’, risultano essere quelli che hanno portato più delusione. Li hanno votati il 25% delle persone. The Giver- il donatore, un romanzo di fantascienza per ragazzi, ha ricevuto il 24% dei voti. C'è anche Twilight di Stephanie Meyer, Breaking Down risulta essere il libro con il finale meno amato (21%). La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, di Audrey Niffenegger, si trova in classifica con il 20% dei voti. La custode di mia sorella, di Jodi Picoult, è un libro estremamente commovente. Questo però lo ha portato ad essere votato dal 19% dei lettori. Amabili resti, di Alice Sebold è stato votato dal 17% dei lettori. Il canto della rivolta di Suzanne Collins, dalla saga ‘’Hunger Games’’, anche qui, risulta esserci qualche malcontento da parte del 16% dei fans. Allegiant, altro famoso libro per ragazzi, scritto da Veronica Roth, ha sempre ricevuto il 14% dei voti. Finiamo con Matched (Ally Condie) che si trova alla fine di questa lista dove solo il 10% dei lettori ritiene che il finale sia deludente.
Da Keats a Hemingway, da Parigi a Londra, ecco il tour dei caffè più famosi ed amati al mondo! Le caffetterie ed i caffè letterari sono storicamente note per aver ispirato artisti e scrittori e per aver offerto ai creativi uno spazio di incontro per discutere e condividere le proprie idee. Quando ci si riferisce al tipico caffè, ci sono diversi rituali sociali che creano un’atmosfera molto particolare. La caffetteria è un posto unico dove ci si incontra e si socializza, si parla dei propri desideri, sogni, idee. Un luogo dove si legge qualcosa o semplicemente si sorseggia una tazza di caffè in solitudine. È in posti come questi che nascono le storie, che la poesia prende vita e i personaggi cominciano a vivere nell’immaginazione degli scrittori.
LA ROTONDE: A Parigi – Musica Jazz e atmosfera bohèmien caratterizza questo locale amato da autori del calibro di Henri Matisse e Pablo Picasso, qui Hemingway ha scritto il suo primo romanzo.
VESUVIO: A San Francisco – La fama del locale arrivò nel 1955, quando Neal Cassady, si fermò qui. Poco dopo il bar diventò anche il caffè preferito di molti altri autori come Jack Kerouac, Allen Ginsberg e Dylan Thomas. Per rendergli omaggio, ogni drink ha il nome di un artista.
ANTICO CAFFE’ GRECO: A Roma – Si tratta del Caffè più antico di Roma, si dice che abbia aperto addirittura nel 1760. A pochi passi da questo locale viveva John Keats e spesso faceva tappa fissa qui, come Lord Byron e Percy Shelley.
THE EAGLE AND CHILD: A Oxford – Questa taverna del 1650 è stata soprannominata anche ‘The Bird and the Baby’ dai grandi della letteratura che frequentavano le sue sale, come J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis.
GRAND CAFE’: A Oslo – Ospitato all’interno del più ampio complesso del Grand Hotel di Oslo, ha aperto nel 1874, qui era solito pranzare Henrik Ibsen.
CAROUSEL BAR: A New Orleans – Fondato nel 1886, l’Hotel Monteleone è sempre stato un punto luminoso nel Vieux Carré, stiloso quartiere francese di New Orleans, ed ha sempre attirato l’attenzione di moltissimi letterati fra cui lo stesso Ernest Hemingway, ma anche Tennessee Williams e William Faulkner.
Al giorno d’oggi è uno dei posti preferiti di John Grisham e Stephen Ambrose.
Le strade sono contornate di foglie, le temperature si sono abbassate, le giornate sono bagnate dalla pioggia. Le condizioni perfette per leggere un buon libro mentre sorseggiate qualcosa di caldo. Oltre a segnalarvi i motivi per cui questa stagione è perfetta per gli amanti dei libri, ecco le letture ideali per le vostre giornate autunnali segnalate da bustle.com.
Le notti di Salem, Stephen King :Dio di illusioni, Donna Tartt
Abbiamo sempre vissuto nel castello, Shirley Jackson : Le streghe di Eastwick, John Updike
Rebecca, Daphne du Maurier : Le regole della casa del sidro, John Irving
L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafon: L'oceano in fondo al sentiero, Neil Gaiman
V BIENNALE INTERNAZIONALE EX LIBRIS CITTA' DI VICENZA
Quali sono i libri da leggere prima di visitare il Veneto? In questo articolo troverete i 10 libri e più da leggere per scoprire dal punto di vista letterario il Veneto, consigliati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor.
I dieci titoli più votati nel sondaggio sono quelli che troverete di seguito. Consigli dei lettori, per lettori. Se dieci libri da leggere prima di andare in Veneto non sono sufficienti e volete saperne ancora di più, basterà andare sulla pagina Facebook di Book Advisor per scoprire quali sono stati gli altri titoli proposti e votati.
Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
La trilogia di Umberto Matino, i libri di Paolo Malaguti, i libri di Andrea Molesini. Il prete bello di Goffredo Parise, i libri di Mario Rigoni Stern, La morte a Venezia di Thomas Mann, Libera nos a Malo di Luigi Meneghello. I libri di Giuseppe Berto, Un amore veneziano di Andrea Di Robilant, I quindicimila passi di Vitaliano Trevisan.
PREMIO STREGA 2021: I 12 LIBRI FINALISTI (CON ALCUNE SORPRESE)
Da ben 62 libri proposti a 12 che, come da regolamento, si giocheranno la semifinale e quindi l’ingresso in cinquina. Entra nel vivo il Premio Strega 2021, con la difficile scelta a cui è stato chiamato il Comitato direttivo. Lo Strega – promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega con il contributo di Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e con IBS.it, sponsor tecnico – ha infatti appena annunciato la selezione della “dozzina” della LXXV edizione. Il Comitato direttivo si è riunito per scegliere i dodici candidati tra titoli di narrativa proposti quest’anno dagli Amici della domenica.
Questi i libri selezionati (7 autrici e 5 autori):
Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli)
Edith Bruck, Il pane perduto (La nave di Teseo)
Maria Grazia Calandrone, Splendi come vita (Ponte alle Grazie)
Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani)
Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza (Mondadori)
Donatella Di Pietrantonio, Borgo Sud (Einaudi)
Lisa Ginzburg, Cara pace (Ponte alle Grazie)
Giulio Mozzi, Le ripetizioni (Marsilio)
Daniele Petruccioli, La casa delle madri (TerraRossa)
Emanuele Trevi, Due vite (Neri Pozza)
Alice Urciuolo, Adorazione (66thand2nd)
Roberto Venturini, L’anno che a Roma fu due volte Natale (SEM).
A giugno gli autori candidati e finalisti saranno ospiti di festival e manifestazioni culturali in tutta Italia. La prima votazione, che selezionerà la cinquina dei finalisti, si terrà giovedì 10 giugno, mentre l’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 8 luglio.
QUANTO TEMPO OCCORRE PER LEGGER EI BESTSELLER MONDIALI?
Non ha bisogno di presentazioni, Rupi Kaur, l’autrice che negli ultimi anni ha rivoluzionato il mondo della poesia. I suoi libri hanno venduto milioni di copie nel mondo e, se non avete un suo volume nella vostra libreria, è alquanto probabile che vi siate imbattuti nei suoi versi su Instagram.
Rupi Kaur, é da anni al centro del dibattito: la sua antologia di debutto, milk and Honey, ha scalato le classifiche quando è stata pubblicata nel 2016, e il seguito, the sun and her flower, non è stata da meno. Da sempre appassionata di lettura e disegno, sin da piccola sviluppa una passione per tagliare e incollare parole e immagini, dando vita a collage evocativi che raccontano i suoi stati d’animo. Così, le liriche iniziano a farsi strada nella sua quotidianità: a 17 anni si trova per caso a un recital di poesie e, per la prima volta, legge un suo testo in pubblico. Da subito i suoi versi si contraddistinguono per una semplicità e un’immediatezza davvero rare: sono brevi, freschi, possono essere letti tutti d’un fiato. Quando si ha a che fare con le poesie di Rupi Kaur non sorge mai la domanda – abbastanza comune quando ci si imbatte in un componimento lirico – “che cosa vorrà dire?“, per questo i suoi versi hanno trovato un terreno fertile sui social che, al contrario di quanto si possa pensare, non nascono per Instagram, ma proprio grazie a esso hanno ottenuto estrema visibilità e condivisione. Nel caso di Home body, Rupi Kaur ha deciso intraprendere la strada della familiarità, ritornando su alcuni dei temi che avevano caratterizzato le sue raccolte precedenti, questa volta, però, con una consapevolezza più profonda e vibrante: si parla di depressione, di ansia, di accettazione di sé, di incubi ricorrenti, di violenze sessuali, di paranoie, di masturbazione, di legami, di solitudine.Compatibilmente con l’andamento dell’emergenza sanitaria, Vita Supernova si terrà a Torino dal 14 al 18 ottobre 2021. Nel settecentesimo anniversario dantesco, il Salone richiamerà infatti grandi nomi della scena culturale per ragionare insieme sul futuro che ci aspetta. Il Salone Internazionale del Libro di Torino è un punto di riferimento per tutta la filiera del libro.
Dopo un anno di pandemia, siamo tutti fiduciosi e arriverà presto il momento di ritrovare la comunità del Salone, fatta di editori, librai, bibliotecari, lettori, ma anche delle tante persone che lavorano alla costruzione di un evento così importante. Vita Supernova: Dante da una parte e la più potente fra le esplosioni stellari dall’altra. Un’accoppiata straordinaria per segnare davvero la ripartenza." “Nell'anno della pandemia i libri si sono dimostrati una risorsa importante per tantissime persone, venendo incontro alla richiesta di complessità, coinvolgimento emotivo, prossimità, capacità di affrontare in modo umano i grandi temi dell'esistenza di fronte a cui con tanta urgenza l'epoca in cui viviamo ci ha rimesso. Gli editori hanno svolto e continuano a svolgere da questo punto di vista un ruolo fondamentale. Il Salone del Libro è al loro fianco come sempre. Insieme daremo vita all'edizione della ripartenza, per incontrare i lettori dal vivo, in presenza, dopo tutto questo tempo.” Nicola Lagioia, Direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino. Dal 21 al 23 maggio Portici di Carta - il progetto della Città di Torino realizzato da Associazione Torino, La Città del Libro e Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte e con la partecipazione dei librai torinesi coordinati da Rocco Pinto; il festival Libri Come - Festa del libro e della lettura - prodotto dalla Fondazione Musica per Roma a cura di Marino Sinibaldi, Michele De Mieri, Rosa Polacco; e la nuova manifestazione Lungomare di Libri - promossa dal Comune di Bari e Regione Puglia in collaborazione con l’Associazione Presìdi del Libro - daranno vita a un’importante e inedita sinergia. Le città di Torino, Roma e Bari costruiranno un ponte ideale che attraversa il paese grazie alla lettura, diventando tre centri di un vero e proprio festival diffuso.
Le rassegne manterranno la propria identità e i rispettivi palinsesti, ma uniranno le forze per realizzare una programmazione condivisa, con formule ibride tra digitale e presenziale, compatibilmente con l’andamento della crisi sanitaria. Tre eventi, tre città, un’unica grande comunità di lettori che torna a riunirsi intorno alla passione per il libro e la lettura, anche a distanza. La speranza è che questa nuova collaborazione possa diventare un modello sostenibile di sinergia per il mondo dei festival italiani, messo a dura prova dalla pandemia ma da sempre bacino e occasione di occupazione, incontro, dialogo, confronto e arricchimento culturale. Il Salone per il Dantedì. Anche il Salone del Libro partecipa al Dantedì, la giornata dedicata al settecentenario dell’inizio del viaggio ultraterreno di Dante nell’aldilà. Mercoledì 25 marzo, alle 11:30, il Salone organizza una diretta dal suo canale Instagram, aperta alle scuole e a tutto il pubblico del Salone. Una maratona di lettura realizzata da studenti di tutta Italia, in collaborazione con le scuole dell’Atlante Digitale del Novecento, per sentire dalla voce dei ragazzi le terzine della Commedia.
Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, è tempo di prime candidature ufficiali al premio Strega. Tra i nomi già circolati pronti a contendersi l’edizione 2021 di uno dei riconoscimenti più ambiti e discussi del panorama letterario italiano, c’era quello di un ex vincitore, Nicola Lagioia, con La città dei vivi, opera di cui molto si è parlato
Via Facebook, però, stamattina l’autore barese ha comunicato la scelta di non competere, per quest’anno: “Nelle ultime settimane è capitato che su qualche giornale si parlasse della possibilità che La città dei vivi partecipasse al Premio Strega. La notizia è rimbalzata su carta e online. La settimana scorsa un’amica giornalista mi ha telefonato per chiedere cosa volessi fare, ho risposto ‘non mi sono ancora posto il problema’. Subito dopo, su un altro giornale, ho dovuto far cambiare l’intestazione a un’intervista dove si dava per certa la mia partecipazione. Infine un ‘amico della domenica’ mi ha chiesto se poteva candidarmi, così a quel punto ‘non mi sono posto il problema’ non valeva più come scusa. Ci ho pensato, l’ho ringraziato, ho risposto che non avrei partecipato“. La motivazione che avrebbe portato il direttore del Salone a tirarsi fuori dai giochi è presto spiegata: “Temo che tornare a partecipare ora possa essere un gesto di arroganza, non solo verso gli altri, ma (poiché non ci si conosce mai fino in fondo) anche verso me stesso. Sono uno scrittore lento, pubblico un libro ogni cinque o sei anni, è un lavoro a cui dedico tutto me stesso, sono felice per ogni lettore in più che riesco a raggiungere. Però penso anche che fare ogni tanto un passo indietro potendone fare uno in avanti sia un buon insegnamento, un esercizio di misura e (a suo modo) una scommessa“. Inevitabilmente, la sua presenza in gara l’avrebbe resa più equilibrara, riaprendo i giochi. Senza Lagioia la sfida per la vittoria sembra così essere tra Teresa Ciabatti, da poco tornata in libreria con Sembrava bellezza (Mondadori), la cui partecipazione, meglio precisarlo, non è stata ancora ufficializzata, ed Emanuele Trevi, autore di Due vite (Neri Pozza, che per l’occasione lo presenta in una nuova edizione, nella collana Bloom), già proposto da Francesco Piccolo, ex vincitore del premio a sua volta. Per quanto riguarda il primo giro di candidature – che man mano vengono comunicate sui social dello Strega – troviamo tanti altri libri. Nel frattempo sono state ufficializzate le date dell’edizione 2021 dello Strega: il 22 marzo verrà annunciata la “dozzina”, il 10 giugno è prevista la votazione della cinquina, mentre l’appuntamento per la serata finale è fissato per giovedì 8 luglio (si spera in presenza, nella tradizionale cornice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia).
Durante Bookcity c'è stato un evento, per spiegare chi sono i Book Influencer, cosa fanno e qual è il loro ruolo nel panorama editoriale. Quello dei Book influencer è un mondo che esiste da diverso tempo, ma ha conosciuto nuovo slancio negli ultimi anni grazie ad alcune piattaforme social, soprattutto Instagram. Attraverso i post e le stories, chiunque può condividere le proprie letture, commentarle, interagire con altri lettori e arrivare, a volte, a influenzare le decisioni di acquisto degli utenti. Secondo l'influencer è possibile coniugare i social e la letteratura. Il linguaggio è fondamentale, così come capire la destinazione e improntare il proprio canale in un certo modo, tenendo a mente qual è il tipo di pubblico a cui ci si rivolge. Ci vuole un equilibrio, bisogna sapere dove si è, cosa si fa e a chi ci si rivolge.
I Book influencer sono stati tacciati di superficialità, accusati di svalutare sui social il mondo della letteratura. Forse perché i vecchi media hanno paura dei nuovi, che sono molto più fruibili e “acchiappano” i giovani, perché è più facile seguire un profilo Instagram che comprare un inserto culturale. La paura, come sempre, porta ad attaccare e svalutare l’altro. L’efficacia dei nuovi canali di comunicazione è dimostrata anche dalle statistiche, sembra che più del 40% dell’aumento delle vendite dei libri deriva dalle suggestioni che arrivano online al lettore, quindi da un canale che non è quello tradizionale. I social danno la possibilità di offrire un primo gancio, andare a prendere quelle persone che magari non leggono neanche un libro l’anno, ma perché vengono da un contesto in cui non hanno accesso a nessun contenuto di questo tipo. Se fanno venire voglia di leggere a qualcuno che non ha mai letto, è una cosa buona.
Leggere molto aiuta a scrivere bene. Scrivere non è affatto facile, anzi è un’abilità e un talento, che di certo non si impara: non si esce da un corso di scrittura creativa con il diploma di “scrittore professionista”. Scrivere infatti non significa solo rispettare le regole grammaticali, usare in modo appropriato i segni di punteggiatura, conoscere le tecniche di scrittura. Certo, questo è essenziale per produrre un testo corretto, ma non è tutto. L’unico modo per migliorare la propria scrittura, qualunque siano i nostri scopi, è leggere. Solo leggendo i grandi maestri possiamo provare ad essere buoni scrittori. È un dato di fatto che ogni scrittore scriva per un proprio ideale lettore, che sia un vasto pubblico, i venticinque lettori di Manzoni, o semplicemente se stesso. Come puoi capire se il tuo testo possa piacere al tuo lettore se tu stesso non leggi? Leggere ti procura moltissimi vantaggi, tra cui trovare ispirazione, aumentare la tua conoscenza, conoscere i generi letterari in modo più accurato, allargare il tuo vocabolario, comprendere meglio il linguaggio letterario (da Huffingtonpost). “Se non hai tempo per leggere, non hai il tempo per scrivere.” afferma Stephen King. Anche leggere i giornali cartacei o online aiuta a migliorare il proprio scrivere, perché ti rende sensibile alle tematiche attuali e al linguaggio a cui i tuoi lettori probabilmente sono abituati. Le parole che leggiamo più spesso, a prescindere dal loro significato e dal loro contesto influiscono positivamente su noi stessi, ci inducono a fidarci del loro contenuto. Le parole più semplici sono le parole che leggiamo più spesso. Quindi per attirare la maggior parte di pubblico una buona mossa è quella di imparare dai giornali e dai libri un linguaggio semplice, che appunto possono ispirare fiducia.
In questi giorni George R.R. Martin, autore della saga fantasy più famosa del momento, Il trono di spade, compie 71 anni. Scrittore, produttore, sceneggiatore, questa personalità poliedrica, ci consiglia dei libri da leggere assolutamente.
Il signore degli anelli di J.R. R. Tolkien: la storia, per riassumere è la lotta, senza tregua, fra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un’allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi.
Il Grande Gatsby di Scott Fitzgerald: una descrizione spietata e partecipe del mondo fastoso e frivolo degli anni Venti nelle pagine indimenticabili dello scrittore simbolo della “generazione perduta”.
Comma 22 di Joseph Heller: pubblicato per la prima volta nel 1963, questo romanzo è stato universalmente riconosciuto come il capolavoro della letteratura antimilitarista di tutti i tempi, per la rappresentazione grottesca della retorica militare della morte.
Le due città di Charles Dickens: un romanzo storico consacrato al realismo narrativo. “Le due città” mette in scena i destini di personaggi coinvolti nel vortice degli eventi della Rivoluzione francese e del successivo periodo del Terrore.
Il principe delle Maree di Pat Conroy: è un romanzo che ha il coraggio di raccontare i sentimenti più autentici nascosti di un uomo e dei suoi affetti.
La collina dei conigli di Richard Adams: Timido Quintilio è un profeta e sa che una terribile minaccia sta per abbattersi sulla sua gente. In compagnia di un gruppo di fidi compagni, intraprende allora un viaggio alla conquista della libertà e di una nuova possibilità di vita. E se questo è lo scopo, che importa che Quintilio e i suoi amici siano conigli?
La saga di Terramare di Ursula K. LeGuin: nel mondo incantato di Terramare, fatto di arcipelaghi e di acque sconfinate, un ragazzo si mette in viaggio verso l’isola di Roke e la sua Scuola di Maghi.
Arriva la mappa letteraria del mondo, ogni stato ha il suo romanzo. Nella mappa letteraria del mondo ogni stato è rappresentato dal romanzo che più rappresenta la cultura di quella nazione. Un’idea non certamente nuova ma molto interessante quella di Backforward24 (pseudonimo dell’autore), che ha realizzato una mappa della letteratura del mondo.
Ogni stato è rappresentato attraverso la copertina del libro che, secondo l’autore, rappresenta al meglio la cultura della nazione. Naturalmente le scelte dell’autore sono soggettive e non sono condivise da tutti, ma proprio per questo la selezione è stata in grado di suscitare un dibattito. L’opera di Backforward24 spinge infatti a riflettere su quali siano oggi le opere più rappresentative di un popolo e di una nazione.
I libri scelti vanno dai classici, come Guerra e pace di Tolstoj per la Russia, a romanzi di autori contemporanei come L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón, che soffia il posto al Don Chisciotte di Cervantes per la Spagna. Anche per l’Italia Backforward24 non ha puntato su un classico ma su un autore contemporaneo: a Dante o gli altri immensi autori della nostra letteratura è stata preferita Elena Ferrante con L’amica geniale, che oggi è forse il libro italiano più letto all’estero.I libri scelti per gli altri paesi, per esempio, sono Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson per la Svezia, Il Dio delle piccole cose di Arundhati Roy per l’India, I miserabili di Victor Hugo per la Francia, Don Casmurro di Joaquim Maria Machado de Assis per il Brasile, Il tunnel di Ernesto Sabato per l’Argentina, Il mio nome è Rosso di Orhan Pamuk in Turchia, Orgoglio e pregiudizio in Gran Bretagna e l’Ulisse di Joyce in Irlanda, L’uccello che girava le viti del mondo di Haruki Murakami in Giappone, Il buio oltre la siepe di Harper Lee per gli Stati Uniti. Per il Canada, infine, è stato scelto un libro per ragazzi che ha appassionato generazioni di lettori: Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery.
Chi sarà il vincitore del Premio Campiello 2020?
La proclamazione sarà decretata a Venezia il 5 settembre e Vicenza ospiterà la prima uscita ufficiale del vincitore martedì 15 settembre alle 18.30 nell’esclusiva location del Teatro Olimpico.
I cinque libri finalisti che si contendono il premio sono;
Con passi giapponesi di Patrizia Cavalli (Einaudi), Sommersione di Sandro Frizziero (Fazi), Tralummescuro di Francesco Guccini (Giunti), Vita morte e miracoli di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino (Minimum fax) e L’incanto del pesce luna di Ade Zeno (Bollati Boringhieri). Con il vincitore assoluto del Premio sarà presente a Vicenza anche la vincitrice del Campiello Opera Prima, Veronica Galletta, con L’isola di Norman (Italo Svevo).
L’evento è il risultato della sinergia tra l’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, Confindustria Vicenza e la Biblioteca Bertoliana, Il Giornale di Vicenza e le librerie della città Galla 1880, Traverso, Giunti al Punto, San Paolo, con il sostegno di “Vicenza città che Legge” e “Profumo di carta”, e con il supporto economico di Banca San Giorgio Quinto Valle Agno. La serata del 15 settembre al Teatro Olimpico sarà presentata da Marta Cagnola, giornalista e speaker di Radio24; le letture saranno affidate all'attrice e scrittrice di Arzignano, Anna Dalton. Dopo l'incontro in teatro, tra le 19.30 e le 20, gli autori incontreranno i lettori per un firmacopie nella Loggia del Capitaniato. In preparazione della serata del 15 settembre sono previsti alcuni appuntamenti di “riscaldamento” realizzati in collaborazione con Il GdV, le librerie della città e l’associazione Vetrine del centro storico. Dal 24 agosto al 5 settembre, nelle sedi centrali della Bertoliana di Palazzo San Giacomo e Palazzo Costantini e nelle librerie Galla 1880, Traverso, Giunti al Punto, San Paolo sarà aperto “Il GiocaCampiello”, un sondaggio per sapere chi potrebbe essere per i vicentini il vincitore del Campiello: ci saranno sei urne dove votare la propria preferenza e poi il 7 settembre da ognuna sarà estratto un vincitore che riceverà in dono un libro offerto dalla Bertoliana e un posto riservato alla serata del 15 settembre. Molte vetrine del centro storico ospiteranno dal 31 agosto al 15 settembre l’iniziativa “I Signori del Campiello: scrittori e scrittrici che hanno vinto il Premio”. I loro libri saranno esposti nelle vetrine del centro, un'occasione per ricordare o riscoprire testi che hanno segnato la nostra vita. Infine, per tutta la giornata di martedì 15 settembre, gli esercenti del centro storico di Vicenza aderenti all’iniziativa promuovono “Uno SPECIALE Campiello 2020” proponendo ai clienti che si presenteranno con un libro della cinquina del Campiello 2020 un’offerta speciale a loro dedicata. L’iniziativa del 15 settembre al Teatro Olimpico è a ingresso gratuito su prenotazione. I posti disponibili sono 200.
Per prenotazioni e informazioni scrivere a
campiello@comune.vicenza.it
36 CURIOSITA' CHE NON TUTTI SANNO SU HARRY POTTER
Tutti conoscono Harry Potter, ma siamo sicuri di conoscere tutto sul maghetto più famoso del mondo? Ecco a voi 36 curiosità sul mondo di Harry Potter. Chi di noi non ha letto e/o visto al cinema la saga di Harry Potter? Ma siamo sicuri di conoscere tutto sul maghetto più famoso del mondo? Sapevate che il numero che Arthur Weasley compone nella cabina telefonica che lo porterà con Harry al Ministero della Magia contiene un messaggio? E che la McGranitt era una giocatrice di Quidditch? Il sito BuzzFeed.com ha raccolto curiosità che non tutti sanno sul mondo di Harry Potter.
1) Quando Voldemort muore, durante la Battaglia di Hogwarts, ha 71 anni. Tom Riddle (vero nome di Voldemort) era nato il 31 dicembre 1926.
2) Il numero che Arthur Weasley compone nella cabina telefonica che lo porterà al Ministero della Magia con Harry è 6-2-4-4-2. Le lettere che si trovano sotto quei numeri compongono una parola: magia.
3) Il Quidditch è lo sport più popolare tra le streghe e i maghi d’Europa. In America, invece, è il Quodpot lo sport preferito.
4) La linea 7½ della King’s Cross Station è il punto di partenza per il treno a lunga distanza che si ferma solo per i maghi nelle stazioni Europee.
5) Il personaggio del professor Snape è ispirato, in gran parte, dal vecchio maestro di chimica della Rowling.
6) Dopo Hogwarts, Hermione ha lavorato per il Ministero della Magia presso il Dipartimento per la Regolazione e Controllo delle Creature Magiche per ottenere maggiori diritti per gli elfi domestici e altre creature magiche. Successivamente è passata al Dipartimento Applicazione della Legge Magica.
7) Harry e Ron hanno completamente rivoluzionato il Dipartimento Auror del Ministero della Magia.
8) Harry è diventato il capo del Dipartimento Auror e, successivamente, di tutto il Dipartimento dell’applicazione della legge magica. Inoltre, in varie occasioni, ha tenuto delle lezioni sulla difesa contro le arti oscure proprio nelle classi di Hogwarts.
9) Dopo aver lasciato il suo lavoro al Ministero della Magia, Ron si unisce a suo fratello George nella gestione del Weasley’s Wizard Wheezes.
10) Dopo Hogwarts, Ginny Weasley diventa una giocatrice professionista di Quidditch. Dopo aver avuto il primo figlio con Harry, entra a far parte della redazione sportiva della Gazzetta del Profeta.
11) I nomi dei figli di Harry sono in memoria di alcuni dei personaggi: James Sirus, Albus Severus e Lily Luna.
12) George Weasley ha sposato Angelina Johnson. Insieme, hanno due figli: Fred e Roxanne.
13) I gemelli George e Fred Weasley sono nati il 1 Aprile.
14) Harry, Ron ed Hermione avevano tutte le Chocolate Frogs a loro dedicate. Come Silente, Ron ritiene che questo sia il più grande successo della sua vita.
15) In una recensione scritta a mano su Harry Potter e l’Ordine della Fenice per Entertainment Weekly, Stephen King considera la professoressa Umbridge la miglior cattiva immaginaria dai tempi di Hannibal Lecter.
16) Il motto della scuola di Hogwarts è “Draco dormiens nunquam titillandus”, che significa “Mai solleticare un drago addormentato.”
17) Quando era giovane, Silente si innamorò di Gellert Grindelwald, prima che lui diventasse il più terribile mago di magia nera (prima di Voldemort).
18) Minerva McGranitt era infelicemente innamorata di un Babbano in gioventù, ma poi fuggì a Londra per un lavoro presso il Dipartimento di Applicazione della Legge Magica.
19) Quando era una studentessa la McGranitt era una giocatrice di Quidditch di grande talento. Dopo un grave infortunio, però, rinunciò allo sport.
20) Harry e la sua inventrice, J.K. Rowling, festeggiano il compleanno lo stesso giorno: il 31 luglio.
21) Dopo Hogwarts, Luna Lovegood è diventata una naturalista e durante il suo lavoro ha incontrato e sposato Rolf Scamandro. Il nonno di Rolf Scamander è Newt Scamandro, l’eroe del film Animali fantastici: dove trovarli.
22) Dopo il matrimonio, Neville Paciock e Hannah Abbott si sono trasferiti a Londra. Neville ha lavorato per un breve periodo come un Auror, ma poi è diventato un insegnante di Erbologia a Hogwarts.
23) Rowling ha modellato la giovane Hermione più o meno su se stessa. Proprio per questo le diede come Patronus il suo animale preferito: una lontra.
24) Se fosse dipeso da suo padre, Draco Malfoy sarebbe andato a scuola presso l’Istituto Durmstrang. Tuttavia, sua madre non volevo mandarlo così lontano.
25) J.K. Rowling ha usato la sua depressione (in seguito alla morte della madre) come modello per creare i Dissennatori e la sensazione che scatenano.
26) Ron, Harry ed Hermione sono arrivati alla scuola di magia nel 1991.
27) In “Harry Potter e il calice di fuoco“, c’è una scena nell’ufficio di Silente in cui vi è una chiara allusione a “Herry Potter e i doni della morte” insieme ad un dialogo: “Vedi Harry io ho cercato e cercato qualcosa, qualche piccolo dettaglio. Qualcosa che avrei potuto trascurare, qualcosa che spiegherebbe il motivo per cui queste cose terribili sono accadute. Ogni volta che mi avvicino a una risposta che scivola via, è esasperante.”
28) Anticipatamente alle riprese di “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban“, il regista Alfonso Cuarón ha chiesto ai tre attori principali di scrivere un saggio sui loro personaggi. Emma Watson ha scritto 16 pagine su Hermione, Daniel Radcliffe ha scritto una pagina su Harry, e Rupert Grint non ha mai consegnato il compito.
29) Prima di essere scelto per interpretare Draco Malfoy, Tom Felton ha letto anche le parti dei personaggi di Harry e Ron.
30) Durante le riprese di “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban“, le tasche del mantello di Hogwarts mantello di Tom Felton sono stati cucite perché l’attore continuava a cercare di contrabbandare cibo sul set.
31) Nel corso della ripresa della scena del bacio tra Harry ed Hermione, Rupert Grint è stato invitato a lasciare il set perché continuava a ridere.
32) Nel cimitero di Greyfriars Kirk a Edimburgo, ci sono tre lapidi con i nomi Thomas Riddle, William McGonagall, ed Elizabeth Moodie. Si dice che J.K. Rowling si sia ispirata proprio a quelle lapidi per dare i nomi ai suoi personaggi.
33) Poiché i lettori dei libri avevano problemi a pronunciare il nome di Hermione, la Rowling ha scritto una scena in cui ha spiegato il suo nome a Viktor Krum.
34) J.K. Rowling ha respinto la richiesta da parte di Michael Jackson di produrre un musical di Harry Potter.
35)Il professor Silente ha una cicatrice sul ginocchio sinistro. La cicatrice ha la forma della mappa della metropolitana di Londra.
36) J.K. Rowling aveva deciso che la parola conclusiva della saga del celebre maghetto fosse “cicatrice”. Con il tempo ha poi cambiato idea, optando per un più sereno: “Andava tutto bene”.
In marzo e aprile un italiano su due non ha letto nulla.
Nonostante quello che si sarebbe potuto ipotizzare, visto il forzato soggiorno in casa, l’emergenza Covid-19 ha provocato un forte calo dei lettori di libri in Italia e ha anche fiaccato la domanda di acquisto, specie da parte di chi prima della crisi leggeva più di 12 libri l’anno, i cosiddetti lettori forti, che nello scenario desolante della lettura nel nostro Paese sono sempre stati una sorta di avanguardia.
È questo il quadro disegnato dall’Indagine Cepell-AIE. A maggio del 2020 – spiegano dall’Associazione italiana degli editori – la percentuale di italiani (15-74 anni) che dichiarava di aver letto negli ultimi 12 mesi almeno un libro (compresi eBook e audiolibri) è in calo di 15 punti percentuali rispetto al marzo dell’anno precedente, attestandosi al 58%. Il valore scende (50%) quando si prendono in considerazione solo le letture degli ultimi due mesi, ovvero marzo e aprile. Chi non ha letto libri a marzo e aprile è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42 %.
L’abbandono della lettura da parte degli italiani è un fenomeno di società che va affrontato a tutti i livelli – ha spiegato il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Diego Marani -. Si tratta di una tendenza che era già in atto prima della pandemia e che va contrastata con misure che incidano sui comportamenti della società nel suo insieme. Mirare ai giovani e alle scuole non basta più. Le famiglie, le imprese, le istituzioni a ogni livello devono essere coinvolte, anche con una rivalutazione della parola scritta nei colloqui di lavoro, nelle prove d’esame, nei concorsi pubblici”.
Leggere un libro è un’attività a cui gli italiani dedicano prevalentemente meno di un’ora al giorno, con valori in diminuzione nell’ultimo anno, mentre la televisione, il telefono, whatsapp, i social network sono tutte attività che mediamente impegnano per più di 60 minuti, con valori in crescita. Quasi la metà di chi non ha letto durante il lock-down (il 47%) dichiara che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news. Il quadro della lettura nel nostro Paese è allarmante. I dati raccolti, infine, ci dicono che si è fortemente ridotto il numero di lettori che hanno acquistato libri nei 12 mesi precedenti (sono il 35% nel 2020, erano il 63% nel 2019) e che il mercato rischia una pesante flessione a causa del comportamento dei forti lettori. Gli acquirenti che si definiscono forti lettori passano infatti da 4,4 milioni a 3,5 milioni, con una flessione del 20%.
“Proviamo a fare un calcolo in base alla popolazione attuale della penisola – specie dopo che i talk show televisivi hanno dimostrato che non deve esistere timidezza alcuna, e chiunque è candidato alla gloria… Si può legittimamente ipotizzare che 50 milioni di italiani producano almeno un manoscritto nel corso della loro vita terrena.
Non calcolo i grafomani, ma sono pur sempre 50 milioni per generazione e cioè ogni venticinque anni”. Lo scrive Umberto Eco nella prefazione a questo divertente pamphlet di Fabio Mauri. Il volume raccoglie le lettere d’accompagnamento ai manoscritti ricevute durante oltre trent’anni di lavoro in una casa editrice.
Un esilarante distillato di superbia, ingenuità, sogni di gloria che offre uno spaccato irriverente del nostro paese. PER FARE UN PO’ DI BENE (plico)… la mia professione non e` quella di scrittore. Ma da 20 anni sono abbonato al « Messaggero » e all’« Indice della Scuola ».
Il mio libro si rivolge ai bambini dai 12 ai 60 anni! Diamo da leggere qualcosa di buono! Non esiste soltanto il male! Non sono solo i Moravia e i Pasolini che hanno qualcosa da raccontare! Il bene può fornire egualmente, e più (se no che bene sarebbe?) materia viva per buoni libri… Accludo l’indice del mio manoscritto dal titolo L’Omino di Via Dionigi.
Segue, in foglio a parte, l’indice del romanzo:
Capitolo 1°) L’Omino viene promosso in 5a elementare
2°) L’Omino, dopo anni, si diploma a pieni voti al Liceo Carducci di Forte dei Marmi
3°) L’Omino si fidanza e un anno dopo sposa Gabriella Pozzati di Marina di Viareggio
4°) Ha da lei tre gemelli: Cariolino, Baciamanino e Perfettino
5°) L’Omino entra in Banca, e il Commendator Razzi tiene a battesimo il quarto figlio Primolino e diventa padrino perpetuo della famiglia Olona (cognome dell’Omino) Firmato Giacomino Olonari CON SCATENATO E INCONSAPEVOLE SESSO (lettera) Dottore, oggi ho deciso, mi sono fatta violenza!
Mi apro a voi, ricacciando in dentro un pungolo, che mi fa sanguinare intimamente.
Vi ho spedito La fiorona. Ci sono tutta io, lì. Cose che non mostrerei a nessuno, neanche a me stessa davanti allo specchio, lì sono scoperte, sulle pagine bianche. La dò a voi che non avete nemmeno faccia per me, e mi incutete paura senza occhi, né labbra, con la vostra presenza ritta dentro di me inflessibilmente. Sento che la mia Fiorona è già nelle vostre mani, che la palpate, la sfogliate, creatura viva, a sé stante, e unita a me indissolubilmente.
Che cosa devo aspettarmi? Tutto, come una donna attende ciò che crede di meritare per averlo desiderato fino allo sfinimento… Vi prego di farvi vivi. Oggi pomeriggio sarò, sola in casa, ad attendere il postino.
Maddalena Cagliozzi
LA "SESTINA" DEL PREMIO STREGA 2020
Una serata dall’atmosfera ineluttabilmente inconsueta per la cinquina del premio Strega 2020, in diretta streaming causa pandemia (alla conduzione, la giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica Loredana Lipperini). Niente assembramenti in Casa Bellonci, niente calca in terrazza, niente buffet. E soprattutto niente polemiche (almeno per ora…), per la 74esima edizione del riconoscimento letterario italiano più ambito e discusso, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci con il contributo della Camera di Commercio di Roma. Ma, le sorprese, quelle sì, non sono mancate… E veniamo infatti all’attesa cinquina. Anzi… sestina!
Sì perché si è reso necessario applicare l’articolo del regolamento che prevede l’imprescindibile presenza di un piccolo editore tra i finalisti (“La nave di Teseo non è più considerata tale”). Niente cinquina, dunque, ma sestina.
Con i seguenti protagonisti a sfidarsi a luglio (ben 3 candidati del Gruppo Mondadori…):
• Sandro Veronesi, Il colibrì (La nave di Teseo), 210 voti;
• Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi) e Valeria Parrella, Almarina (Einaudi), 199 preferenze a testa;
• Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli), 181;
• Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori), 168;
• Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango Libri, ) che, pur avendo ottenuto meno voti di Marta Barone, entra in sestina (è giunto settimo con 137 voti)
Di tutti i settori editoriali, la poesia è senz’altro uno di quelli più particolari. Sembra star prendendo forza negli ultimi anni dai mezzi di comunicazione più disparati (tra cui i social). A volte, infatti, basta cambiare la veste in cui si presenta per aprirle le porte di nuovi lettori: è quello che stanno cercando di fare una libreria francese, Lettres, di recentissima apertura a Parigi, nel V Arrondissement, dove le poesie si vendono anche al grammo. Un intero muro della libreria è dedicato ai singoli fogli con cui si va a creare il proprio bouquet poetico. Il progetto, che ricorda alcune iniziative delle librerie Feltrinelli, a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, non è nuovo per la Francia. Non è infatti la prima volta che le poesie vengono vendute a peso. L' idea è piaciuta talmente a Pascale che ha voluto renderla permanente sui suoi scaffali. Ma come funziona, esattamente? I clienti sono invitati a servirsi da sé, osservando e scegliendo tra i fogli disponibili. Si tratta per lo più di classici fuori diritti, e in caso di poesie non in francese si predilige la lingua originale rispetto alle traduzioni, per mantenere la musicalità e gli intenti degli autori. I testi scelti vengono quindi pesati e infilati in una busta: 8 poesie equivalgono a circa 10 grammi, per un totale di 5,80 euro. «Penso che le persone stiano andando molto di più verso ciò che è leggero, forse anche verso ciò che è fugace. E la poesia continua a vivere e ad affascinare molti» sottolinea Pascale. Ma non solo: a volte una singola poesia può portare a un’intera raccolta, come è già capitato con alcuni clienti, affascinati da un componimento tanto da voler leggere il resto della produzione del suo autore. E le idee per propagare questo amore per la poesia non mancano alla coppia di proprietari: «Le poesie vendute al grammo sono più un piccolo regalo da offrire», afferma Lahzar Nahal. «Abbiamo già l'idea di creare alcuni stalli nei negozi di fiori. Ci piace accompagnare i nostri bouquet con una breve nota, ma spesso non sappiamo cosa scrivere. Una poesia può dire tutto». E ancora, vorrebbero mettere in vendita anche fogli profumati, usando una tecnica di stampa che prevede l'incorporazione del profumo nell'impasto, per renderli ancora più adatti come dono. La poesia, anche nei momenti meno luminosi, continua a fiorire. Un foglio alla volta.
Audiolibri da ascoltare per ridere un po’ e non pensare troppo alla realtà. In questo periodo caratterizzato da pandemia e restrizioni, in molti saranno giù di morale.
Per fortuna, come in tante altre circostanze, ci sono le buone letture a venirci in aiuto e farci evadere dalla realtà. In particolare, gli audiolibri possono essere di grande sostegno. Ci sono audiolibri che ascoltandoli ci aiutano a ridere, ritrovare il senso dell’ humour o apprezzare l’ironia e la comicità di scrittori e artisti. Ecco una selezione di audiolibri utili per tirarsi su di morale e farsi due risate.
1) Affari di famiglia di Francesco Muzzopappa
2) La sovrana lettrice di Alan Bennett
3) Lamento di Portnoy di Philip Roth
4) Benevolenza cosmica di Fabio Bacà
5) …che Dio a perdona tutti di Pif
6) Quando siete felici, fateci caso di Kurt Vonnegut
7) Stupore e tremori di Amélie Nothomb
8) Volevo solo andare a letto presto di Chiara Moscardelli
9) Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo
10) I corti di Sandrone Dazieri Audience
Annullare? No, reinventare e rilanciare in modo diverso. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato nell’emergenza coronavirus è la capacità di innovare, imparando a cogliere opportunità diverse. Anche per quanto riguarda eventi e appuntamenti: certo, molti sono stati annullati, soprattutto all’inizio, ora però si cerca di riprogrammare tutto anche grazie alle nuove tecnologie che ci permettono di sentirci vicini pur mantenendo le distanze.
È quanto sta facendo Bologna Children’s Book Fair (BCBF) la Fiera per Libro per Ragazzi: organizzata da BolognaFiere, è stata inizialmente annullata a causa della pandemia.
Poi il cambio di passo con il lancio di BCBF virtuale: una fiera online e a portata di click. La versione virtuale della più importante manifestazione per lo scambio di diritti nel mercato dell’editoria per bambini e ragazzi aprirà i battenti il 4 maggio. Il programma completo degli eventi virtuali sarà annunciato il 23 aprile, in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Copyright, con una speciale esposizione digitale di libri per bambini dedicati al piacere della lettura. Ad attenderci anche un’altra novità: il centro di questa fiera virtuale sarà costituito da Bologna Children’s Book Fair Global Rights Exchange, un hub per lo scambio dei diritti online che rimarrà aperto tutto l’anno.
La piattaforma (alla quale potranno accedere anche gli editori e agenti letterari che hanno partecipato come visitatori nel 2019 e che si erano già preregistrati per l’edizione 2020) consentirà ai quasi 1500 espositori registrati di presentare i propri titoli, fare e ricevere offerte, programmare video-incontri con altri partecipanti registrati.
Presentare, dibattere, anticipare le tendenze del mercato editoriale mondiale, i contenuti, i protagonisti: le missioni della Fiera del Libro per Ragazzi rimangono tali e quali al pre-coronavirus. Cambia solo la modalità di fruizione: tutto diventa digitale. I libri, le app, gli editori dei premi della Fiera verranno presentati online, con booktrailer, interviste, webinar e annunci in diretta streaming. Una nuova parte della piattaforma, che comprende il sito, i canali social e l’app, si svilupperà in un blog dedicato, con informazioni continuamente aggiornate sull’evento, inclusi i principali appuntamenti, interviste, rubriche di ospiti, link ad articoli di rilievo. Mostra e Muro degli Illustratori tutto in digitale. Non mancherà poi una speciale versione digitale della Mostra Illustratori, disponibile gratuitamente ai visitatori online dal 4 al 7 maggio, che potranno apprezzare il meglio dell’illustrazione internazionale con le opere dei 76 artisti da 24 Paesi. E anche il Muro degli Illustratori, dove aspiranti illustratori appendono i propri biglietti da visita, cartoline, poster, sarà incluso nell’offerta online.
Ossessionato dal virus come tanti, non riesco a uscire dall’argomento e mi sono imbattuto in un bellissimo romanzo breve di grande attualità. È un libro che vorrei consigliare non solo perché parla di noi cent’anni prima, ma perché è un racconto tecnicamente perfetto, quel che si dice grande letteratura, senza gli effetti speciali delle trame irresistibili e dei colpi di scena spettacolari. Si intitola La peste scarlatta e fu scritto nel 1912 da Jack London.
È un racconto distopico o meglio post apocalittico, che mette in scena, nel nulla, un vecchio alle prese con l’infanzia (dei sedicenti nipotini). Siamo nel 2073 in una California tornata all’età della pietra e un decrepito, sopravvissuto racconta a un gruppo di ragazzini selvaggi e analfabeti (appunto i suoi nipoti) com’è scampato all’estinzione dell’umanità causata da un germe micidiale sessant’anni prima (dunque nel 2013!), quando gli Stati Uniti erano governati da un oscuro Consiglio dei Magnati, incaricato di nominare il presidente, cioè il Sovrano del Mondo. C’è la scoperta improvvisa dell’orrore, l’incredulità, poi l’isolamento, la fuga, il sospetto, la viltà di tanti, l’eroismo di pochi, il cumulo dei cadaveri da seppellire o da smaltire…C’è un uomo, il Nonno, che resta solo al mondo. O crede di restare solo. E come sempre accade nelle narrazioni più o meno fantastiche dell’epidemia, anche London vede nel contagio e nello scatenamento della natura non un banale castigo di Dio, ma un’occasione unica per riflettere sulla condizione umana, sullo sviluppo, sui comportamenti, sulle mentalità, sugli stili di vita.
Tutti gli scrittori che mettono in scena la peste, lo fanno invitando il lettore a ripensare alla dimensione morale del proprio stare al mondo. Lo fanno sapendo che certe situazioni limite favoriscono una seria rilettura del passato, una svolta critica, il sogno (magari ingenuo) di un futuro diverso da ciò che ci lasciamo alle spalle. Un’occasione per evitare che si ripetano gli errori del passato? Perché no. Tuttavia, la morale del Nonno è assai amara, anzi sconsolata: «La polvere da sparo tornerà. Niente potrà impedirlo… la stessa vecchia storia si ripeterà». Non c’è resilienza. La morale, terribile, è che appunto non sarà sufficiente una catastrofe per spingere l’uomo a ripensare alla propria condotta, a un mondo diviso tra magnati, classe dirigente, ovvero razza padrona di terre e di macchine, e un popolo di schiavi. Prima di dire con certezza: «Non saremo più quelli di prima», potremmo riflettere sulle parole del saggio nonno a proposito della polvere da sparo come metafora della sanità pubblica sacrificata alla sanità privata, dell’equilibrio ambientale sacrificato alla crescita del Pil, dell’armonia economica sacrificata al desiderio di consumo, del pensiero critico sacrificato alla claustrofobia digitale, del tempo sacrificato alla coazione tecnologica, dell’istruzione diventata semplice figura retorica. L’ambizione, usciti dal tunnel dell’epidemia, è tornare al prima? Tutt’altro. Questa è la morale della fiaba, anche se la fiaba somiglia a un incubo.
La Warner Bros lo ha annunciato tramite un tweet, confermando le indiscrezioni che già avevano allertato gli appassionati della saga nata dalla fantasia di J.K. Rowling: quest’estate, a New York, aprirà il negozio a tema Harry Potter più grande del mondo. Non è stata ancora svelata la data esatta dell’inaugurazione, ma si sa già che lo store si troverà a Manhattan, accanto al celebre Flatiron Building. Al numero 935 di Broadway nascerà quindi un nuovo spazio di ben tre piani dedicato a tutto il mondo immaginario che ruota intorno ai maghi di Hogwarts. Questo accoglierà la più grande collezione di prodotti a tema, compresi quelli legati ad Animali fantastici e dove trovarli. Non mancano le polemiche: il consiglio di quartiere ha infatti contestato il progetto di installazione di dettagli a tema Harry Potter anche sull’edificio storico, ma difficilmente il negozio passerà inosservato. Quel che è certo è che, a distanza di anni dalla pubblicazione (e dalle relative versioni cinematografiche), le storie di J. K. Rowling non passano di moda. E se la passione dei fan per Harry e i suoi compagni di avventura non accenna a diminuire, lo stesso vale per la fantasia del franchising nel trovare nuove forme per continuare a raccontare una storia che ha incantato milioni di persone.
Il programma cult condotto da Geppi Cucciari e Piero Dorfles, è tornato in onda su Rai3 con la nuova stagione. Un programma longevo, giunto alla 22ma edizione. Un programma molto amato da lettrici e lettori di ogni età: che vede il confronto tra due classi scolastiche su un classico della letteratura. Alla conduzione del programma, per il settimo anno consecutivo, ritroviamo Geppi Cucciari, e Piero Dorfles, vera e propria memoria storica della trasmissione: uno sguardo attento, apparentemente severo, ma sempre pronto a mettersi in gioco e a ironizzare anche su se stesso. Per un pugno di libri in questi anni è diventato un programma cult. Davanti alle sue telecamere sono passate scuole provenienti da tutta Italia che hanno letto, discusso, ma anche criticato i libri di volta in volta oggetto della puntata. A giocare non sono soltanto gli studenti presenti in studio. Da casa, gli spettatori possono partecipare telefonicamente al programma e aggiudicarsi i libri in palio indovinando il titolo di una nota opera letteraria che si nasconde dietro una definizione non di rado bizzarra. Dorfles, “il professore”, costituisce un elemento imprescindibile del programma: ha il compito di tenere alto il nome della Letteratura con la L maiuscola e di difenderla da quanti, spesso, la confondono con i libri di “consumo”. Inoltre, con la sua esperienza, riesce a stabilire un dialogo aperto con i ragazzi. Grazie a Geppi Cucciari si conoscono più da vicino i ragazzi in gara, i loro desideri e le loro aspirazioni. In questo modo, Per un pugno di libri non si esaurisce in un semplice gioco letterario. Diventa invece l’occasione per guardare il mondo degli adolescenti anche al di là delle loro competenze scolastiche.
Cari ragazzi, vi auguro che il 2020 sia difficile. Sì, avete letto bene.
Non vi auguro di stare sempre bene, di essere sempre sereni, di vivere in totale tranquillità. Alla vostra età, a sedici, diciassette anni, vivere sempre in tranquillità spesso vuol dire solo una cosa: non vivere. Al massimo, sopravvivere.
Per cui vi auguro tempeste, non sole battente. Vi auguro vento contrario, non discese.
Vi auguro di andare a sbattere contro muri duri come non ne avete visti mai.
Vi auguro di beccarvi sul cammino ostacoli più alti di voi.
Vi auguro nemici, di quelli tosti, di quelli che non vanno al tappeto mai, perché solo con nemici così si impara a stare in piedi.
Vi auguro problemi da risolvere, notti da svegli, braccia a pezzi, sudore e lacrime.
Vi auguro di avere paura, anche. Perché non si dice spesso, in giro, ma la paura può essere buona. La paura può salvarti le chiappe: e di sicuro ti tiene vivo. Occhi aperti, cuore in ascolto.
Vi auguro di sentirvi piccoli in mezzo al mondo, perché solo così si desidera di diventar grandi.
Vi auguro sogni così giganteschi e irraggiungibili da far ridere tutti.
Vi auguro critiche da ogni parte, pioggia battente, fango sotto le scarpe. E lotta, tanta lotta. Battaglie quotidiane. Ferite da toccare fra vent’anni per dirsi “Incredibile, ce l’ho fatta!”.
BOOK PRIZE 2019, DUE VINCITRICI.
LIBRI E DI (E SU) ALDA MERINI A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA
Si consolida la presenza dell’editoria italiana alla Buchmesse, la principale manifestazione del settore a livello internazionale, in programma a Francoforte dal 16 al 20 ottobre 2019. Saranno 252 gli editori e agenti letterari italiani presenti. Lo Spazio Italia, stand collettivo italiano, riunirà 134 editori in oltre 500 metri quadrati di spazio espositivo e sarà la vetrina tricolore alla 71ma edizione del più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti editoriali e per la promozione della cultura e dell’editoria italiana all’estero. Tra gli editori italiani presenti anche 4 aree regionali: Lazio, Piemonte, Sardegna e Veneto. La Buchmesse attende complessivamente più di 7.300 espositori da oltre 102 paesi, con la Norvegia paese ospite d’onore e un’offerta di circa 4.000 eventi.La tradizionale collettiva italiana - organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), dal Ministero dello Sviluppo Economico e ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - si troverà nella Hall 5.0, stand C37 e C38. All’interno dello stand italiano è stata realizzata un’area incontri di circa 40 metri quadrati grazie al supporto dell’Agenzia Nazionale del Turismo Enit in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura di Colonia e Berlino. In questo spazio si svolgeranno incontri dedicati al pubblico professionale e istituzionale dal mercoledì al venerdì, mentre sarà aperto al pubblico generico nel weekend in un’ottica di avvicinamento al 2023, quando l’Italia sarà l’ospite d’onore. Sarà il Sottosegretario al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo Anna Laura Orrico - accompagnata dal presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi - a inaugurare il padiglione italiano nella giornata di apertura, il 16 ottobre alle 10.30, insieme a tutti gli editori italiani presenti.
Dal 2 ottobre, quando l'Organizzazione mondiale del commercio ha autorizzato il governo americano a imporre dazi sulle merci europee per 7,5 miliardi di dollari (6,8 miliardi di euro), l’attenzione dei media del Vecchio Continente è stata catalizzata dalla guerra commerciale fra le due sponde dell’Atlantico. Nella lista dei beni colpiti, alla sezione 4, indica che i prodotti di Germania e Regno Unito saranno colpiti da un innalzamento dei dazi del 25% ad valorem. Di fronte a un grave colpo all’export di libri verso gli Usa (che solo nello Uk vale 128 milioni di sterline, pari a 143 milioni di euro), la Publishers Association, che riunisce gli editori inglesi, ha subito lanciato l’allarme, dichiarando che «è completamente inaccettabile che l’export di libri subisca un danno collaterale da una questione commerciale non connessa». Più tardi, la Publishers Association ha sentito i rappresentanti del governo inglese, ottenendo chiarimenti e – parziale – sollievo. La classificazione usata dal dipartimento del Commercio Usa, nonostante parli di «printed books», non comprende libri in senso proprio (per i quali si usano altre classificazioni), ma materiale stampato non rilegato che può essere suddiviso in fogli singoli. L’associazione degli editori inglesi ha dichiarato che continuerà comunque a vigilare sui dazi voluti da Trump: «il governo degli Stati Uniti può decidere di modificare la lista, aggiungendo o espandendo i prodotti inclusi», fino all’entrata in vigore dei dazi – prevista il 18 ottobre. In ogni caso, come l’imposizione di dazi sui libri sarebbe in violazione dell’accordo di Firenze del 1950, convenzione redatta dall’Unesco per l’importazione di materiale educativo, scientifico e culturale, per favorirne la libera circolazione; l’accordo è stato firmato da 29 nazioni e ratificato da 98, fra cui gli Stati Uniti, come ricorda Anne Bergman-Tahon, Director della FEP. A scanso di sorprese dell’ultimo minuto, insomma, l’editoria tedesca e inglese – ed europea in generale – dovrebbe uscire incolume dalla guerra dei dazi.
Sono terminate le iscrizioni alla prossima edizione di #ioleggoperchè, iniziativa nazionale promossa dall’Associazione Italiana Editori (AIE) per il potenziamento delle biblioteche scolastiche, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), il Centro per il Libro e la Lettura, l’Associazione Librai Italiani (ALI) e il Sindacato Librai e Cartolibrai (SIL), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), Confindustria – Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo, e con il supporto di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, e sono oltre diecimila le scuole italiane che hanno aderito. Il progetto – che vanta anche il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività culturali (MiBAC) e, per la prima volta, della Banca d’Italia - segna così il sorpasso della già straordinaria edizione passata, che aveva visto il coinvolgimento di 9.195 scuole, e che è destinata a crescere ancora. Anche le librerie non hanno tardato ad aderire, loro che sono co-protagoniste di questa iniziativa dal valore sociale e inclusivo. Sul sito www.ioleggoperche.it le scuole potranno anche raccontare e tenere memoria pubblica delle attività ideate e realizzate grazie ai libri di #ioleggoperché nella sezione “Agorà”.Culmine dell’iniziativa sarà dal 19 al 27 ottobre: chiunque vorrà partecipare donando uno o più libri per le biblioteche scolastiche potrà farlo durante la campagna donazioni. Gli Editori contribuiranno con un numero di libri equivalente al totale di libri donati dai cittadini (fino a 100.000 volumi): “In soli 3 anni, l’impegno delle scuole, delle librerie e degli editori che hanno partecipato a #ioleggoperché ha portato oltre 650.000 libri nuovi nelle biblioteche scolastiche italiane del Nord, Centro, Sud Italia, coinvolgendo più di 2milioni di studenti solo nel 2018, e contiamo con questa edizione di arrivare a quota 1 milione di libri – ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi -. La costante crescita dei numeri del progetto AIE è la riprova di un bisogno cruciale per il Paese”. Si svolge con il sostegno di Mediafriends Onlus, Lega Serie A e Lega B e con il contributo di Pirelli. Mediapartner: Corriere della Sera, Gruppo Mondadori, la Repubblica, La7, TGcom24, Rai, SKY. Aderiscono, oltre alle librerie indipendenti di ALI e SIL: Ancora, LaFeltrinelli, Giuntialpunto, Libraccio, Librerie Claudiana, Librerie Coop, MondadoriStore, Paoline, San Paolo, TCI Touring Club Italiano, Ubik.
Il 20 settembre è una data importante per il mondo e per la nostra città: celebriamo la partenza della Spedizione di Ferdinando Magellano e specialmente il nostro Antonio Pigafetta che, con la sua Relazione del primo viaggio attorno al mondo, ci ha permesso di conoscerla.
Per il 20 settembre l’Associazione Culturale Pigafetta 500 e la Biblioteca civica Bertoliana organizzano una Maratona di Lettura della Relazione che dalla mattina si protrarrà sino a tarda sera, scandita in 10 postazioni del centro della città. Oltre 100 lettori si avvicenderanno nella lettura ad alta voce della Relazione per rievocare quanto vissuto in prima persona da Pigafetta. Il programma completo su www.pigafetta.it
WORKING TITLE FILM FESTIVAL
A Vicenza dal 1 al 5 ottobre Working Title Film Festival nasce a Vicenza nel 2016 per dare visibilità alla produzione audiovisiva indipendente che racconta con sguardi e linguaggi originali il mondo del lavoro e i molteplici temi che con esso si intrecciano. L’obiettivo è dare visibilità alle opere audiovisive ai margini della distribuzione ufficiale e mainstream, al cinema emergente, creando una rete fra filmmaker indipendenti e pubblico. Il festival vuole portare uno sguardo contemporaneo sui nuovi modelli e condizioni del lavoro, evidenziando non solo gli aspetti negativi, legati alla precarietà, alla frammentazione e alla riduzione dei diritti, ma anche le possibilità creative.
Direzione artistica: Marina Resta
Ufficio stampa: Giulio Todescan
Info www.workingtitlefestival.it
IN ANTEPRIMA
Notizie curiose non ne ho trovate ed allora ho pensato, visto che gli editori mi hanno inviato alcune novità che usciranno in autunno, perché non condividerle con voi.
E allora eccovi quelle lette prima di chiudere la valigia e partire con tante altre buone letture nuove ma non solo.
Texas blues, Attica Locke, Bompiani. Darren Mathews, il protagonista, capisce in fretta che niente è come sembra, lui che incarna una suprema contraddizione: un ranger nero che deve difendere la legge e dalla legge difendersi.
Cambiare l'acqua ai fiori, Valérie Perrin, e/o. Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna, nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri.
La parata, Dave Eggers, Feltrinelli. Ancora una volta un'allegoria del ruolo che l'America si è assunta nei confronti degli altri paesi. Quattro e Nove, sono i due protagonisti, due stranieri in una terra devastata dalla guerra. Ma la grande protagonista è l'attesa come in Il deserto dei Tartari.
La moglie del cacciatore di perle, Roxane Dhand, Piemme. Un romanzo storico ambientato in Australia nell'ambiente dei cacciatori di perle. Un matrimonio imposto ed un amore che riesce a superare ogni ostacolo.
Archivio dei bambini perduti, Valeria Luiselli, La Nuova Frontiera. Il viaggio verso il confine messicano, alla ricerca dei bambini perduti e dei ricordi dei nativi americani, di una famiglia attraverso citazioni di libri e di canzoni.
The Good Liar, Nicholas Searle, Rizzoli. Una semplice truffa si trasforma presto in qualcosa di più complesso, ed il protagonista si ritrova ingarbugliato nei ricordi del suo passato che lo riportano fino alla Berlino degli anni ’30.
Nel segno dell'anguilla, Patrik Svensson, Guanda. Il racconto della relazione tra padre e figlio, e della loro comune passione per la pesca all'anguilla, ma anche un'ode all'anguilla. Un ibrido tra romanzo, memoir, saggio.
I ragazzi della Nickel, Colson Whitehead, Mondadori. E' la storia del famoso istituto di correzione da cui passarono migliaia di studenti, per la maggior parte afroamericani, tra il 1900 e 2011, quando venne chiuso. Le storie dei sopravvissuti hanno confermato gli abusi mentali e fisici a cui erano sottoposti dallo staff di bianchi sadici.
Un mare viola scuro, Ayanta Barilli, DeA Planeta. Ayanta parte alla ricerca della storia della propria famiglia, attraverso tre donne ed un secolo di storia.
Il treno dei bambini, Viola Ardone, Einaudi. E' la storia di Amerigo, bambino di strada, partito dai Quartieri Spagnoli di Napoli, per raggiungere il Nord Italia e passarvi alcuni mesi in famiglie affidatarie, negli anni tra il 1946 e il 1952.
Permafrost, Eva Baltasar, nottetempo. L'esistenza di una donna raccontata con disincanto e fredda ironia. Il permafrost, lo strato di ghiaccio permanente, è quello che copre la vita e l’intimità di una persona che racconta con onestà e coraggio i tentativi di spezzare le false verità del mondo che la circonda.
CLASSIFICA ESTATE 2019
Avete mai sognato una biblioteca volante? Gli amanti dei libri, si sa, sognano di leggere ovunque...anche ad alta quota! Da questa estate, grazie al progetto Flybrary di Easyjet, sarà possibile farlo sui voli di questa compagnia. Dal 15 luglio e per tutta l’estate, infatti, i voli Easyjet saranno trasformati in vere e proprie biblioteche volanti con una selezione di oltre 60.000 libri tra i quali poter scegliere per bambini e ragazzi. L’idea della biblioteca ad alta quota nasce dalla collaborazione della compagnia low cost con l’editore HarperCollins. I passeggeri di Easyjet avranno a propria disposizione 60.000 titoli per bambini e ragazzi dai 3 agli 11 anni tradotti in sette lingue diverse per far si che il tempo a bordo sia passato in maniera piacevole, divertente e anche formativa. Quali titoli troveranno a bordo bambini e ragazzi? “Animali fantastici e dove trovarli. Notizie da dietro le quinte, i retroscena della magia”, “Rory Branagan detective. I cattivi se li mangia a colazione” e “Fancy Nancy” sono soltanto alcuni dei libri che saranno messi a disposizione di chi vorrà leggere. L’idea che sta dietro questa iniziativa è non solo quella di promuovere la lettura anche ad alta quota ma, così facendo, di favorire il dialogo tra i bambini e i genitori durante il viaggio. In merito all’iniziativa si è espresso anche Lorenzo Lagorio, Country Manager easyJet per l’Italia esprimendo tutto l’orgoglio di Easyjet per questa iniziativa all’insegna del sapere e della diffusione della cultura: “Il volo è un’occasione unica e divertente di condivisione tra genitori e figli e per rendere questa esperienza ancora più speciale per l’estate easyJet ha deciso di trasformare le cabine in vere e proprie biblioteche volanti. I bambini più grandi possono leggere da soli i libri che troveranno nella tasca davanti al proprio sedile, i bambini più piccoli potranno chiedere ai genitori di farsi leggere una delle storie pubblicate dal nostro partner HarperCollins”. Anche il Direttore commerciale e marketing di HarperCollins Italia, Giovanni Dutto, si è detto molto soddisfatto dell’accordo: “HarperCollins è un editore curioso e dinamico, proprio come i bambini. Poter contribuire a questa iniziativa, unica nel suo genere, capace di estendere anche fuori dai canali tradizionali l’amore per i libri, è la cifra del nostro impegno quotidiano: la fantasia, lo scoprire altri mondi sono elementi che uniscono la lettura e il viaggio”. E della partnership con Easyjet nello specifico ha dichiarato che si tratta dell’occasione perfetta per far volare anche con la fantasia lettori di ogni età.
Il mondo intero piange ancora la morte di Andrea Camilleri, uno dei più arguti e saggi intellettuali del nostro tempo. Il Maestro ci ha lasciato innumerevoli testi, ma ci sono ancora alcuni suoi libri ad attendere lettori e fan: si tratta di libri che verranno pubblicati postumi. Scopriamo insieme quali sono e quando usciranno gli ultimi lavori del grande autore siciliano padre di Salvo Montalbano, il commissario più amato d’Italia. Lo scrittore siciliano ci ha lasciati mercoledì 17 luglio 2019, dopo un infarto che ne aveva causato il ricovero al Santo Spirito di Roma un mese prima. Il mondo della cultura è in lutto e piange uno dei più grandi autori italiani contemporanei. Ma i lettori che lo apprezzavano e amavano potranno ancora provare il piacere di immergersi tra alcune pagine scritte dalla sua celebre penna. I libri di Andrea Camilleri che verranno pubblicati postumi sono ben due: un volume che contiene l’uscita di scena del commissario Montalbano e un testo sulla scrittura. Entrambi saranno pubblicati da Sellerio, la casa editrice palermitana con cui Andrea Camilleri ha pubblicato la maggior parte delle sue opere e con cui aveva instaurato un rapporto professionale ma anche di fiducia, rispetto, amicizia e affetto da oltre 30 anni. L’uscita del nuovo libro di Andrea Camilleri era prevista per l’autunno. Si ratta di un testo sulla scrittura per il suo editore di sempre, Sellerio. A seguito dei tristi avvenimenti la pubblicazione potrebbe slittare, ma dovrebbe uscire entro l’anno. Un saggio dunque, di cui, poco prima del malore, l’autore doveva ancora decidere il titolo. Il secondo libro postumo di Camilleri sarà invece un romanzo, attesissimo dai lettori. Non si sa quando potrebbe arrivare in libreria e tra le mani dei sostenitori di Camilleri, ma il testo è davvero imperdibile. Si tratta del famoso Riccardino, come lo aveva ribattezzato il suo autore che ne aveva parlato spesso: il volume che contiene l’uscita di scena del commissario Montalbano, custodito dalla casa editrice palermitana. D’accordo con Elvira Sellerio, Camilleri aveva già stabilito che sarebbe stato pubblicato postumo. I lettori si interrogano sul gran finale da anni e potranno finalmente scoprire come finisce la storia di Montalbano. Nessun altro lo ha letto, Riccardino, neanche gli stessi editori. Tra lettori e fan aleggia la speranza che ci sia, nascosto da qualche parte in redazione, qualche altro capitolo di questa saga che ha appassionato gli italiani, prima di accomiatarci tutti dal commissario Montalbano. Chissà che Camilleri non ci abbia lasciato qualche altro regalo, oltre alla sua immensa cultura, i suoi indimenticabili libri, delle frasi splendide da ricordare e tanta, tanta saggezza?
Quasi niente suscita curiosità come le questioni di cuore: un po’ per l’argomento in sé, un po’ perché si tratta di segreti, confidenze, particolari che fanno venir voglia di scoprire ogni dettaglio della vita degli altri, magari con la speranza riuscire a fare chiarezza nella propria. In fondo, quando si parla d’amore, quello che tutti cercano sono esperienze, punti di vista, consigli. Per questo esistono da tempo immemore le leggendarie poste del cuore: luoghi dove chiunque, quasi sempre in forma anonima, può chiedere aiuto sui problemi amorosi. Dalle crisi matrimoniali alle crush estive: le poste del cuore sono da sempre zone protette, perché danno importanza a qualsiasi dubbio, anche a quello più paranoico e banale, partendo dal presupposto che, in amore, tutte le sofferenze hanno una loro dignità. Ci sono le rubriche storiche, come quella del Venerdì tenuta dalla giornalista Natalia Aspesi, Questioni di cuore, che uscì per la prima volta il 9 ottobre del 1992.
E ancora quella di Carlo Rossella su Chi, quella di Massimo Gramellini, quella di Barbara Alberti su Gioia!, quella più recente di Ester Viola su Vanity Fair. Insomma: se c’è un format che non tramonta è quello della posta del cuore. Perché per quanto se ne possa dire, anche con il passare degli anni, l’amore rimane sempre lo stesso. Certo, cambiano gli strumenti per conoscersi, i mezzi per comunicare, i tempi e gli stili di vita. Cambiano, di conseguenza, anche le piattaforme di discussione: accanto a giornalisti e scrittori su quotidiani e siti online, si posizionano i cosiddetti influencer che, sui social, rispondono alle domande degli innamorati. Sono tanti. Alcuni lo fanno solo sporadicamente, altri, invece, si dedicano alla causa con più costanza. Si tratta per la maggior parte di donne e ragazze, che oltre a parlare della propria vita e a dare consigli di estetica e moda, si occupano anche di dispensare saggezza in materia sentimentale. In Italia, tra i vari i nomi spicca quello di Giulia Torelli, conosciuta come Rock’n’fiocc (circa 31mila follower). C’è poi Cronache di una bionda (circa 25mila follower), una “bionda psicoterapeuta”, che più che rispondere alle “lettere” amorose di chi la segue, parla in generale di alcuni dei più frequenti argomenti in fatto di relazioni: infatuazione, innamoramento, crisi di coppia, rifiuto, perdono, tradimento.
Ed ancora c’è Match and the city (circa 9mila follower). La pagina Instagram (così come quella Facebook e il blog) è gestita da Marvi Santamaria, che su Querty tiene anche un podcast in cui commenta note vocali di donne che raccontano storie di sessualità e dating.
LISTE DI LIBRI CHE DANNO LE VERTIGINI
Gentile bibliopatologo, faccio continuamente liste. Liste di libri interessanti che dovrei comprare, liste di libri che vorrei rileggere, liste di autori su cui focalizzarmi suddivisi per nazionalità e periodi (gli esistenzialisti francesi, i classici russi, una campionatura degli americani), liste di libri da suggerire a mia figlia adolescente. Ho perfino una lista intitolata “da leggere prima di morire”. Alessandra P.
Cara Alessandra, inerpicati su una scala fino allo scaffale più alto e comincia a compitare tra te e te, mormorando a fior di labbra, tutti i titoli dei libri che trovi. Hai un capogiro? Bene: soffri di vertigini. Tutto sta a determinare se il disturbo è dovuto all’altezza raggiunta o all’elencazione dei libri. Nel primo caso, scendi dalla scala e contatta il tuo medico; nel secondo, resta lì dove sei e controlla se tra i tuoi volumi c’è anche Vertigine della lista di Umberto Eco. Portalo giù scendendo lentamente (non si sa mai) e aprilo a pagina 371, capitolo ventesimo, “Scambi tra lista pratica e lista poetica”. Le liste pratiche per eccellenza sono i cataloghi delle biblioteche, scrive Eco, eppure “il bibliofilo che tentasse di leggere tutti quei titoli e di mormorarli come una litania si troverebbe nella stessa situazione di Omero di fronte ai suoi guerrieri” – sarebbe cioè sopraffatto da un senso di infinito, di incommensurabile, di sublime dismisura. Del resto, le preghiere cantilenanti e le formule incantatorie, dal mantra al rosario, servono a disporre la mente in uno stato diverso dall’ordinario. Il catalogo delle opere di Teofrasto compilato da Diogene Laerzio già alla decima riga ci fa Barcollare; la lista dei libri trovati da Pantagruele nella biblioteca di San Vittore – Il Cul pelato delle vedove, Il Cappuccetto dei monaci, Il Pissipissi dei padri Celestini, e via così per decine di titoli – ci precipita in quell’altro stato di deliquio, potenzialmente letale, che è il riso convulsivo (leggenda vuole che uno dei più celebri morti di risate sia stato lo scozzese Thomas Urquhart, che tra le altre cose, guarda un po’ la coincidenza, è ricordato come il primo traduttore di Rabelais). Ma il catalogo che fa più al caso tuo è quello immaginato da Italo Calvino nel primo capitolo di Se una notte d’inverno un viaggiatore. In libreria, superato il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto, ecco venirti incontro molte altre categorie: S’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo,…. Ed è solo l’inizio, cara Alessandra: Calvino va avanti per altre pagine. Ti consiglio di creare, accanto alla tua sezione “da leggere prima di morire”, una lista dei Libri Che Contengono A Loro Volta Liste Di Libri, e in particolare dei Libri Che Elencano Altri Libri Che È Assolutamente Necessario Leggere Prima Di Morire. Una volta passata dalla lista alla meta-lista alla meta-meta-lista, sono certa che avrai grandiose apparizioni mistiche, e magari vedrai “legato con amore in un volume / ciò che per l’universo si squaderna”. Vertiginoso, vero? Certo, avrai sprecato metà della tua vita di lettrice a compilare liste, ma il passaggio all’altro mondo non ti coglierà impreparata.
COME INIZIA IL PRIMO ROMANZO INGLESE
Cioè "Robinson Crusoe" di Daniel Defoe: spacciato per una storia vera, fu pubblicato il 25 aprile 1719, trecento anni fa. "Nacqui nell’anno 1632, nella città di York, da una buona famiglia che però non era del luogo, essendo mio padre uno straniero, di Brema, che si era stabilito originariamente a Hull. Poi si era fatto un buon patrimonio col commercio, e da quando aveva lasciato gli affari viveva a York, dove aveva sposato mia madre, la cui famiglia, un’ottima famiglia locale, si chiamava Robinson di cognome, e perciò a me fu dato il nome di Robinson Kreutznaer; ma, per l’abitudine di storpiare le parole che c’è in Inghilterra, noi siamo ora chiamati, anzi noi stessi ci chiamiamo e ci firmiamo, col nome di Crusoe, e così mi hanno sempre chiamato i miei compagni." Ecco l'incipit di Robinson Crusoe, una storia che quasi tutti conoscono a grandi linee, pur non avendolo letto, se non altro per le altre storie che ha ispirato in cui c’è un’isola deserta, ad esempio quella del film del 2000 Cast Away. Fu uno dei primi bestseller della storia e fu imitatissimo: nel corso del Settecento e nell’Ottocento furono pubblicati più di cento romanzi con protagonisti naufraghi su isole deserte o apparentemente deserte. Il titolo completo del romanzo sarebbe La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe e nella prima edizione non era indicato il nome di Defoe come autore perché si voleva suggerire l’idea che Robinson Crusoe fosse una persona realmente esistente e che la storia raccontata fosse realmente accaduta. Del resto nella prefazione dell’editore, che forse costituisce il vero incipit del libro, c’è scritto: "Chi l’ha data alle stampe è convinto che questa sia una storia vera e realmente accaduta: e che non vi sia in essa la minima traccia di invenzione: comunque, poiché si tratta di cose passate, questo non cambia il valore del racconto, sia come divertimento che come istruzione del lettore. Egli quindi ritiene, senza bisogno di altre giustificazioni verso il pubblico, di rendergli un grande servizio nel farlo stampare." Defoe comunque si ispirò probabilmente ad alcune storie vere per scrivere il romanzo, in particolare a quella del marinaio scozzese Alexander Selkirk, che dopo un naufragio trascorse più di quattro anni su una delle isole Juan Fernández, Más a Tierra, al largo del Cile, prima di essere salvato dal pirata Woodes Rogers. Nel 1966 Más a Tierra fu rinominata isola di Robinson Crusoe dal governo cileno per attrarre turisti. Non c’è unanimità su quale sia il primo romanzo della storia: molti dicono che sia Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, pubblicato a partire dal 1605. Secondo alcuni invece è La storia di Genji, scritto nell’Undicesimo secolo dalla giapponese Murasaki Shikibu, ma c’è anche chi considera nella categoria testi narrativi molto più antichi, scritti nell’Egitto ellenistico prima dell’anno Zero, oppure il Satyricon di Petronio, in latino: Don Chisciotte sarebbe invece il primo romanzo moderno. Sembra esserci più accordo nel definire Robinson Crusoe il primo romanzo inglese. Non c’è proprio unanimità completa, ma di sicuro è il primo romanzo inglese che viene letto tuttora e che ha avuto fin da subito grande successo e influenza.
CHI INFLUENZA I BOOK INFLUENCER?
È il 1944 quando Lazarsfeld, Berelson e Gaudet elaborano la two-step flow of communication: una teoria della comunicazione che sottolinea l’importanza dei così detti «opinion leader» nel filtrare e nell’indirizzare il flusso informativo tra i media e il destinatario finale. Un flusso che, solo vent’anni prima, Harold Lasswell immaginava come un ago ipodermico capace di inoculare il messaggio dalla fonte al ricevente senza alcun tipo d’intermediazione terza o di privata decodifica.
Qualche decennio più tardi il web avrebbe fatto il resto: accorciando le distanze; connettendo le comunità disperse; attualizzando e moltiplicando i leader d’opinione e la dinamica comunicativa che abilitano. E sollecitando gli interessi dei brand, la loro necessità di prendere parte a questo processo, e tutta quella branca del marketing che possiamo definire «di influenza». Anche nelle sue declinazioni editoriali.«Sul web si è sempre parlato di libri, fin da quando sono nati i primi blog, anche quelli generalisti» racconta Paolo Armelli, contributor freelance per diverse testate ed esperto di innovazione digitale, content marketing etc. «Dai primi anni Duemila inizia una certa specializzazione e da lì è un fiorire di community, testate, progetti, riviste. Tutto ovviamente cambia con l’avvento forte dei social media, diciamo con gli anni Dieci: a giornalisti, addetti del settore e grandi appassionati si aggiungono gli amanti di libri diremmo sempre più “dal basso”. Si aprono spazi inediti, voci originali, contaminazioni». Gli influencer possono essere presenti su tutte le piattaforme o solo su alcune più affini alle loro caratteristiche. Facebook è sicuramente la più diffusa e generalista, ma bisogna fare attenzione alla dispersione, funziona più per marchi grandi, autori best seller, generi popolari. Più specifici sono Twitter, dove si favorisce più il senso di dialogo, community e relazione diretta con autori e case editrici, e Instagram, dove ovviamente ci si deve distinguere per impatto visivo (ma anche per una «quotidianità» trasmessa nelle stories). Ma non bisogna dimenticare le videorecensioni e gli unboxing su YouTube, una nicchia fiorente.
LETTORI DI LIBRI CHE AMANO LE SERIE TV: LA RICERCA
Dalla carta allo schermo. Sono lettori abituali, frequentano le librerie e acquistano preferibilmente lì i libri rispetto agli store online: corrisponde a questo il profilo di chi segue le serie tv, come emerge dall’indagine dell’ufficio studi dell’A.I.E. in collaborazione con IE-Informazioni editoriali “La serialità televisiva, la lettura e l’acquisto di libri”. Gli italiani (15-75 anni) dichiarano di usare sempre più “porte” per entrare nei mondi e negli universi narrativi. Non ne escludono nessuno.
Tutti – o quasi – in crescita tra 2017 e 2018: il cinema di sala, le community on line, i social autoriali, le letture pubbliche, gli audiolibri. Primeggiano però (anche nella crescita) le serie tv in chiaro (dal 75% al 79%), e soprattutto, quelle delle pay tv (Netflix, Sky, Amazon). Anche il libro rivela analoghi segnali di crescita: dal 54% al 58%. L’identikit di chi guarda le serie tv? Coincide con il lettore abituale.
Chi segue le serie tv legge in genere più della media nazionale (il 65,2%), legge libri ed ebook (mix di lettura) più della media (il 31,9%), frequenta le librerie e usa l’e-commerce più della media. È un lettore abituale, che legge in particolare tra gli 1 e i 6 libri all’anno (il 34,7% contro il 25% della media nazionale nella fascia 1-3 libri e il 17,1% rispetto al 15% di media nella fascia 4-6 anni).
L’indagine conferma, grazie ai numeri, che le serie tv costituiscono un driver di vendita notevole per i libri. Ma non solo vendono durante tutta la serie tv: l’effetto traino prosegue anche nei mesi successivi. Quasi che finito l’effetto della trasmissione serie tv si andasse in libreria per «vedere» dalla prospettiva della pagina, e non più dell’immagine, la storia.“Assistiamo per ora a una fase di integrazione piuttosto che di cannibalizzazione di queste due forme di narrazione – ha spiegato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi-. Cambia la modalità narrativa ma si mantiene spesso coerente e armonica rispetto al libro da cui deriva e per questo il nostro pubblico coincide spesso con quello." “Questo elemento di integrazione – ha sottolineato il responsabile dell’Ufficio studi, Giovanni Peresson -. viene confermato non solo dal fatto che con l’avvio di una nuova serie tv o di una nuova “stagione” le vendite si impennano, ma anche quando la serie è finita si va in libreria a comprare il libro da cui la serie è tratta e si è appena smessa di seguire. Quasi che si volesse continuare su un’altra piattaforma tecnologica (quella del libro) ciò che si è appena smesso di vedere attraverso l’altra, e mi riferisco a quella dello schermo tv o del dispositivo digitale. Oppure di voler vedere da un’altra prospettiva narrativa ciò che si è appena interrotto. Farsela ri-raccontare con un’altra voce, insomma”.
Una scelta destinata a far discutere.
A Barcellona, la scuola elementare Tàber, dopo un’analisi dei titoli presenti nella biblioteca d’istituto, soprattutto di quelli rivolti ai bambini con meno di sei anni, ha deciso di eliminare oltre 200 libri giudicati non adatti a bambine e bambini, in quanto responsabili di perpetuare stereotipi sessisti.
Come riporta il sito Open, tra i titoli messi al bando ci sono anche fiabe entrate nell’immaginario(tra cui Cappuccetto Rosso, la Bella Addormentata nel Bosco e Biancaneve). Secondo Anna Tutzò, una delle madri facente parte della commissione che ha analizzato i libri, il problema del sessismo nei libri per bambini non si limita alle fiabe, ma si applica anche ai manuali con cui i piccoli imparano l’alfabeto, i colori e le abitudini. La Tàber non è l’unica scuola spagnola che si sta occupando di questo tema. Estel Clusella, a capo dell’associazione dei genitori di un’altro istituto, ha affermato che “all’età di cinque anni, i bambini hanno già stabilito ruoli di genere, sanno che cosa vuol dire essere un bambino o una bambina. Quindi è basilare lavorare con una prospettiva di genere a partire dall’infanzia”.
Nel 2015, anche Najat Vallaud-Belkacem, allora ministro dell’istruzione francese, in seguito a uno studio sulla letteratura infantile, aveva sostenuto che spesso nelle fiabe classiche sono presenti “rappresentazioni sessiste”, e “riducono i personaggi femminili a ruoli stereotipati”.
CINQUE TIPI CHE PUO' CAPITARE DI INCONTRARE IN BIBLIOTECA
GROSSETO: PINI ABBATTUTI DIVENTANO UNA LIBRERIA
Avete mai pensato di leggere un albero?
Ad Arcidosso, in provincia di Grosseto, è possibile farlo. L’idea è stata concepita e messa in pratica da Andrea Gandini, giovane scultore romano, che ha scolpito personalmente per quattro settimane gli alberi che sono diventati librerie. I tre pini, che sono stati tagliati per necessità, perché pericolanti, ora sono divenuti tre tronchi da cui attingere libri che raccontano storie diverse per tutti i gusti: un tronco è dedicato ai libri per bambini, ovvero le favole più conosciute e i libri con illustrazioni; il secondo tronco lascia spazio ai grandi classici della letteratura; il terzo tronco, infine, sarà pieno di libri che parlano della storia locale.
Tutti i frequentatori del parco del Pero possono godersi le librerie sculture create da Andrea Gandini. Su ogni albero sono rappresentate alcune scene: su uno ha inciso la storia di una favola tibetana che parla di un elefante che sorregge una scimmia la quale, a sua volta, dà sostegno a un coniglio e a una colomba; la cima di un altro albero ha preso forma diventando quattro libri, nello specifico Pinocchio, Il piccolo principe, la Divina commedia e i Fratelli Karamazov; il terzo ed ultimo albero è stato tramutato nel profilo della città di Arcidosso con la rocca aldobrandesca che svetta.
Ognuno di questi tronchi avrà una piccola mensola scavata dove, appunto, saranno riposti i rispettivi libri che tutti potranno leggere e rimettere al loro posto una volta terminata la lettura. Agli studenti della città è stato dato il compito di trovare un nome alla biblioteca che dà la possibilità, al contempo, di leggere un libro nel parco e di ammirare delle opere d’arte. Nel giorno dell’albero, precisamente il 26 aprile, verranno piantati tre nuovi arbusti in sostituzione degli alberi che sono diventati libreria: si tratta di un faggio, un ciliegio e un ginkgo biloba.
TOKIO: UNA LIBRERIA FA PAGARE IL BIGLIETTO D'INGRESSO
HAPPY MEAL READER
A TORINO UNA LIBRERIA DEDICATA AL GIAPPONE: INARI
In Giappone Inari è la divinità della fertilità, del riso, dell’agricoltura, delle volpi, dell’industria e del successo terreno, ed è patrona degli spadai, dei mercanti, degli attori e delle prostitute. A Torino, Inari Books and Lifestyle è una libreria completamente dedicata al Giappone, un piccolo angolo dove oltre ai libri si raccontano viaggi, incontri letterari e percorsi culturali dedicati al paese del Sol Levante. Marianna Zanetta è la padrona di casa, antropologa, grafica, illustratrice, ma soprattutto innamorata del Giappone, ha aperto Inari per condividere la sua passione per la cultura, la letteratura e le usanze giapponesi.
Questa passione è nata quando era bambina, leggendo manga e guardando anime: “Da piccola seguivo senza sosta qualsiasi cartone giapponese poi, con gli anni, ho iniziato ad appassionarmi anche ai romanzi e alla cultura, e ho intrapreso un percorso accademico che mi ha portato fino a un dottorato, grazie al quale ho potuto studiare a fondo le religioni del Giappone e vivere per qualche tempo in terra nipponica
Quando questo percorso si è concluso, ho sentito il bisogno di condividere il mio amore in qualche modo, ed ecco che è arrivata la libreria Inari“. Per quanto riguarda invece la scelta dei i volumi, “vendiamo prevalentemente saggistica e letteratura giapponese o internazionale che si occupi di Giappone. Abbiamo anche una discreta selezione di guide, letteratura di viaggio, testi per bambini e libri d’arte”. Inari non è solo una libreria, ma un vero e proprio centro culturale dove si svolgono presentazioni, eventi e corsi di cultura giapponese, alcuni dei quali si possono trovare e seguire anche online. L’offerta è ampia: si spazia dagli incontri letterari in cui si parla di Murakami, agli appuntamenti sulla cerimonia del tè in collaborazione con la teieria Camellia di Torino.
COSA SUCCEDE A UN LIBRO QUANDO LASCIA LA TIPOGRAFIA?
WATTPAD PUBBLICHERÀ LIBRI SCELTI TRAMITE I DATI DELL'APP
Come racconta il New York Times, Wattpad, la piattaforma che unisce giovani scrittori e lettori, permettendo di pubblicare online le proprie opere e di farle leggere e commentare dagli altri utenti, sta per diventare (anche) una casa editrice, Wattpad Books. In passato la società ha collaborato con altre case editrici tradizionali o con produzioni cinematografiche per adattare i testi a libri e film: per esempio, After di Anna Todd (Sperling & Kupfer) è un successo nato proprio su Wattpad, mentre il recente film Netflix The Kissing Booth è basato su un romanzo scritto da Beth Reekles, che ha caricato la storia online nel 2011, quando aveva quindici anni.
Ma adesso sembra che Wattpad si appresti a dar vita ha un ramo editoriale che, come ha spiegato Allen Lau, amministratore delegato e cofondatore dell’azienda, selezionerà i testi seguendo una sorta di algoritmo che analizzerà le storie presenti sull’app per trovare temi o elementi che potrebbero determinare il successo commerciale di un’opera. In pratica, allo sguardo critico degli editori si uniranno dunque anche le statistiche fornite dai dati tecnologici. Per ora sono già stati scelti sei romanzi, che saranno pubblicati questo autunno: sono tutti young adult, come la maggior parte dei testi della piattaforma, sulla quale, oltre alle idee originali, sono presenti soprattutto numerose fan fiction.
SERVONO ALMENO 80 LIBRI PER CRESCERE BENE
IN ITALIA SI PUBBLICANO PIU' LIBRI MA MANCANO I LETTORI
Sono usciti i dati Istat più recenti sullo stato della lettura e del mercato del libro in Italia. Si pubblicano più libri, ma il numero di lettori ed editori è rimasto invariato e geograficamente sbilanciato verso il Nord Italia. Nel 2017 si rileva un netto segnale di ripresa della produzione editoriale: rispetto all’anno precedente i titoli pubblicati aumentano del 9,3% e le copie stampate del 14,5%.
La ripresa, tuttavia, sembra aver interessato esclusivamente i grandi marchi mentre per i piccoli e ancor più per i medi editori si sono riscontrate flessioni. I “grandi” editori, con oltre 50 opere all’anno, rappresentano il 15,1% degli operatori attivi nel settore. Pubblicano più dell’80% dei titoli sul mercato e circa il 90% delle copie stampate.
L’editoria per ragazzi è in forte crescita rispetto al 2016: +29,2% le opere e +31,2% le tirature, ma è l’editoria educativo-scolastica a incrementare di più la produzione, raddoppiando sia i titoli sia il numero di copie stampate. Le librerie indipendenti e gli store online sono considerati dagli editori i canali di distribuzione su cui puntare per espandere domanda e pubblico dei lettori. Continua a crescere il mercato digitale: circa 27 mila titoli (oltre il 38% dei libri pubblicati nel 2017) sono disponibili anche in formato e-book; la quota supera il 70% per i libri scolastici. Nell’opinione degli editori, i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura nel nostro Paese sono il basso livello culturale della popolazione e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura. Nel 2017, sono il 41,0% le persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro per motivi non professionali (circa 23 milioni e mezzo). Il dato è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.
A Parigi c’è un albergo perfetto per gli amanti dei libri: Le Pavillon des Lettres. In questo hotel si può usufruire della fornitura quotidiana di libri in camera e si può anche cogliere l’occasione per imparare o perfezionarsi nella lingua francese. E' il primo hotel letterario di Parigi, grazie al suo inconfondibile stile che fa immergere immediatamente nell’atmosfera di un caffè francese dello scorso ventesimo secolo, a partire dalla camere da letto. Le camere sono ventisei, come le lettere dell’alfabeto, e ognuna porta il nome di uno scrittore o di una scrittrice della letteratura europea del ‘900: oltrepassando la porta di una di queste, si entrerà nel mondo dell’autore, grazie alle scritte e citazioni lungo le pareti o nel mobilio.
Poiché in camera si dorme, le citazioni evocano immagini della notte, del sonno e dei sogni. Inoltre ogni mattina si trova sopra il letto un nuovo libro cosicché il vostro soggiorno sia accompagnato dalla lettura e che il vostro viaggio non sia solo fisico, ma anche mentale. Oltre a questi servizi, c'è la possibilità di imparare il francese. Infatti nella struttura é sempre presente un professore o professoressa madrelingua di lingua francese, disponibile ad aiutare chiunque a leggere i testi della letteratura francese in lingua originale.
Altrimenti, si possono ricevere delle lezioni di francese per migliorare la pronuncia. Insomma, una vacanza all' insegna della cultura, perfetta per gli amanti dei libri!
ALCUNE SERIE TRATTE DA LIBRI CHE VEDREMO NEL 2019
Quale destino per Tempo di Libri, la Fiera Internazionale dell’editoria organizzata da Aie e da Fiera Milano, che lo scorso marzo ha visto svolgersi la seconda edizione? Dopo mesi di discussioni (con tanto di trattativa fallita con il Salone di Torino) oggi a Milano i marchi che aderiscono all’Associazione Italiana Editori si sono incontrati per prendere una decisione. Al termine, il presidente Ricardo Franco Levi ha comunicato la scelta: d’accordo con Fiera Milano, nel 2019 la manifestazione prenderà una pausa, per tornare “nel febbraio 2020 (a metà mese, auspicabilmente) con un format della fiera rinnovato”. Entro febbraio 2019 verrà presentato un progetto più dettagliato della nuova versione di Tempo di Libri (che potrebbe anche cambiare nome). E sempre a febbraio sarà delineata la squadra che si occuperà della nuova manifestazione.“I punti di partenza della nostra riflessione – ha spiegato Levi – sono stati i 100mila visitatori di Tempo di Libri 2018 e il successo del programma. Allo stesso tempo, gli editori sono consapevoli che due fiere generaliste a poca distanza di tempo e luogo comportano costi difficilmente sostenibili”. Non solo, Levi ha dichiarato che “Aie è contraria a una divisione tra case editrici, e a contrapposizioni che non fanno bene al mondo del libro”. Ecco perché l’Associazione ha scelto di “non proseguire sulla strada di una replica di Tempo di Libri nella formula di quest’anno, pur apprezzata”.Il legame societario tra Aie e Fiera proseguirà, e la sede resterà Milano. L’obiettivo – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Italiana Editori – è quello di proiettare Tempo di libri nel futuro, trovando un’identità che la differenzi dal Salone di Torino, da Bologna Children’s Book Fair, da Più libri più liberi e dalla giovane Fiera di Napoli“. Ma cosa significa guardare al futuro? “Puntare sui ragazzi, sugli under 20, che sono i lettori di domani”. Non solo: la nuova manifestazione “avrà al centro il libro, ma vuole allargarsi a mondi come il cinema, la musica, le serie tv, i fumetti, i videogiochi, gli audiolibri”. Molta importanza “avrà l’area dei diritti”, con i sempre più frequenti scambi tra il mondo dell’editoria libraria e le altre industrie creative.Ma dopo la contrapposizione con Torino, ora non si rischia quella con Bologna? Levi lo esclude: “Il nostro obiettivo è collaborare con Bologna Children’s Book Fair. Quella di Bologna è una fiera destinata principalmente agli addetti ai lavori, la nostra sarà soprattutto una manifestazione per il grande pubblico”.
LA LIBRERIA FISICA E' IL LUOGO PREFERITO DAGLI ITALIANI IN CUI SCEGLIERE I LIBRI:
MA 7 MILIONI CI ENTRANO PER ISPIRARSI E POI COMPRARE ONLINE
JOE R. LANSDALE CURERÀ COLLANA PER GIULIO PERRONE ED.
“Non mi era mai capitato di farlo prima, però, quando Seba Pezzani mi ha chiesto di curare una serie di romanzi americani, scegliendo libri mai apparsi in Italia e ripescando vecchi classici ormai spariti da decenni dagli scaffali, non sono riuscito a tirarmi indietro. Ci metto la faccia: sono io a scegliere gli autori e i titoli, sono io a scriverne le prefazioni. Si parte con un mio pallino, con La banda dell’altro mondo, un romanzo on the road, ma invece che su una strada del Texas potrebbe tranquillamente svolgersi sulla Via Lattea, del mio mentore Neal Barrett Jr.
A seguire, uno splendido romanzo di Lewis Shiner, uno dei miei amici più stretti nella comunità degli scrittori americani contemporanei. Poi, un altro mio conterraneo, Reavis Wortham, che ha dato alle stampe una splendida serie di romanzi ambientati nelle paludi del Texas Orientale a me tanto care e familiari. Il primo capitolo della serie, The Rock Hole, vedrà la luce anche in italiano. E uno dei motivi per cui ho detto subito sì alla proposta di Giulio Perrone Editore è il fatto che a tradurli sia l’amico Seba Pezzani”.
Joe R. Lansdale, come annuncia lui stesso, curerà dunque una collana per Giulio Perrone Editore.
Lo scrittore sottolinea: “Oltre a considerare Seba uno della famiglia, è un bravissimo traduttore e non riesco a immaginare nessuno in grado di rendere la vulgata texana meglio di lui. Tra l’altro, ha appena finito di scrivere il primo libro che sia mai stato concepito su di me. Barrett, Shiner e Wortham sono tre ottimi scrittori, ma in futuro ci sarà pure spazio per qualche classico oscuro che ho particolarmente amato.
Mi viene in mente, soprattutto, They don’t dance much di James Ross, una torbida storia di tradimento e violenza nel Sud flagellato dalla Grande Depressione, una vicenda narrata con altrettanta forza passionale de Il postino suona sempre due volte di James M. Caine. E me ne vengono in mente tanti altri, a partire da Tom Mix died for your sins, un romanzo-biografia sull’eroe dei film western muti, di Darryl Ponicsan. Insomma, ci sarà da divertirsi e, soprattutto, da leggere”.
IL CONSIGLIO DI PARENTI E AMICI VALE 5 VOLTE DI PIU' DEI MEDIA
Il consiglio di parenti e amici è cinque volte più incisivo dei media tradizionali per la scelta di un libro: il suggerimento viene dichiarato rilevante per il 27% dei lettori, mentre le recensioni, l’intervista all’autore, o la sua presenza in tv spinge alla scelta e alla lettura del libro (di carta, digitale, o dell’audiolibro) solo il 5% del campione intervistato (4.002 casi).
Diventa importante il peso di social e blog (le community) come strumenti di comunicazione più significativi nella spinta all’acquisto/scelta di un libro. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori sulle nuove forme di consumo editoriale e culturale, realizzato in collaborazione con Pepe Research.
Per la scelta di un libro quasi un ragazzo su due (il 47%) tra i 15 e 17 anni ascolta i consigli di insegnanti e bibliotecari. Con il crescere dell’età i riferimenti però cambiano: a 18-24 anni i consigli degli insegnanti e bibliotecari pesano per il 17% mentre cresce l’attenzione alle indicazioni seguite sui social (12%) e quelle delle community (12%). Percentuali che crescono ancora per i giovani tra i 25 e 34 anni, ancora più sensibili sia alle indicazioni dei social (15%) e a quelle della community (15%).
Resta importante il consiglio del libraio (10%). Sono i forti lettori (chi legge 12 e più libri all’anno) ad essere i più interessati e influenzati dalle indicazioni dei social (14%) e a quelle della community (17%) per scegliere un libro rispetto a chi legge solo 1-3 libri. Il 20% dei lettori ha scelto un libro o un ebook proprio grazie ai consigli raccolti sul web (community, social, classifiche sui siti ecommerce e altro), mentre il 28% si affida alla libreria e il 22% preferisce i media tradizionali.
Un lettore su due per comprare on line un libro si fa ispirare da informazioni e suggerimenti presenti su internet, su siti e blog dedicati alla lettura: si tratta del 51% dei lettori che comprano on line e si fanno ispirare dalla rete. Social e community non servono solo per cercare un titolo ma sono ormai il canale privilegiato dove trovare informazioni sui contenuti educativi (37%), professionali (community 30% e social 27%) e alla ricerca di utilità pratiche (community 31% e social 45%).
PROMOZIONE DELLA LETTURA: #ioleggoperché EDIZIONE 2018
Torna #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale dell’Associazione Italiana Editori che punta “a formare nuovi lettori, rafforzando nella quotidianità dei ragazzi l’abitudine alla lettura grazie alla creazione e al potenziamento delle biblioteche scolastiche”.La nuova edizione del progetto – che conferma la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Biblioteche, con Libriamoci! Giornate di lettura nelle scuole e per la prima volta con il Sindacato Librai e Cartolibrai e con il supporto della Società Italiana degli Autori ed Editori, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura – culminerà nel periodo 20 – 28 ottobre. La partecipazione – cresciuta del 133,1% solo nell’ultimo anno, portando il progetto in ben 5636 scuole in tutta Italia – è infatti il primo tassello di un lavoro di squadra che vede assieme editori, Istituzioni, media e privati cittadini. Solo negli ultimi due anni sono entrati nelle biblioteche scolastiche italiane, grazie a #ioleggoperché, oltre 350mila libri, donati dai cittadini e dagli editori. Un’indagine realizzata sulle scuole aderenti al progetto 2016 ha evidenziato come per l’87,5% abbia soddisfatto “l’obiettivo di promuovere la lettura tra gli studenti” con attività mirate. Una vera e propria operazione di inclusione sociale che ha un grande merito: coinvolgere la collettività di cittadine e cittadini, il comparto del libro, il mondo della conoscenza, le scuole e l’intera comunità educante, tutti insieme per dare alle studentesse e agli studenti pari opportunità di formazione e crescita. I dati della scorsa edizione ci raccontano di un successo superiore a ogni aspettativa: la partecipazione è cresciuta del 133% e solo nello scorso anno sono arrivati nelle nostre biblioteche scolastiche oltre 220.000 volumi”le d’infanzia, che potranno iscriversi dal 23 maggio al 21 settembre e gemellarsi con una o più librerie.
“Nello specifico nella settimana dal 20 al 28 ottobre si chiederà a tutti gli italiani di acquistare in libreria un libro da donare per contribuire alla biblioteca di una scuola precisa, con cui la libreria è “gemellata”. Il libro sarà marchiato per sempre dal nome del donatore. Sarà possibile per le scuole anche iscriversi al concorso #ioleggoperché, e organizzare insieme alle librerie, durante i nove giorni di campagna in ottobre, un evento o un’attività in libreria per promuovere #ioleggoperché e incentivare le donazioni. Aie, attraverso gli editori associati, contribuirà a donare altrettanti libri alle scuole partecipanti che ne faranno richiesta, fino ad un tetto massimo di 100 mila copie.
IN ITALIA IL MERCATO DEI LIBRI NON CRESCE.
Al via con il ricordo di Inge Feltrinelli la Buchmesse, la Fiera internazionale del Libro di Francoforte, il principale appuntamento mondiale per l’editoria libraria e in particolare per lo scambio dei diritti. E, come di consueto, arrivano i numeri sul mercato. Quello italiano, nonostante la vivacità del settore ragazzi, non cresce, stando al Rapporto dell’Associazione Italiana Editori. Cresce, invece, lo slancio dell’editoria italiana sul piano internazionale, con il peso dell’export in aumento (+6% nel 2017), con una crescente conferma della capacità di proporre e vendere diritti degli autori italiani sui mercati stranieri (+10,1% nel 2017) e di realizzare coedizioni internazionali, soprattutto nel settore bambini e dell’editoria illustrata. Come sottolinea l’Aie, a questo proposito “assistiamo a un progressivo maggior peso, nel mercato domestico, dei titoli di autori italiani rispetto a quelli tradotti: è oggi da notare infatti la lenta ma costante crescita degli autori italiani sul totale delle pubblicazioni, con un 16-17% di titoli tradotti quando nel 2002/2003 erano il 23-24%”. Il Rapporto sullo stato dell’editoria 2018 evidenzia infatti una crescita sostanzialmente piatta per il mercato del libro di varia nei canali trade nei primi nove mesi del 2018. Un andamento che è in linea con quello più generale dei consumi delle famiglie (che si attestano su un +0,1% nel secondo trimestre). Tenendo conto dei dati Nielsen per l’Aie, integrati con una stima delle vendite di Amazon (che continua a non fornire i suoi dati) e di altri canali non monitorati dalle società di ricerca (fiere e saloni, cartolibrerie, librerie specializzate, ecc.), i risultati complessivi per il settore si posizionerebbero infatti in un range tra -0,2% e -0,4%. Quindi con margini (e auspici) di restare anche quest’anno – dopo i tre precedenti – in territorio positivo, tenendo conto del fatto che, da qualche tempo, le politiche editoriali tendono a spostare le uscite più importanti nel secondo semestre dell’anno: ormai circa il 40% delle novità (il 36%, per la precisione) arriva infatti in libreria nel terzo quadrimestre.
IL FUTURO AVRA' UN VOLTO UMANO?
LA MARATONA #ilvenetolegge 28 SETTEMBRE
Maratona di lettura – Il Veneto legge che si svolgerà il 28 settembre su tutto il territorio regionale, vuole partire da queste esperienze per cercare una formula originale che dia continuità all’azione simbolica della maratona. L’idea è quella di provare a veicolare una campagna di promozione della lettura che abbia come centro, come punto d’arrivo l’evento maratona, ma che possa coinvolgere per un anno il territorio regionale. Scuole, biblioteche e librerie potranno organizzare per il 28 settembre reading, aperitivi, incontri con l’autore, giochi… eventi che abbiamo come tema i libri selezionati.
Un progetto che ha per protagonista il libro, attorno al quale si cercherà di creare una comunità allargata di lettori in biblioteche e scuole della regione che lo leggeranno, approfondiranno e si eserciteranno nella lettura, per essere pronti, per essere allenati per l’impresa della maratona. Scegliere un libro non è semplice, un libro che possa essere letto con piacere da pubblici diversi, che abbia un autore significativo, una tematica avvincente.
La proposta è andata sul tema Leggere il paesaggio, con attenzione, ma non solo, per gli autori veneti o di ambientazione veneta: il legame con il territorio aiuta a sentirsi ancora più. In un paese in cui solo quattro italiani su dieci leggono un libro all’anno, che si trova agli ultimi posti delle classifiche internazionale per i consumi culturali e in un contesto sociale in cui gli indicatori economici dicono costantemente che la crescita economica è in stretta relazione con gli indici di alfabetizzazione (anche informatica), educare alla lettura e promuovere un rapporto armonioso con i libri e più in generale con la parola scritta diventa necessario.
PORDENONELEGGE, 58 ANTEPRIME E IL RICORDO DI CAPPELLO
Dal 19 al 23 settembre.
È una ciliegia, nella convinzione che "un libro tira l'altro", l'immagine di Pordenonelegge 2018, la festa del libro che s'inaugura il 19 settembre con un ricordo speciale del poeta Pierluigi Cappello, a quasi un anno dalla morte, di cui sarà presentato 'Un prato in pendio. Tutte le poesie 1992-2017' (Rizzoli), l'opera omnia con alcuni inediti. Oltre 600 gli autori tra italiani e stranieri che saranno ospiti della 19/ma edizione del festival, che si fa sempre più internazionale, fino al 23 settembre in 40 location del centro di Pordenone, e 58 le anteprime tra cui spiccano il seguito di 'Ritratto di Signora' di Henry James scritto da John Banville: 'Isabel', in uscita per Guanda, che porterà la protagonista a chiudere i conti con il passato e prendere in mano il proprio destino.
Tra le star Arturo Perez Reverte , grande attesa anche per Jeffery Deaver, per il grande scrittore egiziano Ala Al-Aswani, che ci riporta in piazza Tahir e per Robert Harris. In arrivo anche Pierre Lemaitre e Lisa Halliday, mentre gli otto anni alla Casa Bianca con Obama vengono raccontati dal giovane ghost writer David Litt. Due celebrati autori anglo-indiani, Abir Mukherjee e Sunjeev Sahota esordiscono in Italia a pordenonelegge dove faranno tappa anche tre grandi voci della narrativa spagnola: Andrés Barba, Juan Francisco Ferrandiz, e l'autore bestseller Javier Serra. E il vescovo cattolico Paul Hinder .Tra le anteprime al festival, Elizabeth McKenzie, Bernie Mcgill e Prabda Yoon. Tante le novità tra gli autori italiani come Michela Murgia che inaugura la nuova collana 'Passaparola' di Marsilio, Antonio Scurati che torna con 'M. il figlio del secolo' (Bompiani), un viaggio attraverso il fascismo e la parabola di una nazione e Valerio Massimo Manfredi con 'Quinto comandamento' (Mondadori), ispirato alla storia vera di un missionario guerrigliero. Carlo Lucarelli, Lilli Gruber e Oscar Farinetti. Spazio anche ai lettori più giovani con pordenonelegge Junior con fra gli altri Geronimo Stilton, Lisa Thompson, Pierdomenico Baccalario e Guido Sgardoli.
ESTATE, I NOSTRI TOP DA LEGGERE IN VACANZA
Ovunque si parli di libri in queste settimane si sono stilate classifiche riguardo ai consigli di lettura per l'estate. Questa volta ci siamo messi in gioco anche noi ed allora senza aspettare gli altri o ricopiare elenchi che non ci rispecchiano, ecco le nostre proposte:
Resto qui, Marco Balzano, Einaudi
L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni. E' la storia di Trina e della sua famiglia, della guerra e del dopo guerra, della costruzione della diga che inonderà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine. Una storia civile e attualissima, che cattura fin dalla prima pagina.
Educazione, Tara Westover, Feltrinelli
In questo memoir l'autrice ha trovato il coraggio di raccontare la sua storia, una giovane cresciuta per 17 anni in una famiglia di mormori estremi, senza essere registrata all'anagrafe, senza andare a scuola. Tara come autodidatta si è iscritta all'università e si è laureata. Scrivere questo libro, "sostenuto dalla famiglia da parte di mia madre, mentre chissà se gli altri familiari l'hanno letto", così racconta, è stato un modo per dare voce a quell'aiuto che lei avrebbe voluto ricevere.
Un gin tonic per la mamma. Diario di una madre sfinita, Gill Sims, Fabbri
Ellen oggi compie trentanove anni. I buoni propositi per il suo immediato futuro comprendono "lezioni di yoga avanzato", educati "club del libro" in cui è di rigore fermarsi al primo bicchiere di vino, e scambi di moine ai giardinetti ". Ellen ha due bambini di sei e otto anni, e la sua ambizione è quella di diventare una scintillante mammina modello. Ma l'obiettivo continua a sfuggirle, assomiglia di più a una "mission impossible" che deraglia al primo ostacolo. Perché si sa, la vita in famiglia non è tutta rose e fiori.
Heidi, Francesco Muzzopappa, Fazi
Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un'azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre…
Il lido, Libby Page, La Nave di Teseo
Rosemary ha ottantasei anni e ha vissuto per tutta la vita a Brixton, ma ogni cosa che Rosemary conosce e a cui è affezionata sta inesorabilmente cambiando, soprattutto il lido, una piscina all'aperto dove adora nuotare ogni giorno, entrato nelle mire di uno speculatore immobiliare per farne una nuova area edificabile. Kale ha vent'anni, si è appena trasferita a Brixton e si sente terribilmente sola, scrive cronache tutt'altro che indimenticabili su un quotidiano locale. Ma quando le viene assegnato un reportage proprio sull'imminente chiusura del lido, non ci vorrà molto perché Kale..
Volevamo andare lontano, Daniel Speck, Sperling& Kupfer
Julia, giovane e brillante stilista tedesca, sta per affrontare la sfilata che potrebbe finalmente coronare i suoi sogni. Ma, proprio ora, il passato torna a cercarla nei panni di uno sconosciuto che sostiene di essere suo nonno. Dice di essere il padre di quel padre che lei ha sempre creduto morto, e le mostra la foto di una ragazza che potrebbe essere Julia stessa, tanto le somiglia, se solo quel ritratto non fosse stato scattato sessant'anni prima. Proprio a lei, oggi, viene chiesto da quel perfetto estraneo di ricucire uno strappo doloroso, di ricomporre una famiglia che non ha mai conosciuto.
La scomparsa di Stephanie Mailer, Joel Dicker, La nave di Teseo
Il 30 luglio 1994, la sera dell'inaugurazione del festival teatrale, la cittadina balneare di Orphea, viene sconvolta da un efferato, quadruplice omicidio. L'indagine viene affidata ai due agenti Derek Scott e Jesse Rosenberg, che nel giro di qualche mese risolvono il caso, subendo però una serie di tragiche conseguenze che condizioneranno le loro vite e le loro carriere. Vent'anni dopo la giornalista Stephanie Mailer scompare misteriosamente ad Orphea dopo aver comunicato a Jesse, in procinto di andare in pensione, di essere a conoscenza di informazioni importanti che potrebbero riaprire quel caso.
Divorare il cielo, Paolo Giordano, Einaudi
Teresa ha quattordici anni quando conosce i ragazzi. Anche quell'estate è partita col padre per passare le vacanze nella tenuta della nonna a Speziale, che confina con una masseria, abitata da persone che i vicini considerano "gente strana". Teresa, un po' alla volta, estate dopo estate, entrerà sempre più a fondo nella vita singolare di quella piccola comune, ai loro sforzi per realizzare il sogno di un'esistenza completamente autogestita nel rispetto assoluto della natura e dell'ambiente. Fino all'estate fatidica in cui, ormai alle soglie della maggiore età, il suo amore per Bern esplode con una forza sconosciuta.
Le persiane Verdi, Simenon, Adelphi
Beh, Simenon non è solo uno scrittore, è una fede.
Sabbia Nera, Cristina Cassar Scalia, Einaudi
Mentre Catania é avvolta da una pioggia di ceneri dell'Etna, nell'ala abbandonata di una villa signorile alle pendici del vulcano viene ritrovato un corpo di donna ormai mummificato dal tempo. Del caso é incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. Districandosi tra le ragnatele del tempo, il vicequestore svelerà una storia di avidità e risentimento che tutti credevano ormai sepolta per sempre, e che invece trascinerà con sé una striscia di sangue fino ai giorni nostri.
Il segretario di Montaigne, Luca Romano, Neri Pozza
Francia, XVI secolo. In piena guerra fra cattolici e calvinisti, Jean-Marie Cousteau, un ex capitano di cavalleria leggera, chiede ospitalità a un castellano. A riceverlo è un uomo interamente abbigliato di bianco e nero, con un pizzetto ben curato e uno sguardo intelligente e curioso: è il filosofo e scrittore Michel de Montaigne. Deciso a chiudere per sempre con il passato, implora Montaigne di prenderlo come contadino o come guardia, ma al occorre, piuttosto, un bravo, onesto e leale segretario che si occupi, sotto dettatura, delle pagine dell'opera cui sta lavorando, i Saggi.
Non esistono buone intenzioni, Katarzyna Bonda, Piemme
Un bel thriller avvincente e convincente, che per temi, ambienti e personaggi può legittimamente ricordare Nesbo.
Buone letture, grazie ai suggerimenti di Bepi, Franca, Valentina, Cristina, Giovanni e Filippo
QUANDO I FUMETTI ABBANDONANO LE PAROLE
Si può parlare di fumetto anche quando manca la sua parte testuale? Questo quesito è alla base di molte riflessioni in merito alla definizione di fumetto stesso e ciò che lo differenzia dalla semplice illustrazione. Ovviamente la narrazione e la storia fanno la differenza, ma non solo. Come spiegava il fumettista e critico Scott McCloud nel suo manuale Capire il fumetto – L’arte invisibile, risalente al 1993, a definire il fumetto non è l’abbinamento di immagine e parola: la sua essenza è la sequenzialità, ovvero l’accostamento di immagini in relazione l’una all’altra, intervallate dal famoso “gutter”, lo spazio bianco che si pone tra due vignette e che rappresenta un passaggio di tempo, di prospettiva, di logica. Una definizione prestata da Will Eisner, ricordato anche come colui che ha inventato il romanzo a fumetti (graphic novel): secondo entrambi gli autori, il compimento della nona arte non risiede in altro che questo.
I fumetti wordless sono quindi delle storie che si “leggono” come tutti gli altri fumetti, anche se non hanno parole, dialoghi o didascalie di alcun tipo. Se da un lato questa è una tendenza molto forte nella letteratura illustrata per l’infanzia, lo stesso sta accadendo a livello internazionale nel fumetto. Il titolo che ha aperto la strada per questo genere sperimentale è L’approdo di Shaun Tan, Tunuè 2016: la forza di questo libro risiede, oltre alla carica emotiva della storia di separazione e migrazione, nell’alto livello delle illustrazioni.
È questa una caratteristica fondamentale dei silent book: il disegno riempie la pagina come se si trattasse di un’opera d’arte e abdica ai segni della lingua per lasciare all’immagine il compito di sopperire questa mancanza.
L’incomprensibilità del linguaggio non a caso è il nodo per interpretare la grandezza di questo titolo: Tan, che è di origine asiatica, ma nato e cresciuto in Australia, ha inventato per questo libro un idioma sconosciuto che il protagonista si trova a decifrare, specchio del mondo immaginifico in cui sbarca. Molto di questo successo è dovuto soprattutto all’influenza orientale, soprattutto di Cina, Coree e Tawain, dove i fumetti hanno una storia parallela a quella europea e nordamericana.
La casa editrice Oblomov di Igort ha il merito di aver portato le opere e il talento di Zao Dao (Il soffio del vento tra i pini e Carnet Selvaggio) in Italia. Zao Dao (nome d’arte che significa “riso precoce”) è infatti già considerata una gigante dell’illustrazione e del fumetto, sebbene abbia poco più di vent’anni e provenga da un piccolo villaggio cinese, Kaiping. La maggior parte dei manhua cinesi è pubblicata soprattutto a Hong Kong, a Taiwan e nella Cina continentale.
Per esempio, Crystal Kung, nata in Cina ma residente a Taipei (Tawain), è un giovane talento dell’illustrazione e dell’animazione. Il suo fumetto muto Il piccolo vagabondo (Bao Publishing, 2018) condensa i due aspetti della sua carriera, l’abilità di sintesi di inquadrature e montaggio insieme all’attenzione al dettaglio e soprattutto ai colori, alle atmosfere, che rendono questo libro una storia simile a una favola.
Al centro, neanche a dirlo, c’è il senso dello smarrimento, in patria ma anche in viaggio, e il senso dell’incomunicabilità. Ma i fumetti muti non sono prerogativa della cultura orientale, anzi le grandi novità editoriali di questo ambito riguardano anche alcuni autori europei, di cui la Eris Edizioni ha curato la pubblicazione: Cappuccetto Rosso Redux e Babylon di Danijel Žeželj, fumettista croato ma trapiantato negli Stati Uniti, e Prosopopus del francese Nicolas De Crécy.
In questi autori la modalità wordless permette al lettore di entrare in mondi differenti, con atmosfere a metà tra il sogno e l’incubo: che sia il bosco maledetto di Capuccetto Rosso o una metropoli distopica, il disegno di per sé risulta sufficiente a ricreare un intero universo. Tali opere ci ricordano l’esperienza di essere stranieri in una terra sconosciuta, nello stato primordiale di chi si trova a comprendere ciò che esperisce attraverso lo sguardo e ad abbandonare la propria fede incrollabile nel linguaggio. Per conoscere la realtà, la parola non sempre serve, anzi può essere utile spogliarsi dalle riflessioni intellettuali e tornare a fidarsi della propria vista, come se ci immedesimassimo nei panni di un animale metropolitano. Sia Žeželj che De Crécy sono riconosciuti come maestri della narrazione a fumetti, e anche in questo caso, come per i colleghi d’Oriente, dimostrano che l’elemento costitutivo del fumetto è l’immagine, raffinata alla sua estrema potenza, come a dirci che le parole talvolta possono risultare ridondanti. Fatto confermato dall’editor Gabriele Munafò, direttore editoriale di Eris Edizioni: “Per noi non è una discriminante il fatto che i fumetti abbiano parole e dialoghi o no. Amiamo il racconto per immagini e ci interessa scoprirne i percorsi possibili.
È estremamente interessante, quindi, che questi autori abbiano deciso di tentare una narrazione per immagini pura” I fumettisti italiani non hanno esplorato molto questa modalità, forse anche a causa della reticenza del mercato editoriale e del pregiudizio che fino a qualche anno fa pesava sul fumetto come genere. Solo un grande disegnatore, spesso sconosciuto in Italia al di fuori degli appassionati, si è permesso di percorrere la strada del fumetto muto: si tratta di Federico Bertolucci, che insieme allo sceneggiatore francese Frédéric Brémaud, in arte Brrémaud, ha dato alle stampe la serie Love (Edizioni BD). Avendo come protagonista il mondo animale, la scelta di rinunciare al linguaggio risulta forse inevitabile, riportando però l’attenzione sull’estremo talento del disegnatore, ma anche dello sceneggiatore.
Come nel cinema, non tutta la scrittura è fatta per essere esplicita.
MUSICA DURANTE LA LETTURA: SCEGLIERE QUELLA GIUSTA
Alcuni non si fanno problemi ad ascoltare heavy metal durante una lettura impegnativa, altri ancora esigono assoluto silenzio durante la lettura o lo studio. E dire che, se scelta bene, la musica può creare un sottofondo ideale per la concentrazione, capace anche di creare l’ambiente adatto e amplificare le suggestioni derivate da un buon romanzo. L’idea di questo articolo nasce da qualche consiglio pratico per quei dischi in grado di creare la migliore atmosfera per il momento della giornata dedicato ai libri. Importante è avere bene in mente che sarà il libro il protagonista e che, pertanto, la musica dovrà essere solo un’ideale compagna. Non temete di scegliere generi musicali lontani dalla vostra sensibilità e cercate di evitare canzoni orecchiabili e/o cantate: il linguaggio musicale è più immediato e attirerà la vostra completa attenzione.
Meglio se la selezione musicale si concentrerà su strumentali e musica d’ambiente:
Brian Eno – Apollo (1983) Considerato il padre della musica ambient, Brian Eno è tuttora uno dei più geniali e noti compositori e produttori musicali. Apollo è un disco nato per accompagnare le immagini di un omonimo documentario della Nasa. Le atmosfere lunari dell’album, che musicalmente viaggiano tra influenze dark-ambient e rock acustico astratto, ben si legano a una lettura che richiede maggiore concentrazione.
Symphonies of the Planets 1-5 (1993) A proposito di spazio, una scelta musicale originale e curiosa può essere questo box di cinque dischi, prodotto dalla Nasa stessa. Trattasi di una collezione di registrazioni dal vero del movimento dei pianeti attorno al proprio asse. Ebbene sì, i pianeti compongono la loro musica. E il risultato è sconvolgente, affascinante e, allo stesso tempo, estremamente rilassante. Assurdo pensare che quelle che sembrano lunghe suite ambient uscite da un compositore d’avanguardia esistano già in natura e che si possano ascoltare nello spazio.
Ryuichi Sakamoto + Alva Noto – Vrioon (2002) Quando due geniali compositori come Ryuichi Sakamoto e Alva Noto si incontrano, il risultato finale non può che essere di grande livello. Vrioon è solo il primo disco che lancia la loro fortunata e duratura collaborazione: i ritmi asimmetrici e glitch di Noto ben si miscelano con le lente note di pianoforte del musicista giapponese. Un disco minimale, malinconico e allo stesso tempo raffinato.
Aphex Twin – Selected Ambient Works vol. II (1994) Conosciuto per i suoi ritmi spezzati, le strutture elettroniche rischiose e, talvolta, anche per assalti sonori spiazzanti, Aphex Twin è anche un eccellente compositore di musica ambient. Uno dei suoi dischi più noti è, appunto, il doppio Selected Ambient Works vol. II, un’eterea raccolta di brani che rifiuta il ritmo, soffermandosi su affascinati tappeti sonori, amplificati da un uso ingegnoso dei sintetizzatori.
William Basinski – The Disintegration Loops I (2002) Primo di una serie di quattro album, The Disintegration Loops I è l’affascinante esperimento del musicista avant-garde Basinski, risultato di un loop ambient che, via via, si disintegra mentre i minuti di play scorrono, svelando un paesaggio sonoro d’ambiente da mozzare il fiato. Un disco ipnotico e di sicuro fascino, acclamato dalla critica.
Eliane Radigue – Transamorem Transmortem (2011) Per i più temerari, gli esperimenti sonori della “madre dell’ambient” Eliane Radigue potranno fare al caso loro. Affascinata dalla musica da meditazione, Radigue si spinge nell’estremo minimalismo con l’annichilente Transamorem Transmortem, un unico fischio di basse frequenze della durata di un’ora. Le variazioni? Pochissime e quasi impercettibili. Eppure, quasi magicamente, è in grado di costruire un’atmosfera scura, soffocante, e allo stesso tempo in grado di spingere l’ascoltatore a un focus assoluto.
Grouper – Ruins (2014) Da ultimo, per chi ha comunque necessità di melodia, Grouper è la musicista che può venire in aiuto. I suoi brani, in bilico tra ambient e sapore dream-folk, raggiungono un clima di preziosa bellezza in Ruins, album fortemente atmosferico, delicato e dal fascino antico. Su tutti i pezzi, spicca la delicatissima Holding, malinconica e intensa, in grado di far commuovere e, allo stesso tempo, accompagnare le pagine più intense del libro che fino a poco prima era rimasto sul comodino.
JACK LONDON E IL ROMANZO D’AVVENTURA AMERICANO
Le sue esperienze sregolate e avventurose, accompagnate, ovunque vada, dalla consapevolezza di poter trovare conforto al tavolo di una locanda, si riflettono in due opere in particolare – oltre che in numerosi racconti: Martin Eden, del 1909, e Quel diavolo di John Barleycorn. Memorie di un bevitore, del 1913.
Se Martin Eden è un romanzo di avventura e formazione, con protagonista un marinaio nei cui tratti e nelle cui esperienze possiamo riconoscere London, Quel diavolo di John Barleycorn è un vero e proprio memoir, in cui ci dobbiamo affidare all’autore (e fidarci di lui). Sono, come dice il titolo italiano, le memorie di un bevitore, nelle quali cui London parla del suo rapporto con l’alcol (“John Barleycorn” è una sorta di nomignolo con cui in Nord America vengono chiamati gli alcolici prodotti dall’orzo, come birra e whiskey), accusando la società di indurre gli uomini al bere, e racconta episodi della sua vita: sostiene, ad esempio, di aver sedotto, ancora giovanissimo, l’amante del pescatore di frodo che gli aveva venduto la barca con cui andava a caccia di ostriche.
Gli anni della giovinezza di Jack London sono però anche gli anni della febbrile corsa all’oro: è lo Yukon, regione tra Canada e Alaska, e soprattutto il fiume Klondike, con il ricco terreno delle sue anse, ad attrarre lo scrittore. London resta nell’impervia regione per un anno, in cui ha modo di vedere con i suoi occhi miserie e crudeltà dei cercatori d’oro, ma anche la tempra degli uomini e degli animali che sopravvivono a quella natura selvaggia, che non si piega al progresso ma chiede di essere assecondata nei suoi più antichi istinti. London torna alla civiltà, a San Francisco, senza un soldo, ma nascondendo negli occhi e nella mente immagini e ricordi che daranno forma alle sue opere più evocative, che gli valgono già in vita un buon successo e che rimangono, a distanza di più di un secolo, nel cuore di lettori di ogni età.
Sono i romanzi Il richiamo della foresta, del 1903, e Zanna Bianca, del 1906.
Il richiamo della foresta tradotto da Michele Mari. Entrambi i testi sono ambientati nel selvaggio nord, tra distese innevate, crepacci, fiumi in piena e boschi impenetrabili all’uomo. Ed entrambi narrano le storie di due cani che scoprono prima la legge crudele della supremazia dell’uomo, quella che London chiama “della mazza e della zanna”, ma se in Zanna Bianca la vicenda si risolve con la riappacificazione del protagonista canino (metà cane, metà lupo) con gli uomini, per Buck, il cane del Richiamo della foresta, complice un twist di trama finale, ha la meglio la chiamata ai primordi, a una vita antica di lotta per la sopravvivenza e di libertà. Il titolo inglese del romanzo, infatti, è The Call of the Wild, intraducibile in italiano se non per approssimazione, come fa notare Michele Mari nella prefazione della sua traduzione per Bompiani. Quello a cui fa riferimento il titolo originale è il richiamo alla vita selvaggia, a una regressione all’istinto che non è negativa come il termine italiano implicherebbe (“regressione”: che parola infelice!), ma è una vitale e vitalistica liberazione, un percorso di salvezza. Come Buck e Zanna Bianca, Jack London stesso crede, secondo le teorie del darwinismo sociale, all’inevitabilità della supremazia del più forte nei rapporti tra gli uomini. Politicamente socialista fin dagli anni universitari, London è affascinato per contro da dottrine che lungi dall’affermare l’uguaglianza degli uomini, danno ampio spazio alla prevaricazione nel nome di una forza che non è solo bruta ma è frutto di scaltrezza e velocità d’istinto e pensiero. In ogni caso i due libri, Il richiamo della foresta in particolare, pubblicati prima a puntate e dunque in un’unica edizione, sanciscono il successo letterario del loro autore, che, da giovane manigoldo, diventa, alla soglia dei trent’anni, uno scrittore a tutti gli effetti. London pubblica articoli, romanzi, racconti, parte come corrispondente di guerra in Corea e compie numerosi viaggi per mare con Charmian Kittredge, sua seconda moglie e donna a lui affine per indole e tenacia. La morte di Jack London, ad appena quarant’anni nel 1916, è il riflesso di una vita vissuta intensamente ma avviene nella tranquillità del suo ranch californiano.
Lo scrittore è devastato da una serie di mali, ha la sifilide, un’insufficienza renale e la gotta, ma non sono queste a ucciderlo direttamente: muore per overdose di antidolorifici. Le speculazioni su un suo supposto suicidio si sono sprecate, ma ormai è quasi del tutto acclarato che non sia stata un’azione volontaria, quanto una semplice, tragicamente umana, sfortuna.
ADDIO AL BONUS CULTURA: STOP PER I 18ENNI GIÀ DAL 2018
Il bonus cultura per chi compie 18 anni nel 2018 e nel 2019 si dissolve da subito. Per quasi 1,2 milioni di giovani non ci sarà, così, la possibilità di accedere all’app che permette di spendere 500 euro in prodotti culturali, come libri, dischi, teatro o cinema. Lo ha appena deciso il Consiglio di Stato, con un parere depositato venerdì scorso che, oltre a bocciare la misura nella sua ultima versione, rischia di chiudere per sempre il percorso di questo beneficio. Il motivo è che il ministro dei Beni Culturali, Albero Bonisoli ha espresso perplessità verso lo strumento e probabilmente non correrà in suo soccorso, dopo la bocciatura maturata a Palazzo Spada. I giudici sono stati chiamati a esaminare il decreto che, modificando il regolamento attualmente in vigore (Dpcm 187/2016), avrebbe dovuto prorogare il bonus per i diciottenni del 2018 e del 2019: rispettivamente, 592mila e 581mila giovani. Il problema, però, è che l’estensione di altri due anni dei 500 euro poggia su basi troppo deboli, secondo il Consiglio di Stato. Manca, cioè, una norma di rango primario che giustifichi questo allungamento dei tempi. La proroga, infatti, non è stata inserita nell’ultima legge di Bilancio, come era stato negli anni scorsi. Le eccezioni del Consiglio di Stato: La prima versione del bonus era stata regolata dalla manovra del 2016, poi attuata dal Dpcm 187/2016: qui si prevedeva l’agevolazione per chi avrebbe compiuto diciotto anni nel 2016. Con la legge di Bilancio 2017 era stata disposta l’estensione ai diciottenni dell’anno successivo: da qui erano nato un provvedimento di modifica del decreto 187. L’ultima legge di Bilancio, invece, ha optato per una soluzione diversa. E si è limitata a prevedere, nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare l’agevolazione. Confermandola, ma in maniera solo implicita. Per Palazzo Spada, questa soluzione non sta in piedi: i dubbi sono stati oggetto di una corrispondenza con il legislativo di Palazzo Chigi, che non ha fugato le perplessità. Resta, infatti, la «necessità di emanare una norma legittimante di rango primario da porre a base del Dpcm in esame». Quindi, l’unica strada è quella di «procedere in via regolamentare una volta introdotta la fonte normativa primaria legittimante l’intervento in favore della platea dei nuovi beneficiari, in coerenza con la conferma dello stanziamento finanziario». In altre parole, bisognerebbe fare un passo indietro, inserire la proroga in una legge e solo a quel punto procedere attraverso un regolamento di modifica delle norme in vigore. Il governo, però, non sembra intenzionato a correre in soccorso del bonus per i diciottenni.
I 10 LIBRI CHE HANNO PIU' COMMOSSO I LETTORI
Hanno emozionato i lettori grazie ai loro personaggi unici, romantici ed eroici e fatto sognare intere generazioni attraverso le loro storie, che spesso non hanno un lieto fine. Non per queste ragioni, rappresentano delle vere e proprie pietre miliari della letteratura mondiale, racconti che continuano a commuovere e far riflettere generazioni di lettori. Sono i libri che hanno fatto commuovere e piangere i lettori di tutto il mondo. Storie uniche, di fantasia o ispirate alla realtà, che rivivono con rinnovata emozione ogni volta che un lettore le prende in mano per leggerle. Da un monitoraggio di siti e testate internazionali che si occupano di lettura, abbiamo selezionato la top ten dei libri che hanno commosso e fatto piangere intere generazioni di lettori.
Al primo posto troviamo una pietra miliare della letteratura mondiale: “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare. Una delle storie d’amore più popolari di ogni tempo e luogo, che ha fatto commuovere i più per il suo finale tragico.
Al secondo posto “Via col vento” di Margaret Mitchell, storia che vede la protagonista Rossella O’hara divisa tra due uomini, Ashley e Rhett, abbandonata però da quest’ultimo proprio quando si rende conto di amare solo lui.
Sul terzo gradino del podio troviamo lo struggente “Diario di Anna Frank”, opera che rappresenta un’importante testimonianza delle violenze subite dagli ebrei durante l’occupazione del nazismo.
Sotto il podio, troviamo la storia della coppia tra Elizabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy, i protagonisti di “Orgoglio e pregiudizio”, protagonisti del romanzo della scrittrice inglese Jane Austen. Una storia d’amore densa di difficoltà ed ostacoli, ma che si concluderà in maniera positiva.
Al quinto posto “Anna Karerina”, la sfortunata eroina di Tolstoj, divisa tra suo marito Karenin ed il conte Vronskij, con il quale intrattiene una relazione. L’amore tra Anna e Vronskij deve affrontare una serie di difficili prove, e inizia a logorarsi infine a causa dell’ingiustificata gelosia di lei, fino al tragico epilogo finale.
Al sesto posto “Cime tempestose” di Emily Brontë, che racconta la passione distruttiva di Heathcliff per Catherine, che porterà alla rovina entrambi e due intere famiglie, gli Earnshaw e i Linton.
Settimo posto per “L’amico ritrovato” dello scrittore tedesco Fred Uhlman. Una breve storia ispirata ai ricordi personali dell’autore, ebreo tedesco, con il protagonista Hans Schwarz che vede finire la sua amicizia con il compagno di scuola Konradin von Hohenfels a causa della sua adesione al partito nazista. Fuggito negli Stati Uniti per scampare alla Shoah, a distanza di molti anni il protagonista viene a sapere della sua sorte e ne rilegge il passato e le scelte alla luce dell’umana pietà e comprensione.
Seguono l’amore struggente di Florentino Ariza per Fermina Daza raccontato dal premio Nobel Gabriel Garcia Marquez in “L’amore ai tempi del colera”, il romanzo di Tracy Chevalier “La ragazza con l’orecchino di perla”, quindi “Notre dame de Paris” di Victor Hugo e l’amore infelice di Quasimodo, il campanaro della cattedrale, sordo e deforme ma dall’animo buono, per la bella Zingara Esmeralda.
1. William Shakespeare – Romeo e Giulietta
2. Margaret Mitchell – Via col vento
3. Anna Frank – Diario di Anna Frank
4. Jane Austen – Orgoglio e pregiudizio
5. Lev Tolstoj – Anna Karenina
6. Emily Brontë – Cime tempestose
7. Fred Uhlman – L’amico ritrovato
8. Gabriel Garcia Marquez – L’amore ai tempi del colera
9. Tracy Chevalier – La ragazza con l’orecchino di perla
10. Victor Hugo – Notre Dame de Paris
Ad aggiornare questa classifica ci ha pensato Buzzfeed, proponendoci in alternativa a questi 10 titoli altri 2 libri capaci di far piangere un lettore per la loro trama e per i loro personaggi indimenticabili. Il primo è “Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro, il secondo invece é, “Ti amerò sempre” di Robert Munsch.
I CONSIGLI DI GALIANO, PROF-SCRITTORE AI GENITORI PREOCCUPATI
Arrivano con la faccia di chi le ha provate tutte. L’occhio disperato di chi ha scongiurato e pregato, e poi ne è uscito sconfitto. Alla firma dei libri, a scuola a ricevimento, a volte anche fra le corsie del supermercato: “Prof, me lo dica lei: come faccio a far leggere mio figlio?”. Eccolo, il dilemma più grande, la prova più difficile, la balena bianca contro cui naufragano nove decimi dei genitori: far tenere al proprio pargolo un libro in mano per più di dieci secondi. In effetti la sfida non è da poco: qua è già tanto trovare esseri umani che entrano in una libreria non per chiedere indicazioni, figuriamoci spingerci dentro delle tempeste ormonali ambulanti di cui il cellulare non è più una parte esterna ma un’appendice della mano! Per questo in molti ormai già ci hanno rinunciato. Eppure è importante dire questo, e dirlo anche a voce alta: non esiste nessuno a cui non piaccia leggere per natura. Vi confido un segreto: fino a diciotto anni – sì, diciotto – odiavo leggere. Tolti naturalmente i ragazzini con disturbi specifici dell’apprendimento o con altri tipi di difficoltà (e comunque, opportunamente sostenuti e aiutati, poi saranno quelli a cui i libri piaceranno di più), leggere è una cosa che può piacere a tutti. Sì, anche a tuo figlio, quello lì che quando gli metti un libro in mano fa la stessa faccia che farebbe se gli mettessi una lettera di condanna a morte. Il problema non è lui, non è il tuo ragazzo. Per risolvere questa situazione che ti sta mandando ai pazzi devi fare una specie di rivoluzione copernicana e capire che la colpa, beh, è del libro. Sì, è il libro che non è il libro giusto. Coi libri non è tanto diverso che con l’amore: come in amore, non è assolutamente facile trovare i libri che ti piacciono. Ma una volta trovati, non ne puoi più fare a meno. Quindi ecco qui di seguito alcuni consigli per insegnare al tuo ragazzo ad amare la lettura!
#1 Fin da piccolissimo, leggergli storie, fargli compagnia coi libri, e farsi vedere con i libri in mano. All’inizio la forza dell’imitazione è potentissima. Ma siccome non è sempre possibile ricorrere a questo metodo, oppure è ormai già alto 1.85 e quindi è un po’ tardino, passiamo direttamente al punto
#2 Insegnagli fin da subito che non è colpa sua se non riesce a superare pagina 10 di un libro: primo perché non deve mai associare alla lettura il senso di colpa, secondo perché non è vero che è colpa sua.
#3 Non costringerlo a leggere i libri che sono piaciuti a te. Ricordati che avete età diverse, gusti diversi: è un po’ difficile che ami le stesse cose che ami tu ora o che tu hai amato alla sua età. I tempi cambiano.
#4 I libri li deve scegliere lui. Da solo. E deve poter scegliere anche libri che poi scopre che non gli piacciono e poterli lasciare lì senza averli finiti. All’inizio la ricerca sarà lunga, e ne passeranno a decine sotto le sue mani senza successo, ma è un po’ come in amore: devi sbagliare tanto prima di esser sicura di aver trovato quello giusto. Ovviamente questo potrebbe costarti la bancarotta, quindi
#5 All’inizio, portalo in biblioteca. Perdi anche due ore – se puoi – insieme a lui, lascia che inizi a leggere lì e fa’ in modo che si porti a casa tutti i libri che può. Così almeno se poi non ne legge nessuno non avrete speso un capitale per niente. Inoltre, beh, lo sai anche tu, che uno dei posti migliori per rimorchiare è la biblioteca.
#6 Non ti spazientire se sceglie l’autobiografia di Ibrahimović o solo libri di fumetti. Ricorda che da qualche parte bisogna cominciare e, soprattutto, che non importa che sia Tolstoj o Chi nasce tondo non muore quadrato di Ringhio Gattuso: l’importante è che lui scopra che leggere può anche essere piacevole.
#7 Non è vero che l’obbligo è nemico della lettura. La scienza ci dice che smettere di leggere per troppo tempo può recare gravi danni alla capacità di farlo in seguito. È un muscolo che va allenato. Per cui: ok al non costringerlo a leggere quello che vuoi tu, ma è una cosa troppo importante per dirgli “Va bene, se non ti va non leggere niente”. Un libro al mese, non di più. Che lo scelga lui. Ma non mollare. All’inizio sarà dura, ma poi ti ringrazierà.
LO STATO DELL'EDITORIA ITALIANA OGGI
Il mercato dell’editoria è in crisi e in Italia il numero di lettori precipita ogni anni di più. Sebbene l’amore per il cartaceo sia incondizionato il mercato digitale è in leggero rialzo, ma non sufficienze a salvare l’Italia dall’oblio dell’ignoranza in cui placidamente si ritrova ad ozia. Sono questi i dati che emergono dallo studio dell’ecommerce per la stampa online Minimeraprint. Un mare di libri ma pochi lettori. In Italia, anno dopo anno, vengono scritti e pubblicati sempre più libri. Il problema, purtroppo, è che i lettori sono in costante diminuzione. Probabilmente, questo accade perché la gran parte della pubblicazione di titoli è in mano ai grandi editori, mentre i piccoli editori si concentrano su pubblicazioni più settoriali e a tiratura limitata. Grandi e piccoli editori. Prima di tutto si parla degli editori, che in Italia sono 1500, quelli attivi, divisi in tre gruppi:
piccoli editori, 625 (54.8%), che pubblicano meno di 10 titoli all’anno (5,5%)
medi editori, 476 (31.6%), che pubblicano dai 10 ai 50 titoli all’anno (18.4%)
grandi editori, 204 (13.6%), che pubblicano più di 50 titoli all’anno (76.1%)
Gli editori in Italia si dividono così: al Nord il 50%, al Centro il 30% ed al Sud il 20%. La peculiarità del mercato editoriale italiano è che i piccoli editori, che pubblicano pochissimi titoli, sono numericamente molti di più rispetto ai grandi editori (825 contro 204). Nonostante questo, i grandi editori pubblicano oltre il 76% dei titoli totali pubblicati in un anno in Italia. Come detto in precedenza, infatti, i piccoli editori si concentrano su una produzione più di nicchia e a tirature limitate, principalmente per motivi economici e legati alla distribuzione. I generi. Solo nel 2017, infatti, sono stati pubblicati 61.188 titoli e stampate 129 milioni di copie, più di 2 a persona. Il prezzo medio di copertina è 20.21 €. Nonostante un grandissimo numero di libri, i generi principali nei quali possono rientrare tutte le pubblicazioni sono pochissimi:
l’85% fa parte della categoria “adulti”, che comprende romanzi (16%), avventura e gialli (7.7%), poesia e teatro (3.3%), titoli pubblicati 51.860
l’8% fa parte della categoria “ragazzi”, titoli pubblicati 4669
il 7% della categoria “libri scolastici”, titoli pubblicati 4659
L’identikit dei lettori. Per quanto riguarda i lettori, in Italia legge il 40,5% della popolazione totale, pari a 23,3 milioni di persone divisi tra lettori forti (il 14,1%), che leggono più di 12 libri all’anno, e lettori deboli (il 45,1%), che leggono meno di 3 libri all’anno. Nonostante si continui a preferire il formato cartaceo (62%), il formato digitale è in crescita (27%), mentre gli audiolibri anche crescono (27%). Su 61.188 titoli, infatti, il 35,8% (22.000 titoli) è stato pubblicato anche in ebook. Rispetto al 2015 si attesta al +29%, per il 94% degli editori i prodotti digitali rappresentano meno del 10% del fatturato complessivo. Nell'indagine si è approfondito l'identikit del lettore: secondo il titolo di studio le percentuali sono 73.6 % laureati, 48.9% diplomati e 23.9% con licenza elementare. Il sesso che legge di più resta quello femminile in qualunque fascia di età, netto divario tra i 6 ed i 64 anni, per poi quasi equipararsi. Le tre regioni in cui si legge di più sono: Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta. Le tre regioni in cui si legge meno sono: Calabria, Sicilia e Campania.
È vero: a un libraio qualche volta succede. Capita che ci si senta chiedere: “Scusi, commesso, dove posso trovare il Visconte di Mezzate?” e di volersi strappare i capelli in difesa di Italo Calvino. O che ci si senta interrogare circa l’autore del famigerato “Sequestro un uomo” e ci si ritrovi ad affondare gli incisivi nella lingua per non rispondere: “Deve essere un’anonima sarda, io credo”.
E persino capita, e non dimenticherò mai l’espressione confusa che consegnai in risposta a questa richiesta, di sentirsi chiedere: “Avete un’edizione economica del fumetto Pascal?” Silenzio: occhi sgranati. “Di Pirandello”. Silenzio: occhi chiusi. “Ha presente?” Silenzio: lacrime. È vero. Succede. Ed è anche vero che, quando accade, all’interno della libreria alcuni libri non reggano lo shock e si lancino dagli scaffali cercando il vuoto. (Ho visto con i miei stessi occhi certi tuffi carpiati di Umberti Echi da far invidia ai tuffatori cinesi).
Eppure, dopo il primo iniziale spaesamento, è quando capita una cosa del genere che mi convinco del perché le librerie vinceranno sempre: su tutto. E di quanto ne abbiamo bisogno. Di librerie, di librai, e anche di domande così. Perché la libreria è il luogo dove si incontra, e si conosce, il mistero più profondo: ciò che non si sa di non sapere. La libreria è quasi l’unico luogo in cui questo accade. Ed ecco perché è un luogo magico. È una porta per l’invisibile che porta al visibile. Mi spiego: davanti a un libro ci si può trovare solo in una di queste due condizioni, o si sa di averlo letto o si sa di non averlo letto.
Fin qui è tutto facile. Hai letto Moby Dick? Benissimo. Non l’hai letto? Non è un problema: se vuoi lo leggi.
Puoi farlo perché sai che quel libro esiste. Sai che quella balena è lì e ti spetta per affondarti la baleniera o per sconvolgerti le notti e i sogni. Anche se di lei non sai nulla, o al limite sai che è bianca, sai che se vuoi lei ti aspetta. E lo sai, perché sai di non aver letto quel libro. Ma che ne sai di tutte le storie che non sai di non sapere? Cioè non dei libri che non hai letto, ma di quelli che non sai nemmeno che sono stati scritti! Che ne sai!? Non ne sai nulla, e non sai nemmeno come saperlo perché è impossibile avere notizie su quello che non sai di non sapere. Internet, ad esempio, è un’invenzione meravigliosa, veloce e molto spesso efficiente, ma è in grado di restituire come risultato delle ricerche che le fai fare solo lo specchio allargato delle tue stesse conoscenze: il riflesso di ciò che sai o di quello che sai di non sapere.
La libreria è altro. È anche altro. La libreria è una porta sulle storie che non sai di non sapere. È il libraio che tiene aperte quelle porte, perché lui, il libraio, è il primo a volerci entrare in quelle porte e a cercare di scoprirne di sempre di nuove. È lì per quello. È il custode di quella miniera di testi in cui scava e cerca. E trova. E consegna al lettore. Anche a quello che gli chiede il visconte di mezzate e a cui dà Il Visconte dimezzato. Le cose che non sai di non sapere, quando le trovi, spesso sono le migliori. Sono le più belle. Sono quelle che ti fanno aprire gli occhi su qualcosa che prima neppure immaginavi potesse essere osservato. E voi direte: “Certo, come no, ora un libraio viene a dirci che un libraio può fare tutto questo?”Un libraio solo no, è per questo che ce ne sono tanti ed è per questo che ce ne vorrebbero di più. Sempre di più.Un libraio per ogni libro. Alla fine, un lettore, questo è: il libraio del libro che legge.
Ecco perché le librerie vinceranno sempre, io credo, perché sono fatte dei loro lettori. E i lettori, e se queste parole finiscono dentro l’occhio di qualcuno significa che i lettori ci sono, fanno la cosa più bella del mondo: leggono. E mandano avanti il mondo. Io ne sono certo.
UN ATTIMO PRIMA CHE SI ACCENDA LA LUCE
UN ATTIMO PRIMA CHE SI ACCENDA LA LUCE:
LO STRANO PIACERE DELLA LETTERATURA FANTASTICA
Quando avevo tredici o quattordici anni, mi spedirono in vacanza studio a imparare il francese. Il collegio era grande e molto bello, sulle montagne svizzere, fra pascoli verdissimi e mucche ben pasciute; c’erano stanzone enormi tutte a vetrate, come serre, dove si giocava a biliardino, lunghi balconi e corridoi ampi su cui si aprivano le porte delle camere. In ogni stanza due letti, ma le porte di comunicazione fra una cameretta e l’altra non erano state murate e così la sera, dopo il coprifuoco che tutti aggiravano, era ancora più facile ritrovarsi insieme, a sgranocchiare schifezze introdotte di contrabbando, bere l’alcol adulterato da sciroppi alla frutta che veniva rifilato agli adolescenti dei primi anni Duemila – non sarò solo io a ricordarmi, con tenerezza e un po’ di ribrezzo, del Bacardi Breezer? – e a chiacchierare, perché non è che ci fosse poi molto da fare.
Uscire era fuori discussione, intorno c’erano solo grandi prati bui sotto la luna. Qualcuno mormorava che il collegio era un vecchio sanatorio, e pur non sapendo esattamente che cosa mai fosse un sanatorio, la parola suonava stranamente magnetica proprio perché aveva un’aria così lugubre. Mi piaceva lasciarmi impressionare da fantasticherie che nemmeno io sapevo dove andassero a parare. Una sera, imitando chissà quale film, nel buio di una delle stanze in cui eravamo stipati in troppi, qualcuno propose di giocare a fare una seduta spiritica e tutti aderimmo entusiasti. E quando furono pronunciate, in una lingua che probabilmente era esperanto, le parole fatidiche, ‘Se ci sei batti un colpo’, io sentendomi estremamente spiritosa, nella camera scura in cui tutti trattenevano il fiato, con il pugno chiuso feci appena appena suonare il legno della testiera del letto. Era notte fonda, stavamo in un sanatorio pur senza sapere cosa fosse e forse avevamo contrabbandato troppi Bacardi Breezer per essere immuni al rischio del picco glicemico: a quel rintocco lieve che, senza l’ardire di esagerare, avevo impresso al legno del letto, pensando che forse non l’avrebbe sentito nessuno, si scatenò un parapiglia. Urla improvvise, e tutti fummo terrorizzati di colpo, compresa me, che sapevo benissimo che era solo colpa mia. Fino a quando qualcuno all’improvviso riaccese le luci.
Quando penso a cosa rappresenta, per me, la letteratura fantastica, il formicolare indeciso di ipotesi che si affacciano alla vertigine di mondi impossibili, penso ancora oggi al breve atterrito momento di sospensione che precedette le doverose spiegazioni (e il biasimo che mi presi poi, quando tutti ormai minimizzavano il loro spavento). Penso a quell’attimo delizioso in cui nemmeno io, che pure avevo provocato quella strana reazione, sapevo più a cosa credere, al minuto in cui ogni fantasticheria appena abbozzata sembrava stranamente viva. Non c’era niente di definito da temere, niente di cui si potesse davvero aver paura, solo un urlo e un sanatorio, e chissà poi cos’era. Un attimo dopo era tutto finito, e tutti mi davano della scema. Ma in quel momento, in quel preciso momento l’incantesimo – della mia stupidità, della suggestione collettiva – ci aveva tenuti sospesi nell’incertezza che forse – forse – quello che ci rifiutiamo ostinatamente di credere, quello che c’è di serio e di spaventoso oltre l’orlo del gioco, non fosse poi così lontano; ma che al confine con il nostro mondo di adolescenti fortunati, in vacanza-studio in un posto un po’ monotono, con i pacchetti di patatine, le dita unte e gli effluvi di bibite che ci illudevano di inebriarci pur non essendo molto diverse da succhi di frutta effervescenti, molto vicino a quella banalità rassicurante e qualche volta struggente ci fosse qualcos’altro; un mondo nemmeno intravisto, solo sospettato per un attimo.
Con la luce accesa, era fin troppo facile poi rinnegarlo, tornare in noi, nasconderci il brivido delizioso di quella strana paura senza nome.Eppure, nonostante gli epiteti ingiuriosi che mi piovvero addosso quella sera non appena ci fu abbastanza silenzio perché tutti mi sentissero dire che ero stata io, non ho dimenticato la pelle d’oca che avevo avuto anch’io quando tutti gridavano, quando avevo scordato per un istante che c’era una spiegazione razionale per quel che succedeva – quando ero stata dentro l’incantesimo. Era stato bello, quel breve momento di esaltazione, e volevo a tutti i costi ritrovarlo. Dovevo riprovare quel formicolio, così indefinito, eccitante, che nasce nello sfregarsi di due mondi, come pietre focaie. Volevo vedere il mondo solito, il mondo di tutti i giorni, quello familiare, rassicurante, noioso addirittura, che al contatto anche lievissimo con quell’altro – con il mondo di cui si esita a pronunciare il nome, il mondo dei sogni che ci si dimentica al risveglio perché ricordarli è spaventoso: nientedimeno, perché se non fa paura l’incantesimo non funziona – si incendia immediatamente, e riverbera una luce nuova, in cui niente di quel che sembrava familiare, rassicurante, solito, sarà mai più noioso. E l’ho ritrovato, quel brivido, l’ho ritrovato eccome. Nella Caduta della casa Usher, che scoprii quell’estate, assaporando riga per riga l’allargarsi silenzioso della crepa nel muro di una casa insieme reale e irreale; l’ho ritrovato nei sorrisi enigmatici delle morti viventi di Poe, e qualche anno dopo negli occhi inespressivi e fissi di Coppelia, nell’amore ossessivo che quegli occhi ispirano, nel terrore cieco che prende il protagonista dell’Uomo della sabbia solo a ripensare a una favola che gli veniva raccontata da bambino, una favola nera che stravolge ogni zuccherosa fantasia infantile in sgomento, e soprattutto, in una lunga titubanza sull’orlo della follia. Quando poi, qualche anno dopo, ho scoperto Stephen King, è stata una rivelazione: romanzi lunghi, a volte lunghissimi, che riuscivano ad abitare, dalla prima all’ultima pagina, quell’esitazione deliziosa che precede il terrore. Ho iniziato a centellinarli, a leggerne uno per premio ogni volta che voglio concedermi di tornare, di nuovo, a sentire quel formicolio. Come un attimo prima che si riaccenda la luce.
10 LIBRI DA LEGGERE PER TIRARSI SU QUANDO SI È TRISTI
Può capitare a tutti di attraversare un periodo non particolarmente felice, di essere tristi. In questi casi c’è chi tende a crogiolarsi nella malinconia e chi invece cerca di rispondere con il sorriso, di risollevarsi il prima possibile. Per gli uni e per gli altri, ecco una selezione di libri da leggere quando si è giù. Ce n’è per tutti i gusti. Romanzi che aiutano a fronteggiare il malumore ridendo; libri più seri che, attraverso la riflessione, aiutano a guardare oltre il presente; storie cosiddette per bambini, per dimenticare i dolori volando con la fantasia. Ridi che ti passa.
Pensate che non ci sia niente di meglio di una bella risata, per scacciare la tristezza? Allora lasciatevi conquistare dalle avventure strampalate e divertentissime di Bridget Jones (“Il diario di Bridget Jones” di Helen Fielding) e Rebecca Bloomberg (“I love shopping” di Sophie Kinsella). La prima mangia, beve e fuma troppo, ha una mamma troppo invadente, un uomo troppo sposato e troppo pochi pretendenti; la seconda si inventa giornalista economica per entrare nel mondo della moda e non sa proprio resistere a comprare abiti, accessori e quant’altro. In entrambi i casi il risultato sono disavventure, equivoci, e soprattutto tanto buonumore.
Se cercate una lettura meno in rosa, “La versione di Barney” di Mordecai Richler è quello che fa per voi. Approdato a una tarda, rissosa età, Barney Panofsky impugna la penna per difendersi dall’accusa di omicidio, e da altre calunnie non meno incresciose, diffuse dal suo arcinemico. L’uomo finisce per ripercorrere la sua vita dissipata e scorretta, che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada. Cosa dire di “Zia Mame” di Patrick Dennis? Dopo la morte del padre, l’undicenne Patrick viene affidato alla zia, che non conosce affatto. La gran dama si rivelerà essere una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto al ragazzo non restano che due scelte: fuggire o affidarsi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile e attraversare insieme a lei l’America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia.
Libri per riflettere. Alla malinconia si può anche rispondere con la riflessione. Impegnarsi in una lettura profonda, coinvolgente, può servire a superare la tristezza. Per questo, tutti i classici sono adatti. La scelta è caduta su “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway perché è una lettura veloce, ma che al contempo offre spunti. “Il giovane Holden” di Jerome Salinger, invece, unisce in sé profondità e freschezza ed è adatto a un pubblico di tutte le età. Per finire, se cercate qualcosa di più attuale, non potete perdere “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini. Per Amir il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati.
Vola con la fantasia. Ma i momenti no si possono superare anche staccando la spina e volando con l’immaginazione. Cosa c’è di meglio di un “libro per bambini” per lasciarsi alle spalle i problemi? Unitevi a Peter Pan, ai bimbi sperduti e ai fratelli Darling nella lotta contro Capitan Uncino e la sua ciurma di pirati (“Peter Pan” di James Barrie); seguite Alice nella tana del coniglio (“Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll). Oppure, tornando alle letture per adulti, saltate sul tappeto volante alla scoperta di un Oriente magico e di personaggi incredibili (“Le mille e una notte”).
LEGGERE È DONNA
La lettura di libri non è sempre stata «femminile» come e quanto lo è oggi. Le bambine leggono più libri rispetto ai loro coetanei maschi e la differenza si conserva al crescere dell’età. Lo ha sempre indicato Istat e lo confermano – con numeri e percentuali diverse, ma diverso è il modo di osservare il fenomeno lettura oggi – i dati dell’Osservatorio sulla lettura e i consumi culturali (Olcc) che l’Ufficio studi dell’Aie ha realizzato nel 2017 (anno uno) con Pepe Research. Il passaggio avviene negli anni Ottanta.
Nel 1988 (dobbiamo per ragioni «storiografiche» far ricorso ai preziosi dati di Istat) ci sono già sei punti percentuali di differenza a favore del pubblico femminile, quando 15 anni prima se ne avevano quasi quattro a favore del mondo maschile. La reale applicazione dell’obbligo scolastico, la scuola media unica, l’ingresso delle ragazze in quote crescenti nelle scuole superiori e poi all’università, le lotte sociali e la contestazione sono alla base di questo processo, che sottolinea un aspetto importante. I cambiamenti nei modi di leggere sono sempre legati alle grandi trasformazioni sociali. Dal boom economico all’ingresso delle donne nel mondo produttivo fino allo sviluppo di tecnologie che affiancano la lettura tradizionale del libro di carta.
A quella trasformazione si accompagna, e non poteva essere altrimenti, uno sviluppo di una produzione editoriale per questo nuovo pubblico. Magari più per l’edicola che per la libreria: i settimanali come «Intimità» o «Confidenze», le collane rosa della Curcio o della Fratelli Fabbri. Solo più tardi ,nel 1982, arriverà Harmony e sarà poi un’altra storia che inizierà a propagarsi anche in edicola (la collana Pandora di Sperling & Kupfer) e su banchi libri della Gdo. Oggi se consideriamo la lettura di libri nel senso più esteso e chiaro per chi deve rispondere se ha letto o no («Parliamo ora in particolare di libri. Pensando agli ultimi 12 mesi le è capitato di leggere anche solo in parte un libro di qualsiasi genere, come ad es. un romanzo, un giallo, fantasy, un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina…») la differenza di genere è di 10 punti. La serie storica di Istat che imposta la rilevazione quinquennale più o meno nello stesso modo, era di 9,7 punti nel 2009, di 9,2 nel 205, di 11,8 nel 2015 (ultimo dato rilasciato lo scorso anno). Differenza di genere che è diversa per i format di lettura, rispettivamente, tra uomini e donne (dato 2017): libri: 56% vs 69%, e-book: 29% vs 26%, audiolibri: 12% vs 10%. In totale: 59% vs 71% (erano possibili più risposte). Non facciamo fatica a immaginare a breve un «sorpasso» anche per gli ebook, nonostante le donne emergano come più fedeli alla lettura sui libri: il 65% legge solo ed esclusivamente su questo formato. Anche qui, crediamo che la spiegazione vada ricercata in un avvicinamento al mondo delle tecnologie (in senso ampio) più tardo e più lento da parte del mondo femminile, come le indagini sull’uso/presenza delle tecnologie in famiglia hanno mostrato. In ogni caso hanno nell’e-reader (37% vs 30%) e nello smartphone (30% vs 23%) i loro device di lettura di contenuti editoriali preferiti. Per di più, quel 71% di donne che legge libri, ebook e ascolta audiolibri è costituito da lettrici qualitativamente più solide rispetto al mondo della lettura maschile: il 23% legge più di 12 libri all’anno rispetto al 18% degli uomini. L’acquisto: comportamenti diversi e benefit cercati altrettanto diversi. Donne e uomini hanno una diversa considerazione dei canali di vendita. Le differenze sono minime, ma esistono. Le donne preferiscono le librerie di catena (56% vs 54%), quelle nei centri commerciali (23% vs 22%), gli store on line, ma (curiosamente, considerando le altre merceologie in offerta) non Amazon (14% vs 13%). Gli uomini, a loro volta, le librerie indipendenti (18% vs 11% delle donne), le librerie che trattano l’usato (18% vs 16%), l’edicola (16% vs 15%), e Amazon (26% vs 23%). E nel modo di procurarsi i libri legati al prestito/regalo le donne sopravanzano sempre la componente maschile. Come nei benefit percepiti, tra le donne emerge quello dell’impulso nell’ingresso casuale ed esplorativo della libreria (45% vs 40% degli uomini), l’atmosfera (33% vs 28%), la maggiore possibilità di scelta (22% vs 20%). E in tutti i canali la leva della convenienza: in libreria, nella GDO, negli store on line. Le cose cambiano se si guarda alla filiera. Le donne leggono di più ma – può sembrare curioso o paradossale – scrivono di meno. Grazie a informazioni Editoriali nel 2017 (e prima a Istat che aveva abbandonato questa rilevazione) fatto pari a 100 la produzione editoriale di libri di narrativa pubblicati (al netto di opere plurime o di nomi di difficile disambiguazione) il 61,7% dei romanzi pubblicati sono scritti da uomini, il 38,3% da donne (purtroppo la possibilità di attribuire tra i metadati descrittivi del libro il sesso di chi scrive, viene poco o nulla usato nonostante l’Onix for Books lo permetta). Il trend sembra in crescita, visto che nel 2005 le scrittrici erano il 29,7% e gi autori uomini il 70,3%. Probabilmente questo rapporto è diverso tra i generi. Già nel 2005 su 2.757 autori di libri per bambini il 35% erano scrittrici (5 punti in più rispetto alla narrativa). L’interpretazione che se ne può dare credo porti con sé una riflessione più generale sulla filiera. Una riflessione in qualche misura analoga (qualitativamente) a quella che abbiamo fatto sulle ragioni che portano le donne a superare a un certo punto gli uomini nella lettura: cambiano le regole del gioco sociale. La filiera editoriale è ancora in larga parte maschile, anche se meno rispetto a quella manifatturiera nel suo complesso (4%). Vuoi anche perché molte posizioni di vertice in casa editrice sono occupate da donne. Che sia in atto una trasformazione lo si vede molto bene quando si va a osservare la composizione del parco allievi dei master in editoria: dal 2010 a oggi il rapporto (stabile) è di un 65%-66% di ragazze (24-28 anni) e un 34%-35% di ragazzi.
DAMMI TRE PAROLE: LETTURA ED EMOZIONE
Quali sono le parole che un campione rappresentativo della popolazione italiana – fatta di lettori e non lettori – associa alla parola «lettura»? È una domanda molto semplice a cui l’intervistato poteva rispondere dando liberamente tre indicazioni, posta nell’ambito dell’Osservatorio sulla lettura e i consumi culturali realizzato da Aie e condotto da Pepe Reserch. Una domanda che permette di scandagliare (e poi monitorare nelle rilevazioni successive) quelli che sono i «vissuti» della lettura, sia tra chi legge libri, e-book e audiolibri, sia tra chi non legge affatto.
Perché la lettura sta cambiando. Lo rivelano i numeri: nel momento in cui si pone la domanda più diretta e generica – se si è letto «almeno un libro» nei 12 mesi precedenti – risponde affermativamente secondo Istat il 40-42% degli italiani 6+. Ma se si chiede di considerare altri generi di lettura: i manuali, la romantic fiction, le guide, i libri a fumetti… già per Istat – negli stessi anni – questo valore saliva al 59-60%. Per l’Osservatorio Aie i valori sono in linea, collocando la lettura in Italia «più elasticamente intesa» al 62%.
Se si considerano anche le forme di lettura che passano per gli e-book o gli audiolibri, il valore sale ancora di un poco, toccando il 65%. Sale, certo, con tutte le sovrapposizioni possibili, perché per chi legge è (relativamente) indifferente il supporto su cui si fruisce una narrazione.
In realtà, più che il numero di libri letti, per definire dove va a posizionarsi la lettura in questi anni conteranno sempre più altre variabili: il tempo dedicato: a fine 2017 solo il 38% degli intervistati (e lettori) dedica più di 30 minuti alla lettura di libri (o e-book e audiobook); il numero di libri letti perde significato: non è più l’indicatore principe della qualità della lettura se, tra i 15-17enni che dichiarano di leggere un libro, solo il 5% ammette di dedicare almeno un’ora al giorno alla lettura.
La lettura si fa pulviscolare, intermittente, randomica, parziale. Non si «sceglie» più di interrompere la lettura, diritto che Pennac sanciva nel suo decalogo del lettore, ma si viene portati a interrompere e a frastagliare ciò che si sta leggendo, per poi magari riprendere in un altro tempo e su un nuovo dispositivo. Da questi comportamenti conseguono anche scritture diverse? Unità narrative minime? Personaggi puntiformi? Potrebbe crescere il ruolo dell’infografica, delle immagini, della grafica della messa in pagina in un panorama di fruizione simile?
AUDIOLIBRI IN VINILE? IN USA CI PROVA HARPERCOLLINS
Negli ultimi anni l’ascesa degli audiolibri è passata per il formato digitale, surclassando di fatto quelli su supporto fisico. Detta altrimenti, è il formato digitale ad averne guidato la ribalta, contribuendo in maniera significativa alla loro diffusione e a quella del consumo editoriale che li sottende.
Un altro trend al quale abbiamo assistito in tempi recenti – solo in parte ascrivibile a una più diffusa attenzione dedicata al vintage – è il «ritorno» del vinile nel mercato discografico. Nel 2016, in particolare, complice la scomparsa di alcuni artisti di fama globale, le vendite sono cresciute del 53% rispetto all’anno precedente, facendo registrare la performance di mercato migliore degli ultimi 25 anni. In Italia, stando ai dati Fimi, il vinile arriva a rappresentare una quota di quasi il 10% nel primo semestre 2017, con una crescita del 44% rispetto allo stesso periodo del 2016. Cosa lega il vinile all’audiobook? Sicuramente il percorso evolutivo di quest’ultimo che, più di 80 anni fa, cominciava la sua storia proprio dal 78 giri, come alternativa alla lettura in braille. Poi, l’introduzione delle audiocassette negli anni ’70, dei cd nel corso del decennio successivo e dell’Mp3 nei primi anni 2000, lo hanno fatto sparire dal novero dei supporti utilizzati. D’altronde, si dice che occorrano 119 vinili per accogliere la versione sonora di Guerra e pace, 45 audiocassette, 50 compact disc e un solo file digitale. Eppure il vinile, tornando al campo discografico, non ha mai smesso di esercitare il suo fascino presso un pubblico di nicchia, anche prima dell’exploit del 2016 e al netto dell’evidenza che la produzione di massa sia cessata con l’arrivo degli anni ’90. Una tendenza che può trovare corrispondenza anche in ambito editoriale?
Sembrerebbe di sì.
La statunitense HarperCollins ha annunciato l’arrivo di una collana di audiobook in vinile per la prossima primavera. La prima uscita, attesa per il 18 aprile, sarà il racconto breve Wild Horses di Joe Hill letto dall’attore Nate Corddry. L’aspetto interessante dell’operazione, in anni in cui l’editoria s’interroga sull’opportunità di rivedere i propri flussi di lavoro alla luce del digital first, è che il racconto edito da HarperCollins sarà vinyl first. Il prodotto, insomma, è stato concepito in vinile e per il vinile. Nel 2018 altri autori e altre narrazioni troveranno spazio nella collana in vinile di HarperCollins. Dalla prima puntata del ciclo per ragazzi A series of unfortunate events di Lemony Snicket ai racconti brevi di Neil Gaiman, che fanno da sequel al romanzo fantasy American gods; fino alla raccolta Love poems della poetessa Nikki Giovanni. Con l’acquisto di ciascun vinile, il lettore potrà scaricare il corrispondente file digitale, più comodo per un ascolto in mobilità.
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I protagonisti del seminario di Venezia
Dal 23 al 26 gennaio 2018 si terrà a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore, il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, consueto appuntamento organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la Lettura. Nella giornata conclusiva, il 26 gennaio, interverranno sui rapporti tra gestione della cosa pubblica e mondo della cultura il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il Seminario è un atteso appuntamento in cui l’editoria italiana e internazionale si confrontano sul presente e sul futuro del libro.
I lavori del Seminario prevedono l’intervento, a fianco dei manager delle principali catene librarie europee e dei vertici dell’editoria italiana, di figure professionali e di personalità di altri settori per ampliare con i loro contributi l’orizzonte del dibattito. L’intento – come sottolinea il comunicato di presentazione – è quello di “ridefinire e formare attraverso strumenti di analisi e conoscitivi sempre aggiornati la figura professionale del libraio che, senza perdere la sua identità di fondo, venga messo in condizione di riconoscere e anticipare i nuovi ritmi della produzione e della circolazione del libro”. Essere librai significa anche e soprattutto avere la capacità di trasmettere la curiosità e la sensibilità per un mondo fatto di storie che rimandano ad altre storie senza soluzione di continuità. Per essere librai non basta dunque essere delle persone colte o degli abili commercianti o dei manager accorti. Bisogna essere un concentrato di tutte queste qualità e la Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri ha l’ambizione di fornire a chi ha scelto questo mestiere gli strumenti tecnici, organizzativi e conoscitivi per muoversi con consapevolezza in un settore che oggi forse più di altri è in continua trasformazione. La Scuola, primo esempio in Italia, dal 1984 promuove un confronto fecondo all’interno dell’universo librario che non rimane circoscritto all’organizzazione e alla gestione del punto vendita, ma analizza tutti gli aspetti che riguardano l’attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione. Un laboratorio di sperimentazione e discussione che ha come centro il libro, il suo percorso, la sua trasformazione.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 27 Gennaio 2018, alle 11.00, nelle Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, in provincia di Udine, in prosieguo delle celebrazioni per i 120 anni delle Distillerie Nonino. La Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, ha così assegnato i Premi Nonino Quarantatreesimo Anno: Premio Nonino Risit d'Aur (Barabatella d'oro 2018) a P(our). Nel nome, unione delle parole OUR e PURE, cioè nostro e puro, si sottolinea la missione del gruppo, che ricerca la “purezza” del prodotto, non contaminato, e del “nostro” inteso come passato condiviso in ogni angolo della terra.
Tre sono i paradigmi imprescindibili di P(our): conoscenza, sostenibilità e crescita. Sette sono i giovani bartender che si sono lanciati nella non facile impresa di rilanciare i valori fondanti di ogni società, gli stessi alla base del Premio Nonino. Il loro progetto più significativo è PourProject Progetto Amazzonia, ideato per salvare l’Ajè Negro, una salsa fermentata di manioca amara, frutto di una cultura millenaria preparata dalle tribù indigene della Foresta fluviale amazzonica. Esploratori del passato, immersi nel presente e proiettati nel futuro, ogni anno, organizzano il Symposium, un incontro internazionale per affrontare e approfondire temi fondamentali della società, come la questione del Gender, anche nel settore della bartender community.
Premio internazionale Nonino 2018 a Ismail Kadare. Poeta, romanziere, autore di saggi e sceneggiatore nato in Albania. Aedo innamorato e critico del suo popolo, tra realtà storiche e leggende, che rievocano grandezze e tragedie del passato balcanico e ottomano, ha creato grandi narrazioni. Esule a Parigi dal tempo della dittatura “per non offrire i suoi servigi alla tirannide”, ha rifiutato il silenzio, che è la metà del male, immergendo spesso il suo raccontare in mondi immaginari, divenendo testimone degli orrori perpetrati dal totalitarismo e dai suoi inquisitori. Ha fatto della tolleranza religiosa uno dei cardini della sua opera.
Premio Nonino 2018 - Maestro del nostro tempo a Giorgio Agamben. Le sue indagini, sempre in cerca delle fonti, spaziano dal linguaggio alla metafisica e dall’estetica all’etica. Giorgio Agamben si definisce un epigono, considerate le sue intense esperienze con il fiorire del libero pensiero; costruisce sull’esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, una biopolitica e crea il concetto dell’Homo Sacer, un essere umano la cui vita è sacra, il che significa che può essere ucciso ma non sacrificato; traccia un’evoluzione, da un uomo antico che “poteva” a un uomo moderno che “vuole”, e si pone al di sopra sia delle leggi umane sia di quelle divine, aprendo la strada a un’età di olocausti. Per rendersi visibili, le società devono lottare fra due opposti principi: quello dei diritti legali e quello dell’anomia. Agamben spesso traduce la sua filosofia in pura poesia immersa nella natura; ascoltate la sua mirabile descrizione tratta dal suo ultimo libro, Autoritratto nello studio: “L’erba è Dio. Nell’erba – in Dio – sono tutti coloro che ho amato. Per l’erba e nell’erba e come l’erba ho vissuto e vivrò”.
"LA CAMERA AZZURRA" DI SIMENON ATTRAVERSO I TAROCCHI
La scrittrice Maria Giovanna Luini alla formazione chirurgica affianca l’esplorazione dell’energia umana e dei suoi misteri. Allieva di Alejandro Jodorowsky, gioca con i Tarocchi per leggere la realtà: tutto è immagine ed emozione, libri compresi. Qui "rilegge" il romanzo di Simenon. Dei Tarocchi amo lo stupore, la sensazione che siano capaci di smontare i miei dubbi dimostrando di essere veri. Veri nel gioco, nella leggerezza ironica di un nulla che, proprio perché vuoto, crea ogni possibile pieno. Per La camera azzurra ho giocato con gli Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia restaurati da Jodorowsky e Camoin. Il Maestro che mi ha insegnato a intuirne la magia, li estrae da una tasca dei pantaloni ridendo e, suadente, propone: “Prendi tre carte”.
Le regole dei Tarocchi sono semplici. Sono progressivi: non stanno fermi, iniziano da un passato e vanno verso un futuro tra i tanti possibili, è impossibile ridurli a un elenco rigido di significati. Un gioco di Tarocchi è un canto le cui parole vanno intese nel momento e nel luogo, e per la singola persona. Ci si serve degli Arcani per leggere l’interiorità e gli eventi, gli archetipi del momento e le teoriche evoluzioni: niente a che vedere con un’improbabile divinazione. La camera azzurra ha un tocco magico: senza mezzi termini la carta sotto il mazzo lo dichiara.
È la Temperanza, caratteristica non propria di Simenon che permea la perfezione della scrittura di uno dei romanzi-romanzi più riusciti: è un Angelo con due coppe in mano, versa acqua (cioè emozione ed energia) da destra a sinistra e viceversa, è vigile e amorevole nella dualità terrena e divina (la veste per metà ha il colore rosso ma le ali sono azzurre).
Quando la Temperanza esce, la protezione di un tocco magico è garantita: in questo caso la troviamo addirittura sotto il mazzo, la base di tutto il gioco. Per ribadire il successo dell’opera, l’Arcano chiamato “il suggerimento di Dio” e che si posiziona sopra gli altri è l’Imperatore: chi se non l’Autore? L’Imperatore è l’energia maschile che ha raggiunto la maturità: c’è ricchezza, c’è capacità di gestione e dominio dei propri strumenti creativi, c’è erotismo vivace, c’è il piglio del comando (lo scettro e lo scudo). “Eccellente lavoro, Georges”: con un piccolo ghigno questo Imperatore sussurra così. Dal passato al futuro vediamo quali Tarocchi commentino il percorso di vita del libro. Il passato: l’Eremita sta sopra il Giudizio Universale.
L’Eremita è un uomo solitario ma potentissimo, cammina a ritroso e con la lampada nella mano destra indica la via ai tanti che lo seguono: nella sinistra ha un bastone rosso che lo radica a terra e gli conferisce un potere terreno, ma la mano è azzurra quindi connessa con la magia e l’intuito, il cosiddetto “divino”. È la solitudine dello scrittore e la sua capacità affabulatoria, reca la lampada che attrae e mostra la via ai lettori: si incammina a ritroso avendo come nucleo (sotto) nientemeno che la carta definita “la rinascita al successo”. Il Giudizio Universale è resurrezione, la tromba dell’Angelo ha squillato: il successo è nel DNA del romanzo nel momento stesso della sua scrittura. Un’altra interpretazione attribuisce a Tony, il protagonista, il ruolo dell’Eremita: chi più solo di lui, che all’inizio della storia ha il Giudizio Universale nel corpo nudo, esausto e sensuale di Andrée e nelle sue domande che prefigurano una morte? Tony sa camminare solo indietro: immobile alla finestra asseconda le fantasie amorose dell’amante con l’indolenza incauta del solitario, mai realmente in contatto con la verità. Il presente: ecco che gli Arcani si infilano nella trama.
Con gli Amanti è troppo facile, o forse no. In effetti “gli Amanti” è la carta più densa di mistero e domande senza risposta perché è amore, ma anche una relazione affollata, identità non chiare che agiscono spinte da sentimento e mai dalla ragione. Gli Amanti qui sembrano Andrée e Tony, e Gisèle è la terza figura. Cupido non sa dove scoccare la freccia, i ruoli e i desideri sono troppi e confusi: Tony non sa staccarsi dal corpo di Andrée ma non vuole abbandonare la pacata quotidianità con Gisèle. È la storia del mondo, il più classico dei tormenti, e la verità si nasconde in un altro significato degli Amanti: l’amore c’è, ma non è unico ed esclusivo. Tony ama due donne, e il Sole è la potenza di un fervore che, a volte, abbaglia. Il Sole indica la fortuna piena del romanzo, ma anche la violenza incendiaria dei sentimenti che possono togliere la vista, la mente, il giudizio. Il Sole scalda ma acceca. Sono consapevoli, i protagonisti, di ciò che sta per accadere?
FORD, CIABATTI, HARUF: I LIBRI DEL 2017 DE "LA LETTURA"
Alla sua sesta edizione, la Classifica di Qualità de la Lettura premia quest’anno come migliore libro del 2017 Richard Ford con Tra loro, edito da Feltrinelli. Secondo classificato è il romanzo di Teresa Ciabatti La più amata (Mondadori); terzo Le nostre anime di notte (NN Editore) di Kent Haruf.
Tra loro di Ford (Jackson, Usa, 1944) racconta la storia dei genitori Parker e Edna, lui commesso viaggiatore e lei casalinga, che si sposarono nel 1928. Sedici anni dopo nacque il loro unico figlio, Richard. Il libro è uscito negli Usa il 2 maggio e in Italia il 18 dello stesso mese per Feltrinelli. Come sottolinea il comunicato, la giuria della Classifica di Qualità, presieduta da Marzio Breda, è quest’anno composta da 300 membri, redattori, collaboratori e amici de la Lettura: ciascun partecipante è stato chiamato a esprimere un massimo di tre preferenze tra tutti i libri usciti in Italia nel 2017.
Il vincitore riceverà un’opera realizzata dall’artista Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940). La Classifica di Qualità è nata nel 2012 e nelle edizioni precedenti ha premiato Jonathan Safran Foer con Eccomi (Guanda), Claudio Magris con Non luogo a procedere (Garzanti), Donna Tartt con Il cardellino (Rizzoli), Joël Dicker con La verità sul caso Harry Quebert (Bompiani) e – alla sua prima edizione – Emmanuel Carrère con Limonov (Adelphi). L’edizione 2017 vede inoltre la nascita di una nuova iniziativa: la Classifica della Traduzione, che premia la qualità delle versioni dalle lingue straniere, raccogliendo i voti di 208 giurati presieduti da Antonio Ferrari. Il vincitore è Fabio Cremonesi per la traduzione di Le nostre anime di notte (NN Editore) di Haruf.
Al secondo posto pari merito Susanna Basso per Nel guscio (Einaudi) di Ian McEwan e Martina Testa per La ferrovia sotterranea (Sur) di Colson Whitehead. Il vincitore Fabio Cremonesi riceverà un’opera del fotografo Franco Fontana (Modena, 1933). La top ten e tutti i libri votati in entrambe le Classifiche sono pubblicati – completi di autore, titolo e casa editrice, e preferenze ottenute – sul numero #315 de la Lettura, che riporta inoltre tutti i nomi dei giurati dell’edizione 2017.
LIBRI CON TITOLI COMPLETAMENTE DIVERSI IN ALTRE LINGUE
La traduzione è un’arte sottile e delicata, specialmente quando si tratta di libri. In alcuni casi, ciò che funziona in una lingua non funziona in un’altra. I libri, infatti, vengono spesso pubblicati con titoli diversi nei vari paesi, in base a ciò che l’editore pensa che potrà attrarre i lettori. Nella traduzione francese della serie di Harry Potter, ad esempio, il secondo nome di Voldemort è stato cambiato da “Marvolo” a “Elvis” per far funzionare l’anagramma “I am Lord Voldemort”. Ma a volte è il titolo del libro che viene completamente cambiato perchè suoni meglio in una nuova lingua. Ecco a voi titoli di libri, stilati da Bustle, molto diversi dalla loro stesura originale.
“The Great Gatsby” (Il grande Gatsby) La Svezia è andata verso un’altra direzione con la loro traduzione di The Great Gatsby. La versione svedese si chiama En Man Utan Skrupler, o A Man Without Scruples. Ciò significherebbe che Gatsby sia un uomo senza scrupoli? Un appellativo un pò duro quello che gli editori svedesi hanno voluto dare al protagonista.
“The Fault in Our Stars” (Colpa delle stelle) La traduzione in macedone di “The Fault in Our Stars" e che noi come conosciamo come “Colpa delle stelle” sarebbe “The World is not a Factory for Fulfilling Wishes”, ovvero “Il mondo non è una fabbrica per soddisfare i desideri” Un titolo che sicuramente ha una visione molto più pessimista del titolo originale di John Green.
“Twilight” o “Fascination” La traduzione francese di “Twilight” è semplicemente intitolata “Fascination”. Probabilmente perchè voglia far riferimento al fatto che i protagonisti Bella ed Edward siano sicuramente affascinati l’uno dall’altra. D’altronde se ci si fa caso, in francese il resto dei libri della serie si chiama Tentation, Hésitation e Révélation. Parole che inducono a pensare che i titoli francesi siano in qualche modo molto più sessuali di tutti i contenuti dei libri in inglese.
“Animal Farm” (La fattoria degli animali) La Francia ha optato per un percorso un pò meno elegante nella traduzione del titolo “La fattoria degli animali”di George Orwell. “Les Animaux Partout!” tradotto letteralmente in “Animali ovunque!” di certo non fa pensare al titolo di un affascinante libro per bambini.
“Catcher in the Rye” (Il giovane Holden) La traduzione russa di “Catcher in the Rye” è stata un enorme successo in Unione Sovietica, anche se il titolo è stato letteralmente tradotto in “Over the Abyss in Rye”. Basti pensare al fatto che, nel 2008 Max Nemstov ha cambiatola traduzione del titolo in “Catcher on a Grain Field”, le persone erano sconvolte dal fatto che il nuovo titolo fosse sbagliato.
“IL CONGIUNTIVO", LA CANZONE A FAVORE DELLA GRAMMATICA
Lorenzo Baglioni è un ragazzo di trent’anni che dopo una laurea e un dottorato in matematica, si è dato a quello che potremmo definire il mondo dell’arte. Oltre a calcare i palchi teatrali di alcune città d’Italia, Lorenzo si è dato anche alla via del canto. Ed è seguendo questa strada e armato di sorrisi, che il video della sua “Il Congiuntivo”, da poco pubblicato in rete, vuole spronare i ragazzi una volta per tutte a un corretto uso del congiuntivo. Lorenzo aveva fatto parlare di sè già un anno fa, come ricorda il Corriere, con la canzone “Le leggi di Keplero”, canzone ritmica volta a spiegare le leggi dell’astrofisica. Ma questa volta “Il Congiuntivo” dopo essere diventato un video virale con oltre 900 mila visualizzazioni nell’arco di un solo giorno, sta puntando al festival della canzone nazional popolare sanremese. Per ora il brano ha superato i due livelli di selezione per “Sarà Sanremo”, l’anteprima del festival che si svolgerà in diretta il 15 Dicembre e dove verranno proclamati i giovani che passeranno le selezioni finali. Non solo musica e festival. Il brano, come spiega lo stesso Lorenzo, vuole dire basta al corretto uso della grammatica in un paese in cui ogni secondo vengono sbagliati 79 congiuntivi. Un testo il suo che ha attirato anche l’attenzione dell’Accademia della Crusca dalla quale Lorenzo ha ottenuto un riconoscimento. Con un post su Facebook, l’Accademia ha citato il cantante con gli hastag #LaCruscarisponde e #repetitaiuvant.
Sabato 25 novembre alle ore 15.00, in Saletta Lampertico: incontro l'autore Davide Vecchi e con il deputato Emanuele Cozzolino. letture di brani tratti da "Il caso David Rossi il suicidio imperfetto del manager Monte Paschi di Siena", e dibattito con il pubblico.
Ingresso libero con posti limitati, prenotazioni: suicidioimperfetto@gmail.com.
A seguire l'autore sarà nella nostra libreria a firmare le copie del suo libro.
Il dilemma è sempre lo stesso: “Lettori si nasce, o si diventa?”.
Nessuno è mai riuscito a trovare risposta ma la questione, ancora oggi, divide moltissimo: gli appassionati di lettura che non si capacitano di come mai il numero delle persone che non leggono continuano ad aumentare, e dall’altra parte, i non-lettori che non comprendono cosa ci possa essere di cosi fantastico nel mondo dei libri. Sono state fatte molte indagini a riguardo e alcune hanno appurato che il fatto che molti adulti non leggono è da ricollocarsi ai tempi della scuola quando si veniva ‘costretti’ a leggere libri. Che sia vero oppure no, forse, come in tutti i rapporti, è solo questione di feeling. Magari bisogna trovare il libro giusto. Ecco alcuni libri che hanno fatto innamorare i bambini della lettura facendoli diventare, poi, grandi lettori in età adulta. E voi, vi ricordate qual è il vostro libro di esordio?
CUORE di Edmondo De Amicis.
Il libro, anche se ricco di quel buonismo tanto caro alla retorica risorgimentale, risulta scorrevole alla lettura e la motivazione è che il narratore è rappresentato da un bambino di scuola elementare che riporta in forma diaristica episodi separati tra loro, e dunque molto brevi e agevoli per chi si presta per la prima volta alla lettura, e di facile comprensione, per via del linguaggio adatto ai più.
IL MAGO DI OZ di Lyman Frank Baum.
Forse l’atmosfera sognante e fantastica o forse i personaggi che popolano questo romanzo sono le cause dell’enorme successo e degli innumerevoli apprezzamenti espressi.
IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupéry.
Un’opera che affronta temi importantissimi come il senso della vita, l’amicizia e l’amore, ma che grazie alle tenere immagini e grazie all’abilità dell’autore non risultano noiosi o di difficile comprensione. Le numerose allegorie della società moderna vengono adattate ad un linguaggio semplice immediato, capace di generare spunti di riflessione soprattutto negli studenti più piccoli. Un racconto fantastico che costituisce una sorta di educazione sentimentale.
DIARIO DI UNA SCHIAPPA di Jeff Kinney.
Questo romanzo per ragazzi racconta le disavventure di Gregory Heffley, un ragazzo di undici anni. E’ lo stesso protagonista a raccontare le sue sfortunate avventure in un diario che definisce “giornale di bordo”. Gregory ha un piano ben preciso, infatti, decide di scrivere il suo diario perché è sicuro che da grande sarà ricco e famoso, ed è anche sicuro che prima o poi verrà intervistato e dovrà rispondere a quelle noiose domande sull’infanzia che i giornalisti rivolgono sempre alle persone importanti.
HUNGER GAMES di Suzanne Collins.
Questo ciclo di romanzi di fantascienza è ambientato in Nord America in un futuro post apocalittico. In questo mondo malato, la protagonista del primo libro della serie si offrirà volontaria per partecipare alla settantaquattresima edizione dei giochi. Una trilogia distopica e appassionante, che ha incuriosito e intrattenuto tantissimi ragazzi di tutte le età.
Ci sono cose che capitano soprattutto a chi è abituato a leggere velocemente. Ogni “metodo” di lettura ha i suoi pro e i suoi contro: dal farlo lentamente al rileggere i volumi amati, fino al decidere di smettere quando un libro ci annoia.
Ecco allora che Bustle elenca momenti positivi e negativi che chi ama leggere velocemente si trova ad affrontare.
Le persone non credono che abbia davvero letto così tanto: capita, in particolare a chi è abituato a leggere velocemente da anni, che i suoi interlocutori non riescano a prendere sul serio il numero spropositato di libri che dice di aver divorato.
Finisce di leggere per primo: a scuola chi è abituato a leggere velocemente è sempre il primo a finire. E per questo deve restare ad aspettare che anche gli altri abbiamo concluso.
Qualche volta rischia di perdere i dettagli: chi legge velocemente, magari senza neanche accorgersene, salta qualche parola o sorvola alcuni dettagli che potrebbero invece essere ricordati da un lettore più lento.
La sua casa trabocca di libri: ha bisogno di un grande numero di libri per tenersi occupato e questo, spesso, significa anche che possiede librerie stracolme di volumi.
Ha un occhio speciale per gli affari: dai negozi di libri usati fino agli sconti in libreria e alle biblioteche, al lettore non sfugge nessuna possibilità di leggere di più spendendo di meno.
Non si spaventa davanti ai “libroni”: raro che un lettore vorace si faccia intimorire da un volume di cinquecento pagine. Per chi legge velocemente non è difficile apprezzare perfino i classici più temuti per la lunghezza, o le serie composte da decine di volumi.
Leggere velocemente gli ha risparmiato dello stress: e, soprattutto, per i lettori veloci che studiano non esiste il rischio di stressarsi per finire un libro in tempo per un’interrogazione o un esame.
Il Man book Prize 2017 va a George Saunders con il romanzo "Lincoln nel Bardo", ispirato a un aneddoto sul presidente americano Lincoln. Ogni anno il Man Booker Prize premia la migliore opera in lingua inglese pubblicata nel Regno Unito e riconosce al vincitore 50.000 sterline oltre a grande riconoscimento, non solo in Gran Bretagna.
L'opera ha sbaragliato gli altri candidati, annunciati nella shortlist il 13 settembre: 4321 di Paul Auster, History of Wolves di Emily Fridlund , Exit West di Mohsin Hamid, Elmet di Fiona Mozley, e Autumn di Ali Smith. Lo scrittore ha definito la sua scrittura frutto di un processo "irrazionale": “Un’opera d’arte si può vedere come un movimento in tre tempi: un giocoliere raduna i birilli, li lancia in aria e li acchiappa”. “Subito mi è apparsa l’immagine di Lincoln che tiene in grembo il figlioletto. A generare il romanzo è dunque stato un impeto. Avevo questa idea nella testa e ho cercato di resistere alla tentazione di scriverne, perché mi sembrava troppo difficile o forse troppo noiosa o troppo classica". Lincoln nel Bardo, è un unicum: ambientato in una sola notte, nel febbraio del 1862, mentre da un anno imperversa la Guerra Civile, narra di come il Presidente Abramo Lincoln venga scosso da una tragedia personale, quella della morte improvvisa del figlio undicenne, Willie. Il legame tra i due è talmente forte che il padre non può fare a meno di visitare la cripta per riabbracciare un’ultima volta il ragazzo. Il distacco sembra così impraticabile che il piccolo Willie resta bloccato nel Bardo, una sorta di limbo e la sua anima vaga per il cimitero di Georgetown popolato da fantasmi vittime dello stesso attaccamento alla propria esistenza terrena.
IL POTERE TERAPEUTICO DELLA LETTURA E LE VOLTE IN CUI SENTIAMO CHE UN LIBRO CI STA "PARLANDO".
Che la cultura in generale, e l’esercizio della lettura in particolare, abbiano un benefico influsso e siano spesso dei toccasana che ci rischiarano l’esistenza, è verità ben nota ai lettori “forti”. Si tratta di persone che hanno optato, per gusto, interesse o inclinazione naturale, per l’abitudine quotidiana e il contatto diretto con i libri, un momento irrinunciabile della loro giornata al quale pensare con un senso di gratitudine e di sollievo magari mentre si è immersi nel lavoro, come se si trattasse di un giardino segreto e personale che ci aspetta; una specie di dipendenza, si sostiene, senza effetti collaterali, anzi con ricadute senz’altro positive sull’equilibrio e sull’umore. Tuttavia talvolta sono le stesse circostanze della vita a spingerci verso i libri pur senza essere, di partenza, dei “lettori forti”, e a farci scoprire quanto essi possano contare nel nostro equilibrio mentale, anzi addirittura nel ricostruirlo.
Sul sito americano Bustle, sempre all’avanguardia e attento alle tendenze e agli umori del mondo contemporaneo, si trova la toccante testimonianza di Alexandra Weis (“Alex”), giornalista e autrice, che ripercorre all’indietro il suo intenso rapporto con la lettura, non “sbocciato”, come succede a molti, durante l’infanzia oppure trasmessole dalla famiglia; piuttosto, sorto successivamente. Da ragazzina, scrive Alex, la sua libreria era piena dei libri tipici per l’adolescenza, da quelli sul primo amore ai manuali che insegnavano a farsi nuovi amici, ma non ce n’era nessuno che affrontasse tematiche relative alla morte e alla possibilità di incontrare il male e il dolore a qualunque età.
Nel giro di sei mesi, tuttavia, la scomparsa di un suo carissimo amico teenager in seguito a un incidente stradale, e quella di una nonna molto amata, per malattia, la colmarono di angoscia e le scavarono dentro un buco nero di paure e di dilemmi esistenziali, per i quali non pensò di poter trovare un qualche conforto nei libri: nessuno avrebbe potuto capire quel che provava. Eppure, tempo dopo, per tentare di sentirsi meglio, la giovane Alex entrò in una libreria e acquistò dei libri in maniera del tutto casuale (fantascienza, problemi coniugali e così via), scoprendo, inequivocabilmente, e malgrado gli argomenti senza alcuna attinenza col suo stato d’animo, di sentirsi meglio. È dal quel giorno, confessa Alex, che non ha potuto più fermarsi, come se fosse stata illuminata da una grande verità: i libri non sono solo un intrattenimento o una fuga: servono per la stessa sopravvivenza. I libri aiutano in ogni caso: a guarire, a evolversi, a decidersi per una svolta, a diventare più consapevoli, a non sentirsi soli, a conoscersi meglio. “I libri, sostiene J. K. Rowling, “sono come specchi”, e comunque parlano sempre di noi.
Anche se il nostro protagonista non vivesse esattamente le nostre vicende, la sua psicologia, i suoi dubbi, i suoi tentennamenti, le sue emozioni e il suo scavarsi dentro avranno, senza dubbio, dei punti in comune con il nostro travaglio, il nostro modo d’essere e di vivere una circostanza. E i libri, scrive ancora Alex, senza i quali non riesce più a immaginarsi, i libri che riassumono esperienze e ci mostrano quanto tutti noi siamo contemporaneamente attraversati da sentimenti contrastanti, impulsi, desideri e aspirazioni, ci insegnano a elaborare le emozioni; che ogni vita ha significato al di là della sua lunghezza o brevità – quel che conta è come si è vissuto – ; che esistono molteplici possibilità di ricominciare; che i percorsi da intraprendere sono infiniti; i libri ci spingono a trovare, ogni giorno, una ragione per sorridere, e per cercare il bene nel mondo. Soprattutto, ci insegnano che esistono molte cose per le quali vale la pena di vivere.
L'iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura, organizzata dall'Associazione Italiana Editori, fondata sulla passione dei lettori di ogni età ed estrazione è giunta alla terza edizione. Dopo i risultati raggiunti nel 2016, in cui le biblioteche delle scuole di tutta Italia hanno ottenuto in dono ben 124.000 LIBRI NUOVI per i loro studenti, #ioleggoperché riparte anche quest’anno con l’obiettivo di far crescere nuovi appassionati lettori. Da sabato 21 a domenica 29 ottobre 2017 tutti i cittadini potranno recarsi nelle Librerie aderenti e acquistare libri da donare alle Scuole iscritte a #ioleggoperché. La novità di quest’anno è che, oltre alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado (pubbliche e paritarie), anche le scuole dell’infanzia potranno partecipare all’iniziativa per promuovere la lettura tra i piccolissimi.
Non solo. Gli editori raddoppieranno i libri acquistati dagli italiani, mettendo a disposizione degli istituti un numero pari di volumi (fino ad un massimo di 100.000 volumi), suddividendoli secondo disponibilità tra tutte le scuole iscritte che ne faranno richiesta attraverso il portale. L’obiettivo comune è di popolare di migliaia di testi le biblioteche degli istituti scolastici che avranno aderito al progetto e ne avranno fatto richiesta. I messaggeri di #ioleggoperché anche quest’anno sono il cuore pulsante dell’iniziativa, ognuno con la propria motivazione e la libertà di scegliere il grado di coinvolgimento, porteranno #ioleggoperché nelle librerie, nelle scuole, sul web e ovunque sarà necessario supportare e incentivare la raccolta. Portavoce dell’iniziativa, promotori di eventi, i Messaggeri potranno, dal 21 al 29 ottobre 2017, affiancare i librai nei punti vendita, diffondere l’iniziativa e consigliare i clienti donatori nelle loro scelte, incentivare le donazioni di libri per le Scuole. Per maggiori informazioni www.ioleggoperche.it Sono già tantissime le scuole che stanno organizzando eventi dal 21 al 29 ottobre in Libreria. Se sei una Scuola iscritta a #ioleggoperché2017, organizza dal 21 al 29 ottobre un evento insieme a una Libreria per promuovere la lettura e soprattutto per incrementare le donazioni alla tua biblioteca scolastica. Letture ad alta voce, incontri con l’autore, flash mob letterari, lezioni in libreria, gare di abilità, spettacoli o rappresentazioni musicali, installazioni in vetrina: non c’è limite alla fantasia! L’importante è iscriversi al contest insieme a una Libreria con cui hai stretto un gemellaggio, coinvolgere tante persone e aumentare così le donazioni di libri per la tua biblioteca! Le cinque Scuole che avranno organizzato gli eventi più originali e coinvolgenti riceveranno in premio un buono acquisto del valore di 2.000 Euro da spendere in libri per rifornire e aggiornare la propria biblioteca scolastica.
Questi sono gli eventi che ci coinvolgono:
Martedì 24 ottobre ore 16.00
#ilFogazzarolegge
Le fiabe non sono solo per i bambini, hanno sempre qualcosa da dirci...Il piacere di leggerle ed ascoltarle non ha età. I quattro indirizzi del Liceo hanno scelto fiabe/filastrocche/racconti brevi (e un oggetto simbolico) che li rappresenta e le leggeranno ad alta voce. Le scienze applicate si cimenterà con la fantascienza, le scienze umane con il latino e l'educazione, il LES con l'importanza dell'economia, il linguistico con letture in lingua (russo, tedesco, spagnolo e francese) e traduzione italiana. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale regalato da alcuni compagni che studiano anche al Conservatorio.
Sabato 28 ottobre ore 10.30
Lettori alla riscossa, Galilei G. di Arzignano
Lettori alla riscossa. Contenuti e prospettive del decalogo dei “diritti imprescrittibili del lettore” Perché se a scuola si impara a leggere, nella scuola il più delle volte si diventa allergici alla lettura? Semplice: alcuni verbi non sopportano l’imperativo e leggere è proprio uno di questi. Gli studenti e le studentesse lo sanno bene, la lettura come obbligo (imposto da insegnanti e famiglie) ha quasi sempre come risultato quello di trasformare il libro in un macigno sul comodino. A partire dalle riflessioni contenute nell’intramontabile saggio di Daniel Pennac, COME UN ROMANZO, i ragazzi e le ragazze del "Galilei" cercheranno di scoprire cosa ne pensano lettori accaniti, lettori saltuari, lettori pentiti ma anche e soprattutto i non lettori. Che tipo di rapporto hanno con i libri? A quali cause lo riconducono? Chi davvero può definirsi Lettore? Se l’autore ha la libertà di scrivere, ha senso parlare di dovere di leggere? Non è forse anche quello di non leggere un diritto? Questo e molto altro ancora per promuovere la lettura come attività libera, individuale, come modo di essere, come atto d’amore che non chiede nulla in cambio. E per chi ama sentirsi "dire" le storie, c'è sempre la possibilità, in un angolo tranquillo, di ascoltare qualcuno che ce le legge.
Sabato 28 ottobre ore 16.30
RACCONTI IN TEATRO, Inf. "Sacro Cuore" Barbarano
Hai mai assistito ad un racconto con l'uso del teatrino Kamishibai? Allora questa è l'occasione giusta da non perdere. Bambini della scuola dell'Infanzia e del primo anno della scuola Primaria venite in libreria ad assistere al racconto di due bellissime storie. La prima, liberamente tratta dal testo di Isabelle Carrier "IL PENTOLINO DI ANTONINO", racconta di un bambino speciale e ci insegna che cosa sia l'INCLUSIONE. Saranno proprio le voci dei bambini della scuola dell'Infanzia "Sacro Cuore di Ponte di Barbarano Vicentino a scandire i tempi di questa prima narrazione. Il secondo racconto, liberamente tratto dal libro "SONO IO IL PIU' FORTE" di Mario Ramos, parla di un lupo molto ma molto PREPOTENTE che spadroneggia per tutto il bosco, finché un bel giorno succede che...che cosa? Corri in libreria sabato 28 ottobre alle ore 16.30 e lo scoprirai...Ti aspettiamo!!!
A Francoforte si compra italiano.
I nostri editori alla Buchmesse confermano la tendenza. I titoli di punta sono il libro del Pontefice e un volume del semiologo Eco. La novità è l’interesse per le nostre scrittrici. Gli editori presenti alla Buchmesse confermano la tendenza registrata dall’Aie per l’anno scorso: continua l’interesse per i libri italiani all’estero. Anzi sembra in crescita, oltre l’11% di diritti venduti dichiarato dall’Associazione editori. A dare il via fu, anni fa, il noir italiano (Camilleri, Lucarelli, De Cataldo, Manzini, Carlotto, Malvaldi), venduto bene in Germania e Francia. E che oggi continua ad avere i suoi successi.
Padri nostri.
In un bilancio della Fiera, il primo posto spetta a papa Francesco: Image Books del gruppo Random House Penguin ha appena acquistato i diritti mondiali per la versione inglese del Padre nostro di papa Francesco, coedizione Rizzoli-Libreria Editrice Vaticana, in uscita in Italia il 23 novembre. Il Pontefice commenta versetto per versetto la preghiera che Gesù regalò ai suoi discepoli, convinto com’è che anche oggi abbiamo bisogno di imparare a pregare. Un altro nome ecumenico, internazionale, è quello di Umberto Eco. Per il suo Sulle spalle dei giganti (La nave di Teseo, in uscita il 19 ottobre) si sono già mossi 12 editori, circa gli stessi che negli anni avevano pubblicato i saggi Storia della bellezza, Storia delle terre e dei luoghi leggendari eccetera. Il libro postumo (Eco morì nel febbraio 2016) raccoglie le 12 lezioni tenute al Festival della Milanesiana dal 2001, con le illustrazioni scelte dallo stesso Eco.
Cercando un’altra Ferrante.
La «novità» sul mercato internazionale sono le donne. Forse, si sente dire in giro, nella speranza di trovare un’altra Elena Ferrante, che ancora oggi è presente nelle classifiche. Ilaria Tuti, Paola Peretti e Letizia Pezzali — assolute debuttanti le prime due, la Pezzali è invece al secondo romanzo — sono per la fiction i veri casi italiani della Buchmesse 2017. Per tutte e tre si sono scatenati gli acquisti stranieri già prima dell’inizio: i diritti di Fiori sopra l’inferno di Ilaria Tuti (esce da Longanesi a gennaio) sono già stati venduti a Spagna (Alfaguara), Germania (Penguin Vlg) e Francia (Laffont). «Publisher Weekly» l’ha segnalato come uno dei libri caldi della Fiera e ieri l’inglese Orion se n’è aggiudicata i diritti. Noir ambientato in Friuli, nei luoghi dove vive la scrittrice, racconta la caccia a un serial killer condotta dal commissario Teresa Battaglia, una donna sola, coraggiosa e all’apparenza molto dura, che però scopre di soffrire dei primi sintomi di una malattia devastante. I diritti mondiali de La distanza tra me e i ciliegi di Paola Peretti (Rizzoli, autunno 2018) se li è aggiudicati la Hot Keys Books, settore libri per ragazzi del gruppo inglese Bonnier Publishing. È la storia di Mafalda, 9 anni, che sta diventando cieca. Anche la scrittrice ha dichiarato di essere affetta da cecità progressiva. Sette Paesi, infine, hanno comprato La lealtàdi Letizia Pezzali (Einaudi Stile libero, gennaio 2018), fra cui la Spagna, Alfaguara. Siamo nel mondo della finanza, delle banche d’affari di Londra dove lavora Giulia, la protagonista. Nei mesi della Brexit Giulia torna a Milano e ricerca l’uomo sposato per cui molti anni prima aveva nutrito una fortissima ossessione erotica. Forse vuole trovare una conclusione di quell’amore impossibile, di certo dovrà provare passione e dolore, quei sentimenti umani che il mondo dei broker non conosce. Le signore di Hitler. Ancora donne: L’Arminuta (Einaudi) di Donatella Di Pietrantonio, premio Campiello 2017, è già stato venduto in 10 Paesi. Infine, un record: il nuovo romanzo di Rossella Postorino (Feltrinelli, ancora senza titolo: racconta le vicende delle «assaggiatrici» di Hitler), è stato acquistato in Spagna, Francia, Olanda e in America che ha pagato 125 mila euro sull’«assaggio» di solo 14 pagine.
#ilvenetolegge
In un paese in cui solo quattro italiani su dieci leggono un libro all’anno, che si trova agli ultimi posti delle classifiche internazionale per i consumi culturali e in un contesto sociale in cui gli indicatori economici dicono costantemente che la crescita economica è in stretta relazione con gli indici di alfabetizzazione (anche informatica), educare alla lettura e promuovere un rapporto armonioso con i libri e più in generale con la parola scritta diventa necessario.
L’educazione alla lettura ha come fulcri la famiglia e la scuola che sono sollecitate a far incontrare i libri fin dalla primissima infanzia, le biblioteche e le librerie. Accanto all’azione continuativa di scuole e biblioteche e librerie è importante promuovere anche alcuni eventi che possano raggiungere un pubblico più ampio, nell’idea di incidere sull’immaginario che vede ancora la lettura come sinonimo di pesantezza, noia e retaggio scolastico. I singoli eventi però si risolvono nell’arco effimero del loro svolgimento e spesso non riescono ad incidere sulle statistiche. C’è bisogno di manifestazioni che possano unire una visibilità a livello sociale e mediatico, ma che diano anche continuità all’azione di promozione della lettura esistente, consolidando le abitudini di lettura dei cittadini. Tra gli eventi praticati di più in questi anni ci sono senz’altro i festival, kermesse che vedono al centro gli incontri con autori ed editori, organizzati per rassegne tematiche o generalisti. In Italia esiste una piccola tradizione di maratone letterarie in cui nell’arco di una giornata si legge un libro collettivamente, spesso coinvolgendo insieme attori e lettori improvvisati in una kermesse festosa.
Maratona di lettura – Il Veneto legge che si svolgerà il 29 settembre su tutto il territorio regionale, vuole partire da queste esperienze per cercare una formula originale che dia continuità all’azione simbolica della maratona. L’idea è quella di provare a veicolare una campagna di promozione della lettura che abbia come centro, come punto d’arrivo l’evento maratona, ma che possa coinvolgere per un anno il territorio regionale. Scuole, biblioteche e librerie organizzeranno per il 29 settembre reading, aperitivi, incontri con l’autore, giochi… eventi che abbiamo come tema i libri selezionati. Scegliere un libro non è semplice, un libro che possa essere letto con piacere da pubblici diversi, che abbia un autore significativo, una tematica avvincente. La proposta è caduta su libri di autori veneti o di ambientazione veneta: il legame con il territorio aiuta a sentirsi più coinvolti in un'avventura collettiva. Un progetto che ha per protagonista il libro, attorno al quale si cercherà di creare una comunità allargata di lettori. Il programma di Vicenza, che coinvolgerà studenti di ogni scuola di ordine e grado prevede un'invasione del territorio: gli alunni con i loro libri saranno impegnati a leggere anche per i passanti, poi si raduneranno per un Flash Mob davanti a Palazzo Chiericati, quindi continueranno in fila lungo Corso Palladio per giungere in Palazzo Cordellina presso la Biblioteca Bertoliana e concludere la manifestazione.
Lungo il percorso incontreranno le librerie del centro storico, che accoglieranno alcune classi ma soprattutto raccoglieranno gli slogan e le citazioni dai libri preferiti dagli alunni. Lo slogan e la citazione ritenuti più accattivanti saranno esposti in libreria, i primi 3 slogan selezionati verranno premiati.
Quando si parla di romanzi distopici la scelta è ampia, e non mancano i classici del genere, per riflettere sul presente e il futuro e per capire meglio le origini di una diramazione della letteratura che sta tornano al centro dell’attenzione. Negli ultimi anni, infatti, si è vista la rinascita delle distopie, soprattutto grazie a serie di romanzi poi trasformate in serie tv e film di successo (qui ne abbiamo raccolti alcuni pubblicati di recente). Quali sono, quindi, i grandi classici della distopia che non possono mancare nella libreria di un lettore? E quali alcuni tra i migliori romanzi distopici contemporanei?
Ecco una selezione (i titoli qui di seguito non sono proposti in ordine di importanza e questa lista non ha la pretesa dell’esaustività). Alcuni classici (e non solo) della distopia…
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (1953) Scritto nel 1953 e ambientato nel 1960 (e portato al cinema dal grande regista francese François Truffaut), racconta di una società in cui è proibito possedere e leggere libri. Per contrastare le numerose effrazioni, i vigili del fuoco sono incaricati di bruciare i volumi…
Arancia Meccanica di Anthony Burgess (1962) Pietra miliare del genere, narra le vicende di Alex, adolescente disadattato ma più intelligente della media, che trascorre il tempo compiendo reati e della “cura Ludovico” che gli viene applicata in carcere per redimerlo dai suoi delitti. È stato portato al cinema da Stanley Kubrick.
1984 di George Orwell (1949) Il partito socialista ha preso il potere e il Grande Fratello controlla che ogni cittadino rispetti le regole del regime totalitario che è stato istituito. Siamo nel 1984, gli oceaniani odiano i dissidenti, sono dissuasi dal pensiero libero e idolatrano il regime.
Il mondo nuovo di Aldous Huxley (1932) La produzione in serie è applicata anche alle nascite nel nuovo mondo, appena liberatosi dopo una guerra decennale. La comunità è divisa in caste, le famiglie sono ormai superate e fin dal concepimento ogni individuo è sottoposto a un condizionamento psicofisico.
La strada di Cormac McCarthy (2006) Il mondo come lo conosciamo è tramontato, non restano che terre inospitali e gelide. Un padre e un figlio percorrono la strada verso sud per scampare all’inverno (l’opera è diventata anche un film, da cui è stata tratta l’immagine in copertina all’articolo).
Il racconto dell’Ancella di Margaret Atwood (1985) Ritornato in auge negli ultimi tempi (è stata tratta una serie tv di successo), il romanzo è ambientato nella teocrazia di Gilead, dove le donne ancora fertili sono ancelle incaricate di generare i figli della classe dirigente, le cui mogli sono ormai sterili.
Il complotto contro l’America di Philip Roth (2004) Entra in gioco l’ucronia. Cosa sarebbe successo se i nazisti avessero vinto la Seconda Guerra Mondiale e l’America fosse una colonia tedesca…
La svastica sul sole di Philip K. Dick (1962) Altra ucronia, sempre sulla Seconda Guerra Mondiale, quella del grande maestro della fantascienza: Hitler è al potere e tutto il mondo è il suo Reich.
Il signore delle mosche di William Golding (1954) L’infanizia è davvero l’età dell’innocenza? Violenze e soprusi nella società di ragazzini scampati a un disastro aereo su un’isola paradisiaca dopo.
Sottomissione di Michelle Houellebecq (2015) E se l’Europa e tutto l’Occidente fossero ormai al capolinea e l’Islam prendesse il potere anche nell’Antico Mondo?
La macchina del tempo di H. G. Wells (1895) Grazie a una macchina del tempo un inventore dell’Ottocento finisce in un futuro in cui le viscere della terra sono abitate da strani esseri notturni…
Le meraviglie del Duemila di Emilio Salgari (1907) Un viaggio nel tempo porta due scienziati nel Terzo Millennio, in una società super tecnologica, ma i cui abitanti sono alienati.
Il cerchio di Dave Eggers (2013) Oltre 1984 di Orwell. Oltre le polemiche sulla privacy che coinvolgono i nuovi giganti della rete… L’inquietante romanzo di Dave Eggers è diventato anche un film (poco riuscito…)
Fiori per Algernon di Daniel Keyes (1959) Grazie a una nuova cura è possibile rendere intelligentissimo un uomo, ma quali sono gli effetti collaterali di un tale acume?
Da poco in libreria The Store, il thriller distopico di James Patterson:cosa significa lavorare per un’azienda fantastica e super tecnologica? I due protagonisti ne conoscono tutti i lati negativi e in segreto li stanno raccogliendo in un libro….
Ragazze elettriche di Naomi Alderman Cosa succederebbe se le donne avessero un super potere capace di sbaragliare gli uomini?
I CLASSICI CHE POSSONO ANCORA CAMBIARE IL MONDO
I libri, se non altro quelle opere che si meritano il nome di classici, da sempre sono un nutrimento per l’anima, e in certi casi possono anche rivelarsi utili per nutrire i corpi o comunque per aiutare a vivere una vita più dignitosa. È quanto ha sperimentato lo scrittore e critico Alessandro Zaccuri nei suoi incontri pubblici, intitolati “Come non letto”, che sanciscono una positiva alleanza tra letteratura e solidarietà. Basta avere un concreto progetto di assistenza per i bisognosi, beni (non soldi) da raccogliere e un libro di cui parlare: Zaccuri racconta e interpreta, il pubblico porta in cambio la sua offerta materiale. “Come non letto è nato così”, ma adesso è cresciuto a sua volta in un libro (10 classici +1 che possono ancora cambiare il mondo, Ponte alle Grazie), i cui diritti saranno devoluti all’Associazione Nocetum di Milano.
Suddiviso in dieci capitoli più uno, affronta altrettanti capolavori della narrativa, soprattutto grandi romanzi dell’Ottocento, individuandone le rispettive tematiche fondamentali: il sogno per Don Chisciotte, la vendetta per Il conte di Montecristo, il mistero per Moby Dick, il male per Dracula e così via. Offre in questo modo un’originale chiave di lettura e suggerisce impreviste prospettive per accostarsi alle opere, e intanto incoraggia il lettore a darne una propria interpretazione (e ovviamente a leggerle o rileggerle). La grande letteratura dimostra di non solo per il piacere del singolo lettore, ma per il bene della società nel suo complesso. E se anche non vogliamo più chiamarla “impegnata”, resta capace di dare il suo piccolo contributo per rendere il mondo un posto migliore. Ecco i libri “analizzati”: Don Chisciotte: il sogno,Robinson Crusoe: il mondo,Oliver Twist: la città,I Promessi Sposi: l’Italia, Il conte di Montecristo: la vendetta, Moby Dick: il mistero, I miserabili: la giustizia, Guerra e pace: la storia, L’idiota: la santità, Dracula: il male, +1. La vita istruzioni per l’uso: il destino.
TENDENZA ASIA IN LIBRERIA
Era il 2009: nel panorama editoriale italiano si affacciava una nuova piccola casa editrice, Metropoli d’Asia, fondata da Andrea Berrini con l’intento di proporre romanzi contemporanei provenienti dai paesi asiatici. Meno di dieci anni fa, evidentemente, non erano molti gli scrittori (ad eccezione dei tanti classici e dei pochi autori contemporanei di fama, compresi la giapponese Banana Yoshimoto , e Haruki Murakami (altro bestseller giapponese, in odore di Nobel) tradotti in italiano. A fare eccezione era principalmente la letteratura indiana, già allora apprezzata da editori e lettori nostrani. Oggi le cose sembrano cambiate, e negli scaffali delle nostre librerie il numero di libri contemporanei (narrativa, ma non solo) provenienti dal vasto continente asiatico appare in significativa crescita.
Dalla Corea del Sud alla Cina, dal Giappone all’Indonesia, anche le grandi case editrici guardano con attenzione alle produzioni editoriali di questi paesi. All’ascesa economica del continente asiatico si associa anche una crescita editoriale, e una maggiore attenzione da parte dell’editoria occidentale. Non si tratta di una tendenza solo italiana: anzi, da noi si avverte meno che altrove, soprattutto nei piani alti delle classifiche, se si escludono i “soliti” pochi (per ora?) nomi. Non va però dimenticato il fatto che molti degli autori pubblicati sono nati, o si sono trasferiti da piccoli, negli Usa o in Europa e, a volte, non scrivono nella loro lingua d’origine.
Gli esempi che si possono fare sono diversi, e ci limiteremo a indicarne solo alcuni: in questi giorni Marsilio pubblica La bellezza è una ferita dell’indonesiano Eka Kurniawan, libro finalista al Man Booker International Prize: una fiaba nera, in cui i generi si ibridano, che ripercorre gli eventi che hanno segnato il ‘900 nell’isola di Giava. Kurniawan, che ha scritto romanzi, racconti, saggi, sceneggiature e graphic novel, è considerato uno dei più originali autori del Sud-est asiatico. Dopo aver fatto molto parlare con La vegetariana (opera vincitrice del Man Booker International Prize), Han Kang (nata nel 1970 a Gwangju, in Corea del Sud, e che con la sua famiglia si è trasferita a Seoul nel 1979, pochi mesi prima del massacro del maggio 1980) torna in libreria con Atti umani, sempre proposto da Adelphi, un romanzo in cui fa i conti con la pagina più cruenta del recente passato coreano. “Non mi sento di appartenere a Seoul, ma neanche agli Usa. Il mio bagaglio culturale oscilla tra l’Occidente e l’Oriente”, ha spiegato Krys Lee, coreana-americana, autrice del romanzo Come siamo diventati nordcoreani (Codice),. Lee è nata a Seul in una tradizionale famiglia coreana. Aveva all’incirca quattro anni quando i suoi fuggirono negli Stati Uniti. Restiamo in Corea, ma cambiamo genere: La guardia, il poeta e l’investigatore (Sellerio) di Jung-myung Lee (che con questo libro in patria ha venduto oltre un milione di copie, e che da noi è stato finalista al premio Bancarella 2017), è un romanzo ambientato in un campo di prigionia giapponese durante la seconda guerra mondiale: al centro della trama un omicidio, un’intricata cospirazione, due guardie, un giovane poeta e i suoi versi clandestini.
Dello stesso autore nel 2016 Frassinelli ha pubblicato La regola del quadro. A proposito di autori asiatici, sempre Sellerio nel 2014 ha pubblicato Le tre sorelle del cinese Bi Feiyu: scandito dai proverbi di Mao, dal ritmo della vita dei campi giustapposta alla frenesia delle grandi metropoli, il libro racconta la storia di tre donne che cercano di cambiare il proprio destino. Restiamo in Cina: è in uscita per Feltrinelli Ilsettimo giorno, nuovo romanzo di Yu Hua, classe ’69, una critica alle contraddizioni del capitalismo socialista: in un Paese dilaniato dal potere e dalla politica, ogni cosa e ogni strada possono avere una sola via di fuga, l’amore, inteso in tutte le sue forme.
A inizio ottobre sarà in libreria per Ponte alle Grazie La famigliaWang contro il resto del mondo di Jade Chang, saga familiare ambientata tra la Cina e gli Usa, che ricorda le atmosfere di Ogni cosa è illuminata di Foer e del film Little Miss Sunshine. L’autrice, asioamericana, è al suo (già apprezzato oltreoceano) debutto letterario. Giornalista, Chang è stata anche editor di Goodreads. Quando si parla di letteratura cinese contemporanea non si può non citare Mo Yan, premio Nobel per la Letteratura nel 2012, i cui libri sono pubblicati in Italia da Einaudi: l’ultimo è stato Quarantuno colpi, nei mesi scorsi. Memorie di un’orsa polare, che sarà in libreria per Guanda a metà ottobre, segna il debutto italiano della scrittrice giapponese Yoko Tawada. Tre generazioni di orsi polari sono gli inusitati protagonisti del libro, in cui il realismo e la favola si fondano. Tawada è nata a Tokyo nel 1960, si è trasferita ad Amburgo a 22 anni e quindi a Berlino nel 2006. Scrive sia in giapponese sia in tedesco e ha pubblicato numerosi (premiati) libri, di narrativa, poesia e saggistica, in entrambe le lingue.
Il romanzo Il giovane robot (in uscita per e/o) è ispirato alle vita del suo autore, il giapponese Sakumoto Yōsuke, colpito appena maggiorenne da una forma di schizofrenia. Nella sua lotta con la malattia si avvicina alla scrittura, fino alla pubblicazione de Il giovane robot, un bestseller nel paese del sol levante. Protagonista del libro è l’adolescente Tezaki Rei, un robot in incognito progettato per portare felicità agli esseri umani.
Sono moltissimi i filippini che scelgono di emigrare verso il Medio Oriente, gli Stati uniti o l’Europa in cerca di un futuro migliore: nei nove racconti di Famiglie ombra (Racconti edizioni), Mia Alvar, che ha vissuto un’esperienza simile, descrive le loro storie. L’autrice, nata a Manila, capitale delle Filippine, è cresciuta in Bahrein e si è poi trasferita negli Stati Uniti. I suoi racconti d’esordio sono stati scritti in inglese. Da segnalare anche il lavoro della casa editrice Atmosphere, che nella collana Asiasphere propone narrativa classica e contemporanea, con titoli come Ritorno a casa, della giornalista e scrittrice indonesiana Leila Salikha Chudori, e Stella stellina, della giapponese Ekuni Kaori. Dalla narrativa alla poesia: Cielo notturno con fori d’uscita (pubblicato dalla Nave di Teseo) raccoglie 35 poesie di un giovanissimo autore vietnamita, emigrato negli Usa ancora bambino: Ocean Vuong, classe ’88, vincitore del Whiting Award con la sua antologia d’esordio, apprezzato dai critici, racconta nei suoi versi il Vietnam dilaniato dalla guerra e dal comunismo, ma anche l’intolleranza nella quotidianità di New York, come pure l’omosessualità. Passando rapidamente ai graphic novel, Bao Publishing ha appena fatto debuttare una collana dedica al fumetto cinese moderno (i primi libri in uscita sono stati I racconti dei vicoletti di Nie Jun e Reverie di Golo Zhao). Come logo è stato scelto l’ideogramma Bao, che in cinese significa “tesoro”. In questo contesto va citata la collana “Asia” dell’editore Add, che “propone storie e saggi per avvicinarsi a regioni del mondo che stanno vivendo una trasformazione accelerata e travolgente”. Il progetto, curato da Ilaria Benini, ha visto la pubblicazione, tra gli altri, de Il tempo del Partito, secondo volume di Una vita cinese, trilogia in cui l’artista Li Kunwu racconta la sua vita, firmando i disegni co-sceneggiati da P. Ôtié (il terzo e ultimo volume sarà in libreria a fine anno) e il saggio Myanmar. Dove la Cina incontra l’India, dello storico birmano Thant Myint-U. Spostandoci alla varia, Vallardi negli ultimi anni ha puntato molto sul Giappone: dai bestseller di Marie Kondo (Il magico potere del riordino e 96 lezioni di felicità) a libri come Manuale di un monaco buddhista per abbandonare la rabbia e Lo zen e l’arte di mangiar bene, per fare solo due esempi. E altre novità nipponiche sono in arrivo…5.Lo sguardo dell’editoria nostrana non è più rivolto quasi esclusivamente a Occidente.
PERCHÉ "LOVE OF MY LIFE" DI FREDDIE MERCURY È POESIA
Avrebbe compiuto 71 anni Freddie Mercury. Il celebre cantautore britannico leader dei Queen è nato il 5 settembre 1946 a Zanzibar. Amato da intere generazioni per il talento vocale e la sua esuberante presenza scenica sul palco, è considerato uno dei più celebri e influenti artisti nella storia del rock. Di lui si ricordano pietre miliari della musica mondiale come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions.
Per ricordare la sua vena poetica, il romanticismo e la dolcezza della sua opera musicale, vogliamo analizzare il testo di “Love of my life”, singolo uscito con l’album Live Killers dei Queen del 1979. La versione più celebre non è l’originale del disco A Night at the Opera del 1975, ma è la versione live cantata nel concerto svoltosi a Francoforte in Germania durante il Live Killers Tour.
L’APPELLO – “Amore della mia vita – mi hai fatto male / Mi hai spezzato il cuore e ora mi lasci / Amore della mia vita non riesci a capire”. Inizia con uno straziante appello alla propria amata la prima strofa del brano.
Versi di un amore perduto la cui emozione e dolcezza sembrano molto vicini ad alcuni versi del repertorio poetico classico. Insicurezza, dolore e disperazione vengono tramutati in musica e parole da Freddie Mercury. Appello straziante ripreso anche nella seconda strofa “Amore della mia vita, non lasciarmi / Hai preso il mio amore, e ora mi abbandoni” e rinforzato dal coro “Riportalo, riportarlo / Non portarlo via da me, perché non lo sai, cosa significa per me”.
AMORE INFINITO – Un appello a riavere indietro quella persona che dà significato alla sua vita e al tempo stesso una promessa d’amore incondizionato quello che il cantautore britannico canta nella terza strofa “Ricorderai / Quando questo sarà finito / E ogni cosa sarà andata / Quando invecchierò / Sarò lì al tuo fianco per ricordarti quanto ti amo ancora – ti amo ancora”. Versi emozionanti che parlano di un amore forte e duraturo, che va ben oltre le “volontà terrene” dei due amanti.
“Love of My Life” ha rappresentato uno dei capisaldi del gruppo nei concerti con ampia partecipazione del pubblico, durante i quali spesso musica e voce si fermavano per lasciar spazio al solo canto del pubblico. In molti attribuiscono la dedica di questi versi da parte di Freddie Mercury a Mary Austin, per molti l’unico e vero “amore della vita” del leader dei Queen, un vero e proprio punto di riferimento per lui, tanto da confidare per prima a lei la propria malattia e da assegnarle la gestione delle proprie ceneri con collocazione in un luogo segreto al pubblico.
Nel 2016 in Italia quasi 6 persone su 10 e non hanno letto nemmeno un libro. Un dato allarmante se si considerano le conseguenze sociali e civiche di una Nazione che ha pure uno dei tassi di scolarizzazione più bassi al mondo. Da qui l’idea di formare un vero e proprio team di 11 DJ italiani, i quali hanno deciso di scendere in campo mettendoci la faccia e utilizzando le loro doti migliori, ovvero voce e parole, per sostenere la lettura in maniera pop e originale. Il tutto utilizzando Facebook, il canale social più diffuso al mondo.
L’iniziativa che prende il nome di “DJ4BOOKS” (con l’hashtag dedicato #DJ4BOOKS), campagna social firmata Libreriamo, la piazza digitale di chi ama la cultura e sostenuta da CEPELL, ALI , AIB e Triboo Media, vede impegnati Rudy Zerbi, Laura Antonini e Sarah Jane di Radio Deejay, Ringo di Virgin Radio, Mauro Coruzzi alias Platinette di RTL 102.5, Rosaria Renna di Radio Monte Carlo, Daniele Battaglia di Radio 105, Petra Loreggian di RDS, Betty Senatore e Giancarlo Cattaneo di Radio Capital e Fabio Marelli di Discoradio. “La Radio e i DJ sono un veicolo straordinario per la comunicazione – afferma Saro Trovato, fondatore di Libreriamo – soprattutto in occasione della stagione estiva. Ecco perché abbiamo chiesto ad alcuni dei principali DJ italiani di dare il loro contributo per sostenere un fine sociale così importante, qual è appunto il leggere. Uno Stato che legge poco può avere gravi problemi sociali e sociologici, primi fra i quali la mancanza di senso civico e poco senso della legalità. Non solo, una nazione che legge poco, in genere, si caratterizza anche per una carenza dal punto di vista dello sviluppo economico. Guarda caso, l’Italia sembra manifestare in pieno questi problemi.”
Ma come si svolge l’iniziativa? Ogni DJ ha realizzato un proprio video-annuncio sull’importanza e sull’emozione per la lettura e per i libri. Tutti coloro che si collegheranno sul canale Facebook di Libreriamo e andranno sulla pagina evento legata all’iniziativa potranno sostenere i video preferiti semplicemente mettendo “Mi Piace” o condividerli inserendo nel post una loro frase, un aforisma, una poesia. In tal senso, non sarà solo il “DJ Book Team” ad impegnarsi a favore di un tema così importante per la nostra Italia, ma ogni partecipante. In questo modo anche ciascun italiano può dare il contributo attivo alla campagna, contribuendo a sensibilizzare su un tema così importante per il nostro futuro e quello delle nuove generazioni. I video saran visibili oltre che sulle pagine social di Libreriamo anche sull’apposita pagina dedicata sul sito Libreriamo. Secondo l’Istat, nel 2016 in Italia circa 33 milioni di persone non hanno letto nemmeno un libro di carta in un anno, pari al 57,6% della popolazione. Quasi 6 italiani su 10 quindi non leggono, confinando il nostro Paese negli ultimi posti per quanto riguarda la lettura tra le nazioni maggiormente sviluppate. La radio, invece, si conferma un mezzo in ottima salute: secondo la rilevazione Eurisko Radio Monitor (anno 2016) il totale degli ascoltatori giornalieri delle emittenti radiofoniche italiane supera i 35,5 milioni, in crescita rispetto ai 35,0 milioni (+1,4%) dell’anno precedente.
COME FAR CAMBIARE IDEA A CHI DICE DI NON AMARE I LIBRI
Non sempre è facile far cambiare idea a chi dice di non amare i libri e la lettura, in particolare se si tratta di bambini e adolescenti. Se si è un genitore, ma anche un insegnante, un bibliotecario o un libraio, non si può fare marcia indietro dopo il primo rifiuto. Anzi, bisogna capire se il rifiuto per la lettura non nasce forse dal fatto che i libri letti finora non rispecchiano davvero i gusti della persona.
Recentemente, su Bookriot, una bibliotecaria ha raccontato la sua esperienza con ragazzi che dicono di non amare la lettura e ha riportato alcuni dei suoi trucchi per trovare libri interessanti per diversi tipi di lettori. La scrittrice e insegnante Giusi Marchetta ha segnalato sia consigli di lettura per ragazzi, sia una serie di spunti per rendere le scuole luoghi in cui far appassionare i ragazzi ai libri. Ecco allora altri consigli per avvicinare i vostri figli, studenti, clienti, alla lettura, ma applicabili anche a chi ormai a scuola non ci va più. Capire i gusti di chi ammette di non amare i libri: Non è così facile né scontato: infatti, è meglio non usare come termini di paragone altri libri o autori, potrebbe darsi che le risposte siano sempre negative. Piuttosto può essere più efficace partire da un territorio neutro, come la tv: chiedere quali serie tv ama, vi permette comunque di capire che genere di narrazione preferisce la persona. Sapere se guarda commedie, o invece se apprezza le serie sugli zombie già vi dà l’opportunità di comprendere meglio i suoi gusti. A questo punto si può partire con un romanzo adatto all’età e con tematiche che possono incuriosire il lettore riluttante.Se l’ostacolo sono le parole: Capita, in particolare ai lettori meno esperti, di essere intimoriti dal numero di pagine.
Per iniziare, una buona idea è partire con romanzi non troppo lunghi, ma anche con fumetti. Ce ne sono davvero tantissimi, avvincenti quanto romanzi non illustrati. E infine… ricordarsi, sempre, che il processo potrebbe essere lungo e faticoso, ma con un po’ di pazienza e immaginazione potrebbe dare risultati davvero inaspettati e gratificanti.
Da un’idea tutta americana, direttamente da New York, sono arrivati anche in Italia: book bar. Locali che sono un po’ una via di mezzo tra librerie e locali dove si possono gustare non solo pietanze dolci ma anche ben più complesse, arrivando al livello di bistrot e in alcune occasioni alla vera e propria ristorazione. La moda dall’America è passata all’Europa fino a raggiungere anche l’Italia; ve ne proponiamo alcuni assolutamente imperdibili.
La Passeggiata librocaffè di Genova – Antica chiesa del 1300 sconsacrata con sguardo sul porto dove si respira un’atmosfera quasi magica tra scaffali di libri e buon cibo. Nel locale vengono effettuati incontri letterari, presentazioni di libri e altri interessanti eventi culturali.
Biblios cafè di Siracusa – Posticino accogliente in cui trovare libri introvabili ed indipendenti. Un angolo per dedicarsi alla lettura, navigare su Internet, ascoltare buona musica e gustare il meglio dei vini siciliani o una buona cioccolata calda?
Tra le righe di Roma – Nel vivo del Quartiere Africano, a Roma, nato dall’incontro di sei amici che proprio non riuscivano a far a meno dei libri nella loro vita. Punto di ritrovo che accetta suggerimenti sui libri da aggiungere anche ai clienti e organizza anche eventi musicali e per bambini. Oltre a tenerci particolarmente ai prodotti equo e solidali.
Salotto 42 di Roma e Capri – Damiano Mazzarella, il fondatore, ha portato un nuovo modo di trascorrere le serate in un’atmosfera unica. Gli interni, il personale, i cocktail e soprattutto la musica, hanno reso questo posto un po’ di un genere. Questo marchio accogliente e appagante ha riunito la folla cosmopolita che ama trascorrere il tempo in un ambiente fresco.
Nouvelle Vague di Genova – Tutti i volumi presenti nel locale sono di libera consultazione.
La libreria, nell’arco della stagione, propone, a ciclo continuo, presentazioni di nuovi testi, con la presenza dell’autore, oltre a reading letterari, forum e dibattiti. Oltre alla normale classifica dei libri più venduti, la Nouvelle Vague propone la “specialissima” classifica del libraio, dove lo staff della libreria inserisce i libri che più ci hanno colpito tra i classici e le novità.
Zoo di Bologna – ZOO è un locale unico. Non è solo ristorazione ma anche creatività e design. Il locale rimanda ad atmosfere nordiche, le proposte culinarie varie, particolari e pensate per palati diversi.
Da ZOO si mangia (molto bene) ma si respira anche arte e buon gusto attraverso arredamento, mostre e iniziative dei gestori. Frequentato molto da studenti.
Gogol e company di Milano – E’ venuta alla luce il giorno del solstizio dell’estate 2010 dopo quasi 10 anni di incubazione. Nata dall’idea di un gruppo di amici accomunati da un grande bisogno di condivisione. Si tratta di una libreria indipendente, un luogo amichevole, di ritrovo per persone di tutte le età, dove è possibile soddisfare la propria fame di sapere e la propria curiosità, dove regalarsi del tempo di qualità senza obbligatoriamente spendere dei soldi.
Open – More than book di Milano – Uno spazio polifunzionale in cui rilassarsi. Questo spazio è una buona soluzione in mancanza di biblioteche aperte, magari nel weekend. Il prezzo di ingresso per la giornata (6€ coworking – 8€ area business) è giustificato, soprattutto nell’area business, dalla tranquillità che permette davvero di lavorare proficuamente.
Il caffè dei libri di Udine – Al Caffè dei Libri troverai personale di piacevole compagnia. Avrai la possibilità di stare seduto con il tuo giornale, acquistare un libro, conoscere persone simili a te. Potrai godere di un buon aperitivo, imparare cose nuove, interessanti, utili; riempire lo sguardo di arte, inebriarti di buoni odori.
Caffè San Marco di Trieste – Location molto particolareggiata, si respira aria di altre epoche. Non è chiaro se sia un ristorante con all’interno una libreria o viceversa e questo a dimostrazione di quanto i due ambienti siano perfettamente fusi insieme.
17 SERIE TV CHE AVRAI SICURAMENTE VISTO ISPIRATE AI LIBRI
Le serie TV appassionano da tempo il pubblico italiano sia maschile che femminile e di ogni età. Molti però ancora non sanno che molte delle serie a cui ci siamo affezionati prendono spunto da alcuni libri. Puoi aggiungere alla tua lista i titoli riportati di seguito da Buzzfeed.
Big Little Lies – Piccole grandi bugie. La Serie TV si ispira all’omonimo libro di Liane Miorty, tra i più venduti nel 2014.
House of cards – Gli intrighi del potere. La miniserie britanica House of Cards si basa su un libro che riporta lo stesso titolo.
Dexter. La serie si basa sul libro Darkly Dreaming Dexter, il primo di una serie di romanzi di Jeff Linsday.
Tredici. La serie Netflix di successo è basata sul romanzo di Jay Asher del 2007.
Orange Is The New Black. La serie si basa sulla vita di una donna di nome Piper, che a seguito di una condanna per traffico di droga e reato di riciclaggio di denaro, si trova a trascorrere un anno in prigione.
Il mago. Il libro di Lev Grossman, al quale si ispira la serie, ripercorre le vicende dei personaggi negli anni Trenta.
The Vampire Diaries ed iZombie, dagli omonimi libri e fumetti.
Outtlander. Il libro Otlander è stato pubblicato per la prima volta nel 1991.
Giovani, carine e bugiarde. Il teen drama è basato su una serie di giovani romanzi adulti di Sara Shepherd che coprono sedici libri.
Boardwalk Empire. Boardwalk Empire è in realtà basato su un libro, L’impero Boardwalk.
True Blood. Lo spettacolo è basato sulla serie di libri di Sookie Stackhouse.
Lucifero. Lucifero si basa sul personaggio Lucifer Morningstar nella serie di Neil Gaiman The Sandman.
The 100. Il libro si è adattato alla serie Tv prima di essere rilasciato.
Sex and The City. La serie è ispirata da una serie di vicende che Candace Bushnell ha scritto sulla vita a New York.
Hemlocke Grove. L’adattamento di Netflix del thriller horror di Brian McGreevey è abbastanza vicino al libro.
I Leftovers. I Leftovers non è considerato un grande libro.
LIBRI FUORI-CLASSE. IL LIBRO PER L'ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
«Una straordinaria occasione di sviluppo del settore e uno strumento importante per consentire a ragazze e ragazzi di conoscere il mondo del libro». Con queste parole Roberto Gulli, referente Aie per l’Alternanza Scuola Lavoro e presidente di Pearson Italia, commenta gli obiettivi del progetto Libri Fuori-Classe, promosso dall’Associazione italiana editori, dall’Associazione librai italiani e dall’Associazione italiana biblioteche per rispondere alle nuove esigenze nate dall’introduzione, con la legge 107 del 2015, dell’Alternanza Scuola Lavoro.
L’obiettivo è infatti quello di supportare le scuole e le aziende del settore, grazie a una serie di strumenti che consentano agli studenti di prepararsi per un’esperienza di lavoro in una casa editrice, in una libreria o in una biblioteca. Un aspetto importante da sottolineare è che Libri Fuori-Classe rappresenta il primo progetto di filiera sviluppato per l’Alternanza Scuola Lavoro. Coinvolgerà infatti il settore in tutte le sue articolazioni: gli editori attivi in ogni segmento del mercato, le librerie e le biblioteche. In questo modo, si darà la possibilità agli studenti di avere una visione organica del settore e dei diversi soggetti che vi operano, sperimentando processi di apprendimento attivi e facendo esperienze dirette nei mestieri del mondo del libro.
L’elemento centrale del progetto è la piattaforma www.librifuoriclasse.it, che sarà online in concomitanza dell’avvio del prossimo anno scolastico, dove saranno resi disponibili e liberamente scaricabili i materiali che potranno essere utilizzati a scuola e in azienda nell’ambito delle attività dell’alternanza (kit per gli editori, i librai e i bibliotecari, kit per le scuole, moduli e video appositamente selezionati che possono diventare il punto di partenza per la trattazione dell’argomento, grazie a un linguaggio vicino a quello dei ragazzi e a un approccio coinvolgente). Sul sito saranno disponibili 6 percorsi di apprendimento legati ai diversi aspetti del mondo del libro e saranno pubblicati gli elenchi delle case editrici, delle librerie e delle biblioteche dove sarà possibile svolgere i percorsi di alternanza. L’Alternanza Scuola Lavoro è un vero e proprio patto formativo tra scuola e azienda che prevede la possibilità per i ragazzi di fare un’esperienza concreta di lavoro in azienda e di applicare sul campo concetti appresi solo teoricamente. E non riguarda solo le Academic Skills, ovvero le competenze specifiche di ogni indirizzo scolastico.
Uno dei principali obiettivi dell’alternanza infatti è quello di consentire ai ragazzi di sviluppare quelle che ormai sono conosciute come Soft Skills, le competenze trasversali, fondamentali per un corretto approccio al mondo del lavoro: dall’autonomia al rispetto delle regole aziendali, dalla flessibilità alla capacità di lavorare in team. A regime, l’alternanza interesserà tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole secondarie di secondo grado, stimati in circa un milione e mezzo ogni anno e a partire dal 2018 l’aver partecipato a uno di questi progetti diventerà per gli studenti un requisito di ammissione agli Esami di stato. «Proporremo anche un modulo di impresa simulata legato alle biblioteche – aggiunge Gulli – perché la biblioteca scolastica è il luogo più naturale all’interno di una scuola per sviluppare un’esperienza in questo senso e può diventare il punto di riferimento del rapporto con il territorio».
ILLUSTRI FESTIVAL dal 26 maggio al 24 giugno
Associazione Illustri riunisce illustratori professionisti, artisti affermati, giovani emergenti, talenti che si stanno formando, illustratori alle prime armi, appassionati di questa forma d’arte. Un punto di riferimento che mette in relazione le professionalità, crea occasioni di incontro e propone mostre ed esposizioni per ammirare le eccellenze e le nuove tendenze. Il calendario di attività di Associazione Illustri prevede esposizioni personali e collettive, talk e incontri con gli artisti, letture di portfolio e il Forum, una grande rete di comunicazione dove i tesserati possono confrontarsi sui problemi e le opportunità che un illustratore incontra ogni giorno: tariffe, budget, rapporti coi clienti, strumenti di lavoro, nuove applicazioni, portfolio. E naturalmente Illustri Festival, la biennale di illustrazione che si svolge a Vicenza e che rappresenta la grande vetrina dell'illustrazione italiana. Il programma completo è su www.illustrifestival.org, ma vi segnalo oltre alla mostra:
Illustrilab, l'illustrazione sale in cattedra
Un ciclo di laboratori inediti con alcuni dei protagonisti del festival per approfondire la professione di illustratore e i processi creativi che la compongono. Un percorso didattico realizzato anche in collaborazione con Gallerie d’Italia e pensato per stimolare gli addetti ai lavori e incuriosire semplici appassionati. Due diverse le sedi degli incontri: le sale di Palazzo Leoni Montanari in Contrà Santa Corona e i laboratori del Polo Giovani B55 in Contrà delle Barche 55 a pochi passi da Palazzo Chiericati
Salotto Illustri, Non solo illustrazione
Salotto Illustri è aperto a tutti. All'ora dell'aperitivo accomodiamoci nel salotto di Vicenza, piazza dei Signori, e incontriamo art director, artisti, manager di aziende di successo per comprendere lo straordinario contributo che l'illustrazione dà alla comunicazione visiva, alla pubblicità, al design, all'editoria.
Illustrioff
Un ricchissimo calendario di eventi OFF che arricchiscono il programma di ILLUSTRI Festival per tuffarsi in un mese di mostre, eventi, live performance, workshop ospitati da gallerie, laboratori e locali del centro storico di Vicenza che si conferma essere capitale italiana dell'illustrazione.
FESTIVAL BIBLICO a Vicenza dal 18 al 28 maggio
Perché un festival sulla Bibbia? Un pomeriggio di primavera del 2002, il titolare della libreria San Paolo che affaccia sul centralissimo corso Palladio di Vicenza notò che, sebbene i passanti non mancassero, solo una piccola parte entrava nella libreria o si fermava a curiosarne la vetrina. Si domandò come mai accadesse questo e che cosa potesse fare lui per cambiare le cose. Gli venne un’illuminazione: cambiare la prospettiva. Perché non uscire dal negozio e andare incontro alla gente? Nello stesso periodo, alcuni parroci vicentini notavano che il sagrato e il patronato erano molto più frequentati di quanto non fosse la chiesa; conclusero che non era sufficiente rimanere fermi ad attendere le persone e che sarebbe stato più interessante e costruttivo spostarsi, mettersi in movimento. Il Festival Biblico è nato così: dall’idea di uscire e incontrare. Incontrare e confrontarsi con chiunque, credenti e non credenti, laici e religiosi, cattolici e persone che professano altre religioni. È nato dall’idea di portare la Bibbia nel mondo, di sfogliarne le pagine e le storie, di declinarne il profondo significato spirituale e la grande umanità nei linguaggi contemporanei: animazioni e performance artistiche, concerti, letture, oltre a conversazioni e approfondimenti. L’idea della Bibbia che si fa festival popolare e che nei luoghi di incontro delle città invita famiglie, giovani, imprese, istituzioni, comunità (anche religiose) e organizzazioni culturali per una festa gioiosa.
L’idea del Festival Biblico che, attraverso un tema diverso ogni anno, fa da filo conduttore tra le pagine della Bibbia e fa dialogare “il libro dei libri” con una società in continuo mutamento. Il Festival Biblico si rinnova e si mette… in cammino. Perché, come dicevano gli antichi Romani, “vivere non è necessario, ma se vuoi vivere è necessario viaggiare”.La tredicesima edizione del festival ha per tema il viaggio nelle sue numerose declinazioni, reali e metaforiche, esplorate attraverso conferenze, spettacoli, musica e reading.
Gli appuntamenti del festival a loro volta “viaggeranno”: saranno ospitati in luoghi diversi e a volte inconsueti del territorio veneto. Il titolo che abbiamo scelto per il percorso culturale di quest’anno è una traduzione non letterale del Salmo 84:
Felice chi ha la strada nel cuore
Il maschilismo nel mondo letterario non è una novità e negli ultimi anni se ne sta discutendo sempre di più anche grazie a molti nomi della cultura che si stanno esprimendo sul tema. Negli Stati Uniti anche la statistica, si è recentemente occupata di questo argomento: il giornalista e statistico Ben Blatt, infatti, ha pubblicato Nabokov’s favourite word is mauve, un’opera in cui la letteratura viene analizzata attraverso i numeri.
L’autore ha applicato la statistica e i numeri alle opere letterarie più influenti degli ultimi secoli e le scoperte non sono mancate. Prima fra tutte quella che ha dato il nome al libro: la parola usata più frequentemente da Nabokov, infatti, risulta essere proprio “malva”. L’analisi, però, non si è fermata alle parole più frequenti nei romanzi, ma ha anche messo a confronto le opere di autori uomini con quelle di donne, proprio per capire se esiste una differenza qualitativa da far risalire al genere dello scrittore. Per prima cosa Blatt ha scoperto che nei libri scritti da donne la presenza di personaggi maschili e femminili, e di conseguenza dei pronomi “lui”, “lei”, era uguale. In quelli scritti da uomini, invece, i pronomi maschili la fanno da padroni, con un rapporto di tre per ogni “lei” utilizzato. Inoltre, gli autori di classici (uomini) descrivono molto più spesso i personaggi femminili con l’aggettivo “perduto”, rispetto a quanto non lo facciano con quelli maschili. Ritornando alle parole preferite dagli autori, cioè a quelle utilizzate almeno in metà delle opere scritte da quello scrittore e presenti almeno una volta ogni 100.000 parole, non si nota una differenza tra uomini e donne. Si passa dal “malva” di Nabokov a “bacchette” di J.K. Rowling, fino al “marmorizzato” di Virginia Woolf.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei punti esclamativi, invece, risulta che sono gli uomini a farne un uso smodato: su 100.000 parole James Joyce ne utilizza in media 1.000. E lo stesso vale per i cliché. Gli autori che invece usano meno frasi fatte e modi di dire sono tutte donne: Jane Austen, Edith Wharton, Virginia Woolf, Willa Cather e Veronica Roth. Anche se Danielle Steel è l’autore che più spesso menziona il clima in apertura ai suoi romanzi. Ricordando che il libro non si pone l’obiettivo di riconoscere chi siano gli autori più meritevoli, ma quello di analizzare con la matematica e la statistica le opere più famose e più lette, tuttavia colpisce come, spesso, le autrici, nonostante i pregiudizi nei confronti della cosidetta “letteratura femminile”, siano le più attente a dettagli come la punteggiatura e l’utilizzo di frasi fatte.
DAVID GROSSMAN, “L’indifferenza è il male della società di oggi”
“Voltare le spalle nei confronti del prossimo è il vero problema della società di oggi. non possiamo essere indifferenti di fronte a tragedie come quella in Siria. Parla così David Grossman, celebre scrittore e saggista israeliano, protagonista a Milano di un incontro che ha avuto un gran seguito di pubblico, durante il quale ha affrontato diversi temi di attualità e di scrittura con Wlodek Goldkorn e Caterina Bonvicini.
L’autore del libro “Applausi a scena vuota” esordisce precisando la sua “non fede”, senza rinnegare per questo le proprie origini. “non mi considero religioso, sono un non credente, ho comunque delle radici ebraiche, ed è importante affermarlo: ciò permette di assumersi la responsabilità del modo in cui viviamo”. Secondo Grossman Dio è un’entità “non politicamente corretta”, che si trova di fronte a contraddizioni. “Dio ha voluto il diluvio universale, punendo tutti a causa di un pugno di peccatori. L’origine dell’umanità è cattiva: il cuore umano può diventare buono se si nutre nella maniera corretta, se il bene prevale sul male”. Il focus dell’intervento di Grossman, profondo conoscitore dell’animo umano ben analizzato nei suoi libri, riguarda l’indifferenza che c’è tra gli uomini oggi. “La realtà è troppo carica di cose – afferma l’autore – Occorre fare ordine e ribellarsi, chiamando le cose con il proprio nome. Per questo uno strumento fondamentale è il linguaggio: più una lingua è ricca di vocaboli e definizioni, più la vita ne guadagna”.
Nel mondo di oggi, secondo Grossman, sono pochi coloro che vivono all’insegna del bene, decidendo di condividere i sentimenti e gli stati d’animo degli altri, mentre molti trovano piacere nel male. “Il male oggi è l’indifferenza, voltare le spalle nei confronti del prossimo. non possiamo restare indifferenti di fronte alle tragedie che avvengono nel mondo, come ad esempio ciò che sta succedendo in Siria. E’ difficile scegliere di soffrire.”Considerato uno degli scrittori e saggisti israeliani più importanti e significativi in tutto il mondo, David Grossman ha infine parlato della scrittura come un’opportunità per la sua vita. “Scrivo sempre libri corposi. Per me scrivere è un privilegio: grazie ai personaggi che creo per i miei libri ho la possibilità di esplorare la vita degli altri esseri umani.”
CLASSICI CONTRO A VICENZA 7-8 APRILE
UTOPIA (EUROPA)
Ovvero del diventare cittadini europei
Classici Contro è un’idea che nasce dal contatto inedito tra due parole che non stanno di solito insieme. Suonano un po’ come un ossimoro o un paradosso, perché i nostri Classici li sentiamo come l’istituzione, come un qualcosa di immobile, un punto di riferimento sicuro. E invece i Classici, con un rovesciamento delle credenze e degli stereotipi, sono motore potentissimo del pensiero, ci aiutano (o ci obbligano) a metter in discussione tutto, e tramite il loro sguardo critico possono contribuire a rivoluzionare la nostra visione del presente. Lo fanno sempre, ma soprattutto nei tempi difficili i Classici mettono in gioco il loro pensiero libero che viene da lontano, un pensiero controcorrente, sicuramente diverso, che ci permette di superare le semplificazioni, di andare oltre le rigidezze dell'abitudine, per guardare meglio, con una prospettiva più ampia e anche più saggia, al nostro futuro, con spirito critico e costruttivo.
Abbiamo scelto i teatri più belli e i luoghi simbolo della cultura italiana ed europea, a partire dal Teatro Olimpico di Andrea Palladio a Vicenza: questo pensiero ci vien da lontano, perché nel teatro di Dioniso attorno ai miti, alle idee e alle parole gli Ateniesi insieme diventavano cittadini. Così a teatro i Classici Contro ci parlano ciascuno di un tema, di un’idea, di una parola che provenendo dal mondo antico possa essere di aiuto contro la deriva etica, estetica, civica e culturale del nostro proprio universo. Con i miti e le storie, ma senza nessuna mitizzazione. I Classici Contro dell'Università Ca' Foscari, in collaborazione con le Università e i Licei portano come sempre la ricerca e la parola dei classici antichi nei teatri di fronte ai cittadini per un contributo di pensiero sui problemi più scottanti del presente. In una prospettiva europea che guarda al futuro, con la consapevolezza culturale di tremila anni di pensieri e di storia che ci viene dai classici. Una risorsa da condividere tra tutti i cittadini. Questo anno i Classici Contro, dopo Xenia, hanno scelto il tema Utopia (Europa). E per questo prendiamo come spunto il cinquecentenario dell’Utopia di Thomas More: sarà un buon libro per meditare sulla nostra utopia europea. E, naturalmente, i nostri tremila anni di pensieri, proprio a cominciare dai classici antichi, forse possono aiutarci.
Nella parola "utopia" c'è una prospettiva aperta, molteplice, anche problematica: contiene un desiderio, ma c'è in essa anche il dubbio socratico dell'incertezza e la consapevolezza dei limiti. “L'Europa c'è, ma forse ciò che manca sono i cittadini. Ai cittadini europei del presente e del futuro proviamo a pensare col progetto Classici Contro 2017 Utopia (Europa) - ribadiscono il grecista Alberto Camerotto e il filologo classico Filippomaria Pontani dell'Università Ca' Foscari. Accettiamo questa sfida, con fiducia. Ma anche con attenzione, se non – almeno negli ultimi tempi – con allarme. Perché la storia qualche volta fa presto a tornare indietro ai suoi momenti peggiori. Le difficoltà che tutti abbiamo davanti agli occhi mettono in evidenza i problemi e le prospettive. Abbiamo visto l'Europa di fronte alla crisi economica, i paesi d'Europa chiudersi, incapaci di trovare una via per sostenere se stessi e per aiutare il paese più in difficoltà di tutti, proprio la Grecia.
Abbiamo visto l'Europa al collasso di fronte alla marea dei migranti e dei profughi. Ognuno per sé, muri, barriere, fili spinati: i confini sono tornati all'improvviso a innalzarsi e a dividere l'Europa. Soprattutto nei pensieri collettivi. Nessuno vuole condividere il fardello, meglio che ognuno si salvi come può per conto proprio. Vogliamo guardare al futuro, e lo facciamo a partire dai pensieri più antichi, dai nostri classici. E lo facciamo con i nostri giovani, per la nostra generazione Erasmus. Il pensiero di un’Europa unita è un’idea straordinaria, ma un’Europa dell’economia non basta, un’Europa del privilegio non ha senso. Ci vuole un’Europa dei pensieri, un’Europa dei cittadini. E, allora, ricominciare dai classici, dall'inizio della democrazia e della nostra vita insieme, ma anche dal mito di un'Europa che viene da oriente, può essere una buona via. Che sa guardare alle difficoltà senza nascondersi nulla”. Il programma di Vicenza è il seguente:
GALLERIE D'ITALIA – PALAZZO LEONI MONTANARI Venerdì 7 aprile 2017, ore 17.00
Introducono Daniela Caracciolo e Alessandra Moscheni
FEDERICA GIACOBELLO, ALICE BONANDINI fulmen in clausula LUIGI SPINA
TEATRO OLIMPICO Venerdì 7 aprile 2017, ore 20.30
Introducono Dino Piovan e Francesca Romana Berno
FILIPPOMARIA PONTANI, SOTERA FORNARO, CARLO GINZBURG
Interventi musicali a cura del Liceo Antonio Pigafetta Direzione di Michele Bettinelli
GALLERIE D'ITALIA – PALAZZO LEONI MONTANARI Sabato 8 aprile 2017, ore 17.00
Introducono Valeria Stocchiero e Nicola Curcio
ANNA TIZIANA DRAGO, RENATO CAMURRI fulmen in clausula CARMINE CATENACCI
TEATRO OLIMPICO Sabato 8 aprile 2017, ore 20.30
Introducono Andrea Rodighiero e Giuseppe Longo
MARCELLA FARIOLI, MAURO BONAZZI, GIOVANNI BIETTI con FEDERICA LOTTI
Per sempre Lisistrate, Azione teatrale del Liceo Antonio Pigafetta, a cura di Daniela Caracciolo con gli interventi musicali a cura di Antonio Graziani e Anna Maria Di Filippo
Ricordiamo che a Palazzo Leoni Montanari l'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti, mentre per il Teatro Olimpico è obbligatoria la prenotazione al seguente indirizzo: dani.caracciolo@gmail.com
NON TI RICORDI QUELLO CHE LEGGI? ECCO 10 CONSIGLI!
Come tutte le passioni, la passione per i libri e la lettura può avere delle derive estremiste. Siamo in molti, infatti, a leggere in maniera compulsiva, sfruttando ogni secondo disponibile e rubando il tempo alla famiglia e al lavoro. Passiamo da una storia all’altra senza lasciar loro il tempo di sedimentare dentro di noi, tanto che le confondiamo e il più delle volte le dimentichiamo. Spesso, l’unica cosa che sappiamo dire di un libro che abbiamo letto è la sensazione che ci ha fatto provare. Nulla sulla trama, le ambientazioni, i personaggi e le relazioni che intercorrono tra loro. Ecco allora 10 consigli per leggere più consapevolmente.
1. Leggi ad alta voce. Da quando si è diffusa la lettura silenziosa abbiamo cominciato a leggere molto più velocemente rispetto a prima. Le lettura ad alta voce ha tempi più distesi e permette di dare più valore alle parole. Naturalmente non è sempre possibile, considerato che spesso leggiamo in pubblico o a letto mentre le persone che vivono con noi dormono. Prova allora a compitare le parole.
2. Sottolinea. Le storie ci inghiottono e ci spingono a divorare i libri. Leggere con una matita in mano può essere utile per sottolineare le frasi più belle, i passi più significativi. Il gesto di sottolineare – come sa bene chi ha imbrattato e reso invendibili i libri su cui ha studiato – porta la mente a prestare più attenzione, a selezionare cosa vale la pena ricordare e cosa no.
3. Trascrivi. Una volta che abbiamo sottolineato e selezionato i passi più belli e avvincenti, un esercizio utile (che può fare molto bene alla nostra memoria) consiste nel trascrivere su un quaderno o su un blocchetto proprio quelle frasi che ci hanno emozionato di più.
4. Racconta. La sera, al pub, o al pomeriggio, al bar, o a pranzo, in mensa, parliamo con chi ci circonda di ogni cosa. Ecco, un altro esercizio utile è quello raccontare la storia che stai leggendo e spiegare perché un libro ti piace o meno. Enfatizzare poi i temi che tocca può dare alla tua lettura un respiro diverso.
5. Respira. Respira, appunto. Dal romanticismo abbiamo ereditato, tra le tante cose, una modalità di lettura appassionante. Non a caso, siamo sempre alla ricerca di libri che ci appassionano e dai quali non riusciamo a staccare gli occhi. Una modalità di lettura tanto affascinante quanto nociva per la nostra memoria. Poi, naturalmente, c’è chi legge un libro in una notte e se lo ricorda per filo e per segno, attirando così l’invidia di chi questa fortuna non ce l’ha.
6. Non comprare altri libri. Un’altra delle ragioni che ci spinge alla lettura veloce sta nella mole di libri che abbiamo sul comodino e nell’infinita estensione della nostra “lista dei desideri”. D’altra parte, l’editoria moderna sforna centinaia di titoli al mese e chi ama leggere vorrebbe non perderne neanche uno. Naturalmente siamo tutti consci di questo fatto ma nella pratica è difficile evitare la frenesia. Ecco, un consiglio che possiamo dare è quello di cercare di evitare di comprare nuovi libri se la tua libreria contiene già centinaia di volumi che non hai letto.
7. Rifletti. Oltre alle storie, i libri mandano un messaggio, trattano di un tema sul qualche vogliono far riflettere il lettore. Leggere consapevolmente significa innanzitutto prestare attenzione al tema centrale della narrazione e riflettere – come su consiglio dello scrittore – su qual è il nostro rapporto con la questione.
8. Rileggi. Naturalmente, con una libreria sovraffollata di libri letti e di nuove uscite anche solo ipotizzare di avere il tempo di rileggere un libro o anche solo un passo di un volume diventa utopico. Eppure ne vale la pena, perché una rilettura sposta l’attenzione dalla storia – che dovremmo già conoscere – allo stile e agli altri aspetti che a una prima e rapida lettura possono sfuggire.
9. Respira (Parte 2). Torna a respirare. Tra un libro e l’altro. Molti di noi terminato un libro ne cominciano subito un altro. Non c’è tempo da perdere, pensiamo. La vita è breve e i libri sono tanti. Ma respirare fa bene, perché oltre ad accumulare ossigeno nei polmoni ci permette di valorizzare il libro che abbiamo letto, dargli il giusto spazio.
10. Scrivi una recensione. Una volta terminato il libro, puoi impugnare la penna e cominciare a scrivere una recensione del libro. Puoi darne un giudizio di valore, accennare alla trama, affrontare e sviscerare il tema attorno al quale la storia si sviluppa, raccontare cosa ha scritto prima l’autore e quindi come si inserisce questo nuovo libro nella sua carriera, consigliare libri simili o affini. Un’attività affascinante che consigliamo a tutti di provare.
Le trame dei libri sono lo scheletro cui ogni scrittore costruisce attorno la storia vera e propria. Alcune si somigliano tra loro, altre non potrebbero essere più spiazzanti e innovative. Ma quante sono le trame dei libri inventate fino a oggi? Si potrebbe pensare siano un numero vastissimo, ognuna per ogni libro scritto nella storia dell’umanità: invece un gruppo di ricercatori dell’Università del Vermont ritiene esistano solo sei trame nella letteratura inglese. Lo studio, recentemente riportato da Bustle, è stato svolto lo scorso agosto e, tramite un algoritmo che filtra i testi in base alle parole che li compongono, ha confrontato 1700 classici della letteratura anglosassone. I filtri utilizzati per sondare le storie sono tre: il primo, tramite l’analisi e il rilevamento di alcune parole, è in grado di definire la direzione emotiva del testo. Ad esempio se la scena analizzata è drammatica, comica, oppure felice. Il secondo filtro permette di distinguere tra loro le scene simili. Infine la storia vera e propria viene estrapolata, privata dai “rumori di sottofondo”, dal terzo filtro. In questo modo i ricercatori si sono trovati con i sei modelli di trama, riassumibili in questo modo: storia ascendente, storia discendente. Due strutture più complesse sono: caduta e ascesa e il suo contrario, ossia ascesa con ricaduta. Vi è poi la struttura della fiaba, a suo tempo analizzata e schematizzata da Propp: ascesa – caduta – risalita. E lo scheletro delle tragedie classiche e shakespeariane: caduta, ascesa e ricaduta. Lo studio si è ispirato a una teoria sviluppata dall’autore Kurt Vonnegut che, ai tempi della sua laurea all’Università di Chicago, aveva proposto una tesi secondo cui alla base della letteratura esistono solo un numero limitato di storie. Allora la sua teoria venne rifiutata e ancora oggi la ricerca dell’Università del Vermont suscita qualche perplessità. A partire da alcuni limiti dello studio. Per prima cosa, i testi presi in considerazione provengono tutti dal Progetto Gutenberg, un catalogo fruibile online di testi i cui diritti sono ormai decaduti. Inoltre tutti i libri analizzati sono opere della letteratura inglese. Che in futuro lo studio si apra anche ad altri testi provenienti da diverse letterature?
Il saggio Mani. Come le usiamo e perché (Ponte alle Grazie) di Darian Leader racconta la storia dell’uomo a partire dal ruolo delle mani, raccogliendo numerosi esempi e aggiornate teorie sul loro uso, sui loro significati simbolici e sul rapporto tra gestualità e nuove tecnologie.
A quanto si dice, la nuova era di Internet, degli smartphone e dei personal computer avrebbe determinato cambiamenti radicali nella nostra identità e nel modo in cui entriamo in rapporto con gli altri. Gli antichi vincoli di spazio e di tempo sembrano sciolti grazie alle tecnologie digitali, che strutturano la nostra vita quotidiana. Possiamo comunicare all’istante a distanze remote e minime: parlare su Skype con un parente oltreoceano o chattare con un compagno di classe seduto al banco accanto. Video e foto scorrono attraverso il Web con un tocco di schermo, e le reti sociali trasmettono quisquilie di ogni vita pubblica e privata. In treno, sull’autobus, al bar e in automobile, nessuno fa altro: digitare e parlare, navigare e cliccare, scrollare e chattare. I filosofi, i teorici sociali, gli psicologi e gli antropologi si sono tutti espressi sulla nuova realtà che oggi, nel ventunesimo secolo, abitiamo come conseguenza di questi cambiamenti. Le relazioni sono, così si dice, più superficiali o invece più profonde, più durature o più passeggere, più fragili o più radicate. Per molti il luogo di lavoro si fa virtuale, ed emergono nuove possibilità di costruirsi la vita al di fuori del paradigma “dalle nove alle cinque”.
Possiamo usare questi cambiamenti in un modo o nell’altro: ma siamo tutti d’accordo che di cambiamenti si tratta, che il mondo è un posto diverso, che l’era digitale è, incontestabilmente, qualcosa di nuovo. Se provassimo, però, a osservare questo capitolo della storia umana attraverso una lente appena diversa? Se, anziché concentrarci sulle nuove promesse o i nuovi scontenti della civiltà contemporanea, vedessimo i mutamenti in corso innanzitutto come i primi e i principali che siano mai avvenuti nel modo in cui l’uomo utilizza le sue mani? L’era digitale ha certamente trasformato molti aspetti dell’esperienza, ma la sua caratteristica più evidente, e più trascurata, è che consente di tenere le mani occupate in molti modi inediti.
L’uso delle mani, non c’è dubbio, sta cambiando. Il proprietario della Shakespeare and Company, la famosa libreria parigina, racconta di come i suoi giovani clienti tentino di voltare le pagine facendole scorrere; la Apple ha persino fatto domanda di brevetto per alcuni gesti delle mani. La domanda 7844915, presentata nel 2007, riguarda lo scorrimento dei documenti e il gesto del pizzico per zumare; la 7479949 del 2008 riguarda vari gesti multitocco. Entrambe sono state giudicate inammissibili: non perché sia impossibile brevettare questi gesti, bensì perché erano già coperti da altri brevetti. I medici, allo stesso momento, osservano una crescita spaventosa di disturbi manuali legati all’uso di computer e telefoni: alle dita e al polso imprimiamo movimenti cui sono del tutto impreparati.
Si prevede che queste nuove abitudini comporteranno persino modifiche tanto nei tessuti duri quanto in quelli molli della mano. Finiremo per avere mani diverse, proprio come l’uso delle posate, così si sostiene, ha alterato la struttura della bocca, modificando la topografia del morso. Il morso aperto, che avevamo fino a circa duecentocinquanta anni fa, è stato sostituito dal sovramorso: grazie ai nuovi modi di tagliare il cibo che il coltello da tavola ha reso possibili, gli incisivi superiori sopravanzano l’arcata inferiore. Che il corpo sia subordinato alla tecnologia, ha un riscontro nel nome di alcuni prodotti contemporanei: in “iPad” e “iPhone” sono il pad e il phone a ricevere la maiuscola, e non l’”I”, l’io dell’utente.
Eppure, se è vero che il modo di usare le mani sta cambiando, non c’è nulla di nuovo nel tenerle impegnate. Tessere, filare, lavorare a maglia, scrivere sms: le mani hanno sempre avuto molto da fare. Al parco giochi, un tempo i genitori lavoravano a maglia o leggevano il giornale, oggi mandano messaggi o navigano. A casa, a occupare mani e dita sono i videogiochi, e nel gioco più diffuso al mondo, Minecraft, una mano sullo schermo accompagna il giocatore ovunque vada. L’incredibile popolarità del Lego non è neppur essa dovuta alle astuzie del marketing ma alla sua funzione di base: dare da fare alle mani. Una volta riconosciuta l’importanza del tenere le mani occupate, possiamo cominciare a considerare le ragioni di questa strana necessità.
Che pericolo corriamo se le mani se ne stanno senza far niente? Che funzione ha davvero la loro incessante attività? Che ruolo hanno le mani nella vita di un neonato e come cambia durante l’infanzia? Che rapporti esistono fra mani e bocca? E che cosa accade se qualcosa c’impedisce di usare le mani? Gli stati d’ansia, irritazione e persino disperazione che potremmo sperimentare in quel caso ci dimostrano che tenere le mani occupate non è questione di svago o capriccio, ma riguarda un aspetto profondo della nostra esperienza corporea. E questo ci conduce a un paradosso che attraverserà tutte le pagine che seguono. La risposta più ovvia alle domande che ci siamo appena posti è che per fare qualsiasi cosa abbiamo bisogno delle mani.
Le mani ci servono. Sono gli strumenti dell’azione esecutiva, i nostri utensili. Ci permettono di manipolare il mondo in maniera da realizzare i nostri desideri. Per votare, stipulare un accordo, confermare un’unione, mostriamo le mani, in tal misura che la mano spesso simboleggia l’agente umano cui appartiene. Nei film, gli zombie o Frankenstein camminano con le mani tese davanti a sé: non è segno di problemi alla vista, bensì di pura intenzionalità. E tuttavia, al contempo, sono proprio le mani a disubbidire. Esistono racconti e film in cui ad animarsi o indemoniarsi sono gli occhi, i piedi, persino le orecchie, ma sono di gran lunga più numerosi i casi in cui le mani – unite al corpo o recise da esso – cominciano a funzionare per conto proprio, e quasi sempre con intenzioni omicide.
Quando nei film d’orrore – da Le mani dell’altro a La casa – una parte del corpo s’indemonia, si tratta quasi sempre delle mani, controllate da una forza maligna, e non dei piedi, degli occhi o della bocca. Nella maggior parte delle opere di fantasia, le mani agiscono contrapponendosi alle volizioni coscienti dell’individuo. Compiono l’omicidio che segretamente desidera, ma che la società o l’immagine di sé gli proibiscono di compiere. Ne La mano, il fumettista interpretato da Michael Caine scopre che il massacro inflitto a coloro che l’hanno offeso è opera della sua stessa mano recisa. In altre sceneggiature, capita che le mani eseguano i voleri di un terzo, ad esempio uno spirito, o il donatore della mano trapiantata chirurgicamente. In tutti i casi, esse manifestano una divisione, una scissione, e allo sfortunato protagonista tocca combattere contro il proprio corpo. Ma scissioni del genere non si verificano nella vita di tutti i giorni? Mentre ci sforziamo per concentrarci su quello che la nostra compagna o il nostro amico ci dicono, le mani fremono dalla voglia di scrivere un sms, di controllare la posta, di pubblicare uno status su Facebook. Tutti si lamentano di essere troppo dipendenti dai telefoni, dai tablet, dagli iPad, come se le mani non potessero smettere di toccarli. La mano, la parte di noi che è simbolo dell’azione umana e della responsabilità personale, al contempo ci sfugge. Frozen, il film Disney – uno dei prodotti culturali di maggior successo di tutti i tempi –, descrive i dilemmi di una ragazza le cui mani fanno cose che lei non vuole facciano. Le mani di Elsa trasformano in ghiaccio tutto quel che toccano, e la storia racconta dei suoi sforzi per censurare, controllare e forse accettare questa parte di sé che, per parafrasare sant’Agostino, è “in lei più di lei stessa”.